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Utile guida in pdf sulle modifiche che il codice della crisi ha apportato al diritto societario e alla gestione aziendale in tema di crisi di impresa e di insolvenza e liquidazione giudiziale: cosa devono fare amministratori e sindaci delle PMI dopo il decreto correttivo (D.Lgs.83/2022)
Con il presente testo, pdf di 92 pagine, si intendono illustrare le modifiche che il Codice della crisi ha apportato al diritto societario e alla gestione aziendale in tema di crisi di impresa e di insolvenza.
Nel primo capitolo si introduce l’argomento precisando il quadro giuridico di riferimento e le normative che hanno portato alla situazione attuale.
Il secondo capitolo affronta il tema spinoso degli indicatori economici e finanziari che sono in grado di predire la crisi di impresa, consentendo di anticiparla e risolverla.
Nel terzo capitolo viene trattato l’importante e innovativo sistema delle segnalazioni e della composizione negoziata della crisi.
Il quarto capitolo propone una disamina delle principali e più importanti novità e modifiche apportate al codice civile e in particolare al diritto societario.
Il quinto capitolo è riservato ai sistemi di programmazione e controllo di gestione che possono costituire un valido supporto alla gestione aziendale e al superamento della crisi di impresa.
Nel sesto capitolo, partendo dalle modifiche che il codice della crisi ha apportato all’impianto dei controlli previsti in tema di prevenzione della crisi di impresa, a tal fine si illustrano le prassi vigenti ed alcuni suggerimenti che i sindaci dovranno seguire in ipotesi di crisi di impresa.
Il settimo capitolo chiude il presente ebook trattando la responsabilità di amministratori e sindaci in tema di gestione di imprese in crisi.
Premessa
1. Introduzione al codice della crisi d’impresa
2. Gli indicatori della crisi d’impresa
2.1 La fenomenologia della crisi nel codice
2.2 L’analisi economica della crisi di impresa
2.3 Quali indicatori scegliere per monitorare l’andamento delle imprese
3. Le segnalazioni e l’ex procedura di allerta
3.1 La segnalazione dell’organo di controllo o “allerta” interna
3.2 La segnalazione della PA o “allerta” esterna
3.3 Possibili esiti della procedura: la composizione negoziata
3.4 Criticità
3.5 Misure premiali
4. La modifica del CCII al diritto societario
4.1 Gli assetti organizzativi e amministrativi e contabili dell’articolo 2086 c.c.
4.2 La modifica dell’articolo 2477 del codice civile: alcune riflessioni sulla nomina del revisore o del sindaco nelle PMI
4.3 Il controllo giudiziario dell’articolo 2409 del c.c.
4.4 La scelta tra sindaco e revisore nelle società a responsabilità limitata
5. Il controllo di gestione nella crisi di impresa come supporto per le attività dei revisori e dei sindaci
5.1 La pianificazione aziendale
5.2 Un modello di programmazione e controllo di gestione semplificato per le PMI
5.3 Un set di indicatori per il controllo di gestione da usare nell’analisi interna
6. I controlli dei sindaci sugli assetti organizzativi e amministrativi e contabili
6.1 Gli obblighi previsti dal Codice della crisi di impresa
6.2 Controlli sugli assetti organizzativi
6.3 Controlli sugli assetti amministrativi e contabili
7. Le responsabilità degli amministratori e dei sindaci alla luce delle nuove disposizioni
7.1 Premessa sulla responsabilità dell’organo amministrativo
7.2 Le responsabilità dei sindaci
Conclusioni
Bibliografia e sitografia e normativa
EBook in pdf di 96 pagine sulle nuove linee guida ministeriali in merito alla disciplina operativa, fiscale e di rendicontazione, della raccolta fondi da parte degli Enti del Terzo settore, corredato da 10 utili formule personalizzabili e scaricabili in formato word.
Nel Codice del Terzo Settore, trova spazio per la prima volta il riconoscimento civilistico dell’attività di raccolta fondi, intesa come il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva.
Si tratta di quell’insieme di tecniche, strumenti e strategie che favoriscono la sostenibilità economica degli ETS che possono porre in essere questa attività “anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità , trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti il Consiglio nazionale del Terzo settore e la Cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha adottato le Linee guida in conformità alle quali gli ETS possono effettuare il fundraising.
Le Linee guida sono rivolte a tutti gli enti del Terzo Settore, indipendentemente dalla loro forma giuridica, dimensione, missione, attività e classificazione come ETS commerciale o non commerciale e sono finalizzate ad orientare l’attività di raccolta fondi coeren temente con i principi di verità, trasparenza e correttezza richiamati espressamente dall’articolo 7 del Codice.
In esse il tema della raccolta fondi viene trattato sotto il profilo sostanziale, mentre sul profilo fiscale la competente Amministrazione fin anziaria interverrà con specifici documenti di prassi, circolari o atti di
indirizzo.
Il Codice però tratta la materia anche con riferimento al trattamento tributario e agli obblighi di rendicontazione, pertanto il presente documento si propone di illustrare anche la disciplina fiscale e quella relativa alla rendicontazione.
Il primo capitolo, dopo aver chiarito i rapporti tra le attività di raccolta fondi, quelle di interesse generale e quelle diverse, si concentra sull’analisi del testo dell’articolo 7 del Codice del Terzo Settore, sotto il profilo soggettivo (i destinatari della norma) e teleologico (la destinazione delle risorse) e sui principi cardine di verità, correttezza e trasparenza che devono orientare la raccolta fondi. Inoltre, poiché Il richiamo al rispetto della normativa sulla Privacy è un altro dei principi fondamentali delle Linee guida, sono illustrati gli obblighi imposti dal Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) e il contenuto dei pareri del Garante nazionale sulla materia in oggetto.
Il secondo capitolo si sofferma sull’importanza del ruolo del fundraiser professionista e sull’impiego dei volontari all’interno del team di persone che, a diverso titolo e con diversi strumenti e sensibilità, possano costituire per esso un valido supporto.
Il terzo capitolo si occupa delle diverse tecniche di fundraising di cui le linee guida offrono solo un quadro di massima con riferimenti bibliografici e sitografici utili per i necessari approfondimenti. Viene trattata anche la richiesta di destinazione del 5 per 1000 delle imposte sui redditi nonostante il fatto che il decreto ministeriale, incomprensibilmente, non se ne sia occupato.
Il quarto capitolo affronta il tema della rendicontazione: quella delle raccolte pubbliche occasionali in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione, da effettuare secondo le Linee Guida e da includere nel bilancio e quella delle somme percepite dal 5 per 1000.
L’ultimo capitolo esamina le norme del Codice del Terzo Settore che si riferiscono al trattamento fiscale delle raccolta fondi, a cominciare da quelle pubbliche effettuate occasionalmente in occasione di campagne di sensibilizzazione fino ad arrivare alle tecniche che implicano l’offerta continuativa di beni e servizi dietro versamento del corrispettivo.
Considerazioni introduttive.
1. L’art. 7 CTS e le linee guida ministeriali
1.1 L’articolo 7 del codice del terzo settore: i rapporti con le attività di interesse generale e quelle diverse e i limiti alla destinazione dei fondi raccolti per le spese della raccolta.
1.2 Le linee guida adottate con firmato dal Ministro Orlando il 13 giugno 2022 in corso di pubblicazione in Gazzetta: finalità e destinatari
1.3 Modalità di svolgimento della raccolta fondi: privata e pubblica / attraverso erogazioni liberali o versamento di corrispettivi
1.4 I principi di trasparenza – verità – correttezza.
1.5 La normativa sulla privacy e i provvedimenti del garante sulla raccolta fondi
1.6 Parere del Garante sulla conoscibilità dei donatori nell'ambito delle campagne di raccolta fondi per finalità benefiche tramite sms solidali o chiamate in fonia da rete fissa.
