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Quadro evolutivo della moneta elettronica, delle valute digitali e delle cripto attività.
eBook in pdf di 88 pagine
Il quadro evolutivo della moneta elettronica, delle valute digitali e delle cripto attività non ha la presunzione di fornire una informativa completa delle regole e dei processi che sono alla base della “rappresentazione digitale di valore o di diritti” e che aleggiano nel cuore dell’evoluzione, ma ha la pretesa di districarsi in fenomeni complessi, dal linguaggio tecnico che sintetizzano una “rivoluzione in atto” i cui contenuti legali-economico–patrimoniali-finanziari impattano sia sul mondo reale (o meglio semi-reale) in cui viviamo tutti i giorni, sia sul mondo completamente virtuale, quando i due mondi interloquiscono o meglio, quando siamo noi a interloquire attraverso i due mondi e, soprattutto, quando decidiamo di operare nella “dimensione virtuale” per cogliere le affascianti ma insidiose nuove opportunità.
Il presente Fascicolo n. 11 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio"
1. Premessa
2. La sintesi
3. La genesi
3.1 Premessa
3.2 Il principio della scarsità
3.3 Il principio della validazione dei blocchi
3.4 I principi della moneta
3.4.1 La valuta virtuale come mezzo di scambio
3.4.2 La valuta virtuale come unità di conto
3.4.3 La valuta virtuale come riserva di valore
3.4.4 Conclusioni
4. L’analisi
4.1 Le caratteristiche della moneta elettronica
4.2 Le valute virtuali: caratteristiche
4.2.1 Le peculiarita delle valute virtuali
4.2.2 I modelli delle valute virtuali quale moneta virtuale
4.2.3 Gli “attori” e i fruitori del sistema bitcoin
4.2.4 Gli “attori” e i fruitori del bitcoin
4.2.5 Le caratteristiche funzionali delle valute virtuali
4.3 L’esecuzione delle transazioni con la blockchain
4.3.1 Premessa
4.3.2 I coin e le ico “inizial coin offering”
4.4 La rappresentazione delle cripto-attività
4.4.1 La forma delle monete virtuali - i token
4.4.2 La graduazione squisitamente economica dei token
4.5 I token e la loro fungibilità
4.5.1 I token non fungibili -gli nft “non fungible token”
4.5.2 Gli NFT nel loro ambiente: il metaverso
4.6 Le cripto-attività
4.7 Considerazioni
5. I rischi
5.1 Premessa
5.2 Le comunicazioni di Banca d’Italia
6. La tecnologia
6.1. DLT /blockchain
6.2. La tecnologia blockchain
6.3. Tipologie di DLT
6.4. DLT - sintesi
6.5. Gli obiettivi delle tecnologie DLT/Blockchain
6.6. Le caratteristiche della DLT/Blockchain
6.7 Le transazioni su DLT
7. Il mercato
8. Gli operatori
8.1 La funzione degli exchange /operatori in valute virtuali
8.2 Gli exchange domestici: gli operatori di valute virtuali (O.V.V)
8.3 L’ iscrizione nella sezione speciale del registro
8.4 Il registrio degli operatori professionali tenuto dall’OAM
8.5 L’avviamento del nuova sezione del registro
8.6 I compiti dell’OAM connessi all’iscrizione
8.7 Chi deve iscriversi nella sezione speciale del registro dei cambiavalute
8.8 Obblighi specifici dei prestatori di servizi
8.9 Le comunicazioni all’OAM degli operatori relative ai propri clienti
9. La vigilanza
9.1 La vigilanza della Banca d’Italia
9.2 La vigilanza dell’OAM
9.3 La vigilanza della CONSOB
9.4 Il controllo della guardia di finanza e delle forze di polizia
10. Le norme vigenti
10.1. Le norme connesse: la gestione dei dati
10.2: La normativa antiriciclaggio e il finanziamento al terrorismo
10.2.1. Premessa
10.2.2. Natura del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo
10.2.3 La direttiva antiriciclaggio
10.2.4. Il decreto antiriciclaggio
10.2.5. Le comunicazioni UIF concernenti le Valute Virtuali
10.2.6 Le linee guida concernenti l’applicazione FATF-GAFI.ORG
10.2.7 Presidi e procedure aziendali
10.2.8 Sanzioni
10.3. Le norme attuali: le norme tributarie
10.3.1. Premessa
10.3.2. La genesi fiscale
10.3.3. Le norme fiscali applicate
10.4 Le norme attuali connesse – la validazione temporale
10.5 Norme contabili
11. Norme a venire: le regolamentazioni europee
11.1. La strategia in materia di finanza digitale
11.2. La proposta europea – MiCAR - delle criptoattività
11.2.1 Premessa
11.2.2. Contenuto della proposta
11.2.3 La prossima moneta elettronica – gli EMT
11.3 Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativo ad un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito
11.3.1 Premessa
11.3.2 Base giuridica
11.4. L’euro digitale
11.4.1 La premessa
11.4.2 L’obiettivo
11.4.3 Il connubio
11.4.4 L’impiego
11.4.5 Il paragone
11.4.6. I tempi di implementazione
11.4.7 Alcuni aspetti significativi collaterali
12. Considerazioni finali
13. Le definizioni
ALTRE DEFINIZIONI SINTETICHE
Gli aspetti civilistici e fiscali degli Influencer; eBook in pdf di 131 pagine
Il presente e-book nasce dall’idea di Davide, Maria Lucia e Carlo di realizzare una guida che sia di supporto principalmente ad Avvocati e Dottori commercialisti, ma anche VIP agent, i quali si trovino quotidianamente a dover assistere influencer e celebrities nella pianificazione delle loro attività.
Nel corso, infatti, della loro attività professionale è capitato più volte di dover assistere influencer, modelle e celebrities nella loro pianificazione fiscale nazionale ed internazionale. Ed è proprio sul lavoro, nel momento in cui gli autori si sono dovuti “sporcare le mani” che è nata l’idea di scrivere un e-book ove affrontare, ancorché preliminarmente, le maggiori tematiche fiscali che coinvolgono il mondo delle celebrities.
Hanno deciso di partire dagli influencer.
La “sfida influencer” è sembrata la più stimolante non fosse altro perché al momento della pubblicazione dell'ebook, non pare esistano sul mercato contributi significativi, i quali affrontino lato domestico ed internazionale le maggiori tematiche fiscali che un influencer si trova a dover affrontare nello svolgimento della propria professione.
All’interno del presente e-book, anche al fine di rendere più scorrevole e piacevole la lettura e contestuale comprensione,sono stati realizzati schemi grafici, i quali dovrebbero aiutare tutti coloro i quali si approcceranno alla materia per la prima volta ovvero non “maneggino con cura” la materia tributaria.
Un ringraziamento alla nostra collaboratrice Alessandra Ruocco la quale, con professionalità, pazienza e dedizione ha supportato gli autori nella realizzazione di tutti i grafici del presente e-book i quali costituiscono parte fondamentale della nostra idea di fare divulgazione scientifica.
