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Aggiornato al Decreto del Ministero della Giustizia n° 34 del 2017 sulle Camere arbitrali e di conciliazione degli Ordini degli avvocati.
Questo e-book sulle procedure stragiudiziali di risoluzione delle controversie civili e commerciali diverse dall’arbitrato tratta, nella sua prima parte, la disciplina del procedimento di mediazione per la conciliazione delle controversie civili e commerciali aventi per oggetto diritti disponibili introdotta dal Decreto Legislativo n° 28 del 2010, le cui norme di attuazione sono state dettate dal Decreto del Ministro della Giustizia n° 180 del 2010 (alcune di esse sono state modificate dai Decreti del Ministero della Giustizia n° 145 del 2011 e n° 139 del 2014), dopo la reintroduzione, da parte del Decreto-Legge n° 69 del 2013 (convertito in Legge n° 98 del 2013), della mediazione obbligatoria che la sentenza n° 272 del 2012 della Corte Costituzionale aveva abrogato per eccesso di delega.
Esso non si limita, però, alla sola esposizione dei contenuti delle norme di questi due testi normativi, il primo di natura legislativa ed il secondo regolamentare, ma cerca di analizzare i problemi interpretativi e pratici che esse pongono e le possibili soluzioni di questi.
Grosso modo, possiamo dire che i primi sei paragrafi del testo sono dedicati all’esposizione dei contenuti del Dlgs 28/2010, quindi all’analisi del procedimento di mediazione, mentre i paragrafi da 7 ad 11 trattano maggiormente le disposizioni del D.M. 180/2010, quindi la disciplina delle spese della mediazione, quella degli organismi di mediazione e quella degli enti di formazione per i mediatori.
La seconda parte dell’e-book, comprendente i paragrafi da 12 in poi, contiene un approfondimento su un aspetto particolare della mediazione e l’esposizione di nove discipline o procedure speciali in materia di risoluzione stragiudiziale delle controversie civili e commerciali (sempre con l’esclusione dell’arbitrato):
Premessa
1. Il procedimento di mediazione delle controversie civili e commerciali disciplinato dal decreto legislativo n°28 del 2010
1. La disciplina della mediazione per la conciliazione delle controversie civili e commerciali introdotta dal Decreto Legislativo n° 28 del 2010 e le sue successive modifiche. Il Decreto-Legge n° 132 del 2014 che ha introdotto la negoziazione assistita. Il Decreto Legislativo n° 130 del 2015 ed il Regolamento UE n° 524 del 2013 che hanno disciplinato le procedure ADR per i consumatori.
2. Le definizioni di mediazione e di conciliazione e l’ambito di applicazione della disciplina
3. Il procedimento di mediazione: principi generali e rapporti col processo ordinario
4. Gli altri aspetti del procedimento di mediazione.
5. L’esito del procedimento di mediazione: la conciliazione od il suo mancato raggiungimento
6. La disciplina delle spese dell’eventuale processo successivo alla mediazione come incentivo all’utilizzo di essa
7. L’indennità di mediazione: la struttura, la quantificazione di essa e l’incentivo fiscale (credito d’imposta) per le parti che la versano
8. Gli organismi di mediazione ed il loro Registro. Il regolamento di procedura
9. I criteri per l’iscrizione nel Registro degli organismi di mediazione
10. Il procedimento di iscrizione nel Registro degli organismi di mediazione. La vigilanza su di essi
11. L’elenco degli enti di formazione per i mediatori
2. Aspetti e casi particolari della mediazione, le procedure ADR e ODR per i consumatori, la negoziazione assistita
12. Il problema della responsabilità civile per fatto illecito commesso dal mediatore o dall’organismo di mediazione
13. La risoluzione stragiudiziale delle controversie, in particolare la mediazione, in materia bancaria e finanziaria
14. Il tentativo obbligatorio di conciliazione (oggi mediazione) delle controversie relative al contratto di subfornitura disciplinato dalla Legge n° 192 del 1998. Le altre procedure di conciliazione obbligatoria nei servizi di rete. La conciliazione obbligatoria tentata dal consulente tecnico prevista dalla Legge n° 24 del 2017 per il risarcimento del danno derivante da esercizio delle professioni sanitarie
15. La mediazione per le controversie sui contratti di multiproprietà e su quelli relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine definiti dall’articolo 69 del Codice del consumo
16. La disciplina della risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori (articoli da 141 a 141-decies del Codice del consumo) che si applica alla mediazione avente per oggetto contratti di vendita di beni o di servizi stipulati tra un professionista ed un consumatore
16.1 I principi generali della disciplina
16.2 Gli organismi ADR: obblighi, facoltà e requisiti di essi
16.3 Le persone fisiche incaricate di svolgere la procedura ADR ed i requisiti degli organismi ADR
16.5 Le caratteristiche delle procedure di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) dei consumatori
16.6 Gli elenchi degli organismi ADR, le Autorità competenti a tenerli e le modalità dell’iscrizione in essi
17. La risoluzione alternativa delle controversie on line dei consumatori disciplinata dal Regolamento UE n° 524 del 2013. La piattaforma ODR europea utilizzabile da parte dei consumatori e dei professionisti
18. La procedura di negoziazione assistita da uno o più avvocati introdotta dal Decreto-Legge n° 132 del 2014
19. Le Camere arbitrali e di conciliazione che possono essere istituite dai Consigli degli Ordini degli Avvocati: un procedimento di conciliazione molto più costoso per le parti rispetto alla mediazione disciplinata dal Dlgs 28/2010
Appendice normativa
Modulistica
Questo nuovo ebook rappresenta una vera e propria guida operativa per il lavoro nella disciplina edilizia dopo l’entrata in vigore dei decreti SCIA 1 (d.lgs. 126/2016) e SCIA 2 (d.lgs. 222/2016).
