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Breve guida per la pensione di reversibilità.
eBook in pdf di 31 pagine.
La pensione di reversibilità spetta ai superstiti del pensionato per invalidità, vecchiaia o anzianità, ma anche dell’assicurato che al momento del decesso risulti in possesso dei prescritti requisiti contributivi. Quando deriva da assicurato è definita “indiretta”.
La pensione ai superstiti è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa.
Premessa
1. Requisiti contributivi
2. Beneficiari
2.1 Coniuge
2.2 Separazione legale
2.3 Assegno di mantenimento
2.4 Insufficiente il mantenimento di fatto
2.5 Ripartizione
2.6 Concorso con i figli
2.7 Con sentenza provvisoria
2.8 Unioni civili
2.9 Convivenza more uxorio
2.10 Figli minori
2.11 Nati fuori dal matrimonio
2.12 Studenti
2.12.1 Primo e secondo ciclo di istruzione
2.12.2 Universitari
2.12.3 Universitario a tempo parziale
2.12.4 Laureati che accedono a tirocinio
2.12.5 Corsi di formazione artistica e musicale (conservatori)
2.12.6 Iscrizione a Istituti Tecnici Superiori (ITS)
2.12.7 Iscritti a singoli corsi 4
2.12.8 Impiego in lavori socialmente utili e svolgimento di borsa lavoro
2.13 Inabili
2.13.1 Due trattamenti
2.14 Nipoti
2.15 Genitori
2.16 Fratelli e sorelle
3. Vivenza a carico
4. Decorrenza
4.1 Riscatto successivo
5. Misura
6. Come fare domanda
7. Limiti di reddito
8. Revoca e sospensione
8.1 Figlio studente che interrompe temporaneamente gli studi
9. Doppia annualità
9.1 Sulla quota del coniuge superstite
10. Una tantum ai superstiti privi di reversibilità
10.1 Requisito reddituale
11. Ratei di pensione
11.1 In quali casi va fatta domanda
11.2 Tassazione separata
Testo Elaborato completamente con l’ausilio di ChatGPT
Questo documento è una sintesi del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (IA), che stabilisce un quadro giuridico per la regolamentazione, il monitoraggio e l’uso dei sistemi di IA nell’Unione Europea. Tratta di vari aspetti legati all’IA, come le pratiche vietate, i requisiti per i sistemi ad alto rischio, gli obblighi di trasparenza, e introduce un sistema di governance per l’IA, comprese le sanzioni per la non conformità. L’obiettivo del regolamento è di garantire che l’uso dell’IA nell’UE sia sicuro, rispettoso dei diritti fondamentali e conforme ai valori etici, promuovendo al contempo l’innovazione e l’adozione dell’IA.
Il nuovo regolamento europeo che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale è stato approvato dal Parlamento Europeo mercoledì 13 marzo 2024, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
Lo scopo del regolamento è migliorare il funzionamento del mercato interno istituendo un quadro giuridico uniforme in particolare per quanto riguarda lo sviluppo, l'immissione sul mercato, la messa in servizio e l'uso di sistemi di intelligenza artificiale (sistemi di IA) nell'Unione, in conformità dei valori dell'Unione, promuovere la diffusione di un'intelligenza artificiale (IA) antropocentrica e affidabile, garantendo nel contempo un livello elevato di protezione della salute, della sicurezza e dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (la "Carta"), compresi la democrazia, lo Stato di diritto e la protezione dell'ambiente, contro gli effetti nocivi dei sistemi di IA nell'Unione nonché promuovere l'innovazione.
Il regolamento garantisce la libera circolazione transfrontaliera di beni e servizi basati sull'IA, impedendo così agli Stati membri di imporre restrizioni allo sviluppo, alla commercializzazione e all'uso di sistemi di IA, salvo espressa autorizzazione del regolamento stesso.
Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l'entrata in vigore, salvo per quanto riguarda: i divieti relativi a pratiche vietate, che si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore; i codici di buone pratiche (nove mesi dopo); le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).
Premessa
I 180 considerando che portano all’emanazione del Regolamento sull’Intelligenza Artificiale
CAPO I - Disposizioni generali
CAPO II - Pratiche di intelligenza artificiale vietate
CAPO III - Sistemi di IA ad alto rischio
Sezione 1: Classificazione dei sistemi di IA come "ad alto rischio"
Sezione 2: requisiti per sistemi di IA ad alto rischio
Sezione 3: Obblighi dei fornitori e dei deployer dei sistemi di IA ad alto rischio e di altre parti
Sezione 4: Autorità di notifica e organismi notificati
Sezione 5: Norme, valutazione della conformità, certificati, registrazione
CAPO IV - Obblighi di trasparenza per i fornitori e i deployer di determinati sistemi di IA
CAPO V- Modelli di IA per finalità generali
Sezione 1: regola di classificazione
Sezione 2: Obblighi dei Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali
Sezione 3: Obblighi dei Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali con Rischio Sistemico
CAPO VI - Misure a sostegno dell'innovazione
CAPO VII - Governance
Sezione 1: Governance a livello dell'Unione
Sezione 2: Autorità nazionali competenti
CAPO VIII – Banca dati dell'UE per i sistemi di IA ad alto rischio
CAPO IX - Monitoraggio successivo all'immissione sul mercato, condivisione delle informazioni, vigilanza del mercato
Sezione 1: Monitoraggio Successivo all'Immissione sul Mercato
Sezione 2: Condivisione di Informazioni su Incidenti Gravi
Sezione 3: Applicazione
Sezione 4: Mezzi di Ricorso
Sezione 5: Supervisione, Indagini, Esecuzione e Monitoraggio in Relazione ai Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali
CAPO X - Codici di condotta e orientamenti
CAPO XI - Delega di potere e procedura di comitato
CAPO XII - Sanzioni
CAPO XIII - Disposizioni finali
Allegati
L'autotutela: le modalità operative per sistemare la propria posizione fiscale; eBook in pdf di 74 pagine
Aggiornato al D.lgs n.219 del 30/12/2023 Modifiche allo Statuto del Contribuente in vigore dal 18/01/2024
L’autotutela è stata modificata per legge: è divenuta anche obbligatoria per l’ufficio, vedremo in quali casi. Essa nasce dalla necessità di evitare un contenzioso tributario “inutile” o “inesistente” quando la richiesta dell’ufficio è infondata, “ab origine”.
