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eBook di 87 pagine in pdf comprensivo di Normativa, sulla disciplina dell’ACE e i chiarimenti di prassi medio tempore forniti dall’amministrazione finanziaria evidenziando le novità introdotte dal D.L. “Sostegni-bis”.
Aggiornato con i chiarimenti forniti durante Telefisco e le indicazioni per i modelli dichiarativi 2022
• Soggetti beneficiari ed esclusi
• Presupposti dell’agevolazione
• Determinazione della base ACE per i soggetti IRES
• Determinazione della base ACE per i soggetti IRPEF
• Disciplina antielusiva
• Trasformazione delle eccedenze ACE in credito d’imposta IRAP
L’Aiuto alla Crescita Economica (ACE), introdotto nel nostro ordinamento fiscale dal D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, è stato oggetto, nel corso del 2017, di un profondo restyling. In particolare, la legge di bilancio 2017 ha modificato le modalità di applicazione dell’agevolazione alle persone fisiche e alle società di persone, rendendola più omogena a quella prevista per i soggetti IRES. Inoltre, a seguito della riforma del bilancio attuata con il d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 e la conseguente normativa di coordinamento delle basi imponibili IRES e IRAP prevista dall’art. 13-bis del D.L. 30 dicembre 2016, n. 244, sono state profondamente riviste le disposizioni attuative dell’incentivo.
Il D.M. 14 marzo 2012 è stato abrogato e sostituito dal D.M. 3 agosto 2017. L’incentivo era stato poi abrogato dalla legge di bilancio del 2019 con decorrenza dal periodo d'imposta 2019, garantendo solo la possibilità di utilizzo delle eccedenze pregresse di ACE non utilizzate alla fine del periodo di imposta 2018.
Contestualmente, in sostituzione dell’ACE era stato introdotto un diverso incentivo la cd. Mini-IRES, che si sostanziava in una riduzione dell’aliquota ordinaria IRES dal 24% al 15% in presenza di utili reinvestiti in incrementi occupazionali e nuovi investimenti.
La complessità del meccanismo agevolativo del nuovo incentivo aveva, poi, spinto il legislatore a rimodularne le regole applicative, procedendo a una riscrittura integrale della disciplina con l’art. 2 del DL n. 34/2019. In tale sede, il calcolo del beneficio era stato ancorato unicamente all’incremento patrimoniale derivante dalla non distribuzione degli utili.
La legge di bilancio 2020 ha ripristinato la situazione ante legge di bilancio 2019, abrogando, dal periodo di imposta 2019, la Mini-IRES e "riattivando" contestualmente la disciplina ACE, seppur con riduzione dell'aliquota percentuale per il calcolo del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio che scende all’1,3%.
Il D.L. 25 maggio 2021 n. 73, c.d. “Sostegni-bis” ha, da ultimo, introdotto, tra le misure di sostegno alle imprese colpite dall’emergenza da COVID-19, un rafforzamento dell’agevolazione ACE, limitatamente al periodo d’imposta 2021, denominato “ACE innovativa 2021”.
Come si avrà modo di approfondire, l’agevolazione prevede l’applicazione di un coefficiente di rendimento nozionale sull’incremento di capitale proprio 2021 del 15% (a condizione che tale incremento sia “conservato” almeno sino alla fine del 2023).
Nel testo, si riepiloga la disciplina dell’ACE e i chiarimenti di prassi medio tempore forniti dall’amministrazione finanziaria evidenziando le novità introdotte dal D.L. “Sostegni-bis”.
Premessa
1. Ambito soggettivo
1.1 Soggetti beneficiari
1.2 Soggetti esclusi
2. I presupposti dell’agevolazione
2.1 Rendimento nozionale del capitale
2.2 Esistenza di “nuovo capitale proprio”
3. La determinazione della base ACE per i soggetti IRES
3.1 Variazioni in aumento
3.1.1 I conferimenti in denaro
3.1.2 Accantonamenti a riserva di utili
3.1.3 L’incremento patrimoniale per le start up
3.1.4 Sterilizzazione dell’incremento per la consistenza dei titoli e valori mobiliari
3.1.5 Irrilevanza delle rettifiche operate in sede di FTA dei “Nuovi OIC”
3.1.6 Rettifiche fiscali per le Stabili Organizzazioni
3.2 Variazioni in diminuzione
3.3 Limite del Patrimonio Netto
3.4 Il meccanismo di applicazione
3.5 L’ACE nei regimi opzionali del consolidato e della trasparenza fiscale
3.5.1 ACE e consolidato nazionale
3.5.2 ACE e trasparenza fiscale
3.6 L’ACE e le operazioni straordinarie
3.6.1 ACE e conferimento d’azienda
3.6.2 ACE e fusione
3.6.3 ACE e scissione
3.6.4 ACE e trasformazione
4. La determinazione della base ACE per i soggetti IRPEF
4.1 Modalità di calcolo della base ACE
4.1.1 Soggetti IRPEF “da sempre” in contabilità ordinaria
4.1.2 Soggetti IRPEF “non” da sempre in contabilità ordinaria
5. La disciplina antielusiva
5.1 Operazioni sterilizzate
5.1.1 Operazioni infragruppo
5.1.2 Operazioni extra-gruppo
5.2 Decorrenza della “nuova” disciplina antielusiva e clausola di salvaguardia
5.3 Disapplicazione della disciplina antielusiva
5.3.1 Interpello probatorio
6. Trasformazione delle eccedenze ACE in credito d’imposta IRAP
6.1 La trasformazione delle eccedenze ACE per i soggetti IRES e IRPEF
6.2 La trasformazione delle eccedenze ACE in caso di consolidato e trasparenza fiscale
7. L’ “ACE innovativa 2021”
7.1 Determinazione del beneficio
7.2 Modalità di fruizione del beneficio
7.3 La Super ACE nei modelli dichiarativi 2022
7.4 I casi di restituzione del beneficio
7.5 Il provvedimento attuativo
Normativa
Decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, [c.d. "Decreto Monti"]
Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, [c.d. "Legge di bilancio 2020"]
D.M. 3 agosto 2017 - Revisione delle disposizioni attuative in materia di aiuto alla crescita economica (ACE)
Decreto legge 25 maggio 2021, n. 73 [c.d. "Decreto Sostegni-bis"]
eBook di 72 pagine in pdf, sulla cessione dello studio professionale, nato con l'obiettivo di aiutare i professionisti a comprendere i mutamenti in corso e dotarli degli strumenti necessari a dare continuità alla propria attività professionale, migliorando competenze e qualità della vita.
Sarà quindi tracciato un quadro completo delle operazioni di fusione e acquisizione di Studi professionali in Italia con particolare riferimento a studi di Commercialisti e consulenti del lavoro, mentre saranno fatti alcuni cenni sulle operazioni di cessione/aggregazione di Studi legali ed odontoiatrici.
Oltre agli aspetti inerenti la prassi, la normativa e la fiscalità, saranno presentati, estratti di contratti di cessione e dati non reperibili in banche dati pubbliche.
Premessa
1. La prassi in Italia con uno sguardo all’Europa
1.1 La prassi in Europa: i concetti di “affiancamento” e di “attività ripetitiva e standardizzata”
1.2 La prassi in Italia
1.3 Le operazioni M&A di Studi professionali: le operazioni singole e le operazioni strutturate
1.4 Gli effetti delle aggregazioni
1.5 Focus: l’M&A professionale nel settore dentale
1.5.1 Il contesto in cui operano gli Studi dentistici ed i vantaggi delle operazioni M&A
1.5.2 Lo stato attuale del mercato del M&A di Studi Dentistici
1.6 Focus: l’M&A professionale nel settore legale
2. Gli aspetti fiscali nelle operazioni M&A di Studi professionali
2.1 Le differenze tra M&A di Studi professionali e aziende
2.2 La cessione del “Pacchetto Clienti”
2.3 La cessione del marchio
2.4 La cessione dei cespiti
2.5 I compensi per il patto di non concorrenza (articolo 2125 del codice civile)
2.6 L’apporto della clientela in un’associazione professionale
2.7 La trasformazione/conferimento dello Studio associato in S.T.P.
3. La valutazione dello Studio professionale in ottica di cessione
3.1 La valutazione dello Studio del Commercialista/Consulente del Lavoro
3.1.1 Il metodo finanziario
3.1.2 Il metodo dei multipli di transazioni comparabili e l’analisi di regressione
3.1.3 L’effetto della pandemia da covid-19 sul valore degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro
3.2 La valutazione dello Studio legale
3.3 La valutazione dello Studio odontoiatrico
4. La reale natura dell’operazioni di acquisizione/cessione di uno Studio professionale
4.1 La progettualità che attiva le operazioni di aggregazioni professionale
4.1.1 Il professionista vicino all’età pensionabile
4.1.2 Il professionista cinquantenne
4.1.3 Il giovane professionista
4.2 La natura aggregativa dell’operazione di cessione/acquisizione di uno Studio professionale
4.2.1 L’attività di affiancamento/canalizzazione del professionista aggregato (cedente)
4.2.2 Il principio di continuità gestionale
5. Gli aspetti civilistici e contrattuali delle operazioni di aggregazione professionale
5.1 Le ragioni di uno storico disinteresse normativo: bipartizione fra attività imprenditoriale e attività professionale
5.2 L’imprenditorializzazione dell’attività professionale: l’orientamento normativo e giurisprudenziale comunitario
5.3 L’art. 54, comma 1-quater, del T.U.I.R.: sua matrice fiscale e necessità di una giustificazione civilistica dell’operazione di cessione
5.4 La risoluzione n. 108/2002 dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e Contenzioso
5.5 La sentenza n. 2860/2010 della Corte di Cassazione
5.6 Il contratto di cessione di Studio professionale: il suo oggetto ed il principio di continuità fra vecchia e nuova gestione
5.7 Le condizioni peculiari delle operazioni di aggregazione professionale
5.8 Alcuni casi pratici
5.9 Il contratto di aggregazione tramite fusione/incorporazione: cenni sulle principali clausole contrattuali/statutarie
5.9.1 Le categorie di quote – diritti particolari delle partecipazioni
5.9.2 Trasferimento di quote
5.9.3 Recesso del socio
6. Statistiche sul mercato M&A degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro (a cura di MpO Centro Studi)
6.1 Profilo dei Dominus cedenti
6.2 Profilo degli Studi ceduti
6.3 Le operazioni
Breve guida in pdf di 282 pagine, per il revisore dei conti di comuni e province, il presente contributo mira a fornire una panoramica generale sulle problematiche con cui deve confrontarsi il revisore dei conti degli enti locali.
