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eBook in pdf di 119 pagine sul sistema dei controlli degli Enti del Terzo settore.
Aggiornato con la Circolare n. 9/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
La previsione di strumenti di controllo negli ETS è stata accolta con favore, rappresentando un presupposto indispensabile ai fini della realizzazione degli obiettivi di correttezza e trasparenza perseguiti dalla Riforma.
Il controllo, infatti, è funzionale alla tutela di tutti gli interessi convergenti nel Terzo settore:
Tuttavia, nell’attuazione dei suddetti obiettivi, il Codice del Terzo Settore ha delineato un sistema policentrico, articolato e molto complesso che suscita perplessità: esso presenta ridondanze e duplicazioni che pregiudicano la funzionalità stessa del sistema in termini di efficacia ed efficienza, oltre al rischio concreto che la concorrenza tra competenze di organi diversi può generare conflitti di giurisdizione e di giudicato nel senso lato del termine.
La scarsa precisione nel linguaggio utilizzato contribuisce a rendere il sistema poco chiaro: i termini impiegati (controllo, monitoraggio, vigilanza) non sempre corrispondono a concetti diversificati e dal contenuto certo.
Pur nella farraginosità della disciplina, è possibile distinguere i controlli svolti da organi interni all’ente da quelli svolti da soggetti esterni ad essi ed è proprio sulla base di questo criterio di classificazione che procederemo all’esame delle diverse disposizioni del Codice del Terzo Settore, non prima però di aver sottolineato alcune condivisibili considerazioni della dottrina.
Pur rappresentando indubbiamente un appesantimento degli oneri imposti agli ETS, spesso peraltro non adeguatamente graduali e proporzionati, il Consiglio Nazionale di Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) considera il regime dei controlli “un elemento cruciale di trasparenza e garanzia per tutti gli stakeholder coinvolti e, quindi, uno strumento essenziale per la buona riuscita della Riforma del Terzo settore.
Del resto soltanto un sistema che privilegi il controllo continuativo e sostanziale dell’interesse generale perseguito, rispetto a finalità meramente egoistiche, indipendentemente dalla qualificazione dell’attività svolta per il raggiungimento dello scopo, consentirà di reprimere o dissuadere in origine tutti i fenomeni di abuso della qualifica di ETS”.
Con specifico riferimento alla nomina dell’organo di controllo, il CNDCEC invita gli ETS a non considerarla come un mero dovere di conformità alla normativa bensì come un’opportunità per realizzare un efficiente sistema di governance, tanto da suggerire anche ai soggetti per i quali la nomina è facoltativa di procedere in tale direzione, naturalmente previa valutazione della fattispecie concreta.
È dunque fondamentale che tutti gli operatori a diverso titolo coinvolti nella gestione e nella consulenza agli Enti del Terzo Settore acquisiscano una conoscenza sufficientemente approfondita della materia dei controlli, alla quale si auspica di contribuire con il presente scritto.
Considerazioni introduttive
1. I controlli interni
1.1 L’organo di controllo
1.1.1 Le “Norme di comportamento dell’organo di controllo degli enti del Terzo settore” elaborate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
1.1.2 Quando è obbligatorio l’organo di controllo. Composizione monocratica e composizione collegiale.
1.1.3 I requisiti di professionalità ed indipendenza.
1.1.4 Nomina e accettazione dell’incarico.
1.1.5 Gli ambiti da presidiare.
1.1.5.1 L’osservanza della legge e dello statuto.
1.1.5.2 Il rispetto dei principi di corretta amministrazione.
1.1.5.3 Il rispetto delle disposizioni del d.lgs. n. 231/2001 e i rapporti con l’Organismo di Vigilanza
1.1.5.4 L'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile e il suo concreto funzionamento.
1.1.5.5 L’adeguatezza del sistema di controllo interno
1.1.5.6 L'osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
1.1.5.7 La conformità del bilancio sociale alle linee guida ministeriali. Il bilancio di esercizio, il patrimonio minimo e gli obblighi antiriciclaggio.
1.1.5.8 Scioglimento ed estinzione dell’ente, devoluzione del patrimonio
1.1.6 Poteri di ispezione dell’organo di controllo
1.1.7 Poteri-doveri dell’organo di controllo nei confronti dell’organo di amministrazione.
1.1.8 Rapporti con gli altri organi sociali.
1.1.8.1 Partecipazione all’assemblea degli associati
1.1.8.2 Partecipazione alle riunioni dell’organo di amministrazione
1.1.8.3 Scambio di informazioni con il revisore legale dei conti
1.1.8.4 Rapporti con il sistema di controllo interno
1.1.9 Le riunioni e le deliberazioni dell’organo di controllo
1.1.10 Le relazioni dell’organo di controllo
1.1.10.1 Relazione all’assemblea
1.1.10.2 Relazione da includere nel bilancio sociale
1.1.11 Il compenso ai componenti dell’organo di controllo
1.1.12 Cessazione dall’incarico
1.1.13 La responsabilità dei componenti dell’organo di controllo
1.2 Il revisore legale dei conti
1.2.1 Quando è obbligatorio il revisore legale dei conti
1.2.2 I requisiti e il conferimento dell’incarico
1.2.3 Lo svolgimento della revisione legale
1.2.4 La responsabilità del revisore
1.2.5 Il Codice Etico per i revisori legali
1.2.6 La retribuzione per l’incarico di revisione
1.2.7 Cessazione anticipata dell’incarico
1.3 Il codice della crisi: estensibilità degli indicatori di allerta agli enti del terzo settore
1.4 Decorrenza degli obblighi di nomina dell’organo di controllo e del revisore legale
2. I controlli esterni
2.1 Il ministero del lavoro e delle politiche sociali
2.2 Gli uffici del registro unico nazionale del terzo settore
2.2.1 I requisiti necessari per l’iscrizione nel RUNTS: il contenuto necessario dell’atto costitutivo e dello statuto, oggetto del controllo.
2.2.2 Verifiche per l’iscrizione in caso di trasmigrazione di ODV e APS e di iscrizione su domanda
2.2.3 Il controllo triennale degli enti iscritti e la cancellazione dal RUNTS
2.2.4 Oggetto del controllo nella procedura di estinzione degli ETS e nella procedura di devoluzione del patrimonio
2.2.5 Il controllo sulle fondazioni secondo l’articolo 90 del Codice Terzo Settore: una norma da ripensare
2.3 Altri organismi previsti dal codice del terzo settore con funzioni di vigilanza e controllo
2.3.1 Il Consiglio Nazionale del Terzo Settore
2.3.2 I Centri di Servizio per il Volontariato
2.3.3 Organismo nazionale di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.3.4 Organismi territoriali di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.4 I controlli fiscali, l’accertamento dei requisiti per l’iscrizione al runts e il godimento dei regimi fiscali agevolati
2.4.1 La Guardia di Finanza.
2.5 Le altre pubbliche amministrazioni e gli enti territoriali
2.5.1 I rapporti delle “altre pubbliche amministrazioni” con gli Uffici del RUNTS
2.6 Il controllo giurisdizionale
3. Particolari forme di controllo
3.1 L’organismo di vigilanza
3.2 Le reti associative
3.3 Il controllo del notaio nelle fasi di costituzione, approvazione delle modifiche statutarie e di riconoscimento della personalità giuridica di enti già iscritti al RUNTS o che intendono iscriversi
3.3.1 Il controllo del notaio sull’atto costitutivo
3.3.2 Insussistenza delle condizioni per la costituzione, rifiuto del notaio e procedimento ex art.22, comma 3, CTS; la ratio del silenzio-rifiuto
3.3.3 Il controllo del notaio sul requisito patrimoniale
3.3.4 Il Consiglio Notarile di Milano sull’“Ottenimento della personalità giuridica da parte di associazione non riconosciuta mediante l’iscrizione al RUNTS e da parte di associazione non riconosciuta che già possieda la qualifica di ETS”
3.4 Il ruolo del diritto di accesso degli associati nel sistema dei controlli
3.5 Il cosiddetto monitoraggio civico
eBook di 183 pagine in pdf sull'analisi di bilancio per la gestione efficiente delle imprese
L'ebook vuole offrire una visione dell’analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle imprese definendo il contesto dell’attività di impresa, le minacce al business, i vari tipi di squilibri economici e patrimoniali e il deficit economico e patrimoniale e la differenza tra i due concetti. L’incertezza economica causata dalla pandemia e ora dalla crisi Ucraina obbliga le imprese a fare uno sforzo di pianificazione e di previsione degli scenari futuri.
L’analisi di bilancio prospettica e lo studio del posizionamento competitivo diventano armi indispensabili per stare in modo efficiente sul mercato. Allo stesso tempo l’analisi storica delle performance permette al management di poter intervenire tempestivamente sulla gestione strategica dell’impresa e sul modello di business. La scelta è quella di fornire degli spunti su alcune tematiche, trovando difficile poter approfondire ogni campo dell’analisi economica in un documento che si propone comunque lo scopo di essere di facile e immediata lettura. Quindi si è preferito segnalare gli aspetti ritenuti rilevanti e suggerire delle riflessioni ponendo l’accento sulle tematiche più controverse.
L’analisi del presente lavoro vuole condurre manager e professionisti ad una attenta lettura dei dati aziendali al fine di poter intercettare la crisi di impresa prima che questa diventi insolvenza, mentre per le imprese in fase di sviluppo e crescita accendere l’attenzione su tematiche importanti nella costruzione del business plan, nella gestione del rischio e dell’efficienza.
Saranno trattati sia modelli di analisi di bilancio per indici e flussi sia modelli economici di gestione delle imprese con riferimento alle tecniche di produzione da un punto di vista microeconomico.
La gestione e la massimizzazione dei risultati, l’attività di ricerca e sviluppo e la gestione strategica dell’impresa.
Da un punto di vista temporale viene affrontata sia l’analisi storica che quella prospettica, ricordando che l’analisi prospettica è basata su previsioni che spesso sono legate ad eventi esogeni e quindi sconta l’incertezza di cui l’ambiente economico, sia a livello micro che macro, è caratterizzato.
