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Disciplina amministrativa e fiscale della nautica da diporto.
Aggiornato con norme, sentenze e circolari emanati al 19.05.2025
Edizione 2025 - eBook in pdf di 305 pagine.
Secondo i più recenti dati di Confindustria nautica, il settore della nautica da diporto continua a mostrare solidità e resilienza. Si registrano dati di tutto rispetto che evidenziano una continua crescita del fatturato del comparto industriale trainato, in particolare, dalle esportazioni della produzione cantieristica nautica.
Insomma la nautica tricolore ha evidentemente una forte propensione ai mercati esteri: con un tasso di esportazione pari al 90%, la produzione italiana di nuove unità da diporto conferma il proprio primato mondiale nei superyacht – con oltre la metà degli ordini globali – nonché nei segmenti delle grandi unità pneumatiche, della componentistica e degli accessori. In linea con tale sviluppo economico sono apparse anche i numerosi interventi normativi che, negli ultimi anni, hanno interessato il comparto.
Di conseguenza, è sorta la necessità di affrontare una attenta analisi delle norme di natura tecnico-amministrativa introdotte in tema di immatricolazione, registrazione e utilizzo delle imbarcazioni da diporto che mediante l’introduzione del Sistema telematico centrale della nautica da diporto (SISTE), prevedono ora forme unificate e semplificate di carattere informatico-telematico in grado di garantirne l’immediata fruibilità ai fini dei controlli, maggiore sicurezza, facilità di implementazione e, non ultimo, un ulteriore slancio al settore della nautica proprio in un momento in cui lo stesso si avvia verso la strada della ripresa.
Passando ai profili di natura tributaria, abbiamo sviluppato una attenta disamina della disciplina applicabile ai fini della imposizione diretta, dell’Iva, dell’Imposta di Registro, in relazione all’acquisizione, alla gestione e manutenzione delle unità da diporto, con particolare attenzione a tutti quei profili di eminente interesse fiscale concernenti la locazione e il noleggio delle imbarcazioni, il Leasing nautico, l’acquisto di imbarcazioni nuove o usate, la compravendita in ambito comunitario ed extra-UE, la fornitura di servizi necessari al funzionamento delle stesse unità, la fornitura ed utilizzo dei beni accessori, le Accise sul rifornimento di prodotti petroliferi (cd. bunkeraggio), il vettovagliamento, i contratti di ormeggio, la disciplina del c.d. “posto barca”, ivi compresa l’applicazione della tassa sui rifiuti e l’applicazione dell’IMU sugli “specchi d’acqua”.
Ampio spazio è dedicato alle diverse e numerose posizioni di prassi assunte dall’Agenzia delle entrate e dirette a disciplinare le modalità di applicazione del regime di non imponibilità Iva della cessione, locazione e noleggio di unità da diporto mediante il cd. “criterio di effettività” e la nuova dichiarazione d’alto mare.
Assume importanza anche la disamina della disciplina del cd. Bonus sud (ora, ZES Unica) per investimenti nelle aree assistite mediante l’acquisizione e la messa a noleggio/locazione di unità da diporto che è stata potenziata in termini economici e prorogata fino a fine 2025, in relazione alla quale vi sono state rese importanti diposizioni, adottate peraltro proprio a seguito di talune sollecitazioni avanzate dagli stessi autori del presente lavoro, sia da parte dell’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), che dell’Agenzia delle entrate, che hanno contribuito a chiarire la corretta classificazione in bilancio delle unità da diporto acquisite a tali fini e l’esatta portata del concetto di “struttura produttiva”.
Specifici approfondimenti sono, infine, dedicati alle importanti questioni fiscali connesse all’utilizzo del cd. “Redditometro” e del “Monitoraggio fiscale” e al loro impatto rispetto al fenomeno in esame, nonché alla disciplina normativa di contrasto degli illeciti perpetrati nel comparto (Società di comodo, assegnazione gratuita delle imbarcazioni in godimento ai soci, abuso del diritto in relazione al Leasing nautico, utilizzo di unità da diporto per finalità diverse dall’abilitazione e trasporto di passeggeri in caso di noleggio/locazione di imbarcazione).
Il volume si chiude con gli aspetti critici e di rilievo sanzionatorio maggiormente diffusi.
Sintesi
1. L’evoluzione normativa del Codice della Nautica da diporto
1.1. La riforma del Codice della nautica: il D.lgs. n. 229/2017 e il D.lgs. n. 160/2020
1.2. Gli obblighi amministrativi generali in tema di registrazione, immatricolazione e utilizzo di unità per la navigazione da diporto
1.2.1. Il Sistema Centrale della Nautica da Diporto (SISTE)
1.2.2. L’Archivio nazionale dei prodotti delle unità da diporto
1.2.3. Natanti da diporto e moto d’acqua: distinzioni e nuove prescrizioni di utilizzo, locazione e noleggio (la marcatura CE)
1.2.4. Immatricolazione delle unità da diporto acquisite in Leasing (locazione finanziaria)
1.2.5. Iscrizione nel registro internazionale delle navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche
1.2.6. Utilizzo delle unità da diporto per fini commerciali (per la somministrazione itinerante di cibo e bevande e per il commercio al dettaglio - c.d. “commercial yacht”)
1.2.7. L’iscrizione provvisoria delle navi e delle imbarcazioni da diporto
1.2.8. Vendita all’estero dell’imbarcazione e iscrizione di una imbarcazione straniera
1.2.9. Le “unità da diporto a controllo remoto” (cc.dd. “droni”)
1.2.10. L’Anagrafe nazionale delle patenti nautiche e le altre novità in tema di patente nautica
1.2.11. L’obbligo della patente nautica per il noleggio occasionale
1.3. Nuove figure e strutture della nautica da diporto
1.3.1. Istruttori professionali di vela
1.3.2. Scuole nautiche
1.3.3. Centri di istruzione per la nautica
1.3.4. La giornata del mare e della cultura marina
1.4. Le misure a tutela della disabilità e la “Nautica sociale”
2. Mezzi, dotazioni, provviste, spazi e requisiti per la navigazione da diporto
2.1. I mezzi per la navigazione da diporto. Tipologie e caratteristiche generali
2.2. Dotazioni di bordo e di sicurezza
2.3. Provviste di bordo
2.4. I cc.dd. “documenti di bordo”: licenza di navigazione (anche provvisoria), certificato di sicurezza e dichiarazione di potenza
2.5. I requisiti tecnici per le navi adibite alla navigazione interna
2.6. Gli spazi portuali per la nautica da diporto (…il c.d. “posto barca”)
2.7. Accosti in transito, campi di ormeggio, ricovero a secco
2.8. Le concessioni demaniali marittime: aspetti di interesse e profili di criticità
2.8.1. Le aree demaniali per la nautica da diporto. Il regime di concessione ai privati
2.8.2. Concessioni demaniali marittime e obbligo di evidenza pubblica
2.8.3. La proroga delle concessioni demaniali marittime
3. Il contratto di ormeggio, il posto barca, i pontili galleggianti e gli specchi d’acqua
3.1. Il contratto di ormeggio
3.2. Il rapporto di sub-concessione del posto barca
3.3. Il regime fiscale del concessionario demaniale marittimo
3.4. Profili fiscali della cessione della proprietà superficiaria di un porto turistico
3.5. La locazione/affitto del posto barca e rilevanza ai fini fiscali
3.6. (Segue…) la locazione degli ormeggi
3.7. La categoria catastale del “posto barca”
3.8. Il godimento del posto barca attraverso l’assegnazione di titoli azionari da parte della società concessionaria di gestione del porto
3.9. La disciplina edilizia per la realizzazione di “pontili galleggianti”
3.10. La tassa sui rifiuti sui “posti barca”: il problema del soggetto passivo
3.11. Tassazione ai fini IMU degli “specchi d’acqua”
4. Locazione, Leasing e noleggio di unità da diporto
4.1. La locazione, il Leasing e il noleggio: dal Codice della navigazione a quello della nautica da diporto
4.2. Le varie tipologie contrattuali “da diporto”
4.2.1. La locazione commerciale
4.2.2. Il contratto di noleggio (…la nuova formula “a cabina”)
4.2.3. La locazione finanziaria
4.3. L’estensione del regime di non imponibilità dell’art. 8-bis del D.P.R. n. 633/1972 anche alle cessioni, locazioni e noleggi di unità da diporto direttamente utilizzate in “attività economiche”
4.4. Determinazione del presupposto territoriale per l’applicazione dell’Iva sui canoni di locazione/noleggio in rapporto all’utilizzo dell’imbarcazione da diporto (anche) al di fuori dell’Unione europea
4.4.1. Introduzione
4.4.2. Locazione e noleggio “a breve termine”
4.4.3. Il previgente criterio forfetario di applicazione dell’Iva
4.4.4. Il nuovo “criterio di effettività”
4.4.4.1. Provvedimento prot. n. 234483/2020 del 15 giugno 2020
4.4.4.2. Risoluzione n. 47/E del 17 agosto 2020
4.4.4.4. Provvedimento prot. n. 341339/2020 del 29 ottobre 2020
4.4.5. Le modifiche della legge di bilancio 2021, n. 178/2020
4.4.5.1. Art. 1, commi 708 e 709
4.4.5.2. Il nuovo regime auto-dichiarativo
4.4.5.3. Risoluzione n. 54 del 6 agosto 2021
4.4.5.4. Provvedimento n. 352534 del 9 dicembre 2021
4.4.6. Criticità sollevate da ASSONIME
