Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 608 del 12 Gennaio 2011

La Corte di Cassazione conferma la responsabilità penale dell’imprenditore che emette fatture false ai fini di far evadere le imposte a società terze e sottolinea che annullare i documenti emessi ed aderire al ravvedimento operoso non basta ad evitare l’imputazione per il reato di falsa fatturazione per operazioni inesistenti. Questo quanto ribadito dalla sentenza della Terza Sezione Penale n. 608 del 12 Gennaio 2011.

Commento alla sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce n.909/05/09 del 23 ottobre 2009

La notifica della cartella esattoriale risulta inesistente se non eseguita secondo quanto stabilito non solo dall’art 14, comma 1, della Legge 20 novembre 1982, n. 890, ma anche dall’ art. 26 d.p.r 602/1973.

Commento alla sentenza della Cassazione n. 105 del 4 Gennaio 2011

Le scritture contabili dalle quali si può desumere il pagamento di un debito, in mancanza di altri elementi che dimostrino il soddisfacimento dell'obbligazione, non possono assolvere la funzione di prova a favore del debitore.Questo quanto stabilito dalla Corte si Cassazione con la sentenza n. 105 del 4 Gennaio 2011

Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 26316 del 29 Dicembre 2010

Con questa sentenza la Corte di Cassazione rileva che non esiste nell’ordinamento nazionale, in ambito tributario, un principio generale di obbligo al contraddittorio in ordine alla formazione della pretesa fiscale. Il diritto al contraddittorio tra contribuente e Fisco resta obbligatorio solo in determinati ambiti e in caso di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione - Sezioni Unite n. 43428 del 7 Dicembre 2010

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno chiarito che il liquidatore dei beni del concordato preventivo non può essere considerato soggetto attivo dei reati di bancarotta ( artt. 223 e 224 legge fall., richiamati nell’art. 236, comma secondo, n. 1), in quanto non espressamente menzionato tra gli autori propri dei suddetti reati, per come vengono indicati da tale disposizione né può essere ricompreso nella categoria dei “liquidatori di società” menzionata dalla stessa disposizione. I due organi presentano infatti profonde differenze e sostanzialmente nella figura del liquidatore concordatario manca l’elemento caratterizzante del rapporto organico con la società.

Commento alla Sentenza della Cassazione n. 26298 del 29 Dicembre 2010

La spesa corrispondente a importazioni dai paesi inclusi nella black list è deducibile solo quando le imprese residenti in Italia forniscano la prova che le imprese estere svolgono prevalentemente un’attività commerciale effettiva e le operazioni concretamente eseguite avevano un reale interesse economico per l’impresa. Questo ribadisce la Corte di Cassazione con la sentenza n. 26298 del 29 Dicembre 2010.

Commento alla Sentenza della Cassazione n. 26260 del 29 Dicembre 2010

I versamenti effettuati dal titolare sui conti correnti aziendali risultanti in contabilità come “finanziamenti del titolare” sono elementi sufficienti per legittimare l’accertamento analitico basato sulla presunzione che i versamenti stessi, non giustificati diversamente, siano in realtà ricavi aziendali.
Questo quanto afferma la Sentenza n. 26260 della Corte di Cassazione del 29 dicembre 2010.

Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 25614 del 17 Dicembre 2010

La nullità di una sentenza, ex art. 161 cpc, è rilevata davanti al giudice superiore secondo il principio di conversione dei motivi di nullità in motivi di gravame, con la conseguenza che la cartella di pagamento, impugnabile solo per vizi propri, non salva il contribuente dalla decadenza dell’impugnazione, tranne nel caso in cui egli venga a conoscenza della pretesa impositiva e dell’atto solo tramite la stessa. Questo quanto affermato dalla sentenza n. 25614 del 17/12/2010

Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 23996 del 26 Novembre 2010

Le dichiarazioni di terzi approdate nel processo verbale di constatazione sono indizi liberamente valutabili dal giudice tributario anche se, autonomamente, non sono considerate prove piene. Con la sentenza n. 23996 del 26 Novembre 2010 la Cassazione ribadisce la giurisprudenza anche recente sul tema.

Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n.22553 del 5 Novembre 2010

La Corte di Cassazione afferma che la dichiarazione dei redditi è un atto modificabile da parte del contribuente anche se:

• nel caso di modifica prima della liquidazione, l’Ufficio accertatore deve rispettare i nuovi valori indicati;
• nel caso di modifiche successive alla liquidazione il contribuente deve provare la correttezza del suo operato.