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eBook in pdf di 98 pagine sulla responsabilità penale del sindaco e del revisore di società non quotate.
Il presente contributo, riferito ai soli sindaci e revisori che prestano la loro attività nell’ambito di società non quotate, si propone di aiutare il professionista a comprendere il fondamento, il perimetro ed i limiti delle sue potenziali responsabilità penali, offrendo al contempo, per quanto possibile, alcune indicazioni anche di carattere pratico affinché imposti e si approcci alla propria attività senza timore, pur avendone presenti i rischi.
Sindaco e revisore legale dei conti svolgono due funzioni diverse, entrambe caratterizzate dall’assunzione di responsabilità anche penali. Delle varie tipologie di responsabilità nelle quali possono incorrere, proprio queste ultime sono quelle maggiormente temute sia perché appaiono in espansione sia perché foriere di importanti conseguenze anche a livello disciplinare ed assicurativo.
L’inquadramento delle norme penali e della loro interpretazione giurisprudenziale, oltre a svelare criticità e prassi anche non condivisibili, allo stesso tempo mostra come in effetti sindaco e revisore abbiano già a loro disposizione gli strumenti per porsi al riparo, o quantomeno limitare, l’ambito delle loro responsabilità penali e delle relative conseguenze.
Dallo stretto legame tra norme disciplinari, civili e penali è infatti possibile trarre alcune indicazioni comportamentali ed alcuni suggerimenti operativi, in parte comuni ed in parte differenti per le due figure, che il professionista deve adottare nello svolgimento del ruolo affidatogli.
Dopo una breve premessa, il secondo capitolo sarà quindi dedicato alla descrizione delle norme, civilistiche e deontologiche, che regolano i doveri di sindaco e revisore e delle rispettive peculiarità, in modo da evidenziare come queste regole fondino e circoscrivano la loro responsabilità (anche penale) diversamente, a seconda delle funzioni effettivamente svolte dai due professionisti.
Nei capitoli tre e quattro si procederà poi ad analizzare i reati propri di sindaco e revisore, prima attraverso l’illustrazione schematica degli elementi essenziali delle varie fattispecie di reato e poi, in un secondo momento, tramite un’analisi delle loro principali criticità, anche tenendo conto dei più recenti approdi giurisprudenziali in materia.
Nel capitolo quinto si prenderà invece in considerazione la responsabilità penale di sindaco e revisore per omesso impedimento dell’evento, cercando di delineare un corretto e rigoroso accertamento di questa tipologia di responsabilità, anche al di là di prassi interpretative non sempre garantiste che ne rendono incerti i confini, anche perché proprio la responsabilità per omesso impedimento mostra più di ogni altra l’importanza che in un’ottica difensiva può assumere il corretto e documentato utilizzo dei poteri effettivamente sussistenti in capo ai professionisti.
Negli ultimi due capitoli, pertanto, si cercherà di fornire alcune indicazioni di carattere pratico per riflettere sul comportamento che, anche in un’ottica preventiva, dovrebbe assumere il professionista. Se infatti l’ordinamento attribuisce a sindaco e revisore un ruolo di controllo ben definito, e distinto, sull’attività societaria, svolgerlo e dimostrare di averlo svolto correttamente e lecitamente, anche e soprattutto in un’ottica processuale, può diventare fondamentale per il professionista onde evitare di incorrere ed eventualmente potersi difendere da addebiti di carattere penale.
Premessa
1. Ruolo e compiti del sindaco e del revisore. Cenni di carattere generale
1.1 INTRODUZIONE
1.2 I DOVERI DEL SINDACO
1.3 I DOVERI DEL REVISORE
1.4 ANALOGIE E DIFFERENZE TRA I DUE RUOLI
2. I reati propri del sindaco
2.1 INTRODUZIONE
2.2 I REATI SOCIETARI
2.2.1 Falso nelle comunicazioni sociali
2.2.2 Corruzione tra privati
2.2.3 Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza
2.3 I REATI FALLIMENTARI
2.3.1 Il richiamo ai reati di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta di cui agli artt. 223 e 224 L. Fall.
2.3.2 Le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta di cui all’art. 223 L. Fall.
2.3.3 Le ipotesi di reato di bancarotta semplice di cui all’art. 224 L. Fall.
3. I reati propri del revisore
3.1 INTRODUZIONE
3.1.1 Falsità nelle relazioni o comunicazioni dei responsabili della revisione legale
3.1.2 Corruzione dei revisori
3.1.3 Compensi illegali
3.1.4 Illeciti rapporti patrimoniali con la società assoggettata a revisione
3.1.5 Disposizioni comuni
3.1.6 Altre disposizioni comuni
4. La responsabilità penale di sindaco e revisore legale dei conti ai sensi dell’art. 40 c. 2 c.p.
4.1 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO DELL’EVENTO DI CUI ALL’ART. 40 C. 2 C.P.