Sintesi
1. Gli influencer: una categoria poco “catalogabile”
2. La collaborazione tra influencer e brand
2.1 Il diritto di immagine e il diritto di sfruttamento dell’immagine
2.2 Le modalità di collaborazione
2.3 I contratti di sponsorizzazione e di endorsement
2.4 Il contratto di “affiliate marketing"
3. Le imposte degli influencer
3.1 Cessione del diritto di sfruttamento dell’immagine
3.1.1 Profili reddituali. Cenni introduttivi
3.1.2 Compensi dell’influencer: redditi da lavoro dipendente
3.1.3 Compensi dell’influencer: redditi da lavoro autonomo
3.1.4 Posizioni dell’Amministrazione finanziaria
3.1.5 Compensi dell’influencer: redditi diversi
3.1.6 Ritenute applicate
3.1.7 Profili IVA. Cenni introduttivi
3.1.8 Presupposto soggettivo IVA
3.1.9 Presupposto oggettivo IVA
3.1.10 Presupposto territoriale IVA
3.1.11 Posizione dell’Amministrazione finanziaria
3.2 I Banner pubblicitari
3.2.1 Profili reddituali
3.2.2 Ritenute applicate
3.2.3 Profili IVA
4. Fuori dai confini domestici
4.1 Premessa
4.2 Influencer non residenti
4.3 Influencer residenti
4.4 Regimi fiscali attrattivi e influencer
5. Tax Planning
5.1 L’utilizzo delle “STAR COMPANY”
5.1.1 Star company localizzata in Italia
5.1.2 Star company localizzata all’estero
5.2 Influencer agency
6. Conclusioni
7. Appendice
7.1 La Prassi amministrativa in materia di cessione dello sfruttamento dell’immagine
7.1.1 Risoluzione n. 255/E del 2 ottobre 2009
7.1.2 Risposta ad Interpello n. 139 del 3 marzo 2021
7.1.3 Risposta ad interpello n. 700 dell’11 ottobre 2021
7.2 La Prassi amministrativa in materia di banner pubblicitari
7.2.1 Risoluzione n. 209/E del 18 novembre 2003
Bibliografia
Dottrina
Prassi amministrativa
Giurisprudenza
Il credito d'imposta per l'acquisto e il consumo di energia elettrica e gas naturale, dal Sostegni Ter alla Legge di Bilancio 2023, il punto dopo un anno di modifiche;
eBook in pdf di 64 pagine.
Aggiornato con i provvedimenti Agenzia Entrate del 26/01/2023 e del 16/02/2023 e con la Risoluzione n. 8 del 14/02/2023
L’incremento improvviso e sproporzionato dei prezzi delle materie prime energetiche, dovuto alle tensioni internazionali e a fenomeni di speculazione, ha indotto il Governo Italiano ad adottare delle misure che mitigassero gli effetti di tali aumenti sulle attività economiche; fra queste misure una in particolare consiste nel riconoscere un credito di imposta sui costi energetici di una platea di imprese che, nel corso del 2022, si è allargata fino a ricomprenderle sostanzialmente tutte.
L’intervento agevolativo è definito nei vari decreti che lo hanno prima istituito e poi esteso, come un “contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica e di gas naturale”. I provvedimenti normativi in questione, seppur con rimandi ad altre norme precedenti, sono sostanzialmente otto:
Il credito di imposta ha riguardato dapprima il gas per le aziende “gasivore” e l’energia elettrica per quelle “energivore” per il primo trimestre 2022, e poi è stato esteso nel tempo (comprendendo secondo trimestre, terzo trimestre, ottobre, novembre e dicembre 2022, primo trimestre 2023), e nella platea dei beneficiari (includendo anche le aziende non gasivore e non energivore), aumentando progressivamente anche la percentuale del ristoro.
Le norme operano dunque una decisa distinzione fra le aziende a forte consumo della materia prima energetica e quelle che ne fanno un consumo quantitativamente ordinario; la distinzione è rilevante soprattutto per il credito di imposta relativo all’energia elettrica perché le aliquote di ristoro a favore delle aziende energivore sono nettamente maggiori, mentre l’agevolazione sul gas è sostanzialmente identica fra aziende gasivore e non gasivore, se si fa eccezione per il primo trimestre 2022 in cui era riconosciuta solo alle prime.
Per il resto la fruizione del contributo richiede la verifica di requisiti soggettivi (legati sostanzialmente al settore di appartenenza, alla presenza in alcuni elenchi predisposti dalle autorità energetiche, e alla dotazione potenziale di energia disponibile) e di requisiti oggettivi (che richiedono l’incremento di costo unitario della materia prima pari o superiore al 30%).
Il credito di imposta può essere utilizzato in compensazione in F24 oppure ceduto ad altri soggetti, previa apposizione del visto di conformità rilasciato dai soggetti autorizzati dalla Legge.
Nell'eBook si cercherà di esporre il funzionamento complessivo delle misure agevolative, separando quelle relative all’energia elettrica da quelle che riguardano il gas naturale, tenendo conto anche dei chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate.
Dello stesso autore per il calcolo del credito d'imposta consigliamo il tool in excel "Credito imposta energia e gas - Legge Bilancio (Excel)"
1. Introduzione
2. Credito di imposta sui consumi di energia elettrica
2.1 Cronologia delle misure del credito di imposta per le aziende energivore
2.2 Cronologia delle misure del credito di imposta per le aziende non energivore
2.3 Requisiti soggettivi per la fruizione del credito di imposta sul consumo di energia elettrica
2.4 Definizione di azienda “energivora”
2.5 VAL e iVAL
2.6 Requisiti oggettivi per la fruizione del credito di imposta sul consumo di energia elettrica
2.7 Determinazione del costo medio del KWh (aziende energivore e non, che non producono energia per l’autoconsumo)
2.8 Determinazione del costo medio del KWh (aziende energivore che producono energia per l’autoconsumo)
2.9 Calcolo del credito di imposta
2.10 Utilizzo del credito d’imposta
2.11 Codici tributo
2.12 Cessione del credito di imposta
3. Credito di imposta sui consumi di gas naturale
3.1 Cronologia delle misure del credito di imposta per le aziende gasivore
3.2 Cronologia delle misure del credito di imposta per le aziende non gasivore
3.3 Requisiti soggettivi per la fruizione del credito di imposta sul consumo di gas naturale
3.4 Requisiti oggettivi per la fruizione del credito di imposta sul consumo di gas naturale
3.5 Calcolo del credito di imposta
3.6 Utilizzo del credito di imposta
3.7 Codici tributo
3.8 Cessione del credito di imposta
Appendice 1 - Settori di cui all’allegato 3 delle Linee Guida CE ai sensi del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 dicembre 2017
Appendice 2 - Settori di cui all’allegato 5 delle Linee Guida CE ai sensi del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 dicembre 2017
Appendice 3 – Istruzioni per la compilazione del modello per la comunicazione della cessione dei crediti d’imposta
Appendice 4 – Modello per la comunicazione della cessione dei crediti d’imposta
Fonti normative
Disciplina civilistica e fiscale delle nuove associazioni di promozione sociale dopo la Riforma del Terzo settore, eBook in pdf di 215 pagine - Edizione 2023.
Aggiornato al Decreto-Legge n° 73 del 2022 (“decreto semplificazioni fiscali”) che modifica alcune norme fiscali degli ETS comprese le APS ed alla Legge n° 197 del 2022 (Legge di bilancio per il 2023) che aumenta i limiti di ricavi per l’utilizzo della contabilità semplificata
Questo e-book tratta una delle parti più importanti della riforma del terzo settore, vale a dire la nuova disciplina delle associazioni di promozione sociale (APS).
Con la riforma del terzo settore (Decreto Legislativo n° 117 del 2017 contenente il “Codice del terzo settore”) le associazioni di promozione sociale smettono di essere delle “sorelle minori” delle organizzazioni di volontariato (OdV) e delle ONLUS in genere (qualifica che non potevano quasi mai assumere), più vicine agli enti non commerciali normali disciplinati dagli artt. 143 – 149 del TUIR che non a queste tipologie particolari di organizzazioni senza scopo di lucro. Infatti, le APS, da un punto di vista civilistico (disciplina dell’associazione) ed amministrativistico (registrazione dell’ente e rapporti con le P.A.), sono avvicinate alle organizzazioni di volontariato e da un punto di vista tributario diventano enti del terzo settore con commerciali (la qualifica tributaria introdotta dalla riforma che sostituisce quella di ONLUS) come le OdV, con una disciplina molto simile se non proprio quasi identica a quella di queste ultime.
Il nuovo regime fiscale delle APS entrerà completamente in vigore nell’anno di imposta 2022 (dopo i rinvii che vi sono stati nel 2019 e nel 2020 per il mancato avvio del Registro unico nazionale del terzo settore – RUNTS il cui decreto attuativo è quello del 15 Settembre 2020 del Ministero del lavoro), per cui c’è un periodo transitorio per gli anni dal 2018 al 2021 in cui ad esse si applicheranno alcune norme fiscali della vecchia Legge n° 383 del 2000 che disciplinava le APS e la disciplina degli enti non commerciali prevista dal TUIR per l’IRES (artt. 143 – 149) e dal DPR 633/1972 per l’IVA.
