Inserisci l'e-mail con la quale ti sei registrato su FISCOeTASSE.com
Entra con le tue credenziali BusinessCenter o SiteCenter. Password dimenticata?
Il presente Fascicolo n. 5 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio" e costituisce un focus dedicato agli agenti in affari che svolgono attività in mediazione immobiliare in presenza dell'iscrizione al Registro delle imprese, ai sensi della legge 3 febbraio 1989, n. 39391 “anche quando agiscono in qualità di intermediari nella locazione di un bene immobile e, in tal caso, limitatamente alle sole operazioni per le quali il canone mensile è pari o superiore a 10.000 euro”
A seguito dell’entrata in vigore della Legge 91/2025, l’Italia si prepara ad attuare le nuove norme europee in materia di antiriciclaggio introdotte dai Regolamenti UE 2024/1624 e 2024/1620 e dalla VI Direttiva UE 2024/1640, che segnano il passaggio da un sistema di direttive a uno di regolamenti direttamente applicabili. Una riforma che rafforza l’armonizzazione europea e impone ai professionisti l’aggiornamento obbligatorio dell’autovalutazione del rischio entro maggio–giugno 2026.
L’ebook, curato da Giuseppe Miceli, propone un’analisi tecnico-operativa chiara e completa del quadro normativo vigente, aggiornato alle più recenti modifiche introdotte dal D.Lgs. 125/2019. Particolare attenzione è riservata alla soglia dei 10.000 euro mensili per le locazioni immobiliari, oltre la quale scattano gli obblighi di adeguata verifica, conservazione dei dati e segnalazione di operazioni sospette all’UIF.
Grazie a un linguaggio pratico e alla presenza di esempi applicativi, il volume guida passo per passo gli operatori nella corretta gestione degli adempimenti antiriciclaggio: dall’identificazione del cliente e del titolare effettivo alla valutazione del rischio, fino ai controlli interni e alla gestione delle ispezioni.
Completano l’opera l’Addendum “Check-list Adempimenti Antiriciclaggio 2025” specificamente pensato per gli agenti immobiliari e un focus sulle “buone pratiche” di autovalutazione del rischio previste dagli articoli 15 e 16 del D.Lgs. 231/2007.
3 CFP Revisori Legali e ODCEC E-learning in differita
Differita e-learning dal 29/10/2025 al 31/12/2025 - codice evento 232478 (Diretta e-learning svolta il 21/10/2025 dalle ore 14:30 alle ore 17:30 - codice evento 232469)
RELATORE: Dott. Stefano Pizzutelli
MATERIE E VALIDITA' ACCREDITAMENTO
Codici materia Revisori Legali: A.1.15 - A.5.25 - A.3.14
Codici materia ODCEC: C.2.14 - C.2.4 - C.2.1
Per usufruire dei corsi accreditati segui questi semplici passi:
Per ottenere i crediti è necessario completare le TRE ore di videocorso. Il sistema tiene traccia della fruizione dei video da parte dell'utente, e attribuisce i crediti solo quando tutto il videocorso è stato completato.
Per l'attribuzione dei crediti NON è più obbligatorio il questionario finale di verifica.
Pacchetto completo contenente i 3 tools in excel per l'elaborazione del Business Plan e 2 documenti in word per la stesura della parte descrittiva del Business plan, venduti anche singolarmente:
Il prodotto BUSINESS PLAN PLUS 3, sviluppato in Excel, permette di realizzare, in modo semplice e rapido, un completo Business plan / Budget per aziende già avviate che devono verificare la fattibilità economico-finanziaria di un progetto di ampliamento con nuovi investimenti.
Proiezione bilanci a 5 anni
L'applicativo consente di inserire versamenti IVA infrannuali (in Tabella 14 del foglio ALTRI PIANI) al fine di ottenere una più realistica previsione dei flussi di cassa e del patrimonio.
L’elaborazione dei dati può essere utile anche in caso di richiesta, da parte di Istituti di credito, di bilanci previsionali per ottenere nuovi finanziamenti.
Gli “Orientamenti in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti”, emanati dall’EBA (European Banking Authority), il novellato art. 2086 del Codice Civile, il “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” (D.Lgs. 14/2019), i “Principi guida per la redazione del Business Plan” dell’ODCEC di Milano, sono tutti documenti che indirizzano l’imprenditore verso un nuovo stile gestionale rivolto al futuro.
È la pianificazione strategica di medio-lungo periodo la premessa per una corretta gestione aziendale, seguita ovviamente da una accurata programmazione di breve periodo mediante l’utilizzo dei budget.
Al fine di attuare la pianificazione strategica è necessario elaborare bilanci previsionali relativi almeno ai prossimi tre esercizi futuri e lo strumento quantitativo per elaborarli è il Business Plan nella sua parte numerica, integrata ovviamente da una approfondita parte descrittiva.
Il Business Plan, quale documento di verifica della fattibilità economico-finanziaria di progetti di espansione o di strategie future, può essere elaborato per diversi scopi:
e comunque per attuare quello stile gestionale anticipatorio e previsionale richiesto dai documenti su citati e da una buona e corretta gestione aziendale.
Il prodotto BUSINESS PLAN PLUS 3, sviluppato in Excel, permette di realizzare, in modo semplice e rapido, un completo Business plan nella parte quantitativa per aziende già avviate che devono verificare la fattibilità economico-finanziaria di un progetto di ampliamento con nuovi investimenti.
L’elaborazione dei dati può essere utile anche in caso di richiesta, da parte di Istituti di credito, di bilanci previsionali per ottenere nuovi finanziamenti.
Il file richiede Microsoft Excel 2007 (o successivi) o equivalente
Il software ha un menu principale dal quale si accede alle diverse videate, suddivise in fogli INPUT, dove vengono inseriti i dati, e fogli OUTPUT, dove è possibile visualizzare e stampare i numerosi schemi e prospetti elaborati in automatico.
Fogli Input
Fogli Output
Utilità
Premesse tecniche:
La Busta paga 2025: guida operativa sulla lettura e compilazione della busta paga con esempi pratici.
Aggiornato alla circolare INPS n.25 del 29.01.2025
eBook in pdf di 215 pagine
Utile Guida ricca di esempi pratici sulla compilazione della busta paga, su come leggere una busta paga, come individuare gli elementi della retribuzione, le trattenute e la loro determinazione, nonchè interpretazione per giungere all'importo netto in busta che il datore di lavoro dovrà corrispondere al dipendente.
Le modalità di calcolo e di compilazione della busta paga, anche se il “gestionale paghe” semplifica e riduce i tempi di elaborazione, non rendono facile la lettura. Le norme in continua variazione e soprattutto le eccezioni che il cedolino pone, richiedono un continuo aggiornamento che in fondo, è la parte affascinante di questo lavoro.
L'autrice è formatrice professionale, docente e perito in Contratti di Lavoro di paghe e contributi, nei suoi corsi insegna a leggere la busta paga perché ritiene che sia indispensabile sia per i dipendenti, per i datori di lavoro.