La nuova normativa regolamenta anche l’autotutela facoltativa, per correggere errori commessi dall’ufficio, per altre fattispecie oggetto del potere impositivo, prima di intraprendere un contenzioso. Il contribuente, può, rectius deve, effettuare una comunicazione nel suo interesse, in entrambe le fattispecie, autotutela obbligatoria e facoltativa, se l’ufficio non provvede e se vuole evitare il contenzioso.
E’ chiaro che, in entrambe le situazioni, l’autotutela, correttamente utilizzata cioè, nel senso che vedremo, fondata e provata su avvenimenti reali o su errori commessi e che si vuole correggere, conviene sempre in termini di efficacia, efficienza e temporalità degli adempimenti.
Come vedremo, infatti, è importante alla luce della recente normativa (Decreto Legislativo n.219 del 30 dicembre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.2 del 03/01/2024) considerare i limiti ed i casi in cui è applicabile, ad esempio, l’autotutela obbligatoria e quando attivare l’autotutela facoltativa considerando che non è prevista nella normativa l’autotutela sostitutiva, ovvero la sostituzione dell’atto impositivo, nei termini di decadenza, non viene regolamentata ma, come vedremo vi è una interessante giurisprudenza della Corte di Cassazione.
Cercheremo, quindi, di dare degli input di riflessione e, soprattutto, operativi per il contribuente, in riferimento alle varie fasi da seguire affinché gli atti tributari siano correttamente emessi dall’ufficio, gli adempimenti tributari risultino correttamente svolti dal contribuente e non sia necessario ricorrere al giudice tributario.
Ciò comporta che “la giustizia tributaria” si applichi in economia di tempo e di costi che sicuramente incidono nel bilancio del contribuente e dello Stato
Sintesi
1. L’autotutela d’ufficio
1.1 L’autotutela obbligatoria e facoltativa
1.2 Il termine decadenziale del potere di autotutela facoltativa
1.3 La nullità e l’annullabilità degli atti dell’amministrazione finanziaria
1.4 Domande e risposte
1.5 L’argomento in grafici
2. La comunicazione del contribuente
2.1 Come scrivere la comunicazione
2.2 Come presentare la comunicazione
2.3 L’ ”avviso bonario” dell’ufficio
2.4 Domande e risposte
2.5 L’argomento in grafici
3. Gli effetti dell’autotutela
3.1 L’accoglimento della comunicazione del contribuente
3.2 Il silenzio rifiuto dell’ufficio
3.3 Le valutazioni sul diniego di autotutela
3.4 Domande e risposte
3.5 L’argomento in grafici
Normativa
Giurisprudenza
Prassi
Guida sulla disciplina fiscale agevolata degli enti non commerciali e delle Onlus:
Aggiornato alla riforma della disciplina dell'IVA per gli enti non commerciali - Decreto Milleproroghe 2024
eBook in pdf di 138 pagine.
Questo e-book tratta la disciplina fiscale di base delle organizzazioni non profit, cioè di tutte quelle organizzazioni di diritto privato che non hanno scopo di lucro, escluse quelle che hanno forma giuridica di impresa, ma non hanno scopo di profitto e producono beni e servizi di utilità sociale, vale a dire le imprese sociali e le cooperative sociali. Questa disciplina fiscale di base è quella prevista specificamente per gli enti non commerciali dal TUIR (artt. 143 – 149) e dalle altre leggi fiscali. Gli “enti non commerciali” sono quegli enti pubblici e privati (essenzialmente: associazioni, fondazioni e comitati) che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, come prevede la lettera c) del 1°comma dell’art. 73 del TUIR.
Oltre alla normativa fiscale degli enti non commerciali è trattata in questo e-book anche la disciplina delle ONLUS – Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, qualifica tributaria che identifica quelle organizzazioni non profit (comprese le cooperative sociali, che sono trattate in un apposito e-book dello stesso autore) che maggiormente garantiscono l’assenza dello scopo di lucro e, di conseguenza, la serietà degli scopi solidaristici od altruistici e, pertanto, sono reputate dalla legge meritevoli di usufruire di un regime fiscale particolarmente agevolato, con agevolazioni maggiori rispetto a quello previsto per gli enti non commerciali (già abbastanza agevolato), che riguarda una pluralità di imposte ed a cui si accede attraverso l’adozione della qualifica fiscale di ONLUS.