1.7 Parere del Garante sulle organizzazioni beneficiarie del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e conoscibilità dei dati identificativi dei contribuenti
2. Il fundraiser professionista e l’impiego dei volontari
2.1 Le risorse umane: interne od esterne.
2.2 Il ruolo del fundraiser professionista.
2.3 L’impiego dei volontari a supporto del fundraiser professionista.
2.4 La definizione di volontario e il rapporto con la qualifica di associato.
2.5 La disciplina del rimborso spese.
2.6 Incompatibilità con lo status di lavoratore.
2.7 Il registro dei volontari
2.8 L’obbligo di assicurare i volontari: come scegliere la polizza più adeguata.
2.9 Il ciclo di gestione dei volontari
2.10 L’impiego dei volontari nelle diverse categorie di ETS.
3. Tecniche di raccolta fondi
3.1 Premessa.
3.2 Raccolta fondi attraverso il direct mail
3.3 Raccolta fondi attraverso il telefono (telemarketing)
3.4 Raccolta fondi attraverso il face-to-face.
3.5 Direct response television (DRTV)
3.6 Raccolta fondi attraverso gli eventi
3.7 Raccolta fondi attraverso gli eventi di piazza.
3.8 Organizzazione di eventi: privacy e utilizzo di immagini e video.
3.9 Raccolta fondi attraverso merchandising.
3.10 Raccolta fondi attraverso i salvadanai
3.11 Raccolta fondi dalle imprese for profit: payroll giving e cause related marketing.
3.12 Raccolta fondi attraverso i lasciti testamentari
3.13 Raccolta fondi attraverso numerazioni solidali
3.14 Raccolta fondi attraverso donazioni online.
3.15 La richiesta di destinazione del 5 per mille.
3.16 Le norme del CTS sulla rendicontazione delle raccolte fondi: rapporti con i poteri di controllo dell’amministrazione finanziaria e degli uffici del RUNTS.
3.17 Raccolte abituali e raccolte occasionali
4. La rendicontazione del 5 per 1000.
4.1 Obblighi dei beneficiari
4.2 Modalità di rendicontazione.
4.3 Indicazioni per la compilazione del rendiconto con particolare riferimento alle spese.
4.4. La relazione illustrativa.
4.5. Controlli e sanzioni
5. Disciplina fiscale.
5.1 Le raccolte pubbliche occasionali degli enti del terzo settore non commerciali
5.2 Il trattamento fiscale delle altre raccolte fondi
5.3 Le agevolazioni fiscali per i donatori: detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali, anche in natura.
5.4 Beneficiari delle deduzioni e detrazioni: il Decreto Semplificazioni
6. Formulario.
Formula 1 – Schema di rendiconto e relazione illustrativa.
Formula 2 - Ricevuta per erogazioni liberali
Formula 3 – Modulo adesione volontari (con informativa sul trattamento dei dati personali)
Formula 4 – Registro dei volontari
Formula 5 – Regolamento dei volontari
Formula 6 – Modulo richiesta rimborso spese.
Formula 7 - Autorizzazione al trattamento dei dati personali (nomina dell’incaricato)
Formula 8 - Informativa sul trattamento dei dati personali raccolti presso i donatori
Formula 9 – Contratto di Cause Related Marketing (CRM)
Formula 10 – Contratto di Face to Face.
Le modifiche al Codice della crisi di impresa in attuazione della Direttiva UE 2019/1023; eBook in pdf di 174 pagine
D.Lgs. 17.06.2022 n. 83, pubblicato in G.U. il 1° luglio e in vigore dal 15 luglio 2022
L’esecutivo in considerazione del recepimento della direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, che ha modificato la direttiva (UE) 2017/1132 sulla ristrutturazione e sull'insolvenza, e in considerazione del recente intervento legislativo attuato lo scorso anno con il D.L. 118/2021 ha previsto un decreto che modifica in alcune parti il decreto legislativo 14 del 12 gennaio 2019 (di seguito il codice della crisi e dell’insolvenza o CCII” o il codice della crisi).
Questo decreto legislativo, come si preciserà nell’ultimo paragrafo (dove si riporteranno eventuali novità dell’ultim’ora) che precede le conclusioni, è stato approvato dal consiglio dei ministri in data 15 giugno 2022.
Giova ricordare che la direttiva UE aveva come obiettivo quello di ridurre le differenze tra le legislazioni nazionali in tema di gestione della crisi e dell’insolvenza, oltre che dell’esdebitazione, per evitare incertezze e difficoltà per gli investitori nello scegliere se investire in uno stato o in altri in funzione della diversità sui tempi di recupero dei crediti in presenza di procedure fallimentari, oltre che in generale in tema armonizzazione ed efficienza del diritto della crisi di impresa.
Il presente lavoro intende effettuare una ricognizione del decreto del 17 giugno 2022, il cui iter di approvazione si è concluso recentemente, e delle principali modifiche apportate alla norma vigente.
Per una migliore comprensione della riforma introdotta dal nostro esecutivo è importante fare un’analisi della direttiva UE del 2019 a cui il recente decreto è ispirata.
Introduzione
1. La direttiva UE 2019/1023
1.1 La stabilità finanziaria nella prospettiva della direttiva UE
2. Il decreto legislativo n. 83 del 17 giugno 2022 pubblicato in G.U. numero 152 del primo luglio 2022
2.1 Le novità del decreto che recepisce la direttiva UE insolvency
2.2 La composizione negoziata: il nuovo titolo secondo del CCII
2.3 La composizione negoziata e la figura dell’esperto
2.4 La piattaforma telematica nazionale
2.5 I doveri delle parti, la gestione della composizione e le misure protettive e cautelari
2.6 Le autorizzazioni del tribunale e i finanziamenti prededucibili
2.7 La conclusione delle trattative e i gruppi di imprese
2.8 Le misure premiali e le imprese sotto soglia
2.9 Concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio articolo 25 - sexies
2.10 Le segnalazioni dell’organo di controllo, dei creditori pubblici qualificati e le segnalazioni delle banche e intermediari finanziari
3. Le altre modifiche rilevanti al codice della crisi di impresa
3.1 L’accesso alle procedure
3.2 Il concordato preventivo
3.3 Le misure cautelari e protettive e le norme sulla transazione
3.4 Il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione (PRO)
3.5 Strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza
3.6 Ulteriori modifiche di minor rilievo
Conclusioni
Appendice normativa
Aspetti legali, fiscali e doganali della vendita di vino e bevande alcoliche in Italia e all'estero in un eBook in pdf di 308 pagine (Edizione 2022).