La Guida illustra l’inquadramento legislativo, e analizza articolo per articolo i 2 decreti e le modifiche che introducono alla Legge 241/1990 sul procedimento amministrativo e al d. PR 380/2001, T.U. Edilizia:
1. Inquadramento
1.1. La delega per la semplificazione amministrativa
1.2. I decreti legislativi di attuazione della delega in materia di SCIA
1.3. I pareri del Consiglio di Stato sugli schemi dei decreti
1.4. L’Intesa della Conferenza Unificata
2. Il decreto legislativo n. 126 del 2016 (c.d. decreto SCIA 1) (struttura del decreto)
2.1. Riforma con più decreti e certezza del regime applicabile
2.2. Modulistica sul web - Sanzioni ai dipendenti pubblici che non rispettano la norma
2.3. Modifiche alla legge 241 del 1990
2.3.1. Ricevuta di consegna e protocollazione (nuovo art. 18-bis)
2.3.2. Inizio immediato dell’attività e controlli delle SCIA (modifiche all’art. 19)
2.3.3. Concentrazione di regimi amministrativi e Sportello Unico
2.3.4. Ulteriori modifiche alla L. 241/1990
3. Il decreto legislativo n. 222 del 2016 (c.d. decreto SCIA 2)
3.1. Glossario unico
3.2. Consulenza preistruttoria
3.3. Deliberazioni ad hoc a tutela delle zone di pregio
3.4. Regimi amministrativi delle attività private
3.5. Tabella A “Sezione II – Edilizia”
3.6. Modifiche al D.P.R. n. 380/2001
3.6.1. Sportello Unico per l’Edilizia (art. 5 del TUE)
3.6.2. Attività edilizia libera (art. 6 del TUE)
3.6.3. Comunicazione inizio lavori asseverata (art. 6-bis del TUE)
3.6.4. Permesso di costruire (art. 20 del TUE)
3.6.5. SCIA e SCIA alternativa al permesso di costruire (c.d. SuperScia): modifiche agli articoli 22 e 23 del TUE
3.6.6. Autorizzazioni preliminari alla CILA e alla SCIA (modifica all’art. 23-bis del TUE)
3.6.7. Segnalazione Certificata di Agibilità (SCAGI) - Modifica all’art. 24 e abrogazione dell’art. 25 del TUE
3.6.8. Ulteriori modifiche al D.P.R. 380/2001
Dalla Riforma Madia per la riforma della pubblica amministrazione (legge 7 agosto 2015) hanno originato i decreti legislativi n. 126/2016 e n. 222/2016, meglio conosciuti come Decreti SCIA 1 (in vigore dal 28 luglio 2016) e SCIA 2 (in vigore dall'11 dicembre 2016).
L'ebook commenta i contenuti di entrambi i decreti delegati che sono, per loro stessa natura, complementari e tutte le novità che influenzano la disciplina edilizia nel nostro Paese.
Vengono esaminate le modifiche alla legge 241/1990 e al testo unico dell'edilizia (DPR 380/2001) con particolare attenzione al riordino del titoli edilizi (CILA, SCIA, Super SCIA, permesso di costruire, edilizia libera, segnalazione certificata di agibilità, ecc.).
L'analisi evidenzia altresì i punti di contatto tra i due decreti legislativi per offrire al lettore una visione organica dei testi normativi.
Parte Prima
1.1. Premessa generale: la Riforma Madia della Pubblica Amministrazione
1.2. I decreti delegati nn. 126/2016 e 222/2016: profili costituzionali
Parte Seconda
2.1. Il d.lgs. 126/2016 (c.d. SCIA 1)
2.2. Le modifiche alla legge n. 241/1990
2.3. Istanze, segnalazioni e comunicazioni
2.4. La concentrazione dei regimi amministrativi
2.5. Le altre modifiche alla legge n. 241 del 1990
2.6. L’applicabilità del d.lgs. 126/2016: il regime transitorio
Parte terza
3.1. Il d.lgs. 222/2016 (c.d. SCIA 2)
3.2. Introduzione
3.3. Regime amministrativo delle attività private
3.4. I futuri interventi integrativi e correttivi
3.5. La tabella A: cenni
3.6. Modificazioni al testo unico dell’edilizia (d.P.R. 380/2001)
3.7. Riordino dei titoli edilizi
3.8. CILA
3.9. SCIA
3.10. Super-SCIA
3.11. Permesso di costruire
3.12. Edilizia libera
3.13. Segnalazione certificata di agibilità
3.14. Collaudo statico
3.15. Consulenza preliminare
3.16. Vincoli per zone o aree dotate di particolare valore
3.17. Requisiti igienico-sanitari degli edifici
3.18. Glossario unico per l’edilizia
3.19. Livelli ulteriori di semplificazione e termini di adeguamento
Il processo tributario è quasi esclusivamente un processo documentale in cui si riscontrano importanti limitazioni probatorie.
Questo ebook illustra come strutturare la propria difesa con i mezzi di prova. Ai fini della presente analisi, per meglio individuare la struttura del sistema probatorio del processo tributario, si procederà in primis alla trattazione del regime delle prove nella fase pre-processuale e successivamente all’analisi dell’istruttoria nella fase giudiziale del processo strictu sensu (che, sebbene siano strettamente connesse e funzionali l’una all’altra, mantengono profili distinti) con specifico riferimento ai poteri della Commissione tributarie ed alle prove ammissibili (e non) in quest’ultima sede.