La struttura del testo è la seguente:
Infine, oltre a non trattare gli ETS – Enti del terzo settore, che sono trattati nell’e-book sulla riforma del terzo settore dello stesso autore, questo e-book non esamina la particolare categoria di associazioni costituita dalle organizzazioni di volontariato, anch’essa trattata in un apposito e-book sempre dello stesso autore del presente testo.
1. La disciplina fiscale degli enti non commerciali che non hanno la qualifica di onlus o di ente del terzo settore
1.1 Gli enti non commerciali che non hanno la qualifica di ONLUS o di ETS: le associazioni non riconosciute e quelle riconosciute, le fondazioni ed i comitati
1.2 La definizione degli “enti non commerciali” e la loro disciplina tributaria ai fini dell’imposta sul reddito (IRES)
1.3 La disciplina tributaria degli enti non commerciali ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e gli obblighi contabili per le attività commerciali eventualmente svolte
1.3.1 La disciplina tributaria degli enti non commerciali ai fini dell’IVA che viene abrogata il 31 Dicembre 2024
1.3.2 La riforma della disciplina dell'IVA per gli enti non commerciali che entra in vigore il 1° Gennaio 2025
1.3.3 Gli obblighi contabili per le attività istituzionali e per quelle commerciali eventualmente svolte dagli enti non commerciali
1.4 L’IRAP, l’IMU e l’Imposta comunale sulla pubblicità per gli enti non commerciali. La locazione a canone agevolato di immobili dello Stato. L’art. 2645-ter del Codice Civile
1.5 Le agevolazioni fiscali previste dal TUIR per le erogazioni liberali a favore di enti non commerciali che non hanno la qualifica di ONLUS o di ETS
1.5.1 Le agevolazioni fiscali previste dal TUIR per le erogazioni liberali a favore di enti non commerciali. In particolare: l’Art bonus e lo School bonus
1.5.2 La disciplina fiscale agevolata delle erogazioni liberali ai partiti ed ai movimenti politici
1.6 La disciplina delle cessioni gratuite di merce alle organizzazioni senza scopo di lucro: la Legge n° 166 del 2016 riformata dalla Legge n° 205 del 2017
2. Il regime fiscale agevolato delle onlus - organizzazioni non lucrative di utilità sociale
2.1 Le Organizzazioni non Lucrative di utilità sociale (ONLUS): definizione e caratteristiche. La sostituzione di esse da parte degli enti del terzo settore (ETS) disciplinati dal Dlgs 117/2017
2.2 Le ONLUS: il perseguimento esclusivo di finalità di solidarietà sociale ed il divieto di distribuzione degli utili
2.3 L’iscrizione nell’anagrafe unica delle ONLUS. La migrazione degli enti iscritti nell’anagrafe nel Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS)
2.3.1 L’iscrizione nell’anagrafe unica delle ONLUS
2.3.2 La migrazione degli enti iscritti nell’anagrafe unica delle ONLUS al Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS)
2.4 Le ONLUS “ex lege” o “di diritto”
2.5 Le agevolazioni fiscali previste per le ONLUS: l’imposta sul reddito (IRES)
2.6 Le agevolazioni fiscali previste per le ONLUS in materia di IRAP e di IVA
2.7 Le altre agevolazioni fiscali previste per le ONLUS dal Dlgs 460/1997 e quelle che si applicano in via transitoria ad esse (per gli anni di imposta dal 2018 al 2021 e finché la qualifica di ONLUS sarà attiva) previste dall’art. 82 del Dlgs 117/2017. L’IMU. Gli obblighi contabili
2.7.1 Le altre agevolazioni fiscali previste per le ONLUS dal Dlgs 460/1997 e quelle che si applicano in via transitoria ad esse previste dall’art. 82 del Dlgs 117/2017
2.7.2 L’esenzione delle ONLUS dall’IMU
2.7.3 Gli obblighi contabili delle ONLUS 4
2.8 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS (negli anni dal 2018 al 2022) disciplinate dall’art. 83 del Dlgs 117/2017. Le lotterie filantropiche. Il Social bonus. Le cessioni gratuite di merce alle ONLUS. Il cinque per mille dell’IRPEF
2.8.1 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS (negli anni dal 2018 al 2022) disciplinate dall’art. 83 del Dlgs 117/2017
2.8.2 Le lotterie filantropiche degli ETS e delle ONLUS fino a quando saranno attive
2.8.3 Il Social Bonus previsto dall’art. 83 del Dlgs 117/2017
2.8.4 Le cessioni gratuite di merce alle ONLUS disciplinate dalla Legge n° 166 del 2016
2.8.5 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS: il cinque per mille dell’IRPEF
2.9 L’affidamento alle ONLUS (fino al 2021) di beneficienza di trust o di fondi speciali o di beni vincolati finalizzati a garantire l’assistenza a persone disabili prive del sostegno familiare: gli articoli 1 e 6 della Legge n° 112 del 2016 (c.d. Legge sul “dopo di noi”). Le relative agevolazioni fiscali
Allegati normativi
Guida alle ferie nel lavoro dipendente, l’istituto principe per rispondere ai bisogni dei lavoratori dipendenti.
eBook in pdf di 32 pagine.