Aggiornato con:
Il presente contributo si rivolge ai revisori di comuni e province con l’intento di fornire una panoramica il più completa possibile, benché sintetica, dei vari aspetti che interessano l’incarico, nella consapevolezza che quelli di particolare complessità (quali, ad esempio, i principi della contabilità, il controllo sulle società ed enti partecipati e la normativa in materia di personale), meritano indubbiamente approfondimenti specifici.
1. REVISORI DEI CONTI E SISTEMI DI CONTROLLO DEGLI ENTI LOCALI
1.1 Introduzione della figura del revisore ed evoluzione normativa
1.2 Il sistema dei controlli interni
1.3 I controlli esterni
1.4 La proposta di riforma
2. NOMINA E CESSAZIONE DEI REVISORI
2.1 Il sistema di nomina
2.1.1 Istituzione dell’elenco
2.1.2 Domanda di iscrizione e mantenimento nell’elenco
2.1.3 Sorteggio e nomina del revisore
2.1.4 Accettazione della carica
2.1.5 Enti appartenenti a Regioni a statuto speciale
2.1.6 Revisori nelle unioni di comuni
2.2 Incompatibilità e ineleggibilità
2.2.1 Indipendenza
2.2.2 Concorso al dissesto dell’ente
2.2.3 Limite al cumulo degli incarichi
2.2.4 Dichiarazione di sussistenza dei requisiti
2.3 Durata dell’incarico
2.4 Cause di cessazione
2.5 Sostituzione del revisore
2.6 Remunerazione del revisore
2.6.1 Compenso
2.6.2 Rimborso spese
3. FUNZIONAMENTO DELL’ORGANO DI REVISIONE
3.1 Composizione dell’organo di revisione
3.2 Insediamento dell’organo di revisione
3.3 Comportamento etico-professionale
3.3.1 Principi di vigilanza e controllo dell’Organo di revisione degli Enti Locali emanati dal C.N.D.C.E.C.
3.4 Collaboratori dell’organo di revisione
3.5 Modalità di esercizio della vigilanza
3.5.1 Fasi della revisione
3.5.2 Tecniche di campionamento
3.5.3 Significatività dell’errore
3.5.4 Rischio di revisione
3.6 Deliberazioni dell’organo di revisione
3.6.1 Verbalizzazione delle riunioni
3.7 Responsabilità dell’organo di revisione
3.7.1 La responsabilità civile
3.7.2 La responsabilità penale
3.7.3 Responsabilità amministrativa per danno erariale
3.7.4 L’azione di responsabilità
4. CONTABILITÀ E BILANCI DELL’ENTE
4.1 Il sistema della contabilità finanziaria
4.1.1 Fasi dell’entrata
4.1.2 Fasi della spesa
4.2 Il sistema di tesoreria
4.3 L’armonizzazione contabile
4.3.1 Accertamento e imputazione delle entrate
4.3.2 Impegno e imputazione delle spese
4.3.3 Accantonamenti a fondi e vincoli
4.3.4 Il fondo pluriennale vincolato (FPV)
4.3.5 Piano dei conti integrato e contabilità economico-patrimoniale
4.3.6 Il bilancio consolidato
4.4 Il Bilancio di previsione
4.4.1 Termini di approvazione
4.4.2 Esercizio provvisorio e gestione provvisoria
4.4.3 Obblighi di comunicazione
4.4.4 Principi di redazione del bilancio
4.4.5 Allegati al bilancio di previsione
4.4.6 Gli equilibri di bilancio
4.4.7 Emendamenti al bilancio
4.4.8 Variazioni di bilancio
4.4.9 Contenimento delle spese
4.5 Il Rendiconto della gestione
4.5.1 Riaccertamento dei residui
4.5.2 Risultato di amministrazione
4.5.3 Prospetto di conciliazione
4.5.4 Stato patrimoniale
4.5.5 Conto economico
4.5.6 Allegati al rendiconto
4.6 Altri strumenti della programmazione e gestione finanziaria
4.6.1 Documento Unico di Programmazione (DUP)
4.6.2 Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio
4.6.3 Relazione di inizio mandato
4.6.4 Relazione di fine mandato
4.6.5 Piano esecutivo di gestione e delle performance
4.6.6 Nota integrativa
4.7 Rapporti con società e organismi partecipati
4.7.1 Costituzione di organismi partecipati, acquisto e mantenimento di partecipazioni
4.7.2 Società in house
4.7.3 Organi sociali delle società a partecipazione pubblica
4.7.4 Razionalizzazione delle società partecipate
4.7.5 Perdite delle società partecipate
5. ENTI DEFICITARI E DISSESTATI
5.1 Crisi dell’ente
5.2 Dissesto
5.2.1 Delibera del dissesto
5.2.2 Procedura di risanamento
5.2.3 Procedura semplificata e anticipazione di cassa
5.2.4 Procedura straordinaria
5.3 Pre-dissesto
5.3.1 Relazioni dell’organo di revisione
5.4 Deficitarietà strutturale
6. VERIFICHE DEI REVISORI
6.1 Verifiche di cassa
6.2 Collaborazione con il consiglio dell’ente
6.3 Referto e denuncia su gravi irregolarità di gestione
6.4 Parere sulla proposta di bilancio di previsione e sulle variazioni
6.5 Verifiche sugli strumenti di programmazione
6.6 Verifica del mantenimento degli equilibri di bilancio
6.7 Relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di approvazione del rendiconto della gestione e sullo schema di rendiconto
6.8 Relazione sulla proposta di deliberazione consiliare di approvazione del bilancio consolidato
6.9 Parere sulla modalità di gestione dei servizi e sulle proposte di costituzione o di partecipazione ad organismi esterni
6.9.1 Asseverazione dei debiti e crediti nei confronti delle partecipate
6.10 Parere sulle proposte di ricorso all'indebitamento
6.11 Parere sulle proposte di utilizzo di strumenti di finanza innovativa
6.12 Parere sulle proposte di riconoscimento di debiti fuori bilancio e transazioni
6.13 Verifica sulla tempestività dei pagamenti
6.14 Parere sulle proposte di regolamento
6.15 Verifiche sul personale e la contrattazione integrativa decentrata
6.16 Vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica
6.16.1 Gestione delle entrate
6.16.2 Gestione delle spese
6.16.3 Vigilanza sull'attività contrattuale
6.16.4 Vigilanza sull'acquisizione di beni e servizi
6.16.5 Vigilanza sull'amministrazione dei beni
6.17 Certificazione Covid-19
6.18 Vigilanza sugli adempimenti fiscali
6.18.1 Soggettività Iva
6.18.2 Soggettività Irap
6.18.3 Non soggettività passiva IRES
6.18.4 Sostituto di imposta
6.18.5 Visto di conformità
6.19 Collaborazione con la Corte dei Conti
TABELLA DETERMINAZIONE DEI COMPENSI DELL’ORGANO DI REVISIONE
SCHEMI DEL BILANCIO DI PREVISIONE
TABELLA DEI PARAMETRI DI RISCONTO DELLA SITUAZIONE DI DEFICITARIETÀ STRUTTURALE VALORI SOGLIA PER FASCIA DEMOGRAFICA EX ART. 33, C. 2, D.L. N. 34/2019
Un'impresa di successo, come nasce e si sviluppa un'idea imprenditoriale.
eBook in pdf di 247 pagine.
Questo eBook, è stato scritto per fornire al lettore una riflessione sulle possibili modalità di sviluppo imprenditoriale seguendo il modello del Marketing.
Modello che favorisce il successo aziendale verso i settori di pubblico da cui maggiormente dipende la conquista del consenso.
Si tratta del settore del pubblico esterno, in particolare i clienti, di cui è importante conquistare la mente e il cuore, e del pubblico interno, cioè di tutti coloro che, nell’impresa, lavorano per rendere possibile tale successo.
Per contribuire alla descrizione di come la strategia aziendale di Marketing possa condurre a conquistare posizioni importanti sul mercato, gli Autori hanno inserito nel testo gli avvenimenti più salienti che hanno caratterizzato lo sviluppo di Arken, una Impresa di successo leader nei mercati mondiali per la progettazione e produzione di arredi modulari per negozi, accessori, vetrine, elementi di arredo e manichini.
Arredi personalizzati per il mondo del retail, delle farmacie, del contract e per grandi catene di negozi, alberghi e residenze.
Arken, con la sua storia, accompagna, quindi, il percorso del libro.
Introduzione
1. La nascita dell’impresa e la definizione del business
1.1. Impresa: intuito ed arte
1.2. L’idea imprenditoriale
1.3. Il business e le competenze
1.4. Il processo di pianificazione dell’impresa e il disegno organizzativo
1.5. La pianificazione strategica aziendale
1.6. Le decisioni strategiche
1.7. La definizione e la pianificazione del business (il business plan)
1.8. L’evoluzione del business plan
1.9. Le sezioni del business plan
1.10. Il business plan, la Mission aziendale e la matrice prodotto/mercato
1.11. La definizione degli obiettivi di business
1.12. Il business plan e l’organizzazione dell’impresa
1.13. L’organizzazione process driven
1.14. Lo sviluppo dell’azienda
1.15. Le fasi dello sviluppo
2. Il Marketing Management e il Piano di Marketing
2.1. Il Marketing Management
2.2. L’organizzazione di Marketing
2.3. Il Marketing e il piano strategico
2.4. Il Piano di Marketing
2.5. I momenti del Piano di Marketing
2.6. Lo schema del Piano di Marketing, Analisi PESTLE e SWOT
2.7. Il Marketing mix
3. I rapporti con il mercato e le ricerche
3.1. L’analisi dello scenario di marketing e di mercato
3.2. Il sistema informativo aziendale (SIA), CRM e CMS
3.3. Il mercato domestico e il mercato estero
3.4. Il ruolo delle informazioni
3.5. Le ricerche di marketing
3.6. Le ricerche di mercato e la segmentazione
3.7. Il ruolo della statistica per le ricerche di mercato
3.8. La rilevazione dei dati con l’intervista
4. Il Prodotto
4.1. La soddisfazione dei bisogni dei consumatori
4.2. L’evoluzione progettuale
4.3. L’oggetto e i bisogni
4.4. La distinzione fra prodotti
4.5. I caratteri distintivi del prodotto
4.6. I vari tipi di bisogni
4.7. La tutela dei consumatori e la qualità dell’offerta
4.8. Concorrenza e monopolio
5. Il Prezzo
5.1. Il valore del prezzo
5.2. La politica di prezzo
5.3. Il problema dei costi
5.4. I costi, il prezzo e il just in time
5.5. Il punto di pareggio
5.6. Aspetti strategici e tattici del pricing
5.7. Il rapporto fra il prezzo e la pubblicità
6. La distribuzione commerciale
6.1. Gli obiettivi e le strategie di Marketing e Commerciali
6.2. L’incontro fra la domanda e l’offerta
6.3. La rete distributiva
6.4. Il Franchising
6.5. I canali di distribuzione
6.6. I vari tipi di punti di vendita
6.7. Le vie della distribuzione
6.8. Gli intermediari e il brand management
6.9. Il servizio al cliente
6.10. Il Sales Management e la forza di vendita
6.11. L’E-Commerce e l’M-Commerce
7. La comunicazione al mercato
7.1. Le varie forme di comunicazione
7.2. La motivazione all’acquisto
7.3. Il sistema della comunicazione d’impresa
7.4. Le attività di comunicazione con il mercato
7.4.1. I segni distintivi dell’impresa
7.4.2. Il Design
7.4.3. Il Packaging
7.4.4. La Pubblicità
7.4.5. La Promozione delle vendite e il ciclo di vita del prodotto/servizio
7.4.6. Il Merchandising e la Pubblicità sul punto di vendita
7.4.7. La Pubblicità diretta e il Direct Marketing
7.4.8. Il Web Marketing
7.4.9. Il Brand Entertainment
7.4.10. Il Buzz Marketing
7.4.11. Il Guerrilla Marketing
7.4.12. Il Marketing Tribale
7.4.13. Il Marketing Virale
7.4.14. Il Product placement
7.4.15. Testimonials, Personalities promotion, Influencer
7.5. La comunicazione con l’opinione pubblica: le Pubbliche Relazioni
8. Il Marketing mix dei servizi
8.1. I prodotti e i servizi
8.2. Operare nei servizi
8.3. L’intangibilità dell’offerta
8.4. I caratteri dei fattori del Marketing mix dei servizi
8.5. Il valore aggiunto del Servizio
9. Forme specializzate di Marketing
9.1. Il Marketing Cinestesico
9.2. Il Marketing delle Emozioni
9.3. Il Marketing Fieristico
9.4. Il Marketing Internazionale
9.5. Il Neuroimaging Marketing
9.6. Il Marketing Sensoriale
9.7. Il Marketing Sociale
9.8. Il Societing Marketing
9.9. Il Marketing Territoriale
10. L’Employer Branding
10.1. Le attività di Employer Branding (marketing interno)
10.2. Il concetto di Employer Branding
10.3. Il Marketing interno
11. La gestione del cambiamento
11.1. L’impresa sistemica
11.2. Le componenti dell’impresa sistemica
11.3. L’impegno nel cambiamento
12. Le competenze manageriali
12.1. Le competenze per il vantaggio competitivo dell’impresa
12.2. Le competenze visibili e invisibili
12.3. I modelli aziendali per le competenze
12.4. La valutazione delle competenze
12.5. Il coaching e il mentoring
12.5.1. Il coach
12.5.2. Il mentor
13. La Comunicazione interna
13.1. Gli obiettivi della Comunicazione interna
13.2. Gli strumenti della Comunicazione interna
13.2.1. Strumenti cartacei, digitali e relazionali
13.2.2. Strumenti di ascolto
14. La formazione del personale
14.1. La formazione e l’employer branding
14.2. Gli obiettivi della formazione
14.3. I percorsi formativi
14.4. Tipologie di formazione
14.4.1. Il kitchen training
14.5. I luoghi della formazione
14.6. La docenza esterna e interna
14.7. La comunicazione con i partecipanti a sostegno dell’employer branding
14.8. Il piano delle attività formative
14.9. Il controllo dei risultati
14.10. I centri di formazione interni
14.11. Uno sguardo alle future generazioni
15. Il sistema premiante
15.1. Il sistema premiante e l’employer branding
15.2. Il total reward
15.3. La politica di gestione del personale
15.4. Gli strumenti per valutare la performance
15.5. Gli strumenti per valutare il potenziale
15.6. Il talent management
16. La responsabilizzazione del personale per il successo dell’impresa
16.1. La responsabilizzazione e l’employer branding
16.2. L’utilizzo di stratagemmi
16.3. Samurai, Bushido e valori aziendali
17. Conclusioni, Customer Experience e Employee Experience
18. What next per le imprese
Bibliografia
Sitografia
Disciplina civilistica e fiscale delle organizzazioni di volontariato dopo la riforma del Terzo Settore, ebook in pdf di 214 pagine.
Aggiornato con:
Questo e-book tratta una delle parti più importanti della riforma del terzo settore e dell’impresa sociale, vale a dire la nuova disciplina delle organizzazioni di volontariato.
Anche se una delle più importanti novità della riforma del terzo settore (Decreto Legislativo n° 117 del 2017 contenente il “Codice del terzo settore”) è l’estensione della possibilità di avvalersi della collaborazione di volontari a tutti gli enti del terzo settore (ETS), le organizzazioni di volontariato (OdV) restano il cardine del settore del volontariato e ricevono una serie di supporti che dovrebbero aumentare l’efficacia della loro azione.
Con la riforma del terzo settore le OdV diventano una categoria di enti del terzo settore, aventi forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta, che, oltre a beneficiare della disciplina fiscale agevolata prevista soprattutto per gli enti del terzo settore non commerciali dal Titolo X del Dlgs 117/2017, godono di una disciplina fiscale (e contabile) specifica ancora più agevolata contenuta negli artt. 84 e 86 dello stesso decreto.
A queste norme agevolative si aggiungono quelle, previste per tutti gli ETS e, pertanto, applicabili anche alle OdV, del Dlgs 111/2017 sulla riforma del cinque per mille e della Legge 166/2016 (riformata dalla Legge 205/2017) sulla cessione gratuita di beni alimentari, farmaceutici e di altro tipo a fini di solidarietà sociale agli enti senza scopo di lucro (fra cui gli ETS e, di conseguenza, le OdV).
Il nuovo regime fiscale delle OdV entrerà completamente in vigore nell’anno di imposta 2022 (dopo i rinvii che vi sono stati nel 2019 e nel 2020 per il mancato avvio del Registro unico nazionale del terzo settore – RUNTS il cui decreto attuativo è quello del 15 Settembre 2020 del Ministero del lavoro), per cui c’è un periodo transitorio per gli anni dal 2018 al 2021 in cui ad esse si applicano alcune norme fiscali della vecchia Legge – quadro sul volontariato, la Legge 266/1991 (per il resto abrogata) che esentano le attività delle OdV dall’IRES e dall’IVA ed altre norme derivanti dalla disciplina fiscale delle ONLUS – Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, qualifica tributaria che, a certe condizioni, le OdV acquisiscono “ex lege”, cioè “di diritto”.
Ricordiamo che la qualifica di ONLUS sarà sostituita, a partire dall’anno di imposta 2022 dalla qualifica di ente del terzo settore non commerciale cioè che svolge con modalità non commerciali, quindi senza scopo di lucro, definite dalla legge le attività di interesse generale previste dall’art. 5 del Dlgs 117/2017.
Dal momento che la riforma del terzo settore, incluse le OdV, entra completamente in vigore nell’anno di imposta successivo all’avvio dell’operatività del RUNTS, siccome questo non ha iniziato ad operare nel 2020, il periodo transitorio citato si estende anche al 2021, anno in cui inizia ad operare il Registro e resta in vigore anche nel 2022 fin quando, al termine del procedimento di migrazione nel RUNTS, con l’iscrizione in esso, le OdV acquisiscono la qualifica di ETS.
All’avvio del Registro nel 2021 si collega il fatto che, proprio per potersi iscrivere nel RUNTS e diventare in tal modo ETS, le organizzazioni di volontariato (assieme alle ONLUS ed alle APS) devono adeguare i loro statuti alla disciplina civilistica del Codice del terzo settore entro il 31 Maggio 2022. Infatti, il 23 Novembre 2021 si avvia il trasferimento dei dati di questi enti dai Registri del volontariato al RUNTS mentre il termine citato è ancora in corso.
In tal modo, le OdV che non avranno ancora adeguato i loro statuti saranno messe dagli Uffici del RUNTS di fronte alla scelta di adeguarli in modo facilitato, vale a dire con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (come prevede il 2° comma dell’art. 101 del Dlgs 117/2017), oppure vedersi rifiutata l’iscrizione al RUNTS e quindi tornare ad essere un normale ente non commerciale, ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 73 del TUIR.
Uno degli obbiettivi principali di questo e-book è proprio quello di descrivere con precisione sia la disciplina fiscale del periodo transitorio (quella per gli anni di imposta dal 2018 al 2021, sia la disciplina fiscale definitiva delle OdV (quella a partire dall’anno di imposta 2022) che sarà pienamente efficace con l’entrata in vigore definitiva della riforma del terzo settore grazie, essenzialmente, all’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del terzo settore in cui dovranno iscriversi anche le OdV.
Per questo motivo, la parte centrale dell’e-book è dedicata al regime fiscale delle OdV (Paragrafi da 8 a 14). che è in parte specifico delle OdV, in parte comune agli altri ETS.
Anche se la nuova disciplina fiscale delle OdV è molto importante, non possiamo non segnalare che è stato rivisto tutto il sistema di supporto al volontariato, inteso non solo come insieme delle Odv ma di tutti gli ETS che si avvalgono della collaborazione di volontari (in cui le OdV sono comunque i soggetti centrali) che ruota attorno ai Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), organismi associativi delle OdV e degli altri ETS in cui si fa volontariato, a cui sono garantite risorse certe versate dalle Fondazioni bancarie (che ne hanno in cambio un credito di imposta) che le versano nel Fondo Unico Nazionale (FUN) per il volontariato con cui i CSV, oltre a pagare i loro costi di funzionamento, devono acquistare beni di investimento utili per le attività di interesse generale svolte dalle OdV e dagli atri ETS associati che li potranno utilizzare a titolo gratuito ed organizzare servizi di informazione, formazione e supporto tecnico-logistico rivolti sempre enti associati. Anche le OdV e gli ETS non associati ai CSV potranno usufruire dei servizi di questi ultimi per il principio di universalità di accesso ai servizi di ogni CSV.
Il Fondo Unico Nazionale (FUN) è gestito dall’Organismo Nazionale di Controllo (ONC) che accredita i Centri di servizio sul Volontariato, vigila su di essi tramite suoi uffici denominati Organismi Territoriali di Controllo (OTC) e ripartisce annualmente tra loro le risorse versate nel FUN dalle Fondazioni Bancarie.
Oltre al FUN, la riforma del terzo settore istituisce il “Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore” che è rivolto alle OdV, alle associazioni di promozione sociale ed alle fondazioni del terzo settore e riordina una serie di risorse finanziarie pubbliche per il sostegno alle attività delle OdV e per l’acquisito di ambulanze ed altri beni strumentali per attività sanitarie.
Per tali motivi, la parte iniziale dell’e-book, precisamente i suoi Paragrafi da 1 a 7, è dedicata alle caratteristiche previste dalla legge che differenziano le organizzazioni di volontariato dagli altri enti del terzo settore (ETS) ed al sistema di supporto al volontariato sommariamente descritto nei tre capoversi precedenti. Allo scopo di fornire ai lettori una trattazione completa dell’argomento, nell’ultima parte dell’e-book (Paragrafi da 15 a 18) esaminiamo le caratteristiche comuni della disciplina civilistica di tutti gli ETS, vale a dire:
Inoltre, sempre per quanto non espressamente stabilito dalle norme specifiche sulle OdV, cioè dagli artt. 32 - 34 del Dlgs 117/2017, si applicano ad esse le norme sulle “associazioni del terzo settore” previste dagli artt. 20 – 31 di questo decreto, di cui costituiscono il Titolo IV. Questo perché l’art. 20 del Codice del terzo settore stabilisce che le norme citate “si applicano a tutti gli enti del terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta […]”, come, appunto, le OdV. Queste norme sono trattate nell’ultimo paragrafo, il diciannovesimo, dell’e-book.
Ricordiamo, infine, che alla disciplina delle organizzazioni di volontariato contenuta nel Codice del terzo settore (Dlgs 117/2017) sono state apportate alcune modifiche e correzioni dal Decreto Legislativo n° 105 del 2018 sulla base della previsione del comma 7° dell’art. 1° della Legge-delega n° 106 del 2016 e dal Decreto-Legge n° 119 del 2018 (Collegato fiscale alla Legge Finanziaria per il 2019). Il presente ebook è aggiornato pure al Decreto-Legge n° 34 del 2019 (Decreto “crescita”), alla Legge n° 160 del 2019 (Legge di bilancio per il 2020), al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 Luglio 2020 sul cinque per mille dell’IRPEF ed ai Decreti del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020 che dà attuazione al Registro unico nazionale del terzo settore (e la cui data di avvio è stata fissata dal Decreto Direttoriale del Ministero del lavoro n° 561 del 2021), n° 107 del 2021 che individua criteri e limiti delle attività diverse da quelle di interesse generale che possono essere esercitate dagli ETS, comprese le OdV, al Decreto del Ministero dell’Economia del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche che possono essere organizzate da questi enti per scopi di autofinanziamento ed al Decreto-Legge n° 228 del 2021 (decreto “milleproroghe” per il 2022).
1. La riforma delle organizzazioni di volontariato (OdV) da parte del Codice del terzo settore. Il regime transitorio e quello definitivo delle OdV, soprattutto dal punto di vista fiscale.
2. La definizione di volontario e di attività di volontariato
3. Le caratteristiche legali delle organizzazioni di volontariato
4. I registri regionali delle organizzazioni di volontariato, la sostituzione di essi con il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e il trasferimento delle OdV in quest’ultimo
4.1 I Registri del volontariato istituiti dalla Legge 266/1991 che resteranno operativi fino all’avvio del RUNTS
4.2 La migrazione delle OdV iscritte nei vecchi registri al RUNTS
5. Le convenzioni che possono essere stipulate tra le Pubbliche Amministrazioni e le organizzazioni di volontariato
6. I Centri di servizio per il volontariato (CSV)
7. Le altre misure per il sostegno finanziario delle organizzazioni di volontariato
8. Il nuovo regime tributario agevolato delle organizzazioni di volontariato riguardo IRES e IVA. Il regime transitorio per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.1 Il regime fiscale transitorio delle OdV ai fini IRES ed IVA per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.2 Il regime fiscale definitivo delle OdV in quanto ETS non commerciali ai fini IRES ed IVA a partire dall’anno di imposta 2022: la non commercialità delle attività di interesse generale prevista dall’art. 79 del Dlgs 117/2017
8.3 Il regime fiscale definitivo delle OdV iscritte nel RUNTS ai fini IRES ed IVA a partire dal 2022: le norme specifiche degli artt. 84 ed 86 del Dlgs 117/2017
8.4 Le agevolazioni sull’IVA e sull’IRAP per le organizzazioni di volontariato in quanto ONLUS “di diritto” e poi in quanto enti del terzo settore non commerciali
8.5 Il regime transitorio della tenuta delle scritture contabili delle OdV per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
8.6 La disciplina definitiva delle scritture contabili delle OdV che si iscrivono nel RUNTS (e quindi sono ETS), che non applicano il regime forfetario (art. 86 del Dlgs 117/2017.) Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale
9. Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali per gli ETS (fra cui le OdV)
10. L’esenzione dall’IMU per le OdV in quanto ETS non commerciali
11. Il Social Bonus per le erogazioni liberali finalizzate al recupero di immobili assegnati agli ETS non commerciali (fra cui le OdV)
12. Il fundraising: le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS, le raccolte di fondi mediante cessione di credito telefonico e le lotterie filantropiche degli ETS (fra cui le OdV)
12.1 Le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS (fra cui le OdV).
12.2 Le lotterie filantropiche degli ETS (OdV comprese).
13. Le cessioni gratuite di merce agli enti del terzo settore ed agli altri enti non ETS: la Legge n° 166 - 2016 riformata dalla Legge n° 205 -2017
14. Il cinque per mille dell’IRPEF e la sua destinazione agli ETS, comprese le OdV
15. Le attività di interesse generale e le attività diverse che possono essere esercitate dalle organizzazioni di volontariato in quanto Enti del terzo settore
15.1 Le attività di interesse generale
15.2 Le attività diverse
16. L’assenza di scopo di lucro e le altre caratteristiche legali delle organizzazioni di volontariato in quanto Enti del terzo settore
16.1 L’assenza di scopo di lucro nelle OdV in quanto ETS: il divieto di distribuire direttamente o indirettamente utili o avanzi di gestione
16.2 L’assenza di scopo di lucro nelle OdV: la devoluzione del patrimonio residuo
16.3 L’attività di raccolta fondi e la denominazione legale delle OdV
17. Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale delle organizzazioni di volontariato
17.1 Il bilancio delle OdV. I modelli dei documenti che compongono il bilancio civilistico previsti dal D.M. del 5 Marzo 2020
17.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale delle OdV
17.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dalle OdV
18. Il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e la procedura di iscrizione degli enti, OdV comprese
18.1 La disciplina legislativa del RUNTS nel Codice del terzo settore
18.2 Le norme di attuazione del RUNTS: il Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020: definizioni, concetti generali ed ambito di applicazione
18.3 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti senza personalità giuridica
18.4 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti con personalità giuridica
18.5 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): l’aggiornamento delle informazioni contenute nel RUNTS da parte degli ETS iscritti, OdV comprese, e la revisione d’ufficio del Registro
18.6 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): la cancellazione dal Registro
18.7 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): gli altri aspetti della disciplina di Registro, in particolare il primo popolamento e l’avvio del RUNTS
19. Le organizzazioni di volontariato come associazioni del terzo settore: la disciplina di queste che si applica alle OdV
19.1 Definizione, disciplina applicabile e rapporti delle associazioni del terzo settore con gli altri ETS. Lo statuto e l’atto costitutivo
19.2 Il procedimento semplificato per l’acquisto della personalità giuridica da parte delle associazioni del terzo settore
19.3 L’ammissione di nuovi associati e l’assemblea delle associazioni del terzo settore che sono OdV
19.4 Gli amministratori delle associazioni del terzo settore
19.5 Gli organi di controllo e di revisione legale dei conti
Allegati
eBook in pdf di 238 pagine sulla disciplina civilistica e fiscale degli enti del terzo settore (ETS) e avvio del RUNTS per:
Aggiornato al Decreto Direttoriale n. 561 del 26 Ottobre 2021 che fissa la data di avvio del RUNTS, al D.M. del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche, alla Legge n. 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022 ed al Decreto-Legge n. 228 del 2021 (“Decreto milleproroghe” per il 2022) .
Questo e-book è dedicato all’analisi della riforma del terzo settore e della disciplina degli “enti del terzo settore” (ETS) in generale contenute nel Decreto Legislativo n° 117 del 2017 (il “Codice del terzo settore” o “CTS”). Esso contiene anche la disciplina specifica, riportata sempre nello stesso decreto, di alcune categorie di enti del terzo settore, vale a dire delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore, degli enti filantropici e delle reti associative.
Le discipline specifiche degli altri enti del terzo settore, vale a dire delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale, delle società di mutuo soccorso, delle imprese sociali e delle cooperative sociali, sono trattate negli e-book specifici a questi dedicati dello stesso autore. Ciò vale anche per le associazioni sportive dilettantistiche (che, come vedremo nel testo, non sono una categoria specifica di ETS) a cui la riforma si può applicare ma che nella pratica non dovrebbe interessare molto a questi enti.
Per quanto non espressamente previsto dalle discipline specifiche delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale, degli enti filantropici e delle reti associative si applica la disciplina delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore contenuta nel Titolo IV del Dlgs 117/2017, trattata in questo e-book. Tale disciplina si applica in via esclusiva a quegli ETS che hanno forma giuridica di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, e di fondazione. Per quanto non disposto dal Codice del terzo settore si applicano gli artt. 14 – 42-bis del Codice Civile.
La riforma del terzo settore e dell’impresa sociale, cioè i Decreti Legislativi n° 117 (“Codice del terzo settore”), 112 (“Disciplina dell’impresa sociale”) e 111 (disciplina del cinque per mille dell’IRPEF) del 2017, è stata emanata sulla base della Legge-delega n° 106 del 2016. Ad essa sono state apportate integrazioni e correzioni dai Decreti Legislativi n° 105 del 2018 (per il Codice del terzo settore) e n° 95 pure del 2018 (per l’impresa sociale), sulla base della previsione contenuta dal 7° comma dell’art. 1°, 2° sempre della Legge-delega n° 106 del 2016.
Il presente e-book è aggiornato al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 Luglio 2020 sulla disciplina del cinque per mille dell’IRPEF che può essere destinato anche agli ETS, al Decreto del Ministero del lavoro n° 106 del 2020 che attua il Registro unico nazionale degli enti del terzo settore (RUNTS), al Decreto del Ministero del Lavoro n° 107 del 2021 che individua criteri e limiti delle attività diverse da quelle di interesse generale che possono essere esercitate dagli ETS, al Decreto del Ministero dell’Economia del 27 Luglio 2021 sulle lotterie filantropiche che possono essere organizzate da questi enti per scopi di autofinanziamento, alla Legge n° 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022) ed al Decreto-Legge n° 228 del 2021 (Decreto “milleproroghe” per il 2022).
La riforma tocca solo marginalmente la disciplina civilistica e fiscale degli enti senza scopo di lucro, vale a dire le associazioni, le fondazioni e i comitati di cui agli artt. 14 – 42-bis del Codice Civile (e di cui agli artt. 143 – 149 TUIR) che continuerà ad applicarsi agli enti di questo tipo che non assumeranno la qualifica di “enti del terzo settore” (ETS), quella delle associazioni sportive dilettantistiche (a cui continua ad applicarsi la legge n° 398 del 1991) e quella delle cooperative sociali (a cui continua ad applicarsi la legge n° 381 del 1991 e la disciplina civilistica e fiscale delle cooperative a mutualità prevalente).
La riforma del terzo settore ha il suo punto centrale nella sostituzione della qualifica tributaria di ONLUS – Organizzazione non lucrative di utilità sociale (disciplinata dal Decreto Legislativo n° 460 del 1997) con quella di ETS – Ente del terzo settore. Questa sostituzione sarà effettiva solo con l’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del terzo settore (che sostituirà i registri delle ONLUS, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale) perché solo con l’iscrizione l’ente senza scopo di lucro acquisisce la qualifica di ETS.
Un’altra importante novità della riforma del terzo settore è che tutti gli ETS possono avvalersi della collaborazione di volontari, cioè di persone che in modo spontaneo, libero e gratuito prestano la loro opera a scopi di solidarietà sociale, e non solo, come accadeva prima, le organizzazioni di volontariato (OdV) e le cooperative sociali. E’ stato pertanto rivisto tutto il sistema di supporto al volontariato, inteso non solo come insieme delle Odv ma di tutti gli ETS che si avvalgono della collaborazione di volontari (in cui le OdV sono comunque i soggetti centrali) che ruota attorno ai Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), organismi associativi delle OdV e degli altri ETS in cui si fa volontariato, a cui sono garantite risorse certe versate dalle Fondazioni bancarie (che ne hanno in cambio un credito di imposta) che le versano nel Fondo Unico Nazionale (FUN) per il volontariato con cui i CSV, oltre a pagare i loro costi di funzionamento, devono acquistare beni di investimento utili per le attività di interesse generale svolte dalle OdV e dagli atri ETS associati che li potranno utilizzare a titolo gratuito ed organizzare servizi di informazione, formazione e supporto tecnico-logistico rivolti sempre agli enti associati. Anche le OdV e gli ETS non associati ai CSV potranno usufruire dei servizi di questi ultimi per il principio di universalità di accesso ai servizi di ogni CSV.
Un’altra importante novità della riforma è la disciplina specifica da essa prevista per le associazioni, riconosciute e non, e per le fondazioni che vogliono acquisire la qualifica di ETS iscrivendosi del Registro unico nazionale del terzo settore. Per esse, denominate “associazioni e fondazioni del terzo settore”, non solo sono previsti una serie di obblighi in tema di ammissione degli associati e di caratteristiche degli organi sociali, ma anche un sistema semplificato di acquisto della personalità giuridica previsto dall’art. 22 del Dlgs 117/2017.
La riforma del terzo settore entra pienamente in vigore solo con l’avvio dell’operatività del RUNTS - Registro unico nazionale del terzo settore che, a causa dei ritardi che ne hanno impedito l’avvio previsto nel 2019 e nel 2020, è stata fissata per il 24 Novembre 2021 dal Decreto Direttoriale del Ministero del lavoro n° 561 del 26 Ottobre 2021 per le iscrizioni di nuovi enti nel registro. Prima di allora non si poteva acquisire la qualifica di ETS. Per questo motivo, i primi due commi dell’art. 104 del Codice del terzo settore prevedono che una serie di norme fiscali da esso previste si applichino in via transitoria alle ONLUS, alle organizzazioni di volontariato ed alle associazioni di promozione sociale negli anni di imposta dal 2018 al 2021, per poi applicarsi, in via definitiva, solo agli ETS (molto spesso solo a quelli non commerciali) a partire dall’anno di imposta 2022.
La premessa per l’avvio dell’operatività del Registro è stata messa il 21 Settembre 2020, giorno di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020 di attuazione delle norme del CTS sul RUNTS a cui deve seguire l’avvio vero e proprio del registro il giorno trasferimento al RUNTS dei registri preesistenti sulle organizzazioni di volontariato, sulle associazioni di promozione sociale e sulle ONLUS e l’apertura al pubblico della piattaforma informatica del Registro alle nuove iscrizioni, come prevedono gli artt. 30 e 38 del decreto citato. Detto avvio, legato alla realizzazione della sua struttura informatica (portale) e dei suoi uffici regionali, è avvenuto il 24 Novembre 2021.
A ciò non si oppone il fatto che, proprio per potersi iscrivere nel RUNTS e diventare in tal modo ETS, le ONLUS, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale devono adeguare i loro statuti alla disciplina civilistica del Codice del terzo settore entro il 31 Maggio 2022 (il termine di adeguamento ha avuto diverse proroghe). Infatti, il 23 Novembre 2021 viene avviato il trasferimento dei dati di questi enti dai Registri dell’associazionismo, del volontariato e dall’Anagrafe unica delle ONLUS al RUNTS mentre il termine citato è ancora in corso. In tal modo, gli enti che non avranno ancora adeguato i loro statuti saranno messi dagli Uffici del RUNTS di fronte alla scelta di adeguarli in modo facilitato, vale a dire con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (come prevede il 2° comma dell’art. 101 del Dlgs 117/2017), oppure vedersi rifiutata l’iscrizione al RUNTS e quindi tornare ad essere un normale ente non commerciale, ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 73 del TUIR (che abbiamo trattato nel secondo capitolo).
Quindi, dato che l’avvio del RUNTS avviene il 24 Novembre 2021 (per le nuove iscrizioni), la disciplina transitoria fiscale descritta successivamente in questo capitolo, che è stata in vigore negli anni 2018, 2018 e 2020, e la permanenza delle ONLUS, si estendono anche all’anno di imposta 2021.
La disciplina fiscale definitiva prevista per gli ETS dal Titolo X del Codice del terzo settore si applica, a partire al 1° Gennaio 2022, solo agli ETS iscritti nel RUNTS, fatta eccezione per le poche norme citate dal 10° comma dell’art. 101 del CTS che entreranno in vigore nell’anno di imposta successivo alla concessione dell’autorizzazione della Commissione Europea prevista dalla stessa norma.
Per gli enti impegnati nel procedimento di migrazione dai previgenti registri al RUNTS, cioè per le organizzazioni di volontariato e per le associazioni di promozione sociale, anche nel 2022 si applica il regime fiscale transitorio fino a quando il singolo ente non otterrà l’iscrizione al RUNTS e lo stesso vale per le ONLUS per le quali il processo di migrazione dall’Anagrafe unica al RUNTS, ad oggi (Gennaio 2022), non è ancora iniziato e che resteranno tali fino all’iscrizione in questo registro.
1. Gli Enti del terzo settore (ETS): definizione, ambito di applicazione della disciplina ed entrata in vigore
2. Le attività di interesse generale e le attività diverse che possono essere esercitate dagli Enti del terzo settore (ETS)
2.1 Attività di interesse generale
2.2 Le attività diverse
3. L’assenza di scopo di lucro e le altre caratteristiche generali e principali degli Enti del terzo settore. L’utilizzo di volontari
3.1 L’assenza di scopo di lucro negli ETS: il divieto di distribuire direttamente o indirettamente utili o avanzi di gestione
3.2 L’assenza di scopo di lucro negli ETS: la devoluzione del patrimonio residuo
3.3 L’attività di raccolta fondi, i patrimoni destinati ad uno specifico affare e la denominazione legale degli ETS
3.4 Il bilancio civilistico e il bilancio sociale degli ETS
3.4.1 Il bilancio degli ETS. I modelli dei documenti che compongono il bilancio civilistico previsti dal D.M. del 5 Marzo 2020
3.4.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale degli ETS
3.4.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli ETS
3.5 I volontari che operano per gli ETS e l’attività di volontariato
4. Il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e la procedura di iscrizione degli enti
4.1 La disciplina legislativa del RUNTS nel Codice del terzo settore
4.2 Le norme di attuazione del RUNTS: il Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020: definizioni, concetti generali ed ambito di applicazione
4.3 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti senza personalità giuridica
4.4 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti con personalità giuridica
4.5 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): l’aggiornamento delle informazioni contenute nel RUNTS da parte degli ETS iscritti e la revisione d’ufficio del Registro
4.6 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): la cancellazione dal Registro
4.7 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): gli altri aspetti della disciplina dl Registro, in particolare il primo popolamento e l’avvio del RUNTS 1
5. La disciplina fiscale degli enti del terzo settore in generale
5.1 Gli ETS a cui si applica questa disciplina: gli enti del terzo settore non commerciali e gli ETS commerciali.
5.2 Il reddito imponibile ai fini IRES degli ETS. Il regime forfettario del reddito di impresa degli enti del terzo settore non commerciali
5.3 Le agevolazioni sull’IVA e sull’IRAP per gli enti del terzo settore non commerciali
5.4 Il Social Bonus per le erogazioni liberali finalizzate ai progetti per il recupero di immobili assegnati agli ETS non commerciali
5.5 Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali per gli ETS
5.6 L’esenzione dall’IMU degli ETS non commerciali
5.7 Le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS
5.8 La tenuta delle scritture contabili degli enti del terzo settore non commerciali e degli ETS commerciali
5.9 Le cessioni gratuite di merce agli enti del terzo settore ed agli altri enti senza scopo di lucro non ETS: Legge n° 166/2016 riformata dalla Legge n° 215/ 2017
5.9.1 Riduzione TARI e obblighi relativi alla corretta conservazione dei beni ceduti
5.10 Il cinque per mille dell’IRPEF e la sua destinazione agli ETS
6. Le associazioni e le fondazioni del terzo settore
6.1 Definizione, disciplina applicabile e rapporti con gli altri enti senza scopo di lucro. Lo statuto e l’atto costitutivo
6.2 Il procedimento semplificato per l’acquisto della personalità giuridica da parte di questi enti
6.3 L’ammissione di nuovi associati e l’assemblea delle associazioni del terzo settore
6.4 Gli amministratori delle associazioni e delle fondazioni del terzo settore
6.5 Gli organi di controllo e di revisione legale dei conti. Il controllo esterno sulle fondazioni del terzo settore.
7. Gli enti filantropici
8. Le reti associative
9. La finanza sociale: i titoli di solidarietà ed il social lending per il finanziamento degli ETS
9.1 I titoli di solidarietà
9.2. Il social lending per gli ETS
10. Le altre misure per il sostegno economico e finanziario degli enti del terzo settore
11. I controlli e il coordinamento degli enti del terzo settore
12. Il Consiglio Nazionale del Terzo Settore (CNST), i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) e la Fondazione Italia Sociale
13. L’affidamento di trust, fondi speciali o beni vincolati per l’assistenza a persone disabili Legge n° 112/2016 (c.d. Legge “Dopo di noi”)
Allegati
eBook in pdf di 186 pagine sui profili civilistici e fiscali dell'Impresa sociale:
Il variegato universo del non profit si articola in molteplici enti, differenti per struttura, tipologia e status giuridico.
Nel quadro normativo vigente, l’impresa sociale è uno degli attori del Terzo settore, ma non l’esclusivo. Introdotta nell’ordinamento italiano dalla legge n. 118 del 2005 e poi disciplinata dal D.lgs. n. 155 del 2006, trova una riformulazione nei suoi tratti essenziali con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 112/2017 (che, peraltro, dispone al contempo l’abrogazione della precedente normativa di riferimento) con l’intento proprio di perseguire, a circa un decennio dall’introduzione della disciplina dell’impresa sociale, un maggiore radicamento e diffusione1 entro le articolazioni del non profit.
Il volume intende dunque fornire un quadro normativo generale e aggiornato in materia di imprese sociali, richiamando anche i principali documenti di prassi che possono essere un prezioso riferimento per il professionista (o qualsiasi altro soggetto, persona fisica o giuridica) che abbia un concreto interesse ovvero operi direttamente nel settore.
Premessa metodologica
1. Definizione e forma giuridica dell’impresa sociale
1.1 La definizione normativa di “impresa sociale”.
1.1.1 Impresa sociale in forma di S.r.l. semplificata
2. Le attività di impresa di interesse generale e le attività diverse
2.1. Le attività di impresa di interesse generale. Un quadro di sintesi
2.2 Le attività svolte “in via principale”. Il recente D.M. in materia di computo dei ricavi
2.2.1 Il D.M. in materia di attività diverse degli ETS. Sintesi e confronto
3. Assenza dello scopo di lucro
3.1. Assenza dello scopo di lucro e divieto di distribuzione degli utili
3.2 Regime fiscale dei ristorni delle società cooperative
4. Costituzione e statuto dell’impresa sociale
4.1 Indicazione nello statuto dell’oggetto dalle imprese sociali
4.2 Modalità di costituzione dell’impresa sociale
4.2.1 I documenti da depositare presso il registro delle imprese
4.2.2 Ipotesi di “migrazione” tra sezioni del RUNTS
4.3 Modalità di comunicazione tra il RUNTS e il Registro imprese e tra RUNTS e Pubbliche Amministrazioni
4.3.1 Le società di mutuo soccorso (SM) iscritte nella sezione speciale delle imprese sociali
4.3.2 Ipotesi di iscrizione di associazione ETS presso la sezione speciale del Registro Imprese dedicata alle imprese sociali
4.3.3 Cooperative sociali e iscrizione al RUNTS
4.4 Efficacia dell’adeguamento statutario delle imprese sociali non societarie con personalità giuridica
5. Governance dell’impresa sociale e sistema dei controlli
5.1 Struttura proprietaria e disciplina dei gruppi
5.1.1 Decreto milleproroghe 2022. Proroga normativa emergenziale per le assemblee societarie
5.2 Organi di controllo interno
5.3 Funzioni di monitoraggio e controllo esterno
5.4 Struttura proprietaria e disciplina dei gruppi. Orientamenti ministeriali.
5.4.1 Assetti proprietari e cariche sociali all’interno delle imprese sociali. Nota Min. Lav. n. 4096/2019.
6. I bilanci
6.1 Il bilancio d’esercizio
6.1.2 Il Bilancio d’esercizio negli ETS e nelle ONLUS
6.2 Il Bilancio Sociale
6.2.1 Caratteri del Bilancio Sociale
6.2.2 I principi di redazione del bilancio sociale
6.2.3 La struttura e il contenuto del bilancio sociale
6.2.4 Approvazione, deposito, pubblicazione e diffusione del bilancio sociale
6.3 Valutazione dell’Impatto Sociale delle attività
6.3.1 Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore. (D.M. 23 luglio 2019)
7. Operazioni straordinarie e devoluzione del patrimonio sociale
7.1 Operazioni straordinarie e devoluzione del patrimonio sociale
7.1.1 Disamina normativa
7.1.2 Disciplina delle operazioni straordinarie nelle imprese sociali
7.1.3 Il caso di Fusione tra due fondazioni, con nascita di un’impresa sociale, Min. Lavoro- Nota n. 13983 del 30.11.2018
7.1.4 Autorizzazione ministeriale nelle operazioni straordinarie
7.1.5 Peculiarità delle cooperative sociali
7.1.6 Il procedimento autorizzatorio nel caso di enti religiosi
7.1.7 Adempimenti pubblicitari nelle operazioni straordinarie
7.2 Devoluzione del patrimonio sociale
8. Il lavoro nell’impresa sociale
8.1 La disciplina in materia di lavoratori e volontari
8.1.1 Obbligo del Green pass per i volontari.
8.2 Applicabilità dell’art. 17 comma 4 D.lgs. n. 117/2017 alle cooperative sociali. I chiarimenti del Ministero.
8.3 Il coinvolgimento dei lavoratori. Novità introdotte con il D.M. 7 settembre 2021
8.3.1 Concrete modalità di informazione e consultazione
8.3.2 Forme di tutela del diritto di coinvolgimento
8.4 Cooperative sociali e lavoratori svantaggiati. Le indicazioni del Ministero
9. Il regime fiscale
9.1 Il regime fiscale delle imprese sociali. Regime di detassazione degli utili e avanzi di gestione
9.2 Detrazioni e deduzioni IRES e IRPEF 5
9.3 Agevolazioni in materia di imposte indirette e tributi locali
9.4 Trattamento IVA per le imprese sociali
9.4 Decreto Fiscale 2022 e Legge di Bilancio 2022. Nuovo regime di esenzione IVA per gli ETS.
9.5 Deduzioni e detrazioni riconosciute a fronte di erogazioni liberali
9.6 Fondo per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali
10. La disciplina del 5 per mille
10.1 L’impresa sociale come ente beneficiario del 5 per mille
10.2 Recenti note esplicative. Accantonamento delle somme erogate per emergenza Covid-19
10.3 Società di mutuo soccorso (SOMS) e riparto del 5 per mille. La recente nota ministeriale (prot. n. 19447 del 21 dicembre 2021)
10.4 Decreto “Mille proroghe”. Conferma del 5 per mille alle Onlus per il 2022
11. Applicabilità del d.lgs. n. 112/2017 alle cooperative sociali. un quadro di sintesi
11.1 Recenti interpretazioni ministeriali su tematiche generali o questioni operative relative a cooperative sociali (I.S. di diritto).