Aggiornato con normativa e prassi al 31 maggio 2022
I PARTE - A cura del dott. Stefano Garelli e Avv. Vincenzo Cristiano - Principi base per il commercio delle bevande alcoliche in Italia e all’estero
1. Principi base
1.1 Classificazione delle bevande alcoliche
1.1.1 Aspetti di carattere generale
1.1.2 Classificazione delle bevande alcoliche sotto il profilo doganale
1.1.3 Classificazione delle bevande alcoliche sotto il profilo delle accise
1.2 Nozioni base in tema di accise
1.2.1 Aspetti di carattere generale
1.2.2 Alcune definizioni
1.2.3 Le figure professionali tipiche del settore
1.2.4 Licenza di esercizio
1.2.5 Codice d’accisa e codice ditta
1.2.6 Esigibilità e pagamento delle accise
1.2.7 Cauzioni
1.2.8 Contrassegni di Stato
1.2.9 Vino confezionato e vino sfuso
1.2.10 Telematizzazione accise – procedure EMCS
1.2.11 Birrifici e micro-birrifici
1.2.12 Liquorifici
1.2.13 Piccoli produttori di vino
1.2.14 Deposito fiscale accise e deposito Iva
1.2.15 Novità 2022 accise e dogane
1.2.16 Rimborso delle accise
1.3 Origine comune e origine preferenziale delle bevande alcoliche
1.3.1 Origine comune
1.3.2 Origine preferenziale
1.3.3 Dichiarazioni di origine per singola operazione e a lungo termine
1.3.4 Individuazione trattamento daziario nel Paese extra Ue di destinazione – documenti necessari – procedure operative
1.4 Impresa agricola e bevande alcoliche
1.4.1 Regime speciale Iva e detrazione forfetizzata dell’Iva
1.4.2 Regime speciale Iva e commercializzazione prodotti acquistati presso terzi
1.5 Circolazione del vino, della birra e delle altre bevande alcoliche
1.5.1 Premessa
1.5.2 Circolazione di prodotti in regime sospensivo
1.5.3 Circolazione di prodotti ad accisa assolta
1.5.4 Sintesi operativa – circolazione prodotti confezionati e prodotti sfusi
1.5.5 Paesi Ue che gestiscono le bevande alcoliche in regime di monopolio
1.5.6. Brexit ed impatto sulla circolazione del vino e prodotti sfusi
1.6 Nozioni base in tema di disciplina delle cessioni all'esportazione e delle cessioni intracomunitarie
1.6.1 Premessa
1.6.2 Cessioni all'esportazione
1.6.3 Cessioni intracomunitarie
2. Vendita di bevande alcoliche in Italia
2.1 Vendita in Italia nei confronti di consumatori finali italiani
2.1.1 Vendita in Italia nei confronti di consumatori finali italiani
2.1.2 Vendita in Italia nei confronti di consumatori di altro Paese Ue
2.1.3 Vendita in Italia nei confronti di consumatori di Paese Extra Ue
2.2 Vendita in Italia nei confronti di operatori economici italiani
3. Vendita di bevande alcoliche a operatori economici di altro Paese Ue con invio all'estero
3.1 Vendita di vino da parte di piccoli produttori
3.2 Vendita di vino da parte di produttori dotati di deposito fiscale
3.3 Vendita di birra da parte di produttori dotati di deposito fiscale
3.4 Vendita di prodotti intermedi e di bevande spiritose da parte di produttori dotati di deposito fiscale
3.5 Vendita di vino e/o di altre bevande alcoliche da parte di supermercati, enoteche, etc.
4. Vendita di bevande alcoliche a operatori economici di Paese extra Ue con invio all'estero
4.1 Vendita di vino da parte di piccoli produttori
4.2 Vendita di vino da parte di produttori dotati di deposito fiscale
4.3 Vendita di birra da parte di produttori dotati di deposito fiscale
4.4 Vendita di prodotti intermedi e di bevande spiritose da parte di produttori dotati di deposito fiscale
4.5 Vendita di vino e/o di altre bevande alcoliche da parte di supermercati, enoteche, etc.
4.6 Vendita di vino e/o di altre bevande alcoliche verso Paesi extra Ue con i quali è possibile applicare il regime doganale del transito o altra procedura o regime di carattere sospensivo
5. Vendita on line di bevande alcoliche a consumatori finali
5.1 Premessa
5.2 Vendita on line a consumatori finali italiani
5.3 Vendita on line a consumatori finali di altro Paese UE
5.3.1 Premessa
5.3.2 Ambito applicativo
5.3.3 Soglia comunitaria di 10.000 euro /anno
5.3.4 Procedure operarative
5.3.5 Casistiche operative
5.3.6 prodotti sottoposti ad accisa
5.4 Vendita on line a consumatori finali di Paesi extra-UE
5.5 Vendita on line a consumatori finali della Repubblica di San Marino
6. Campionature gratuite all’estero
6.1 Invio di campionature a titolo gratuito in Paese extra Ue
6.2 Invio di campionature a titolo gratuito in altro Paese Ue
7. Partecipazione a fiere e ad altre manifestazioni all’estero
7.1 Fiere e altre manifestazioni commerciali di sola esposizione, con ritorno dei prodotti in Italia
7.2 Fiere e altre manifestazioni commerciali, con attività di vendita o di distribuzione / degustazione gratuita in loco
8. Invio a magazzino di consegna all’estero
8.1 Aspetti generali
8.2 Magazzino di consegna in Paese extra-Ue
8.3 Magazzino di consegna in altro Paese Ue
9. Importazione e acquisto intracomunitario di bevande alcoliche
9.1 Importazione di bevande alcoliche al seguito da parte di consumatori finali
9.2 Importazione di bevande alcoliche da parte di operatori economici
9.3 Acquisto intracomunitario di bevande alcoliche
II PARTE - A cura dell’Avv. Vincenzo Cristiano e del Dott. Angelo Carlo Colombo - Il rischio reputazionale delle società e la procedura doganale AEO
1. La reputazione aziendale
1.1 Premesse ed inquadramento generale. La corporate reputation
1.2 Il processo di formazione della reputazione aziendale e la relativa valutazione
2. La gestione del rischio di “immagine”
3.Inquadramento della certificazione doganale. Operatore economico autorizzato (AEO- Authorised economic operator)
3.1 Premesse e fattispecie normativa
3.2 I soggetti che possono diventare AEO – Presupposto soggettivo
3.2.1 Chi è un “operatore economico”
3.2.2 Chi è un operatore economico “stabilito nell’Unione”
3.2.3 Chi è un operatore economico “che prende parte ad attività disciplinate dalla regolamentazione doganale”
3.2.4 Parti coinvolte nella catena di approvvigionamento internazionale
3.3 I vantaggi dei soggetti AEO
3.3.1 Accesso agevolato alle semplificazioni doganali
3.3.2 Notifica preventiva
3.3.3 Minori controlli fisici e documentali
3.3.4 Trattamento prioritario delle spedizioni qualora siano selezionate per essere sottoposte a un controllo
3.3.5 Scelta del luogo dei controlli
3.3.6 Vantaggi indiretti
3.3.7 Riconoscimento come partner commerciale sicuro
3.3.8 Migliori relazioni con le altre autorità doganali e altre autorità pubbliche
3.4 Criteri per l’ottenimento dello status AEO
3.4.1 Conformità alla normativa doganale e fiscale, compresa l’assenza di precedenti di reati gravi in relazione all’attività economica del richiedente
3.4.2 Soddisfacente sistema di gestione delle scritture commerciali e, se del caso, relative ai trasporti che consenta adeguati controlli doganali
3.4.3 Comprovata solvibilità finanziaria
3.4.4 Standard pratici di competenza o qualifiche professionali direttamente connesse all’attività svolta
3.4.5 Adeguati standard di sicurezza
3.5 Presentazione della domanda e autorizzazione
3.5.1 Determinazione dello Stato membro competente per la presentazione di una domanda AEO
3.5.2 Ricevimento e accettazione della domanda
3.5.3 Analisi dei rischi e processo di audit
3.5.4 Mappatura dei rischi e modello AEO COMPACT
3.5.5 Decisione di concessione dello status
3.5.6 Ricorsi e termini
3.5.7 Modifica della decisione
3.5.8 Sospensione
3.5.9 Revoca
3.6 Le nuove regole per il rilascio della certificazione e per l’automonitoraggio
3.6.1 Benefici diretti
3.6.2 Benefici indiretti
3.6.3 Presupposti per la concessione dell’autorizzazione AEO
3.6.4 Iter di rilascio della certificazione
3.6.5 Uniformità delle procedure: la determinazione del 5 giugno 2020
3.6.6 Attività di automonitoraggio: nuovi adempimenti per i soggetti AEO
4. Lo status di esportatore autorizzato
4.1 Cos’è?
4.2 Come?
4.3 Requisiti
4.4 I principali vantaggi
III PARTE - A cura degli Avv.ti Chiara Colonetti e Paolo Bancher - Focus legale per il commercio delle bevande alcoliche in Italia e all’estero
1. La normativa comunitaria e nazionale nel settore vitivinicolo
1.1 Il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli. Tipologia e disciplina
1.2 Casi di trasferibilità delle autorizzazioni
1.3 Lo schedario viticolo quale strumento per il controllo del potenziale produttivo vitivinicolo.
1.4 La produzione e commercializzazione del vino
1.5 Le Pratiche enologiche
1.5.1 Regolamento OCM Unica
1.5.2 Il nuovo codice enologico
1.5.3 Il Testo Unico Vino - Produzione e pratiche enologiche
1.6. I concetti di Denominazione di Origine e Indicazioni geografiche
1.6.1. Regolamento 2013
1.6.2. Testo Unico Vino
1.7…e la procedura bifasica per il conferimento della protezione.