Dal momento che la riforma del terzo settore, incluse le APS, entra completamente in vigore nell’anno di imposta successivo all’avvio dell’operatività del RUNTS, siccome questo non ha iniziato ad operare nel 2020, il periodo transitorio citato si è esteso anche al 2021. Dal momento che l’avvio dell’operatività del RUNTS è stata fissata al 24 Dicembre 2021, la riforma, anche per le APS, entra in vigore, per gli enti iscritti al RUNTS, il 1° Gennaio 2022. La disciplina transitoria si applica però, nel 2022, alle APS impegnate nel procedimento di migrazione dai registri dell’associazionismo al RUNTS.
All’avvio del Registro nel 2021 si collega il fatto che, proprio per potersi iscrivere nel RUNTS e diventare in tal modo ETS, le associazioni di promozione sociale (assieme alle ONLUS ed alle OdV) devono adeguare i loro statuti alla disciplina civilistica del Codice del terzo settore entro il 31 Dicembre 2022. Infatti, il 23 Novembre 2021 si avvia il trasferimento dei dati di questi enti dai Registri dell’associazionismo al RUNTS mentre il termine citato è ancora in corso. In tal modo, le APS che non avranno ancora adeguato i loro statuti saranno messe dagli Uffici del RUNTS di fronte alla scelta di adeguarli in modo facilitato, vale a dire con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria (come prevede il 2° comma dell’art. 101 del Dlgs 117/2017), oppure vedersi rifiutata l’iscrizione al RUNTS e quindi tornare ad essere un normale ente non commerciale, ai sensi della lettera c) del 1° comma dell’art. 73 del TUIR.
Uno degli obbiettivi principali di questo e-book è proprio quello di descrivere con precisione sia la disciplina fiscale del periodo transitorio (quella per gli anni di imposta dal 2018 al 2021), sia la disciplina fiscale definitiva (quella a partire dall’anno di imposta 2022) delle APS che sarà pienamente efficace con l’entrata in vigore definitiva della riforma del terzo settore grazie, essenzialmente, all’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del terzo settore in cui dovranno iscriversi anche le APS. Per questo motivo, l’e-book è dedicato in gran parte al regime fiscale delle APS. Per questo motivo, la parte centrale dell’e-book è dedicata al regime fiscale delle APS (Paragrafi da 6 a 12) che è in parte specifico delle OdV, in parte comune agli altri ETS.
La parte iniziale dell’e-book, precisamente i suoi Paragrafi da 1 a 5, è dedicata alle caratteristiche previste dalla legge che differenziano le associazioni di promozione sociale dagli altri enti del terzo settore (ETS) ed al sistema di supporto all’associazionismo.
Allo scopo di fornire ai lettori una trattazione completa dell’argomento, nell’ultima parte dell’e-book (Paragrafi da 13 a 16) esaminiamo le caratteristiche comuni della disciplina civilistica di tutti gli ETS, vale a dire:
Inoltre, sempre per quanto non espressamente stabilito dalle norme specifiche sulle APS, cioè dagli artt. 35 e 36 del Dlgs 117/2017, si applicano ad esse le norme sulle “associazioni del terzo settore” previste dagli artt. 20 – 31 di questo decreto, di cui costituiscono il Titolo IV. Questo perché l’art. 20 del Codice del terzo settore stabilisce che le norme citate “si applicano a tutti gli enti del terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta […]”, come, appunto, le APS.
Queste norme sono trattate nell’ultimo paragrafo, il diciannovesimo, dell’e-book.
1. La riforma delle associazioni di promozione sociale da parte del Codice del terzo settore e la sua entrata in vigore. Il regime transitorio e quello definitivo delle APS, soprattutto dal punto di vista fiscale
2. Le caratteristiche legali delle associazioni di promozione sociale
3. Le convenzioni che possono essere stipulate tra le Pubbliche Amministrazioni e le associazioni di promozione sociale
4. I Registri dell’Associazionismo istituiti dalla Legge 383/2000 che resteranno operativi fino all’avvio del Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e il trasferimento delle APS in quest’ultimo
4.1 I Registri dell’associazionismo istituiti dalla Legge 383/2000 che resteranno operativi fino all’avvio del RUNTS
4.2. La migrazione delle APS iscritte nei vecchi registri al RUNTS
5. Le misure per il sostegno finanziario delle associazioni di promozione sociale
6. Il nuovo regime tributario agevolato delle associazioni di promozione sociale (APS) riguardo all’imposta sul reddito (IRES) e all’Imposta sul valore aggiunto (IVA). Il regime transitorio per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
6.1. Il regime fiscale transitorio delle APS ai fini IRES per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
6.2. Il regime fiscale transitorio delle APS ai fini IVA per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
6.3. Il regime fiscale definitivo delle APS in quanto ETS non commerciali ai fini IRES ed IVA a partire dall’anno di imposta 2022: la non commercialità delle attività di interesse generale prevista dall’art. 79 del Dlgs 117/2017
6.4. Il regime fiscale definitivo delle APS ai fini IRES ed IVA a partire dall’anno di imposta 2022: le norme specifiche degli artt. 85 ed 86 del Dlgs 117/2017
6.5 Le agevolazioni sull’IVA e sull’IRAP per le associazioni di promozione sociale in quanto enti del terzo settore non commerciali (dal 2022 in poi)
6.6 Il regime transitorio della tenuta delle scritture contabili delle APS per gli anni di imposta dal 2018 al 2022
6.7. La disciplina definitiva (a partire dal 2022) della tenuta delle scritture contabili delle APS che si iscrivono nel RUNTS e che non applicano il regime forfetario previsto dall’art. 86 del Dlgs 117/2017. Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale di questi enti
7. Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali per gli ETS (APS comprese)
8. L’esenzione dall’IMU per le APS in quanto ETS non commerciali
9. Il Social Bonus per le erogazioni liberali finalizzate ai progetti per il recupero di immobili assegnati agli ETS non commerciali (fra cui le APS)
10. Il fundraising: le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS, le raccolte di fondi mediante cessione di credito telefonico e le lotterie filantropiche degli ETS (fra cui le APS)
10.1 Le agevolazioni fiscali per i soggetti che effettuano erogazioni liberali agli ETS (fra cui le APS).
10.2 Le lotterie filantropiche degli ETS (APS comprese).
11. Le cessioni gratuite di merce agli enti del terzo settore, sia non commerciali che commerciali (APS comprese), ed agli altri enti senza scopo di lucro che non sono ETS: la Legge n° 166 del 2016 riformata dalla Legge n° 205 del 2017 4
12. Il cinque per mille dell’IRPEF e la sua destinazione agli ETS, comprese le APS
13. Le attività di interesse generale e le attività diverse che possono essere esercitate dalle associazioni di promozione sociale in quanto Enti del terzo settore
13.1 Le attività di interesse generale
13.2 Le attività diverse
14. L’assenza di scopo di lucro e le altre caratteristiche legali delle associazioni di promozione sociale in quanto Enti del terzo settore
14.1 L’assenza di scopo di lucro nelle APS in quanto ETS: il divieto di distribuire direttamente o indirettamente utili o avanzi di gestione
14.2 L’assenza di scopo di lucro nelle APS: la devoluzione del patrimonio residuo
14.3 L’attività di raccolta fondi e la denominazione legale delle APS
15. Il bilancio civilistico ed il bilancio sociale delle associazioni di promozione sociale
15.1 Il bilancio delle APS. I modelli dei documenti che compongono il bilancio civilistico previsti dal D.M. del 5 Marzo 2020
15.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale delle APS
15.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dalle APS
16. Il Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e la procedura di iscrizione degli enti, APS comprese
16.1 La disciplina legislativa del RUNTS nel Codice del terzo settore
16.2 Le norme di attuazione del RUNTS: il Decreto del Ministero del lavoro del 15 Settembre 2020: definizioni, concetti generali ed ambito di applicazione
16.3 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti senza personalità giuridica
16.4 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): il procedimento di iscrizione al RUNTS, in particolare quello per gli enti con personalità giuridica. 2
16.5 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): l’aggiornamento delle informazioni contenute nel RUNTS da parte degli ETS iscritti, APS comprese, e la revisione d’ufficio del Registro
16.6 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): la cancellazione dal Registro
16.7 Le norme di attuazione del RUNTS (DM 15/09/2020): gli altri aspetti della disciplina dl Registro, in particolare il primo popolamento e l’avvio del RUNTS
17. Le associazioni di promozione sociale come associazioni del terzo settore: la disciplina di queste che si applica alle APS
17.1 Definizione, disciplina applicabile e rapporti delle associazioni del terzo settore con gli altri ETS. Lo statuto e l’atto costitutivo
17.2 Il procedimento semplificato per l’acquisto della personalità giuridica da parte delle associazioni del terzo settore
17.3 L’ammissione di nuovi associati e l’assemblea delle associazioni del terzo settore che sono APS
17.4 Gli amministratori delle associazioni del terzo settore
17.5 Gli organi di controllo e di revisione legale dei conti
Allegati
Raccolta di tre volumi in pdf della collana "Percorso Startup":