Il testo contiene osservazioni utili per comprendere ed evitare errori nell’analisi di bilancio e nella costruzione del budget. È doveroso fare subito una precisazione, soffermandosi sulla la differenza tra squilibri e deficit. Le norme recenti in tema di crisi di impresa, ad esempio, parlano sempre di squilibri; l’articolo 2 del D.Lgs. 14/2019 così recita: la crisi è lo stato di squilibrio economico-finanziario che rende probabile l'insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.
Anche il D.L. 118/2021, la riforma della crisi di impresa attuata dal governo Draghi, all’articolo 2 nel definire il percorso di uscita dalla crisi di impresa dice: l'imprenditore commerciale e agricolo che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza, può chiedere al segretario generale della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa.
Il fatto che il legislatore ha ritenuto opportuno usare il termine squilibrio e non deficit ha una sua ragione;
lo squilibrio è essenzialmente momentaneo;
anche il deficit può esserlo, ma il deficit fa presupporre una situazione di eccedenza o avanzo (o meglio di disavanzo o avanzo negativo) di un valore rispetto ad un altro.
Premesse
1. Il concetto di deficit e la differenza con gli squilibri
1.1 Le possibili definizioni di deficit
1.2 Il deficit patrimoniale
1.3 Il deficit finanziario e le differenze con gli squilibri finanziari
1.4 Il deficit economico e le differenze con gli squilibri economici
1.5 La gestione degli squilibri economici e patrimoniali-finanziari
2. L’analisi di bilancio le fonti e le riclassificazioni dei bilanci
2.1 Le fonti: il bilancio e le altre informazioni
2.2 La Riclassificazione del bilancio per l’analisi
2.3 La riclassificazione del conto economico
2.3 Il costo del venduto
2.4 La riclassificazione dello stato patrimoniale
3. La gestione dell’impresa e l’analisi di bilancio per indicatori
3.1 Cos’è l’impresa
3.2 Un indicatore di efficienza economico: la leva operativa
3.3 La gestione degli investimenti e l’indebitamento
3.3.1 Il livello di indebitamento ottimale
3.3.2 Il rapporto tra indebitamento e costo del capitale
3.4 Analisi del MOL
4. Le diverse tipologie di analisi e di indicatori
4.1 Gli indicatori complessi e l’analisi per indici
4.2 Gli indici economici e la relazione tra ROI e ROE e ROS
4.3 Il ROE e la leva finanziaria
4.4 Lo studio del conto economico e il punto di equilibrio: il BEP
4.5 Gli indici di efficienza produttiva
4.6 Gli indici patrimoniali
4.7 Gli indici finanziari
4.8 Il DSCR: la sostenibilità del debito finanziario
4.9 L’analisi dei flussi finanziari
4.10 Il limite dell’analisi prospettica
5. L’analisi dei costi dell’impresa
5.1 La natura dei costi: definizioni ed esempi di costi fissi e variabili
5.2 L’imputazione dei costi il direct costing e il full costing
5.3 La determinazione del prezzo di vendita: il metodo del cost Plus
6. L’autofinanziamento, il capitale autogenerato e rigenerato
7. La ricerca empirica e i dati in tema di analisi di bilancio
7.1 La creazione del valore
8. Le linee guida dell’EBA del giugno 2021 per gli intermediari
8.1 Prestiti a microimprese e piccole imprese
8.2 Uso eccessivo della leva finanziaria
8.3 La finanza di progetto
8.4 La revisione dei prestiti
9. La produttività, una misura per lo sviluppo delle imprese
Conclusioni
Appendice al testo ...................................................................................................................... 145
La nuova PFN ................................................................................................................................ 145
Le nuove norme di default “bancarie” attive dal 1.1.2021 .................................................................. 148
Riflessioni sull’indicatore della crisi di impresa introdotto dal D.L. 118/2021 ........................................ 152
Appendice matematica ............................................................................................................... 157
eBook in pdf di 111 pagine sul budget e la pianificazione strategica per la sostenibilità dell'impresa.
La Piccola e Media Impresa è stata, e forse lo è, ancora oggi, la forza trainante dell'economia italiana, nonostante la forte accelerazione al cambiamento che i mercati internazionali hanno subito dagli accadimenti degli ultimi decenni.
Di sovente, in queste piccole strutture, il controllo viene fatto soltanto a consuntivo sulla base delle risultanze di un metodo contabile generalmente pensato per assolvere agli obblighi fiscali di determinazione del reddito d'esercizio.
In verità sarebbe finanche possibile adattare, con qualche accorgimento, il sistema contabile per ottenere, anche in corso d'anno, dei dati significativi, ma ciò sarebbe possibile solo a patto di effettuare periodicamente alcune registrazioni integrative che simulino quelle di chiusura dell'esercizio.
Partendo dai dati rilevabili dalle scritture contabili obbligatorie e da un numero limitato di altre informazioni si potrebbe giungere alla determinazione di valori utili per definire un programma da riversare, poi, in un budget.
Tra le varie informazioni ve ne sono alcune di natura extra-contabile che potrebbero consentire di delineare meglio i punti di forza e quelli di debolezza dell'azienda oltre che individuarne la posizione all'interno del mercato. Si tratta di informazioni che gli imprenditori, istintivamente, prendono già in considerazione, ma che, generalmente, ritengono superflue o difficili da codificare o da esporre in maniera strutturata e analitica.
L'utilizzo di questi elementi classificabili generalmente come "segnali deboli" possono consentire alla PMI di avere una visione molto più chiara delle proprie performance favorendo nel contempo l'individuazione di azioni correttive e/o migliorative da intraprendere (ricordate le analisi post partita di cui ti ho raccontato?) . Se costruito in maniera organica e funzionale alle esigenze ed alla tipicità dell'azienda, è possibile estendere quindi il bilancio d'esercizio, trasformandolo da mero strumento programmatico a strumento di gestione e di analisi economico e semplificato, da cui pianificare una strategia d'azione e finanche un budget.
Per semplificarne la trattazione, l'ebook è stato diviso in sezioni che possono essere oggetto di consultazione in maniera autonoma ed anche non consequenziale.
Nella prima parte viene trattato per grandi linee, il controllo di gestione e la programmazione partendo dai dati disponibili dalla contabilità.
La seconda parte descrittivo/qualitativa punta a mettere il lettore nelle condizioni di costruire una serie di indicatori per controllare tra gli altri aspetti relativi al mercato, all'organizzazione interna ed alla distribuzione della conoscenza.
La terza ed ultima parte partendo dalle conoscenze acquisite nei precedenti capitoli approcceremo allo strumento base della programmazione: “il Budget”, come strumento per comprendere meglio i risultati delle azioni correttive che si sono intraprese nel tempo. Dall'analisi delle variazioni mese per mese e dal confronto dei dati a consuntivo con i dati inseriti nel budget, si avrà immediatamente la corrispondenza tra le strategie pianificate e quelle realizzate.
Introduzione
Di cosa parliamo?
1. Controllo e programmazione
1.1 Gli strumenti tradizionali utilizzati
1.2 Gli strumenti progettuali
1.2.1 La pianificazione
1.3 Definizione della strategia: la programmazione
1.3.1 Gli obiettivi
1.4 il budget
1.4.1 Le funzioni del budget
1.4.2 I limiti del budget
1.5 Le classificazioni del budget
1.6 Fasi propedeutiche alla redazione del budget
1.6.1 La calenderizzazione del budget
1.7 Il processo di budgeting
1.7.1 I budget dell’area commerciale
1.7.2 Il Budget delle vendite
1.7.2.1 Il periodo di riferimento
1.7.2.2 Analisi interne ed esterne
1.7.2.2.1 L’analisi SWOT: breve accenno
1.7.2.2.2 Le analisi esterne
1.7.2.2.3 Le analisi interne
1.7.2.3 Valutazione dei vincoli
1.7.2.4 Sintesi delle previsioni specifiche
1.7.3 L’articolazione del budget delle vendite
1.7.4 Budget dei costi commerciali
1.7.5 il programma di produzione
1.7.5.1 La politica delle scorte
1.7.6 Budget dei costi di produzione
1.7.6.1 Il budget dei costi diretti
1.7.6.2 Determinazione dei costi standard
1.7.6.3 Costi standard delle materie prime
1.7.6.4 Costi standard di manodopera
1.7.6.5 Standard dei costi indiretti
1.7.7 Budget degli acquisti
1.7.8 Budget del personale
1.7.9 Il budget dei costi indiretti
1.7.10 Budget dei costi generali
1.7.11 Budget degli investimenti
1.7.11.1 Valutazione dal punto di vista strategico
1.7.11.2 Valutazione dal punto di vista economico/finanziario
1.7.12 Budget del conto economico
1.7.12.1 Conto economico a Valore della produzione e Valore aggiunto
1.7.12.2 Conto economico a Ricavi e Costi del venduto
1.7.12.3 Conto economico a margine di contribuzione
1.7.13 Budget dello stato patrimoniale
1.7.13.1 il criterio finanziario
1.7.13.2 il criterio funzionale
1.7.14 Il budget finanziario
1.7.15 Budget di cassa
2. Analisi degli scostamenti
2.1 Quando, come, chi e cosa
2.1.1 Scostamento dei costi variabili
2.1.2 Scostamento dei volumi. Incidenza sui costi fissi
2.1.3 Scostamento dei ricavi
2.2 i rischi nel processo di analisi
3. Conclusioni
Guida pratica in pdf sull'applicazione del Regolamento protezione dati personali e tutela della privacy negli Studi professionali, con Schemi e consigli pratici per gli adempimenti.
Questa seconda edizione del Volume La privacy negli studi professionali nasce sull’onda della soddisfazione per le manifestazioni di apprezzamento che sono state espresse verso gli Autori della prima edizione e trova spinta nell’esigenza di dare maggiore esaustività all’analisi di uno scenario che negli ultimi due anni ha subito un mutamento profondo e sostanziale.