4.1.1 Gli elementi tipici
4.1.2 L’applicazione dell’art. 40 c. 2 c.p., correttivi della giurisprudenza e criticità
4.1.3 La distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente
4.2 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO A CARICO DEL SINDACO
4.2.1 La responsabilità concorsuale del sindaco
4.2.2 La posizione di garanzia ed i poteri impeditivi del sindaco
4.3 LA RESPONSABILITÀ PENALE PER OMESSO IMPEDIMENTO A CARICO DEL REVISORE LEGALE
5. Indicazioni operative per la limitazione delle responsabilità
5.1 PREMESSA
5.2 I PRESUPPOSTI PER LA LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
5.3 CAUTELE PER IL BILANCIO
5.4 IL RISPETTO DEI REQUISITI DI INDIPENDENZA E L’ESERCIZIO DELLO SCETTICISMO PROFESSIONALE NELLE VERIFICHE
5.5 LA DELICATEZZA E IMPORTANZA DELLE VERIFICHE SUGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI
6. Considerazioni conclusive
La tutela del turista acquirente di pacchetti turistici o di multiproprietà, eBook in pdf di 157 pagine
Questo e-book è dedicato alle norme legislative in materia di turismo che si applicano sul tutto il territorio nazionale, vale a dire alla tutela del turista – consumatore:
Per completezza nell’esposizione di queste norme in materia di turismo, l’ultimo capitolo del presente e-book è dedicato alla tutela dei diritti delle persone con disabilità o mobilità ridotta nel trasporto aereo, quindi ad una forma particolare di tutela di consumatori che si trovano in una condizione particolarmente delicata (Regolamento CE n° 1107 del 2006, le cui norme di attuazione sono contenute nel Decreto Legislativo n° 24 del 2009).
Questa seconda edizione dell’e-book si è resa necessaria per aggiornarlo alla riforma degli artt. da 32 a 51-novies del CdT dovuta al Decreto Legislativo n° 62 del 2018 di recepimento nell’ordinamento italiano della Direttiva UE n° 2302 del 2015 che ha sostituito la previgente Direttiva CEE n° 314 del 1990. Questa seconda direttiva fu importantissima perché creò un quadro di garanzie completo ed articolato per il turista – consumatore – acquirente di un pacchetto turistico, cioè di un servizio turistico complesso derivante dalla combinazione di servizi turistici elementari, che rappresenta il prodotto (servizio) tipico delle imprese turistiche definite giuridicamente agenzie di viaggio e, dal punto di vista dell’economia del turismo, agenzie di viaggio e Tour operator, La Direttiva UE 2302/2015 invece, mantenendo questo quadro di garanzie per la parte debole del rapporto contrattuale (il turista), lo adatta alla rivoluzione dei sistemi con cui si vende il pacchetto turistico che è avventa fra il 1990 ed il 2015, vale a dire alla vendita, ormai più che maggioritaria (ormai almeno al 75%), di questo servizio turistico complesso tramite Internet.
Ciò ha comportato non tanto la ridefinizione delle garanzie citate, ma soprattutto la ridefinizione dell’oggetto del contratto e delle modalità con cu esso viene concluso, nel senso che il contratto si definisce anche in base al modo in cui esso viene costruito (attraverso l’acquisto per via telematica di singoli servizi turistici da vari operatori distinti dall’organizzatore del pacchetto, per cui diviene meno importante la dicotomia organizzatore – venditore del viaggio) e la scomparsa dell’obbligatorietà della forma scritta del contratto stesso (con una eccezione).
Com’è noto, il 4° comma dell’articolo 117 della Costituzione, dopo la riforma del 2001, ha riservato il turismo alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni, mettendo in grave difficoltà lo Stato che in tal modo non può più governare in modo unitario attraverso lo strumento legislativo uno dei settori fondamentali dell’economia italiana, come ha dimostrato platealmente la vicenda del “Codice del turismo” in gran parte abrogato dalla Sentenza n° 80 del 2012 della Corte Costituzionale proprio perché lo Stato aveva con esso invaso la competenza legislativa esclusiva delle Regioni in materia di turismo.
Dall’altro lato questa riserva della potestà legislativa sul turismo alle Regioni da un lato sta creando, col passare del tempo, tanti ordinamenti regionali fra i quali crescono sempre più le differenze ed inoltre essa mette le Regioni di fronte alla loro incapacità di promuovere adeguatamente il proprio settore turistico, dato che la dimensione regionale si è rivelata nel tempo come non ottimale soprattutto per mancanza di risorse economiche, di competenze tecniche, ecc. In attesa di una riforma dell’art. 117 della Costituzione che riporti il turismo (almeno) nelle materie di legislazione concorrente (riportate oggi nel 3° comma dell’art. 117 Cost.), come era prima del 2001, per le quali lo Stato detta i principi fondamentali e le Regioni le norme di attuazione (il che comunque dava e dà tuttora una grossa autonomia alle Regioni, ma in un quadro di regole – base uguali per tutti), l’unica possibilità che oggi vi è per avere delle norme di legge in materia di turismo valide per tutto il territorio nazionale è che esse derivino da norme comunitarie o da trattati internazionali, dato, che, ai sensi del 1° comma dell’art. 117 Cost., lo Stato e le Regioni esercitano la potestà legislativa nel rispetto di questi ultimi.
Quindi, se una norma di legge in materia turistica deriva da un Regolamento comunitario (atto legislativo europeo immediatamente efficace nei territori di tutti gli Stati membri) oppure è stata emanata dallo Stato Italiano in attuazione di una Direttiva comunitaria (attività legislativa riservata allo Stato dalla lettera a del 2° comma dell’art. 117 Cost.) essa prevale sulle eventuali norme di legge regionale contrastanti.
Infine, segnaliamo che l’appendice legislativa di questo e-book contiene i più importanti testi normativi nazionali ed europei citati nel primo capoverso di questa sintesi.