Premessa a cura di Giovanni Marra
1. La struttura di un accordo parasociale
1.1 Le regole a tutela dell’assetto proprietario: lock-up, prelazione, prima offerta
1.2 La Co-vendita da Trascinamento (drag-along) o da Seguito (tag-along)
1.3 Alcuni spunti sullo schema delle clausole di co-vendita
2. Le clausole che regolarizzano il governo societario a cura di Giovanni Marra
2.1 Gli accordi sulla gestione
2.2. Gli accordi sulle decisioni assembleari
2.3 Le ipotesi di leavership
3. Violazione degli accordi parasociali a cura di Michela Moretti
3.1 Cosa accade se gli accordi previsti nei patti non vengono rispettati?
3.2 Gli strumenti giudiziali di tutela
3.3 Gli strumenti negoziali di tutela
4. L’accordo di investimento a cura di Giovanni Marra
4.1 L’accordo in generale
4.2 La due diligence
4.3 Perché si svolge la due diligence?
4.4. Rapporto tra due diligence e gli accordi che la precedono
4.5 la Due Diligence nella prassi
4.6 Le garanzie
4.7 Clausole di interesse per l’investitore
5. L’esperienza diretta: management, investimento e imprenditoria in Startup a cura di Elisa Serafini
5.1 Le metriche e il rapporto con gli investitori
5.2 La relazione con gli investitori nelle startup early-stage
5.3 La relazione con gli investitori nelle scaleup
5.4 Gli OKR una metodologia interna efficace per gli investimenti
5.4.1 Come strutturare gli OKR?
5.5 Presentarsi agli investitori: elevator pitch e deck
5.5.1 Il bisogno del mercato
5.5.2 Il valore aggiunto del servizio o prodotto
5.5.3 Il modello di business
5.5.4 Il mercato potenziale
5.5.5 I competitor e le possibilità di exit
5.5.6 Il team
5.5.7 Le modalità di presentazione e le startup application
5.6 Le crisi: se qualcosa va storto, come comunicare agli investitori?
6. IPO: la via alternativa per la crescita della scale up. Case: Redelfi S.p.A. a cura di Anna Lambiase e Floriana Vitale