Premessa
Lettura e compilazione della busta paga
1.1 Le sezioni della busta paga
1.2 I principali elementi del cedolino paga
1.3 Il sistema di calcolo della retribuzione
1.3.1 Il sistema orario
1.3.2 Il sistema mensilizzato
1.3.3 Il sistema “a cottimo”
La retribuzione lorda
2.1 Il lavoro ordinario o retribuzione ordinaria
2.2 Lavoro straordinario
2.3 Il lavoro supplementare
2.4 La “Banca ore”
2.5 Lo straordinario forfettizzato
2.6 La reperibilità
Le assenze del lavoratore dipendente: riposo, ferie, permessi
3.1 Il riposo settimanale
3.2 Le Festività
3.2.1 La retribuzione durante le festività (normali)
3.3 Le Ferie
3.4 Permessi
3.5 Permessi studio
3.6 Permessi per lutto
3.7 Permessi elettorali
3.8 Permessi per visite mediche
Assenze non retribuite
4.1 Lo sciopero
4.2 Aspettativa non retribuita
Assenze a carico INPS
5.1 Donazione sangue
5.2 Congedo matrimoniale
5.3 Permessi retribuiti ai sensi della Legge n. 104/1992
Altre prestazioni erogate dall’INPS
6.1 La Cassa Integrazione Guadagni
6.1.1 Importi cassa integrazione 2025
6.1.2 Cassa integrazione guadagni e Malattia
6.1.3 Cassa integrazione guadagni e Maternità
Altre voci della busta paga
7.1 Trasferte
7.2 L’indennità sostitutiva di mensa
7.3 Indennità di cassa
7.4 Fringe benefits
7.4.1 Auto aziendali
7.5 Premio di risultato o produttività
7.6 Le mance
7.7 Mensilità aggiuntive: tredicesima e quattordicesima
Indennità: malattia, maternità, infortunio
8.1 L’indennità economica di malattia
8.1.1 Giornate indennizzabili dall’INPS
8.1.2 Indennità malattia a carico del Datore di lavoro
8.1.3 Esempi di previsioni contrattuali
8.2 L’indennità malattia prevista per i lavoratori parasubordinati
8.3 L’indennità economica di maternità: quadro generale
8.3.1 Astensione obbligatoria
8.3.2 Astensione anticipata
8.3.3 Congedi parentali (ex astensione facoltativa)
8.3.4 Calcolo dell’indennità di maternità e compilazione busta paga
8.3.5 Congedo di paternità obbligatorio per i lavoratori dipendenti
8.3.6 Ricovero del neonato
8.3.7 Aborto
8.3.8 Come si calcola l’indennità di maternità
8.3.9 Riposi giornalieri per allattamento pagati dall’INPS
8.3.10 Il bonus bebè
8.3.11 Il bonus asili nido
8.4 L’infortunio
8.4.1 Adempimenti del datore di lavoro in caso di infortunio
8.4.2 Infortunio in itinere
8.4.3 INAIL e Periodo di comporto
8.4.4 L’indennità economica di infortunio
8.4.5 La denuncia di infortunio
Contributi previdenziali
9.1 Aliquote contributive
9.1.1 Riduzione contributiva
9.1.1.1 Esonero dal versamento dei contributi previdenziali IVS a carico delle lavoratrici madri
9.1.2 Calcolo trattenute contributi previdenziali
9.2 Contributi per NASpI e Dis-coll
9.2.1 L’indennità di disoccupazione NASPI
9.2.2 Indennità DIS-COLL
Il trattamento fiscale della retribuzione
10.1 Aspetti generali
10.2 Che cos’è l’IRPEF
10.3 L’imponibile fiscale
10.4 Detrazioni d’imposta
10.4.1 Detrazioni per i carichi familiari
10.4.2 Detrazioni per figli a carico
10.4.3 Detrazioni per ulteriori familiari a carico
10.5 Le addizionali IRPEF
10.5.1 Addizionale regionale
10.5.2 Addizionale comunale
Il Welfare
11.1 Premessa
11.2 Beneficiari
11.3 Trattamento fiscale
11.3.1 Esempio Welfare contrattuale
11.3.2 Esempi di beni e servizi di welfare
Cessazione del rapporto di lavoro
12.1 Il preavviso
12.2 Trattamento di fine rapporto
12.3 Come si calcola
12.4 Anticipazione del Trattamento di fine rapporto
Esempi di compilazione del cedolino paga
La gestione delle spese condominiali è il terreno più delicato e conflittuale dell’attività dell’amministratore. La corretta applicazione dei criteri di ripartizione è essenziale per prevenire contestazioni, tutelare i diritti dei condomini e garantire una gestione equilibrata e trasparente.
Questa II edizione aggiornata della Guida alla ripartizione delle spese condominiali, curata da Giuseppe Bordolli, offre un quadro completo e pratico delle regole civilistiche, delle novità legislative e dei più recenti orientamenti giurisprudenziali.
Il volume affronta con chiarezza:
• i principi generali che regolano gli obblighi di contribuzione;
• i criteri legali e convenzionali di riparto, con attenzione alla derogabilità;
• la suddivisione delle spese relative a parti comuni, scale, ascensori, balconi, lastrici solari e impianti;
• i temi complessi della termoregolazione e contabilizzazione del calore, alla luce delle modifiche introdotte dal d.lgs. 73/2020;
• le modalità di recupero dei crediti condominiali, aggiornate al Decreto Bollette 2025.
Un manuale operativo e di immediata consultazione, che unisce rigore giuridico ed esempi pratici, diventando uno strumento indispensabile per l’amministratore di condominio che voglia gestire in modo efficace, sicuro e conforme alla normativa ogni aspetto legato alle spese.
PRINCIPALI ARGOMENTI
◾ Principi generali e criteri di ripartizione
◾ Parti comuni, scale, ascensori, balconi e lastrici solari
◾ Impianti condominiali: idrico, elettrico, riscaldamento, fognario
◾ Termoregolazione e contabilizzazione del calore
◾ Clausole contrattuali e deroghe ai criteri legali
◾ Recupero crediti e gestione dei condomini morosi
◾ Novità introdotte dal Decreto Bollette 2025
Libro di carta di 342 pagine
Giuseppe Bordolli
Consulente condominialista. Svolge attività di consulenza per amministrazioni condominiali e società di intermediazione immobiliare; è collaboratore delle maggiori riviste di diritto immobiliare. Autore e coautore di numerose monografie in materia di condominio, mediazione immobiliare, locazione, divisione ereditaria, privacy, nonché di articoli e commenti note a sentenza. È collaboratore di Diritto.it e di altri portali giuridici dedicati alle problematiche del settore immobiliare. È coordinatore della collana Condomino.
Introduzione
CAPITOLO I – Le spese: i principi generali
1.1 L’obbligo dei condomini di contribuire alle spese: il fondamento
1.2 La distinzione tra le spese
1.2.1 Spese (necessarie) di manutenzione ordinaria
1.2.2 Spese (necessarie) di manutenzione straordinaria
1.2.3 Manutenzione e riparto di competenze
1.2.4 Spese e commissioni lavori o consigli di condominio
1.2.5 Spese straordinarie di notevole entità
1.2.6 Spese (utili) per le innovazioni. Le innovazioni gravose e voluttuarie
1.2.7 Il fondo spese per le opere straordinarie
1.2.8 Spese legali: il dissenso alla lite
1.3 Le spese sostenute dal singolo condomino: l’articolo 1134 c.c.
1.3.1 L’urgenza
1.3.2 Articolo 1134 c.c. e casistica pratica
1.3.3 Onere della prova ed articolo 1134 c.c.
1.4 Impianti sportivi costruiti dal condominio e diritto al rimborso
1.5 Le spese anticipate dall’amministratore
1.5.1 Amministratore di condominio e spese straordinarie non autorizzate
1.5.2 La ratifica delle spese straordinarie non autorizzate
1.6 Le spese fra venditore ed acquirente
1.6.1 La nascita dell’obbligo delle spese ordinarie
1.6.2 La nascita dell’obbligo delle spese straordinarie
1.6.3 Spese e rapporto tra alienante ed acquirente
1.6.4 La nuova solidarietà tra alienante ed acquirente
1.6.5 Recupero crediti del terzo e art. 63 disp. att. c.c.
1.7 Danni e compravendita
1.8 Gli altri soggetti obbligati: premessa
1.8.1 Locatori e conduttori
1.8.2 Usufruttuari e nudi proprietari
1.8.3 Utilizzatore, società di leasing e condominio
1.8.4 Eredi del condomino. La rinuncia all’eredità
1.8.5 L’aggiudicatario: l’appartamento acquistato all’asta
1.9 Il luogo del pagamento delle spese
1.10 Il tempo del pagamento. Il ritardo nel pagamento in attesa della risoluzione del contratto con l’appaltatore
1.10.1 Il pagamento in contanti: il rifiuto dell’amministratore
1.11 La prescrizione
1.12 Il pagamento dei terzi: la sussistenza o meno del vincolo di solidarietà
1.12.1 Il contrasto giurisprudenziale
1.12.2 La soluzione delle Sezioni Unite: la parziarietà
1.12.3 La nuova solidarietà attenuata dopo la riforma
1.12.4 Il risarcimento dei danni derivanti dalla gestione condominiale
1.13 Esonero dalle spese e clausola contrattuale del regolamento di condominio
1.14 L’eccezione d’inadempimento: condomino che non paga se il condominio non ripara un impianto o una parte comune
1.15 Il legittimo rifiuto: spese per opere abusive
1.16 Le spese personali
1.17 I danni da custodia
1.18 Crediti e debiti verso il condominio: la compensazione
1.19 Spese condominiali e rent to buy
1.20 Spese condominiali e separazione e divorzio
1.21 Spese condominiali e leasing abitativo
1.22 Le transazioni sulle spese
1.23 Agevolazioni fiscali, morosità, spese condominiali
1.24 Prestazioni dei condomini ed esenzione dalle spese
CAPITOLO II – I criteri legali di ripartizione delle spese condominiali
2.1 L’art. 1123 c.c. in generale
2.1.1 La diversa convenzione: la deroga ai criteri legali
2.1.2 Delibere condominiali e deroghe ai criteri regolamentari di ripartizione delle spese
2.1.3 L’intervento delle Sezioni Unite (Cass., n. 9839/2021)
2.1.4 Il criterio di ripartizione delle spese in millesimi (o indici alternativi)
2.1.5 I valori non espressi in millesimi
2.1.6 La tabella dei millesimi di proprietà: definizione e funzione
2.1.7 Mancanza delle tabelle e rifiuto di pagare le spese condominiali
2.1.8 Approvazione e modifica della tabella di proprietà prima dell’intervento delle Sezioni Unite (Cass., sez. un., n. 18477/2010): il consenso unanime
2.1.9 L’intervento delle Sezioni Unite (Cass., sez. un., n. 18477/2010)
2.1.10 Approvazione, revisione e rettifica delle tabelle non contrattuali: la conferma dei principi delle Sezioni Unite
2.1.11 Tabelle e modifica della destinazione d’uso di una unità immobiliare
2.1.12 Le tabelle “contrattuali”
2.1.13 Tabelle errate o da modificare e restituzione di somme pagate in eccesso
2.1.14 Tabelle approvate per facta concludentia
2.2 L’art. 1123, comma 2, in generale
2.3 L’art. 1123, comma 3, in generale
2.3.1 Il condominio parziale in generale
2.3.2 Condominio parziale e conseguenze sulla ripartizione delle spese
2.3.3 L’applicazione pratica dell’art. 1123, comma 3, c.c.
2.3.4 Condominio parziale e delibera adottata da un’assemblea condominiale alla quale partecipano tutti i condomini
2.3.5 La scissione dal condominio maggiore: un’operazione non consentita
CAPITOLO III – Parti comuni e spese
3.1 Opere sottostanti al piano terreno
3.1.1 Suolo e sottosuolo
3.1.2 Terrapieni ed opere di rafforzamento
3.1.3 L’intercapedine
3.1.4 Il vespaio
3.1.5 Piani cantinati
3.1.6 Fondazioni
3.2 Le parti comuni di accesso al condominio: androne o andito e portoni d’ingresso
3.2.1 Spese per l’androne e proprietari dei locali terranei dello stabile condominiale
3.2.2 Cassette postali
3.2.3 Vestiboli
3.3 Le spese per gli elementi strutturali del caseggiato: i muri perimetrali
3.3.1 Muro perimetrale che delimita il condominio da un altro
3.3.2 Muro di proprietà del singolo condomino e muro che delimita i giardini
3.3.3 Facciate e contorni lapidei
3.3.4 Pannelli frangisole e pensiline
3.3.5 Spese ponteggi
3.3.6 Pilastri, architravi e pannelli di riempimento
3.4 Le coperture dell’edificio
3.4.1 Tetto o lastrico comune
3.4.2 Tetto che non è sovrastante ad alcune unità immobiliari del caseggiato ma è destinato anche alla protezione dell’atrio comune