1. La tutela del turista – consumatore nell’acquisto di pacchetti turistici (viaggi organizzati) disciplinata dagli articoli da 32 a 51-novies del codice del turismo (allegato I del D.Lgs. 79/2011) dopo la riforma del 2018 e l’overbooking (regolamento CE 261/2004)
1.1 La tutela del turista – consumatore nell’acquisto di pacchetti turistici (o viaggi organizzati): gli articoli da 32 a 51-novies dell’Allegato I Decreto Legislativo n° 79 del 2011 (“Codice del turismo”) riformato dal Decreto Legislativo n° 62 del 2018
1.2 I concetti generali di questa disciplina: la definizione di “pacchetto turistico” (o “viaggio organizzato”), le caratteristiche di questo, i servizi turistici collegati
1.3 I professionisti che organizzano e vendono viaggi: le agenzie di viaggio e le associazioni
1.4 Gli obblighi informativi precontrattuali dell’organizzatore e del venditore, la forma e il contenuto del contratto di acquisto di un pacchetto turistico
1.5 Le vicende di un contratto di acquisto di un pacchetto turistico: le modifiche al contratto prima dell’inizio dell’esecuzione di esso
1.6 Le vicende di un contratto di acquisto di un pacchetto turistico: l’esecuzione del pacchetto
1.7 L’assicurazione obbligatoria per l’inadempimento del contratto e quella per la protezione del viaggiatore in caso di insolvenza o fallimento dell’organizzatore o del venditore del pacchetto o di un servizio turistico collegato
1.8 La responsabilità del venditore, il diritto ad azioni di regresso, l’inderogabilità delle norme sui diritti del viaggiatore e il Giudice competente per le cause civili che le riguardano
1.9 Le sanzioni amministrative per la violazione delle norme sui diritti dei viaggiatori
1.10 La disciplina dell’overbooking (negato imbarco su un aereo per eccesso di prenotazioni): il Regolamento CE n° 261 del 2004
2. La tutela dell’acquirente di multiproprietà e di prodotti per le vacanze di lungo termine: gli articoli 69 - 81-bis del Codice del consumo (decreto legislativo n. 206 del 2005)
2.1 Le tipologie di contratti a cui si applica questa disciplina e l’individuazione delle parti del rapporto contrattuale
2.2 Il diritto di informazione precontrattuale dell’acquirente ed i requisiti di questi contratti
2.3 Il diritto di recesso del consumatore da questi contratti. Gli effetti del recesso
2.4 Le altre tutele previste per il consumatore che stipula questi contratti. L’accesso alla giustizia ed alle procedure stragiudiziali di composizione delle controversie
3. La tutela dei diritti delle persone disabili o con mobilità ridotta nel trasporto aereo: Il Regolamento CE n. 1107 del 2006
3.1 I diritti delle persone con disabilità e mobilità ridotta nel trasporto aereo: il Regolamento CE n. 1107 del 2006
3.2 Le condizioni per usufruire dell’assistenza prevista dal Regolamento CE 1107/2006 e l’organizzazione di questo servizio
Appendice legislativa
1. Decreto Legislativo n° 79 del 2011. ALLEGATO I “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo” (articoli da 32 a 51-novies, articolo 67 e Allegato B riformati dal Decreto Legislativo n° 62 del 2018 che ha recepito la Direttiva UE n° 2302 del 2015)
2. Regolamento CE n° 261 del 2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato e che abroga il Regolamento CEE n° 295 del 91 (overbooking) 6
3. Decreto Legislativo 27 gennaio 2006, n° 69: "Disposizioni sanzionatorie per la violazione del Regolamento CE n° 261 del 2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato" (overbooking)
4. Decreto Legislativo n° 206 del 2005: “Codice del consumo” (articoli da 69 a 81-bis ed allegati da II-bis a II-sexies)
5. Regolamento CE n° 1107 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo
6. Decreto Legislativo 24 febbraio 2009, n° 24: "Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del Regolamento CE n° 1107 del 2006 relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo"
I finanziamenti possibili per imprese femminili e lavoratrici autonome, utile panoramica in un eBook di 53 pagine in pdf.
Al via il bando del Fondo impresa femminile.
Domande a partire dal 19 maggio per le nuove imprese e dal 7 giugno per quelle già operative. Complessivamente a disposizione 400 milioni di euro. I finanziamenti sono “a sportello” per cui non è previsto un termine per la chiusura del bando.
I soldi vengono erogati fino a che ci sono disponibilità in base all’ordine di presentazione delle domande. Tutte le agevolazioni possono essere cumulate con altri aiuti di Stato, anche de minimis, nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato di riferimento, e con tutte agevolazioni fiscali per le imprese. Soggetto gestore del bando è Invitalia.
Rifinanziata anche la misura ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero, che è l’incentivo per i giovani e le donne che vogliono diventare imprenditori.
Nell’ebook una panoramica delle opzioni di finanziamento possibili per le imprese femminili.