1.7.1 Le fasi della procedura comunitaria
1.7.2 Le fasi della procedura nazionale
1.7.3 Il disciplinare di produzione
1.7.4 Rivendicazioni e gestione delle produzioni
1.7.5 Il REGISTRO TELEMATICO per il settore vitivinicolo
1.7.6. Certificazioni, Etichettatura e presentazione dei prodotti vitivinicoli.
1.7.7 Commercializzazione dei prodotti vitivinicoli
2. Gli Accordi Internazionali sul commercio del vino
2.1 Focus su Accordo UE / USA
3. L’importanza della scelta contrattuale nell’esportazione del vino. Aspetti di carattere generale
3.1 Le principali tipologie contrattuali prescelte dagli operatori
3.2 Il contratto di vendita
3.2.1 La corretta individuazione della controparte contrattuale
3.2.2 La qualità della merce compravenduta
3.2.3 La consegna della merce
3.2.4 Il pagamento del prezzo
3.2.5 La scelta della Legge applicabile e del Foro competente per le controversie 6
3.3 Il contratto di distribuzione internazionale
3.3.1 La corretta individuazione della controparte contrattuale
3.3.2 Attività del distributore ed autonomia dello stesso
3.3.3 Individuazione del territorio ed eventuale limitazione dei prodotti
3.3.4 Condizioni di vendita e qualità della merce
3.3.5 Determinazione del prezzo e modalità e tempi di pagamento
3.3.6 Marchi e proprietà intellettuale
3.3.7 Durata e cessazione del rapporto
3.3.8 Legge applicabile
3.3.9 Foro competente/Arbitrato
3.3.10 Lingua del contratto
Un nuovo caso della commercialista detective (I casi di Priscilla, commercialista detective); eBook in pdf di 171 pagine.
Dopo la brillante soluzione di un cold case nel cuore di Trastevere, Priscilla Giraldi, giovane commercialista tutta bilanci e contenzioso, torna a indagare per risolvere un complicato intreccio di furti di documenti, truffe e raggiri in vista di un ricco bando di finanziamento europeo.
Al centro della vicenda l’omicidio del factotum di un agriturismo, Lorenzo Bittiè, e la figura enigmatica della sua protetta Nicoletta. Animata dalla volontà di andare al fondo del mistero, Priscilla guarderà ai numeri come mezzo per interpretare i fatti e comprendere le persone, risalendo al bandolo della matassa e garantendo anche in questo caso che i colpevoli siano assicurati alla giustizia.
A darle manforte l’atletica amica Mara, il fascinoso vice questore Cosimo De Martino e il compagno a quattro zampe Ettore, fedelissima sentinella in ogni momento delle sue indagini.
1. Incarico fuori porta
2. Rapine in villa
3. Questione di vita o di morte
4. Rumori nella notte
5. Tragedia per le scale
6. Chiacchiere di paese
7. Prime indagini
8. Invito a cena
9. La brava pasticcera
10. Torta a sorpresa
11. Incontri imprevisti
12. Appuntamento al buio
13. Conti da controllare
14. Composizioni floreali
15. Scatole cinesi
16. Resa dei conti
eBook in pdf di 98 pagine sulla responsabilità penale del sindaco e del revisore di società non quotate.
Il presente contributo, riferito ai soli sindaci e revisori che prestano la loro attività nell’ambito di società non quotate, si propone di aiutare il professionista a comprendere il fondamento, il perimetro ed i limiti delle sue potenziali responsabilità penali, offrendo al contempo, per quanto possibile, alcune indicazioni anche di carattere pratico affinché imposti e si approcci alla propria attività senza timore, pur avendone presenti i rischi.
Sindaco e revisore legale dei conti svolgono due funzioni diverse, entrambe caratterizzate dall’assunzione di responsabilità anche penali. Delle varie tipologie di responsabilità nelle quali possono incorrere, proprio queste ultime sono quelle maggiormente temute sia perché appaiono in espansione sia perché foriere di importanti conseguenze anche a livello disciplinare ed assicurativo.
L’inquadramento delle norme penali e della loro interpretazione giurisprudenziale, oltre a svelare criticità e prassi anche non condivisibili, allo stesso tempo mostra come in effetti sindaco e revisore abbiano già a loro disposizione gli strumenti per porsi al riparo, o quantomeno limitare, l’ambito delle loro responsabilità penali e delle relative conseguenze.
Dallo stretto legame tra norme disciplinari, civili e penali è infatti possibile trarre alcune indicazioni comportamentali ed alcuni suggerimenti operativi, in parte comuni ed in parte differenti per le due figure, che il professionista deve adottare nello svolgimento del ruolo affidatogli.
Dopo una breve premessa, il secondo capitolo sarà quindi dedicato alla descrizione delle norme, civilistiche e deontologiche, che regolano i doveri di sindaco e revisore e delle rispettive peculiarità, in modo da evidenziare come queste regole fondino e circoscrivano la loro responsabilità (anche penale) diversamente, a seconda delle funzioni effettivamente svolte dai due professionisti.
Nei capitoli tre e quattro si procederà poi ad analizzare i reati propri di sindaco e revisore, prima attraverso l’illustrazione schematica degli elementi essenziali delle varie fattispecie di reato e poi, in un secondo momento, tramite un’analisi delle loro principali criticità, anche tenendo conto dei più recenti approdi giurisprudenziali in materia.
Nel capitolo quinto si prenderà invece in considerazione la responsabilità penale di sindaco e revisore per omesso impedimento dell’evento, cercando di delineare un corretto e rigoroso accertamento di questa tipologia di responsabilità, anche al di là di prassi interpretative non sempre garantiste che ne rendono incerti i confini, anche perché proprio la responsabilità per omesso impedimento mostra più di ogni altra l’importanza che in un’ottica difensiva può assumere il corretto e documentato utilizzo dei poteri effettivamente sussistenti in capo ai professionisti.
Negli ultimi due capitoli, pertanto, si cercherà di fornire alcune indicazioni di carattere pratico per riflettere sul comportamento che, anche in un’ottica preventiva, dovrebbe assumere il professionista. Se infatti l’ordinamento attribuisce a sindaco e revisore un ruolo di controllo ben definito, e distinto, sull’attività societaria, svolgerlo e dimostrare di averlo svolto correttamente e lecitamente, anche e soprattutto in un’ottica processuale, può diventare fondamentale per il professionista onde evitare di incorrere ed eventualmente potersi difendere da addebiti di carattere penale.
Premessa
1. Ruolo e compiti del sindaco e del revisore. Cenni di carattere generale
1.1 INTRODUZIONE
1.2 I DOVERI DEL SINDACO
1.3 I DOVERI DEL REVISORE
1.4 ANALOGIE E DIFFERENZE TRA I DUE RUOLI
2. I reati propri del sindaco
2.1 INTRODUZIONE
2.2 I REATI SOCIETARI
2.2.1 Falso nelle comunicazioni sociali
2.2.2 Corruzione tra privati
2.2.3 Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza
2.3 I REATI FALLIMENTARI
2.3.1 Il richiamo ai reati di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta di cui agli artt. 223 e 224 L. Fall.
2.3.2 Le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta di cui all’art. 223 L. Fall.
2.3.3 Le ipotesi di reato di bancarotta semplice di cui all’art. 224 L. Fall.
3. I reati propri del revisore
3.1 INTRODUZIONE
3.1.1 Falsità nelle relazioni o comunicazioni dei responsabili della revisione legale
3.1.2 Corruzione dei revisori
3.1.3 Compensi illegali
3.1.4 Illeciti rapporti patrimoniali con la società assoggettata a revisione
3.1.5 Disposizioni comuni
3.1.6 Altre disposizioni comuni
4. La responsabilità penale di sindaco e revisore legale dei conti ai sensi dell’art. 40 c. 2 c.p.
4.1 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO DELL’EVENTO DI CUI ALL’ART. 40 C. 2 C.P.