Indice
1. Premessa
2. L’istruttoria “primaria” nella fase pre-processuale
3. L’istruttoria “secondaria” nella fase giudiziale del processo
3.1 Giudizio di primo grado
3.2 I poteri istruttori del giudice tributario ex art. 7 del D.Lgs. n. 546/1992
3.3 Onere della prova: Corte di Cassazione, Sez.3 civ., 20 gennaio 2016 n.955
3.4 Giudizio d’appello: divieto di nuove domande e nuove prove
4. I mezzi di prova
4.1 Mezzi di prova ammissibili
4.2 Mezzi di prova vietati: giuramento e prova testimoniale
5. Conclusioni
Una manovra nella manovra. Il decreto fiscale di accompagnamento alla Legge di bilancio per il 2017 si è arricchito di una miriade di novità nel corso del passaggio parlamentare, con un corposo capitolo dedicato alle semplificazioni.
Si amplia la possibilità di far ricorso alla rottamazione delle cartelle esattoriali che viene esteso fino ai ruoli 2016 e introdotto anche per gli enti locali che non fanno ricorso ad Equitalia. Aumentano le opzioni per la voluntary disclosure, estesa in alcune situazioni, anche a chi vi ha fatto ricorso in passato. Novità anche per le comunicazioni obbligatorie IVA con meno scadenze rispetto a quelle inizialmente previste nel decreto. In materia di semplificazioni tra le tante novità si va dalla liberalizzazione dei prelievi dal conto corrente per i professionisti alla soppressione degli studi di settore all’abolizione del tax day del 16 giugno.
E ancora estensione dei termini di presentazione del 730 precompilato e chiusura d’ufficio senza contraddittorio per le partite IVA inattive da tre anni, regimi opzionali senza più necessità di rinnovo a scadenza e deducibilità per le spese di trasporto da parte dei lavoratori autonomi. Nell’ebook tutte le novità punto per punto.
Introduzione
Decreto fiscale 2017
1. Addio ad Equitalia – Articoli 1 e 1-bis
1.1. Cancellazione d’ufficio per le società del gruppo Equitalia
1.2. Il passaggio di consegne
1.3. Il personale
1.4. Le operazioni societarie
1.5. La regolamentazione dell’attività
1.6. Aggio all’8% il prossimo anno in attesa della riforma complessiva
1.7. Relazione annuale
1.8. Proroga di termine in materia di delega di funzioni dirigenziali nelle Agenzie fiscali
2. Le opzioni per la riscossione locale – Articoli 2 e 2-bis
2.1. Le opzioni per comuni e province
2.2. Per le imposte locali via libera ai pagamenti con carte e bancomat
3. Nuovi poteri dell’Agenzia delle entrate in materia di riscossione – Articolo 3
3.1. Accesso ai dati INPS per accelerare i pignoramenti
4. Norme in materia di comunicazioni IVA e fatturazioni – Articoli 4 e 4-bis
4.1. Da gennaio cambiano le comunicazioni
4.2. I dati da inviare e gli obblighi cancellati
4.3. La conservazione dei dati
4.4. La comunicazione liquidazione IVA periodica
4.5. I soggetti esonerati
4.6. Controlli e verifiche
4.7. Crediti d’imposta per l’adeguamento tecnologico
4.8. Le sanzioni
4.9. Termini di accertamento ridotti per chi opta per la trasmissione telematica dei dati
4.10. Norme per i depositi IVA
4.11. Soldi ai comuni per la partecipazione alle attività di accertamento
4.12. Fatture elettroniche per il tax free shopping
5. Norme in materia di accise – Articolo 4-ter
5.1. Rateizzazione in caso di difficoltà
5.2. Estesa la disciplina dei rimborsi
5.3. Nuove accise per il gasolio
5.4. Autorizzazione ad hoc per gli impianti di carburante
5.5. Nuove norme per gli alcolici
6. Dichiarazione integrativa a favore in tempi lunghi – Articolo 5
6.1. Termine ultimo quello per l’accertamento
6.2. Più tempo per integrare la dichiarazione IVA
6.3. Accertamento solo sulle integrazioni
6.4. Sconto sulle sanzioni anche per le accise
6.5. Nuove norme per lo scomputo dall’imposta delle ritenute alla fonte
7. Definizione agevolata delle controversie in materia di accise e di IVA afferente – Articolo 5-bis
7.1. Sanabili le imposte evase fino al 31 marzo 2010
8. Ampliata la rottamazione delle cartelle esattoriali – Articolo 6
8.1. Operazione ai blocchi di partenza
8.2. Le cartelle escluse
8.3. Più tempo per la domanda
8.4. Più facile individuare i carichi pendenti
8.5. In caso di mancato pagamento
8.6. Niente decadenza dal piano se si riprende il pagamento entro 60 giorni
8.7. Sì alla sanatoria per chi già pagava a rate
8.8. Sanatoria anche per composizione della crisi da sovraindebitamento
9. Spazio ai consulenti tributari per l’assistenza dei contribuenti – Articolo 6-bis
9.1. Solo professionisti certificati
10. Definizione agevolata delle liti sui tributi locali – Articolo 6-ter
10.1. Stop al pagamento delle sanzioni sui tributi evasi
10.2. Sospese le procedure di recupero per chi presenta la domanda
11. Riparte la voluntary disclosure – Articolo 7
11.1. Collaborazione volontaria ad ampio raggio
11.2. Le norme applicabili
11.3. La procedura
11.4. Le sanzioni
11.5. Nuova ipotesi di reato
11.6. Le violazioni in materia di contanti
11.7. Se si paga meno del dovuto
11.8. Più controlli su chi ha richiesto o richiede la residenza all’estero
12. Aboliti gli studi di settore – Articolo 7-bis
12.1. Esordio per gli indici di affidabilità