3.4.3 Tetto costituito da due corpi distinti
3.4.4 Tetto condominio orizzontale
3.4.5 Abbaini e lucernari
3.4.6 Gronde e pluviali: il problema della riparazione dei tratti pluviali posti nel giardino di uno dei condomini
3.4.7 Sottotetto
3.5 Le spese per gli spazi esterni comuni: il cortile
3.5.1 Il giardino condominiale
3.5.2 Muri di contenimento di giardini pensili
3.6 La spesa per l’attività di custodia e vigilanza delle parti comuni: il servizio di portierato
3.6.1 Locale per la portineria e alloggio del portiere
3.6.2 Il servizio di guardiania
CAPITOLO IV – Scale e ascensore: le spese
4.1 Premessa
4.2 Il criterio di ripartizione delle scale
4.3 Tabelle scale
4.4 La titolarità delle scale: il problema dei proprietari dei negozi, botteghe o locali con accesso dalla strada
4.5 Il sottoscala
4.6 I pianerottoli
4.7 Lucernario, controlucernario, finestre delle scale ed altri accessori
4.8 La “cassa” delle scale e murature
4.9 Il prolungamento della scala
4.10 I torrini delle scale
4.11 Condominio multiscale
4.12 Scale di accesso alle cantine
4.13 La spesa per la pulizia ed illuminazione delle scale
4.14 Spesa per le scale e diversa convenzione
4.15 La pulizia delle scale a turno
4.16 Pulizia extra delle scale per colpa del condomino
4.17 Esempio tabella scale
4.18 Le spese per la gestione dell’ascensore
4.19 Spese per l’adeguamento a norma di legge
4.20 La sostituzione dell’ascensore
4.21 Installazione ex novo dell’ascensore e successiva manutenzione: i criteri di spesa
4.22 Installazione dell’ascensore da parte di uno condomino
4.23 Installazione dell’ascensore e abbattimento delle barriere architettoniche
4.24 Spesa per la gestione dell’ascensore e diversa convenzione: l’esenzione dalle spese
4.25 Condomini con unità immobiliari al piano terreno e spese per le scale e l’ascensore
4.26 I condomini del piano terra con accesso autonomo dalla strada
4.27 Il prolungamento dell’ascensore
CAPITOLO V – L’art. 1125 c.c. e il problema dei balconi
5.1 Premessa
5.2 L’ambito di applicazione dell’articolo 1125 c.c.
5.3 La comproprietà della soletta: conseguenze
5.4 Le spese spettanti in parti uguali
5.5 Le spese a carico del proprietario del piano superiore
5.6 Le spese gravanti sul proprietario del piano inferiore
5.7 Il solaio che divide la proprietà del singolo da una parte comune
5.8 Cortile o giardino posto a copertura di box o altri locali interrati
5.9 Solaio divisorio tra proprietà del singolo e parte comune (porticato, androne, ecc.)
5.10 I balconi incassati e l’articolo 1125 c.c.
5.11 I balconi aggettanti: inapplicabilità dell’articolo 1125 c.c.
5.12 Balconi aggettanti, caduta pezzi d’intonaco e spese per mantovana
5.13 Le componenti comuni dei balconi: gli elementi decorativi della facciata
5.14 Le spese per la sostituzione dei divisori e delle ringhiere dei balconi che contribuiscono al decoro del caseggiato
5.15 Derogabilità del criterio stabilito dall’art. 1125 c.c.
CAPITOLO VI – Lastrici solari e terrazze a livello: le spese
6.1 Premessa
6.2 Lastrico solare di proprietà o uso esclusivo e titolo valido
6.3 Lastrico solare ad uso esclusivo e manutenzione: la competenza a decidere dell’assemblea
6.4 Lastrico solare e terrazza a livello: le differenze
6.5 Porzione aggettante di terrazza
6.6 Lastrico e tetto di proprietà esclusiva
6.7 L’uso esclusivo
6.8 La rinuncia al diritto esclusivo sul lastrico
6.9 La ripartizione della quota-parte di spesa di 1/3
6.10 La ripartizione della quota-parte di spesa di 2/3
6.11 Lastrici solari di proprietà esclusiva: ipotesi particolari
6.12 La doppia contribuzione
6.13 Unità immobiliari coperte solo parzialmente da lastrico o terrazza
6.14 La necessità del calcolo dell’incidenza: la sentenza della Cassazione n. 1451/2014
6.15 Le parti comuni coperte dal lastrico solare
6.16 Le spese di riparazione o ricostruzione del lastrico
6.17 La spesa riferita al sistema di canalizzazione o di raccolta delle acque di un lastrico solare o terrazza solare
6.17.1 Le pilette dei lastrici
6.18 I danni da infiltrazioni
6.18.1 La vecchia tesi (oggi superata) delle Sezioni Unite nel 1997
6.18.2 Altre opinioni
6.18.3 La tesi attuale delle Sezioni Unite e giurisprudenza successiva conforme
6.19 Risarcimento dei danni da infiltrazioni in occasione di lavori di ristrutturazione che hanno interessato il lastrico solare
6.20 Le spese escluse dalla ripartizione ex art. 1126 c.c.
6.21 Nuove terrazze a tasca e applicazione dell’art. 1126 c.c.
6.21.1 Uso lecito del tetto comune
6.21.2 La realizzazione di una terrazza a tasca: la tesi tradizionale
6.21.3 L’ammissibilità di “ragionevoli” demolizioni del tetto: un nuovo crescente orientamento
6.21.4 Uso illecito del tetto
6.21.5 Le conseguenze sulla ripartizione delle spese
6.22 La diversa convenzione
CAPITOLO VII – Gli impianti: le spese
7.1 Premessa
7.2 L’impianto idrico
7.2.1 Impianto idrico e condominio parziale
7.2.2 Autoclave
7.2.3 Le spese per l’erogazione dell’acqua (fredda)
7.2.4 La delibera assembleare che impone l’installazione dei contatori dell’acqua negli appartamenti: una scelta obbligata
7.2.5 Agevolazioni tariffarie
7.2.6 La controversia sulla quantità di acqua consumata
7.3 Impianto elettrico
7.4 L’impianto citofonico ed il videocitofono
7.5 Impianto di videosorveglianza
7.6 Impianto fognario
7.6.1 Tubatura comune all’interno di una proprietà esclusiva
7.6.2 Le fosse biologiche
7.6.3 Tubazioni di scarico e condominio parziale
7.6.4 Allaccio nuovo bagno del singolo e spesa per modifiche all’impianto fognario
7.6.5 Impianto fognario non utilizzato e spese
7.6.6 Condutture private e braga
7.7 Impianto di riscaldamento e canne fumarie
7.7.1 Spese ordinarie e tabelle di gestione: la situazione prima del passaggio definitivo alla termoregolazione e contabilizzazione di calore
7.7.2 La termoregolazione e contabilizzazione: il quadro normativo ante riforma del condominio
7.7.3 La termoregolazione e contabilizzazione dopo il d.lgs. 4 luglio 2014, n. 102
7.7.4 I tipi di contabilizzazione: la contabilizzazione indiretta e i ripartitori
7.7.4.1 La contabilizzazione diretta
7.7.5 La spesa per l’installazione dei dispositivi per la contabilizzazione deve essere fatturata al singolo condomino o è una questione condominiale?
7.7.6 Criterio di ripartizione della spesa del riscaldamento e acqua calda a seguito dell’adozione dei sistemi di contabilizzazione: la norma UNI 10200
7.7.7 I criteri correttivi
7.7.8 Contabilizzazione e tabelle riscaldamento contenute nel regolamento
7.7.9 Nuovo criterio ex d.lgs. 141/2016: il declino della UNI 10200
7.7.10 La revisione della UNI 10200
7.7.11 Le novità introdotte dall’art. 9 d.lgs.73/2020: la UNI 10200 non obbligatoria
7.7.12 Rottura del ripartitore
7.7.13 La ripartizione delle spese (lett. d) del comma 5 dell’articolo 9 del d.lgs. 102/2014: il dibattito sviluppatosi dopo il d.lgs. n. 73/2020