Premessa
1. Imprese femminili e agevolazioni del Fondo
1.1 Soggetti interessati
1.2 Settori di intervento
1.3 Caratteristiche delle imprese
1.3.1 Forme giuridiche
1.3.2 Imprese familiari
1.3.3 Cooperative
1.4 Imprese da costituire
1.5 Lavoratrici autonome e professioniste
1.5.1 Regime forfettario e registri IVA
1.6 Requisiti anzianità delle imprese
1.7 Sede legale
1.8 Casi di esclusione
1.9 Cumulabilità con altri finanziamenti
2. Finanziamenti per l’avvio delle attività
2.1 Regole di base
2.2 Spese ammissibili
2.2.1 Il costo per i dipendenti
2.2.2 I finanziamenti in conto capitale
2.3 Solo acquisto di nuovi beni materiali
2.4 Assistenza e consulenza
3. Sostegno e sviluppo
3.1 Ammontare dei progetti
3.1.1 Imprese agricole
3.2 Articolazione dell’intervento
3.3 Durata dei finanziamenti agevolati
3.4 Durata e regole per i finanziamenti agevolati
3.5 Tutoraggio
4. Erogazione dei finanziamenti
4.1 Erogazioni a richiesta e pezze d’appoggio
4.2 Controlli e verifiche
4.3 Casi di revoca
5. Valutazione del progetto
5.1 Valutazione dei criteri d’accesso
5.2 Esame di merito
6. ON
6.1 L’incentivo
6.2 Le caratteristiche delle imprese
6.3 Requisiti della compagine sociale
6.4 Anzianità e caratteristiche dell’impresa
6.5 I casi di esclusione
6.6 Le spese agevolabili
6.6.1 Imprese costituite da meno di tre anni
6.6.2 Imprese costituite da più di tre anni
6.6 La domanda
6.6.1 Casi particolari
6.5 Completamento del programma
Appendice normativa
La disciplina delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, eBook in pdf di 81 pagine.
Aggiornato con:
Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), che possono essere sia associazioni riconosciute che non riconosciute, godono di una disciplina fiscale agevolata dettata dalla Legge n° 398 del 1991. Questa disciplina fiscale agevolata vale sia per le imposte dirette, quindi per l’IRES – Imposta sui redditi delle società, sia per quelle indirette, cioè per l’IVA – Imposta sul valore aggiunto, che per l’IRAP – Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
Dal 1° Gennaio 2003, in virtù dell’art. 90 della Legge 289/2002 (Legge Finanziaria per il 2003), la disciplina della Legge 398/1991 si applica anche alle società sportive dilettantistiche (SSD) che sono società di capitali o cooperative senza fine di lucro il cui oggetto sociale è sempre l’esercizio di una o più attività sportive dilettantistiche.
Restano però una serie di differenze nel trattamento fiscale delle ASD e delle SSD che tratteremo in questo e-book.
Le agevolazioni fiscali previste per le ASD e le SSD riguardano anche altre imposte (per esempio, l’IMU) o attività come, per esempio, quella di raccolta fondi (il c.d. “fundraising”) attraverso l’organizzazione di eventi o la percezione di erogazioni liberali o del cinque per mille dell’IRPEF di cui cerchiamo di dare un quadro completo in questo testo.
Questo e-book è aggiornato, in primo luogo, alla riforma del terzo settore e dell’impresa sociale introdotta dai Decreti Legislativi n° 117, 112 e 111 del 2017 contenenti, rispettivamente, il “Codice del terzo settore”, la riforma della disciplina dell’impresa sociale e quella del cinque per mille emanati in attuazione della Legge – delega n° 106 del 2016, che sono stati corretti su una serie di punti dai Decreti Legislativi n° 95 e 105 del 2018. Sono riportate anche le novità introdotte dal D.M. del 28 Novembre 2019, dalla Legge n° 160 del 2019 (Legge di bilancio per il 2020), dal DPCM del 23 Luglio 2020 sulla partecipazione delle ASD al cinque per mille dell’IRPEF, dai Decreti-Legge n° 146 e 228 del 2021 (decreti “fisco e lavoro” e “milleproroghe” per il 2022) e dalla Legge n° 234 del 2021 (Legge di bilancio per il 2022).
L’applicazione della riforma del terzo settore, cioè del Dlgs 117/2017, alle ASD (le SSD non possono avvalersene ma possono assumere la qualifica di impresa sociale) esclude quella della Legge 398/1991 che è, di solito, la più conveniente dal punto di vista fiscale. Vi è però, fra quelli introdotti dalla riforma del terzo settore, un regime fiscale che è pressoché equivalente a quello della Legge 398/1991, vale a dire quello previsto dall’art. 86 del Dlgs 117/2017 per le associazioni di promozione sociale (APS) che realizzano ricavi da attività commerciali non superiori a 130.000 Euro annui, che potrebbe essere scelto dalle ASD più piccole e che esaminiamo nell’ultimo paragrafo di questo e-book. Questa possibilità di scelta vi sarà, per le ASD iscritte nel RUNTS come APS, a partire dall’anno di imposta successivo a quello di concessione dell’autorizzazione della Commissione Europea relativa a tale regime fiscale agevolato prevista dal comma 10° dell’art. 101 del Dlgs 117/2017, quando entreranno in vigore le norme fiscali del decreto citato che originariamente dovevano essere applicate a partire dal 1° Gennaio 2020.
Oltre che alla riforma del terzo settore l’e-book è aggiornato anche all’importante Circolare n° 18/E del 1° Agosto 2018 dell’Agenzia delle Entrate, frutto dei lavori di un tavolo tecnico fra la stessa Agenzia ed il CONI – Comitato olimpico nazionale italiano che rappresenta un momento di approfondimento di tutta una serie di problematiche fiscali che interessano le ASD e le SSD.
Questo approfondimento congiunto è stato tanto più utile quanto più si consideri che la disciplina di queste associazioni e società è molto frammentata e ciò comporta dei seri problemi di individuazione e di interpretazione delle norme applicabili.
Inoltre, l’e-book è aggiornato al Decreto Legislativo n° 36 del 2021 sulla riforma degli enti sportivi dilettantistici e professionistici e del lavoro sportivo. Questa riforma introduce molte novità riguardanti la disciplina civilistica delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, che l’avvicinano alla disciplina civilistica dell’impresa sociale (Dlgs 112/2017), mentre non tocca la disciplina fiscale agevolata di esse prevista dalla Legge 398/1991 e dalle norme a questa successive.
