Licenziamento ed abuso dei permessi per assistenza familiare L. 104/92 - Commento alla sentenza della Cassazione lavoro n. 9217 del 6.5.2016

Cass. civ., sezione lavoro  - Sentenza  n. 9217 del 06 Maggio 2016

l comportamento del prestatore di lavoro subordinato che, in relazione al permesso ex art. 33 legge n. 104 del 1992, se ne avvalga non per l'assistenza al familiare, bensì per attendere ad altra attività, integra l'ipotesi dell'abuso di diritto, giacché tale condotta si palesa, nei confronti del datore di lavoro come lesiva della buona fede, privandolo ingiustamente della prestazione lavorativa in violazione dell'affidamento riposto nel dipendente ed integra nei confronti dell'Ente di previdenza erogatore del trattamento economico, un'indebita percezione dell'indennità ed uno sviamento dell'intervento assistenziale.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Abuso dei permessi ed art. 33 L. 104/1992

2. Agenzia investigativa e legittimità del “controllo” sul lavoratore: orientamenti giurisprudenziali

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IRAP: la segretaria non basta a far presumere l’autonoma organizzazione - COMMENTO alla sentenza della Cassazione sezione Unite. n. 9451 del 10 maggio 2016

Cassazione Civile SS.UU. Sentenza n. 9451 del 10 maggio 2016

Il professionista che disponga di un dipendente con mansioni di segreteria o meramente esecutive non deve pagare l’IRAP. È quanto emerge dalla sentenza 10 maggio 2016, n. 9451, resa a Sezioni Unite dalla Corte di Cassazione.

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IL CASO

IL COMMENTO

1.L'autonoma organizzazione quale presupposto dell'Irap; evoluzione giurisprudenziale e prassi amministrativa

2. La sentenza annotata

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"Licenziamento per giustificato motivo e repéchage" COMMENTO all'ordinanza del tribunale civile di Torino del 5.4.2016

Trib. civile Torino,  sezione lavoro Ordinanza  del 05 Aprile 2016

In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il mancato assolvimento dell'obbligo di repéchage non comporta la tutela reintegratoria, ma solo quella indennitaria di cui all'art. 18, comma della L. 300/1970, in quanto l'impossibilità di diversa collocazione del dipendente licenziato non è elemento costitutivo del giustificato motivo oggettivo, come affermato dallo stesso art. 18, comma 7, seconda parte, della L. 300/1970

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Licenziamento per giustificato motivo oggettivo e riassetto organizzativo

1.1. Orientamenti giurisprudenziali conformi

2. Licenziamento per giustificato motivo oggettivo e repéchage

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Reati tributari e limite all'utilizzo di presunzioni: Commento alla sentenza della Cassazione penale n. 15899 del 18.4.2016

Cassazione penale Sentenza n. 15899 del 18 Aprile 2016

In tema di reati tributari, ai fini della prova del reato di dichiarazione infedele, il giudice può fare legittimamente ricorso ai verbali di contestazione redatti dalla Guarda di Finanza ai fini della determinazione dell'ammontare dell'imposta evasa, da determinarsi sulla base della contrapposizione tra ricavi e costi di esercizio, nonché ricorrere all'accertamento induttivo dell'imponibile quando le scritture contabili imposte dalla legge siano state irregolarmente tenute. Ciò, tuttavia, a condizione che il giudice non si limiti a constatarne la esistenza e non faccia apodittico richiamo agli elementi in esso evidenziati, ma proceda a specifica, autonoma valutazione degli elementi nello stesso descritti, comparandoli con quelli eventualmente acquisiti aliunde. Di conseguenza, le risultanze delle indagini bancarie, stante la inutilizzabilità della presunzione di cui all'art. 32, D.P.R. n. 600 del 1973, non possono rappresentare, ex se, idoneo elemento di prova a sorreggere l'ipotesi accusatoria.

Emolumenti necessari nel calcolo del TFR - COMMENTO alla sentenza di Cassazione lavoro n. 8086 del 21.4.2016

Cassazione civile,  sezione lavoro Sentenza n. 8086 del 21 Aprile 2016 (PDF - 11 pagine)

Gli emolumenti a vario titolo denominati e percepiti per il periodo di lavoro trascorso all'estero hanno incidenza sul TFR a meno che non siano palesemente esclusi dal contratto collettivo applicabile o abbiano natura meramente riparatoria, vale a dire siano volti semplicemente a reintegrare una diminuzione patrimoniale cui il lavoratore è costretto.