7.7.14 Come ripartire le spese in concreto
7.7.15 La quota volontaria e involontaria nella contabilizzazione diretta
7.7.16 La quota volontaria ed involontaria nella contabilizzazione diretta
7.7.17 Criteri per ripartire il consumo involontario
7.8 Il distacco dal riscaldamento centralizzato e spese
7.8.1 Il notevole squilibrio termico: l’opinione della Cassazione
7.8.2 Quando si verificano i notevoli squilibri di funzionamento dal punto di vista tecnico
7.8.3 Gli aggravi di spesa
7.8.4 Il consumo involontario
7.8.5 Le spese che rimangono a carico del distaccato
7.8.6 La prova termotecnica
7.8.7 La preventiva comunicazione all’amministratore: l’articolo 1122 c.c.
7.8.8 Distacco e regolamento di condominio
7.8.9 Installazione di nuova caldaia dimensionata ed esclusione dei condomini distaccati dalla comproprietà e dalle spese
7.8.10 Distacco dal riscaldamento per taglio dei tubi da parte del condominio e restituzione delle spese di riscaldamento pagate e non dovute
7.9 Impianti obsoleti e inutili
7.10 Gli impianti sportivi nel condominio
7.11 Le antenne centralizzate
7.11.1 L’antenna analogica
7.11.2 Antenna satellitare condominiale: l’innovazione necessaria
7.12 I pannelli solari in condominio
7.13 Pannelli solari e vincolo paesaggistico
CAPITOLO VIII – Recupero crediti
8.1 Il recupero coattivo delle rate condominiali inevase
8.2 Premessa
8.3 Il ruolo dell’amministratore e dell’assemblea
8.4 Il fondo spese per la morosità
8.5 L’individuazione del debitore e il principio dell’apparenza
8.6 L’inapplicabilità del principio di apparenza
8.7 La definitiva negazione dell’apparentia iuris nel condominio. Il problema dei comproprietari
8.8 La mancata richiesta del decreto ingiuntivo. La dispensa dell’assemblea
8.9 La messa in mora
8.10 Il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo: il problema della mancanza di un piano di riparto
8.11 I presupposti per il decreto ingiuntivo
8.12 Mancanza di prove documentali sulla spesa
8.13 Le soluzioni bonarie dopo il decreto ingiuntivo
8.14 Opposizione a decreto ingiuntivo e mediazione
8.15 Opposizione a decreto ingiuntivo e impugnazione della delibera annullabile
8.16 Opposizione a decreto ingiuntivo e delibera nulla
8.17 Opposizione a decreto ingiuntivo e questioni di competenza
8.18 Opposizione a decreto ingiuntivo e tabelle errate: una necessaria precisazione
8.19 Opposizione a decreto ingiuntivo del comproprietario o coerede
8.20 Opposizione a decreto ingiuntivo e simulazione delle quietanze relative all’avvenuto pagamento delle spese condominiali
8.21 Decreto ingiuntivo e spese legali
8.22 Terzo creditore e comunicazione dei morosi
8.22.1 Dati specifici da comunicare sui condomini morosi
8.22.2 Inottemperanza all’obbligo di comunicare i nomi dei morosi
8.22.3 Questione privacy: il tribunale di Roma fornisce un chiarimento
8.22.4 I possibili danni a carico del condominio
8.22.5 Misure coercitive per inadempimento: la nuova disciplina della legge n. 69 del 2009
8.23 Creditore del condominio procedente e condomino esecutato
8.24 Il pignoramento del conto corrente condominiale
8.25 Sospensione dei servizi comuni al condomino moroso
8.25.1 Il ruolo dell’amministratore di condominio
8.25.2 Il problema della sospensione della fornitura di acqua potabile
8.25.3 Il problema della sospensione della fornitura del riscaldamento
8.26 Ritardato pagamento e penalità
8.27 Condominio e sovraindebitamento
8.28 Condominio e Decreto Bollette
Indice analitico
Il volume offre un’analisi completa e rigorosa sul conferimento d’azienda, con un approccio integrato civilistico, fiscale e contabile, aggiornato alle più recenti modifiche normative intervenute sull’art. 176 del TUIR e agli orientamenti interpretativi della Corte di Cassazione.
Partendo dall’indagine civilistica dell’operazione con l’esame degli adempimenti necessari per ottemperare alle disposizioni previste dal codice civile, l’autore si occupa dell’aspetto fiscale passando in rassegna con rigore esegetico le diposizioni del Tuir ed intersecandole con i criteri di legalità redazionale del bilancio, allo scopo di individuare sul piano pratico una coerenza operativa; a tal fine vengono valutate scrupolosamentele posizioni interpretative della Corte di Cassazione, ritenute non condivisibili ed anzi criticate in dottrina.
Approfondimenti importanti sono rivolti al tema dell’ammortamento e alla verifica anche di altri componenti reddituali in corso di maturazione alla data del conferimento (tipicamente perdite e interessi passivi), proponendo delle soluzioni concrete in raccordo con i principi contabili e con le regole di comportamento definite e pubblicate dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti.
L’operazione del conferimento viene poi analizzata con riferimento all’impresa familiare intrecciando le specifiche prescrizioni di tutela civilistica dei collaboratori familiari con la legalità redazionale dell’atto pubblico del conferimento, al fine di definire le giuste misure di sottoscrizione del capitale sociale dell’imprenditore individuale e dei collaboratori familiari, in coerenza altresì con il regime fiscale neutro dell’operazione del conferimento. Il libro approfondisce infine le diversità, ma anche le affinità, dell’operazione di conferimento con gli istituti similari dei conferimenti degli studi professionali e dell’operazione della scissione con scorporo che, pur partecipando alle cd. operazioni di riorganizzazioni sui soggetti, si fonda su un’impostazione strutturale del tutto ricalcante quella del conferimento.
Aggiornato alla conversione in legge del D.L. 84/2025 e con aggiornamenti online fino al 30 aprile 2026
PRINCIPALI ARGOMENTI
◾ Disciplina civilistica e fiscale
◾ Calcolo degli ammortamenti da parte del soggetto conferitario
◾ Le criticità del riporto delle perdite
◾ Il conferimento dell’azienda gestita in impresa familiare
◾ Il conferimento dell’azienda ritornata al locatore alla scadenza del contratto di affitto
◾ Conferimenti speciali nell’ambito della trasformazione eterogenea
◾ Il conferimento d’azienda caduta in successione
◾ Le affinità dei conferimenti degli studi professionali con i conferimenti d’azienda
◾ Similitudini strutturali con la scissione con scorporo
◾ Temi legati all’elusività dell’operazione
◾ Cessione di partecipazione in regime PEX e spese accessorie
IL VOLUME INCLUDE
◾ In caso di novità normative, aggiornamenti online fino al 30 aprile 2026
LUCIANO SORGATO
Dottore Commercialista e Consulente del Lavoro in Padova. Docente per Master di Diritto tributario; convegnista per conto di varie Organizzazioni Sindacali e pubblicista.