A tutela dell’integrità psico-fisica dei lavoratori e della loro esigenza di dedicarsi agli impegni della vita familiare, sentimentale e sociale, la Costituzione, la normativa di legge e la contrattazione collettiva si preoccupano di garantire ai dipendenti la fruizione di ore di assenza nel corso delle quali è comunque garantita una copertura economica a carico del datore di lavoro.
In termini di tutele e quantità di ore di assenza spettanti, l’istituto principe per rispondere ai bisogni dei lavoratori dipendenti è rappresentato dalle ferie.
Proprio da queste ultime parte la nostra analisi.
Introduzione
1. Ferie
1.1 Periodo di maturazione delle ferie
1.1.1 Assenze equiparate al servizio effettivo
1.1.2 Quali assenze sono equiparate al servizio effettivo?
1.1.3 Periodo di prova
1.1.4 Maturazione del diritto alle ferie nell’anno civile
1.2 Assunzione o cessazione in corso d’anno
1.2.1 Come trattare le ferie in caso di cessazione?
1.2.2 Come si calcola la retribuzione oraria?
1.2.3 Come si calcola la retribuzione giornaliera?
1.2.4 Ferie godute in eccesso
1.3 Assenze che non consentono la maturazione delle ferie
1.3.1 Assenze senza maturazione delle ferie: come comportarsi?
1.3.2 Maturazione piena
1.3.3 Maturazione proporzionata alle assenze
1.3.4 Maturazione in base al criterio dei 15 giorni
1.4 Durata delle ferie
1.4.1 Ferie maturabili nell’anno: come fare il calcolo?
1.4.2 Ferie maturabili nell’anno: cosa cambia per i part-time?
1.4.3 Attenzione alle ferie con settimana corta
1.5 Fruizione delle ferie
1.5.1 Rifiuto del datore di lavoro, cosa succede?
1.5.2 I termini di fruizione delle ferie
1.5.3 Quali deroghe dalla contrattazione collettiva?
1.6 Modalità di fruizione delle ferie
1.6.1 Cos’è il piano ferie?
1.6.2 Quando viene predisposto il piano ferie?
1.6.3 Come viene comunicato il piano ferie ai dipendenti?
1.6.4 Le modifiche al piano ferie
1.6.5 Fruizione insufficiente delle ferie
1.6.6 Ferie collettive e ferie individuali
1.6.7 Gli orientamenti della Cassazione sulla fruizione delle ferie
1.6.8 Frazionamento delle ferie, gli orientamenti OIL, Codice civile e Ministero del Lavoro
1.7 Sovrapposizione delle ferie con altre assenze, cosa succede?
1.8 Cessione delle ferie maturate
1.9 Il trattamento economico spettante nel corso delle ferie
1.9.1 Retribuzione fissa mensile
1.9.2 Retribuzione ad ore
1.10 Ferie non godute
1.11 Permessi ex-festività
1.12 Permessi per riduzione dell’orario di lavoro e altre tipologie di permessi retribuiti
Manuale delle associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) dopo la riforma dello sport: profili amministrativi e fiscali.
eBook in pdf di 192 pagine.
Secondo Nelson Mandela “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare. Parla ai giovani in un linguaggio che loro capiscono. Lo sport ha il potere di creare speranza dove c’è disperazione. È più potente dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni”.
In linea con tale prospettiva, ritengo che il mondo sportivo dilettantistico debba essere considerato un importante strumento di educazione, inclusione sociale, aggregazione e, più in generale, di sviluppo sociale della comunità.
Questo giustifica il rinnovato interesse del Legislatore verso tale settore con l’intenzione di migliorarne e ampliarne la diffusione e la fruibilità.
L’attività sportiva dilettantistica, esercitata sia nella forma giuridica di associazioni che in quella di società è, infatti, un campo in continua espansione e ha raggiunto dimensioni simili a quelle del settore economico commerciale.
Permangono, invero, ancora talune criticità connesse alla mancata considerazione a livello legislativo della difficoltà per gli operatori del settore di reperire entrate e fonti di finanziamento, quali anche investimenti privati, atti sia a garantire il perseguimento dei predetti scopi di utilità sociale, sia a soddisfare le potenzialità di un settore che, invero, sotto alcuni profili trova ancora numerosi ostacoli burocratici, amministrativi e normativi sparsi nel nostro ordinamento.
Il passo in avanti fatto dal Governo è senz’altro teso a ridurre la complessità e la rigidità di un sistema fiscale che, troppo spesso, invero, è apparso estraneo alle logiche imprenditoriali che sottendono tale comparto.
In quest’ottica si vuole fornire una panoramica fiscale della legislazione di settore con l’auspicio di fornire un utile strumento di analisi e di discussione futura per aprire un dibattito valutativo e migliorativo del quadro normativo e regolamentare di riferimento.