La prima edizione è stata pubblicata nei giorni immediatamente successivi alla fatidica data del 25 maggio 2018 che, come noto, ha segnato l’innesco -rectius l’applicabilità- del Regolamento generale UE 2016/679. Lo sforzo degli Autori è stato evidentemente profuso verso l’esigenza di offrire ai professionisti e, più in generale, agli operatori del mondo del lavoro (datori di lavoro, imprenditori, dipendenti e collaboratori) uno strumento operativo, una sorta di bussola, in virtù di cui riuscire a orientarsi in quel rinnovato “ambiente".
Dall'entrata in vigore del Regolamento Europeo, molti di noi addetti ai lavori ci siamo sentiti investiti da una ventata d'aria fresca. Il taglio stesso della normativa, con l'abbandono dei principi formalistici il favore di un approccio proattivo molto più vicino alla realtà di chi combatte tutti i giorni con la realtà pratica delle aziende offrendo consulenza, ci ha dato grandi speranze. Inoltre, la previsione in capo al Garante di cospicui poteri di soft law ci permetteva all'epoca di sognare di mandare al macero moduli e formulari in favore della costruzione di sistemi di gestione, di formazione continua, e soprattutto di una strutturazione in capo alla figura del data protection officer di una effettiva possibilità di incidere sulla qualità della vita lavorativa delle persone all'interno di sistemi complessi, proprio perché - e chi si occupa di privacy lo sa bene - l'italiano per sua formazione, probabilmente per ragioni storiche, è estremamente attento alla sua riservatezza, soprattutto in tempi di condivisione sul web di qualunque cosa.
Poi è arrivato il covid. Le scelte di politica generale non sono opinabili dai tecnici, ma quello che si può certamente registrare dal primo lockdown e che la carta un tanto al chilo è tornata a far da padrona: moduli, formulari, procedure, avvisi. L'ansia di fornire evidenza ad una pubblica autorità percepita come costantemente di pattuglia ha riempito letteralmente uffici, reparti e locali commerciali di scartoffie appese ai muri. Di pari passo con l'applicazione del green pass, si è fatta sempre più pressante la domanda di chiarire sotto il profilo del diritto alla privacy le controversie interne alle organizzazioni, interpretando le norme che cambiano di continuo, nel perdurare dello stato di emergenza. Molto è stato fatto per trasferire on-line la gestione delle attività connesse alla gestione sanitaria, creando ulteriori schemi e procedure e regolamenti interni per integrare le nuove incombenze nell'attività delle persone.
Nel complesso, come tutte le situazioni di crisi, è stata una ottima palestra per acquisire esperienza su scenari nuovi.
In questa seconda edizione ci proponiamo di aggiungere contributi speriamo utili per gli studi professionali per essere vicino ai propri clienti anche nella gestione di problemi e domande che certamente saranno arrivate e continueranno ad arrivare nel perdurare della pandemia.
Sperando di essere utile e di fare la nostra parte.
Prefazione alla Seconda Edizione.
Prefazione alla Prima Edizione.
Premessa (Avv. Luca Malatesta).
Premessa alla seconda edizione (Avv. Luca Malatesta).
1. Sintesi schematica del quadro normativo di riferimento (Dott. Giuseppe Miceli).
1.1 Il quadro normativo in materia di protezione dei dati personali
1.2 Il “dato personale” ai sensi del GDPR: definizione e tipologie di dati
2. Organigramma privacy: ruoli e responsabilità (Avv. Luca Malatesta).
2.1 Situazioni di titolarità e contitolarità del trattamento: come distinguerle e cosa fare.
2.2 La categoria dei sub-responsabili del Titolare o del Responsabile per il trattamento.
2.3 Il DPO (Data Protection Officer)
2.4 La gestione degli archivi cartacei e il registro dei trattamenti
2.4.1 La gestione degli archivi cartacei
2.4.2 Il registro dei trattamenti
2.5 L’art. 32: obbligo per il titolare del trattamento di adottare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza corrispondente al rischio.
2.6 Sistemi di certificazione.
3. Protezione dei dati personali e tutela della privacy dei lavoratori (Dott. Marco Miceli).
3.1 La privacy dei lavoratori
3.1.2 DPIA per il datore di lavoro/titolare del trattamento.
3.2 Il Provvedimento generale del Garante in merito al trattamento di categorie particolari di dati, nei rapporti di lavoro.
3.3 Videosorveglianza in ambiente lavorativo.
3.4 Piano sanzionatorio per violazioni in materia di controlli e videosorveglianza in ambiente lavorativo.
4. La valutazione d’impatto per la protezione dei dati (Dott. Giuseppe Miceli).
4.1 Data Protection Impact Assessment: obbligo di (auto)valutazione preventiva del rischio privacy.
4.2 Oggetto della DPIA.
4.3 Soggetti della DPIA.
4.4 Contenuto della DPIA.
4.5 Analisi dei rischi e DPIA.
4.6 Metodologia pratica di analisi e realizzazione di una DPIA.
4.7 Sintesi del piano sanzionatorio per la violazione dell’obbligo della DPIA.
5. Esercizio dei diritti dell’interessato e azioni legali (Dott. Giuseppe Miceli).
5.1 I diritti dell’interessato dal Codice della privacy al GDPR.
5.2 Analisi schematica dei diritti dell’interessato.
5.3 Reclami, ricorsi e azioni per il risarcimento del danno.
6. La pandemia del COVID- 19 e la tutela dei dati personali del lavoratore (Avv. Mauro Buontempi)
6.1 Il Green Pass e l’accesso ai luoghi di lavoro: il controllo operato dal datore di lavoro.
6.2 Gli adempimenti a carico del Titolare dello Studio Professionale: il documento organizzativo, il documento di privacy by design e by default, le lettere di incarico, l’informativa ai dipendenti e il registro dei trattamenti
6.3 Il trattamento dei dati sanitari del lavoratore in epoca di pandemia: la corretta base giuridica.
6.4 Il medico competente e il trattamento dei dati sanitari del lavoratore.
7. Focus - Attività di ispezione e impianto sanzionatorio (Dott. Giuseppe Miceli).
7.1 Le ispezioni: operatività e consigli utili
7.2 Provvedimenti del Garante: sanzioni e provvedimenti correttivi
Conclusioni e considerazioni del curatore editoriale.
Sitografia.
Formulario:
eBook di 87 pagine in pdf comprensivo di Normativa, sulla disciplina dell’ACE e i chiarimenti di prassi medio tempore forniti dall’amministrazione finanziaria evidenziando le novità introdotte dal D.L. “Sostegni-bis”.
Aggiornato con i chiarimenti forniti durante Telefisco e le indicazioni per i modelli dichiarativi 2022
• Soggetti beneficiari ed esclusi
• Presupposti dell’agevolazione
• Determinazione della base ACE per i soggetti IRES
• Determinazione della base ACE per i soggetti IRPEF
• Disciplina antielusiva
• Trasformazione delle eccedenze ACE in credito d’imposta IRAP
L’Aiuto alla Crescita Economica (ACE), introdotto nel nostro ordinamento fiscale dal D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, è stato oggetto, nel corso del 2017, di un profondo restyling. In particolare, la legge di bilancio 2017 ha modificato le modalità di applicazione dell’agevolazione alle persone fisiche e alle società di persone, rendendola più omogena a quella prevista per i soggetti IRES. Inoltre, a seguito della riforma del bilancio attuata con il d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 e la conseguente normativa di coordinamento delle basi imponibili IRES e IRAP prevista dall’art. 13-bis del D.L. 30 dicembre 2016, n. 244, sono state profondamente riviste le disposizioni attuative dell’incentivo.
Il D.M. 14 marzo 2012 è stato abrogato e sostituito dal D.M. 3 agosto 2017. L’incentivo era stato poi abrogato dalla legge di bilancio del 2019 con decorrenza dal periodo d'imposta 2019, garantendo solo la possibilità di utilizzo delle eccedenze pregresse di ACE non utilizzate alla fine del periodo di imposta 2018.
Contestualmente, in sostituzione dell’ACE era stato introdotto un diverso incentivo la cd. Mini-IRES, che si sostanziava in una riduzione dell’aliquota ordinaria IRES dal 24% al 15% in presenza di utili reinvestiti in incrementi occupazionali e nuovi investimenti.
La complessità del meccanismo agevolativo del nuovo incentivo aveva, poi, spinto il legislatore a rimodularne le regole applicative, procedendo a una riscrittura integrale della disciplina con l’art. 2 del DL n. 34/2019. In tale sede, il calcolo del beneficio era stato ancorato unicamente all’incremento patrimoniale derivante dalla non distribuzione degli utili.
La legge di bilancio 2020 ha ripristinato la situazione ante legge di bilancio 2019, abrogando, dal periodo di imposta 2019, la Mini-IRES e "riattivando" contestualmente la disciplina ACE, seppur con riduzione dell'aliquota percentuale per il calcolo del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio che scende all’1,3%.
Il D.L. 25 maggio 2021 n. 73, c.d. “Sostegni-bis” ha, da ultimo, introdotto, tra le misure di sostegno alle imprese colpite dall’emergenza da COVID-19, un rafforzamento dell’agevolazione ACE, limitatamente al periodo d’imposta 2021, denominato “ACE innovativa 2021”.
Come si avrà modo di approfondire, l’agevolazione prevede l’applicazione di un coefficiente di rendimento nozionale sull’incremento di capitale proprio 2021 del 15% (a condizione che tale incremento sia “conservato” almeno sino alla fine del 2023).
Nel testo, si riepiloga la disciplina dell’ACE e i chiarimenti di prassi medio tempore forniti dall’amministrazione finanziaria evidenziando le novità introdotte dal D.L. “Sostegni-bis”.