Prefazione
1 Il conferimento di azienda e la relativa disciplina civilistica
1 Premessa: il conferimento d’azienda come operazione straordinaria
2 Operazioni straordinarie che agiscono sui soggetti e sugli oggetti
3 Similitudine del conferimento d’azienda con la scissione mediante scorporo
4 Il conferimento d’azienda, le norme di riferimento
5 Concetto di imprenditore e di azienda
6 Le finalità dell’operazione di conferimento d’azienda
7 Modalità di realizzazione del conferimento d’azienda – Premessa
8 Il conferimento d’azienda – Aspetti particolari delle società di persone
9 Il conferimento d’azienda nelle società di capitali – Fasi dell’operazione
10 Data di efficacia del conferimento d’azienda
11 Il conferimento in società dell’azienda gestita in impresa familiare in società
12 Redazione della perizia di stima
13 Aspetti contabili del conferimento d’azienda
14 Il sovrapprezzo
15 Le rettifiche da conferimento
16 La successione della conferitaria nei rapporti in corso in capo alla conferente
16.1 Contratti
16.2 Crediti
16.3 Debiti
17 Altri aspetti del conferimento d’azienda
17.1 Il divieto di concorrenza
17.2 L’avviamento
2 Il conferimento di azienda e la relativa disciplina fiscale
1 Il profilo oggettivo e soggettivo dell’operazione
2 Gli aspetti fiscali relativi agli elementi dell’attivo e del passivo dell’azienda conferita
3 Le modifiche introdotte all’art. 176 Tuir non sono ancora sufficienti a risolvere tutte le questioni controverse
4 La qualifica dell’azienda alla stregua di una universitas influenza il regime IVA dei singoli beni che la formano
3 Il calcolo degli ammortamenti da parte del soggetto conferitario
1 Ulteriore supporto giustificativo
2 Esemplificazioni
3 L’orientamento della Corte di Cassazione
4 Le criticità del riporto delle perdite
1 Le criticità operative del riporto delle perdite previste per le scissioni ora si estendono anche ai conferimenti d’azienda
2 La possibile incongruenza disciplinare tra il nuovo art. 84, comma 3, Tuir ed il comma aggiunto (5-bis) all’art. 176 Tuir
3 Le modifiche all’indicatore patrimoniale alla base del riporto delle perdite nelle fusioni e scissioni
5 Il conferimento dell’azienda gestita in impresa familiare
1 Tratti generali del regolamento civilistico e fiscale dell’impresa familiare
2 Le plusvalenze da cessione dell’azienda nel caso di impresa familiare
3 L’imputazione del maggior reddito eventualmente accertato nel caso di impresa familiare
4 Il conferimento dell’azienda gestita in impresa familiare in una costituenda società
6 Il conferimento dell’azienda ritornata al locatore alla scadenza del contratto di affitto
7 Gli speciali conferimenti nell’ambito della trasformazione eterogenea
1 Gli speciali conferimenti d’azienda e la confluenza dei beni in aziende nell’ambito della trasformazione eterogenea e gli insidiosi vuoti legislativi
2 La nozione qualificata dell’azienda
3 La trasformazione eterogenea in comunione d’azienda
4 La sorte fiscale dei beni che non confluiscono nell’azienda dell’ente trasformato
5 Incongruenze disciplinari del dato normativo
6 Le incongruenze fiscali del richiamo operato all’art. 67, comma 1, lett. h) Tuir
7 I conferimenti d’azienda di ente non commerciale in una società commerciale
8 Indagine fiscale del conferimento d’azienda caduta in successione
1 Il regime fiscale neutro delle aziende donate o cadute in successione ereditaria
2 La mancata previsione del vincolo di continuità dell’attività d’impresa e la sua prosecuzione da parte solo di alcuni degli eredi con conferimento dell’azienda in una costituenda società
3 Il conferimento di un’azienda da parte degli eredi alla scadenza di un precedente contratto di affitto dell’azienda ereditata
9 Le affinità dei conferimenti degli studi professionali con i conferimenti d’azienda
1 Temi fiscali in ordine al conferimento degli studi professionali e le similitudini con i conferimenti d’azienda. Premessa
2 Il regime fiscalmente neutro dei passaggi generazionali, delle donazioni e dei conferimenti degli studi professionali
2.1 Il conferimento della clientela dello studio professionale ricalca la questione relativa all’avviamento dell’azienda conferita
3 Il regime fiscale relativo al conferimento di immobili non strumentali nella società tra professionisti
4 Affitto di uno studio professionale che precede il conferimento del medesimo in una STP: manca la disciplina di uno specifico regime fiscale
5 Il regime IVA dell’azienda caduta in successione e la mancanza di analoga rilevanza IVA nel caso di decesso del professionista
6 Il regime fiscale neutro del passaggio dello studio professionale al professionista associato superstite: gli aspetti controversi da chiarire
10 Similitudini strutturali della scissione con scorporo con il conferimento d’azienda
1 Premessa
2 Le principali peculiarità della scissione con scorporo
3 Il trasferimento delle posizioni soggettive nella scissione con scorporo
4 I criteri temporali di maturazione dell’holding period
5 La scissione mediante scorporo nelle prospettive dell’IVA
6 Quando la combinazione delle operazioni di conferimento/scissione con scorporo seguita dalla cessione della partecipazione non è elusiva
11 Il conferimento dell’azienda ed i temi legati all’elusività dell’operazione
1 La prevista non elusività dell’operazione di conferimento seguita dalla cessione della partecipazione
2 La controversa questione relativa alla determinazione dell’holding period
12 Cessione di partecipazioni in regime PEX e spese accessorie
1 La cessione delle partecipazioni in regime PEX a seguito di conferimento di azienda e il dibattuto tema sul trattamento fiscale da riservare alle c.d. spese accessorie
Utile Foglio Excel che gestisce i conteggi per il riporto delle perdite fiscali in caso di operazioni di:
Il file riporta la sintesi della normativa e consente di effettuare il test di vitalità per il riporto delle perdite.
Il file è aggiornato con le novità introdotte dal decreto del MEF del 27 giugno 2025 (pubblicato nella GU n. 160 del 12 luglio 2025) che da attuazione all'articolo 177-ter del TUIR per il riporto delle perdite infragruppo e aggiornato al Decreto Fiscale n. 84/2025 convertito in legge.
L’utilizzo del file presuppone una adeguata competenza fiscale da parte dell’utente.
Richiede Microsoft Excel 2010 o superiori.
La disciplina delle ONLUS (d.lgs. n. 460/1997) ha coinvolto circa 22.000 soggetti. Successivamente due interventi hanno modificato il quadro: l’istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) ad opera del d.lgs. 117/2017, o CTS, e il D.L. 84/2025, conv. con mod., in legge 108/2025, che ha completato la riforma fiscale del Terzo Settore con entrata in vigore dal 1° gennaio 2026.
Entro il 31 marzo 2026, le Onlus dovranno scegliere se continuare la propria attività – senza scioglimento – iscrivendosi al RUNTS e conservando il fondo patrimoniale, o se sciogliersi e rimanere fuori dal RUNTS, devolvendo il fondo incrementale secondo le regole del Codice del Terzo Settore. La continuazione dell’attività comporta la valutazione della convenienza di adottare una forma giuridica o un’altra tra quelle disciplinate dal CTS. Si tratta di una scelta discrezionale degli organi di governance che comprende anche (e probabilmente in prevalenza) la disamina dei regimi fiscali applicabili, previa analisi della commercialità/non commercialità delle attivitàe della natura dell’ente. In alternativa, le Onlus potrebbero scegliere di diventare un’impresa sociale o un ente commerciale attratto alla normativa del TUIR.
