Commento alla sentenza della Corte di Cassazione, sezione Penale, n. 18929 del 12 Aprile 2012

La sentenza in commento offre una lettura condivisibile della norma tributaria penale, in particolare per quanto concerne il momento di consumazione del reato, ex artt. 2 ed 8, rispettivamente utilizzazione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’individuazione del momento consumativo è infatti di fondamentale importanza ai fini del computo del termine iniziale della prescrizione dei reati de quo . Mentre prima dell’entrata in vigore del Dlgs 74/2000, la frode fiscale era punita a prescindere dalla dichiarazione annuale, per la sola utilizzazione di fatture o documenti falsi, attualmente l’uso è collegato alla indicazione dei dati falsi in dichiarazione.  Inoltre la decisione della S.C. enuncia un’ulteriore princìpio in forza del quale l’imputato che si è avvalso di fatture per operazioni inesistenti non è punibile a titolo di concorso con l’emittente, coerentemente al regime previsto dal successivo art. 9.  Tutto questo nella sentenza n. 18929 della Corte di Cassazione, sezione penale del 12 aprile 2012

• Aspetti ed elementi contrattuali • Aspetti fiscali • Imposte e tasse • Doganale • Societario • Giurisprudenza • Varie • Quesiti

Aspetti ed elementi contrattuali

• Il contratto di concessione di vendita nell’ambito internazionale
  di Enrico Calore
  

• Fisco irlandese
  di Guido Ascheri
• Imputabilità della residenza fiscale italiana al cittadino residente nel Regno unito e soggetto al regime “resident but not domicilied”
  di Giovanni Elia
• Dichiarazione di investimenti all’estero esperienza americana e italiana a confronto
  di Marco Q. Rossi
• La tassazione delle società in corea del sud
  di Lorenzo Riccardi
• Samara e le sue potenzialità
  di Ana Maria Pérez Magdalena
  

• Tax residency – Residenza fiscale
  di Francesca Romana Bottari
• L’e-Commerce come canale di vendita all’estero: stato dell’arte e opportunità
  di Stefano Grigoletti
• L’incubatore aziendale
  di Fulvio Degrassi
• UE: libertà di spostamento dei lavoratori residenti in UE e trattamento contributivo e previdenziale: distacco
  di Fulvio Degrassi
  

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 16958 del 8 Maggio 2012

La Suprema Corte  considera il contribuente penalmente responsabile se il commercialista non presenta la dichiarazione ed in particolare, risponde di omessa dichiarazione Iva anche se il commercialista incaricato con regolare mandato, non ha trasmesso i dati telematicamente. Questo il contenuto della sentenza  della Corte di Cassazione n. 16958 dell'8 maggio 2012.

Commento all'ordinanza della Corte di Cassazione Civile n. 4931 del 27 Marzo 2012

In caso di cessione d’azienda nell’ambito dell’accertamento del valore d’avviamento, ai fini dell’imposta di registro, potranno essere adottati dall’Ufficio finanziario, tutti i metodi ritenuti adeguati alla rettifica del suddetto valore. Ciò significa che l’Ufficio non deve ritenersi legato alla metodologia prevista ai fini dell’accertamento con adesione, ex art. 2, co. 4, d.P.R. n. 460/1996, a condizione che siano allegati al titolo impositivo tutti gli elementi indiziari che hanno spinto parte erariale a utilizzare metodi alternativi, in luogo di quello più sopra indicato, in modo da porre il contribuente in grado di esercitare un'efficace difesa. Questo quanto affermato dalla Corte di Cassazione Civile  nell'Ordinanza n. 4931 del 27 Marzo 2012.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 6686 del 3 Maggio 2012