6.1 Premessa
6.2 Euronext Growth Milan: il Mercato dedicato allo Sviluppo delle PMI
6.3 La Quotazione su EGM come Volano di Crescita
6.4 Da Startup a Piazza Affari: il Segmento Professionale di EGM
6.5 Case Study: REDELFI
1. La selezione del team
1.1 Da semplice team ad azienda strutturata
1.2 La struttura organizzativa
1.3 Le skills appropriate
1.4 Il sizing opportunamente bilanciato
1.5 Il modello operativo coerente con la mission
1.6 I processi / procedure chiaramente definiti
2. I piani di incentivazione
2.1 Assegnazione di stock option
2.2 Gli strumenti finanziari partecipativi
2.3 Esempi di clausole contenute nei regolamenti dei piani di incentivazione
3. La creazione di un team e le forme di collaborazione
3.1 Le deroghe al diritto del lavoro
3.1.1 Le assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato
3.1.2 Le assunzioni a tempo determinato
3.1.3 La composizione della retribuzione
4. L’assegnazione di strumenti finanziari a prestatori di opere e servizi: il c.d. Work for Equity
5. L’importanza dei contratti nella tua start-up
5.1 Premessa
5.2 Ma cosa è un contratto?
5.2.1 Elementi accessori del contratto
5.2.2 Il recesso secondo il Codice civile
5.2.3 La risoluzione del contratto
5.2.4 L’importanza delle clausole penali per la predeterminazione del danno
5.2.5 Cos’è la manleva
5.3 Diritto di esclusiva
5.4 Patto di non concorrenza
5.5 Accordo di distribuzione
5.6 Accordo di riservatezza
6. La fiscalità d’impresa
6.1 Introduzione
6.2 La strategia fiscale nelle start-up
6.3 L’esonero da diritti camerali e di bollo
6.4 La proroga dello status di start-up innovativa
6.5 Il credito d’imposta ricerca e sviluppo
6.6 Ricerca e sviluppo
6.7 Innovazione tecnologica
6.8 Innovazione Digitale 4.0
6.9 Obblighi documentali
6.10 I contratti extra-muros
6.11 Incentivi all’investimento nel capitale di start-up innovative
6.12 La proroga del termine per la copertura delle perdite
6.13 Work for equity: il regime dell'Iva
6.14 La fattura
6.15 Maggiore facilità nella compensazione iva
6.16 Fail fast
6.17 Deroga alla disciplina sulle società di comodo
Presentazione
1. La valutazione e realizzazione di un business plan
1.1 Premessa
1.2 Che cos’è un business plan?
1.3 Teoria tecnica del modello
1.3.1 Suddivisione in sezioni
1.3.2 Utilizzo della colorazione
1.3.3 Costruzione per flussi
1.3.4 Automatismo
1.3.5 Avanzamento logico
1.3.6 Utilizzo dei check
1.4 Teoria economica del modello
1.4.1 Input
1.4.1.1 Ricavi e costi operativi
1.4.1.2 Investimenti
1.4.1.3 Fonti di finanziamento
1.4.1.4 Capitale Circolante Netto (o “Net Working Capital”)
1.4.1.5 Imposte
1.4.2 Calculation
1.4.2.1 EBITDA
1.4.2.2 Net Working Capital
1.4.2.3 CAPEX
1.4.2.4 Fonti finanziarie
1.4.2.5 Imposte
1.4.3 Output
1.5 Pillole di valutazione del business
1.5.1 Generazione di cassa e generazione di utili
1.5.2 Livello di EBITDA
1.5.3 Prudenza delle assumptions
1.6 Suggerimenti / checklist
2. L’avvio dell’attività di impresa: dal prototipo al “go to market”
2.1 Una breve premessa
2.2 L’importanza del prototipo
2.3 La protezione del tuo vantaggio competitivo
2.4 Le forme di tutela della proprietà industriale: il marchio
2.5 Le forme di tutela della proprietà industriale: il software
2.6 Le forme di tutela della proprietà industriale: il prodotto
2.7 L’immissione in commercio di prodotti sicuri
2.8 La responsabilità del produttore per danno da prodotti difettosi
2.9 La marcatura CE del prodotto
2.10 La validazione del business
2.10.1 La cd. Exponential Growth
2.11 Il go to market tramite il commercio elettronico
2.11.1 Considerazioni fiscali
2.11.2 Il commercio elettronico indiretto nei confronti di consumatori di Paesi UE fino al 1° luglio 2021
2.11.3 Il commercio elettronico indiretto nei confronti di consumatori di Paesi UE dopo il 1° luglio 2021
2.11.4 Cessioni effettuate nei confronti di consumatori extracomunitari: adempimenti per esportazione merce
2.11.5 Il commercio elettronico diretto
2.11.6 I dazi doganali
3. Come creare l’impresa innovativa
3.1 Aprire la start-up
3.1.1 I requisiti da rispettare
3.1.2 Attenzione ai requisiti oggettivi
3.1.3 Attenzione ai requisiti soggettivi
3.1.4 Come costituire la tua start-up
3.1.5 Costituire la tua start-up online
3.1.6 Iscriviamo la tua start-up nel Registro delle Imprese
3.1.7 Iscrizione di una società di nuova costituzione
3.1.8 Iscrizione di una società già costituita
4. I Patti Parasociali tra soci
4.1 Cosa sono i Patti Parasociali
4.2 Particolarità dei Patti Parasociali
4.3 Come sono disciplinati i patti parasociali
4.4 Le clausole tipiche dei Patti Parasociali
5. La promozione della propria impresa tramite il digital marketing
5.1 La metodologia Inbound
5.2 Primi passi per creare la tua strategia di digital marketing
5.3 Quali strumenti scegliere per la tua strategia
5.4 Come attrarre potenziali clienti
5.5 Facebook ADS
5.6 LinkedIn campaign manager
5.7 Google ADS
5.8 Come convertire i visitatori in lead?
5.9 Come chiudere la vendita
5.10 Come trasformare i tuoi clienti in promoters
5.11 Brevi cenni di neuromarketing
6. Privacy e Digital Marketing
6.1 Premessa
6.2 Privacy, marketing e profilazione
6.3 I social Network
6.4 Le banche dati
6.5 Tracking technologies: i cookie
6.5.1 Cookie utilizzati dal presente sito
6.5.1.1 Gestione dei cookie
6.5.1.2 Link ad altri siti web
6.6 Attività di promozione verso clienti
6.7 On-line advertising e influencer marketing
Il presente approfondimento ha l’obiettivo di fornire una guida pratica alla gestione delle operazioni triangolari IVA nazionali, comunitarie ed extra-comunitarie.
Edizione 2023
I casi proposti pongono in evidenza gli adempimenti IVA e gli oneri documentali che gravano su un operatore nazionale coinvolto in una vendita a catena. Definire correttamente le operazioni sin dell’origine diventa fondamentale poiché, nella maggior parte dei casi, le esigenze commerciali si scontrano con gli adempimenti amministrativi ad esse connesse. La valutazione del rischio fiscale collegato ad un’errata impostazione dell’operazione ai fini IVA diventa basilare oggi che il commercio internazionale ha assunto un peso fondamentale per le società italiane.
I singoli casi pratici sono trattati partendo da una rappresentazione grafica dell’operazione triangolare dove la fatturazione viene rappresentata da una linea continua mentre la movimentazione della merce è illustrata con una linea tratteggiata. L’Italia è indicata in colore verde, i paesi comunitari in blu e quelli extracomunitari in rosso.
Le triangolazioni proposte sono inoltre corredate da una breve analisi tecnica/normativa che serva da guida per la gestione delle criticità di ogni singolo caso.
L’intento degli autori è di fornire una risposta “semplice” a triangolazioni complesse descrivendo le principali fattispecie che possono interessare un’azienda che opera in un contesto internazionale.
Negli esempi sono riportate le indicazioni della Natura delle operazioni seguendo le specifiche tecniche della fatturazione elettronica ed esterometro, nella versione 1.67.1 e seguenti.
Occorre tenere in considerazione che l’invio al SdI dei documenti per effettuare l’integrazione o l’autofattura, ed ottenere una bozza di dichiarazione Iva precompilata, è diventato obbligatorio dal 1° luglio 2022.
1. Triangolazioni nazionali
1.1 IT1 vende a IT2 che a sua volta vende a cliente UE – la merce viaggia da IT1 a UE
1.2 IT1 acquista i beni da fornitore UE e vende al cliente IT2 – la merce viaggia da UE a IT2
1.3 IT1 vende a UE che a sua volta vende a IT2 – la merce resta in IT
2. Triangolazioni comunitarie
2.1 UE1 vende a IT che a sua volta vende a UE2 – la merce viaggia da UE1 a UE2
2.1.1 Designazione del cliente UE2 quale debitore di imposta
2.1.2 UE1 e UE2 nello stesso Stato
2.2 IT vende a UE1 che a sua volta vende a UE2 – la merce viaggia da IT a UE2
2.3 UE1 vende a UE2 che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da UE1 a IT
3. Triangolazioni extra-comunitarie
3.1 IT vende a UE che a sua volta vende a Extra-UE – la merce viaggia da IT a Extra-UE
3.2 IT vende a Extra-UE che a sua volta vende in UE – la merce viaggia da IT a UE
3.3 IT acquista da Extra-UE e vende a UE – la merce viaggia da Extra-UE a UE
3.4 Extra-UE vende a UE che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da Extra-UE a IT
3.5 IT1 vende a Extra-UE che a sua volta vende a IT2 – la merce resta in IT
3.6 IT acquista da Extra-UE1 e vende a Extra-UE2 – la merce viaggia da Extra-UE1 a Extra-UE2
3.7 IT1 vende a IT2 che a sua volta vende a Extra-UE – la merce viaggia da IT1 a Extra-UE
3.8 IT vende a Extra-UE che a sua volta vende a Extra-UE1 – la merce viaggia da IT a Extra-UE1
3.9 UE vende a Extra-UE che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da UE a IT
4. Quadrangolazioni
4.1 Esempio
4.2 Modalità operative
4.2.1 - IT1 nomina un rappresentante fiscale in Francia
4.2.2 - IT2 nomina un rappresentante fiscale in Spagna
4.2.3 - IT1 nomina un rappresentante fiscale in Spagna
Da Start up a Scale up: scalare il Business e arrivare all'exit; eBook in pdf 46 pagine
Il presente eBook rappresenta il terzo volume della collana "Percorso Startup".
L’ingresso di un investitore in una start-up, sia esso un fondo di venture capital o un soggetto industriale comporta la necessità di fissare delle regole al fine di soddisfare il giusto equilibrio tra esigenze di investimento e aspettative della proprietà fondatrice.
Tali regole possono confluire nello statuto (accordi sociali) e/o in un apposito accordo ovvero il patto parasociale. Qual è la differenza tra le due tipologie di previsioni?
Nel primo ebook abbiamo affrontato il tema degli accordi tra soci c.d. “parasociali” descrivendo le clausole tipiche che accedono a tale accordo.
Nel caso dell’ingresso dell’investitore tali patti vengono integrati con l’accordo di investimento confluendo, normalmente, il tutto, in un unico documento.
Attraverso il patto i firmatari quindi, i soci, intendono regolare:
In questa sede riprendiamo le principali clausole che vengono inserite nel patto parasociale focalizzando l’attenzione sugli aspetti legati alla tutela delle esigenze di investitori e fondatori.
Premessa a cura di Giovanni Marra
1. La struttura di un accordo parasociale
1.1 Le regole a tutela dell’assetto proprietario: lock-up, prelazione, prima offerta
1.2 La Co-vendita da Trascinamento (drag-along) o da Seguito (tag-along)
1.3 Alcuni spunti sullo schema delle clausole di co-vendita
2. Le clausole che regolarizzano il governo societario a cura di Giovanni Marra
2.1 Gli accordi sulla gestione
2.2. Gli accordi sulle decisioni assembleari
2.3 Le ipotesi di leavership
3. Violazione degli accordi parasociali a cura di Michela Moretti
3.1 Cosa accade se gli accordi previsti nei patti non vengono rispettati?
3.2 Gli strumenti giudiziali di tutela
3.3 Gli strumenti negoziali di tutela
4. L’accordo di investimento a cura di Giovanni Marra
4.1 L’accordo in generale
4.2 La due diligence
4.3 Perché si svolge la due diligence?
4.4. Rapporto tra due diligence e gli accordi che la precedono
4.5 la Due Diligence nella prassi
4.6 Le garanzie
4.7 Clausole di interesse per l’investitore
5. L’esperienza diretta: management, investimento e imprenditoria in Startup a cura di Elisa Serafini
5.1 Le metriche e il rapporto con gli investitori
5.2 La relazione con gli investitori nelle startup early-stage
5.3 La relazione con gli investitori nelle scaleup
5.4 Gli OKR una metodologia interna efficace per gli investimenti
5.4.1 Come strutturare gli OKR?
5.5 Presentarsi agli investitori: elevator pitch e deck
5.5.1 Il bisogno del mercato
5.5.2 Il valore aggiunto del servizio o prodotto
5.5.3 Il modello di business
5.5.4 Il mercato potenziale
5.5.5 I competitor e le possibilità di exit
5.5.6 Il team
5.5.7 Le modalità di presentazione e le startup application
5.6 Le crisi: se qualcosa va storto, come comunicare agli investitori?
6. IPO: la via alternativa per la crescita della scale up. Case: Redelfi S.p.A. a cura di Anna Lambiase e Floriana Vitale
6.1 Premessa
6.2 Euronext Growth Milan: il Mercato dedicato allo Sviluppo delle PMI
6.3 La Quotazione su EGM come Volano di Crescita
6.4 Da Startup a Piazza Affari: il Segmento Professionale di EGM
6.5 Case Study: REDELFI
eBook in pdf di 261 pagine, sulla determinazione delle imposte sul Bilancio d'esercizio delle società di capitali - edizione 2023, ricco di schemi ed esempi che lo fanno da padrone, semplificando il lavoro del contabile d’azienda e del commercialista.