Premessa
1. Ambito soggettivo
1.1 Soggetti beneficiari
1.2 Soggetti esclusi
2. I presupposti dell’agevolazione
2.1 Rendimento nozionale del capitale
2.2 Esistenza di “nuovo capitale proprio”
3. La determinazione della base ACE per i soggetti IRES
3.1 Variazioni in aumento
3.1.1 I conferimenti in denaro
3.1.2 Accantonamenti a riserva di utili
3.1.3 L’incremento patrimoniale per le start up
3.1.4 Sterilizzazione dell’incremento per la consistenza dei titoli e valori mobiliari
3.1.5 Irrilevanza delle rettifiche operate in sede di FTA dei “Nuovi OIC”
3.1.6 Rettifiche fiscali per le Stabili Organizzazioni
3.2 Variazioni in diminuzione
3.3 Limite del Patrimonio Netto
3.4 Il meccanismo di applicazione
3.5 L’ACE nei regimi opzionali del consolidato e della trasparenza fiscale
3.5.1 ACE e consolidato nazionale
3.5.2 ACE e trasparenza fiscale
3.6 L’ACE e le operazioni straordinarie
3.6.1 ACE e conferimento d’azienda
3.6.2 ACE e fusione
3.6.3 ACE e scissione
3.6.4 ACE e trasformazione
4. La determinazione della base ACE per i soggetti IRPEF
4.1 Modalità di calcolo della base ACE
4.1.1 Soggetti IRPEF “da sempre” in contabilità ordinaria
4.1.2 Soggetti IRPEF “non” da sempre in contabilità ordinaria
5. La disciplina antielusiva
5.1 Operazioni sterilizzate
5.1.1 Operazioni infragruppo
5.1.2 Operazioni extra-gruppo
5.2 Decorrenza della “nuova” disciplina antielusiva e clausola di salvaguardia
5.3 Disapplicazione della disciplina antielusiva
5.3.1 Interpello probatorio
6. Trasformazione delle eccedenze ACE in credito d’imposta IRAP
6.1 La trasformazione delle eccedenze ACE per i soggetti IRES e IRPEF
6.2 La trasformazione delle eccedenze ACE in caso di consolidato e trasparenza fiscale
7. L’ “ACE innovativa 2021”
7.1 Determinazione del beneficio
7.2 Modalità di fruizione del beneficio
7.3 La Super ACE nei modelli dichiarativi 2022
7.4 I casi di restituzione del beneficio
7.5 Il provvedimento attuativo
Normativa
Decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, [c.d. "Decreto Monti"]
Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, [c.d. "Legge di bilancio 2020"]
D.M. 3 agosto 2017 - Revisione delle disposizioni attuative in materia di aiuto alla crescita economica (ACE)
Decreto legge 25 maggio 2021, n. 73 [c.d. "Decreto Sostegni-bis"]
eBook di 72 pagine in pdf, sulla cessione dello studio professionale, nato con l'obiettivo di aiutare i professionisti a comprendere i mutamenti in corso e dotarli degli strumenti necessari a dare continuità alla propria attività professionale, migliorando competenze e qualità della vita.
Sarà quindi tracciato un quadro completo delle operazioni di fusione e acquisizione di Studi professionali in Italia con particolare riferimento a studi di Commercialisti e consulenti del lavoro, mentre saranno fatti alcuni cenni sulle operazioni di cessione/aggregazione di Studi legali ed odontoiatrici.
Oltre agli aspetti inerenti la prassi, la normativa e la fiscalità, saranno presentati, estratti di contratti di cessione e dati non reperibili in banche dati pubbliche.
Premessa
1. La prassi in Italia con uno sguardo all’Europa
1.1 La prassi in Europa: i concetti di “affiancamento” e di “attività ripetitiva e standardizzata”
1.2 La prassi in Italia
1.3 Le operazioni M&A di Studi professionali: le operazioni singole e le operazioni strutturate
1.4 Gli effetti delle aggregazioni
1.5 Focus: l’M&A professionale nel settore dentale
1.5.1 Il contesto in cui operano gli Studi dentistici ed i vantaggi delle operazioni M&A
1.5.2 Lo stato attuale del mercato del M&A di Studi Dentistici
1.6 Focus: l’M&A professionale nel settore legale
2. Gli aspetti fiscali nelle operazioni M&A di Studi professionali
2.1 Le differenze tra M&A di Studi professionali e aziende
2.2 La cessione del “Pacchetto Clienti”
2.3 La cessione del marchio
2.4 La cessione dei cespiti
2.5 I compensi per il patto di non concorrenza (articolo 2125 del codice civile)
2.6 L’apporto della clientela in un’associazione professionale
2.7 La trasformazione/conferimento dello Studio associato in S.T.P.
3. La valutazione dello Studio professionale in ottica di cessione
3.1 La valutazione dello Studio del Commercialista/Consulente del Lavoro
3.1.1 Il metodo finanziario
3.1.2 Il metodo dei multipli di transazioni comparabili e l’analisi di regressione
3.1.3 L’effetto della pandemia da covid-19 sul valore degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro
3.2 La valutazione dello Studio legale
3.3 La valutazione dello Studio odontoiatrico
4. La reale natura dell’operazioni di acquisizione/cessione di uno Studio professionale
4.1 La progettualità che attiva le operazioni di aggregazioni professionale
4.1.1 Il professionista vicino all’età pensionabile
4.1.2 Il professionista cinquantenne
4.1.3 Il giovane professionista
4.2 La natura aggregativa dell’operazione di cessione/acquisizione di uno Studio professionale
4.2.1 L’attività di affiancamento/canalizzazione del professionista aggregato (cedente)
4.2.2 Il principio di continuità gestionale
5. Gli aspetti civilistici e contrattuali delle operazioni di aggregazione professionale
5.1 Le ragioni di uno storico disinteresse normativo: bipartizione fra attività imprenditoriale e attività professionale
5.2 L’imprenditorializzazione dell’attività professionale: l’orientamento normativo e giurisprudenziale comunitario
5.3 L’art. 54, comma 1-quater, del T.U.I.R.: sua matrice fiscale e necessità di una giustificazione civilistica dell’operazione di cessione
5.4 La risoluzione n. 108/2002 dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e Contenzioso
5.5 La sentenza n. 2860/2010 della Corte di Cassazione
5.6 Il contratto di cessione di Studio professionale: il suo oggetto ed il principio di continuità fra vecchia e nuova gestione
5.7 Le condizioni peculiari delle operazioni di aggregazione professionale
5.8 Alcuni casi pratici
5.9 Il contratto di aggregazione tramite fusione/incorporazione: cenni sulle principali clausole contrattuali/statutarie
5.9.1 Le categorie di quote – diritti particolari delle partecipazioni
5.9.2 Trasferimento di quote
5.9.3 Recesso del socio
6. Statistiche sul mercato M&A degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro (a cura di MpO Centro Studi)
6.1 Profilo dei Dominus cedenti
6.2 Profilo degli Studi ceduti
6.3 Le operazioni
Breve guida in pdf di 282 pagine, per il revisore dei conti di comuni e province, il presente contributo mira a fornire una panoramica generale sulle problematiche con cui deve confrontarsi il revisore dei conti degli enti locali.
Aggiornato con:
Il presente contributo si rivolge ai revisori di comuni e province con l’intento di fornire una panoramica il più completa possibile, benché sintetica, dei vari aspetti che interessano l’incarico, nella consapevolezza che quelli di particolare complessità (quali, ad esempio, i principi della contabilità, il controllo sulle società ed enti partecipati e la normativa in materia di personale), meritano indubbiamente approfondimenti specifici.