4.1.1 Gli elementi tipici
4.1.2 L’applicazione dell’art. 40 c. 2 c.p., correttivi della giurisprudenza e criticità
4.1.3 La distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente
4.2 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO A CARICO DEL SINDACO
4.2.1 La responsabilità concorsuale del sindaco
4.2.2 La posizione di garanzia ed i poteri impeditivi del sindaco
4.3 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO A CARICO DEL REVISORE LEGALE
5. Indicazioni operative per la limitazione delle responsabilità
5.1 PREMESSA
5.2 I PRESUPPOSTI PER LA LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
5.3 CAUTELE PER IL BILANCIO
5.4 IL RISPETTO DEI REQUISITI DI INDIPENDENZA E L’ESERCIZIO DELLO SCETTICISMO PROFESSIONALE NELLE VERIFICHE
5.5 LA DELICATEZZA E IMPORTANZA DELLE VERIFICHE SUGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI
6. Considerazioni conclusive
La tutela del turista acquirente di pacchetti turistici o di multiproprietà, eBook in pdf di 157 pagine
Questo e-book è dedicato alle norme legislative in materia di turismo che si applicano sul tutto il territorio nazionale, vale a dire alla tutela del turista – consumatore:
Per completezza nell’esposizione di queste norme in materia di turismo, l’ultimo capitolo del presente e-book è dedicato alla tutela dei diritti delle persone con disabilità o mobilità ridotta nel trasporto aereo, quindi ad una forma particolare di tutela di consumatori che si trovano in una condizione particolarmente delicata (Regolamento CE n° 1107 del 2006, le cui norme di attuazione sono contenute nel Decreto Legislativo n° 24 del 2009).
Questa seconda edizione dell’e-book si è resa necessaria per aggiornarlo alla riforma degli artt. da 32 a 51-novies del CdT dovuta al Decreto Legislativo n° 62 del 2018 di recepimento nell’ordinamento italiano della Direttiva UE n° 2302 del 2015 che ha sostituito la previgente Direttiva CEE n° 314 del 1990. Questa seconda direttiva fu importantissima perché creò un quadro di garanzie completo ed articolato per il turista – consumatore – acquirente di un pacchetto turistico, cioè di un servizio turistico complesso derivante dalla combinazione di servizi turistici elementari, che rappresenta il prodotto (servizio) tipico delle imprese turistiche definite giuridicamente agenzie di viaggio e, dal punto di vista dell’economia del turismo, agenzie di viaggio e Tour operator, La Direttiva UE 2302/2015 invece, mantenendo questo quadro di garanzie per la parte debole del rapporto contrattuale (il turista), lo adatta alla rivoluzione dei sistemi con cui si vende il pacchetto turistico che è avventa fra il 1990 ed il 2015, vale a dire alla vendita, ormai più che maggioritaria (ormai almeno al 75%), di questo servizio turistico complesso tramite Internet.
Ciò ha comportato non tanto la ridefinizione delle garanzie citate, ma soprattutto la ridefinizione dell’oggetto del contratto e delle modalità con cu esso viene concluso, nel senso che il contratto si definisce anche in base al modo in cui esso viene costruito (attraverso l’acquisto per via telematica di singoli servizi turistici da vari operatori distinti dall’organizzatore del pacchetto, per cui diviene meno importante la dicotomia organizzatore – venditore del viaggio) e la scomparsa dell’obbligatorietà della forma scritta del contratto stesso (con una eccezione).
Com’è noto, il 4° comma dell’articolo 117 della Costituzione, dopo la riforma del 2001, ha riservato il turismo alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni, mettendo in grave difficoltà lo Stato che in tal modo non può più governare in modo unitario attraverso lo strumento legislativo uno dei settori fondamentali dell’economia italiana, come ha dimostrato platealmente la vicenda del “Codice del turismo” in gran parte abrogato dalla Sentenza n° 80 del 2012 della Corte Costituzionale proprio perché lo Stato aveva con esso invaso la competenza legislativa esclusiva delle Regioni in materia di turismo.
Dall’altro lato questa riserva della potestà legislativa sul turismo alle Regioni da un lato sta creando, col passare del tempo, tanti ordinamenti regionali fra i quali crescono sempre più le differenze ed inoltre essa mette le Regioni di fronte alla loro incapacità di promuovere adeguatamente il proprio settore turistico, dato che la dimensione regionale si è rivelata nel tempo come non ottimale soprattutto per mancanza di risorse economiche, di competenze tecniche, ecc. In attesa di una riforma dell’art. 117 della Costituzione che riporti il turismo (almeno) nelle materie di legislazione concorrente (riportate oggi nel 3° comma dell’art. 117 Cost.), come era prima del 2001, per le quali lo Stato detta i principi fondamentali e le Regioni le norme di attuazione (il che comunque dava e dà tuttora una grossa autonomia alle Regioni, ma in un quadro di regole – base uguali per tutti), l’unica possibilità che oggi vi è per avere delle norme di legge in materia di turismo valide per tutto il territorio nazionale è che esse derivino da norme comunitarie o da trattati internazionali, dato, che, ai sensi del 1° comma dell’art. 117 Cost., lo Stato e le Regioni esercitano la potestà legislativa nel rispetto di questi ultimi.
Quindi, se una norma di legge in materia turistica deriva da un Regolamento comunitario (atto legislativo europeo immediatamente efficace nei territori di tutti gli Stati membri) oppure è stata emanata dallo Stato Italiano in attuazione di una Direttiva comunitaria (attività legislativa riservata allo Stato dalla lettera a del 2° comma dell’art. 117 Cost.) essa prevale sulle eventuali norme di legge regionale contrastanti.
Infine, segnaliamo che l’appendice legislativa di questo e-book contiene i più importanti testi normativi nazionali ed europei citati nel primo capoverso di questa sintesi.
1. La tutela del turista – consumatore nell’acquisto di pacchetti turistici (viaggi organizzati) disciplinata dagli articoli da 32 a 51-novies del codice del turismo (allegato I del D.Lgs. 79/2011) dopo la riforma del 2018 e l’overbooking (regolamento CE 261/2004)
1.1 La tutela del turista – consumatore nell’acquisto di pacchetti turistici (o viaggi organizzati): gli articoli da 32 a 51-novies dell’Allegato I Decreto Legislativo n° 79 del 2011 (“Codice del turismo”) riformato dal Decreto Legislativo n° 62 del 2018
1.2 I concetti generali di questa disciplina: la definizione di “pacchetto turistico” (o “viaggio organizzato”), le caratteristiche di questo, i servizi turistici collegati
1.3 I professionisti che organizzano e vendono viaggi: le agenzie di viaggio e le associazioni
1.4 Gli obblighi informativi precontrattuali dell’organizzatore e del venditore, la forma e il contenuto del contratto di acquisto di un pacchetto turistico
1.5 Le vicende di un contratto di acquisto di un pacchetto turistico: le modifiche al contratto prima dell’inizio dell’esecuzione di esso
1.6 Le vicende di un contratto di acquisto di un pacchetto turistico: l’esecuzione del pacchetto
1.7 L’assicurazione obbligatoria per l’inadempimento del contratto e quella per la protezione del viaggiatore in caso di insolvenza o fallimento dell’organizzatore o del venditore del pacchetto o di un servizio turistico collegato
1.8 La responsabilità del venditore, il diritto ad azioni di regresso, l’inderogabilità delle norme sui diritti del viaggiatore e il Giudice competente per le cause civili che le riguardano
1.9 Le sanzioni amministrative per la violazione delle norme sui diritti dei viaggiatori
1.10 La disciplina dell’overbooking (negato imbarco su un aereo per eccesso di prenotazioni): il Regolamento CE n° 261 del 2004
2. La tutela dell’acquirente di multiproprietà e di prodotti per le vacanze di lungo termine: gli articoli 69 - 81-bis del Codice del consumo (decreto legislativo n. 206 del 2005)
2.1 Le tipologie di contratti a cui si applica questa disciplina e l’individuazione delle parti del rapporto contrattuale
2.2 Il diritto di informazione precontrattuale dell’acquirente ed i requisiti di questi contratti
2.3 Il diritto di recesso del consumatore da questi contratti. Gli effetti del recesso
2.4 Le altre tutele previste per il consumatore che stipula questi contratti. L’accesso alla giustizia ed alle procedure stragiudiziali di composizione delle controversie
3. La tutela dei diritti delle persone disabili o con mobilità ridotta nel trasporto aereo: Il Regolamento CE n. 1107 del 2006
3.1 I diritti delle persone con disabilità e mobilità ridotta nel trasporto aereo: il Regolamento CE n. 1107 del 2006
3.2 Le condizioni per usufruire dell’assistenza prevista dal Regolamento CE 1107/2006 e l’organizzazione di questo servizio
Appendice legislativa
1. Decreto Legislativo n° 79 del 2011. ALLEGATO I “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo” (articoli da 32 a 51-novies, articolo 67 e Allegato B riformati dal Decreto Legislativo n° 62 del 2018 che ha recepito la Direttiva UE n° 2302 del 2015)
2. Regolamento CE n° 261 del 2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato e che abroga il Regolamento CEE n° 295 del 91 (overbooking) 6
3. Decreto Legislativo 27 gennaio 2006, n° 69: "Disposizioni sanzionatorie per la violazione del Regolamento CE n° 261 del 2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato" (overbooking)
4. Decreto Legislativo n° 206 del 2005: “Codice del consumo” (articoli da 69 a 81-bis ed allegati da II-bis a II-sexies)
5. Regolamento CE n° 1107 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo
6. Decreto Legislativo 24 febbraio 2009, n° 24: "Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del Regolamento CE n° 1107 del 2006 relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo"
I finanziamenti possibili per imprese femminili e lavoratrici autonome, utile panoramica in un eBook di 53 pagine in pdf.
