Inserisci l'e-mail con la quale ti sei registrato su FISCOeTASSE.com
Entra con le tue credenziali BusinessCenter o SiteCenter. Password dimenticata?
Il testo vuole essere un manuale di riferimento per tutti coloro che operano nel settore del non profit e del mondo cooperativo che si trovano nella necessità di comprendere il nuovo quadro giuridico di riferimento e delle opportunità di finanziamento per associazioni, fondazioni, altri soggetti ed imprese cooperative.
La prima parte del testo definisce tutte le forma giuridiche nelle quali una attività no profit può organizzarsi secondo quanto previsto dal Codice Civile e da leggi speciali, nonché secondo il nuovo Codice del Terzo Settore.
La seconda parte fornisce un quadro aggiornato sulla programmazione europea passando in rassegna tutti i programmi UE che possono essere accessibili ad enti non profit.
La terza parte invece, partendo dalle agevolazioni specifiche per gli Enti del Terzo Settore, offre una panoramica sugli strumenti finanziari pubblici, suddivisi per settore di competenza (cultura, sociale, sport, etc.) e privati nazionali dedicati agli enti non profit e del terzo settore.
Il tutto completato da riferimenti normativi e sitografia.
PREMESSA
CAPITOLO 1 - IL PANORAMA DEGLI ENTI NON PROFIT IN ITALIA
1.1. Introduzione
1.2. Logica economica del non profit. Il terzo settore
1.3. Imprenditorialità del non profit
1.3.1 Assetto aziendale del non profit
1.3.2 Impresa sociale
1.3.3 Le start up
1.4. L’associazionismo non profit
1.4.1 Il volontariato
1.4.2 Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus)
1.4.3 Le cooperative sociali
1.4.4 Le fondazioni
1.4.5 Le Società operaie di mutuo soccorso
1.4.6 Le organizzazioni non governative (ONG)
1.5. Le organizzazioni profit
1.5.1 Le cooperative
CAPITOLO 2 - LA RIFORMA DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE
2.1 La legge delega
2.2 L’attuazione della delega
2.3 Gli Enti del Terzo Settore (ETS)
2.4 Il regime transitorio
2.5. La personalità giuridica degli Enti del Terzo Settore
2.6 Le agevolazioni per gli Enti del Terzo Settore e le norme comunitarie
2.7 Agevolazioni fiscali ed aiuti de minimis
2.8 Obblighi di pubblicità e trasparenza
CAPITOLO 3 – I FINANZIAMENTI DIRETTI EUROPEI PER IL NON PROFIT
3.1 Commissione Europea e innovazione sociale
3.2 I principali finanziamento diretti UE per il no profit
3.3 Ricerca e innovazione
3.3.1 Horizon 2020
3.4 Ambiente e azione per il clima
3.4.1 LIFE
3.5 Sviluppo e cooperazione internazionale
3.6 Gli Strumenti di Finanziamento
3.6.1 Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR)
3.6.2 Strumento che contribuisce alla stabilità e alla pace (IcSP)
3.6.3 Strumento di partenariato (PI)
3.6.4 Strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (INSC)
3.6.5 Development Cooperation Instrument (DCI)
3.6.6 Programma Pan-Africano
3.6.7 Fondo europeo di sviluppo (FES)
3.6.8 Strumento per l’assistenza alla preadesione
3.6.9 Politica europea di vicinato (ENP)
3.6.10 Strumento per la Groenlandia
3.7 Agenzia esecutiva per i consumatori, la salute, l’agricoltura e l’alimentazione (Chafea)
3.7.1 Programma per la salute dell’UE
3.7.2 Una migliore formazione per un’iniziativa alimentare più sicura (BTSF)
3.7.3 Programma di promozione dei prodotti agricoli
3.8 DG Giustizia e consumatori
3.8.1 Programma Giustizia.
3.8.2 Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza.
3.8.3 Programma per i consumatori
3.9 Migrazione e affari interni
3.9.1 Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF)
3.9.2 Fondo sicurezza interna
3.9.3 Programma Europa per i cittadini
3.10 Occupazione, affari sociali e inclusione
3.10.1 Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI)
3.10.2 Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)
3.10.3 Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD)
3.11 Istruzione, cultura, gioventù, lingue e sport.
3.11.1 Europa Creativa.
3.11.2 Erasmus+..
CAPITOLO 4 – LA SCRITTURA DEL PROGETTO EUROPEO.