Il volume propone una guida operativa attraverso l’approfondimento puntuale:
• delle disposizioni fiscali e IVA applicabili agli enti del Terzo Settore, con tutte le novità che attendono il 2026, nonché,
• del processo di transizione al RUNTS sotto il profilo civilistico.
Particolare attenzione è dedicata all’adeguamento statutario dell’ente, alla revisione degli assetti organizzativi, contabili e di bilancio in funzione delle dimensioni, alla scelta della forma giuridica. In questo contesto, l’aggiunta dell’art. 79-bis alle disposizioni del Codice del Terzo Settore – riguardo l’esenzione condizionata dalla tassazione delle plusvalenze dei beni – costituisce un incentivo concreto al passaggio delle Onlus nel perimetro degli ETS. La norma, infatti, garantisce continuità al regime agevolato già previsto dalla legislazione specifica delle Onlus, riconoscendo la non imponibilità delle plusvalenze figurative a certe condizioni.
Francesca Moroni
è Professoressa a contratto presso l’Università degli Studi di Macerata. Nella stessa Università ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Scienze Giuridiche (Phd) ed è Assegnista di ricerca in Diritto tributario. Autrice di pubblicazioni e relatrice a convegni sui profili tributari degli enti di Terzo settore.
Monica Peta
Professoressa a contratto all’ UNICAL, Ph.D. in scienze aziendali, Cultrice di Diritto doganale all’Università degli Studi di Macerata, Dottore Commercialista e Revisore legale con incarichi in Organi di controllo, amministrativi e di vigilanza d.lgs. 231/2001. Autrice di plurime pubblicazioni e relatore di numerosi convegni in tema di Terzo
Premessa
Introduzione
Parte I - Le Onlus nel codice del Terzo settore Disamina fiscale e aspetti tributari
1 Le Onlus nell’attuale panorama normativo. Novità e incertezze
1.1 Decreto Fiscale 2025 e (mancata) autorizzazione UE. Un quadro
di sintesi sulla fiscalità degli ETS e Imprese sociali
1.1.1 Abrogazioni a partire dal 1° gennaio 2026
1.2 Onlus. Categoria tributaria prima che giuridica. La devoluzione del patrimonio
1.3 Onlus che restano iscritte all’Anagrafe sino all’abrogazione del
d.lgs. n. 460/1997. ETS transitori
1.4 Onlus già trasmigrate nel RUNTS
1.5 Enti esclusi dal RUNTS. Il caso particolare del trust Onlus
1.6 Onlus che non vogliono diventare ETS. Breve analisi del regime
fiscale del TUIR per gli enti non commerciali
1.7 Il regime forfettario ex art. 145 TUIR
1.8 Perdita della qualifica di ente non commerciale (art. 149 TUIR)
2 Onlus nel Terzo settore. Profili fiscali
2.1 ETS. Definizione e fiscalità delle attività di interesse generale
2.1.1 Codice di Terzo settore: nuova disciplina per le plusvalenze figurative (art. 79-bis)
2.2 Le attività diverse. Trattamento fiscale
2.3 Tassazione agevolata. Regimi forfettari applicabili
2.4 Profili di “specialità” normativa per le organizzazioni di volontariato (ODV) ed enti filantropici
2.5 Profili di “specialità” normativa per le associazioni di promozione sociale (APS) e società di mutuo soccorso
2.6 Regime forfettario ODV e APS
2.7 Semplificazioni contabili e in materia IVA
2.8 Passaggio dal regime forfettario a quello ordinario (e viceversa).
Rilevanza dei ricavi e dei costi sostenuti
2.9 Imposte indirette e tributi locali
2.10 IRAP. Trattamento diversificato tra regioni
2.11 Detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali effettuate da persone fisiche o giuridiche
2.12 Social Bonus. Ambito soggettivo di applicazione (anche per ETS non ancora iscritti al RUNTS al momento di assegnazione del bene)
2.13 Onlus come imprese sociali. Quadro normativo (ancora) incerto
3 Nuovo regime IVA
3.1 Premessa
3.2 Esenzioni IVA nel TUIR specifiche per le Onlus. Coordinamento con il CTS
3.3 Nuovo regime di esenzione IVA per gli ETS
3.4 Nuove disposizioni in materia di IVA per gli ENC
Parte II - Il passaggio da Onlus a ente del Terzo settore: aspetti civilistici, organizzativo-contabili e di bilancio
1 La perdita della qualifica di Onlus
1.1 Continuità senza scioglimento: come prepararsi
1.1.1 La scelta della forma giuridica
1.2 Il non profit blindato dal d.lgs. 117/2017. Aspetti generali
1.2.1 Attività di interesse generale e attività strumentali
1.2.2 Personalità giuridica e utili non distribuibili per tutti
1.3 Organizzazione di volontariato - ODV
1.3.1 Elementi strutturali e governance
1.4 Associazioni di promozione sociale - APS
1.4.1 Elementi strutturali e governance
1.5 Enti filantropici: elementi strutturali e caratteristiche
1.6 Le reti associative (cenni)
1.7 L’adeguamento dello statuto sociale: quadro generale
1.8 L'istanza al RUNTS al 31 marzo 2026 e l'iter di iscrizione
1.9 Appendice: principali disposizioni
2 Da Onlus a ente del Terzo settore: assetti contabili
2.1 L’Onlus diviene ente del Terzo settore
2.2 Approfondimento sulla natura dell’ente e la (non) commercialità delle attività
2.2.1 La scomposizione contabile
2.2.2 Guida alla nota metodologica
2.3 Un caso di studio: Mais Onlus di diritto diventa ODV
3 Obblighi di rendicontazione e disciplina fiscale: un tutt’uno
3.1 Quadro di riferimento contabile e fiscale
3.1.1 Disposizioni fiscali e adeguati assetti associativi
3.2 La dimensione dell’ente
3.2.1 La scelta del regime contabile tra “volontary” o “mandatory”
3.3 La rendicontazione contabile
3.3.1 L’Introduzione e il Glossario
3.3.2 Bilancio e rendiconto per cassa: i modelli
3.3.3 Relazione di missione: “rilevanza” e “rappresentazione veritiera e corretta”
3.3.4 Le informazioni su impegni e reinvestimento fondi
3.3.5 Le tecniche di rilevazione contabile
3.4 Il rendiconto per cassa aggregato
3.5 L’adeguamento del piano dei conti alla normativa dei bilanci ETS
3.5.1 Casi specifici: l’attività volontaristica, costi e proventi figurativi
3.6 Regime contabile e libri contabili anche fuori dai regimi speciali 193
3.7 Appendice principali disposizioni
4 Le operazioni non sinallagmatiche: l’OIC 35
4.1 Il principio contabile OIC 35
4.2 Classificazione delle transazioni non sinallagmatiche
4.2.1 Le erogazioni liberali
4.2.2 La classificazione nel “Glossario”
4.3 La regola del fair value
4.4 Alcune considerazioni sulle transazioni non sinallagmatiche
4.4.1 Casi esemplificativi
4.5 I proventi del 5 per mille
4.6 La raccolta pubblica o privata di fondi, RF
4.6.1 Il rendiconto separato
4.7 Le quote associative dei soci fondatori
4.8 La svalutazione delle immobilizzazioni materiali ed immateriali
5 Controllo e revisione dell’ente non piccolo
6 Controllo dei risultati, contabile e di adeguatezza alle norme
6.1 Forme di controllo e separazione delle responsabilità
6.2 Obbligo di nomina degli organi di controllo e RUNTS
6.2.1 Dubbi e criticità risolte dal MLPS
6.3 La responsabilità degli organi di governance
6.4 Il caso Mais ODV: la relazione del Collegio sindacale
Fonti normative e prassi citate nel testo
Principali schede di sintesi
– Classificazione delle attività commerciali nel Terzo settore
– Regime forfettario per enti piccoli
– Regime forfettario degli ETS non commerciali
– Regime fiscale agevolato per ODV e APS
Bibliografia
Aspetti civilistici, contabili e fiscali delle perdite d'esercizio con esempi di scritture contabili.