4.5. Il noleggio occasionale di unità da diporto
4.6. Il noleggio e la locazione di natanti da diporto: le nuove regole introdotte dal 2022
4.6.1. Cenni introduttivi
4.6.2. I nuovi adempimenti introdotti dal D.M. 1° settembre 2021
5. L’Imposta sul valore aggiunto nella nautica da diporto
5.1. Introduzione
5.2. Detraibilità dell’Iva sugli acquisiti di imbarcazioni da diporto strumentali
5.3. Compravendita di imbarcazioni da diporto in ambito Ue ed Extra-UE
5.3.1. La forma della compravendita
5.3.2. Cessioni tra soggetti nazionali
5.3.3. Compravendita in ambito comunitario
5.3.4. Acquisto di mezzi di trasporto nuovi e usati
5.3.4.1. Iva su unità “nuove”
5.3.4.2. Iva sul margine per unità “usate”
5.3.4.3. Tabella riepilogativa
5.3.5. Regime di franchigia transfrontaliero da gennaio 2025
5.3.6. Importazioni ed esportazioni
5.3.6.1. Premessa
5.3.6.2. Da Paesi extra-UE
5.3.6.3. Dal Regno Unito post-Brexit
5.3.6.4. Esportazioni e prova dell’uscita
5.4. Non imponibilità Iva per la “navigazione in alto mare”
5.4.1. Regime di non imponibilità
5.4.2. Chiarimenti di prassi
5.4.3. Legge di Bilancio 2021 e dichiarazione d’alto mare
5.4.4. Esenzione anche per il refitting
5.4.5. Regole telematiche
5.5. Regime Iva per vari servizi
5.5.1. Noleggio per ricerca scientifica
5.5.2. Riparazioni
5.5.3. Assistenza e soccorso
5.5.4. Bunkeraggio
5.5.5. Demolizione
5.5.6. Vigilanza antipirateria
5.5.7. Ristrutturazioni nei porti commerciali
5.5.8. Nautical design
5.5.9. Gite turistiche e mini crociere
5.5.10. Trasporto urbano via acqua
5.5.11. Pacchetti turistici da società estera
5.5.12. Albergo nautico diffuso
5.6. Adempimenti formali Iva e fatturazione
5.6.1. Obblighi generali
5.6.2. Fatturazione carburanti
5.6.3. Fatturazione provviste di bordo
6. Imposte dirette, Imposta di registro e Accise nella nautica da diporto
6.1. Introduzione
6.2. La deducibilità degli oneri e delle spese relativi a imbarcazioni da diporto
6.3. (Segue…) sulla deducibilità dei costi di sponsorizzazione in ambito nautico
6.4. La Tonnage tax
6.5. Gli accantonamenti per lavori di manutenzione delle navi
6.6. La vendita in Italia, da parte di società estera, di pacchetti turistici comprensivi dell’uso di imbarcazioni da diporto
6.7. Il trattamento fiscale del noleggio occasionale di imbarcazioni da diporto
6.8. Rilevanza fiscale dei certificati di rating delle imbarcazioni per le gare veliche
6.9. La tassazione dei redditi dei lavoratori marittimi imbarcati su navi battenti bandiera estera
6.10. L’Imposta di registro nel settore della nautica da diporto
6.10.1. Nel caso di compravendita di imbarcazioni da diporto da parte di soggetti privati
6.10.2. In relazione agli atti di cessione di unità da diporto formati in Italia
6.11. Le accise sulle operazioni di rifornimento di prodotti petroliferi a bordo (cd. bunkeraggio)
– La sentenza C-341/20 del 16 settembre 2021 della Corte di Giustizia UE sull’esenzione dalle accise dell’attività di noleggio
7. Agevolazioni e crediti di imposta
7.1. Il regime di favore (fiscale e contributivo) connesso all’iscrizione delle navi da diporto nel Registro internazionale
7.2. Credito di imposta per il personale imbarcato (art. 4, comma 1, D.l. 30 dicembre 1997, n. 457)
7.3. La compatibilità tra il credito per la salvaguardia della gente di mare e la Tonnage tax
7.4. Gli sgravi contributivi per la salvaguardia dell’occupazione della gente di mare
7.5. Il credito di imposta per gli investimenti in unità da diporto nel Mezzogiorno (ZES Unica)
7.5.1. Premessa: le caratteristiche principali dell’agevolazione
7.5.2. L’investimento iniziale finalizzato all’acquisizione di un’imbarcazione da diporto
7.5.3. L’unità da diporto quale “struttura produttiva” – Chiarimenti forniti con la Circolare n. 33/E del 2023
7.5.4. L’unità da diporto quale bene strumentale
7.5.5. Classificazione in bilancio delle imbarcazioni da diporto come macchinari, impianti e attrezzature varie – Chiarimenti Fondazione OIC
8. Aspetti critici e di rilievo sanzionatorio
8.1. Introduzione
8.2. Leasing nautico e abuso del diritto tributario
8.3. Unità di diporto di “Società di comodo”
8.4. Le norme di contrasto all’abusiva assegnazione di imbarcazioni da diporto in godimento a soci e familiari
8.5. Comunicazione unica all’Anagrafe tributaria di navi, galleggianti e unità da diporto
8.6. Possesso di imbarcazioni in territorio estero – Obblighi comunicativi in tema di “Monitoraggio fiscale”
8.7. L’applicazione del cd. “Redditometro” al settore della nautica da diporto
8.8. La conduzione delle unità da diporto: il problema dello Skipper
8.9. Violazioni e sanzioni
8.9.1. Utilizzo improprio dell’unità da diporto
8.9.2. Partecipazione a manifestazioni nautiche
8.9.3. Trasporto oneroso non autorizzato
8.9.4. Intestazione fittizia
8.9.5. Noleggio non professionale
8.9.6. Omessa dichiarazione valutaria
8.9.7. Sanzioni amministrative
8.9.8. Sanzioni penali
8.9.9. Accertamento induttivo
Data di uscita 15/05/2025
Nel momento in cui si decide di intraprendere un’iniziativa imprenditoriale o di cambiarne l’assetto, la scelta della forma societaria assume senza dubbio un’importanza notevole. Al riguardo, la società a responsabilità limitata (S.r.l.) si pone come strumento duttile conciliando un assetto societario snello, proprio delle società di persone, e lo scudo patrimoniale, proprio delle società di capitali.
Il volume, pensato in particolare per consulenti, affronta in modo sistematico e dettagliato tutti gli aspetti della tassazione delle società di capitali, con un’attenzione costante alla prassi applicativa, agli orientamenti dell’Amministrazione finanziaria e alla giurisprudenza più recente.
L’obiettivo è fornire un supporto concreto, esempi operativi e indicazioni puntuali per indirizzare le decisioni gestionali ai fini civilistici, contabili e fiscali con precisione e lungimiranza. Il libro è aggiornato alle disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207), nonché agli ultimi decreti legislativi emanati in attuazione della legge delega di riforma fiscale.
IL VOLUME INCLUDE
PRINCIPALI ARGOMENTI
VALERIA RUSSO
Dottore commercialista e revisore legale, Associate Partner presso lo Studio Associato - Consulenza legale e tributaria KPMG. Ha maturato una significativa esperienza come funzionario dell’Agenzia Entrate e del Dipartimento delle Finanze. Dottore di ricerca in Diritto tributario delle società. Autrice di libri di approfondimento e numerosi articoli per le riviste di settore e la stampa specializzata. Svolge, altresì, attività di relatore/docente in corsi e convegni organizzati da associazioni professionali e da società di formazione.
ANDREA ANTENUCCI
Dottore commercialista, Tax Manager presso lo Studio Associato – Consulenza legale e tributaria KPMG. Ha maturato una significativa esperienza nell’ambito della tassazione delle società e dei gruppi multinazionali, fiscalità finanziaria e energy, M&A e imposizione indiretta.
1 S.r.l.: i pro e i contro della scelta di questa forma giuridica
1.1 I “pro” e i “contro” della S.r.l.: tra realtà e falsi miti
1.2 La disciplina della S.r.l. nel codice civile: cenni
1.3 Gli organi sociali
1.4 Le scritture contabili obbligatorie e le conseguenze in caso di irregolare tenuta
1.5 Il bilancio di esercizio
1.6 Il diritto camerale e la vidimazione dei libri sociali
2 Le imposte dirette: IRES
2.1 La derivazione del reddito imponibile dal risultato di bilancio
2.2 Le regole di determinazione della base imponibile
2.3 Le principali variazioni in aumento e in diminuzione
2.4 La determinazione e liquidazione dell’imposta
2.5 I regimi di tassazione “aggregata”
2.6 IRES premiale per il 2025
3 Le imposte dirette: IRAP
3.1 Presupposto dell’imposta e soggetti passivi
3.2 Le regole di determinazione della base imponibile
3.3 Le deduzioni ai fini IRAP
3.4 La determinazione e liquidazione dell’imposta
3.5 Deduzione IRAP da IRES
4 Il Concordato Preventivo Biennale
4.1 Ambito soggettivo
4.2 La procedura di accesso
4.3 Le regole di determinazione del reddito e del valore della produzione netta nei concordati
4.4 La modulistica del CPB
4.5 La determinazione dell’imposta e l’opzione per l’imposta sostitutiva sul reddito eccedente
4.6 Il regime premiale in caso di adesione al CPB
4.7 Cessazione e decadenza dal CPB
5 Le imposte indirette: IVA
5.1 Inquadramento generale
5.2 I presupposti dell’IVA: soggettivo, oggettivo e territoriale
5.3 Operazioni imponibili ed esenti
5.4 La base imponibile IVA
5.5 Aliquote IVA
5.6 Il diritto alla rivalsa e il diritto alla detrazione
5.7 La gestione delle attività separate
5.8 La gestione della fatturazione e delle note di credito
5.9 La liquidazione e versamento dell’IVA
5.10 Gli adempimenti ai fini IVA
5.11 Il reverse charge, l’autofatturazione e lo split payment
5.12 La liquidazione IVA di gruppo e il gruppo IVA
6 Le altre imposte indirette
6.1 Imposta di registro
6.2 Imposte ipotecaria e catastale
6.3 Imposta di bollo
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eBook in pdf di 81 pagine.