13. Semplificazioni fiscali – Articolo 7-quater
13.1. Liberalizzati i prelievi per professionisti e imprese
13.2. Conversione in euro dei bilanci delle imprese all’estero
13.3. Bilancio consolidato
13.4. Spese di trasporto deducibili dal reddito di lavoro autonomo
13.5. Avvisi via pec
13.6. Nuovo invio delle cartelle di pagamento via pec
13.7. Più tempo per l’invio della Certificazione Unica
13.8. Formalizzati i termini di sospensione estivi
13.9. Slitta a fine giugno il saldo IRPEF
13.10. Senza comunicazione IVA gli acquisti a San Marino
13.11. Semplificazioni in materia di IVIE
13.12. Mantiene la cedolare chi dimentica di comunicare la proroga del contratto
13.13. Bollo virtuale anche per gli assegni circolari
13.14. Regimi opzionali senza rinnovo obbligatorio
13.15. Novità per la tassazione di gruppo
13.16. Pagamenti con F24 in contanti anche sopra i 1.000 euro
13.17. Rimborsi IVA fino a 30.000 euro senza garanzia
13.18. Imposta sostitutiva sui finanziamenti in autoliquidazione
13.19. Tasse ipotecarie e uffici competenti
13.20. Nuovi orari e nuovi servizi per le Conservatorie immobiliari
13.21. Spese di giustizia e registrazione delle sentenze
13.22. Partite IVA inattive da tre anni cancellate d’ufficio
13.23. Più tempo per l’invio della dichiarazione precompilata
14. Agevolazioni IRPEF per i lavoratori in trasferta e trasfertisti – Articolo 7-quinquies
15. Semplificazioni per i contribuenti in regime forfettario – Articolo 7-sexies
16. Potenziamento di tax credit per il cinema e l’audiovisivo – Articolo 14
In allegato, in fondo al testo dell'ebook, troverai il link per scaricare gratuitamente la Circolare Settimanale del Lavoro dedicata al Jobs Act realizzata dalla redazione di FISCOeTASSE.
La ratio del presente lavoro è quello di analizzare:
Ai lettori lasciamo giudicare se le norme della l. 78/2014, dei decreti attuativi (d.lgs. n. 22/2015, n. 23/2015, n. 80/2015, n. 81/2015, d.lgs. 148/2015, d.lgs. 149/2015, d.lgs. 150/2015, d.lgs. 151/2015 e d.lgs. 185/2016) della l. 10 dicembre 2014, n. 183, c.d. Jobs Act, vanno ad investire sulla forza-lavoro o portano i diritti dei lavoratori all’800.
Sintesi
Premessa
1. Contratto a termine e legge n. 78/2014
1. Contratto a tempo determinato e cause per la stipula
2. Contratto a termine acausale
3. Forma scritta
4. Limiti percentuali
5. Proroghe
6. Diritto di precedenza
7. Disciplina transitoria
8. Recepimento della l. 78/2014 nei Ccnl
2. Contratto di somministrazione e legge n. 78/2014
1. Nozione
2. Tipologie
3. Novità
3. Apprendistato e legge n. 78/2014
1. Definizione
2. Forma scritta
3. Percentuali di stabilizzazione
4. Diminuzione della retribuzione
5. Formazione pubblica
4. Altre novità e l. n. 78/2014
1. Durc
2. Contratti di solidarietà
3. Elenco anagrafico del lavoratore
4. Stato di disoccupazione
5. Legge n. 183/2014 e Jobs Act
1. Premessa
2. Delega in materia di ammortizzatori sociali
3. Delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive
4. Delega per la semplificazione e la razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti relativi alla costituzione ed alla gestione dei rapporti di lavoro
5. Delega per il riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e delle tipologie dei relativi contratti nonché per la razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva
6. Delega per la revisione e l’aggiornamento delle misure intese a sostenere le cure parentali ed a tutelare la maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
6. Decreto legislativo n. 22/2015: Riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali
1. Contenuti
2. NASpI
3. DIS-COLL
4. ASDI
5. Contratto di ricollocazione
7. Decreto legislativo n. 23/2015: Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti
1. Campo di applicazione
2. Licenziamento individuale e regimi sanzionatori: l. 92/2012 e d.lgs. 23/2015
3. Risoluzione stragiudiziale
4. Licenziamento collettivo e regimi sanzionatori: l. 92/2012 e d.lgs. 23/2015
8. Decreto legislativo n. 80/2015: Disposizioni in materia di nuove tutele alla maternità
1. Principi generali
2. Oggetto e finalità
3. Contenuti
9. Decreto legislativo n. 81/2015: Disposizioni in materia di forme contrattuali e mansione
1. Premessa
2. Contenuti
10. Decreto legislativo n. 151/2015: Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di lavoro e pari opportunità
1. Premessa
2. Contenuti
11. Decreto legislativo n. 150/2015: Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive
1. Premessa
2. Contenuti
12. Decreto legislativo n. 149/2015: Disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale
1. Premessa
2. Contenuti
13. Decreto legislativo n. 148/2015: Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga in costanza di rapporto di lavoro
1. Premessa
2. Contenuti
14. D. Lgs. 185/2016: Disposizioni integrative e correttive ai d.lgs. 81/2015, d.lgs. 148/2015, d.lgs. 149/2015, d.lgs. 150/2015 e d.lgs. 151/2015
1. Premessa
2. Contenuti
Appendice – Schede di sintesi
1. Legge n. 78/2014
2. Legge n. 183/2014
3. Decreto legislativo n. 22/2015