Queste novità entrano in vigore il 1° Gennaio 2023 assieme alle nuova disciplina del rapporto di lavoro sportivo (artt. 25 – 37 del Dlgs 36/2021), che chiarisce la materia ma non la innova profondamente.
Al decreto citato si aggiungono i Decreti Legislativi n° 37 e 39, anch’essi facenti parte della c.d. “riforma dello sport” ed emanati sulla base della Legge-delega n° 86 del 2019, sulla rappresentanza degli atleti da parte degli agenti sportivi e sull’istituzione del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche gestito dal Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri che sostituirà il registro tenuto dal CONI a partire dal 31 Agosto 2022. L’iscrizione in questo registro comporta il riconoscimento a fini sportivi della ASD o SSD, la possibilità di godere dei benefici fiscali o di altro tipo previsti dalla legge, l’opponibilità ai terzi degli atti in esso iscritti e, se richiesto, il riconoscimento della personalità giuridica della ASD.
Infine, il presente e-book cerca di dare un contributo alla soluzione di tali problemi da un lato individuando tutte le norme specifiche che si applicano alle ASD e alle SSD, di cui è offerto un elenco il più possibile completo nell’appendice normativa che chiude il testo, dall’altro analizzandole in modo sistematico, vale a dire mettendo in evidenza, quando vi sono, i collegamenti tra esse.
1. Le associazioni e le società sportive dilettantistiche: caratteristiche e ambito di applicazione del regime fiscale speciale previsto dalla Legge 398/91 dopo la riforma del terzo settore
1.1 Premessa: le associazioni e le società sportive dilettantistiche dalla Legge 398/1991 alla riforma del terzo settore
1.2 L’esercizio dell’opzione per il regime fiscale previsto dalla Legge 398/1991 ed i requisiti per esercitarla e mantenerla
1.3 La qualificazione fiscale delle ASD e delle SSD
1.4 Le caratteristiche civilistiche delle ASD e SSD previste dal Dlgs 36/2021. In particolare: l’assenza dello scopo di lucro e gli amatori (volontari)
1.5 Gli effetti civilistici dell’iscrizione nel Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche attivo dal 31 Agosto 2022
2. Il regime fiscale delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche: agevolazioni IRES, IRAP ed IRPEF
2.1 Le agevolazioni ai fini IRES e sugli obblighi contabili
2.2 Le entrate escluse dal calcolo del limite di 400.000 Euro annui e quindi dall’imponibile IRES
2.3 Le agevolazioni sull’IRAP
2.4 Le agevolazioni sull’IRPEF per chi percepisce compensi dalle ASD o SSD. La cessione dei diritti alle prestazioni sportive degli atleti. Gli obblighi contributivi
3. Le agevolazioni IVA per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. La certificazione dei corrispettivi
4. Le agevolazioni sull’IMU per le sole associazioni sportive dilettantistiche
5. Le altre agevolazioni previste per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, in particolare quelle sulle erogazioni liberali e sul cinque per mille dell’IRPEF
5.1 Le agevolazioni per le erogazioni liberali effettuate a favore delle ASD o SSD
5.2 Le sponsorizzazioni e l’imposta sulla pubblicità
5.3 Il cinque per mille dell’IRPEF
5.4 Le erogazioni liberali per ristrutturazioni di impianti sportivi (“Sport bonus”)
5.5 Le prestazioni di dipendenti pubblici e le convenzioni con enti pubblici
5.6 La riduzione del canone per le concessioni demaniali e l’affitto a canone agevolato degli immobili dello Stato
5.7 La detrazione per le quote di iscrizione dei minori
6. Una alternativa (a partire dal 2022) per le sole ASD alla Legge 398/1991: il regime fiscale forfettario delle associazioni di promozione sociale previsto dall’art. 86 del Codice del terzo settore
Appendice
Normativa di riferimento
Sintesi della procedura e chiarimenti operativi del Processo tributario telematico che a decorrere dal 1° luglio 2019 è diventato un obbligo per i giudizi instaurati in primo e secondo grado con ricorso notificato a decorrere da tale data.
Aggiornato con normativa, prassi e giurisprudenza 2022.
Obiettivo del presente eBook è quello di offrire una panoramica tale strumento e di fornire specifiche indicazioni applicative per chi debba servirsene, in modo da comprenderne rapidamente le metodologie e usufruire quanto prima delle agevolazioni di tempi e costi che la nuova soluzione può consentire.
A decorrere dal 1°.7.2019 il processo tributario telematico è diventato un obbligo per i giudizi instaurati in primo e secondo grado, per cui è completato il percorso avviato con il decreto del Direttore generale delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze del 4.8.2015. Con il decreto 6.11.2020 sono state digitalizzate le parti relative ai provvedimenti adottati dal giudice tributario e il verbale di udienza. Il portale della Giustizia Tributaria, relativamente al processo tributario telematico, ha, da settembre 2021, rinnovato la veste grafica per rendere più immediato l’utilizzo di tutti i servizi. Non si tratta di una speciale disciplina ma soltanto di una particolare procedura, non più facoltativa ma obbligatoria.
Tuttavia per i ricorsi notificati entro il 30.6.2019 (o, più propriamente, il termine è differito automaticamente al 1°.7 per effetto dell’art. 155 c.p.c.), la procedura non era un obbligo ma una facoltà di scelta tra la procedura cartacea e quella telematica. Ma la scelta “non telematica” esplica i suoi effetti anche nelle successive fasi della costituzione in giudizio e degli ulteriori depositi di atti, seppure effettuati dal 1°.7.2019, ferma restando la facoltà del resistente di costituirsi telematicamente nel successivo grado di giudizio.