A chi si rivolge
Contenuti principali
Prefazione
1. Imprese artigiane
1.1 Introduzione
1.2 Legge-quadro per l’artigianato
1.3 Definizione di «imprenditore artigiano»
1.4 Definizione di «impresa artigiana»
1.5 Limiti dimensionali
1.6 Albo delle imprese artigiane
1.7 Normative regionali
2. Imprese cooperative
2.1 Introduzione
2.2 Definizione di «società cooperativa»
2.3 Costituzione della società cooperativa
2.4 Ammissione di un nuovo socio
2.5 Soci lavoratori
2.6 Trattamento economico
2.7 Trattamento previdenziale
2.8 Albo delle società cooperative
3. Trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea
3.1 Introduzione
3.2 Definizione di «autoservizi pubblici non di linea»
3.2.1 Servizio taxi
3.2.1.1 Caratteristiche delle autovetture
3.2.1.2 Corrispettivo del trasporto
3.2.2 Servizio di noleggio con conducente (NCC)
3.2.2.1 Caratteristiche delle autovetture
3.2.2.2 Corrispettivo del trasporto
3.2.2.3 Foglio di servizio
3.2.2.3.1 Introduzione
3.2.2.3.2 Foglio di servizio elettronico (FDSE)
3.2.2.3.3 Tipologie di contratti
3.2.2.3.4 Obbligo del foglio di servizio elettronico
3.2.2.3.5 Esclusioni
3.2.2.3.6 Entrata in vigore
3.3 Competenze delle Regioni
3.4 Competenze dei Comuni
3.5 Competenze dello Stato
3.6 Certificato di abilitazione professionale (CAP)
3.7 Iscrizione nel ruolo dei conducenti
3.8 Rilascio della licenza e dell’autorizzazione
3.9 Trasferimento della licenza e dell’autorizzazione
3.10 Sostituzione alla guida
3.11 Collaborazione dei familiari
3.12 Registro informatico pubblico nazionale (RENT)
3.12.1 Introduzione
3.12.2 Istituzione del RENT
3.12.3 Accesso al RENT
3.13 Sanzioni
4. Avvio dell’attività
4.1 Introduzione
4.2 Impresa individuale
4.3 Impresa familiare
4.4 Società in nome collettivo
4.5 Società in accomandita semplice
4.6 Società per azioni
4.7 Società in accomandita per azioni
4.8 Società a responsabilità limitata
4.8.1 Società a responsabilità limitata a capitale ridotto
4.8.2 Società a responsabilità limitata semplificata
4.9 Comunicazione unica
5. Imposte e tasse
5.1 Imposta sul valore aggiunto
5.1.1 Introduzione
5.1.2 Aliquote IVA
5.1.3 Ricevuta fiscale e fattura elettronica
5.2 IRPEF
5.3 Contributi previdenziali
5.3.1 Introduzione
5.3.2 Aliquote e minimali
5.3.3 Termini e modalità di versamento
5.3.4 Agevolazioni
5.4 Regime forfetario
5.4.1 Introduzione
5.4.2 Requisiti per l’accesso al regime
5.4.3 Avvio dell’attività
5.4.4 Soggetti esclusi
5.4.5 Obblighi ed esenzioni
5.4.6 Determinazione del reddito imponibile
5.4.7 Opzione per il regime ordinario
5.4.8 Cessazione del regime forfetario
5.4.9 Contributi
6. FAQ
6.1 Artigianato e società cooperative
6.2 Taxi e NCC
6.3 Avvio dell’attività
6.4 Imposte e tasse
Bibliografia
ConvertiATECO è uno strumento Excel professionale pensato per chi lavora con la classificazione delle attività economiche: commercialisti, consulenti fiscali, imprese e lavoratori autonomi.
Con la recente introduzione della nuova classificazione ATECO 2025, questo file ti permette di convertire facilmente i vecchi codici ATECO 2022 in quelli aggiornati, e viceversa, grazie a un sistema guidato e intuitivo.
Per ogni codice ATECO aggiornato viene indicato anche il coefficiente di redditività forfettario previsto per il 2025, così da offrire un supporto completo anche per la valutazione del regime forfettario.
Il tool contiene una sezione operativa in cui è presente:
Un’interfaccia semplificata per cercare rapidamente un codice o una descrizione:
Nella Tabella Operativa ATECO sono presenti colonne di dati, tra cui:
Questa sezione ti consente analisi rapide, esportazioni selettive, calcoli di confronto tra vecchi e nuovi coefficienti.
Guida rapida alla Valutazione d'azienda: guida alla scelta del metodo di valutazione più corretto.
Aggiornato alle linee guida per le aziende in crisi
La valutazione d’azienda è un’attività cruciale che si concretizza nella stima del capitale economico dell’impresa, distinto dal capitale netto contabile. Essa si rende necessaria in molteplici circostanze: operazioni straordinarie (fusioni, scissioni, acquisizioni), cessioni di partecipazioni, procedure concorsuali, cessazioni d’attività e variazioni della compagine sociale.
L’obiettivo è attribuire un valore corretto al complesso aziendale, inteso come sistema organizzato di beni, servizi e persone volto alla produzione di reddito.
Il presente lavoro si propone come guida operativa e sintetica per professionisti, imprenditori ed investitori, affrontando in modo sistematico:
Ampio spazio è dedicato alla valutazione di aziende in condizioni non ordinarie, quali start-up, imprese in perdita o in stato di crisi. Tali casistiche impongono approcci alternativi e personalizzati, che superano la logica valutativa standard ed è in linea con il Discussion Paper 1/2025 dell’Organismo Italiano di Valutazione (OIV), che offre un percorso strutturato e argomentato per affrontare le criticità valutative in contesti di dissesto.
L’edizione introduce l’impiego di metodologie complementari alla prassi tradizionale, tra cui:
L’appendice riporta le indicazioni del CNDCEC sui riflessi fiscali, integrando esempi pratici e considerazioni relative a valutazioni cross-border.
Premessa
1. I fondamenti della Valutazione aziendale
1.1 Funzioni e Limiti della Valutazione
1.2 Limiti della Valutazione
1.3 Nozioni base per le valutazioni aziendali
1.3.1 L’apprezzamento del rischio aziendale nella valutazione d’azienda – Il Modello CAPM
1.3.2 Analisi dei dati
1.3.3 La Regressione Lineare
1.4 Panoramica sui Metodi di Valutazione
1.5 I principi italiani di Valutazione
1.6 L’analisi di bilancio finalizzata alla ponderazione dell’affidabilità della stima della valutazione d’azienda
1.6.1 L’analisi del costo del venduto ed il Margine lordo industriale
1.6.2 L’analisi della struttura dei costi
1.6.3 La valutazione della posizione di cassa
1.6.4 Il rapporto di indebitamento
1.6.5 Redditività sul capitale ed incidenza del rapporto di indebitamento
2. I Metodi Patrimoniali
2.1 Premessa
2.2 Il Processo di Valutazione (Problematiche e caratteristiche)
2.3 Il processo di valutazione e le fasi del Metodo Patrimoniale
2.4 Esempio di Relazione di Valutazione di una società immobiliare
2.5 Un Caso di valutazione secondo il metodo patrimoniale complesso – La Valutazione di Un Bar con Pasticceria
3. I Metodi Reddituali
3.1 Il Modello Sintetico Reddituale
3.2 Il Modello di Crescita di Gordon
3.3 La Normalizzazione del reddito
3.4 La normalizzazione del reddito - un caso pratico
3.5 La stima del tasso di crescita
3.5.1 Premessa
3.5.2 L’utilizzo dei tassi di crescita storici
3.5.3 L’utilizzo della Regressione lineare
3.5.4 Il ruolo del ciclo di vita del prodotto nella stima dei tassi di crescita
3.5.5 La verifica della compatibilità del tasso di crescita stimato
3.5.6 La Stima del Tasso di attualizzazione
3.6 Il Metodo di Valutazione Indiretto secondo i flussi di cassa disponibili
3.7 Un Caso di Valutazione secondo il metodo dei Flussi di Cassa – Luxottica Group
3.8 I limiti del Modello
4. Il metodo dei multipli
4.1 Premessa
4.2 I multipli più diffusi – P/E, P/B, P/RO
4.3 L’applicazione del metodo dei Multipli alle aziende non quotate in borsa
5. I metodi di valutazione misti
5.1 Premessa
5.2 Il Metodo del Valore Medio
5.3 Il metodo dell’U.E.C
5.4 Un Caso di valutazione di un’azienda di produzione con valutazione autonoma dell’avviamento
6. Altri Metodi di Valutazione
6.1 Il metodo EVA
6.1.1 Accorgimenti da adottare nel calcolo dell’EVA
6.1.2 Come utilizzare la metodologia EVA
6.2 Illustrazione semplificata dell’applicazione della metodologia
6.3 Il Metodo del Break Up Value
6.4 Il Metodo MVA
6.5 Il Metodo OYPA – Rendita annuale perpetua
6.6 Il Metodo del Risultato Economico Integrato
7. Parte speciale – La Valutazione delle aziende in crisi e delle Start-up
7.1 Introduzione
7.1.1 Le Condizioni che legittimano il riconoscimento di un valore economico patrimoniale di tipo fiscale
7.2 Analisi sintetica delle cause che possono produrre una crisi aziendale
FOCUS: La valutazione delle aziende in crisi – Il discussion paper n. 1/2025 OIC
7.4 La valutazione delle aziende in crisi – alcune considerazioni sui metodi utilizzabili
7.5 La valutazione di un’azienda in perdita – Casi illustrati
7.5.1 Valutazione della Tesla utilizzando il rapporto EV/EBIDTA
7.5.2 Il Modello di Damodaran per la valutazione delle aziende con reddito negativo
7.6 La valutazione di una start up
7.6.1 La valutazione di una start-up secondo il metodo finanziario legato al ciclo di vita del prodotto
7.6.2 La valutazione di una start-up secondo il Venture Capital Method
7.6.3 La valutazione di una start-up utilizzando il Berkus Method
Appendice
EFFETTI FISCALI NELLA VALUTAZIONE D’AZIENDA. SINTESI DELLE LINEE GUIDA CNDCEC
1.1 Premessa
1.2 I Riflessi fiscali nei metodi di valutazione patrimoniali
1.3 I riflessi fiscali nella valutazione dei beni accessori e nelle perdite pregresse
1.4 I riflessi fiscali nei trasferimenti d’azienda
FOCUS: IL REGIME DI AFFRANCAMENTO DEI PLUSVALORI E LA PARTICIPATION EXEMPTION
Prospetto di sintesi pregi e difetti dei metodi di valutazione aziendale
Bibliografia
Società benefit: un “nuovo” modello di business e di sostenibilità ESG
eBook in pdf di 93 pagine.