Al via il bando del Fondo impresa femminile.
Domande a partire dal 19 maggio per le nuove imprese e dal 7 giugno per quelle già operative. Complessivamente a disposizione 400 milioni di euro. I finanziamenti sono “a sportello” per cui non è previsto un termine per la chiusura del bando.
I soldi vengono erogati fino a che ci sono disponibilità in base all’ordine di presentazione delle domande. Tutte le agevolazioni possono essere cumulate con altri aiuti di Stato, anche de minimis, nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato di riferimento, e con tutte agevolazioni fiscali per le imprese. Soggetto gestore del bando è Invitalia.
Rifinanziata anche la misura ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero, che è l’incentivo per i giovani e le donne che vogliono diventare imprenditori.
Nell’ebook una panoramica delle opzioni di finanziamento possibili per le imprese femminili.
Premessa
1. Imprese femminili e agevolazioni del Fondo
1.1 Soggetti interessati
1.2 Settori di intervento
1.3 Caratteristiche delle imprese
1.3.1 Forme giuridiche
1.3.2 Imprese familiari
1.3.3 Cooperative
1.4 Imprese da costituire
1.5 Lavoratrici autonome e professioniste
1.5.1 Regime forfettario e registri IVA
1.6 Requisiti anzianità delle imprese
1.7 Sede legale
1.8 Casi di esclusione
1.9 Cumulabilità con altri finanziamenti
2. Finanziamenti per l’avvio delle attività
2.1 Regole di base
2.2 Spese ammissibili
2.2.1 Il costo per i dipendenti
2.2.2 I finanziamenti in conto capitale
2.3 Solo acquisto di nuovi beni materiali
2.4 Assistenza e consulenza
3. Sostegno e sviluppo
3.1 Ammontare dei progetti
3.1.1 Imprese agricole
3.2 Articolazione dell’intervento
3.3 Durata dei finanziamenti agevolati
3.4 Durata e regole per i finanziamenti agevolati
3.5 Tutoraggio
4. Erogazione dei finanziamenti
4.1 Erogazioni a richiesta e pezze d’appoggio
4.2 Controlli e verifiche
4.3 Casi di revoca
5. Valutazione del progetto
5.1 Valutazione dei criteri d’accesso
5.2 Esame di merito
6. ON
6.1 L’incentivo
6.2 Le caratteristiche delle imprese
6.3 Requisiti della compagine sociale
6.4 Anzianità e caratteristiche dell’impresa
6.5 I casi di esclusione
6.6 Le spese agevolabili
6.6.1 Imprese costituite da meno di tre anni
6.6.2 Imprese costituite da più di tre anni
6.6 La domanda
6.6.1 Casi particolari
6.5 Completamento del programma
Appendice normativa
La disciplina delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, eBook in pdf di 81 pagine.
Aggiornato con:
Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), che possono essere sia associazioni riconosciute che non riconosciute, godono di una disciplina fiscale agevolata dettata dalla Legge n° 398 del 1991. Questa disciplina fiscale agevolata vale sia per le imposte dirette, quindi per l’IRES – Imposta sui redditi delle società, sia per quelle indirette, cioè per l’IVA – Imposta sul valore aggiunto, che per l’IRAP – Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
Dal 1° Gennaio 2003, in virtù dell’art. 90 della Legge 289/2002 (Legge Finanziaria per il 2003), la disciplina della Legge 398/1991 si applica anche alle società sportive dilettantistiche (SSD) che sono società di capitali o cooperative senza fine di lucro il cui oggetto sociale è sempre l’esercizio di una o più attività sportive dilettantistiche.
Restano però una serie di differenze nel trattamento fiscale delle ASD e delle SSD che tratteremo in questo e-book.
Le agevolazioni fiscali previste per le ASD e le SSD riguardano anche altre imposte (per esempio, l’IMU) o attività come, per esempio, quella di raccolta fondi (il c.d. “fundraising”) attraverso l’organizzazione di eventi o la percezione di erogazioni liberali o del cinque per mille dell’IRPEF di cui cerchiamo di dare un quadro completo in questo testo.
Questo e-book è aggiornato, in primo luogo, alla riforma del terzo settore e dell’impresa sociale introdotta dai Decreti Legislativi n° 117, 112 e 111 del 2017 contenenti, rispettivamente, il “Codice del terzo settore”, la riforma della disciplina dell’impresa sociale e quella del cinque per mille emanati in attuazione della Legge – delega n° 106 del 2016, che sono stati corretti su una serie di punti dai Decreti Legislativi n° 95 e 105 del 2018. Sono riportate anche le novità introdotte dal D.M. del 28 Novembre 2019, dalla Legge n° 160 del 2019 (Legge di bilancio per il 2020), dal DPCM del 23 Luglio 2020 sulla partecipazione delle ASD al cinque per mille dell’IRPEF, dai Decreti-Legge n° 146 e 228 del 2021 (decreti “fisco e lavoro” e “milleproroghe” per il 2022) e dalla Legge n° 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022).
L’applicazione della riforma del terzo settore, cioè del Dlgs 117/2017, alle ASD (le SSD non possono avvalersene ma possono assumere la qualifica di impresa sociale) esclude quella della Legge 398/1991 che è, di solito, la più conveniente dal punto di vista fiscale. Vi è però, fra quelli introdotti dalla riforma del terzo settore, un regime fiscale che è pressoché equivalente a quello della Legge 398/1991, vale a dire quello previsto dall’art. 86 del Dlgs 117/2017 per le associazioni di promozione sociale (APS) che realizzano ricavi da attività commerciali non superiori a 130.000 Euro annui, che potrebbe essere scelto dalle ASD più piccole e che esaminiamo nell’ultimo paragrafo di questo e-book. Questa possibilità di scelta vi sarà, per le ASD iscritte nel RUNTS come APS, a partire dall’anno di imposta successivo a quello di concessione dell’autorizzazione della Commissione Europea relativa a tale regime fiscale agevolato prevista dal comma 10° dell’art. 101 del Dlgs 117/2017, quando entreranno in vigore le norme fiscali del decreto citato che originariamente dovevano essere applicate a partire dal 1° Gennaio 2020.