Tutta la procedura ha come cardine la posta elettronica certificata che rappresenta il “domicilio digitale” del contribuente: da qui vengono depositati tutti gli atti processuali a prescindere dalla sede della Commissione tributaria, con il vantaggio di non essere vincolati all’orario di apertura della segreteria della Commissione tributaria per la consegna degli atti, ovvero di dover predisporre plichi raccomandati con avvisi di ricevimento.
Il fulcro dell’attività processuale è rappresentato dal fascicolo informatico (che sostituisce il fascicolo d’ufficio) nel quale vengono raccolti atti, documenti, allegati, ricevute di posta elettronica certificata, messaggi di sistema e dati del procedimento. Il fascicolo informatico consente alle persone abilitate di consultare direttamente gli atti esonerando la segreteria dal rilasciarne copia cartacea.
Con il d.d. 10.3.2017 è stata introdotta la possibilità, sempre nell’ambito dei depositi telematici dei ricorsi e degli appelli presso gli uffici di segreteria delle Commissioni tributarie, di effettuare il pagamento del contributo unificato per le spese di giustizia tramite il nodo dei pagamenti - SPC (pagoPA). La procedura “pagoPA” è operante in tutto il territorio nazionale (d.d. 6.6.2019). Per l’assistenza agli utenti sul portale della Giustizia Tributaria è presente il numero verde 800-051-052 (dalle ore 8.00 alle ore 18.00 dal lunedì al venerdì e dalle ore 8 alle ore 14.00 il sabato).
Anche il contribuente che vuole difendersi personalmente, essendo la controversia di valore fino a 3.000 euro deve sottostare alle regole di natura informatica: nel ricorso introduttivo deve indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, ovvero l’indirizzo al quale vuole ricevere le comunicazioni della segreteria, tra le quali primeggia la comunicazione della data di discussione della controversia.
Nel caso di mancata indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata ed ove il destinatario non sia raggiungibile da pubblici elenchi, le comunicazioni sono eseguite esclusivamente mediante deposito in segretaria della Commissione tributaria (art. 16-bis, comma 2, del d.lgs. 31.12.1992, n. 546).
È opportuno ricordare che l’obbligo di avvalersi della procedura di processo tributario telematico non è influenzato dal fatto che la cartella di pagamento (a decorrere dal 1°.6.2016) o l’avviso di accertamento (a decorrere dal 1°.7.2017) siano stati notificati a mezzo posta elettronica certificata, ai sensi, rispettivamente, dell’art. 26, secondo comma, del d.P.R. 29.9.1973, n. 602, e dell’art. 60, ultimo comma, del d.P.R. 29.9.1973, n. 600.
Con decreto direttoriale 20.5.2019 del Ministero dell’economia e delle finanze è stato istituito il Forum nazionale multilaterale sul processo tributario telematico con riferimento al deposito degli atti processuali in modalità telematica presso le Commissioni tributarie di ogni ordine e grado, assicurando la rappresentanza equilibrata dei soggetti pubblici e privati interessati. Sono membri del Forum le amministrazioni, le associazioni di categoria ed i soggetti privati individuati nell’allegato al decreto tra cui CNF e CNDCEC.
Il Forum ha durata di tre anni dalla data di sua istituzione e si riunisce con cadenza semestrale su convocazione della Direzione della Giustizia Tributaria. I risultati delle attività del Forum sono pubblicati sui portali istituzionali del Ministero dell’economia e delle finanze.
1 L’avvio del processo tributario
2 Il processo tributario telematico
1 L’ambito di applicazione delle regole tecniche ed operative del processo tributario telematico
1.1 L’obbligo di osservare le procedure telematiche
2 La decorrenza dell’obbligo telematico
2.1 La regola fino al 30.6.2019
2.2 La regola in vigore dal 1°.7.2019
2.3 La difesa personale
2.4 La deroga concessa all’obbligo telematico
2.5 La norma interpretativa per i giudizi instaurati fino al 30.6.2019
3 L’indirizzo di posta elettronica certificata
4 Le regole informatiche
5 L’introduzione al processo tributario telematico
6 Il Portale della Giustizia Tributaria
7 Il S.I.Gi.T
7.1 Il ruolo del S.I.Gi.T
7.2 La registrazione dei soggetti al S.I.Gi.T
8 I servizi resi dal S.I.Gi.T
9 L’utilizzazione del processo tributario telematico
10 Il ricorso
11 La procura alle liti e il conferimento dell’incarico di assistenza e difesa
12 La predisposizione del ricorso
13 La firma del ricorso
14 La notificazione del ricorso
14.1 La disciplina della notifica a mezzo PEC
14.2 Il perfezionamento della notifica
14.3 Il tempo della notifica
15 Le modalità operative della notifica a mezzo PEC
15.1 La regola
15.2 L’invio errato della PEC
15.3 La prova dell’avvenuta notifica
15.4 Le modalità della notifica
15.5 La prova della notifica
15.6 L’elezione di domicilio
15.7 La criticità delle notifiche telematiche
16 Gli standard degli atti processuali e dei documenti informatici allegati
17 La procedura preliminare per la costituzione in giudizio del ricorrente
17.1 Le avvertenze preliminari
17.2 I controlli da eseguire per la trasmissione degli atti
17.3 La predisposizione degli atti e dei documenti per la costituzione in giudizio del ricorrente