1. REVISORI DEI CONTI E SISTEMI DI CONTROLLO DEGLI ENTI LOCALI
1.1 Introduzione della figura del revisore ed evoluzione normativa
1.2 Il sistema dei controlli interni
1.3 I controlli esterni
1.4 La proposta di riforma
2. NOMINA E CESSAZIONE DEI REVISORI
2.1 Il sistema di nomina
2.1.1 Istituzione dell’elenco
2.1.2 Domanda di iscrizione e mantenimento nell’elenco
2.1.3 Sorteggio e nomina del revisore
2.1.4 Accettazione della carica
2.1.5 Enti appartenenti a Regioni a statuto speciale
2.1.6 Revisori nelle unioni di comuni
2.2 Incompatibilità e ineleggibilità
2.2.1 Indipendenza
2.2.2 Concorso al dissesto dell’ente
2.2.3 Limite al cumulo degli incarichi
2.2.4 Dichiarazione di sussistenza dei requisiti
2.3 Durata dell’incarico
2.4 Cause di cessazione
2.5 Sostituzione del revisore
2.6 Remunerazione del revisore
2.6.1 Compenso
2.6.2 Rimborso spese
3. FUNZIONAMENTO DELL’ORGANO DI REVISIONE
3.1 Composizione dell’organo di revisione
3.2 Insediamento dell’organo di revisione
3.3 Comportamento etico-professionale
3.3.1 Principi di vigilanza e controllo dell’Organo di revisione degli Enti Locali emanati dal C.N.D.C.E.C.
3.4 Collaboratori dell’organo di revisione
3.5 Modalità di esercizio della vigilanza
3.5.1 Fasi della revisione
3.5.2 Tecniche di campionamento
3.5.3 Significatività dell’errore
3.5.4 Rischio di revisione
3.6 Deliberazioni dell’organo di revisione
3.6.1 Verbalizzazione delle riunioni
3.7 Responsabilità dell’organo di revisione
3.7.1 La responsabilità civile
3.7.2 La responsabilità penale
3.7.3 Responsabilità amministrativa per danno erariale
3.7.4 L’azione di responsabilità
4. CONTABILITÀ E BILANCI DELL’ENTE
4.1 Il sistema della contabilità finanziaria
4.1.1 Fasi dell’entrata
4.1.2 Fasi della spesa
4.2 Il sistema di tesoreria
4.3 L’armonizzazione contabile
4.3.1 Accertamento e imputazione delle entrate
4.3.2 Impegno e imputazione delle spese
4.3.3 Accantonamenti a fondi e vincoli
4.3.4 Il fondo pluriennale vincolato (FPV)
4.3.5 Piano dei conti integrato e contabilità economico-patrimoniale
4.3.6 Il bilancio consolidato
4.4 Il Bilancio di previsione
4.4.1 Termini di approvazione
4.4.2 Esercizio provvisorio e gestione provvisoria
4.4.3 Obblighi di comunicazione
4.4.4 Principi di redazione del bilancio
4.4.5 Allegati al bilancio di previsione
4.4.6 Gli equilibri di bilancio
4.4.7 Emendamenti al bilancio
4.4.8 Variazioni di bilancio
4.4.9 Contenimento delle spese
4.5 Il Rendiconto della gestione
4.5.1 Riaccertamento dei residui
4.5.2 Risultato di amministrazione
4.5.3 Prospetto di conciliazione
4.5.4 Stato patrimoniale
4.5.5 Conto economico
4.5.6 Allegati al rendiconto
4.6 Altri strumenti della programmazione e gestione finanziaria
4.6.1 Documento Unico di Programmazione (DUP)
4.6.2 Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio
4.6.3 Relazione di inizio mandato
4.6.4 Relazione di fine mandato
4.6.5 Piano esecutivo di gestione e delle performance
4.6.6 Nota integrativa
4.7 Rapporti con società e organismi partecipati
4.7.1 Costituzione di organismi partecipati, acquisto e mantenimento di partecipazioni
4.7.2 Società in house
4.7.3 Organi sociali delle società a partecipazione pubblica
4.7.4 Razionalizzazione delle società partecipate
4.7.5 Perdite delle società partecipate
5. ENTI DEFICITARI E DISSESTATI
5.1 Crisi dell’ente
5.2 Dissesto
5.2.1 Delibera del dissesto
5.2.2 Procedura di risanamento
5.2.3 Procedura semplificata e anticipazione di cassa
5.2.4 Procedura straordinaria
5.3 Pre-dissesto
5.3.1 Relazioni dell’organo di revisione
5.4 Deficitarietà strutturale
6. VERIFICHE DEI REVISORI
6.1 Verifiche di cassa
6.2 Collaborazione con il consiglio dell’ente
6.3 Referto e denuncia su gravi irregolarità di gestione
6.4 Parere sulla proposta di bilancio di previsione e sulle variazioni
6.5 Verifiche sugli strumenti di programmazione
6.6 Verifica del mantenimento degli equilibri di bilancio
6.7 Relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di approvazione del rendiconto della gestione e sullo schema di rendiconto
6.8 Relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di approvazione del bilancio consolidato
6.9 Parere sulla modalità di gestione dei servizi e sulle proposte di costituzione o di partecipazione ad organismi esterni
6.9.1 Asseverazione dei debiti e crediti nei confronti delle partecipate
6.10 Parere sulle proposte di ricorso all'indebitamento
6.11 Parere sulle proposte di utilizzo di strumenti di finanza innovativa
6.12 Parere sulle proposte di riconoscimento di debiti fuori bilancio e transazioni
6.13 Verifica sulla tempestività dei pagamenti
6.14 Parere sulle proposte di regolamento
6.15 Verifiche sul personale e la contrattazione integrativa decentrata
6.16 Vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica
6.16.1 Gestione delle entrate
6.16.2 Gestione delle spese
6.16.3 Vigilanza sull'attività contrattuale
6.16.4 Vigilanza sull'acquisizione di beni e servizi
6.16.5 Vigilanza sull'amministrazione dei beni
6.17 Certificazione Covid-19
6.18 Vigilanza sugli adempimenti fiscali
6.18.1 Soggettività Iva
6.18.2 Soggettività Irap
6.18.3 Non soggettività passiva IRES
6.18.4 Sostituto di imposta
6.18.5 Visto di conformità
6.19 Collaborazione con la Corte dei Conti
TABELLA DETERMINAZIONE DEI COMPENSI DELL’ORGANO DI REVISIONE
SCHEMI DEL BILANCIO DI PREVISIONE
TABELLA DEI PARAMETRI DI RISCONTO DELLA SITUAZIONE DI DEFICITARIETÀ STRUTTURALE VALORI SOGLIA PER FASCIA DEMOGRAFICA EX ART. 33, C. 2, D.L. N. 34/2019
Un'impresa di successo, come nasce e si sviluppa un'idea imprenditoriale.
eBook in pdf di 247 pagine.
Questo eBook, è stato scritto per fornire al lettore una riflessione sulle possibili modalità di sviluppo imprenditoriale seguendo il modello del Marketing.
Modello che favorisce il successo aziendale verso i settori di pubblico da cui maggiormente dipende la conquista del consenso.
Si tratta del settore del pubblico esterno, in particolare i clienti, di cui è importante conquistare la mente e il cuore, e del pubblico interno, cioè di tutti coloro che, nell’impresa, lavorano per rendere possibile tale successo.
Per contribuire alla descrizione di come la strategia aziendale di Marketing possa condurre a conquistare posizioni importanti sul mercato, gli Autori hanno inserito nel testo gli avvenimenti più salienti che hanno caratterizzato lo sviluppo di Arken, una Impresa di successo leader nei mercati mondiali per la progettazione e produzione di arredi modulari per negozi, accessori, vetrine, elementi di arredo e manichini.
Arredi personalizzati per il mondo del retail, delle farmacie, del contract e per grandi catene di negozi, alberghi e residenze.
Arken, con la sua storia, accompagna, quindi, il percorso del libro.
Introduzione
1. La nascita dell’impresa e la definizione del business
1.1. Impresa: intuito ed arte
1.2. L’idea imprenditoriale
1.3. Il business e le competenze
1.4. Il processo di pianificazione dell’impresa e il disegno organizzativo
1.5. La pianificazione strategica aziendale
1.6. Le decisioni strategiche
1.7. La definizione e la pianificazione del business (il business plan)
1.8. L’evoluzione del business plan
1.9. Le sezioni del business plan
1.10. Il business plan, la Mission aziendale e la matrice prodotto/mercato
1.11. La definizione degli obiettivi di business
1.12. Il business plan e l’organizzazione dell’impresa
1.13. L’organizzazione process driven
1.14. Lo sviluppo dell’azienda
1.15. Le fasi dello sviluppo
2. Il Marketing Management e il Piano di Marketing
2.1. Il Marketing Management
2.2. L’organizzazione di Marketing
2.3. Il Marketing e il piano strategico
2.4. Il Piano di Marketing
2.5. I momenti del Piano di Marketing
2.6. Lo schema del Piano di Marketing, Analisi PESTLE e SWOT
2.7. Il Marketing mix
3. I rapporti con il mercato e le ricerche
3.1. L’analisi dello scenario di marketing e di mercato
3.2. Il sistema informativo aziendale (SIA), CRM e CMS
3.3. Il mercato domestico e il mercato estero
3.4. Il ruolo delle informazioni
3.5. Le ricerche di marketing
3.6. Le ricerche di mercato e la segmentazione
3.7. Il ruolo della statistica per le ricerche di mercato
3.8. La rilevazione dei dati con l’intervista
4. Il Prodotto
4.1. La soddisfazione dei bisogni dei consumatori
4.2. L’evoluzione progettuale
4.3. L’oggetto e i bisogni
4.4. La distinzione fra prodotti
4.5. I caratteri distintivi del prodotto
4.6. I vari tipi di bisogni
4.7. La tutela dei consumatori e la qualità dell’offerta
4.8. Concorrenza e monopolio
5. Il Prezzo
5.1. Il valore del prezzo
5.2. La politica di prezzo
5.3. Il problema dei costi
5.4. I costi, il prezzo e il just in time
5.5. Il punto di pareggio
5.6. Aspetti strategici e tattici del pricing
5.7. Il rapporto fra il prezzo e la pubblicità
6. La distribuzione commerciale
6.1. Gli obiettivi e le strategie di Marketing e Commerciali
6.2. L’incontro fra la domanda e l’offerta
6.3. La rete distributiva
6.4. Il Franchising
6.5. I canali di distribuzione
6.6. I vari tipi di punti di vendita
6.7. Le vie della distribuzione
6.8. Gli intermediari e il brand management
6.9. Il servizio al cliente
6.10. Il Sales Management e la forza di vendita
6.11. L’E-Commerce e l’M-Commerce
7. La comunicazione al mercato
7.1. Le varie forme di comunicazione
7.2. La motivazione all’acquisto
7.3. Il sistema della comunicazione d’impresa
7.4. Le attività di comunicazione con il mercato
7.4.1. I segni distintivi dell’impresa
7.4.2. Il Design
7.4.3. Il Packaging
7.4.4. La Pubblicità
7.4.5. La Promozione delle vendite e il ciclo di vita del prodotto/servizio
7.4.6. Il Merchandising e la Pubblicità sul punto di vendita
7.4.7. La Pubblicità diretta e il Direct Marketing
7.4.8. Il Web Marketing
7.4.9. Il Brand Entertainment
7.4.10. Il Buzz Marketing
7.4.11. Il Guerrilla Marketing
7.4.12. Il Marketing Tribale
7.4.13. Il Marketing Virale
7.4.14. Il Product placement
7.4.15. Testimonials, Personalities promotion, Influencer
7.5. La comunicazione con l’opinione pubblica: le Pubbliche Relazioni
8. Il Marketing mix dei servizi
8.1. I prodotti e i servizi
8.2. Operare nei servizi
8.3. L’intangibilità dell’offerta
8.4. I caratteri dei fattori del Marketing mix dei servizi
8.5. Il valore aggiunto del Servizio
9. Forme specializzate di Marketing
9.1. Il Marketing Cinestesico
9.2. Il Marketing delle Emozioni
9.3. Il Marketing Fieristico
9.4. Il Marketing Internazionale
9.5. Il Neuroimaging Marketing
9.6. Il Marketing Sensoriale
9.7. Il Marketing Sociale
9.8. Il Societing Marketing
9.9. Il Marketing Territoriale
10. L’Employer Branding
10.1. Le attività di Employer Branding (marketing interno)
10.2. Il concetto di Employer Branding
10.3. Il Marketing interno
11. La gestione del cambiamento
11.1. L’impresa sistemica
11.2. Le componenti dell’impresa sistemica
11.3. L’impegno nel cambiamento
12. Le competenze manageriali
12.1. Le competenze per il vantaggio competitivo dell’impresa
12.2. Le competenze visibili e invisibili
12.3. I modelli aziendali per le competenze
12.4. La valutazione delle competenze
12.5. Il coaching e il mentoring
12.5.1. Il coach
12.5.2. Il mentor
13. La Comunicazione interna
13.1. Gli obiettivi della Comunicazione interna
13.2. Gli strumenti della Comunicazione interna
13.2.1. Strumenti cartacei, digitali e relazionali
13.2.2. Strumenti di ascolto
14. La formazione del personale
14.1. La formazione e l’employer branding
14.2. Gli obiettivi della formazione
14.3. I percorsi formativi
14.4. Tipologie di formazione
14.4.1. Il kitchen training
14.5. I luoghi della formazione
14.6. La docenza esterna e interna
14.7. La comunicazione con i partecipanti a sostegno dell’employer branding
14.8. Il piano delle attività formative
14.9. Il controllo dei risultati
14.10. I centri di formazione interni
14.11. Uno sguardo alle future generazioni
15. Il sistema premiante
15.1. Il sistema premiante e l’employer branding
15.2. Il total reward
15.3. La politica di gestione del personale
15.4. Gli strumenti per valutare la performance
15.5. Gli strumenti per valutare il potenziale
15.6. Il talent management
16. La responsabilizzazione del personale per il successo dell’impresa
16.1. La responsabilizzazione e l’employer branding
16.2. L’utilizzo di stratagemmi
16.3. Samurai, Bushido e valori aziendali
17. Conclusioni, Customer Experience e Employee Experience
18. What next per le imprese
Bibliografia
Sitografia
Disciplina civilistica e fiscale delle organizzazioni di volontariato dopo la riforma del Terzo Settore, ebook in pdf di 214 pagine.