Il presente lavoro si concentra sul “modello benefit” che, per le sue peculiari caratteristiche, rappresenta un driver importantissimo del cambiamento attualmente in corso orientato alla Sostenibilità: la Società Benefit, di seguito anche e semplicemente «SB», è ex se un altro modo di fare impresa, che si inserisce, dopo le molteplici crisi ed i tanti shock via via intervenuti (n.d.r. che hanno lacerato il “tessuto sociale”), in un rivoluzionario cambio di paradigma.
Infatti, si è preso atto della necessità di dare la possibilità di affermazione ad un modello centrato “sullo sviluppo umano”, quale Sviluppo Sostenibile, che postula l’impossibilità di uno sviluppo in assenza di un accrescimento delle persone e dei territori in cui le persone vivono e che abbandona il tradizionale, ma oramai vetusto, shareholder capitalism per dare spazio al c.d. stakeholderism capitalism, anche in relazione alla disciplina giuridica della società lucrativa nel nostro diritto societario. «(..) Un cambio di paradigma, quello evocato, che nella pratica si traduce in nuove e molteplici modalità di produrre valore da parte delle istituzioni che organizzano e gestiscono economie e società (..)» e quindi in un rinnovato tessuto imprenditoriale capace di generare principalmente competitività attraverso azioni di mutuo interesse.
Il nuovo “fare impresa”, infatti, deve necessariamente orientarsi verso la Sostenibilità, superando il tradizionale trade-off fra profitto ed impegno sociale e consolidando la tendenza ad incorporare le c.d. componenti di socialità ed il c.d. purpose, modificando così i DNA aziendali. In questa nuova stagione, quindi, il novello tessuto imprenditoriale diventa, simultaneamente, “generatore” di valore economico e sociale, tant’è che il successo di un’impresa non è più testimoniato soltanto dal suo bilancio e dalla soddisfazione ai suoi azionisti.
Il motivo che ha spinto l'autrice a scrivere il presente contributo, è quello di far conoscere le Società Benefit, attraverso un “viaggio” attraverso l’architettura normativa, ma senza tralasciare aspetti aziendalistici, così da offrire una prospettiva il più ampia possibile.
Introduzione
1. L’Impresa al tempo della Sostenibilità: Sviluppo Sostenibile, Sostenibilità, finalismo d’impresa ed interesse sociale
1.1 Lo Sviluppo Sostenibile e la Sostenibilità: significato e storia
1.2 Responsabilità Sociale d’Impresa, finalismo d’impresa e beni comuni: evoluzione e storia
1.3 Interesse sociale all’epoca della Sostenibilità: profili giuridici - I nuovi doveri degli amministratori ed il benessere della collettività
2. Le Società Benefit: dalle origini statunitensi fino al fenomeno italiano – La “spinta gentile”
2.1 Le origini storiche dell’istituto e della disciplina: dalle origini statunitensi a quelle europee ed italiane
2.2 La Società Benefit e la “spinta gentile”
3. Le Società Benefit: la disciplina italiana
3.1 Breve introduzione
3.2 La normativa
4. Le Società Benefit: il processo di creazione – Attività e adempimenti principali
4.1 La creazione di una Società Benefit o la trasformazione di una società in SB
5. Le Società Benefit: lo statuto
5.1 La denominazione
5.2 L’oggetto sociale
5.3 Le clausole
6. Alcune considerazioni in punto di beneficio comune e pluralità di scopo nelle SB
6.1 Definizione di SB
6.2 Definizione di beneficio comune
7. Le Società Benefit: considerazioni in punto di bilanciamento degli interessi
8. Le Società Benefit: profili di governance – Doveri e responsabilità degli amministratori
8.1 I doveri dell’organo gestorio e le responsabilità
8.2 La responsabilità dell’organo gestorio nei confronti degli stakeholders: ipotesi
9. Il Responsabile di Impatto
10. La disclosure nelle Società Benefit: la relazione annuale d’impatto
11. La valutazione d’impatto
12. Responsabilità delle SB – Il controllo esterno e le condotte rilevanti - L’AGCM: poteri e sanzioni
12.1 Le violazioni di cui al comma 384: approfondimento
12.2 L’AGCM: i poteri
12.3 L’AGCM: ulteriori spunti
12.4 Le sanzioni
12.5 Un caso: l’AGCM sanziona un’impresa alimentare per comunicazione ingannevole
13. Aspetti contabili e fiscali: brevi cenni
Bibliografia – Letteratura menzionata
Riferimenti normativi, regolamentari ed internazionali
Guida pratica alla disciplina delle società non operative (Società di comodo) dopo la riforma IRPEF-IRES D.lgs. 192/2024 con esempi pratici.
Aggiornato con le novità introdotte dal D.lgs. 192/2024 di riforma IRPEF - IRES
eBook in pdf di 75 pagine
Un pratico ed esaustivo strumento di lavoro pensato per commercialisti, consulenti del lavoro e operatori fiscali che desiderano comprendere e applicare correttamente la disciplina delle società di comodo, aggiornata alla luce delle rilevanti novità introdotte dal D.lgs. 192/2024. Attraverso un linguaggio chiaro ma tecnicamente rigoroso, l'autrice — esperta commercialista e revisore legale — guida il lettore tra le regole e i numerosi casi particolari che regolano la materia, con un taglio operativo e ricco di esempi pratici.
Per per effettuare il test di operatività “società di comodo” (art. 30 della L. 724 del 23.12.1994) per l’anno di imposta 2024 ti segnaliamo il nostro tool in excel Test Società di comodo 2025 (Excel)
Cosa troverai nell’ebook
Premessa
1. La disciplina delle società di comodo
1.1 Campo di applicazione
1.2 Cause di esclusione
1.2.1 Soggetti che si trovano in particolari periodi della vita d’impresa
1.2.2 Soggetti che svolgono particolari attività
1.2.3 Soggetti che hanno una determinata struttura societaria
1.2.4 Risultanze economiche
1.2.5 ISA
1.3 Cause di disapplicazione automatica
1.3.1 Società in stato di liquidazione
1.3.1.1 Società in liquidazione con progetto di fusione
1.3.2 Società sottoposte a sequestro o confisca
1.3.3 Immobili locati a Enti pubblici o a canone vincolato
1.3.4 Partecipazioni in società non di comodo
1.3.5 Accoglimento istanza disapplicazione
1.3.6 Attività agricole
1.3.7 Dichiarazione di stato d’emergenza
1.4 Disapplicazione per situazioni oggettive
1.4.1 Situazioni oggettive
1.4.1.1 Periodo di non normale svolgimento dell’attività
1.4.1.2 Condizioni oggettive legate al settore o l’affare
1.4.1.3 Le società immobiliari
1.4.1.4 Le holding
1.4.1.5 Affitto d’azienda
1.4.1.6 Cessione di energia prodotta mediante impianti fotovoltaici
1.4.1.7 Finanziamenti e contributi pubblici
1.4.2 Istanza di interpello
1.4.3 Società in perdita sistematica
2. Il test di operatività
2.1 Ricavi minimi presunti
2.1.1 Titoli, partecipazioni e crediti
2.1.2 Immobili
2.1.3 Navi
2.1.4 Altre immobilizzazioni
2.2 Criteri di valutazione dei beni
2.2.1 La media triennale
2.2.2 Costo fiscalmente riconosciuto
2.2.3 Beni in leasing
2.3 I ricavi effettivi
2.3.1 La media triennale
2.4 Confronto tra ricavi minimi presunti e ricavi effettivi
2.4.1 Esempio 1
2.4.2 Esempio 2
3. Gli effetti
3.1 Effetti ai fini delle imposte dirette
3.1.1 Determinazione del reddito minimo
3.1.1.1 Esempio
3.1.2 Rettifica del reddito minimo
3.1.2.1 Esempio
3.1.3 Aliquota IRES maggiorata
3.1.3.1 Esempio: regime di trasparenza fiscale
3.1.4 Perdite pregresse
3.1.4.1 Esempio
3.2 Effetti ai fini IRAP
3.3 Effetti ai fini IVA
3.3.1 Società di comodo e dichiarazione IVA
3.3.2 Il rimborso o la compensazione del credito IVA
3.3.3 Le disposizioni comunitarie
Guida alle funzioni e doveri dei Sindaci delle società.
Aggiornato alla Legge del 14 marzo 2025 n. 35 (pubblicato in GU Serie Generale n.73 del 28.03.2025) sulla responsabilità del collegio sindacale.
eBook in pdf di 106 pagine.
Questo elaborato intende fornire una guida in merito agli obblighi e ai doveri dei sindaci alla luce delle recenti norme di comportamento del collegio sindacale emanate nel mese di dicembre 2024.
Vengono analizzati i requisiti richiesti per la nomina a sindaco, con un focus particolare su professionalità, onorabilità, indipendenza e sulle cause di ineleggibilità, incompatibilità e cessazione dell’incarico.
Una sezione specifica è dedicata alle novità introdotte con la modifica dell’art. 2407 del Codice civile – approvata dalla Legge del 14 marzo 2025 n. 35 – che ha inciso significativamente sul regime di responsabilità dei sindaci. Segue un approfondimento sulle regole di funzionamento del collegio sindacale e sulla corretta tenuta del libro delle adunanze e delle deliberazioni.