18 Il pagamento del contributo unificato tributario e degli altri diritti e spese di giustizia
18.1 La regola
18.2 Le modalità di pagamento del contributo unificato tributario
18.3 Il contributo unificato online con pagoPA
19 La segreteria della Commissione tributaria nella costituzione in giudizio
20 La costituzione telematica in giudizio del ricorrente/appellante
20.1 La procedura
20.2 I controlli dei file
20.3 Le avvertenze procedurali
20.4 La ricevuta di accettazione
21 I controlli del S.I.Gi.T
21.1 La procedura
21.2 Le “anomalie” di “trasmissione”
21.3 La smart card scaduta dopo la notifica del ricorso
21.4 L’indisponibilità dei servizi PTT
22 L’iscrizione a ruolo
23 La costituzione in giudizio della parte resistente
23.1 L’accesso al fascicolo telematico per la parte non costituita
23.2 La trasmissione degli atti e dei documenti della parte resistente
23.3 La procedura
23.4 La ricevuta di accettazione
23.5 I controlli del S.I.Gi.T
23.6 L’iscrizione a ruolo
23.7 Le anomalie nel deposito delle controdeduzioni
24 La trasmissione degli atti successivi alla costituzione in giudizio
25 La notifica della sentenza
26 Il ricorso in appello
27 L’attestazione temporale degli atti processuali
27.1 Le ricevute
27.2 Le notifiche e le comunicazioni
27.3 Il deposito degli atti
27.4 Il deposito di atti e documenti non informatici
28 Il fascicolo informatico
28.1 La formazione del fascicolo informatico
28.2 La consultazione del fascicolo telematico
28.3 Il fascicolo informatico e gli atti e documenti non informatici
28.4 La consultazione pubblica del fascicolo informatico
29 Il potere di certificazione di conformità
29.1 I documenti informatici depositati
29.2 Gli atti e i provvedimenti depositati
29.3 La certificazione di conformità
29.4 La prova della notificazione o della comunicazione
29.5 I diritti di copia
30 La segreteria della commisisone tributaria
30.1 L’attività degli uffici di segreteria
30.2 Gli adempimenti della segreteria
30.3 Le comunicazioni della segreteria
30.4 La sentenza
30.5 Il caso di malfunzionamento del sistema informativo
30.6 La discussione della causa in videoconferenza
3 Le norme processuali a confronto
4 L’entrata in vigore del processo tributario telematico
1 Art. 16, comma 1, decreto direttoriale 4 agosto 2015: entrata in vigore e individuazione delle Commissioni tributarie
2 Art. 2, decreto direttoriale 30 giugno 2016: entrata in vigore
3 Art. 2, decreto direttoriale 15 dicembre 2016: entrata in vigore
4 Art. 16, commi 1 e 5, decreto legge 23 ottobre 2018, n. 119: giustizia tributaria digitale
5 Possibilità del pagamento del contributo unificato tramite il nodo dei pagamenti – SPC (pagoPA)
5 La sintesi operativa del processo tributario
1 I rimedi procedurali (cfr. d.lgs. 546/1992
2 Le eccezioni procedurali (cfr. d.lgs. 546/1992)
3 Il differimento dei termini (cfr. d.lgs. 546/1992)
6 Il contributo unificato per le spese di giustizia
1 L’obbligo del contributo unificato
2 Il presupposto soggettivo
3 La determinazione dell’importo dovuto
4 Il pagamento del contributo unificato
5 Il recupero del contributo unificato
7 Lo scadenzario
1 Le regole
2 Il computo dei termini
3 I termini per proporre il ricorso
4 I termini per la costituzione in giudizio del ricorrente
5 Il deposito dei documenti prima della trattazione
6 Il deposito delle memorie e dell’istanza di pubblica udienza prima della trattazione
7 Il deposito di brevi repliche prima della trattazione
8 Il termine lungo per appellare
8 La giurisprudenza
1 Le regole della notifica
2 La sanatoria per il raggiungimento dello scopo
3 La costituzione in giudizio e il deposito degli atti
Appendice normativa
eBook in pdf di 119 pagine sul sistema dei controlli degli Enti del Terzo settore.
Aggiornato con la Circolare n. 9/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
La previsione di strumenti di controllo negli ETS è stata accolta con favore, rappresentando un presupposto indispensabile ai fini della realizzazione degli obiettivi di correttezza e trasparenza perseguiti dalla Riforma.
Il controllo, infatti, è funzionale alla tutela di tutti gli interessi convergenti nel Terzo settore:
Tuttavia, nell’attuazione dei suddetti obiettivi, il Codice del Terzo Settore ha delineato un sistema policentrico, articolato e molto complesso che suscita perplessità: esso presenta ridondanze e duplicazioni che pregiudicano la funzionalità stessa del sistema in termini di efficacia ed efficienza, oltre al rischio concreto che la concorrenza tra competenze di organi diversi può generare conflitti di giurisdizione e di giudicato nel senso lato del termine.
La scarsa precisione nel linguaggio utilizzato contribuisce a rendere il sistema poco chiaro: i termini impiegati (controllo, monitoraggio, vigilanza) non sempre corrispondono a concetti diversificati e dal contenuto certo.
Pur nella farraginosità della disciplina, è possibile distinguere i controlli svolti da organi interni all’ente da quelli svolti da soggetti esterni ad essi ed è proprio sulla base di questo criterio di classificazione che procederemo all’esame delle diverse disposizioni del Codice del Terzo Settore, non prima però di aver sottolineato alcune condivisibili considerazioni della dottrina.