Oltre che alla riforma del terzo settore l’e-book è aggiornato anche all’importante Circolare n° 18/E del 1° Agosto 2018 dell’Agenzia delle Entrate, frutto dei lavori di un tavolo tecnico fra la stessa Agenzia ed il CONI – Comitato olimpico nazionale italiano che rappresenta un momento di approfondimento di tutta una serie di problematiche fiscali che interessano le ASD e le SSD.
Questo approfondimento congiunto è stato tanto più utile quanto più si consideri che la disciplina di queste associazioni e società è molto frammentata e ciò comporta dei seri problemi di individuazione e di interpretazione delle norme applicabili.
Inoltre, l’e-book è aggiornato al Decreto Legislativo n° 36 del 2021 sulla riforma degli enti sportivi dilettantistici e professionistici e del lavoro sportivo. Questa riforma introduce molte novità riguardanti la disciplina civilistica delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, che l’avvicinano alla disciplina civilistica dell’impresa sociale (Dlgs 112/2017), mentre non tocca la disciplina fiscale agevolata di esse prevista dalla Legge 398/1991 e dalle norme a questa successive.
Queste novità entrano in vigore il 1° Gennaio 2023 assieme alle nuova disciplina del rapporto di lavoro sportivo (artt. 25 – 37 del Dlgs 36/2021), che chiarisce la materia ma non la innova profondamente.
Al decreto citato si aggiungono i Decreti Legislativi n° 37 e 39, anch’essi facenti parte della c.d. “riforma dello sport” ed emanati sulla base della Legge-delega n° 86 del 2019, sulla rappresentanza degli atleti da parte degli agenti sportivi e sull’istituzione del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche gestito dal Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri che sostituirà il registro tenuto dal CONI a partire dal 31 Agosto 2022. L’iscrizione in questo registro comporta il riconoscimento a fini sportivi della ASD o SSD, la possibilità di godere dei benefici fiscali o di altro tipo previsti dalla legge, l’opponibilità ai terzi degli atti in esso iscritti e, se richiesto, il riconoscimento della personalità giuridica della ASD.
Infine, il presente e-book cerca di dare un contributo alla soluzione di tali problemi da un lato individuando tutte le norme specifiche che si applicano alle ASD e alle SSD, di cui è offerto un elenco il più possibile completo nell’appendice normativa che chiude il testo, dall’altro analizzandole in modo sistematico, vale a dire mettendo in evidenza, quando vi sono, i collegamenti tra esse.
1. Le associazioni e le società sportive dilettantistiche: caratteristiche e ambito di applicazione del regime fiscale speciale previsto dalla Legge 398/91 dopo la riforma del terzo settore
1.1 Premessa: le associazioni e le società sportive dilettantistiche dalla Legge 398/1991 alla riforma del terzo settore
1.2 L’esercizio dell’opzione per il regime fiscale previsto dalla Legge 398/1991 ed i requisiti per esercitarla e mantenerla
1.3 La qualificazione fiscale delle ASD e delle SSD
1.4 Le caratteristiche civilistiche delle ASD e SSD previste dal Dlgs 36/2021. In particolare: l’assenza dello scopo di lucro e gli amatori (volontari)
1.5 Gli effetti civilistici dell’iscrizione nel Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche attivo dal 31 Agosto 2022
2. Il regime fiscale delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche: agevolazioni IRES, IRAP ed IRPEF
2.1 Le agevolazioni ai fini IRES e sugli obblighi contabili
2.2 Le entrate escluse dal calcolo del limite di 400.000 Euro annui e quindi dall’imponibile IRES
2.3 Le agevolazioni sull’IRAP
2.4 Le agevolazioni sull’IRPEF per chi percepisce compensi dalle ASD o SSD. La cessione dei diritti alle prestazioni sportive degli atleti. Gli obblighi contributivi
3. Le agevolazioni IVA per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. La certificazione dei corrispettivi
4. Le agevolazioni sull’IMU per le sole associazioni sportive dilettantistiche
5. Le altre agevolazioni previste per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, in particolare quelle sulle erogazioni liberali e sul cinque per mille dell’IRPEF
5.1 Le agevolazioni per le erogazioni liberali effettuate a favore delle ASD o SSD
5.2 Le sponsorizzazioni e l’imposta sulla pubblicità
5.3 Il cinque per mille dell’IRPEF
5.4 Le erogazioni liberali per ristrutturazioni di impianti sportivi (“Sport bonus”)
5.5 Le prestazioni di dipendenti pubblici e le convenzioni con enti pubblici
5.6 La riduzione del canone per le concessioni demaniali e l’affitto a canone agevolato degli immobili dello Stato
5.7 La detrazione per le quote di iscrizione dei minori
6. Una alternativa (a partire dal 2022) per le sole ASD alla Legge 398/1991: il regime fiscale forfettario delle associazioni di promozione sociale previsto dall’art. 86 del Codice del terzo settore
Appendice
Normativa di riferimento
Sintesi della procedura e chiarimenti operativi del Processo tributario telematico che a decorrere dal 1° luglio 2019 è diventato un obbligo per i giudizi instaurati in primo e secondo grado con ricorso notificato a decorrere da tale data.
Aggiornato con normativa, prassi e giurisprudenza 2022.
Obiettivo del presente eBook è quello di offrire una panoramica tale strumento e di fornire specifiche indicazioni applicative per chi debba servirsene, in modo da comprenderne rapidamente le metodologie e usufruire quanto prima delle agevolazioni di tempi e costi che la nuova soluzione può consentire.
A decorrere dal 1°.7.2019 il processo tributario telematico è diventato un obbligo per i giudizi instaurati in primo e secondo grado, per cui è completato il percorso avviato con il decreto del Direttore generale delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze del 4.8.2015. Con il decreto 6.11.2020 sono state digitalizzate le parti relative ai provvedimenti adottati dal giudice tributario e il verbale di udienza. Il portale della Giustizia Tributaria, relativamente al processo tributario telematico, ha, da settembre 2021, rinnovato la veste grafica per rendere più immediato l’utilizzo di tutti i servizi. Non si tratta di una speciale disciplina ma soltanto di una particolare procedura, non più facoltativa ma obbligatoria.
Tuttavia per i ricorsi notificati entro il 30.6.2019 (o, più propriamente, il termine è differito automaticamente al 1°.7 per effetto dell’art. 155 c.p.c.), la procedura non era un obbligo ma una facoltà di scelta tra la procedura cartacea e quella telematica. Ma la scelta “non telematica” esplica i suoi effetti anche nelle successive fasi della costituzione in giudizio e degli ulteriori depositi di atti, seppure effettuati dal 1°.7.2019, ferma restando la facoltà del resistente di costituirsi telematicamente nel successivo grado di giudizio.
Tutta la procedura ha come cardine la posta elettronica certificata che rappresenta il “domicilio digitale” del contribuente: da qui vengono depositati tutti gli atti processuali a prescindere dalla sede della Commissione tributaria, con il vantaggio di non essere vincolati all’orario di apertura della segreteria della Commissione tributaria per la consegna degli atti, ovvero di dover predisporre plichi raccomandati con avvisi di ricevimento.
Il fulcro dell’attività processuale è rappresentato dal fascicolo informatico (che sostituisce il fascicolo d’ufficio) nel quale vengono raccolti atti, documenti, allegati, ricevute di posta elettronica certificata, messaggi di sistema e dati del procedimento. Il fascicolo informatico consente alle persone abilitate di consultare direttamente gli atti esonerando la segreteria dal rilasciarne copia cartacea.
Con il d.d. 10.3.2017 è stata introdotta la possibilità, sempre nell’ambito dei depositi telematici dei ricorsi e degli appelli presso gli uffici di segreteria delle Commissioni tributarie, di effettuare il pagamento del contributo unificato per le spese di giustizia tramite il nodo dei pagamenti - SPC (pagoPA). La procedura “pagoPA” è operante in tutto il territorio nazionale (d.d. 6.6.2019). Per l’assistenza agli utenti sul portale della Giustizia Tributaria è presente il numero verde 800-051-052 (dalle ore 8.00 alle ore 18.00 dal lunedì al venerdì e dalle ore 8 alle ore 14.00 il sabato).