Aggiornato con:
Questo e-book tratta una delle parti più importanti della riforma del terzo settore e dell’impresa sociale, vale a dire la nuova disciplina delle organizzazioni di volontariato.
Anche se una delle più importanti novità della riforma del terzo settore (Decreto Legislativo n° 117 del 2017 contenente il “Codice del terzo settore”) è l’estensione della possibilità di avvalersi della collaborazione di volontari a tutti gli enti del terzo settore (ETS), le organizzazioni di volontariato (OdV) restano il cardine del settore del volontariato e ricevono una serie di supporti che dovrebbero aumentare l’efficacia della loro azione.
Con la riforma del terzo settore le OdV diventano una categoria di enti del terzo settore, aventi forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta, che, oltre a beneficiare della disciplina fiscale agevolata prevista soprattutto per gli enti del terzo settore non commerciali dal Titolo X del Dlgs 117/2017, godono di una disciplina fiscale (e contabile) specifica ancora più agevolata contenuta negli artt. 84 e 86 dello stesso decreto.
A queste norme agevolative si aggiungono quelle, previste per tutti gli ETS e, pertanto, applicabili anche alle OdV, del Dlgs 111/2017 sulla riforma del cinque per mille e della Legge 166/2016 (riformata dalla Legge 205/2017) sulla cessione gratuita di beni alimentari, farmaceutici e di altro tipo a fini di solidarietà sociale agli enti senza scopo di lucro (fra cui gli ETS e, di conseguenza, le OdV).
Il nuovo regime fiscale delle OdV entrerà completamente in vigore nell’anno di imposta 2022 (dopo i rinvii che vi sono stati nel 2019 e nel 2020 per il mancato avvio del Registro unico nazionale del terzo settore – RUNTS il cui decreto attuativo è quello del 15 Settembre 2020 del Ministero del lavoro), per cui c’è un periodo transitorio per gli anni dal 2018 al 2021 in cui ad esse si applicano alcune norme fiscali della vecchia Legge – quadro sul volontariato, la Legge 266/1991 (per il resto abrogata) che esentano le attività delle OdV dall’IRES e dall’IVA ed altre norme derivanti dalla disciplina fiscale delle ONLUS – Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, qualifica tributaria che, a certe condizioni, le OdV acquisiscono “ex lege”, cioè “di diritto”.
Ricordiamo che la qualifica di ONLUS sarà sostituita, a partire dall’anno di imposta 2022 dalla qualifica di ente del terzo settore non commerciale cioè che svolge con modalità non commerciali, quindi senza scopo di lucro, definite dalla legge le attività di interesse generale previste dall’art. 5 del Dlgs 117/2017.
Dal momento che la riforma del terzo settore, incluse le OdV, entra completamente in vigore nell’anno di imposta successivo all’avvio dell’operatività del RUNTS, siccome questo non ha iniziato ad operare nel 2020, il periodo transitorio citato si estende anche al 2021, anno in cui inizia ad operare il Registro e resta in vigore anche nel 2022 fin quando, al termine del procedimento di migrazione nel RUNTS, con l’iscrizione in esso, le OdV acquisiscono la qualifica di ETS.
All’avvio del Registro nel 2021 si collega il fatto che, proprio per potersi iscrivere nel RUNTS e diventare in tal modo ETS, le organizzazioni di volontariato (assieme alle ONLUS ed alle APS) devono adeguare i loro statuti alla disciplina civilistica del Codice del terzo settore entro il 31 Maggio 2022. Infatti, il 23 Novembre 2021 si avvia il trasferimento dei dati di questi enti dai Registri del volontariato al RUNTS mentre il termine citato è ancora in corso.
In tal modo, le OdV che non avranno ancora adeguato i loro statuti saranno messe dagli Uffici del RUNTS di fronte alla scelta di adeguarli in modo facilitato, vale a dire con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (come prevede il 2° comma dell’art. 101 del Dlgs 117/2017), oppure vedersi rifiutata l’iscrizione al RUNTS e quindi tornare ad essere un normale ente non commerciale, ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 73 del TUIR.
Uno degli obbiettivi principali di questo e-book è proprio quello di descrivere con precisione sia la disciplina fiscale del periodo transitorio (quella per gli anni di imposta dal 2018 al 2021, sia la disciplina fiscale definitiva delle OdV (quella a partire dall’anno di imposta 2022) che sarà pienamente efficace con l’entrata in vigore definitiva della riforma del terzo settore grazie, essenzialmente, all’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del terzo settore in cui dovranno iscriversi anche le OdV.
Per questo motivo, la parte centrale dell’e-book è dedicata al regime fiscale delle OdV (Paragrafi da 8 a 14). che è in parte specifico delle OdV, in parte comune agli altri ETS.
Anche se la nuova disciplina fiscale delle OdV è molto importante, non possiamo non segnalare che è stato rivisto tutto il sistema di supporto al volontariato, inteso non solo come insieme delle Odv ma di tutti gli ETS che si avvalgono della collaborazione di volontari (in cui le OdV sono comunque i soggetti centrali) che ruota attorno ai Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), organismi associativi delle OdV e degli altri ETS in cui si fa volontariato, a cui sono garantite risorse certe versate dalle Fondazioni bancarie (che ne hanno in cambio un credito di imposta) che le versano nel Fondo Unico Nazionale (FUN) per il volontariato con cui i CSV, oltre a pagare i loro costi di funzionamento, devono acquistare beni di investimento utili per le attività di interesse generale svolte dalle OdV e dagli atri ETS associati che li potranno utilizzare a titolo gratuito ed organizzare servizi di informazione, formazione e supporto tecnico-logistico rivolti sempre enti associati. Anche le OdV e gli ETS non associati ai CSV potranno usufruire dei servizi di questi ultimi per il principio di universalità di accesso ai servizi di ogni CSV.
Il Fondo Unico Nazionale (FUN) è gestito dall’Organismo Nazionale di Controllo (ONC) che accredita i Centri di servizio sul Volontariato, vigila su di essi tramite suoi uffici denominati Organismi Territoriali di Controllo (OTC) e ripartisce annualmente tra loro le risorse versate nel FUN dalle Fondazioni Bancarie.
Oltre al FUN, la riforma del terzo settore istituisce il “Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore” che è rivolto alle OdV, alle associazioni di promozione sociale ed alle fondazioni del terzo settore e riordina una serie di risorse finanziarie pubbliche per il sostegno alle attività delle OdV e per l’acquisito di ambulanze ed altri beni strumentali per attività sanitarie.
Per tali motivi, la parte iniziale dell’e-book, precisamente i suoi Paragrafi da 1 a 7, è dedicata alle caratteristiche previste dalla legge che differenziano le organizzazioni di volontariato dagli altri enti del terzo settore (ETS) ed al sistema di supporto al volontariato sommariamente descritto nei tre capoversi precedenti. Allo scopo di fornire ai lettori una trattazione completa dell’argomento, nell’ultima parte dell’e-book (Paragrafi da 15 a 18) esaminiamo le caratteristiche comuni della disciplina civilistica di tutti gli ETS, vale a dire:
Inoltre, sempre per quanto non espressamente stabilito dalle norme specifiche sulle OdV, cioè dagli artt. 32 - 34 del Dlgs 117/2017, si applicano ad esse le norme sulle “associazioni del terzo settore” previste dagli artt. 20 – 31 di questo decreto, di cui costituiscono il Titolo IV. Questo perché l’art. 20 del Codice del terzo settore stabilisce che le norme citate “si applicano a tutti gli enti del terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta […]”, come, appunto, le OdV. Queste norme sono trattate nell’ultimo paragrafo, il diciannovesimo, dell’e-book.