4. Decreto legislativo n. 23/2015
5. Decreto legislativo n. 80/2015
6. Decreto legislativo n. 81/2015
7. Decreto legislativo n. 151/2015
8. Decreto legislativo n. 150/2015
9. Decreto legislativo n. 149/2015
10. Decreto legislativo n. 148/2015
11. Scheda di sintesi del d.lgs. 185/2016
IVA 4%
1. ACQUISTO PRIMA CASA
2. ACQUISTO PERTINENZA PRIMA CASA
3. APPALTO COSTRUZIONE PRIMA CASA
4. APPALTO COSTRUZIONE PERTINENZA PRIMA CASA
5. APPALTO AMPLIAMENTO PRIMA CASA
6. APPALTO COSTRUZIONE IMMOBILE RURALE
7. ACQUISTO BENI FINITI COSTRUZIONE PRIMA CASA
8. ACQUISTO BENI FINITI AMPLIAMENTO PRIMA CASA
9. ACQUISTO BENI COSTRUZIONE CASA RURALE
10. ACQUISTO BENI FINITI COSTRUZIONE IMMOBILE TUPINI
11. ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE
12. ABBATTIMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE CONDOMINIALI
13. ACQUISTO E POSA IN OPERA BENI SOGGETTO DISABILE
IVA 10%
1. ACQUISTO IMPIANTO FOTOVOLTAICO
2. ACQUISTO KIT REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO
3. ACQUISTO PERTINENZA
4. APPALTO REALIZZAZIONE PERTINENZA
5. APPALTO RISTRUTTURAZIONE PERTINENZA
6. ACQUISTO DIRETTO BENI RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE
7. DICHIARAZIONE MANUTENZIONE ORDINARIA CONDOMINI
Nel presente eBook si cercherà di fare chiarezza alle problematiche che riguardano la gestione dei beni strumentali nell’ambito delle libere professioni, nelle diverse fasi dell’acquisizione, del funzionamento e della successiva dismissione dei beni stessi, tenendo conto, ovviamente, delle specifiche problematiche fiscali.
La gestione fiscale dei beni strumentali costituisce un aspetto rilevante per i liberi professionisti, soprattutto considerando gli studi di maggiori dimensioni caratterizzati da una struttura patrimoniale importante in quanto contenente immobili, computer e automezzi che comportano l’impiego di ingenti investimenti finanziari. Si pone il problema della deducibilità degli investimenti immobiliari e mobiliari, soprattutto tenendo conto del particolare regime fiscale degli automezzi, in quest’ultimo caso, ma ancora si pone il problema delle specifiche criticità emergenti in merito alla deducibilità delle ristrutturazioni immobiliari o delle specifiche norme che consentono di usufruire, nell’ambito delle libere professioni, dell’agevolazione relativa ai maxi-ammortamenti e ai maxi-leasing, contenuta nella legge di stabilità 2016.
La disciplina tributaria dei liberi professionisti pare molto semplice perché è contenuta sostanzialmente nel corpo dell’art. 54 del Tuir. Questa affermazione è parzialmente vera in quanto alcune specifiche fattispecie trovano il loro fondamento normativo in altri articoli del Tuir (l’art. 43 disciplina il regime fiscale degli immobili strumentali, l’art. 164 disciplina il regime fiscale dei veicoli di trasporto a motore, l’art. 6 disciplina il regime fiscale di alcune fattispecie, come la cessione dei crediti, gli interessi, ecc.).
Questa apparente semplicità si scontra, invece, con una disciplina lacunosa e frammentaria che emerge con grande evidenza nell’ambito della gestione fiscale dei beni strumentali.
Spesso ci si trova a dover risolvere questioni fiscali dei liberi professionisti attingendo alle regole fissate dal legislatore e dalla prassi nel diverso ambito delle imprese. Il ricorso all’analogia non può costituire una regola. Infatti basti pensare che il comma 1 dell’art. 54, appena più sopra citato, stabilisce che il reddito dei liberi professionisti viene determinato secondo il criterio generale della cassa, fatte salve le specifiche eccezioni contenute nella norma, mentre il criterio generale stabilito nel titolo II, del Tuir, per le imprese, è quello della competenza economica.
Anche in quest’ultimo caso sono previste specifiche eccezioni alla regola generale.
Le regole relative alla determinazione del reddito fiscale dei liberi professionisti assumono connotati specifici che in alcuni casi si discostano radicalmente dalle regole previste per le imprese mentre, altre volte, si sovrappongono a queste, consentendo il ricorso all’analogia. Anche le regole relative agli ammortamenti e alle manutenzioni rivestono caratteristiche specifiche, nell’ambito delle libere professioni. Regole specifiche valgono anche nel caso del leasing finanziario.
Vi sono norme di difficile comprensione, tutte rientranti nell’ambito fiscale dei liberi professionisti, come quelle che ammettono la deduzione dei costi derivanti dal leasing immobiliare, per i contratti stipulati all’interno di specifici periodi individuati dal legislatore, in evidente contrapposizione con altre norme che non ammettono la deduzione degli ammortamenti nel caso dell’acquisto di immobili effettuato nei medesimi periodi.
Le criticità relative agli investimenti immobiliari si accentuano se poi consideriamo che le spese incrementative sostenute sugli immobili (come possono essere le spese di manutenzione straordinaria) sono poi deducibili, anche se sostenute su immobili per i quali non è ammessa la deduzione di ammortamenti o di canoni di leasing.