Ampio spazio è riservato ai doveri dei sindaci, con riferimento agli obblighi di riservatezza e segreto professionale, nonché all’attività di vigilanza sull’osservanza delle leggi e dello statuto, sul rispetto del principio di corretta amministrazione e sulla verifica dell’adeguatezza e dell’effettivo funzionamento dell’assetto organizzativo della società.
L’opera affronta anche temi di grande attualità come la vigilanza sulla rendicontazione di sostenibilità e l’attuazione della normativa in materia di Whistleblowing. Vengono esaminati i poteri ispettivi e di richiesta di informazioni all’organo amministrativo e al revisore legale, oltre ai doveri di denuncia di fatti censurabili e gravi irregolarità, fino ad arrivare all’azione di responsabilità verso gli amministratori.
Il volume tratta inoltre il ruolo del collegio sindacale nelle operazioni straordinarie, nelle modifiche del capitale sociale e nel processo di liquidazione della società. Un’attenzione particolare è rivolta agli obblighi derivanti dalla disciplina sulla Crisi d’impresa, in particolare riguardo alla tempestiva rilevazione degli indizi di crisi.
Infine, è presente un’apposita sezione sugli adempimenti dei sindaci nelle società quotate, anche alla luce delle disposizioni contenute nel d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (TUF).
L’eBook è arricchito da esempi pratici di verbali e relazioni, utili per supportare i sindaci nello svolgimento concreto delle loro funzioni.
Premessa
1. Il collegio sindacale o sindaco unico: requisiti, nomina e cessazione
1.1 Composizione del collegio sindacale
1.2 Requisiti di professionalità e onorabilità dei sindaci
1.3 Requisito di indipendenza e casi di incompatibilità
1.4 Cause di ineleggibilità
1.5 Dichiarazione di trasparenza
1.6 Nomina a sindaco
1.7 Accettazione dell’incarico e relativa pubblicità
1.8 Durata dell’incarico
1.9 Cumulo degli incarichi
1.10 Cause di cessazione dei sindaci
1.11 Retribuzione dei sindaci
1.12 Il limite alla responsabilità dei sindaci
1.13 La funzione di revisione affidata ai sindaci
1.14 Obbligo di nomina dei sindaci
1.15 Obbligo di nomina del revisore
1.16 Differenze tra sindaco e revisore
2. Il funzionamento del collegio sindacale
2.1 Norme di funzionamento del collegio sindacale
2.2 Ruolo del presidente del collegio sindacale
2.3 Libro delle adunanze e delle deliberazioni
2.4 Utilizzo di propri dipendenti e ausiliari
3. I doveri dei sindaci nell’espletamento delle loro funzioni
3.1 Attività di vigilanza
3.1.1 Vigilanza sull’osservanza delle leggi e dello statuto
3.1.2 Vigilanza sul rispetto del principio di corretta amministrazione
3.1.3 Vigilanza sull'adeguatezza e sul funzionamento dell'assetto organizzativo
3.1.4 Vigilanza sull'adeguatezza e sul funzionamento del sistema di controllo interno
3.1.5 Vigilanza sull'adeguatezza e sul funzionamento del sistema amministrativo-contabile
3.1.6 Vigilanza sul bilancio di esercizio e sulla relazione sulla gestione
3.1.7 Vigilanza in ordine al bilancio consolidato
3.1.8 Vigilanza sull’istituzione del canale di segnalazione (whistleblowing)
3.2 Obbligo di riservatezza e segreto professionale
3.3 Vigilanza sulla rendicontazione di sostenibilità
4. I poteri di controllo dei sindaci
4.1 Attività di ispezione e controllo e richiesta di informazioni all’organo amministrativo
4.2 Scambio di informazioni con il soggetto incaricato della revisione legale
4.3 Rapporti con l’Organismo di Vigilanza
4.4 Rapporti con la funzione di controllo interno
4.5 Rapporti con gli organi di controllo delle società controllate
4.6 Vigilanza nel gruppo di imprese
5. I poteri/doveri di reazione dei sindaci: denuncia di fatti censurabili e gravi irregolarità
5.1 Potere di convocazione dell’assemblea dei soci
5.2 Il potere di reazione al riscontro di fatti censurabili
5.3 La denuncia ex articolo 2408 del Codice civile
5.4 La denuncia ex articolo 2409 del Codice civile
5.5 Esercizio dell’azione di responsabilità
5.6 Iniziativa per la liquidazione giudiziale della società
6. Intervento alle riunioni degli organi sociali
6.1 La partecipazione all'assemblea dei soci
6.2 La partecipazione alle riunioni del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo
6.3 La partecipazione dei sindaci all’assemblea totalitaria
7. Pareri e proposte dei sindaci
7.1 L’approvazione della delibera di nomina per cooptazione di amministratori
7.2 La proposta motivata per la nomina del soggetto incaricato della revisione legale
7.3 Pareri in merito alle ipotesi di cessazione anticipata dell'incarico di revisione legale
7.4 Consenso per l’iscrizione nell'attivo dello Stato Patrimoniale di costi per avviamento, impianto, ampliamento e sviluppo
7.5 Parere sulla remunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche
8. Attività dei sindaci nei casi di omissione e sostituzione degli amministratori della società
8.1 Attività dei sindaci in caso di omissione degli adempimenti da parte degli amministratori
8.2 Attività dei sindaci in caso di sostituzione degli adempimenti da parte degli amministratori
9. Attività dei sindaci in caso di operazioni sul capitale sociale
9.1 Attività dei sindaci in caso di aumento di capitale
9.2 Attività dei sindaci in caso di riduzione di capitale
10. Attività dei sindaci in caso di operazioni straordinarie
10.1 Attività dei sindaci in caso di trasformazioni
10.2 Attività dei sindaci in caso di fusioni e scissioni
10.3 Attività dei sindaci in caso di conferimenti e cessioni d’azienda
10.4 Attività dei sindaci in caso di operazioni straordinarie transfrontaliere
11. Attività dei sindaci in caso di particolari vicende societarie
11.1 Attività dei sindaci in caso di affitto d’azienda
11.2 Attività dei sindaci in caso di emissione prestiti obbligazionari e strumenti finanziari partecipativi
11.3 Attività dei sindaci in caso di finanziamenti dei soci
12. Attività dei sindaci in caso di liquidazione della società o recesso del socio
12.1 Attività dei sindaci in caso di scioglimento e liquidazione
12.2 Attività dei sindaci in caso di recesso e di esclusione del socio
12.3 Attività dei sindaci in caso di decesso del socio unico
13. Gli adempimenti per i sindaci derivanti dalla normativa sulla crisi d’impresa
13.1 L’attività di vigilanza per la tempestiva rilevazione della perdita della continuità aziendale
13.2 Attività di vigilanza dei sindaci per la rilevazione tempestiva della crisi
13.3 L’obbligo di segnalazione dei sindaci all’organo amministrativo
13.4 Segnalazione all’assemblea e denunzia al Tribunale
13.5 Vigilanza durante la composizione negoziata
13.6 Vigilanza in ordine agli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza adottati dall’impresa
13.7 Vigilanza in caso di domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell’insolvenza con riserva di deposito della documentazione
13.8 Vigilanza in caso di concordato con continuità
13.9 Il ruolo dei sindaci in caso di affitto d’azienda
13.10 Il ruolo dei sindaci durante la liquidazione giudiziale
14. Il collegio sindacale nelle società quotate
14.1 La composizione del collegio sindacale delle società quotate
14.2 Cumulo degli incarichi
14.3 Retribuzione
14.4 Cessazione dall’ufficio
14.5 Vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto
14.6 Disposizioni in materia di whistleblowing
14.7 Vigilanza sul rispetto dei principi di corretta amministrazione
14.8 Vigilanza sull’adeguatezza dell’assetto amministrativo
14.9 Vigilanza sull’adeguatezza e sul funzionamento del sistema di controllo interno
14.10 Vigilanza sulla dichiarazione di carattere non finanziario
14.11 Vigilanza sulla rendicontazione di sostenibilità
14.12 Vigilanza sulle operazioni con parti correlate
14.13 Acquisizione di informazioni
14.14 Rapporti con l’organismo di vigilanza ex d.lgs. n. 231/2001
14.15 Rapporti con gli organi di controllo delle società controllate
14.16 Comunicazione delle irregolarità riscontrate alla Consob
15. Esempi di verbali e relazioni
Quali sono gli strumenti a disposizione per difendere i diritti del cliente? La contestazione degli illeciti bancari è alimentata continuamente da nuovi motivi, non solo direttamente legati alle caratteristiche del rapporto contrattuale. Tra questi si possono annoverare l’accesso abusivo alle garanzie pubbliche e la concessione di un prestito insostenibile o le clausole vessatorie nei contratti di credito. Il volume ha come obiettivo l’esame delle forme di difesa del cliente in presenza di pratiche scorrette poste a vario titolo da parte delle banche. Una particolare attenzione è stata posta alla tutela dalle frodi informatiche, in rapida evoluzione, ed alle possibili tecniche difensive per l’annullamento e il rimborso degli interessi dei contratti indicizzati Euribor.
Per i principali contratti di credito, esperti professionisti hanno predisposto il “punto nave” del contenzioso recente per offrire una utile guida alle più rilevanti linee interpretative della giurisprudenza di legittimità.
AGGIORNAMENTI NORMATIVI E GIURISPRUDENZIALI
Libro di carta di 424 pagine
Giuseppe Cassano
Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche della European School of Economics di Roma e Milano. Avvocato cassazionista, curatore e autore di numerosi volumi, trattati, voci enciclopediche, note e saggi. Conferenziere nazionale ed internazionale sui temi del Diritto di Famiglia, della Responsabilità civile, del Diritto dei Consumi e Diritto dell’Internet.
Stefano Chiodi
Analista tecnico e finanziario specializzato nel contenzioso bancario e finanziario, CTP e CTU per il Tribunale di Venezia e consulente per Camera Arbitrale. Specialista di corporate finance, è relatore in convegni accreditati per la formazione continua di avvocati e commercialisti. Curatore e autore di numerose pubblicazioni di diritto e contenzioso bancario e finanziario.
Introduzione
Capitolo 1 – L’accesso abusivo alle garanzie pubbliche, di
Stefano Chiodi
1. Premessa
2. La funzione creditizia
2.1. Funzione creditizia e riserva di legge
2.2. Funzione creditizia: interesse pubblicistico
3. Definizione di merito creditizio
3.1. Tecniche di valutazione di merito creditizio
3.1.1. Scoring di Basilea
3.1.2. Direttive e criteri E.S.M.A.: i “paletti per il futuro”
3.1.3. Interpretare il rendiconto finanziario
4. Le garanzie statali e il Fondo P.M.I.
5. Le bad practice: gli adeguati assetti organizzativi e i riflessi sui rapporti con gli istituti di credito
5.1. Le bad practice: concessione di un prestito insostenibile
6. Una riflessione: quando l’accesso alle garanzie statali diviene “frode allo Stato”
Capitolo 2 – Irregolarità delle cessioni di crediti bancari contestati, di Nicolò Castelli
1. Introduzione
2. La disciplina della cessione dei crediti in generale
3. La cartolarizzazione dei crediti
4. L’opponibilità della cessione del credito cartolarizzato e il bilanciamento dei contrapposti interessi dei debitori ceduti e degli investitori
5. Art. 58 T.U.B., la cessione dei rapporti giuridici e il valore della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
6. La prova della cessione del credito
7. L’inattitudine della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a fornire la prova della titolarità del credito in capo al cessionario
8. L’eccezione relativa alla mancata iscrizione all’albo ex art. 106 T.U.B. dei c.d. servicer: il quadro normativo
9. La prassi operativa posta in essere dalle S.P.V., servicer e subservicer
10. Le pronunce dei Tribunali di merito sull’eccezione
11. La sentenza della Corte di Cassazione del 18 marzo 2024, n.7243
12. … e le successive pronunce di merito
Capitolo 3 – Il giudicato implicito e le clausole abusive a danno dei consumatori
di Biagio Riccio e Clara Letizia Riccio
1. I capisaldi della sentenza a Sezioni Unite
2. I precedenti della dottrina italiana in ordine al giudicato che copre il dedotto e deducibile, anche al cospetto di evidenti nullità del rapporto fondamentale sotteso
3. Il difforme fenomeno del giudicato dei provvedimenti sommari: il contrasto tra la giurisprudenza e la dottrina
4. Il giudicato e la pregiudizialità tecnica e logica; il riferimento all’art. 34 c.p.c.
5. Il giudicato e l’antecedente logico necessario; la figura del giudicato implicito
6. Le sentenze gemelle della Corte di Cassazione: la tematica spinosissima delle nullità sulle questioni pregiudiziali del rapporto fondamentale
7. Le atipicità dei giudici milanesi: la superabilità del giudicato implicito, ma invocando l’Europa
8. Il giudicato nella visione della Corte di giustizia: principio di effettività e di equivalenza
9. La tutela del consumatore nella giurisprudenza europea: artt. 6 e 7 Direttiva 93/2013
10. Il ruolo del Giudice dell’Esecuzione: la nullità di protezione
11. Il procedimento del monitorio e il controllo sulle clausole vessatorie
12. Gli effetti della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 17 maggio 2022 nel diritto interno
13. Il controllo officioso in sede esecutiva: potere di rilevo o anche di decisione del Giudice dell’esecuzione al cospetto di clausole vessatorie coperte dal giudicato?
14. I rimedi suggeriti dalla dottrina in ambito esecutivo
15. I rimedi nell’ambito dei giudizi a cognizione ordinaria: l’actio nullitatis
16. La decisione della Cassazione a Sezioni Unite: dal civil law al common law? La “resurrezione” della giustizia sostanziale
Capitolo 4 – Nullità e annullabilità dei contratti indicizzati ai tassi Euribor, di Andrea Sorgentone
1. Che cosa sono e come sono quotati i tassi Euribor
1.1. Definizione dei tassi Euribor ed inizio della loro quotazione
1.2. Come è stato calcolato dal 30/12/1998 al 31/3/2019: quotazione c.d. “ideale”
1.3. Come è calcolato l’Euribor a partire dal 31/3/2019: quotazione c.d. “ibrida”
1.4. Critiche dell’Unione Europea al sistema di quotazione dei tassi Euribor
1.5. Modifiche apportate dopo le richieste dell’Unione Europea
2. Criticità passate e presenti del sistema di calcolo dei tassi Euribor
2.1. I codici di condotta non garantiscono che le banche del “panel” agiscano correttamente
2.2. Le quotazioni Euribor fino al 31/3/2019 non esprimevano un mercato interbancario sottostante
2.3. Anche successivamente al 31/3/2019 i tassi Euribor non esprimono un mercato sottostante
2.4. Che non esiste un mercato interbancario è dimostrato dai Bollettini Statistici della Banca d’Italia
3. Nullità conseguenti al fallace sistema di quotazione dei tassi Euribor
3.1. Una singola banca fino al 31/3/2019 poteva manipolare il tasso finale
3.2. Conseguente nullità di tutti i contratti stipulati da una banca del “panel”
3.3. Nullità parziale di tutti i contratti stipulati precedentemente al 31/3/2019
4. I tassi Euribor quotati dal 29/9/2005 al 30/5/2008 sono stati manipolati
4.1. Decisione della Commissione Antitrust del 7/12/2016
4.2. Decisione della Commissione Antitrust del 4/12/2013
5. Dimostrazione che la manipolazione sia stata effettiva e non solo tentata
5.1. La decisione del 7/12/2016 e le quotazioni Euribor ufficiali provano la manipolazione dei tassi
5.2. La lettura sistematica delle decisioni dimostra che le banche hanno tratto profitti dalla manipolazione
5.3. Prova del “perché” e del “come” sia avvenuta la manipolazione
5.4. Quanto sopra è confermato dai dati economici delle banche manipolatrici
5.5. Conseguenze processuali della qualificazione della manipolazione per “oggetto”
6. I contratti, specie conclusi dalle manipolanti, sono nulli ex art. 101 T.F.U.E. ed ex Legge n. 287/1990
7. L’effettiva alterazione dei tassi Euribor comporta la nullità dei contratti
8. Possibili conseguenze sui contratti derivati
9. Le decisioni successive all’ordinanza n. 34889/2023 della Corte di Cassazione
10. L’ordinanza n. 19900/2024 della Corte di Cassazione
11. Possibile soluzione della “querelle Euribor” mediante il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia C.E. (scritto in collaborazione con l’Avv. Maria Laura Ficola)
12. Considerazioni conclusive
Capitolo 5 – Le fideiussioni: schema A.B.I. ma non solo, di Alessandro Alfonzo
1. Le fideiussioni omnibus
2. Fideiussioni omnibus conformi allo schema A.B.I. Le norme lesive della concorrenza in contrasto con l’art. 2, comma 2, lett. a) della Legge n. 287/1990
3. La questione della nullità delle clausole dei contratti “a valle”. L’ordinanza della Corte di Cassazione 12 dicembre 2017, n. 29810
4. La sorte dei “contratti a valle” a seguito della declaratoria della nullità delle condizioni: i rimedi attivabili. Nullità totale o parziale
4.1. (Segue) Il riconoscimento della sola tutela risarcitoria
5. L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione 30 aprile 2021, n. 11486
6. La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione 30 dicembre 2021, n. 41994. La definitiva affermazione del rimedio della nullità parziale
7. Il dibattito in merito alla c.d. “prova privilegiata” del provvedimento dell’Autorità Garante
8. Le clausole che si discostano dalla disciplina legale nella fideiussione (c.d. “clausole in deroga”). Il c.d. “professionista di rimbalzo”
9. Erogazione del credito e buona fede. Le possibili eccezioni del fideiussore
Capitolo 6 – Segnalazioni illegittime alle centrali dei rischi interbancari: rimedi e risarcimento del danno, di Daniele Davide Fortugno
1. Il sistema delle segnalazioni a sofferenza in centrale rischi della Banca d’Italia: finalità e fondamenti dell’istituto
2. I requisiti oggettivi e soggettivi per la segnalazione a sofferenza alla Centrale Rischi della Banca d’Italia
3. Le segnalazioni a sofferenza nelle centrali rischi private (S.I.C.)
4. Il presupposto oggettivo dello “stato di insolvenza” per la segnalazione a sofferenza, nozione e orientamento giurisprudenziale
5. Il focus sull’obbligo di preavviso dell’imminente segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi
6. Casistica delle varie tipologie di segnalazioni illegittime in Centrale Rischi o nei S.I.C. secondo l’orientamento giurisprudenziale
7. La responsabilità contrattuale ed extracontrattuale degli intermediari per l’illegittima segnalazione
8. Il risarcimento del danno patrimoniale per l’errata segnalazione a sofferenza in una Centrale Rischi
9. Il danno non patrimoniale sofferto dal soggetto leso dall’errata segnalazione illegittima
10. Il risarcimento del danno per la lesione della reputazione commerciale e personale
11. La tutela d’urgenza ex art. 700 c.p.c.
12. La tutela d’urgenza e la violazione della privacy derivante dall’errata segnalazione a sofferenza
Capitolo 7 – Le frodi informatiche, di Massimo Melpignano
1. Inquadramento normativo
2. Autenticazione forte: S.C.A. (Strong Customer Authentication)
3. Tipologie di illeciti in materia di pagamenti elettronici
4. Schemi frodatori ricorrenti
5. Orientamenti E.B.A. sui gravi incidenti
6. Rimedi
Capitolo 8 – Le patologie del contratto di mutuo, di Giovanni Lauro e Rachele Sannino
1. Obblighi di trasparenza della banca: genesi ed evoluzione normativa
2. L’omessa indicazione, in termini numerici, del tasso di interesse: la soluzione (discutibile) della Cassazione
3. Conseguenze della omessa o erronea indicazione dell’I.S.C./T.A.E.G.: l’evoluzione giurisprudenziale e l’attuale orientamento della Cassazione a seguito della sentenza n. 4597/2023 e dell’ordinanza n. 39169/2021