Prefazione
1. Quadro normativo di riferimento delle ASD e delle SSD: le novità recate dalla riforma dello sport
1.1. Premessa
1.2. L’ordinamento sportivo nazionale ed i suoi principali attori (cenni)
1.3. La riforma dello sport: brevi cenni introduttivi
1.4. La definizione di sport. L’attività sportiva e le declinazioni dilettantistiche e professionistiche
1.5. Gli enti sportivi dilettantistici: le forme giuridiche ammesse
1.6. (Segue…) Gli enti del Terzo settore (cenni)
1.7. Riconoscimento ai fini sportivi
1.8. (Segue…) Certificazione della natura sportiva dilettantistica dell’ente: la struttura e le modalità di iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche
1.9. Il Registro CONI
2. Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD)
2.1. L’associazione riconosciuta e l’associazione non riconosciuta: disciplina generale (cenni)
2.2. La responsabilità per gli atti compiuti dall’associazione e la responsabilità tributaria
2.3. Diritti ed obblighi dell’associato
2.4. Modalità di costituzione e requisiti statutari
2.4.1 Sede legale
2.4.2 Denominazione
2.4.3 Oggetto sociale
2.4.4 La rappresentanza legale dell’associazione
2.4.5 Assenza di fini di lucro
2.4.6 Le norme sull’ordinamento interno
2.4.7 I rendiconti economico-finanziari
2.4.8 Le modalità di scioglimento dell’associazione
2.4.9 La devoluzione ai fini sportivi del patrimonio
2.5. (Segue…) Ulteriori requisiti statutari
2.6. L’esercizio in via stabile e principale dell’organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche, ivi comprese la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica
2.7. (Segue…) la possibilità di svolgere attività secondarie e strumentali accanto all’attività principale
2.8. L’assenza di fini di lucro ed il divieto di distribuzione degli utili. La devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento
2.9. Le incompatibilità
2.10. I locali utilizzabili
3. Gli adempimenti delle associazioni sportive dilettantistiche
3.1. La costituzione dell’associazione riconosciuta e la conformità degli statuti
3.2. (Segue…) La costituzione dell’associazione non riconosciuta
3.3. Il codice fiscale, la Partita Iva e l’iscrizione al Repertorio economico amministrativo
3.4. Richiesta di iscrizione al registro CONI
3.5. L’iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RASD): requisiti e procedura
3.6. L’istituzione e conservazione dei libri sociali e delle scritture contabili
3.7. L’obbligo di rendicontazione delle associazioni sportive dilettantistiche
3.8. La compilazione e l’invio del Modello EAS
4. Le società sportive dilettantistiche (SSD)
4.1. Le società in generale
4.2. (Segue…) le società a responsabilità limitata e le società a responsabilità limitata semplificata
4.3. La società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata: le modalità di costituzione e i requisiti statutari
4.4. L’assenza di fini di lucro e la deroga al divieto di distribuzione degli utili
5. Gli adempimenti delle società sportive dilettantistiche
5.1. La costituzione della società sportiva dilettantistica
5.2. Il codice fiscale, la Partita Iva e l’iscrizione al Repertorio economico amministrativo
5.3. Richiesta di iscrizione al Registro CONI e al RASD
5.4. L’istituzione e conservazione dei libri sociali e delle scritture contabili 0
5.5. L’obbligo di rendicontazione delle SSD
5.6. La compilazione e l’invio del Modello EAS
6. Imposizione diretta delle ASD e delle SSD tra TUIR e riforma del Terzo settore
6.1. Introduzione
6.2. Il regime fiscale del cd. “Terzo settore”. Cenni generali
6.2.1 Il regime forfetario degli enti non commerciali (art. 145 TUIR)
6.2.1.1 Connotazioni generali
6.2.1.2 L’opzione per il regime forfettario
6.2.1.3 Il nuovo regime forfettario previsto dal Codice per gli enti del Terzo settore
6.2.2 La de-commercializzazione dei corrispettivi specifici (art. 148 TUIR)
6.2.3 La perdita della qualifica di ente non commerciale: in particolare, nei casi di continuata prevalenza dell’attività commerciale
6.3. Il regime fiscale delle Associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e delle Società sportive dilettantistiche (SSD)
6.3.1 Premessa
6.3.2 Il regime fiscale normale delle Associazioni sportive dilettantistiche
6.3.3 I requisiti di non lucratività ed effettività del rapporto associativo
6.3.4 La raccolta occasionale di fondi e le attività commerciali connessi a scopi istituzionali
6.3.5 (Segue…) le attività che secondo l’Amministrazione finanziaria non sono coerenti con gli scopi istituzionali
6.4. Il divieto di distribuzione degli utili in favore di dipendenti e collaboratori
6.5. Il corretto trattamento fiscale delle sponsorizzazioni
6.6. Estensione della disciplina delle ASD anche alle SSD
6.7. La disciplina IRAP delle ASD e delle SSD
7. Il regime forfetario di cui alla legge n. 398 del 1991
7.1. Profili generali del regime agevolativo
7.2. Adempimenti formali
7.3. Limiti reddituali per l’accesso al regime agevolato
7.4. La violazione della disciplina dei limiti al contante e l’ammissione al regime forfetario ex legge 398/1991
7.5. La possibile rilevanza penal-tributaria dell’indebita fruizione del regime “398”
7.6. Rapporto tra regime forfetario 398 e riforma del Terzo settore