4.1 L’idea progettuale.
4.2 I principi base. 122
4.3 Il partenariato europeo. 123
4.4 La ricerca dei partner. 123
CAPITOLO 5 – FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI PER L’INNOVAZIONE SOCIALE
5.1 Gli obiettivi sociali di Europa 2020.. 126
5.2 I fondi di investimento collettivo per l’imprenditoria sociale (EuSEF) 128
5.3 La politica di coesione. 130
5.4 I fondi strutturali e di investimento. 131
5.4.1 Fondo Sociale Europeo (FSE) 132
5.4.2 Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 133
CAPITOLO 6 – COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA. 136
6.1 Programmi di Cooperazione Territoriale Europea. 136
6.2 Programmi di cooperazione transfrontaliera (Italia) 137
6.2.1 Italia-Francia Marittimo. 137
6.2.2 Italia-Francia Alcotra. 139
6.2.3 Italia-Svizzera. 140
6.2.4 Italia-Austria. 143
6.2.5 Italia-Slovenia. 144
6.2.6 Italia-Croazia. 147
6.2.7 Grecia-Italia. 148
6.2.8 Italia-Malta. 150
6.3 Programmi di cooperazione transfrontaliera esterna. 151
6.3.1 Italia-Albania-Montenegro. 152
6.3.2 Italia-Tunisia. 153
6.3.3 Mediterranean Sea Basin. 155
6.4 Programmi di cooperazione transnazionale. 157
6.4.1 Adriatic-Ionian (Adrion) 157
6.4.2 Interreg MED.. 159
6.4.3 Interreg CENTRAL EUROPE. 162
6.4.4 Interreg Alpine Space. 164
6.5 Programmi di cooperazione interregionale. 166
6.5.1 Interreg Europe. 166
6.5.2 URABACT III 167
6.5.3 ESPON.. 168
6.5.4 INTERACT III 170
CAPITOLO 7 PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI 173
7.1 I PON (Programmi Operativi Nazionali) 173
7.1.1 PON per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento. 174
7.1.2 PON Sistemi di Politiche attive per l’occupazione. 175
7.1.3 PON Inclusione. 178
7.1.4 PON Città Metropolitane. 180
7.1.5 PON Governance e Capacità Istituzionale. 182
7.1.6 PON Iniziativa Occupazione Giovani 184
7.1.7 PON Ricerca e Innovazione. 185
7.1.8 PON Imprese e Competitività. 187
7.1.9 PON Infrastrutture e reti 190
7.1.10 PON Cultura. 192
7.1.11 PON Legalità. 194
CAPITOLO 8 – FINANZIAMENTI ED AGEVOLAZIONI NAZIONALI 199
8.1 Agevolazioni per gli Enti del Terzo Settore (ETS) 199
8.1.1 Finanziamenti agevolati per progetti di rilevante impatto sociale ed occupazionale (Fondazione Italia Sociale) 199
8.1.2 Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore a livello nazionale. 201
8.1.3 Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore a livello locale. 202
8.1.4 Contributi per l'acquisto da parte di organizzazioni di volontariato di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali 203
8.1.5 Credito d’imposta per le donazioni ad Enti del Terzo Settore (Social Bonus) 204
8.1.6 Detrazione d’imposta per liberalità e contributi associativi ad Enti del Terzo Settore. 205
8.1.7 Accesso al credito agevolato. 207
8.1.8 Titoli di solidarietà. 207
8.1.9 Social lending (peer to peer lending) 209
8.1.10 Il nuovo 5 per mille (in vigore dal 19 luglio 2017) 210
8.1.11 Incentivi fiscali a favore di investitori nel capitale di imprese sociali 212
8.1.12 Fondi per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali 213
8.2 I finanziamenti del Ministero Beni Attività Culturali e Turismo (MIBACT) 214
8.2.1 Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) Contributi per lo spettacolo dal vivo. 214
8.2.2 Agevolazioni per il settore cinematografico. 215
8.2.3 Biblioteche ed istituti culturali 217
8.2.4 Progetti di ricerca scientifica inerenti archivi culturali 217
8.2.5 Credito d’imposta a sostegno degli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sui giornali e sulle emittenti radio-televisive a diffusione locale. 218
8.2.6 Progetto Salvaguardia del patrimonio musicale tradizionale a carattere triennale. 219
8.2.7 Fondo nazionale rievocazioni storiche. 220
8.2.8 MigrArtiCinema. 220
8.2.9 MigrArti Spettacolo.
8.2.10 Realizzazione dei centri di produzione artistica, musica, danza e teatro contemporanei
8.2.11 Progetti di sviluppo culturale e sociale delle periferie urbane.
8.2.12 Sostegno di iniziative e manifestazioni turistiche di enti morali, organizzazioni cooperative nazionali, enti senza scopo di lucro
8.2.13 5 per mille alla cultura.