L’ultimo aspetto riguarda le dismissioni dei beni utilizzati dai liberi professionisti. Particolare attenzione merita la fattispecie della cessione del contratto di leasing immobiliare, tenendo conto dell’importanza dell’operazione in termini di gettito nonché dell’assenza di specifiche disposizioni in merito. In questo modo restano aperti margini d’incertezza non indifferenti, nel caso di specie. Con riguardo alla vendita occorre fare riferimento alle norme specifiche relative agli immobili strumentali e agli immobili a uso promiscuo, tenendo conto che, nel caso di specie, vi sono periodi in cui il legislatore non ha ammesso la deduzione dei costi in argomento con la conseguenza che anche le medesime cessioni, simmetricamente, assumono regimi tributari differenti. Ancora diverse sono le fonti normative che regolano le cessioni degli immobili strumentali e degli immobili a uso promiscuo, dalle quali scaturiscono diversi regimi fiscali (redditi di lavoro autonomo e redditi fondiari).
Mancano anche norme che si occupino del caso della perdita involontaria dei beni strumentali. Nel caso di specie, infatti, si deve tener conto dell’irrilevanza fiscale delle sopravvenienze passive che rappresentano costi legati alla competenza economica, non espressamente previsti nel corpo dell’elencazione tassativa contenuta nell’art. 54 del Tuir, relativamente alle deroghe al criterio di cassa.
L’analisi approfondita della disciplina tributaria dei liberi professionisti non fa altro che cristallizzare, sempre di più, maggiori dubbi e incertezze.
Gli interventi dell’amministrazione finanziaria, in alcuni casi, hanno avuto l’effetto opposto rispetto agli obiettivi istituzionali attribuiti alla prassi, in termini di chiarezza del sistema impositivo, in quanto hanno prodotto ancora maggiori dubbi ed incertezze nel caso di specie. Si pensi, ad esempio, alla fattispecie della deduzione del costo sostenuto per l’acquisto del software e della banca dati su cd-rom. Infatti, secondo l’amministrazione finanziaria, il software deve essere dedotto secondo le regole previste nel titolo II, per le imprese, mentre la banca dati su cd-rom costituisce un bene materiale e non immateriale, posto che la materialità prevale sull’immaterialità, nel caso di specie, con la conseguente applicazione della procedura dell’ammortamento.
Tutte queste criticità mi hanno suggerito l’idea di pubblicare codesto ebook che si pone l’obiettivo di dare chiarezza in merito alla gestione fiscale dei beni strumentali utilizzati dai liberi professionisti, in una visione unitaria dell’argomento, probabilmente ancora assente nel panorama editoriale, che parte dal momento dell’acquisizione per arrivare al momento della dismissione, conseguente ad una vendita o a una cessione di contratto di leasing o, ancora, all’autoconsumo o alla perdita involontaria.
Spero che codesto intervento sia interessante per gli operatori del settore, soprattutto tenendo conto dell’agevolazione attualmente prevista dalla legge di stabilità 2016, relativa ai maxi-ammortamenti e ai maxi-leasing.
Sintesi
Premessa
Capitolo 1 – I beni strumentali
1. I beni strumentali in generale
2. I beni immateriali
Capitolo 2 – I beni strumentali ad uso promiscuo
Capitolo 3 – L’acquisizione dei beni strumentali
1. L’acquisto
1.1. L’inerenza e la sussistenza del requisito della strumentalità
1.2. Determinazione del costo di acquisto
1.3. L’ammortamento
1.4. Il coefficiente di ammortamento
1.5. La deduzione dei costi relativi all’acquisto di beni di modico valore
1.6. La deduzione dell’ammortamento nel caso dei mezzi di trasporto a motore
1.7. Il regime fiscale dei veicoli a motore su strada dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d’imposta
1.8. Il maxi-ammortamento
1.8.1. Il requisito della novità
1.8.2. Il requisito della materialità
1.8.3. Il maxi-ammortamento delle autovetture
1.8.4. Il maxi-ammortamento dei veicoli dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d’imposta
2. L’acquisto di immobili strumentali
3. Acquisto di immobili ad uso promiscuo
Capitolo 4 – La locazione
1. Locazione di immobili strumentali
2. Locazione di immobili ad uso promiscuo
3. Considerazioni in merito alla locazione immobiliare
4. Il subaffitto
Capitolo 5 – Il leasing finanziario
1. Il leasing mobiliare
2. Il maxi-leasing mobiliare
3. Il leasing relativo alle autovetture
4. Il maxi-leasing relativo alle autovetture
5. Il leasing immobiliare
5.1. Leasing relativo agli immobili ad uso promiscuo
Capitolo 6 – Le manutenzioni
1. Le manutenzioni degli immobili
2. Altre manutenzioni
3. Le migliorie e il maxi-ammortamento
Capitolo 7 – Le dismissioni fiscalmente rilevanti relative ai beni strumentali
1. Aspetti generali
1.1. Un caso particolare: la cessione del bene acquisito in leasing, dopo l’esercizio del riscatto
2. L’autoconsumo
3. Eliminazione e perdita di beni strumentali
3.1. Documentazione probatoria
3.2. Indennità risarcitorie connesse con la perdita del bene strumentale
Capitolo 8 – La cessione del contratto di leasing
Tutte le novità sul falso in bilancio e i reati fiscali in 142 pagine.
Solo in un riconosciuto “clima di fiducia” e con un diffuso “senso di sicurezza” si può assicurare una reale capacità del sistema produttivo di sostenere la crescita economica, di attrarre investimenti e, più in generale, di garantire un effettivo esercizio della libera concorrenza.