Ricordiamo, infine, che alla disciplina delle organizzazioni di volontariato contenuta nel Codice del terzo settore (Dlgs 117/2017) sono state apportate alcune modifiche e correzioni dal Decreto Legislativo n° 105 del 2018 sulla base della previsione del comma 7° dell’art. 1° della Legge-delega n° 106 del 2016 e dal Decreto-Legge n° 119 del 2018 (Collegato fiscale alla Legge Finanziaria per il 2019). Il presente ebook è aggiornato pure al Decreto-Legge n° 34 del 2019 (Decreto “crescita”), alla Legge n° 160 del 2019 (Legge di bilancio per il 2020), al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 Luglio 2020 sul cinque per mille dell’IRPEF ed ai Decreti del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020 che dà attuazione al Registro unico nazionale del terzo settore (e la cui data di avvio è stata fissata dal Decreto Direttoriale del Ministero del lavoro n° 561 del 2021), n° 107 del 2021 che individua criteri e limiti delle attività diverse da quelle di interesse generale che possono essere esercitate dagli ETS, comprese le OdV, al Decreto del Ministero dell’Economia del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche che possono essere organizzate da questi enti per scopi di autofinanziamento ed al Decreto-Legge n° 228 del 2021 (decreto “milleproroghe” per il 2022).
1. La riforma delle organizzazioni di volontariato (OdV) da parte del Codice del terzo settore. Il regime transitorio e quello definitivo delle OdV, soprattutto dal punto di vista fiscale.
2. La definizione di volontario e di attività di volontariato
3. Le caratteristiche legali delle organizzazioni di volontariato
4. I registri regionali delle organizzazioni di volontariato, la sostituzione di essi con il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e il trasferimento delle OdV in quest’ultimo
4.1 I Registri del volontariato istituiti dalla Legge 266/1991 che resteranno operativi fino all’avvio del RUNTS
4.2 La migrazione delle OdV iscritte nei vecchi registri al RUNTS
5. Le convenzioni che possono essere stipulate tra le Pubbliche Amministrazioni e le organizzazioni di volontariato
6. I Centri di servizio per il volontariato (CSV)
7. Le altre misure per il sostegno finanziario delle organizzazioni di volontariato
8. Il nuovo regime tributario agevolato delle organizzazioni di volontariato riguardo IRES e IVA. Il regime transitorio per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.1 Il regime fiscale transitorio delle OdV ai fini IRES ed IVA per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.2 Il regime fiscale definitivo delle OdV in quanto ETS non commerciali ai fini IRES ed IVA a partire dall’anno di imposta 2022: la non commercialità delle attività di interesse generale prevista dall’art. 79 del Dlgs 117/2017
8.3 Il regime fiscale definitivo delle OdV iscritte nel RUNTS ai fini IRES ed IVA a partire dal 2022: le norme specifiche degli artt. 84 ed 86 del Dlgs 117/2017
8.4 Le agevolazioni sull’IVA e sull’IRAP per le organizzazioni di volontariato in quanto ONLUS “di diritto” e poi in quanto enti del terzo settore non commerciali
8.5 Il regime transitorio della tenuta delle scritture contabili delle OdV per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.6 La disciplina definitiva delle scritture contabili delle OdV che si iscrivono nel RUNTS (e quindi sono ETS), che non applicano il regime forfetario (art. 86 del Dlgs 117/2017.) Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale
9. Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali per gli ETS (fra cui le OdV)
10. L’esenzione dall’IMU per le OdV in quanto ETS non commerciali
11. Il Social Bonus per le erogazioni liberali finalizzate al recupero di immobili assegnati agli ETS non commerciali (fra cui le OdV)
12. Il fundraising: le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS, le raccolte di fondi mediante cessione di credito telefonico e le lotterie filantropiche degli ETS (fra cui le OdV)
12.1 Le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS (fra cui le OdV).
12.2 Le lotterie filantropiche degli ETS (OdV comprese).
13. Le cessioni gratuite di merce agli enti del terzo settore ed agli altri enti non ETS: la Legge n° 166 - 2016 riformata dalla Legge n° 205 -2017
14. Il cinque per mille dell’IRPEF e la sua destinazione agli ETS, comprese le OdV
15. Le attività di interesse generale e le attività diverse che possono essere esercitate dalle organizzazioni di volontariato in quanto Enti del terzo settore
15.1 Le attività di interesse generale
15.2 Le attività diverse
16. L’assenza di scopo di lucro e le altre caratteristiche legali delle organizzazioni di volontariato in quanto Enti del terzo settore
16.1 L’assenza di scopo di lucro nelle OdV in quanto ETS: il divieto di distribuire direttamente o indirettamente utili o avanzi di gestione
16.2 L’assenza di scopo di lucro nelle OdV: la devoluzione del patrimonio residuo
16.3 L’attività di raccolta fondi e la denominazione legale delle OdV
17. Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale delle organizzazioni di volontariato
17.1 Il bilancio delle OdV. I modelli dei documenti che compongono il bilancio civilistico previsti dal D.M. del 5 Marzo 2020
17.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale delle OdV
17.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dalle OdV
18. Il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e la procedura di iscrizione degli enti, OdV comprese
18.1 La disciplina legislativa del RUNTS nel Codice del terzo settore
18.2 Le norme di attuazione del RUNTS: il Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020: definizioni, concetti generali ed ambito di applicazione
18.3 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti senza personalità giuridica
18.4 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti con personalità giuridica
18.5 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): l’aggiornamento delle informazioni contenute nel RUNTS da parte degli ETS iscritti, OdV comprese, e la revisione d’ufficio del Registro
18.6 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): la cancellazione dal Registro
18.7 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): gli altri aspetti della disciplina di Registro, in particolare il primo popolamento e l’avvio del RUNTS
19. Le organizzazioni di volontariato come associazioni del terzo settore: la disciplina di queste che si applica alle OdV
19.1 Definizione, disciplina applicabile e rapporti delle associazioni del terzo settore con gli altri ETS. Lo statuto e l’atto costitutivo
19.2 Il procedimento semplificato per l’acquisto della personalità giuridica da parte delle associazioni del terzo settore
19.3 L’ammissione di nuovi associati e l’assemblea delle associazioni del terzo settore che sono OdV
19.4 Gli amministratori delle associazioni del terzo settore
19.5 Gli organi di controllo e di revisione legale dei conti
Allegati
eBook in pdf di 238 pagine sulla disciplina civilistica e fiscale degli enti del terzo settore (ETS) e avvio del RUNTS per:
Aggiornato al Decreto Direttoriale n. 561 del 26 Ottobre 2021 che fissa la data di avvio del RUNTS, al D.M. del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche, alla Legge n. 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022 ed al Decreto-Legge n. 228 del 2021 (“Decreto milleproroghe” per il 2022) .
Questo e-book è dedicato all’analisi della riforma del terzo settore e della disciplina degli “enti del terzo settore” (ETS) in generale contenute nel Decreto Legislativo n° 117 del 2017 (il “Codice del terzo settore” o “CTS”). Esso contiene anche la disciplina specifica, riportata sempre nello stesso decreto, di alcune categorie di enti del terzo settore, vale a dire delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore, degli enti filantropici e delle reti associative.
Le discipline specifiche degli altri enti del terzo settore, vale a dire delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale, delle società di mutuo soccorso, delle imprese sociali e delle cooperative sociali, sono trattate negli e-book specifici a questi dedicati dello stesso autore. Ciò vale anche per le associazioni sportive dilettantistiche (che, come vedremo nel testo, non sono una categoria specifica di ETS) a cui la riforma si può applicare ma che nella pratica non dovrebbe interessare molto a questi enti.
Per quanto non espressamente previsto dalle discipline specifiche delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale, degli enti filantropici e delle reti associative si applica la disciplina delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore contenuta nel Titolo IV del Dlgs 117/2017, trattata in questo e-book. Tale disciplina si applica in via esclusiva a quegli ETS che hanno forma giuridica di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, e di fondazione. Per quanto non disposto dal Codice del terzo settore si applicano gli artt. 14 – 42-bis del Codice Civile.
La riforma del terzo settore e dell’impresa sociale, cioè i Decreti Legislativi n° 117 (“Codice del terzo settore”), 112 (“Disciplina dell’impresa sociale”) e 111 (disciplina del cinque per mille dell’IRPEF) del 2017, è stata emanata sulla base della Legge-delega n° 106 del 2016. Ad essa sono state apportate integrazioni e correzioni dai Decreti Legislativi n° 105 del 2018 (per il Codice del terzo settore) e n° 95 pure del 2018 (per l’impresa sociale), sulla base della previsione contenuta dal 7° comma dell’art. 1°, 2° sempre della Legge-delega n° 106 del 2016.
Il presente e-book è aggiornato al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 Luglio 2020 sulla disciplina del cinque per mille dell’IRPEF che può essere destinato anche agli ETS, al Decreto del Ministero del lavoro n° 106 del 2020 che attua il Registro unico nazionale degli enti del terzo settore (RUNTS), al Decreto del Ministero del Lavoro n° 107 del 2021 che individua criteri e limiti delle attività diverse da quelle di interesse generale che possono essere esercitate dagli ETS, al Decreto del Ministero dell’Economia del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche che possono essere organizzate da questi enti per scopi di autofinanziamento, alla Legge n° 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022) ed al Decreto-Legge n° 228 del 2021 (Decreto “milleproroghe” per il 2022).
La riforma tocca solo marginalmente la disciplina civilistica e fiscale degli enti senza scopo di lucro, vale a dire le associazioni, le fondazioni e i comitati di cui agli artt. 14 – 42-bis del Codice Civile (e di cui agli artt. 143 – 149 TUIR) che continuerà ad applicarsi agli enti di questo tipo che non assumeranno la qualifica di “enti del terzo settore” (ETS), quella delle associazioni sportive dilettantistiche (a cui continua ad applicarsi la legge n° 398 del 1991) e quella delle cooperative sociali (a cui continua ad applicarsi la legge n° 381 del 1991 e la disciplina civilistica e fiscale delle cooperative a mutualità prevalente).
La riforma del terzo settore ha il suo punto centrale nella sostituzione della qualifica tributaria di ONLUS – Organizzazione non lucrative di utilità sociale (disciplinata dal Decreto Legislativo n° 460 del 1997) con quella di ETS – Ente del terzo settore. Questa sostituzione sarà effettiva solo con l’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del terzo settore (che sostituirà i registri delle ONLUS, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale) perché solo con l’iscrizione l’ente senza scopo di lucro acquisisce la qualifica di ETS.