8.2.14 Promozione della musica jazz.
8.2.15 Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura.
8.2.16 Art bonus, credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura.
8.2.17 Tax credit creatività.
8.3 Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE)
8.3.1 Agevolazioni alla diffusione dell'economia sociale.
8.3.2 Fondo di Garanzia per cooperative ed imprese sociali
8.3.3 I fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione.
8.3.4 Smart & Start Italia - Contributi ed agevolazioni per Start-up Innovative a Vocazione Sociale (SIAVS)
8.3.5 Cooperative-Nuova Marcora.
8.3.6 Nuove imprese a tasso zero.
8.3.7 Cultura Crea.
8.4 Altri soggetti pubblici finanziatori del no profit.
8.4.1 Contributi per il finanziamento di progetti presentati dalle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile.
8.4.2 Fondo speciale per contributi in conto interessi sui finanziamenti all’impiantistica sportiva.
8.4.3 Fondo di Garanzia per l’impiantistica sportiva.
8.4.4 Credito d’imposta impiantistica sportiva.
8.4.5 Progetti prevenzionali Inail per la sicurezza.
8.5 I finanziamenti delle fondazioni private.
8.5.1 Fondazione con i bambini
8.5.2 Le fondazioni bancarie.
8.5.3 Le banche ed il non profit.
La Legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145) ha introdotto un nuovo incentivo alla crescita delle imprese, battezzato dai primi commentatori mini IRES, per il particolare meccanismo di applicazione che non agisce in riduzione della base imponibile ma in riduzione dellaliquota di imposta.
L'agevolazione, che va idealmente a sostituire lACE e il superammortamento, consente lapplicazione di unaliquota IRES (ma anche IRPEF) ridotta di 9 punti percentuali sul reddito agevolato, determinato avuto riguardo ai seguenti fattori: utili accantonati a riserva disponibile; incremento degli investimenti in beni materiali strumentali; incremento dell'occupazione. La platea di soggetti interessati dal nuovo incentivo è molto ampia abbracciando non solo i soggetti IRES, compresi gli enti non commerciali e quelli che hanno optato per il consolidato e la trasparenza fiscale, ma anche gli esercenti attività d'impresa soggetti IRPEF.
La determinazione del reddito agevolato prevista dalla norma presenta diversi profili di criticità e complessità operativa che vanno attentamente esaminati.
Il volume illustra i tratti caratterizzanti l'agevolazione con un taglio operativo, proponendo un modello applicativo dellagevolazione step by step, al fine di chiarire tutti i passaggi indispensabili per addivenire a un corretto calcolo del beneficio. Al fine di guidare il lettore nei meandri dell'agevolazione, la descrizione della misura agevolativa è anche arricchita da una simulazione di calcolo dellincentivo che andrà dalla verifica dei presupposti per fruire della mini IRES fino alla determinazione del reddito agevolato assoggettabile allaliquota ridotta.
VALERIA RUSSO Dottore commercialista e revisore legale, senior manager Kpmg. Dottore di ricerca in Diritto tributario delle società. Ha maturato una lunga esperienza come funzionario dellAgenzia delle Entrate e del Dipartimento delle Finanze. Ha pubblicato libri di approfondimento in materia tributaria, nonché numerosi articoli per le riviste di settore e la stampa specializzata. Svolge, altresì, attività di relatore/docente in corsi e convegni organizzati da associazioni professionali e società di formazione.
INDICE
- Soggetti ammessi ed esclusi
- Cumulabilità con altre agevolazioni
- Meccanismo dell’agevolazione
- Gli utili accantonati a riserve “disponibili”
- Gli utili reinvestiti
- Il riporto in avanti delle eccedenze
- Il meccanismo agevolativo per i soggetti in consolidato fiscale e trasparenza fiscale
- L’applicazione ai soggetti IRPEF
- Valutazioni di convenienza
Cosa cambia dopo la riforma del fondo centrale di garanzia.
La riforma introduce importanti novità all’utilizzo del Fondo, tra le principali un modello di rating per selezionare i soggetti beneficiari della garanzia in sostituzione dell’attuale criterio del credit scoring.
Il modello di rating darà l’opportunità a banche e intermediari finanziari di acquisire automaticamente i dati contabili e fiscali dei soggetti beneficiari (PMI), mediante collegamenti telematici con banche dati pubbliche e con l’Agenzia delle entrate.