La Corte di Cassazione sottolinea che, relativamente all’istituto della revocatoria fallimentare, la certezza dell’esistenza di tale condizione soggettiva è da considerarsi acquisita se la probabilità della scientia decoctionis trova il fondamento nei presupposti e nelle condizioni in cui verteva il creditore del fallito, per cui in questo caso non è onere del curatore dimostrare la conoscenza dello stato di insolvenza da parte del creditore. Questo il contenuto della sentenza n. 6686 del 3 Maggio 2012.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 5843 del 13 Aprile 2012

La sentenza ribadisce quanto già espresso, in tema di diniego all’interpello, dalla nota sentenza Cass. civ, n. 8663/2011 in cui si enunciano due princìpi di diritto: a) le determinazioni negative del Direttore Regionale delle Entrate sono equiparate a diniego di agevolazioni fiscale e pertanto sono impugnabili dinanzi la competente Commissione Tributaria Provinciale; b) la mancata impugnazione di tale atto comporta l'intangibilità dello stesso, con esclusione di contestabilità successiva dell’avviso di accertamento. Inoltre si precisa che la documentazione a corredo dell’istanza deve essere esaustiva poiché, in caso contrario, non sarà neppure possibile impugnare il provvedimento direttoriale, in quanto “improcedibile” . Questo il contenuto della sentenza della corte di Cassazione n. 5843 del 13 Aprile 2012.

Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 4685 del 23 Marzo 2012

La Suprema Corte fissa un principio fondamentale affermando che non sono applicabili le sanzioni al contribuente quando prassi, giurisprudenza, sentenze ed interpretazioni sono differenti ed in contrasto fra loro. La Corte di Cassazione motiva la sua decisione sostenendo che l’incertezza normativa oggettiva è una situazione diversa rispetto alla soggettiva ignoranza incolpevole del diritto ex art. 6 D.Lgs 18 dicembre 1997, n. 472, che separa le due figure dell’incertezza normativa oggettiva e dell’ignoranza e perciò l’accertamento di essa è demandato al giudice e non può essere operato dall’ amministrazione. Questo il contentuto della sentenza n. 4685 della Corte di Cassazione del 23 Marzo 2012.

Commento alla Circolare Ministeriale n. 8 E del 16 Marzo 2012

Un ruolo  essenziale di indirizzo con riferimento alle novità normative, introdotte in materia di studi di settore. In un’ottica di sempre maggior rafforzamento della tax compliance da un lato vengono delineate le conseguenze connesse all’omessa, incompleta o infedele trasmissione dei dati rilevanti ai fini SDS e, dall’altro, si evidenzia l’effetto premiale connesso allo status di contribuente congruo e coerente. Questo in sintesi il contenuto della Circolare N. 8  E della Agenzia delle Entrate  del 16 Marzo 2012 ampiamente discussa in questo commento.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione, III sezione penale del 26 Marzo 2012

La Corte di Cassazione fissa un principio importante relativamente al reato di dichiarazione fraudolenta: in vero, si afferma, che il semplice ritrovamento presso la sede aziendale di fatture false non fa scattare il reato di cui sopra, che si configura solo in caso di registrazione in contabilità.
Pronunciando tale principio, la Suprema Corte, III sezione penale,  ha annullato la condanna inflitta in appello a un imprenditore siciliano, condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione, in quanto considerato colpevole dei reati ex artt. 81 del Cod. pen., 2 e 4 del D.lgs. 74/2000, uniti sotto il vincolo della continuazione.  Questo il contenuto della sentenza 11588 del 26 Marzo 2012.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 4688 del 23 Marzo 2012

La Corte di Cassazione fornisce un’interpretazione della norma,che presiede alle indagini finanziarie, assolutamente inequivocabile precludendo la possibilità al contribuente in fase istruttoria e, successivamente, in sede giurisdizionale, di operare “compensazioni” tra costi (prelevamenti) e ricavi (versamenti) essendo i versamenti non documentati, al pari dei relativi prelevamenti, identificabili quali “ricavi” non dichiarati. Questo il contenuto della sentenza n. 4688 del 23 Marzo 2012.