8. La riforma del regime IVA delle ASD e delle SSD
8.1. Premessa
8.2. L’attuale assetto della disciplina IVA per gli enti non commerciali
8.2.1 Il regime di esclusione da IVA di cui all’art.4 del D.P.R. n. 633/1972
8.2.2 Il regime forfetario IVA di cui alla legge n. 398/1991
8.2.3 Il regime cd. “Super-forfetario IVA” per gli spettacoli sportivi in favore di soggetti con volume d’affari ridotto
8.3. Il nuovo regime di esenzione IVA per le attività sportive dilettantistiche
8.3.1 Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA
8.3.2 Le disposizioni interpretative contenute nel decreto cd. “PA-bis”
8.3.3 Le “prestazioni di servizi strettamente connessi con la pratica dello sport”
8.3.4 I servizi didattici e formativi
8.3.5 Decorrenza e applicazione medio tempore del nuovo regime IVA
8.4 La cessione dei contratti sportivi
8.5 Tassazione del premio di addestramento e formazione tecnica
9. Altre agevolazioni e prescrizioni nel settore sportivo dilettantistico
9.1 Erogazioni liberali in favore dello sport: deduzioni e detrazioni fiscali
9.2 Il cd. “Social bonus”
9.3 Esenzione IRES e IRAP degli utili per le Federazioni riconosciute dal CONI
9.4 L’Imposta di registro nel settore dello sport
9.5 L’esenzione dell’Imposta di bollo
9.6 Esenzione dall’IVAFE
9.7 Possibilità di distribuire dividendi per le società sportive
9.8 Le scritture contabili: esoneri e prescrizioni sostituite
9.9 L’obbligo del rendiconto/bilancio degli enti sportivi dilettantistici
9.10 Il Modello EAS
10. L’esenzione IMU per gli immobili utilizzati in ambito sportivo dilettantistico
10.1 Quadro normativo generale di riferimento
10.2 Il problema dell’utilizzazione mista dell’immobile e il cd. “Decreto Grilli”
10.3 Criticità applicative della disciplina di esenzione nel caso di immobili utilizzati promiscuamente
10.4 La peculiare soluzione adottata dal Comune di ROMA CAPITALE
10.5 Considerazioni conclusive
Bibliografia
Bilanci 2023 - Guida Pratica per società revisori e sindaci per la redazione del bilancio per società, revisori e sindaci.
Aggiornato con la conversione in legge del "Decreto Milleproroghe"
eBook in pdf di 75 pagine.
Corredato da pratiche formule per la nota integrativa, la relazione sulla gestione e le relazioni di sindaci e revisori.
L’emergenza sanitaria e la conseguente emergenza economica dell’anno 2020 hanno avuto una ovvia e pesante ricaduta anche sui bilanci, non solo sotto il profilo dei risultati economici ma anche in relazione alle regole e ai postulati rilevanti per la loro redazione.
Nei primi mesi dell’emergenza, l’esigenza principale è stata la messa in sicurezza dei bilanci al 31 dicembre 2019, mediante disposizioni che sterilizzassero gli effetti depressivi dei fatti e delle circostanze successivi alla data di riferimento del bilancio; nel corso dell’anno 2020 le norme, che erano affette da imprecisioni dovute alla fretta e all’emergenza, sono state migliorate e rese più logiche ed efficaci ed il legislatore si è potuto dedicare a costruire gli strumenti di difesa sul bilancio 2020, confidando in una risoluzione della crisi sanitaria e della crisi economica nel corso del 2021.
Anche nei primi mesi dell’anno 2021 si è purtroppo dovuto assistere alla chiusura di interi settori produttivi, a chiusure forzate, a ingressi contingentati e addirittura al coprifuoco, così che anche l’esercizio 2021 è un anno che, per molte aziende, è stato di sofferenza o, al massimo, di resistenza.
Quando si pensava finalmente di poter uscire dall’emergenza, l’invasione dell’Ucraina e l’aumento incontrollato dei costi per gas ed energia elettrica hanno impedito che il 2022 fosse finalmente l’anno in cui potessero essere riattivate le normali regole in ordine alla stesura dei bilanci e alle conseguenti deliberazioni e quindi il legislatore è stato costretto a confermare anche per quest’anno discipline speciali.
A questo si aggiunge anche, per quel che riguarda le società e i sindaci, l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, che ha incrementato gli obblighi di verifica, anche infrannuale, dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale delle società e le responsabilità degli organi di controllo.
L’anno 2023 ha ancora strascichi delle normative emergenziali, in tema di ammortamenti e in ambito di riporto delle perdite, principalmente. Inoltre, è stata introdotta una norma concernente il riallineamento del magazzino, che può comportare criticità, anche rilevanti, per revisori e sindaci.
Vogliamo quindi esaminare qui le norme specifiche che impattano sul bilancio 2023 e le novità in termini di obblighi per le società e gli organi di controllo.
Verranno quindi esaminati i compiti, i doveri e le criticità che si trovano e si troveranno davanti le società di capitali, i loro consulenti, i sindaci ed i revisori.
Si procederà dapprima ad esaminare in generale il principio di continuità, per poi procedere ad esaminare le norme specifiche per il bilancio 2023 in tema di continuità, ammortamenti, perdite rilevanti e riallineamento di magazzino.
Verrà inoltre commentata la disciplina del sistema dei controlli nell’ambito della prevenzione della crisi d’impresa.