12. L’ente religioso e il ramo “impresa sociale”
12.1 Il «ramo impresa sociale» degli enti religiosi
12.2 Il contenuto del regolamento
12.3 Ramo impresa sociale: deroghe alla disciplina dell’impresa sociale
12.4. Iscrizione e pubblicità del Regolamento
13. SIAVS e imprese sociali. un binomio incompatibile
13.1 Le Start-up innovative a vocazione sociale (SIAVS). Natura giuridica e normativa di riferimento.
13.2 (Im)possibilità per le SIAVS di qualificarsi come Imprese sociali. La nota del Ministero
13.3 SIAVS come enti lucrativi. La differente previsione normativa in materia di distribuzione degli utili
13.4 Decreto Fiscale 2022. Incentivi alle start-up che assumono lavoratori con disturbi connessi all’autismo
Allegati
1. Modello Associazione / Impresa sociale
2. Modello Associazione / Impresa sociale
3. Modello S.r.l. / Impresa sociale
Più di 100 documenti, scaricabili e personalizzabili in word, per la costituzione e la gestione di:
1. Costituzione e gestione di organizzazione di volontariato
Formula 1 - Atto costitutivo di associazione di volontariato
Formula 2 - Statuto di associazione di volontariato
Formula 3 - Convocazione di assemblea ordinaria (o straordinaria)
Formula 4 - Lettera di delega per assemblea
Formula 5 - Verbale di assemblea ordinaria
Formula 6 - Verbale di assemblea ordinaria per approvazione del bilancio e rinnovo cariche sociali
Formula 7 – Foglio presenze in assemblea
Formula 8 – Verbale di assemblea straordinaria per la modifica dello statuto
Formula 9 - Verbale di assemblea straordinaria per lo scioglimento dell’associazione e la devoluzione del patrimonio
Formula 10 – Modulo adesione volontari
Formula 11 – Registro dei volontari
Formula 12 – Domanda di ammissione a socio
Formula 13 - Libro soci
Formula 14 – Regolamento dei volontari
Formula 15 – Lettera di incarico
Formula 16 – Modulo richiesta rimborso spese
Formula 17 – Relazione dell’organo di controllo all’assemblea
Formula 18 – Relazione dell’organo di controllo da includere nel bilancio sociale
Formula 19 – Convocazione del consiglio direttivo
Formula 20 – Verbale riunione del consiglio direttivo
Formula 21 – Verbale riunione del consiglio direttivo per approvazione progetto di bilancio
Formula 22 – Verbale del consiglio direttivo per la nomina del presidente e conferimento dei poteri
Formula 23 – Verbale riunione del consiglio direttivo sulle attività diverse
Formula 24 - Richiesta di contributo a fondo perduto
Formula 25 – Richiesta di accesso ai libri sociali (ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. n. 117/2017)
2. Costituzione e gestione di associazione di promozione sociale
Formula 1 - Atto costitutivo di associazione di promozione sociale
Formula 2 - Statuto di associazione di promozione sociale
Formula 3 - Convocazione di assemblea ordinaria (o straordinaria)
Formula 4 - Lettera di delega per assemblea
Formula 5 - Verbale di assemblea ordinaria
Formula 6 - Verbale di assemblea ordinaria per approvazione del bilancio e rinnovo cariche sociali
Formula 7 – Foglio presenze in assemblea
Formula 8 – Verbale di assemblea straordinaria per la modifica dello statuto
Formula 9 - Verbale di assemblea straordinaria per lo scioglimento dell’associazione e la devoluzione del patrimonio
Formula 10 – Modulo adesione volontari
Formula 11 – Registro dei volontari
Formula 12 – Domanda di ammissione a socio
Formula 13 - Libro soci
Formula 14 – Regolamento dei volontari
Formula 15 – Lettera di incarico8
Formula 16 – Modulo richiesta rimborso spese
Formula 17 – Relazione dell’organo di controllo all’assemblea
Formula 18 – Relazione dell’organo di controllo da includere nel bilancio sociale
Formula 19 – Convocazione del consiglio direttivo
Formula 20 – Verbale riunione del consiglio direttivo
Formula 21 – Verbale riunione del consiglio direttivo per approvazione progetto di bilancio
Formula 22 – Verbale del consiglio direttivo per la nomina del presidente e conferimento dei poteri
Formula 23 – Verbale riunione del consiglio direttivo sulle attività diverse
Formula 24 – Richiesta di contributo a fondo perduto
Formula 25 – Richiesta di accesso ai libri sociali (ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. n. 117/2017)
3. Associazione riconosciuta ente terzo settore
Formula 1 – Statuto di associazione riconosciuta – ETS
Formula 2 - Convocazione di assemblea ordinaria su richiesta di un decimo dei soci
Formula 3 - Lettera di delega per assemblea
Formula 4 - Verbale di assemblea ordinaria
Formula 5 - Verbale di assemblea ordinaria per approvazione del bilancio e rinnovo cariche sociali
Formula 6 – Foglio presenze in assemblea
Formula 7 – Domanda di ammissione a socio
Formula 8 - Libro soci
Formula 9 – Lettera di incarico
Formula 10 – Modulo richiesta rimborso spese
Formula 11 – Relazione dell’organo di controllo all’assemblea
Formula 12 – Relazione dell’organo di controllo da includere nel bilancio sociale
Formula 13 – Convocazione del consiglio direttivo
Formula 14 – Verbale riunione del consiglio direttivo
Formula 15 – Verbale riunione del consiglio direttivo per approvazione progetto di bilancio
Formula 16 – Verbale del consiglio direttivo per il conferimento dei poteri al Presidente
Formula 17 – Verbale riunione del consiglio direttivo sulle attività diverse
Formula 18 – Richiesta di contributo a fondo perduto
Formula 19 – Richiesta di accesso ai libri sociali (ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. n. 117/2017)
4. Costituzione e gestione di associazione non riconosciuta ets
Formula 1 - Atto costitutivo di associazione non riconosciuta ETS
Formula 2 - Statuto di associazione non riconosciuta ETS
Formula 3 - Convocazione di assemblea ordinaria (o straordinaria)
Formula 4 - Lettera di delega per assemblea
Formula 5 - Verbale di assemblea ordinaria
Formula 6 - Verbale di assemblea ordinaria per approvazione del bilancio e rinnovo cariche sociali
Formula 7 – Foglio presenze in assemblea
Formula 8 – Verbale di assemblea straordinaria per la modifica dello statuto
Formula 9 - Verbale di assemblea straordinaria per lo scioglimento dell’associazione e la devoluzione del patrimonio
Formula 10 – Domanda di ammissione a socio
Formula 11 - Libro soci
Formula 12 – Lettera di incarico
Formula 13 – Modulo richiesta rimborso spese
Formula 14 – Relazione dell’organo di controllo all’assemblea
Formula 15 – Relazione dell’organo di controllo da includere nel bilancio sociale
Formula 16 – Convocazione del consiglio direttivo
Formula 17 – Verbale riunione del consiglio direttivo
Formula 18– Verbale riunione del consiglio direttivo per approvazione progetto di bilancio
Formula 19 – Verbale del consiglio direttivo per il conferimento dei poteri al Presidente
Formula 20 – Verbale riunione del consiglio direttivo sulle attività diverse
Formula 21 – Richiesta di contributo a fondo perduto
Formula 22 – Richiesta di accesso ai libri sociali (ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. n. 117/2017)
5. Le fondazioni e gli enti religiosi
Formula 1 – Statuto di fondazione ETS
Formula 2 – Statuto di fondazione ENTE FILANTROPICO
Formula 3 – Regolamento del Ramo Ente del Terzo Settore di ente religioso civilmente riconosciuto
6. Documenti di bilancio
Formula 1 – Lo stato patrimoniale
Formula 2 – Rendiconto gestionale
Formula 3 – Relazione di missione
Formula 4 – Rendiconto di cassa
7. Privacy
Formula 1 – Nomina del Responsabile Interno del trattamento dei dati
Formula 2 – Autorizzazione al trattamento dei dati personali (nomina dell’incaricato)
Formula 3 – Nomina dell’Amministratore di Sistema – Responsabile del trattamento per la gestione dei dati e sistemi informatici
Formula 4 – Informativa sul trattamento dei dati personali dei soci (e consenso al trattamento)
Formula 5 – Informativa sul trattamento dei dati personali dei volontari (e consenso al trattamento)
Formula 6 – Informativa sul trattamento dei dati personali dei dipendenti/collaboratori (e consenso al trattamento)
Formula 7 – Privacy policy sito internet e cookie policy
8. Altri modelli utili
Formula 1 – Ricevuta per erogazioni liberali
Formula 2 – Regolamento Delegazioni / Sezioni territoriali
Formula 3 – Regolamento elettorale
Il patto di famiglia è un istituto giuridico grazie al quale un imprenditore, mentre è ancora in vita, ha la facoltà di trasferire in tutto o in parte, l’azienda o le partecipazioni azionarie di cui è titolare ad uno o più discendenti da egli stesso prescelti, in presenza di un accordo tra tutti i legittimari.