4. I rimedi “alternativi” all’art. 117 T.U.B. in ipotesi di erronea indicazione del T.A.E.G.
5. Il T.A.E.G. nei contratti di mutuo ante 2003
6. L’ammortamento “alla francese” e regime di capitalizzazione: omessa indicazione e conseguenti dubbi di validità. La risposta delle Sezioni Unite n. 15130/2024 per i mutui a tasso fisso, il T.A.E. e l’effetto sorpresa
7. Il contratto di mutuo come titolo esecutivo, il mutuo “condizionato” e il mutuo “solutorio”, il contrasto giurisprudenziale e l’ordinanza n. 18903/2024 per la rimessione alle Sezioni Unite
Capitolo 9 – Le patologie degli affidamenti in conto corrente, di Vincenzo Cancrini
1. La disciplina degli interessi
1.1. La capitalizzazione degli interessi
1.1.1. Le sentenze della Corte Costituzionale n. 425 del 17 ottobre 2000 e n. 341 del 12 ottobre 2007
2. L’anatocismo bancario
2.1. Le modifiche al comma 2 dell’art. 120 T.U.B. introdotte dalla Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (c.d. Legge di stabilità 2014) e dall’art. 17-bis della Legge 8 aprile 2016, n. 49
2.1.1. Il divieto di anatocismo introdotto dalla Legge di stabilità del 2014
2.1.2. L’art. 17-bis della Legge 8 aprile 2016, n. 49: l’anatocismo bancario attualmente vigente
2.2. La Delibera C.I.C.R. 9 febbraio 2000 e la disciplina delle clausole anatocistiche
2.2.1. I contratti “chiusi” ante Delibera e i contratti in corso fino all’adeguamento
2.2.2. Le clausole anatocistiche stipulate dopo l’entrata in vigore della Delibera C.I.C.R. del 9 febbraio 2000
3. L’apertura di credito in conto corrente
3.1. L’apertura di credito “tacita” e il c.d. “fido di fatto”
3.2. Brevi cenni sull’onere della prova
3.3. La prescrizione: le rimesse ripristinatorie e le rimesse solutorie
3.4. Il cosiddetto “saldo zero”
3.5. Il ricalcolo del conto: il saldo banca o il saldo rettificato
3.6. Lo jus variandi
Il presente manuale approfondisce il tema della holding sotto le sue diverse sfaccettature. Si inizia evidenziando le opportunità che l’istituto offre e fornendo risposte all’esigenza di comprendere a quali tipi di utilizzi si presta. Dopo le prime considerazioni si passa ad illustrare la definizione di holding introdotta dal c.d. Decreto ATAD, attraverso l’inserimento dell’art. 162-bis del Tuir e gli aspetti fiscali più pregnanti attinenti all’IRAP, all’IRES e all’IVA.
Un capitolo è dedicato al “bilancio della holding industriale” con particolare attenzione alle disposizioni dettate dalla legge europea 2019/2020 (L. 23 dicembre 2021, n. 238 in G.U. 17 gennaio 2022, n. 12 in vigore dal 1° febbraio 2022). Il testo analizza altresì le modalità concrete di creazione della holding stessa, con un particolare focus sul conferimento a realizzo controllato previsto dall’art. 177 co. 2 e co. 2-bis del Tuir, anche alla luce della riforma intervenuta ad opera del D.Lgs. 192/2024 che ha riscritto l’art. 177. Un capitolo viene anche dedicato alla possibilità di creare la holding mediante la nuova operazione di scissione mediante scorporo. Un approfondimento viene riservato alle opportunità e criticità della holding estera, nonché ai pro e ai contro di costituire una holding sotto forma di società semplice. Viene inoltre affrontata la fiscalità indiretta del passaggio generazionale delle quote di holding, anche alla luce della riscrittura dell’art 3 co. 4 ter D.Lgs. 346/1990 ad opera del D.Lgs. 139/2024. Vengono in seguito presentati alcuni importanti adempimenti della holding quali la comunicazione all’anagra- fe tributaria e la comunicazione CRS. Si descrivono in chiave pratico/operativa, diversi esempi di comunicazione all’anagrafe, proponendo le schermate che l’operatore incontra nell’adempiere a tali comunicazioni. Vengono poi analizzati casi tratti dalla pratica professionale. Un capitolo infine indica i passaggi necessari che la holding deve effettuare per procedere con l’accreditamento al REI, SID e alla generazione dei certificati di sicurezza.
AGGIORNAMENTI NORMATIVI E GIURISPRUDENZIALI
◾ Legge di Bilancio 2025
◾ D.Lgs. 192/2024
◾ D.Lgs. 139/2024
ENNIO VIAL
Dottore commercialista, opera nel settore della consulenza in materia di fiscalità internazionale, di operazioni straordinarie, di riorganizzazione di patrimoni familiari e di trust. È relatore per svariati enti di formazione. Pubblica da oltre 20 anni articoli e libri su temi di sua competenza.
SILVIA BETTIOL
Dottore commercialista, si dedica alla consulenza in materia di fiscalità internazionale, di operazioni straordinarie e di trust. Ha maturato una significativa esperienza in tema di comunicazioni delle holding. È relatrice e autrice di pubblicazioni su temi di sua competenza.
1 Le opportunità della holding
1.1 Introduzione
1.2 Lineamenti della holding
1.3 I vantaggi della holding
1.3.1 Vantaggi nella gestione della liquidità
1.3.2 Regimi fiscali di favore ai fini delle imposte dirette e indirette
1.3.3 Gestione di un passaggio generazionale ordinato
1.3.4 Filtro per gestire i conflitti tra i soci
1.3.5 Filtro per tenere unito un gruppo di soci
1.3.6 Mitigazione del rischio delle attività
1.3.7 Gestione della governance del gruppo
1.3.8 Maggiore solidità finanziaria spendibile nei confronti del sistema bancario
1.3.9 La tutela del patrimonio
1.4 Gli svantaggi della holding: introduzione
1.4.1 Responsabilità per l’attività di direzione e coordinamento
1.4.2 Necessità di redazione di un bilancio consolidato
1.4.3 Rischio di presenza di società di comodo
1.4.4 Appesantimento IRAP
1.4.5 Duplicazione di costi societari
1.4.6 Appesantimento della burocrazia infragruppo
1.4.7 Problematiche IVA
1.4.8 Holding discount
2 La definizione di holding ex art. 162-bis del TUIR dopo l’intervento del D.Lgs. 142/2018
2.1 Introduzione
2.2 La vecchia disciplina e l’abolizione dell’art. 113 TUB
2.3 I lineamenti della disciplina attualmente in vigore
2.3.1 Gli intermediari finanziari veri e propri
2.3.2 Le società di partecipazione finanziaria (holding che posseggono partecipazioni in intermediari finanziari di cui al punto 1)
2.3.3 Holding non finanziarie e soggetti assimilati
2.4 La forma di bilancio
2.5 La disciplina fiscale - cenni
2.5.1 La compilazione del modello IRAP per le holding industriali
2.6 Come si valuta la prevalenza
2.6.1 L’interrogazione parlamentare e gli interventi di prassi
2.6.2 Il caso della sub-holding
2.6.3 Holding mista industriale e finanziaria
2.6.4 La liquidity company
2.6.5 Le partecipazioni iscritte nel circolante
2.6.6 Risvolti FACTA/CRS nelle risposte 266 e 363/2021
2.6.7 Profili IRAP
2.7 Entrata in vigore dell’art. 162-bis
2.8 Le comunicazioni all’anagrafe - cenni
2.8.1 Le risposte della DRE Piemonte in tema di società semplici
2.9 Esempi pratici qualificazione società ex art. 162-bis
3 La dichiarazione IRAP 2025 della holding industriale
3.1 Introduzione
3.2 La base imponibile
3.3 L’aliquota maggiorata
3.4 La compilazione del modello IRAP per le holding industriali
3.5 Alcuni esempi di compilazione
3.6 Le holding società di persone
4 Holding e IRES
4.1 Introduzione
4.2 Oneri finanziari
4.3 Le perdite su crediti
4.4 La maggiorazione IRES
4.5 Società di comodo
4.6 Altre previsioni minori
5 Le holding e la disciplina delle società di comodo
5.1 Introduzione
5.2 Le cause di esclusione
5.3 Le cause di disapplicazione
5.4 Le perdite sistemiche non sono più un problema
6 La holding di famiglia e l’IVA
6.1 Introduzione
6.2 La holding è un soggetto economico?
6.3 La holding può detrarre l’IVA?
6.4 Gli orientamenti dell’Agenzia delle Entrate in tema di IVA
6.5 Le opportunità offerte dalla disciplina IVA
6.5.1 Introduzione
6.5.2 Il Gruppo IVA
6.5.3 La tenuta di contabilità separate
6.5.4 Analisi di un caso tratto dalla pratica professionale
6.6 La cessione delle partecipazioni
7 Il finanziamento della holding alle consociate
e profili IVA connessi
7.1 Introduzione
7.2 La soggettività IVA della holding
7.2.1 L’indetraibilità del comma 2 dell’art. 19 e le eccezioni del comma 3: il caso della lettera b)
7.2.2 L’eccezione della lettera a-bis): i finanziamenti a soggetti extracomunitari
7.3 Casi di applicazione del pro rata
7.3.1 I termini della questione
7.4 Un quadro di sintesi
7.5 Le possibili soluzioni per la holding che eroga finanziamenti domestici
7.5.1 Introduzione
7.5.2 La separazione delle contabilità
7.5.3 Il gruppo IVA
8 Il bilancio delle holding industriali
8.1 Introduzione
8.2 La forma del bilancio ed il principio della derivazione rafforzata
8.2.1 Gli effetti del principio di derivazione rafforzata
8.2.2 Le azioni proprie
8.2.3 I finanziamenti nei confronti delle società appartenenti al gruppo delle micro imprese
8.2.4 I finanziamenti verso terzi ed il costo ammortizzato
8.2.5 Il finanziamento alla società controllata
8.2.6 I finanziamenti infragruppo cui trova applicazione il principio di derivazione rafforzata
8.3 “Novità” in tema di bilancio per le holding “pure”