Premessa
1. Il principio di continuità. Obblighi e doveri di sindaci e revisori
1.1 La valutazione delle voci di bilancio nella prospettiva della continuazione dell’attività
1.2 I controlli del collegio sindacale sulla continuità aziendale
1.3 Le verifiche del revisore sulla continuità aziendale
2. L’applicazione del principio di continuità nei bilanci 2019 e 2020 e gli effetti sui bilanci successivi
2.1 L’art. 38-quater della L. 77/2020
2.2 Il Documento interpretativo n. 8 dell’OIC
3. Il ruolo dei sindaci nell’ipotesi di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario
3.1 Gli adeguati assetti e lo squilibrio
3.2 L’intervento del Massimario della Cassazione
3.3 Il ruolo dell’organo di controllo
4. La disciplina speciale degli ammortamenti
4.1 La facoltà di deroga
4.2 Il documento interpretativo dell’OIC
4.3 La deroga sugli ammortamenti in più esercizi
4.4 Il ruolo del collegio sindacale per il bilancio 2023
4.5 Il ruolo del revisore per il bilancio 2023
5. La disciplina speciale delle perdite. Impatto sul bilancio 2023
5.1 La disciplina speciale delle perdite e la sua applicazione per l’esercizio 2020
5.3 La disciplina straordinaria delle perdite per gli anni 2021 e 2022
5.4 Le perdite nel bilancio 2023
5.5 Il ruolo dei sindaci
5.5 Il ruolo dei revisori
6. Il riallineamento del magazzino
6.1 La disciplina del riallineamento del magazzino
6.2 Criticità per sindaci e revisori
Guida agli strumenti di controllo per la rilevazione dello stato di crisi.
Strumenti operativi di controllo per gli adeguati assetti e le misure idonee del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Il presente eBook in pdf di 41 pagine, accompagna l'applicativo Excel per la misurazione dello stato crisi, acquistabili insieme nel pacchetto "Strumenti di controllo stato di crisi (eBook + Excel)"
Questo ebook vuole fornire all’imprenditore, o ai suoi consulenti, gli strumenti operativi e pratici per adeguare gli “Assetti amministrativi e contabili” per le imprese collettive e attivare le “Misure idonee” per le imprese individuali, così come richiesto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019).
Adeguare gli assetti e attivare le misure idonee, come specificato dall’art. 3 del D.Lgs. 14/2019, in concreto vuol dire soprattutto:
In questo ebook viene illustrato come materialmente occorre procedere per attivarsi, utilizzando il un tool in Excel che accompagna l'eBook e acquistabili nel Pacchetto "Strumenti di controllo stato di crisi (eBook + Excel)" che può essere utilizzato come primo approccio alla verifica dello stato di salute dell’azienda, similmente ad un termometro, per poter poi approfondire le indagini e arrivare ad interventi strategici gestionali allo scopo di evitare lo stato di crisi, così come richiesto dalla normativa.
Coerentemente al taglio prettamente operativo di questo ebook, l'applicativo Excel può essere utilizzato dall’imprenditore per la misurazione dello stato di crisi mediante gli strumenti descritti nell’ebook e previsti dall’art. 3 del Codice della crisi d’Impresa.
Sintesi
1. Premessa: gli strumenti di misurazione della crisi
2. Gli equilibri aziendali
3. L’Equilibrio economico
3.1 Verifica e indicatori dell’equilibrio economico
3.2 Interventi migliorativi dell’equilibrio economico
3.2.1 Interventi sul fatturato
3.2.2 Interventi sulla generalità dei costi
4. L’Equilibrio patrimoniale
4.1 Verifica e indicatori dell’equilibrio patrimoniale
4.2 Interventi migliorativi dell’equilibrio patrimoniale
5. L’Equilibrio finanziario
5.1 Verifica e indicatori dell’equilibrio finanziario
5.2 Interventi migliorativi dell’equilibrio finanziario
6. Relazioni tra gli equilibri
7. La sostenibilità dei debiti
8. I segnali di crisi di cui al comma 4 e all’art. 25-novies
9. L’applicativo Excel: Strumenti di controllo per la rilevazione dello stato di crisi
Guida alla deducibilità delle spese di manutenzione e riparazione per le imprese, con scritture contabili ed esempi.
eBook di 72 pagine in pdf
Il lavoro fornisce una panoramica ampia ed esaustiva delle manutenzioni effettuate dalle imprese, esaminando dettagliatamente e approfonditamente sia le regole generali sia le casistiche specifiche.
Viene dedicata un’attenzione particolare agli aspetti di natura civilistica, fiscale e contabile dei costi sostenuti per le manutenzioni con riferimento alle differenti tipologie di beni ammortizzabili, alla circostanza che si tratti di beni di proprietà o di beni di terzi, anche in affitto, e al regime contabile adottato dall’impresa.
La trattazione è corredata:
Premessa
1. Le manutenzioni e le riparazioni
1.1 La definizione e le classificazioni
1.2 Le regole civilistiche e contabili
1.3 Le norme fiscali ai fini delle imposte sui redditi
1.4 Le norme fiscali ai fini IRAP
1.5 Le norme fiscali ai fini IVA
1.6 I contratti di manutenzione
1.7 Il riposizionamento di macchinari
1.8 I fondi manutenzione
2. I pezzi di ricambio, i beni di consumo e le spese di assistenza tecnica
2.1 La definizione di pezzo di ricambio
2.2 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i pezzi di ricambio
2.3 La manutenzione e il ritiro di pezzi di ricambio difettosi
2.4 La definizione di bene di consumo
2.5 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i beni di consumo
2.6 La definizione di spese di assistenza tecnica
2.7 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per le spese di assistenza tecnica
3. I fabbricati, i mezzi di trasporto a motore, i telefoni portatili e i radiotelefoni
3.1 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i fabbricati di proprietà
3.2 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i fabbricati di terzi
3.3 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i mezzi di trasporto
3.4 Le regole civilistiche, contabili e fiscali per i telefoni cellulari e i radiotelefoni
4. Criteri e modalità di deduzione delle manutenzioni e riparazioni, degli ammodernamenti e trasformazioni per specifici settori produttivi
5. Le scritture contabili
6. Esemplificazioni
6.1 Manutenzioni imprese – Aspetti civilistici, contabili e fiscali
Guida completa agli interpelli con fac-simili in word personalizzabili
Disciplina aggiornata con il D.Lgs. 30 dicembre 2023 n. 219 in vigore dal 18 gennaio 2024 che modifica lo Statuto del contribuente.