Anche il contribuente che vuole difendersi personalmente, essendo la controversia di valore fino a 3.000 euro deve sottostare alle regole di natura informatica: nel ricorso introduttivo deve indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, ovvero l’indirizzo al quale vuole ricevere le comunicazioni della segreteria, tra le quali primeggia la comunicazione della data di discussione della controversia.
Nel caso di mancata indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata ed ove il destinatario non sia raggiungibile da pubblici elenchi, le comunicazioni sono eseguite esclusivamente mediante deposito in segretaria della Commissione tributaria (art. 16-bis, comma 2, del d.lgs. 31.12.1992, n. 546).
È opportuno ricordare che l’obbligo di avvalersi della procedura di processo tributario telematico non è influenzato dal fatto che la cartella di pagamento (a decorrere dal 1°.6.2016) o l’avviso di accertamento (a decorrere dal 1°.7.2017) siano stati notificati a mezzo posta elettronica certificata, ai sensi, rispettivamente, dell’art. 26, secondo comma, del d.P.R. 29.9.1973, n. 602, e dell’art. 60, ultimo comma, del d.P.R. 29.9.1973, n. 600.
Con decreto direttoriale 20.5.2019 del Ministero dell’economia e delle finanze è stato istituito il Forum nazionale multilaterale sul processo tributario telematico con riferimento al deposito degli atti processuali in modalità telematica presso le Commissioni tributarie di ogni ordine e grado, assicurando la rappresentanza equilibrata dei soggetti pubblici e privati interessati. Sono membri del Forum le amministrazioni, le associazioni di categoria ed i soggetti privati individuati nell’allegato al decreto tra cui CNF e CNDCEC.
Il Forum ha durata di tre anni dalla data di sua istituzione e si riunisce con cadenza semestrale su convocazione della Direzione della Giustizia Tributaria. I risultati delle attività del Forum sono pubblicati sui portali istituzionali del Ministero dell’economia e delle finanze.
1 L’avvio del processo tributario
2 Il processo tributario telematico
1 L’ambito di applicazione delle regole tecniche ed operative del processo tributario telematico
1.1 L’obbligo di osservare le procedure telematiche
2 La decorrenza dell’obbligo telematico
2.1 La regola fino al 30.6.2019
2.2 La regola in vigore dal 1°.7.2019
2.3 La difesa personale
2.4 La deroga concessa all’obbligo telematico
2.5 La norma interpretativa per i giudizi instaurati fino al 30.6.2019
3 L’indirizzo di posta elettronica certificata
4 Le regole informatiche
5 L’introduzione al processo tributario telematico
6 Il Portale della Giustizia Tributaria
7 Il S.I.Gi.T
7.1 Il ruolo del S.I.Gi.T
7.2 La registrazione dei soggetti al S.I.Gi.T
8 I servizi resi dal S.I.Gi.T
9 L’utilizzazione del processo tributario telematico
10 Il ricorso
11 La procura alle liti e il conferimento dell’incarico di assistenza e difesa
12 La predisposizione del ricorso
13 La firma del ricorso
14 La notificazione del ricorso
14.1 La disciplina della notifica a mezzo PEC
14.2 Il perfezionamento della notifica
14.3 Il tempo della notifica
15 Le modalità operative della notifica a mezzo PEC
15.1 La regola
15.2 L’invio errato della PEC
15.3 La prova dell’avvenuta notifica
15.4 Le modalità della notifica
15.5 La prova della notifica
15.6 L’elezione di domicilio
15.7 La criticità delle notifiche telematiche
16 Gli standard degli atti processuali e dei documenti informatici allegati
17 La procedura preliminare per la costituzione in giudizio del ricorrente
17.1 Le avvertenze preliminari
17.2 I controlli da eseguire per la trasmissione degli atti
17.3 La predisposizione degli atti e dei documenti per la costituzione in giudizio del ricorrente
18 Il pagamento del contributo unificato tributario e degli altri diritti e spese di giustizia
18.1 La regola
18.2 Le modalità di pagamento del contributo unificato tributario
18.3 Il contributo unificato online con pagoPA
19 La segreteria della Commissione tributaria nella costituzione in giudizio
20 La costituzione telematica in giudizio del ricorrente/appellante
20.1 La procedura
20.2 I controlli dei file
20.3 Le avvertenze procedurali
20.4 La ricevuta di accettazione
21 I controlli del S.I.Gi.T
21.1 La procedura
21.2 Le “anomalie” di “trasmissione”
21.3 La smart card scaduta dopo la notifica del ricorso
21.4 L’indisponibilità dei servizi PTT
22 L’iscrizione a ruolo
23 La costituzione in giudizio della parte resistente
23.1 L’accesso al fascicolo telematico per la parte non costituita
23.2 La trasmissione degli atti e dei documenti della parte resistente
23.3 La procedura
23.4 La ricevuta di accettazione
23.5 I controlli del S.I.Gi.T
23.6 L’iscrizione a ruolo
23.7 Le anomalie nel deposito delle controdeduzioni
24 La trasmissione degli atti successivi alla costituzione in giudizio
25 La notifica della sentenza
26 Il ricorso in appello
27 L’attestazione temporale degli atti processuali
27.1 Le ricevute
27.2 Le notifiche e le comunicazioni
27.3 Il deposito degli atti
27.4 Il deposito di atti e documenti non informatici
28 Il fascicolo informatico
28.1 La formazione del fascicolo informatico
28.2 La consultazione del fascicolo telematico
28.3 Il fascicolo informatico e gli atti e documenti non informatici
28.4 La consultazione pubblica del fascicolo informatico
29 Il potere di certificazione di conformità
29.1 I documenti informatici depositati
29.2 Gli atti e i provvedimenti depositati
29.3 La certificazione di conformità
29.4 La prova della notificazione o della comunicazione
29.5 I diritti di copia
30 La segreteria della commisisone tributaria
30.1 L’attività degli uffici di segreteria
30.2 Gli adempimenti della segreteria
30.3 Le comunicazioni della segreteria
30.4 La sentenza
30.5 Il caso di malfunzionamento del sistema informativo
30.6 La discussione della causa in videoconferenza
3 Le norme processuali a confronto
4 L’entrata in vigore del processo tributario telematico
1 Art. 16, comma 1, decreto direttoriale 4 agosto 2015: entrata in vigore e individuazione delle Commissioni tributarie
2 Art. 2, decreto direttoriale 30 giugno 2016: entrata in vigore
3 Art. 2, decreto direttoriale 15 dicembre 2016: entrata in vigore
4 Art. 16, commi 1 e 5, decreto legge 23 ottobre 2018, n. 119: giustizia tributaria digitale
5 Possibilità del pagamento del contributo unificato tramite il nodo dei pagamenti – SPC (pagoPA)
5 La sintesi operativa del processo tributario
1 I rimedi procedurali (cfr. d.lgs. 546/1992
2 Le eccezioni procedurali (cfr. d.lgs. 546/1992)
3 Il differimento dei termini (cfr. d.lgs. 546/1992)
6 Il contributo unificato per le spese di giustizia
1 L’obbligo del contributo unificato
2 Il presupposto soggettivo
3 La determinazione dell’importo dovuto
4 Il pagamento del contributo unificato
5 Il recupero del contributo unificato
7 Lo scadenzario
1 Le regole
2 Il computo dei termini
3 I termini per proporre il ricorso
4 I termini per la costituzione in giudizio del ricorrente
5 Il deposito dei documenti prima della trattazione
6 Il deposito delle memorie e dell’istanza di pubblica udienza prima della trattazione
7 Il deposito di brevi repliche prima della trattazione
8 Il termine lungo per appellare
8 La giurisprudenza
1 Le regole della notifica
2 La sanatoria per il raggiungimento dello scopo
3 La costituzione in giudizio e il deposito degli atti
Appendice normativa
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