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IL CASO

 IL COMMENTO

1. Tfr: nozione e prescrizione

1.1. Orientamenti giurisprudenziali conformi sulla prescrizione

2. Nozione di retribuzione nel calcolo del TFR

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Iva detraibile per le spese di ospitalità giornalisti, se la società organizza fiere" COMMENTO Cassazione n. 8850 del 4.5.2016

Cassazione Civile  Sentenza n. 8850 del 4 maggio 2016 (PDF -

Le spese sostenute da una società, che organizza manifestazioni fieristiche, per l'ospitalità dei giornalisti invitati a presenziare alle proprie iniziative fieristiche non sono spese di rappresentanza indeducibili, ma spese di pubblicità funzionalmente collegate a fatti generatori di ricavi e, quindi, deducibili ai fini IVA. E’ quanto emerge dalla sentenza 4 maggio 2016, n. 8850, della Suprema Corte.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Spese di pubblicità e rappresentanza, criteri distintivi ai fini della deducibilità

2. La sentenza annotata

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Redditometro e presunzioni legali - Commento alla ordinanza di Cassazione civile n. 7149 del 12.4.2016

Cassazione civile Ordinanza n. 7149 del 12 Aprile 2016 (PDF - 8 pagine)

In materia di accertamento delle imposte sui redditi, in applicazione dell'art. 2 del D.P.R. n. 600 del 1973 costituiscono elementi indicativi di capacità contributiva, tra gli altri, la disponibilità in Italia o all'estero di autoveicoli nonché di residenze principali o secondarie, rappresentando tali circostanze, una presunzione legale di capacità contributiva. Infatti è la stessa legge che impone di ritenere conseguente al fatto certo di tale disponibilità, l'esistenza di una capacità contributiva. Ne consegue che il giudice tributario una volta accertata l'effettività fattuale degli specifici elementi indicatori di capacità contributiva esposti dall'Ufficio, non ha il potere di togliere a tali elementi la capacità presuntiva contributiva che il legislatore ha connesso alla loro disponibilità ma può soltanto valutare la prova che il contribuente offra in ordine alla provenienza non reddituale della somme necessarie per mantenere il possesso dei beni indicati dalla norma.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Redditomentro: gli iinndici di capacità contributiva hanno natura di presunzione semplice o legale (relativa) ?

2. La sentenza annotata

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Licenziamento per superamento del periodo di comporto assimilabile al giustificato motivo Commento alla sentenza della Cassazione lavoro n. 8707 del 3.5.20

Cassazione civile,  sezione lavoro Sentenza n. 8707 del 03 Maggio 2016

Il licenziamento per superamento del periodo di comporto è assimilabile a quello per giustificato motivo oggettivo, pertanto non è necessaria la descrizione completa e dettagliata delle circostanze di fatto relative alla causale: si tratta infatti di eventi di cui il lavoratore è a conoscenza diretta.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Licenziamento per superamento del periodo di comporto è assimilabile a quale licenziamento?

2. Orientamenti giurisprudenziali conformi

3. Licenziamento per superamento del periodo di comporto: differenza con il licenziamento disciplinare

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"Indennità di vacanza contrattuale nel comparto scuola" - COMMENTO alla sentenza della Cassazione lavoro n. 8253 del 26.4.2016

Cassazione civile,  Sezione lavoro -  Sentenza n. 8253 del 26 aprile 2016 (PDF -  8 pagine)

L'indennità di vacanza costituisce un rimedio di natura eccezionale per consentire alla parte più debole di non rimanere vittima dell'incremento del costo della vita nelle more dei rinnovi contrattuali, ma solo in via provvisoria come anticipazione dei futuri miglioramenti

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Indennità di vacanza contrattuale e protocollo 3-23 luglio 1993

2. Indennità di vacanza contrattuale: natura ed orientamenti giurisprudenziali

2.1. Indennità di vacanza contrattuale: orientamenti giurisprudenziali del comparto scuola

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"Stop alla presunzione di plusvalenza anche per il passato" Commento alla sentenza della Cassazione n. 7488 del 15.4.2016

Cassazione Civile - Sentenza n. 7488 del 15 aprile 2016 (PDF - 8 pagine)

L’Amministrazione Finanziaria non può procedere all’ accertamento in via induttiva della plusvalenza patrimoniale realizzata a seguito di cessione di un bene sulla base del valore accertato in sede di applicazione dell’imposta di registro. E’ quanto emerge dalla sentenza 15 aprile 2016, n. 7488, della Suprema Corte.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Rilevanza ai fini IRPEF del valore accertato in sede di registro: orientamenti giurisprudenziali e  modifica normativa
2. La sentenza annotata

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