Questa guida non ha la pretesa di offrire tutte le informazioni propedeutiche e/o contestuali alla determinazione delle imposte sul bilancio d’esercizio delle società di capitali, ma ha il pregio di offrire quasi tutti gli spunti fondamentali per il raggiungimento di questo obiettivo.
Si parte, nel 1° capitolo, dalla redazione del bilancio civilistico, attingendo dai Principi contabili nazionali e, prima ancora, dai principi e dai postulati previsti per la predisposizione del bilancio CEE.
Detto capitolo prosegue con l’indicazione del contenuto del bilancio nei suoi distinti componenti e si completa con la procedura relativa alla sua approvazione (si vedano la scheda degli adempimenti e la loro rappresentazione grafica) e con due approfondimenti in merito alla destinazione vincolante dell’utile d’esercizio nonché agli adempimenti stringenti sulla copertura delle perdite d’esercizio.
Quindi, nel secondo capitolo, si entra nel vivo della questione, affrontando le tematiche comuni alle società di capitali, in particolare alle S.r.l., sciorinando le relative disposizioni previste dal T.U.I.R. Si esaminano, tra l’altro in particolare, gli argomenti sulla trasparenza fiscale, sulle perdite pregresse, sulla fiscalità differita e sul calcolo del ROL. Uno sguardo attento è rivolto, ovviamente, alla tassazione delle società di capitali in capo alla società erogante ed ai soci, siano essi persone fisiche o giuridiche.
Infine, si sottolineano due argomenti:
Infine, schemi ed esempi la fanno da padrone, semplificando il lavoro del contabile d’azienda e del commercialista.
Introduzione
1. Il bilancio civilistico
1.1. Il bilancio d’esercizio
• Allegato A – Società obbligate ad adottare gli IAS/IFRS
1.2. I soggetti interessati alla redazione del bilancio CEE
1.3. La composizione del bilancio CEE
1.4. I postulati o principi generali del bilancio e i principi contabili
• Allegato A – I documenti emessi dall’OIC
• Allegato B – I documenti interpretativi
1.5. I postulati del bilancio: la chiarezza ovvero l’osservanza della struttura del bilancio
• Allegato A – Schema sulla modificabilità delle voci dello stato patrimoniale e sulla loro presenza nel bilancio in forma abbreviata
1.6. I postulati del bilancio: la rappresentazione veritiera e corretta
1.7. I principi di redazione del bilancio: la prudenza, la prospettiva della continuità aziendale e la funzione economica
1.8. I principi di redazione del bilancio: la realizzazione e la costanza dei criteri di valutazione
1.9. I principi di redazione del bilancio: la competenza
1.10. I principi di redazione del bilancio: di separazione delle valutazioni, di neutralità e di preminenza della sostanza
1.11. I principi di redazione del bilancio: di comparabilità e di rilevanza
1.12. La priorità di taluni principi contabili rispetto agli altri
• Allegato A – La prevalenza di alcuni principi contabili su altri
1.13. La deroga alle regole di redazione del bilancio
1.14. Le condizioni e il contenuto del bilancio in forma abbreviata
• Allegato A – Stato patrimoniale in forma abbreviata
• Allegato B – Conto economico in forma abbreviata (art. 2435-bis del D.Lgs. 6/2003)
• Allegato C – Clausole generali e principi di redazione del bilancio
1.15. Le condizioni e il contenuto del bilancio delle micro-imprese
• Allegato A – Parametri ed obblighi connessi alle classi dimensionali delle imprese
1.16. Il contenuto della nota integrativa
1.17. La comunicazione delle sovvenzioni, contributi ecc. ricevuti, nella nota integrativa
1.18. La relazione sulla gestione
1.19. Il rendiconto finanziario
1.20. Approvazione del bilancio nella S.r.l
• Allegato A – Scheda adempimenti da osservare per l’approvazione del bilancio nella S.r.l. (questa tabella è redatta supponendo che la decisione dei soci sia stata adottata secondo il metodo assembleare)
• Allegato B – Rappresentazione grafica degli adempimenti connessi al bilancio d’esercizio delle S.r.l
• Allegato C – Prospetto compensazione negli anni di utili civilistici e fiscali - Società
1.21. L’azione individuale o sociale di responsabilità contro gli amministratori e i sindaci
1.22. La mancata pubblicazione del bilancio impedisce il decorso della prescrizione per mala gestione
1.23. La destinazione vincolante dell’utile d’esercizio
Allegato A – Scheda adempimenti da osservare nella distribuzione di utili o di riserve ai soci
1.24. La copertura delle perdite d’esercizio
1.24.1. Concetto di capitale
1.24.2. Concetto di perdita
1.24.3. Riduzione del capitale sociale per perdita al di sopra del limite legale
1.24.4. Opzioni sulla copertura della perdita da parte dell’assemblea
1.24.5. Riduzione del capitale sociale per perdita al di sotto del limite legale
1.24.6. Giurisprudenza
2. Il bilancio fiscale
2.1. Il momento di effettuazione delle operazioni ai fini delle imposte dirette
• Allegato A – Tabella differente momento impositivo ai fini dell’IVA e delle imposte dirette
• Allegato B – Tabella momento impositivo con pagamenti diversi dal contante
2.2. I costi di gestione e il criterio di inerenza
2.3. La sindacabilità sulla convenienza economica della spesa e l’indeducibilità fiscale della refusione di spese legali sostenute dall’amministratore o per conto di dipendenti in azioni giudiziarie
2.4. I criteri di competenza, di certezza, di determinabilità e di imputabilità al conto economico
• Allegato A – Prospetto di decorrenza della deducibilità di costi e spese secondo il T.U.I.R. (D.P.R. n. 917/1986) e il codice civile
2.5. La deducibilità delle tasse e delle imposte
• Allegato A – Prospetto sulla deducibilità dei tributi
2.6. Le plusvalenze e le minusvalenze
2.7. Le sopravvenienze attive e passive
2.8. La valutazione delle rimanenze
2.8.1. Primo periodo di formazione della rimanenza
2.8.2. Secondo periodo di formazione delle rimanenze
2.8.3. Terzo periodo di formazione della rimanenza
2.9. Gli aspetti civilistici della valutazione delle rimanenze di opere e di servizi su ordinazione
2.10. Gli aspetti fiscali della valutazione delle rimanenze di opere e di servizi su ordinazione
2.11. I costi black list
2.12. Le spese di pubblicità, di sponsorizzazione e di rappresentanza
2.13. L’ammortamento dei beni materiali
2.14. I costi di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione
2.15. Gli acconti delle imposte
2.16. I termini di versamento delle imposte
2.17. La modifica dei criteri civilistici e fiscali di valutazione
• Allegato A – Comunicazione di mutamento del criterio di valutazione
2.18. La trasparenza fiscale delle società di capitali
2.19. La trasparenza fiscale delle società di capitali a ristretta base proprietaria
2.20. Le perdite pregresse
2.21. Le interferenze fiscali nel bilancio civilistico e le imposte differite
2.22. La fiscalità differita
• Allegato A – Tavola differenze permanenti e temporanee e relative imposte differite
2.23. Interessi passivi e calcolo del ROL
2.23.1. Normativa propedeutica da osservare
2.23.2. Soggetti obbligati ed esonerati dalla normativa
2.23.3. Deducibilità degli interessi passivi
2.23.4. Interessi rilevanti ai fini del ROL
2.20.4.1. Interessi passivi inclusi nel costo dei beni
2.23.5. Gestione caratteristica e ROL
2.23.6. L’eccedenza degli interessi passivi a riporto e le imposte anticipate
2.23.7. L’eccedenza del ROL a riporto
• Allegato A – Calcolo degli interessi deducibili e del ROL
• Allegato B – La deducibilità degli interessi passivi
• Allegato C – Gli interessi ed altri oneri finanziari secondo l’OIC – Composizione e schemi del bilancio d’esercizio – Documento dicembre 2016, n. 12
• Allegato D – Gli interessi passivi e gli oneri finanziari assimilati, nella prassi dell’Agenzia delle Entrate (Art. 96, del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917)