La legge delega di riforma fiscale ha previsto tra i principi direttivi specifici per la revisione dello Statuto dei diritti del contribuente di cui alla legge 27 luglio 2000, n. 212, quale legge generale tributaria, quello di “valorizzare il principio del legittimo affidamento del contribuente e il principio di certezza del diritto”.
Tale obiettivo trova immediato conforto nella disposizione, contenuta nella prima frase dell’articolo 1, comma 1 dello Statuto, che prevede, tra i criteri direttivi generali, quello di “garantire l’adeguamento del diritto tributario nazionale ai principi dell’ordinamento tributario e agli standard di protezione dei diritti stabiliti dal diritto dell’Unione Europea, tenendo anche conto dell’evoluzione della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in materia tributaria”, posto che proprio da tale giurisprudenza provengono impulsi significativi per una maggiore tutela dei principi della certezza del diritto e dell’affidamento.
Nel contesto di tale orientamento si inscrive la riforma della disciplina degli interpelli, attuata dal Governo mediante il decreto legislativo 30 dicembre 2023 n. 219. Com’è noto nelle istanze di interpello i contribuenti rappresentano una fattispecie concreta e riferita puntualmente alla propria posizione fiscale, a differenza delle richieste di consulenza giuridica che riguardano, invece, fattispecie di rilevanza generale, non immediatamente riferibili ad uno specifico soggetto. La consulenza giuridica, come l’interpello, assumono rilevanza anche esterna, in quanto costituiscono uno strumento di supporto a disposizione del contribuente al fine di agevolare la tax compliance.
La presente trattazione, rivolta in primis ai professionisti che saranno chiamati a fare ricorso alla procedura dell’interpello, si articola:
cercando di operare una sintesi tra le disposizioni della previgente disciplina che possono tuttora considerarsi applicabili (vedi in particolare il decreto legislativo 24 settembre 2015 n. 156) e le nuove disposizioni, tenendo altresì conto che per molti aspetti si è ancora in attesa di decreti ministeriali e/o provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle Entrate da emanare in attuazione della riforma.
Premessa
1. Regole generali degli interpelli previsti dallo Statuto dei diritti del contribuente
1.1 Soggetti che possono presentare l’istanza
1.2 Quando può essere presentata l’istanza
1.3 Contenuto e allegati dell’istanza
1.4 Modalità di presentazione dell’istanza
1.5 Versamento del contributo
1.6 Uffici competenti
1.7 Cause dell’inammissibilità dell’istanza
1.8 Risposta dell’Amministrazione finanziaria
1.9 Effetti dell’interpello
1.10 La consultazione semplificata
2. L’interpello interpretativo
2.1 Presupposti dell’interpello interpretativo
2.2 Esempi di interpello interpretativo
2.3 Fac-simile di interpello interpretativo
3. L’interpello qualificatorio
3.1 Presupposti dell’interpello qualificatorio
3.2 Esempi di interpello qualificatorio
3.3 Fac-simile di interpello qualificatorio
4. L’interpello antiabuso
4.1 Definizione di abuso del diritto
4.2 Contenuti specifici dell’istanza di interpello antiabuso
4.3 Esempi di abuso del diritto
4.4 Fac-simile di interpello antiabuso
5. L’interpello disapplicativo
5.1 Presupposti ed effetti dell’interpello disapplicativo
5.2 Esempi di interpello disapplicativo
5.3 Fac-simile di interpello disapplicativo
6. L’interpello probatorio
6.1 Presupposti e contenuto dell’interpello probatorio
6.2 L’interpello e il regime dell’adempimento collaborativo
6.2.1 La disciplina dell’adempimento collaborativo
6.2.2 L’interpello con procedura abbreviata e le varie forme di interpello ordinario
6.2.3 L’adozione del tax control framework (TCF) da parte delle imprese di minori dimensioni e le varie forme di interpello ordinario
6.3 L’interpello e i soggetti che intendono effettuare in Italia rilevanti investimenti
6.3.1 Premessa
6.3.2 L’interpello sui nuovi investimenti
6.3.3 Rapporto tra interpello sui nuovi investimenti e interpelli previsti dall’art. 11 dello Statuto
6.3.4 Rapporti tra interpello sui nuovi investimenti e accordi preventivi per le imprese con attività internazionale
6.4 L’interpello probatorio dei neoresidenti che optano per l’imposta sostitutiva
6.4.1 La disciplina di cui all’art. 24 bis del T.U.I.R.
6.4.2 Contenuto, caratteri e requisiti dello specifico interpello probatorio di cui all’art. 24 bis in disamina
6.4.3 Compilazione della check list
6.4.4 L’interpello probatorio in caso di estensione ai familiari dell’opzione per il regime di cui all’art. 24 bis.
6.5 Fac-simili di interpello probatorio
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