Un’altra importante novità della riforma del terzo settore è che tutti gli ETS possono avvalersi della collaborazione di volontari, cioè di persone che in modo spontaneo, libero e gratuito prestano la loro opera a scopi di solidarietà sociale, e non solo, come accadeva prima, le organizzazioni di volontariato (OdV) e le cooperative sociali. E’ stato pertanto rivisto tutto il sistema di supporto al volontariato, inteso non solo come insieme delle Odv ma di tutti gli ETS che si avvalgono della collaborazione di volontari (in cui le OdV sono comunque i soggetti centrali) che ruota attorno ai Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), organismi associativi delle OdV e degli altri ETS in cui si fa volontariato, a cui sono garantite risorse certe versate dalle Fondazioni bancarie (che ne hanno in cambio un credito di imposta) che le versano nel Fondo Unico Nazionale (FUN) per il volontariato con cui i CSV, oltre a pagare i loro costi di funzionamento, devono acquistare beni di investimento utili per le attività di interesse generale svolte dalle OdV e dagli atri ETS associati che li potranno utilizzare a titolo gratuito ed organizzare servizi di informazione, formazione e supporto tecnico-logistico rivolti sempre agli enti associati. Anche le OdV e gli ETS non associati ai CSV potranno usufruire dei servizi di questi ultimi per il principio di universalità di accesso ai servizi di ogni CSV.
Un’altra importante novità della riforma è la disciplina specifica da essa prevista per le associazioni, riconosciute e non, e per le fondazioni che vogliono acquisire la qualifica di ETS iscrivendosi del Registro unico nazionale del terzo settore. Per esse, denominate “associazioni e fondazioni del terzo settore”, non solo sono previsti una serie di obblighi in tema di ammissione degli associati e di caratteristiche degli organi sociali, ma anche un sistema semplificato di acquisto della personalità giuridica previsto dall’art. 22 del Dlgs 117/2017.
La riforma del terzo settore entra pienamente in vigore solo con l’avvio dell’operatività del RUNTS - Registro unico nazionale del terzo settore che, a causa dei ritardi che ne hanno impedito l’avvio previsto nel 2019 e nel 2020, è stata fissata per il 24 Novembre 2021 dal Decreto Direttoriale del Ministero del lavoro n° 561 del 26 Ottobre 2021 per le iscrizioni di nuovi enti nel registro. Prima di allora non si poteva acquisire la qualifica di ETS. Per questo motivo, i primi due commi dell’art. 104 del Codice del terzo settore prevedono che una serie di norme fiscali da esso previste si applichino in via transitoria alle ONLUS, alle organizzazioni di volontariato ed alle associazioni di promozione sociale negli anni di imposta dal 2018 al 2021, per poi applicarsi, in via definitiva, solo agli ETS (molto spesso solo a quelli non commerciali) a partire dall’anno di imposta 2022.
La premessa per l’avvio dell’operatività del Registro è stata messa il 21 Settembre 2020, giorno di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020 di attuazione delle norme del CTS sul RUNTS a cui deve seguire l’avvio vero e proprio del registro il giorno trasferimento al RUNTS dei registri preesistenti sulle organizzazioni di volontariato, sulle associazioni di promozione sociale e sulle ONLUS e l’apertura al pubblico della piattaforma informatica del Registro alle nuove iscrizioni, come prevedono gli artt. 30 e 38 del decreto citato. Detto avvio, legato alla realizzazione della sua struttura informatica (portale) e dei suoi uffici regionali, è avvenuto il 24 Novembre 2021.
A ciò non si oppone il fatto che, proprio per potersi iscrivere nel RUNTS e diventare in tal modo ETS, le ONLUS, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale devono adeguare i loro statuti alla disciplina civilistica del Codice del terzo settore entro il 31 Maggio 2022 (il termine di adeguamento ha avuto diverse proroghe). Infatti, il 23 Novembre 2021 viene avviato il trasferimento dei dati di questi enti dai Registri dell’associazionismo, del volontariato e dall’Anagrafe unica delle ONLUS al RUNTS mentre il termine citato è ancora in corso. In tal modo, gli enti che non avranno ancora adeguato i loro statuti saranno messi dagli Uffici del RUNTS di fronte alla scelta di adeguarli in modo facilitato, vale a dire con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (come prevede il 2° comma dell’art. 101 del Dlgs 117/2017), oppure vedersi rifiutata l’iscrizione al RUNTS e quindi tornare ad essere un normale ente non commerciale, ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 73 del TUIR (che abbiamo trattato nel secondo capitolo).
Quindi, dato che l’avvio del RUNTS avviene il 24 Novembre 2021 (per le nuove iscrizioni), la disciplina transitoria fiscale descritta successivamente in questo capitolo, che è stata in vigore negli anni 2018, 2018 e 2020, e la permanenza delle ONLUS, si estendono anche all’anno di imposta 2021.
La disciplina fiscale definitiva prevista per gli ETS dal Titolo X del Codice del terzo settore si applica, a partire al 1° Gennaio 2022, solo agli ETS iscritti nel RUNTS, fatta eccezione per le poche norme citate dal 10° comma dell’art. 101 del CTS che entreranno in vigore nell’anno di imposta successivo alla concessione dell’autorizzazione della Commissione Europea prevista dalla stessa norma.
Per gli enti impegnati nel procedimento di migrazione dai previgenti registri al RUNTS, cioè per le organizzazioni di volontariato e per le associazioni di promozione sociale, anche nel 2022 si applica il regime fiscale transitorio fino a quando il singolo ente non otterrà l’iscrizione al RUNTS e lo stesso vale per le ONLUS per le quali il processo di migrazione dall’Anagrafe unica al RUNTS, ad oggi (Gennaio 2022), non è ancora iniziato e che resteranno tali fino all’iscrizione in questo registro.
1. Gli Enti del terzo settore (ETS): definizione, ambito di applicazione della disciplina ed entrata in vigore
2. Le attività di interesse generale e le attività diverse che possono essere esercitate dagli Enti del terzo settore (ETS)
2.1 Attività di interesse generale
2.2 Le attività diverse
3. L’assenza di scopo di lucro e le altre caratteristiche generali e principali degli Enti del terzo settore. L’utilizzo di volontari
3.1 L’assenza di scopo di lucro negli ETS: il divieto di distribuire direttamente o indirettamente utili o avanzi di gestione
3.2 L’assenza di scopo di lucro negli ETS: la devoluzione del patrimonio residuo
3.3 L’attività di raccolta fondi, i patrimoni destinati ad uno specifico affare e la denominazione legale degli ETS
3.4 Il bilancio civilistico e il bilancio sociale degli ETS
3.4.1 Il bilancio degli ETS. I modelli dei documenti che compongono il bilancio civilistico previsti dal D.M. del 5 Marzo 2020
3.4.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale degli ETS
3.4.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli ETS
3.5 I volontari che operano per gli ETS e l’attività di volontariato
4. Il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e la procedura di iscrizione degli enti
4.1 La disciplina legislativa del RUNTS nel Codice del terzo settore
4.2 Le norme di attuazione del RUNTS: il Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020: definizioni, concetti generali ed ambito di applicazione
4.3 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti senza personalità giuridica
4.4 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti con personalità giuridica
4.5 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): l’aggiornamento delle informazioni contenute nel RUNTS da parte degli ETS iscritti e la revisione d’ufficio del Registro
4.6 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): la cancellazione dal Registro
4.7 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): gli altri aspetti della disciplina dl Registro, in particolare il primo popolamento e l’avvio del RUNTS 1
5. La disciplina fiscale degli enti del terzo settore in generale
5.1 Gli ETS a cui si applica questa disciplina: gli enti del terzo settore non commerciali e gli ETS commerciali.
5.2 Il reddito imponibile ai fini IRES degli ETS. Il regime forfettario del reddito di impresa degli enti del terzo settore non commerciali
5.3 Le agevolazioni sull’IVA e sull’IRAP per gli enti del terzo settore non commerciali
5.4 Il Social Bonus per le erogazioni liberali finalizzate ai progetti per il recupero di immobili assegnati agli ETS non commerciali
5.5 Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali per gli ETS
5.6 L’esenzione dall’IMU degli ETS non commerciali
5.7 Le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS
5.8 La tenuta delle scritture contabili degli enti del terzo settore non commerciali e degli ETS commerciali
5.9 Le cessioni gratuite di merce agli enti del terzo settore ed agli altri enti senza scopo di lucro non ETS: Legge n° 166/2016 riformata dalla Legge n° 215/ 2017
5.9.1 Riduzione TARI e obblighi relativi alla corretta conservazione dei beni ceduti
5.10 Il cinque per mille dell’IRPEF e la sua destinazione agli ETS
6. Le associazioni e le fondazioni del terzo settore
6.1 Definizione, disciplina applicabile e rapporti con gli altri enti senza scopo di lucro. Lo statuto e l’atto costitutivo
6.2 Il procedimento semplificato per l’acquisto della personalità giuridica da parte di questi enti
6.3 L’ammissione di nuovi associati e l’assemblea delle associazioni del terzo settore
6.4 Gli amministratori delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore
6.5 Gli organi di controllo e di revisione legale dei conti. Il controllo esterno sulle fondazioni del terzo settore.
7. Gli enti filantropici
8. Le reti associative
9. La finanza sociale: i titoli di solidarietà ed il social lending per il finanziamento degli ETS
9.1 I titoli di solidarietà
9.2. Il social lending per gli ETS
10. Le altre misure per il sostegno economico e finanziario degli enti del terzo settore
11. I controlli e il coordinamento degli enti del terzo settore
12. Il Consiglio Nazionale del Terzo Settore (CNST), i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) e la Fondazione Italia Sociale
13. L’affidamento di trust, fondi speciali o beni vincolati per l’assistenza a persone disabili Legge n° 112/2016 (c.d. Legge “Dopo di noi”)
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