• Allegato E – Evoluzione negli anni dei dati per la deducibilità degli interessi passivi
2.24. L’aiuto alla crescita economica (ACE)
• Allegato A – Cronoprogramma del credito d’imposta
• Allegato B – La super ACE in sintesi
2.25. La derivazione semplice e la derivazione rafforzata
• Allegato A – La derivazione semplice e rafforzata estensibile alle microimprese
2.26. Le norme applicative per il principio della derivazione rafforzata per i soggetti OIC Adopter
2.27. La qualificazione, l’imputazione temporale e la classificazione in bilancio della derivazione rafforzata
2.28. La giurisprudenza di legittimità e la derivazione
2.29. La derivazione rafforzata e gli interventi dell’Agenzia delle Entrate
2.30. La priorità nella distribuzione delle riserve e loro annotazione nella dichiarazione dei redditi
2.31. La distribuzione di riserve in sospensione d’imposta
2.32. La tassazione delle società di capitali in capo alla società erogante ed ai soci
• Allegato A1 – Tassazione utili prodotti a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, corrisposti da società di capitali residente a società di capitali (per partecipazioni qualificate e non)
• Allegato A2 – Tassazione utili prodotti a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016, corrisposti da società di capitali residente a società di capitali (per partecipazioni qualificate e non)
• Allegato B1 – Tassazione utili prodotti a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007 e sino al 31 dicembre 2011, corrisposti da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni non qualificate
• Allegato B2 – Tassazione utili, corrisposti dal 2012 al 30 giugno 2014, da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni non qualificate
• Allegato B3 – Tassazione utili, corrisposti dal 1° luglio 2014, al 31 dicembre 2016 da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni non qualificate
• Allegato B4 – Tassazione utili, prodotti dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017, da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni non qualificate
• Allegato B5 – Tassazione utili, prodotti dal 1° gennaio 2018, da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni qualificate e non
• Allegato C1 – Tassazione utili prodotti a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007 sino al 31 dicembre 2016, corrisposti da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni qualificate
• Allegato C2 – Tassazione utili prodotti a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016 sino al 31 dicembre 2017, corrisposti da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni qualificate
• Allegato D – Tassazione reddito proveniente da società di capitali in capo ai soci residenti in Italia
• Allegato E – Tassazione stratificata per anno degli utili di società di capitali
2.33. Il calcolo dell’imposta IRES
• Allegato A – Prospetto per il calcolo dell’imponibile IRES (espresso in €)
• Allegato B – Prospetto di liquidazione dell’IRES (espresso in €)
2.34. La ritenuta sugli utili
• Allegato A – Attestato di possesso dei requisiti per l’applicazione della ritenuta a titolo d’imposta ovvero richiesta di esonero dall’effettuazione della ritenuta
• Allegato B – Schema delle ritenute operate sui dividendi corrisposti dalle S.r.l
2.35. La certificazione delle ritenute fiscali
• Allegato A – Certificazione degli utili e dei proventi equiparati - CUPE
2.36. Il cronoprogramma degli adempimenti per la distribuzione di utili nella S.r.l
• Allegato A – Cronoprogramma adempimenti dettagliati da osservare nella distribuzione di utili o di riserve ai soci, nelle S.R.L
2.37. L’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)
2.38. Il diritto al rimborso della maggiore imposta versata per l’ascrivibilità di maggiori costi in un periodo d’imposta rivenienti dal loro disconoscimento in altro periodo d’imposta
2.39. L’emendabilità della dichiarazione dei redditi
2.40. Le novità nel bilancio del 2021 e del 2022
2.41. La nuova regolamentazione del Patent Box
• Allegato A – Le definizioni contenute nel patent box (Agenzia delle Entrate - Provvedimento 15 febbraio 2022)
• Allegato B – Le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, le attività di innovazione tecnologica e le attività di design e ideazione estetica
• Allegato C – Le informazioni da riportare, per ciascun periodo d’imposta di applicazione del nuovo regime patent box, nella sezione A del documento (Punto 7.3)
• Allegato D – Le informazioni da riportare, per ciascun periodo d’imposta di applicazione del nuovo regime patent box, nella sezione B del documento (Punto 7.4)
• Allegato E – Il nuovo patent box in sintesi
3. Le scritture contabili
3.1. Le scritture di chiusura: i ratei ed i risconti
3.2. Le scritture di chiusura: il TFR e le rimanenze
3.3. Le scritture di chiusura: le differenze di cambio e il fondo svalutazione crediti
3.4. Le scritture di chiusura: la contabilizzazione delle imposte, la destinazione dell’utile e la copertura delle perdite
Appendice
• Allegato A – Schema n. 1: Flusso dell’attività operativa determinato con il metodo indiretto
• Allegato B – Schema n. 2: Flusso dell’attività operativa determinato con il metodo diretto
Il controllo di gestione nelle imprese alberghiere; eBook in pdf di 121 pagine.
Aspetti peculiari e strumenti di controllo nel settore alberghiero
L’albergo è un'impresa ricettiva che fornisce un alloggio previo pagamento, utilizzato solitamente per soggiorni di breve durata e specialmente dai turisti.
In senso molto più stretto l’impresa alberghiera può essere definita come un complesso di beni, persone e servizi organizzati per erogare prestazioni ricettive in uno o più stabili.
Le imprese alberghiere per fornire un prodotto turistico globale in grado di soddisfare in maniera competitiva le differenziate esigenze della clientela, sono caratterizzate al loro interno dalla presenza di numerose aree funzionali semplici e complesse e comunque tra loro complementari.
Pertanto, al pari di ogni impresa, anche le strutture alberghiere sono realtà, il cui livello è influenzato da numerose variabili, quali ad esempio: la dimensione, la struttura amministrativa, le modalità erogazione dei servizi, la collocazione geografica, la varietà dei servizi, nonché la tipologia di clientela.
Tutte le tipologie di imprese sono realtà complesse ed il grado di complessità può dipendere da svariati fattori: livello dimensionale, assetto della governance, tipologia di processo produttivo o di erogazione del servizio, mercato di sbocco, settore in cui si compere, eccetera.
Il caso dell’impresa alberghiera rispecchia pienamente questo mix di situazioni quali influenza della zona di ubicazione, tipologie di canali distributivi, livello dimensionale, categoria, appartenenza o meno ad un gruppo. Ma è soprattutto, la moltitudine di servizi erogati, dal servizio base di alloggio a quelli di ristorazione, wellness, mice, ecc., che rendono l’impresa alberghiera una struttura multiservizio, una realtà industriale complessa e multidivisionale.
Da qui sempre più frequentemente sorge la necessità di un monitoraggio attento sia della contribuzione complessiva che delle marginalità di ogni singola unità di business.
All’interno di questo contesto, il controllo della gestione diventa, quindi, un punto fondamentale per una corretta valutazione dell’andamento dell’attività d’impresa e per la definizione e programmazione delle decisioni da assumere.
Ogni forma di controllo per essere efficace deve porsi obiettivi ed ottenere risultati. Essa non può essere fine a sé stessa ma deve permettere di anticipare eventi ed accadimenti, produrre miglioramenti e permettere azioni correttive.