A tal fine, gli interventi riformatori devono necessariamente muovere in una duplice direzione: da un lato nel determinare un cambiamento “culturale” ed “organizzativo”, che persegua gli obiettivi di semplificazione, flessibilità, trasparenza ed efficienza del sistema3; dall’altro lato, nel realizzare azioni e strumenti adeguati a contrastare i più pericolosi fattori di “insicurezza” e “distorsione” del mercato, quali sono, in generale, tutti i fenomeni di illegalità e, in particolare, le diverse forme di mala gestio e corruzione nonché le più gravi manifestazioni di criminalità con le sue peculiari connotazioni e conseguenze economiche.
Ciò nella piena consapevolezza che “corruzione e criminalità organizzata generano distorsioni nell’allocazione delle risorse, riducono l’efficacia dell’azione pubblica e ostacolano lo sviluppo”.
In quest’ottica si è posto il Legislatore nell’emanazione sia della l. 27 maggio 2015, n. 69 (contenente disposizioni in materia dei delitti contro la pubblica amministrazione, di associazione di tipo mafioso e di falso in bilancio), con cui ha reintrodotto il delitto di false comunicazioni sociali, sia del d.lgs. 24 settembre 2015, n. 158, con cui ha riformato il sistema dei reati tributari, in attuazione della delega conferita con l’art. 8 co. 1 della legge 11 marzo 2014, n. 235.
Capitolo 1 – La riforma dei reati tributari e del falso in bilancio: cenni introduttivi a cura di Stefano Cosimo De Braco
1. Gli obiettivi della riforma: legalità economica e sviluppo
2. Falso in bilancio e reati tributari quali “reati spia"
3. L’oggetto della tutela
3.1. La difficile individuazione del bene giuridico leso
3.2. I beni giuridici tutelati dal reato di falso in bilancio
3.3. I beni giuridici tutelati dai reati tributari
4. La tutela del mercato e della libera concorrenza
5. La sicurezza economica quale presupposto del mercato
6. La criminalità economica
Capitolo 2 – Il nuovo reato di falso in bilancio a cura di Aniello De Vita
1. Le ragioni dell’intervento riformatore
2. Le soglie di punibilità
3. La rinnovata formulazione degli artt. 2621 c.c. e 2622 c.c
3.1. Analisi comparata dei delitti
3.2. La condotta
4. L’introduzione degli artt. 2621-bis e 2621-ter c.c
5. La rilevanza delle valutazioni nel falso in bilancio
5.1. L’eliminazione dal testo normativo
5.2. La posizione della Corte di Cassazione
5.2.1. La sentenza n. 33774 in data 30 luglio 2015
5.2.2. Il successivo revirement giurisprudenziale
5.2.3. La sentenza n. 6916 in data 22 febbraio 2016
5.2.4. La sentenza n. 12793 in data 30 marzo 2016
6. La sentenza – a sezioni unite – n. 22474 del 27 maggio 2016
7. La legge n. 69/2015 quale ius superveniens
Capitolo 3 – I nuovi reati tributari alla luce del d.lgs. n. 158/2015 a cura di Aniello De Vita
1. Le modifiche apportate nel tempo al d.lgs. n. 74/2000
2. I principi ispiratori del d.lgs. n. 158/2015
3. L’irrilevanza penale dell’elusione (e dell’abuso del diritto)
4. I principali correttivi apportati dal d.lgs. n. 158/2015
5. I nuovi reati tributari
5.1. Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2)
5.2. Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3)
5.3. Dichiarazione infedele (art. 4)
5.3.1. Gli elementi passivi inesistenti
5.3.2. L’imposta evasa
5.3.3. Le soglie di punibilità e le valutazioni
5.4. Omessa dichiarazione (art. 5)
5.5. Occultamento o distruzione di documenti contabili (art. 10)
5.6. Omesso versamento di ritenute dovute o certificate (art. 10-bis)
5.7. Omesso versamento di Iva (art. 10-ter)
5.8. Indebita compensazione (art. 10-quater)
6. La confisca (art. 12-bis)
6.1 Lineamenti generali
6.2. Estensione della confisca alle disponibilità finanziarie della società
6.3. La rilevanza dell’impegno al pagamento
7. Il pagamento del debito tributario quale causa di non punibilità (art. 13)
8. Le circostanze, attenuanti ed aggravanti, del reato (art. 13-bis)
8.1. Il pagamento quale circostanza attenuante e condizione di ammissibilità al “patteggiamento” della pena
8.2. La circostanza aggravante di cui al comma 3
9. La custodia giudiziale (art. 18-bis) e le disposizioni abrogate
10. L’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. ai reati tributari
11. Favor rei e ius superveniens
Capitolo 4 – Gli ulteriori attuali strumenti di contrasto a cura di Stefano Cosimo De Braco
1. L’esigenza di rendere “diseconomico” il reato
2. Strumenti “penali” ed “amministrativi”
3. Riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio
3.1. Il riciclaggio
3.2. Il reimpiego
3.3. L’autoriciclaggio
3.4. Riciclaggio, autoriciclaggio e reati tributari
4. La responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato
5. Il contrasto patrimoniale
5.1. Sequestro e confisca
5.2. Confisca ordinaria e per equivalente
5.3. Confisca e sanzioni del d.lgs. n. 231/2001
5.4. Confisca per sproporzione
6. Misure di prevenzione e “pericolosità fiscale”
7. Nuove prospettive: le azioni risarcitorie collettive (class action)
Il decreto legislativo n. 128, del 5 agosto 2015, in vigore dal 2.9.2015, contiene disposizioni sulla certezza del diritto, nei rapporti tra fisco e contribuente, in attuazione degli artt. 5, 6 e 8, c. 2, l. 11.3.2014, n. 23, c.d. “legge delega”, e, in particolare, sull’abuso del diritto, sul raddoppio dei termini per violazioni penali, sull’adempimento collaborativo e sulla voluntary disclosure. Il decreto sulla certezza del diritto, che comprende la disciplina dell’abuso e dell’elusione fiscale, sembra venire incontro alle istanze degli operatori del settore, individuando una disposizione che fa chiarezza su cosa si intenda per abuso del diritto e su quali siano le procedure da seguire in presenza di contestazioni, in merito a tali violazioni.