Il Fondo Centrale di Garanzia è ormai universalmente riconosciuto sia dal Sistema bancario che da quello imprenditoriale come lo strumento di politica industriale più importante del paese. La considerevole leva finanziaria che sviluppa nelle sue diverse forme di garanzia (diretta, controgaranzia, riassicurazione e di portafoglio) ha convinto gli ultimi governi a rafforzare la dotazione finanziaria che di anno in anno ha accumulato cifre importanti che, almeno finora, sono state intaccate solo marginalmente dai crediti che via via si sono andati deteriorando.
La preoccupazione del Governo ed in particolare dei Ministeri: dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Economia e Finanze che firmano insieme tutta la normativa secondaria, è stata quella di cercare di “razionalizzare” il sistema degli accantonamenti per cercare di aumentare se possibile la leva, ma soprattutto per allineare l’utilizzo dei fondi accantonati al profilo di rischio del portafoglio garantito.
Per questo motivo la pietra di volta della Riforma del Fondo è il Rating. Il Ministero, per effettuare i giusti accantonamenti, si è dotato di un sistema di rating molto simile a quello delle banche.
In questo testo gli autori Antonio Cusimano e Alfonso Rizzo hanno analizzato in particolare il modello che regola l’assegnazione del punteggio in 5 fasce, di cui 4 garantibili e una esclusa, misurando con un range di PD (Probability Default) le aree, definendole di sicurezza, di solvibilità, di vulnerabilità, di pericolosità e di rischiosità, escludendo dalla possibilità di garanzia solo quest’ultima fascia.
I rating hanno una PD che va da un minimo dello 0,12% ad un massimo del 9,43% di tasso di default, ricomprendendo un panorama imprenditoriale vicino al totale delle imprese oggi operanti sul territorio nazionale.
In effetti la scelta del nostro Ministero è stata quella di poter favorire al massimo la garantibilità delle imprese con percentuali che varieranno a seconda della classe di rischio: maggiore sarà il rischio che viene calcolato dal modello, maggiore sarà la percentuale di garanzia assegnata alla Banca che finanzia l’imprenditore.
Le migliori aziende, ad esempio, saranno garantite solo per operazioni di medio/lungo termine e per un 30% del rischio, mentre le imprese più rischiose manterranno sempre l’80% di garanzia.
Sul tema della percentuale di garanzia sarà importantissima la possibilità delle Regione e di Enti finanziari e non che possono portare tutte le fasce alla garanzia massima concedibile, sia nella forma diretta che in quella di controgaranzia e riassicurazione attraverso l’istituto del “fund raising”.
Si è poi cercato di mantenere la tutela per alcuni settori, per investimenti particolari come la Sabatini e tipologie di imprese come ad esempio le Startup Innovative o le imprese femminili che oltre ad avere l’80% di garanzia avranno un percorso semplificato per l’ammissione e non pagheranno commissioni.
Gli stessi criteri e semplificazioni spettano anche ad esempio a tutti quei piccoli imprenditori che difficilmente riescono ad accedere al credito bancario, attraverso il Microcredito.
In questo caso, come per l’imprenditoria femminile, il Microcredito viene concesso anche attraverso l’emissione di un voucher che l’imprenditore può ottenere direttamente inserendo alcune semplici informazioni all’interno del portale del Fondo Centrale di Garanzia e poi presentarsi direttamente in Banca con il Certificato di Garanzia valido per un periodo entro il quale la Banca deve comunicare la sua disponibilità a finanziare il Beneficiario, attraverso la conferma sul portale.
Insomma la nuova riforma oltre che a garantire un migliore utilizzo dei fondi stanziati, consentirà una più attenta gestione delle garanzie concesse, con la speranza che il sistema bancario possa continuare a sostenere la ripresa attraverso il finanziamento a quella parte delle imprese che nel periodo di crisi hanno sofferto ma, godendo ancora dell’attenzione dei mercati, possono uscire dalla crisi e riprendere a creare ricchezza per loro stessi e per le loro maestranze.
La riforma, tra le altre, cose ha confermato per il sistema bancario la possibilità di utilizzare il moderno strumento delle “Tranched Cover”, più agile e veloce, considerato il fatto che la garanzia viene concessa a priori alla Banca, su un portafoglio target segmentato per fasce di rischio in maniera equilibrata. Sarà poi la Banca a garantire che il target alla fine sia rispettato. Il Fondo garantirà il portafoglio con una copertura cosiddetta “cappata” che tiene conto, come previsto dalle normative di vigilanza della BCE, del rischio assunto dalla banca per le prime perdite, Il rischio viene calcolato o sulla base di un sistema di rating interno (per le Banche cosiddette IRB), o attraverso la certificazione delle agenzie ECAI (per le Banche ancora Standard e quindi non certificate da BCE).
