Commento alla sentenza della Corte di Cassazione penale n. 43811 del 21 Ottobre 2014

L’intervenuta sanatoria della posizione tributaria con il versamento, da parte di un terzo soggetto, dell’imposta evasa, fa venir meno la ragion d’essere del provvedimento di sequestro preventivo, a carico dei soggetti indagati per il reato di cui all’art.10-ter del D.Lgs. n. 74/2000. Difatti, il pagamento  della somma dovuta  elimina l’indebito vantaggio economico conseguito dall’azione delittuosa, giustificando la revoca della relativa misura ablativa anche se il pagamento non provenga dall’obbligato principale.  In questi termini si è espressa la Corte di Cassazione penale con sentenza 21 ottobre 2014, n. 43811.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Confisca per equivalente: brevi cenni
2. Reato di omesso versamento Iva: elemento psicologico e  stato di dissesto dell'imprenditore
3. La sentenza annotata

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione, sezione lavoro n. 22063 del 17 Ottobre 2014

Nell'ipotesi di annullamento delle dimissioni, le conseguenze economiche decorrono dalla data della sentenza che dichiara la loro illegittimità. (accolta, nella specie, la domanda   di annullamento della lettera di dimissioni sottoscritta in stato di incapacità. Il giudice del lavoro accerta la continuità del rapporto e condanna la società al risarcimento  delle retribuzioni maturate  dalla data della sentenza a quella dell'effettivo ripristino dal rapporto lavorativo). Questo quanto stabilito nella sentenza della Cote di Cassazione  n. 22063 del 17 Ottobre 2014

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile, sezione tributaria n. 21770 del 16 Ottobre 2014

La Corte di Cassazione afferma la legittimità del recupero della maggiore imposta di registro in caso di cessione a terzi delle quote e degli immobili di una nuova società.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile, sezione lavoro n. 22154 del 20 Ottobre 2014

In tema di infortunio in itinere, l'uso del mezzo proprio, con l'assunzione degli ingenti rischi connessi alla circolazione stradale, deve essere valutato con adeguato rigore, tenuto conto che il mezzo di trasporto pubblico costituisce lo strumento normale per la mobilità delle persone e comporta il grado minimo di esposizione al rischio di incidenti

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Infortunio in itinere e mezzo di trasporto privato
2. Rischio elettivo ed infortunio in itinere
3. Orientamenti giurisprudenziali

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 228 del 6 Ottobre 2014

Secondo il Giudice delle Leggi, l’art. 32 comma 1, numero 2), secondo periodo, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi) lede i principi di cui agli artt. 3 e 53 della Cost. laddove estende al lavoratore autonomo le presunzioni previste per l’imprenditore, caratterizzandosi l’attività del primo per la preminenza dell’apporto del lavoro proprio e la marginalità dell’apparato organizzativo.

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IL CASO

IL COMMENTO

1.  LIBERO PROFESSIONISTA E IMPRENDITORE: OGGETTIVA DIVERSITÀ DEI REGIMI ECONOMICI IN CUI OPERA LA PRESUNZIONE
2. LA SENTENZA ANNOTATA

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione sezione lavoro n. 20733 del 1° Ottobre 2014

Il pagamento dell'indennità di mobilità, prevista dalla legge n. 223/1991, ha scadenza mensile e non quindicinale, differenziandosi sotto questo aspetto dalla disciplina dell'indennità ordinaria di disoccupazione. Questo quanto statuito dalla Corte di Cassazione sezione lavoro, nella sentenza n. 20733 del 1° Ottobre 2014.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Indennità di mobilità: elementi essenziali
2. Indennità di mobilità ed indennità di disoccupazione (ASpI): differenze

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile, sez. tributaria n. 21442 del 10 Ottobre 2014

I versamenti effettuati per un aumento di capitale della società partecipata non sono indice di capacità contributiva laddove il contribuente produca al Fisco documenti che attestino la natura simulata dell’atto. In particolare, i giudici di legittimità, in tema di accertamento sintetico, ammettono tra le prove contrarie anche quella per cui il versamento degli importi contestati non era avvenuto, trattandosi di disponibilità economica apparente. Questa la decisione della Corte di Cassazione civile  nella sentenza n. 21442 del 10 Ottobre 2014.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Accertamento sintetico: importanza del contraddittorio
2. Simulazione dell’atto relativo all’incremento patrimoniale
3.  La sentenza annotata

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile sezione lavoro n. 20825 del 2 ottobre 2014

Le condizioni previste dall'art. 1 legge n. 18/1980 (per l'attribuzione dell'indennità di accompagnamento consistono, alternativamente, nell'impossibilità di deambulare senza l'aiuto  di un accompagnatore oppure nell'incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita senza continua assistenza. Questo quanto ribadito dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 20895 del 2 Ottobre

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IL CASO

IL COMMENTO

1.Indennità di accompagnamento: requisiti

   1.1.Orientamenti giurisprudenziali

2. L’indennità di accompagnamento spetta ai cittadini stranieri?

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile sez.tributaria n. 20897 del 3 Ottobre 2014

 Per presumere maggiori ricavi il Fisco può far ricorso a qualsiasi elemento probatorio, ricorrendo al metodo induttivo con il supporto di presunzioni supersemplici che portano ad un’inversione dell’onere della prova. Questo il contenuto della sentenza della Corte di Cassazione civile sezione tributaria n. 20897 del 3 Ottobre 2014.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione sezione lavoro n. 20473 del 29 Settembre 2014. (PDF - 10 Pagg.)

“Il lavoratore che si assuma essere stato danneggiato dalla dequalificazione professionale, con il successivo svolgimento di una domanda di risarcimento del danno subito, ha l'onere di fornire la prova dell'esistenza (del danno) e del nesso di causalità intercorrente con l'inadempimento del datore di lavoro, quale presupposto indispensabile per procedere ad una sua valutazione equitativa, non potendo porsi tale tipologia di danno quale conseguenza automatica di ogni comportamento illegittimo , incombendo sul lavoratore fornire la prova del fatto (art. 2697 c.c.)” Questo il principio riaffermato dalla Corte di Cassazione, sezione lavoro, nella sentenza n. 20473 del 29 Settembre 2014 .

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Dequalificazione professionale ed art. 2103 c.c.
2. Danno da dequalificazione professionale ed onere della prova
3. Orientamenti giurisprudenziali

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA