"Contratto di franchising e inapplicabilità del patto di non concorrenza" COMMENTO alla ordinanza del Tribunale di Milano sez. impresa del 31.1.2017

Tribunale di Milano-Sez. impresa  Ordinanza, 31 gennaio 2017 COMMENTO (PDF - 9 pagine)

La previsione di un patto di non concorrenza post contrattuale nell’ambito di accordi di carattere verticale, in particolare inserito in un contratto di affiliazione commerciale (c.d. franchising) risulta inapplicabile in assenza di trasmissione all’affiliato da parte dell’affiliante del know how specifico per lo svolgimento dell’attività oggetto di limitazione, secondo quanto previsto dall’art. 101 TFUE e dal Reg. (CE) n. 2790/1999.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. La dsciplina normativa

2. La sentenza annotata

2. Considerazioni a margine

IL TESTO INTEGRALE DELL'ORDINANZA

Scarso rendimento e licenziamento - Commento alla sentenza di Cassazione lavoro n.3855 del 14 febbraio 2017

Cass. civ.,  sezione lavoro  Sentenza n. 3855 del 14 Febbraio 2017 COMMENTO (PDF - 8 pagine)

Lo scarso rendimento non può essere di per sè dimostrato dai plurimi precedenti disciplinari del lavoratore già sanzionati in passato, salvo volere ammettere una indiretta sostanziale duplicazione degli effetti di condotte ormai esaurite.

Credito Iva ed erronea esposizione in dichiarazione Commento alla Cassazione civile Sentenza n. 2882 del 3 Febbraio 2017

Cassazione civile  Sentenza n. 2882 del 3 Febbraio 2017 COMMENTO (PDF - 7 pagine)

Il contribuente che dichiari un credito iva superiore a quello effettivamente spettante - a seguito di un'utilizzazione parziale a fini compensativi - non è commette una violazione di tipo sostanziale equiparabile all'indebito o fraudolento uso del credito. La condotta seppure formalmente non corretta, non integra alcun illecito fiscale, né provoca un pur temporaneo ammanco di liquidità nelle casse erariali.

Dimissioni annullabili e violenza morale: Commento alla sentenza di Cassazione lavoro n. 4006 del 15.2.2017

Cassazione civile, sez. lavoro  Sentenza n. 4006 del 15 Febbraio 2017 (PDF - 8 pagine)

La minaccia di far valere un diritto assume i caratteri della violenza morale, invalidante il consenso prestato, soltanto se è diretta a conseguire un vantaggio ingiusto, situazione che si verifica quando il fine ultimo perseguito consista nella realizzazione di un risultato che, oltre ad essere abnorme e diverso da quello conseguibile attraverso l'esercizio del diritto medesimo, sia iniquo ed esorbiti dall'oggetto di quest'ultimo. Consegue che le dimissioni del lavoratore rassegnate sotto minaccia di far valere un diritto sono annullabili per violenza morale solo qualora venga accertata, con onere probatorio a carico del lavoratore che deduce l'invalidità dell'atto di dimissioni, l'inesistenza dell'invocato diritto del datore di lavoro.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Violenza morale e dimmissioni

2. Orientamenti giurisprudenziali 

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Reati tributari: valore del sequestro e concorso: COMMENTO alla sentenza di Cassazione penale n. 4195 del 30 gennaio 2017

Cassazione penale Sentenza n. 4195 del 30 Gennaio 2017 - COMMENTO  (PDF - 8 pagine)

In sede di determinazione del valore degli immobili da sottoporre a sequestro, il giudice può fare riferimento alle valutazioni di mercato degli stessi, e non al valore catastale, solo se il primo è desunto sulla base di elementi certi ed attendibili, che diano conto di una “effettiva” valutazione del bene stesso. Peraltro, il procedimento estimatorio non deve caratterizzare la fase di applicazione del sequestro, salvo i casi di manifesta sproporzione, ma è rimesso alla fase esecutiva della confisca. Inoltre in tema di responsabilità penale, il principio solidaristico, che caratterizza la disciplina del concorso di persone nel reato, comporta l'imputazione dell'intera azione delittuosa e dei relativi effetti in capo a ciascun concorrente e comporta solidarietà anche sul piano delle misure sanzionatorie, come la confisca, anche nella forma per equivalente, fermo restando che l'espropriazione non può essere duplicata o comunque eccedere nel "quantum" l'ammontare complessivo dello stesso.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Misure cautelari e reati tributari: il sequestro preventivo
2. La sentenza annotata

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Licenziamento legittimo ed impossessamento dei documenti aziendali - Commento alla sentenza di Cassazione lavoro n. 3739 del 13 febbraio 2017

Cass. civ.,  sezione lavoro Sentenza  n. 3739 del 13 Febbraio 2017:COMMENTO (PDF  - 9 pagine)

L'impossessamento di documenti aziendali di natura riservata implica violazione dell'obbligo di fedeltà anche nell'ipotesi in cui la divulgazione non avvenga, poiché impedita dal tempestivo intervento del datore di lavoro: per la violazione dell'art. 2105 c.c. non è necessario che ricorrano tutti gli elementi della fattispecie, atteso che l'obbligo di fedeltà deve essere integrato con i generali obblighi di correttezza e buona fede di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c...

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Obbligo di fedeltà

2.Orientamenti giurisprudenziali

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Decadenza dalle agevolazioni fiscali “prima casa” senza applicazione di sanzioni Commento alla sentenza di Cassazione n. 3357 del 8.2.2017

Cassazione Civile  Sentenza n. 3357  dell’ 8 febbraio 2017 COMMENTO (PDF - 11 pagine)

In tema di agevolazioni “prima casa”, la dichiarazione mendace dell’acquirente sul requisito dimensionale dell’immobile legittima la revoca del beneficio, non anche l’applicazione della sanzione per il principio del favor rei. In forza della disposizione sopravvenuta, infatti, l'esclusione dalla agevolazione non dipende più dalla concreta tipologia del bene e dalle sue intrinseche caratteristiche qualitative e di superficie (individuate sulla base del D.M. 2 agosto del 1969), bensì dalla circostanza che la casa di abitazione oggetto di trasferimento sia iscritta in categoria catastale A1, A8 ovvero A9. Con la disposizione sopravvenuta, pertanto, la condotta che prima integrava una violazione fiscale non integra più il presupposto per l’irrogazione della sanzione.  A chiarirlo la Suprema Corte con sentenza n.3357 dell’8 febbraio 2017.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Agevolazioni fiscali “prima casa”: le modifiche in tema di immobili di lusso

2. Applicazione principio del favor rei

3. La sentenza annotata

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"Prescrizione prestazioni INAIL per infortunio e malattia professionale" - COMMENTO alla ordinanza di Cassazione lavoro n. 2380 del 31.1.2017

Cassazione civile,  VI sezione lavoro  Ord. n. 2380 del 31 Gennaio 2017 (PDF - 10 pagina)

La sospensione della prescrizione triennale dell'azione per il riconoscimento delle prestazioni da infortunio sul lavoro e malattie professionali, di cui all'articolo 111, secondo comma, del d.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, opera limitatamente al decorso dei centocinquanta giorni previsti per la liquidazione amministrativa delle indennità dal terzo comma della stessa disposizione: la mancata pronuncia definitiva dell'INAIL entro il suddetto termine configura una ipotesi di "silenzio significativo" della reiezione dell'istanza dell'assicurato e comporta, quindi, l'esaurimento del procedimento amministrativo e, con esso, la cessazione della sospensione della prescrizione.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Interruzione di prescrizione e riconoscimento delle prestazioni per infortunio e malattia professionale

2. Orientamenti giurisprudenziali

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Illegittima l’iscrizione a ruolo degli importi relativi ad avviso annullato in primo grado - COMMENTO sentenza Cassazione Sezioni Unite n. 758 del 13.1.2017

Corte di Cassazione Sezioni Unite  Sentenza, 13 gennaio 2017, n. 758 COMMENTO (PDF - 10 pagine)

L'iscrizione nei ruoli straordinari dell'intero importo delle imposte, degli interessi e delle sanzioni risultante dall'avviso di accertamento non definitivo, ex artt. 11 e 15-bis, d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, è una misura cautelare posta a garanzia del credito erariale, la cui legittimità dipende da quella dell'atto impositivo presupposto, che ne è il titolo fondante. Pertanto, una sentenza, ancorché non passata in giudicato, che annulli in tutto o in parte l’atto impositivo, obbliga l’Amministrazione creditrice ad agire in conformità a tale statuizione, sia nel caso in cui l’iscrizione nel ruolo straordinario non sia stata effettuata, sia qualora tale iscrizione sia già avvenuta.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. La disciplina normativa
2. La sentenza annotata

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

"Sottrazione di beni aziendali e licenziamento" COMMENTO alla sentenza di Cassazione lavoro n. 2007 del 26.1.2017

Cassazione civile,  sezione lavoro  Sentenza n. 2007 del 26 Gennaio 2017

E’ legittimo il licenziamento per giusta causa intimato al lavoratore per abusiva reiterata sottrazione di beni aziendali, in quanto riveste il carattere di grave negazione degli elementi del rapporto di lavoro, ed in particolare di quello fiduciario, sì da porre in dubbio la futura correttezza dell'adempimento della obbligazione lavorativa.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Sottrazione di beni aziendali: licenziamento per giusta causa o giustificato motivo?

2. Orientamenti giurisprudenziali

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