Aggiornato al DL 84/2025 convertito dalla Legge 108 del 30 luglio 2025
eBook in pdf di 89 pagine.
Nel corso della vita aziendale, il manifestarsi di perdite di esercizio è un fenomeno abbastanza frequente, soprattutto in periodi di crisi. Dal punto di vista civilistico, la disciplina – racchiusa negli artt. 2446 e 2447 per le S.p.A. e artt. 2482-bis e 2482-ter per le S.r.l. – prevede, a seconda dell’impatto della perdita d’esercizio sul capitale sociale, l’adozione di adeguati provvedimenti diretti a riportare la gestione in una posizione di stabilità. La normativa richiamata riguarda però le mere società di capitali, in quanto per quelle di persone, che non hanno un limite minimo di capitale sociale, alcune di tali disposizioni non potrebbero essere attuate. Per queste ultime si fa riferimento alla disciplina generale della partecipazione agli utili e alle perdite dei soci dettata per la società semplice.
Indipendentemente dalla modalità in cui la perdita civilistica è ripianata, quella fiscale può essere portata – per i soggetti IRES – in diminuzione dal reddito complessivo dei periodi d’imposta successivi, senza limiti di tempo, in misura non superiore all’80% del reddito imponibile di ciascun periodo d’imposta e per l’intero importo che trova capienza in tale ammontare.
Se la perdita è rilevata nei primi tre periodi d’imposta può essere riportata in misura del 100% del reddito imponibile.
Grazie all’intervento del Legislatore della Legge di bilancio 2019, tali regole valgono, a partire dal periodo d’imposta 2021 “solare”, anche per i soggetti IRPEF in regime di impresa e per i soci di società di persone a prescindere dal regime contabile adottato.
Infine, il D.Lgs n. 192/2024, introdotto dal legislatore con l'obiettivo di contrastare l’elusione fiscale e di garantire una “certezza normativa”, ritocca e, in alcuni casi, introduce norme in tema di circolazione delle perdite.
Introduzione
Aspetti civilistici e contabili
1.1 Patrimonio netto, capitale sociale e risultato dell’esercizio
1.2 La disciplina civilistica delle perdite
1.2.1 Le perdite delle società di capitali
1.2.1.1 Perdita inferiore ad 1/3 del capitale sociale
1.2.1.1.1 Esempio
1.2.1.2 Perdita superiore ad 1/3 del capitale sociale
1.2.1.2.1 Esempio
1.2.1.3 Perdita superiore ad 1/3 del capitale sociale con riduzione al di sotto del minimo legale
1.2.1.3.1 Esempio
1.2.1.4 Schema riepilogativo
1.2.2 Il riporto a “nuovo” delle perdite
1.2.2.1 Esempio con scritture contabili
1.2.3 La copertura delle perdite
1.2.3.1 Utilizzo delle riserve disponibili
1.2.3.1.1 Schema riepilogativo
1.2.3.1.2 Esempio con scritture contabili
1.2.3.2 Copertura da parte dei soci
1.2.3.2.1 Esempio con scritture contabili
1.2.4 La riduzione del capitale sociale
1.2.4.1 Esempio con scritture contabili
1.2.5 Normativa COVID-19: la “sterilizzazione” delle perdite d’esercizio
1.2.5.1 Schema riepilogativo
1.2.5.2 Proroga bilanci 2021 e 2022
1.2.5.3 Disciplina ordinaria per i bilanci 2023
1.3 Partecipazioni agli utili e alle perdite società di persone
Aspetti fiscali
2.1 La disciplina fiscale delle perdite
2.1.1 I soggetti IRES
2.1.1.1 Riporto della perdita nei primi tre periodi d’imposta
2.1.1.2 Riporto della perdita nei periodi successivi al terzo
2.1.1.3 Il riporto delle perdite: schema riepilogativo
2.1.1.4 Assenza ordine di priorità del riporto
2.1.1.4.1 Assenza ordine di priorità del riporto: esempio
2.1.1.5 Le perdite d’impresa nel modello Redditi SC 2025
2.1.1.5.1 Le perdite d’impresa nel modello Redditi SC 2025 esempio
2.1.1.6 Divieto di riporto delle perdite
2.1.1.6.1 Disciplina ante D.Lgs n. 192/2024
2.1.1.6.2 Disciplina post D.Lgs n. 192/2024
2.1.1.6.3 Confronto tra le due normative
2.1.1.7 Cessione delle perdite fiscali a società quotate
2.1.1.8 Perdite derivanti dalla partecipazione in società di persone
2.1.1.9 Utilizzo delle perdite in sede di accertamento
2.1.1.9.1 Il modello IPEA
2.1.1.9.2 Utilizzo delle perdite in sede di accertamento: esempio
2.1.1.10 Il riporto delle perdite per le società di comodo
2.1.1.11 Il riporto delle perdite in ipotesi di operazioni straordinarie
2.1.1.11.1 La fusione ante D.Lgs n. 192/2024
2.1.1.11.2 La fusione post D.Lgs n. 192/2024
2.1.1.11.3 La scissione
2.1.1.11.4 Il conferimento
2.1.1.11.5 La trasformazione
2.1.1.11.6 La liquidazione della società
2.1.1.11.7 Il riporto delle perdite fiscali infragruppo
2.1.1.12 Le imposte anticipate
2.1.2 I soggetti IRPEF
2.1.2.1 Soggetti esercenti arti e professioni
2.1.2.2 Soggetti in regime d’impresa
2.1.2.2.1 Esempio
2.1.2.3 Tabella riepilogativa
2.1.2.4 Applicabilità delle norme e regime transitorio
2.1.2.5 Soggetti in regime di vantaggio
2.1.2.6 Soggetti in regime forfetario
2.1.2.7 Le perdite d’impresa nel modello Redditi PF 2025
2.1.2.8 Le perdite fiscali delle società di persone
2.1.2.8.1 Le perdite fiscali nella S.A.S
2.1.2.8.1.1 Le perdite fiscali nella S.A.S: esempio
2.1.2.9 Partecipazioni in società di capitali in regime di trasparenza fiscale
2.1.2.10 Perdite società di persone “di comodo”
2.1.2.11 Divieto riporto perdite