8.3.1 Introduzione
8.3.2 Le modifiche normative: le norme non applicabili
8.3.2.1 Impossibilità di redigere il bilancio delle micro imprese
8.3.2.2 Quali conseguenze sul principio di derivazione rafforzata?
8.3.2.3 Inapplicabilità del comma 2 dell’art. 2435-bis (Accorpamento dei ratei e risconti)
8.3.2.4 Inapplicabilità del comma 6 dell’art. 2435-bis
8.3.2.5 Facoltà di iscrivere i titoli al costo di acquisto, i crediti al presumibile valore di realizzo e i debiti al nominale (comma 7)
8.3.2.6 Il caso delle azioni proprie
8.3.3 Entrata in vigore
8.3.4 Ambito soggettivo della novella
9 La creazione della holding mediante conferimento
9.2 Il conferimento ex art. 177, co. 2 TUIR nella risposta 170/2020
9.1 Introduzione
9.2.1 I principi della risposta
9.2.2 Requisiti soggettivi dei conferenti
9.2.3 Il requisito del controllo
9.2.4 Acquisizione “uno actu”
9.2.5 Il conferimento di partecipazioni detenute indirettamente
9.2.6 Il realizzo controllato
9.3 La non applicabilità della clausola antiabuso ai soci persone fisiche
9.4 La piena dignità dell’art. 177 co. 2 rispetto all’art. 9
9.5 La gerarchia tra le norme: dalla pari dignità alla prevaricazione
9.6 Il problema della minusvalenza
9.7 Imposta di registro
9.8 Imposta sulle transazioni finanziarie
9.9 Altri regimi fiscali che interessano l’operazione di conferimento di partecipazioni (art. 177 co. 2-bis, art. 9)
9.9.1 Ancora sul conferimento ex art. 177 co. 2
9.9.2 Il conferimento di quote qualificate: un primo inquadramento
9.9.3 Il requisito partecipativo: la partecipazione qualificata (lett. a) co. 2-bis)
9.9.4 Il requisito della partecipazione del conferente (lett. b) co. 2-bis)
9.9.5 Il soddisfacimento dell’effetto demoltiplicativo ai fini del conferimento di partecipazioni in holding - indicazioni valide per i conferimenti effettuati sino al 2024
9.9.6 Il soddisfacimento dell’effetto demoltiplicativo ai fini del conferimento di partecipazioni in holding – Indicazioni valide dal 2025
9.9.6.1 Principali caratteristiche del nuovo comma 2-bis
9.9.6.2 La residualità rispetto al comma 2
9.9.6.3 La qualificazione della partecipazione conferita
9.9.6.4 Le nuove deroghe alla unipersonalità
9.9.6.5 I conferimenti minusvalenti
9.9.6.6 Il “long holding period”
9.9.6.7 Le nuove regole per le holding: il problema della demoltiplicazione
9.9.6.8 Come definire la holding
9.9.6.9 Il livello della demoltiplicazione
9.9.7 La creazione abusiva della personal holding
9.9.8 Le opportunità della personal holding
9.10 Creazione della holding mediante conferimento: un quadro di sintesi
10 La creazione della holding attraverso la scissione mediante scorporo
10.1 Inquadramento
10.2 La scissione mediante scorporo come operazione volta a creare la holding
10.3 La scissione mediante scorporo come operazione volta a creare la sub-holding
10.4 La nuova fiscalità della scissione con scorporo
10.4.1 La neutralità fiscale dell’operazione
10.4.2 Novità in tema di posizioni soggettive
10.4.3 Le previsioni dell’art. 173 non applicabili alla scissione mediante scorporo
10.4.3.1 Il concambio e la retrodatazione
10.4.3.2 Le riserve in sospensione di imposta e le perdite fiscali
10.4.4 La ripartizione del costo fiscale delle partecipazioni
10.4.5 La continuità dei valori nella scissione
10.4.6 Il regime fiscale delle partecipazioni ricevute a seguito di scorporo
10.4.6.1 Lo scorporo di azienda
10.4.6.2 Lo scorporo di partecipazioni pex e di beni
10.4.7 La gestione delle posizioni soggettive
10.4.8 La gestione delle riserve del patrimonio netto
10.4.9 La scissione mediante scorporo di stabile organizzazione
10.4.10 Il fantasma della scissione mediante scorporo a favore di beneficiaria già esistente
10.4.11 L’entrata in vigore della disciplina
11 La creazione della holding estera e la gestione di aspetti critici
11.1 Introduzione
11.2 La scelta del Paese estero
11.3 Le opportunità dell’intermediate holding
11.3.1 Le vie per giungere alla nuova configurazione del gruppo
11.4 Le criticità della holding estera
11.4.1 Il ventaglio delle criticità
11.4.2 La disciplina Controlled foreign companies
11.4.2.1 I casi di discussione: il raffronto dell’imposizione in assenza di applicazione del principio
11.4.2.2 Applicazione del principio del provvedimento: le regole italiane applicate alla holding estera
11.4.2.3 Applicazione del principio del provvedimento: le regole estere applicate nel calcolo dell’ETR della holding estera e del VTR
11.4.2.4 Una riflessione sugli esempi
11.4.2.5 Il caso della holding lussemburghese
11.4.2.6 L’esimente
11.4.3 Il transfer price
11.4.4 L’esterovestizione
11.4.5 Il rimpatrio degli utili
11.4.6 La gestione del rapporto con i consulenti esteri
12 La holding nella forma della società semplice: pro e contro
12.1 Introduzione
12.2 Le caratteristiche della società semplice
12.3 Le opportunità della società semplice
12.4 La società semplice holding
12.5 La società semplice può essere una reale alternativa al trust?
12.6 Alcuni limiti della holding società semplice
12.6.1 Introduzione
12.6.2 La fiscalità in sede di conferimento di quote societarie in una società semplice
12.6.3 La fiscalità dello scioglimento della società semplice
12.6.3.1 Liquidazione della società semplice: un caso professionale
12.6.4 La donazione delle quote di società semplice
12.6.5 La comunicazione all’anagrafe dei rapporti tributari
12.7 La complessa tassazione dei dividendi percepiti da una società semplice
12.7.1 Introduzione
12.7.2 L’iniziale dimenticanza della società semplice
12.7.3 Il primo intervento riparatore ad opera dell’art. 32-quater D.L. 124/2019
12.7.4 L’intervento del D.L. 23/2020
12.8 Aggravi IVIE e IVAFE
12.9 La società semplice estera
12.10 Spunti conclusivi
13 Gli adempimenti iniziali di accreditamento della holding per le comunicazioni all’anagrafe rapporti o ai fini CRS
13.1 Introduzione
13.2 La comunicazione della PEC al REI “Registro Elettronico Indirizzi-REI”
13.2.1 Termini per la comunicazione della PEC al REI
13.2.2 Codici identificativi dei soggetti che devono comunicare la PEC al REI
13.2.3 Come compilare la comunicazione per trasmettere la PEC al REI
13.2.4 Come trasmettere operativamente la comunicazione
13.3 Come dotarsi delle credenziali FiscoOnline
13.4 Comunicazione PEC al REI - Errori frequenti
13.5 Richiedere l’accreditamento al SID
13.6 Eseguire il software SID-Gestione ambiente di sicurezza e creare i certificati di firma
13.6.1 Gli errori tipici nella generazione dei certificati
13.6.2 Verifica Certificati - Validità
13.6.3 Il rinnovo dell’ambiente di sicurezza e del certificato di firma
14 Le comunicazioni all’anagrafe tributaria dovute dalle holding
14.1 Introduzione
14.2 Le comunicazioni all’anagrafe tributaria: mensile o annuale?
14.2.1 Il concetto di “rapporto”
14.2.2 Le indicazioni del provvedimento 23 maggio 2022
14.2.3 I rapporti che deve comunicare la holding
14.2.4 L’oggetto della comunicazione
14.3 Focus: la comunicazione del titolare effettivo
14.4 Esempi di compilazione di comunicazioni all’anagrafe rapporti
14.4.1 La comunicazione di una partecipazione a seguito di “nuova” qualifica di holding
14.4.2 La comunicazione a seguito di finanziamento socio
14.4.3 La vendita parziale di una partecipazione
14.4.4 La chiusura di un finanziamento
14.4.5 La comunicazione relativa ai rapporti di garanzia
14.4.6 La comunicazione relativa al cash pooling
14.4.7 Casi particolari di rapporti
14.4.8 La fotografia di consistenza
14.5 Quali comunicazioni trasmettere in presenza di operazioni straordinarie
14.6 Le sanzioni per mancata comunicazione
14.7 La sanatoria degli errori formali commessi sino al 2022
14.8 Documenti di prassi circa le comunicazioni all’anagrafe
15 Le comunicazioni CRS e la holding ex art. 162-bis
15.1 CRS - cenni
15.1.1 Quali sono i Paesi che scambiano le informazioni
15.1.2 Lo scambio CRS ed il recepimento in Italia
15.2 Definizione atecnica di holding
15.2.1 La definizione di holding industriale dell’art.
162-bis e gli utilizzi connessi
15.2.2 La definizione di holding ai fini CRS
15.2.3 Le risposte ad interpello: holding e CRS sembra proprio di no
15.3 Un quadro di sintesi delle varie definizioni di holding