Le attività di controllo debbono anche essere efficienti e quindi tempestive, direi quasi immediate. A poco servirebbe intervenire in modo tardivo seppur mirato e preciso.
Poiché l’attività svolta deve essere economicamente sostenibile, l’impianto e la gestione di un sistema di controllo, che certamente hanno un costo, devono determinare maggiori marginalità (utili) o risparmi di costo tali da giustificarne con sufficiente margine l’esistenza.
Gli strumenti del controllo di gestione sono il budget, ovvero un sistema più o meno articolato, complesso e integrato di previsione e la contabilità analitica, cioè un sistema di rilevazioni consuntive più dettagliate con più informazioni rispetto alla contabilità generale.
Qual è il momento migliore per strutturare un sistema di controllo di gestione? il controllo di gestione non è un salvagente, ma un metodo di navigazione.
Questa metafora serve a evidenziare l’idea che la programmazione del viaggio andrebbe fatta prima di lasciare il porto, e non quando si perde l’orientamento.
Ovviamente, non bisogna mai dimenticarsi che prima un’azienda implementa il proprio sistema decisionale e prima acquisirà un maggior controllo sul proprio destino futuro
L’obiettivo di questo lavoro, previa una premessa sulla tecnica ed i contenuti del controllo di gestione è, quindi, quello di sviluppare un semplice approccio metodologico ad una attività di controllo di gestione all’interno delle imprese alberghiere che consenta al management di attuare coerenti azioni di pianificazione passando attraverso una chiara lettura dei dati gestionali.
Ronald Harry Coase, economista inglese, ha scritto “Tortura abbastanza a lungo i dati e confesseranno qualunque cosa”
1. Il controllo di gestione.
1.1 Definizione.
1.2 Scopo del controllo.
1.3 Oggetto del Controllo.
1.4 Schema del controllo.
1.5 Unità di Controllo.
1.6 Tempistiche del Controllo.
1.7 Processo necessario.
1.8 Utilità e Fasi
2. La contabilità analitica.
2.1 Definizione.
2.2 Oggetto e Finalità.
2.3 Valori della contabilità analitica.
2.4 Classificazione dei costi
2.4.1 Speciali e Comuni
2.4.2 Variabili e Fissi
2.4.3 Discrezionali e non discrezionali
2.4.4 Effettivi, Ipotetici e Figurativi
2.5 Configurazioni di costo.
2.5.1 Direct Cost
2.5.2 Full cost
2.5.3 Costo complessivo.
2.5.4 Costo economico tecnico.
2.6 Procedure di rilevazione.
2.6.1 Sistema A.B.C.
2.6.2 Cost Driver
2.6.3 Sviluppo del processo di un sistema ABC.
2.6.4 Considerazioni sul metodo ABC.
3. Il budget economico.
3.1 Aspetti generali e definizione di budget
3.2 Processo di formazione.
3.3 Consigli per redigere un budget aziendale efficace.
4. Caratteristiche dell’impresa alberghiera.
4.1 Rigidità dell’offerta.
4.2 Problematiche gestionali dei servizi alberghieri
4.3 Struttura dei costi
4.4 Articolazione in reparti o Aree di Affari
4.4.1 Il servizio di ricevimento (reception)
4.4.2 Il servizio governante e pulizia (housekeeping)
4.4.3 Le aree funzionali: “non service departments”
4.4.4 Il servizio ristorante e bar-breakfast
4.5 Il Pricing Alberghiero.
5. Il controllo di gestione nell’impresa alberghiera.
5.1 Premessa.
5.2 Fase 1: programmazione.
5.3 Fase 2: Redazione del budget
5.4 Fase 3: Misurazione e reporting.
5.5 Fase 4: Valutazione dei risultati
6. Il budget per l’impresa alberghiera.
6.1 l’importanza di fare un budget
6.2 Costruzione del budget
6.2.1 Budget Ricavi
6.2.2 Budget dei Costi
6.2.3 Determinazione della Room cost
6.2.4 il Budget finanziario.
7. Gli indici della contabilità analitica.
7.1 Definizione.
7.2 Margine operativo Lordo.
7.3 EBITDA.
7.4 Utile lordo.
7.5 Utile Netto.
7.6 G.O.P. Gross Operating Profit
8. Break even analysis dell’impresa alberghiera.
8.1 Break Even Point: definizioni
8.2 Applicazione Break Even al Controllo di Gestione.
9. Strumenti operativi: il modello U.S.A.L.I.
9.1 Introduzione al modello.
9.2 Scopi e finalità.
9.3 Applicazione del modello.
9.3.1 La definizione dei centri di responsabilità.
9.3.2 L'imputazione dei ricavi e dei costi ai centri
9.3.3 Peculiarità del centro operativo “Camere”
9.4 Vantaggi del modello.
9.5 Impostazione del Budget
9.6 Controllo di Gestione.
9.7 Esempio Modelli di report
10. Indicatori di performance.
10.1 Kpi - Definizione.
10.2 Tasso di occupazione OCC.
10.3 Ricavo medio per camera ADR.
10.4 Ricavo medio per camera disponibile REVPAR.
10.5 GOPPAR.
10.6 RSE Efficienza delle vendite.
10.7 REVPAC.
10.8 REVPOR.
10.9 COSTPAR.
10.10 Altri indici
11. Cenni sul controllo di gestione sul food & beverage.
12. Controllo di gestione: il report finale.
13. Profit management-efficienza-performance.
13.1 Significato di Profit Management
13.2 Efficienza del Profit Management
13.3 Vantaggi del Profit Management
13.4 Ricerca della migliore performance.
Conclusioni
Bibliografia.
La disciplina del sequestro e della confisca nei reati tributari; eBook in pdf di 170 pagine
Aggiornato alle ultimissime sentenze del 2023 della Cassazione
Confisca Diretta, per Equivalente, per Sproporzione, ex D. Lgs n. 231/01 e di Prevenzione
Nella lotta all’evasione fiscale uno dei maggiori problemi è rappresentato dalla possibilità di recuperare le somme indebitamente sottratte alle casse erariali a causa della difficoltà di individuare e aggredire i patrimoni dei trasgressori.
A tal fine, l’istituto della Confisca, anche per equivalente, e del Sequestro ad essa finalizzato, si sono dimostrati degli strumenti particolarmente efficaci oltre che dotati di una notevole capacità dissuasiva anche se, in ragione delle peculiarità dei reati tributari, presentano notevoli criticità in sede di applicazione.
Il testo, che affronta con taglio operativo l’argomento non mancando di approfondire gli aspetti più controversi alla luce delle più recenti sentenze della Corte di Cassazione, si rivolge, in particolare, ai consulenti, agli avvocati, agli organi di polizia giudiziaria nonché ai magistrati che, quotidianamente, si ritrovano a doversi districare in una materia complessa e ricca di insidie.
Prefazione
1. Inquadramento normativo generale
2. I Limiti della Confisca diretta
3. La Confisca nei reati tributari
4. Sequestro e Confisca nei confronti di persone giuridiche
5. Rilevanza delle presunzioni tributarie nella Confisca
6. Individuazione e quantificazione del provento del reato
6.1 Il provento del reato nelle varie fattispecie del D. L.vo n. 74/00
6.2 Concorso nel reato
6.3 Quantificazione imposta evasa in sede amministrativa e penale: il doppio binario
7. La Confisca dei beni futuri
8. Confisca e procedure concorsuali
9. Limiti quantitativi alla Confisca
10. Sequestro e Confisca: casi particolari
11.La Confisca per sproporzione
11.1 - Evoluzione e natura dell’istituto
11.2 - Presupposti e modalità applicative della confisca
11.3 Prassi amministrativa
12. La Confisca nell’ambito del D.L.vo n. 231/01
12.1 La Confisca per equivalente nel D. L.vo n. 231/01
12.2 Le fattispecie rilevanti
13. La Confisca di Prevenzione
13.1 La Confisca di prevenzione nel D. L.vo n. 159/11
13.2 La Confisca di prevenzione e i reati fiscali
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