eBook in pdf di 79 pagine sul patto di famiglia:
1. Lineamenti dell’istituto
1.1 La ratio dell’istituto
1.2 La genesi della disciplina
2. La disciplina del codice civile
2.1 lineamenti e regole di circolazione di aziende e quote
2.2 I beni oggetto del trasferimento
2.3 La forma dell’atto e i soggetti coinvolti
2.4 Gli effetti del patto di famiglia
2.4.1 Effetto immediato reale: il trasferimento d’azienda
2.4.2 Effetto immediato obbligatorio: la liquidazione degli altri partecipanti
2.4.3 Effetti differiti: riunione fittizia, imputazione ex se
2.4.4 Effetti differiti: divieto di collazione e di azione di riduzione
2.4.4.1 La collazione
2.4.4.2 L’azione di riduzione
2.5 I vizi del consenso e la mancata partecipazione
2.6 Scioglimento e modifica
3. I limiti e le opportunità del patto di famiglia
3.1 Introduzione
3.2 I limiti posti dall’ordinamento: il divieto dei patti successori
3.3 La disciplina in tema di legittima
3.4 La donazione e il patto di famiglia a confronto
3.5 Le varie soluzioni a confronto per il nostro caso
3.6 La donazione con testamento
3.7 La donazione dei beni in comunione ai figli ed il testamento per il coniuge
3.8 Il patto di famiglia con liquidazione dei legittimari da parte del disponente
3.9 La donazione in comunione dei tre immobili
3.10 Un confronto tra donazione e patto di famiglia
3.11 La soluzione del trust
4. La fiscalità del patto di famiglia
4.1 Introduzione
4.2 Imposizione diretta
4.3 Profili di fiscalità indiretta del patto di famiglia: i diversi approcci
4.4 Imposizione indiretta: inquadramento
4.5 Le teorie dottrinali: la Teoria atomistica
4.6 Le teorie dottrinali: Teoria unitaria
4.7 La ricostruzione della Cassazione del 2018
4.8 Le critiche all’Ordinanza 2018
4.9 Argomenti a favore dell’approccio unitario
4.10 Inaccettabilità della tesi della Cassazione a prescindere dalla visione unitaria
4.11 La Cassazione rivede le sue posizioni: Cass. 24 dicembre 2020 n. 29.506
4.12 La tassazione in ipotesi di scioglimento o di recesso dal patto di famiglia
5. Le ultime risposte dell’Agenzia in tema di patto di famiglia
5.1 Risposta n. 450 del 30 ottobre 2019: esenzione 4 ter e diritto di recesso
5.2 Risposta n. 37 del 7 febbraio 2020: la superholding destinata ai cugini
5.3 Risposta n. 38 del 7 febbraio 2020: il passaggio della nuda proprietà con i diritti di voto
5.4 Risposta n. 155 del 28 maggio 2020: lo scioglimento della comunione attraverso la scissione asimmetrica
5.5 Risposta ad interpello n. 552 del 28 agosto 2021: esenzione e controllo dell’azienda
5.6 Risposta n. 571 del 30 agosto 2021: esenzione e franchigie
5.7 Esenzione da imposta di donazione e operazioni straordinarie
5.7.1 Introduzione
5.7.2 La trasformazione
5.7.3 La scissione
5.7.4 La fusione societaria
5.7.5 Il conferimento di azienda
5.7.6 Il conferimento di partecipazioni
6. Un esempio concreto di patto di famiglia
Guida pratica alla compilazione del quadro VO 2022. eBook in pdf di 69 pagine, una linea guida con i principali aspetti da considerare in sede di compilazione del quadro VO così da poter supportare l’addetto ai lavori nella risoluzione delle principali criticità connesse.
Nello specifico, verranno affrontate le modalità di compilazione di ciascun rigo del quadro VO evidenziando anche i principali profili normativi connessi alle opzioni o revoche che il contribuente intende esercitare.
Nella terza parte della presente pubblicazione verrà affrontata la modalità di compilazione del quadro VO allegata alla dichiarazione dei redditi per i soggetti non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale IVA.
Nella quarta parte verranno affrontate le tematiche relative al comportamento concludente in sede di compilazione del quadro VO.
Nella quinta ed ultima parte verranno affrontate le tematiche relative ai vincoli posti alle opzioni o revoche esercitate e ai profili sanzionatori applicabili in merito alla compilazione di tali quadri.
Infine, il lavoro sarà concluso da un’appendice contenente la principale normativa applicabile alla compilazione del quadro VO.
La compilazione del quadro VO all’interno della Dichiarazione IVA, o nei casi particolari previsti all’interno del Modello Unico, riserva sempre particolari difficoltà in capo a professionisti e addetti ai lavori. Infatti, secondo quanto disposto dal D.P.R. 442/1997 nel caso in cui un contribuente intenda adottare o revocare un particolare regime fiscale, tra quelli specificatamente previsti in sede di compilazione del quadro VO, dovrà comunicare una specifica opzione all’interno del quadro stesso.
Tali opzioni o revoche dovranno essere effettuate esclusivamente utilizzando il quadro VO, tenendo conto del comportamento concludente adottato dal contribuente nel corso dell’anno.
La compilazione del quadro VO, come in precedenza evidenziato, viene effettuata all’interno della Dichiarazione IVA annuale, nei casi invece in cui il contribuente sia esonerato dalla presentazione della Dichiarazione IVA la compilazione può essere effettuata allegando il modello alla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale si intende esercitare l’opzione o la revoca. Il Quadro VO, si compone di 5 differenti sezioni:
1. Introduzione
2. Quadro VO – guida alla compilazione nella dichiarazione IVA
2.1 Rigo VO1 – Rettifica detrazione per beni ammortizzabili
2.2 Rigo VO2 – Liquidazioni trimestrali
2.3 Rigo VO3 – Agricoltura
2.3.1 Il regime speciale IVA per i produttori agricoli
2.3.2 Gli agricoltori esonerati
2.3.3 Comunicazione di opzioni e di revoche per il settore agricolo nel quadro VO: rigo VO3
2.3.4 L’attività di enoturismo
2.3.5 L’attività di agriturismo
2.3.6 Le attività agricole connesse
2.4 Rigo VO4 – art.36, comma 3 – Esercizio di più attività
2.5 Rigo VO 5. Art. 36-bis – Dispensa dagli adempimenti per le operazioni esenti
2.6 Rigo VO6 – art. 74 c.1 Editoria
2.7 VO 7 – art. 74 c.6 Intrattenimenti e giochi – Applicazione del regime ordinario IVA
2.8 VO 8 - Acquisti intracomunitari
2.9 VO 8 – Cessione dei beni usati
2.10 Rigo VO10 – Vendite a distanza intracomunitarie
2.11 Rigo VO12 - Contribuenti con contabilità presso terzi – Art. 1, comma 3, d.P.R. n. 100 del 1998
2.12 Rigo VO13 – Applicazione dell’IVA alle cessioni di oro da investimento – Art. 10, n. 11
2.13 Applicazione del regime ordinario IVA per spettacoli viaggianti e contribuenti minori
2.14 Regime IVA per cassa
2.15 Prestazioni di servizi elettronici
2.16 Regime di contabilità ordinaria per le imprese minori
2.17 Regime di contabilità ordinaria per gli esercenti arti e professioni
2.18 Rigo VO22 – Determinazione del reddito nei modi ordinari per le altre attività agricole – Art. 56 bis, comma 5, del TUIR
2.19 Rigo VO23 – Determinazione del reddito agrario per le società agricole
2.20 Rigo VO24 – Determinazione del reddito per le società costituite da imprenditori agricoli - Art. 1, comma 1094, legge 27 dicembre 2006, n. 296
2.21 Rigo VO25 – Determinazione del reddito nei modi ordinari per le attività di produzione di energia da fonti rinnovabili – Art. 1, comma 423, legge 23 dicembre 2005, n. 266
2.22 Rigo VO26 – Tenuta dei registri IVA senza separata indicazione degli incassi e dei pagamenti per le imprese minori (art. 18, comma 5, D.P.R. n. 600/1973)
2.23 Rigo VO30 – Applicazione disposizioni Legge 398/1991
2.24 Righi VO32 - Agriturismo – Art. 5, legge n. 413 del 1991; VO35 - Attività enoturistica – Art. 1, commi da 502 a 505, legge n. 205 del 2017; VO36 - Attività oleoturistica – Art. 1, commi 513 e 514, legge n. 160 del 2019
2.25 Regime forfettario per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti e professioni
2.26 Regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità
2.27 Applicazione imposta sugli intrattenimenti nei modi ordinari
2.28 Determinazione della base imponibile IRAP da parte dei soggetti pubblici che esercitano anche attività commerciale
3. La compilazione del quadro VO nel modello Unico
4. Il comportamento concludente nella compilazione del quadro VO e le sanzioni eventualmente applicabili
4.1 Il regime applicato si definisce con il comportamento concludente
5. Quadro VO, vincolo dell’opzione
5.1 Opzione agli effetti dell’IVA
5.2 Opzioni agli effetti dei redditi
5.3 Opzioni agli effetti sia dell’IVA che dei redditi
Appendice
Istruzioni quadro VO in Dichiarazione Iva 2022 – anno 2021
Decreto del Presidente della Repubblica del 10/11/1997 n. 442
Risoluzione Agenzia Entrate n. 106 del 04.07.2001
Risoluzione Agenzia Entrate n. 106 del 04.07.2001
Risposta 378/2021 - Agenzia delle Entrate
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