Il volume affronta, in una prospettiva pratica foriera di grande utilità in chiave applicativa, una delle tematiche più delicate e controverse del diritto tributario, finalmente disciplinata, in esecuzione della cosiddetta delega fiscale, nel nuovo art. 10-bis dello Statuto del contribuente. La materia in questione, infatti, è forse quella in cui la giurisprudenza ha utilizzato nella maniera più ampia e convinta il generale divieto di abuso del diritto, suscitando forti riserve sul piano dei rapporti con la norma entielusiva di cui all’art. 37-bis d.P.R. n. 600/1973, così sostanzialmente svuotata della propria portata garantista, e sulla stessa legittimazione di una siffatta clausola.
Come consuetudine, considerati gli indirizzi tracciati dall’Editore, convergenti con le richieste formulate dai lettori, si cercherà di proporre degli esempi, ispirati a casi pratici, di ausilio dunque alla comprensione delle fattispecie che la norma intende stigmatizzare, proponendo inoltre uno schema di ricorso che ben potrebbe attagliarsi a diverse fattispecie, oggetto di possibile contestazione, da parte dell’Amministrazione finanziaria, relativamente a un presunto abuso delle norme tributarie.
Fac-simile di ricorso e casi pratici.
Casi pratici:
1. Liquidazione o fusione per incorporazione?
2. Fusione per incorporazione della partecipata estera, da parte della controllante italiana, e conversione in una stabile organizzazione.
3. Holding di famiglia e ricambio generazionale.
4. Alternativa tra cessione della quota sociale, detenuta dalla persona fisica, e cessione dell’azienda, previo conferimento in newco.
5. Trasformazione “agevolata” in società semplice e successiva cessione dell’immobile.
6. Conferimento di ramo d’azienda alberghiera in newco, con successiva cessione della partecipazione.
7. Scissione proporzionale e successiva fusione per incorporazione della beneficiaria. Riorganizzazione societaria o indebito risparmio d’imposta”?
8. Cessione della partecipazione in newco statica detentrice di beni immobili ovvero di partecipazioni.
9. Apporto delle partecipazioni in trust, da parte di persona fisica non imprenditore, tassazione dei dividendi, il caso del disconoscimento possibile inopponibilità.
Prefazione del Prof. Avv. Riccardo Borsari
Premessa
Prefazione
1. Impatto del d.lgs n. 128/2015 su verifiche fiscali e contenzioso tributario
1. La qualificazione e la configurazione dell’abuso del diritto e l’applicazione del divieto in modo estensivo a tutti i tributi, quale principio immanente all’ordinamento tributario
2. Gli effetti derivanti dall’abrogazione dell’art. 37-bis del d.P.R. 600/1973: il principio del “favor rei” e l’impatto sui processi in corso
2.1. Abuso del diritto e sanzioni amministrative: difese da parte del contribuente
3. L’abuso inteso come “risparmio indebito”
4. Pieno riconoscimento del legittimo risparmio d’imposta e della libertà di scelta del contribuente, tra diverse opzioni fiscali
5. Contraddittorio endoprocedimentale e rispetto dell’onere motivazionale, da parte dell’Amministrazione finanziaria, prima dell’emissione dell’atto impositivo, a presidio delle tutele concesse al contribuente
6. Conferimento d’azienda e cessione della partecipazione
7. Disposizione antielusive e art. 20 Tur: conferimenti di azienda
8. Operazioni straordinarie e possibili rilievi a seguito dell’introduzione dell’art. 10-bis nello Statuto del contribuente: nuovi spiragli?
2. Modifiche alla disciplina del raddoppio dei termini per l’accertamento, per Iva e imposte dirette, relativa abrogazione ad opera della legge n. 208/2015 (Legge di stabilità 2016)
1. Impatto della disciplina di cui al d.lgs. 128/2015, circa il raddoppio sui termini di decadenza e relativi presupposti
2. La disciplina del regime transitorio di cui al d.lgs. 128/20152
3. Abrogazione del regime del raddoppio dei termini, a far data da Unico 2017, ad opera della legge 208/2015, c.d. legge di stabilità
4. Termine per l’accertamento: il “sudoku normativo”
3. Avviso di accertamento e (presunto) abuso del diritto: schema di un (ipotetico) ricorso
1. Il ricorso ex art. 18 del d.lgs. 546/1992: atto impugnato e relativi presupposti impositivi
2. In via pregiudiziale violazione e falsa applicazione dell’art. 10-bis dello Statuto del contribuente, in particolare delle regole procedimentali che disciplinano l’attività istruttoria, esperita dall’Ufficio finanziario, in presenza di operazioni affermatamente “elusive”
3. Illegittimità della parziale ripresa a tassazione dei canoni di leasing asseritamente non inerenti: totale carenza di motivazione della pretesa erariale, anche alla luce dei principi di diritto elaborati dalla giurisprudenza di vertice
4. Piena legittimità del ricorso al leasing e corretta deducibilità, ai fini fiscali, dei canoni del contratto di locazione finanziaria sottoscritto nel periodo d’imposta: la ratio della norma
Conclusioni
Bibliografia/dottrina
Norma