Tra l’altro la riforma ha previsto la possibilità per le Banche di presentarsi come “Multi Originator”, consentendo così di creare “pool” di Banche Piccole o utilizzare le Banche IRB come Capofila di banche Standard e creare in questo modo un ulteriore forma di Risk sharing.
In conclusione voglio solo ricordare che il rating è già in corso di test da parte del Sistema bancario che lo utilizza per garantire i finanziamenti concessi ai sensi della cosiddetta Nuova Legge Sabatini, con risultati che sono in corso di verifica e che ci auguriamo confermino la bontà delle scelte del Governo.
Prefazione
1. La Riforma del Fondo di Garanzia
1.1 Fonte Normativa
1.2 Principali elementi della Riforma
1.3 Le caratteristiche dei soggetti beneficiari
1.4 La tipologia delle garanzie
2. Il nuovo modello di rating
2.1 Il nuovo modello di rating
2.2 Classificazione dei soggetti beneficiari
2.3 Forma giuridica tipologia
2.3.1 Società di capitali
2.3.2 Ditta Individuale
2.3.3 Altre forme giuridiche
2.4 Settore di attività economica
2.4.1 Settore Industria
2.4.2 Settore Commercio
2.4.3 Settore Servizi
2.4.4 Settore Immobiliare 68 Attività Immobiliari
2.4.5 Settore Edilizia
3. Modulo economico-finanziario
3.1 Aspetti generali del modulo
3.2 M.1.A Società di capitali - Settore industria
3.3 M.1.B Società di capitali - Settore commercio
3.4 M.1.C Società di capitali - Settore servizi
3.5 M.1.D Società di capitali - Settore immobiliare
3.6 M.1.E Società di capitali - Settore edilizia
3.7 Esempio Calcolo Valore (EF) Società di Capitali con Fatturato Inferiore a € 500.000
3.8 Esempio Calcolo Valore (EF) Società di Capitali con Fatturato Superiore a € 500.000
3.9 M.1.F Società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria - Settore industria
3.10 M.1.G Società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria - Settore commercio
3.11 M.1.H Società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria - Settore servizi
3.12 M.1.I Società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria - Settore immobiliare
3.13 M.1.J Società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria - Settore edilizia
3.14 Esempio Calcolo Valore (EF) Società di Persone e Ditte Individuali in Contabilità Ordinaria con Fatturato Inferiore a € 500.000
3.15 Esempio Calcolo Valore (EF) Società di Persone e Ditte Individuali in Contabilità Ordinaria con Fatturato Superiore a € 500.000
3.16 M.1.K Società di persone e ditte individuali in contabilità semplificata - Settore industria
3.17 M.1.L Società di persone e ditte individuali in contabilità semplificata - Settore commercio
3.18 M.1.M Società di persone e ditte individuali in contabilità semplificata - Settore servizi
3.19 M.1.N Società di persone e ditte individuali in contabilità semplificata - Settore immobiliare
3.20 M.1.O Società di persone e ditte individuali in contabilità semplificata – Settore edilizia
3.21 Esempio Calcolo Valore (EF) Società di Persone e Ditte Individuali in Contabilità Semplificata
4. Modulo Andamentale
4.1 Aspetti generali
4.2 Credit Bureau Crif
4.3 Credit Bureau Cerved
4.4 Centrale dei rischi
4.5 M.2.A Società di capitali – Credit Bureau
4.6 M.2.B Società di capitali – Centrale dei rischi
4.7 M.2.C Società di persone – Credit Bureau
4.8 M.2.D Società di persone – Centrale dei rischi
4.9 M.2.E Ditte individuali – Credit Bureau
4.10 M.2.F Ditte individuali – Centrale dei rischi
5. Integrazione tra i moduli e valutazione complessiva
5.1 Aspetti generali
5.2 Matrice di integrazione società di capitali
5.3 Matrice di integrazione società di persone e ditte individuali
6. Pregiudizievoli
6.1 Pregiudizievoli
7. Ammissibilità all’intervento del Fondo di Garanzia
7.1 Ammissibilità all’intervento del Fondo
8. Le nuove coperture del Fondo Centrale di Garanzia
8.1 Aspetti generali
8.2 Le nuove coperture della Garanzia Diretta
8.3 Le nuove coperture della Riassicurazione
8.4 Tipologie di operazioni finanziarie