Pur rappresentando indubbiamente un appesantimento degli oneri imposti agli ETS, spesso peraltro non adeguatamente graduali e proporzionati, il Consiglio Nazionale di Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) considera il regime dei controlli “un elemento cruciale di trasparenza e garanzia per tutti gli stakeholder coinvolti e, quindi, uno strumento essenziale per la buona riuscita della Riforma del Terzo settore.
Del resto soltanto un sistema che privilegi il controllo continuativo e sostanziale dell’interesse generale perseguito, rispetto a finalità meramente egoistiche, indipendentemente dalla qualificazione dell’attività svolta per il raggiungimento dello scopo, consentirà di reprimere o dissuadere in origine tutti i fenomeni di abuso della qualifica di ETS”.
Con specifico riferimento alla nomina dell’organo di controllo, il CNDCEC invita gli ETS a non considerarla come un mero dovere di conformità alla normativa bensì come un’opportunità per realizzare un efficiente sistema di governance, tanto da suggerire anche ai soggetti per i quali la nomina è facoltativa di procedere in tale direzione, naturalmente previa valutazione della fattispecie concreta.
È dunque fondamentale che tutti gli operatori a diverso titolo coinvolti nella gestione e nella consulenza agli Enti del Terzo Settore acquisiscano una conoscenza sufficientemente approfondita della materia dei controlli, alla quale si auspica di contribuire con il presente scritto.
Considerazioni introduttive
1. I controlli interni
1.1 L’organo di controllo
1.1.1 Le “Norme di comportamento dell’organo di controllo degli enti del Terzo settore” elaborate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
1.1.2 Quando è obbligatorio l’organo di controllo. Composizione monocratica e composizione collegiale.
1.1.3 I requisiti di professionalità ed indipendenza.
1.1.4 Nomina e accettazione dell’incarico.
1.1.5 Gli ambiti da presidiare.
1.1.5.1 L’osservanza della legge e dello statuto.
1.1.5.2 Il rispetto dei principi di corretta amministrazione.
1.1.5.3 Il rispetto delle disposizioni del d.lgs. n. 231/2001 e i rapporti con l’Organismo di Vigilanza
1.1.5.4 L'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile e il suo concreto funzionamento.
1.1.5.5 L’adeguatezza del sistema di controllo interno
1.1.5.6 L'osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
1.1.5.7 La conformità del bilancio sociale alle linee guida ministeriali. Il bilancio di esercizio, il patrimonio minimo e gli obblighi antiriciclaggio.
1.1.5.8 Scioglimento ed estinzione dell’ente, devoluzione del patrimonio
1.1.6 Poteri di ispezione dell’organo di controllo
1.1.7 Poteri-doveri dell’organo di controllo nei confronti dell’organo di amministrazione.
1.1.8 Rapporti con gli altri organi sociali.
1.1.8.1 Partecipazione all’assemblea degli associati
1.1.8.2 Partecipazione alle riunioni dell’organo di amministrazione
1.1.8.3 Scambio di informazioni con il revisore legale dei conti
1.1.8.4 Rapporti con il sistema di controllo interno
1.1.9 Le riunioni e le deliberazioni dell’organo di controllo
1.1.10 Le relazioni dell’organo di controllo
1.1.10.1 Relazione all’assemblea
1.1.10.2 Relazione da includere nel bilancio sociale
1.1.11 Il compenso ai componenti dell’organo di controllo
1.1.12 Cessazione dall’incarico
1.1.13 La responsabilità dei componenti dell’organo di controllo
1.2 Il revisore legale dei conti
1.2.1 Quando è obbligatorio il revisore legale dei conti
1.2.2 I requisiti e il conferimento dell’incarico
1.2.3 Lo svolgimento della revisione legale
1.2.4 La responsabilità del revisore
1.2.5 Il Codice Etico per i revisori legali
1.2.6 La retribuzione per l’incarico di revisione
1.2.7 Cessazione anticipata dell’incarico
1.3 Il codice della crisi: estensibilità degli indicatori di allerta agli enti del terzo settore
1.4 Decorrenza degli obblighi di nomina dell’organo di controllo e del revisore legale
2. I controlli esterni
2.1 Il ministero del lavoro e delle politiche sociali
2.2 Gli uffici del registro unico nazionale del terzo settore
2.2.1 I requisiti necessari per l’iscrizione nel RUNTS: il contenuto necessario dell’atto costitutivo e dello statuto, oggetto del controllo.
2.2.2 Verifiche per l’iscrizione in caso di trasmigrazione di ODV e APS e di iscrizione su domanda
2.2.3 Il controllo triennale degli enti iscritti e la cancellazione dal RUNTS
2.2.4 Oggetto del controllo nella procedura di estinzione degli ETS e nella procedura di devoluzione del patrimonio
2.2.5 Il controllo sulle fondazioni secondo l’articolo 90 del Codice Terzo Settore: una norma da ripensare
2.3 Altri organismi previsti dal codice del terzo settore con funzioni di vigilanza e controllo
2.3.1 Il Consiglio Nazionale del Terzo Settore
2.3.2 I Centri di Servizio per il Volontariato
2.3.3 Organismo nazionale di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.3.4 Organismi territoriali di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.4 I controlli fiscali, l’accertamento dei requisiti per l’iscrizione al runts e il godimento dei regimi fiscali agevolati
2.4.1 La Guardia di Finanza.
2.5 Le altre pubbliche amministrazioni e gli enti territoriali
2.5.1 I rapporti delle “altre pubbliche amministrazioni” con gli Uffici del RUNTS
2.6 Il controllo giurisdizionale
3. Particolari forme di controllo
3.1 L’organismo di vigilanza
3.2 Le reti associative
3.3 Il controllo del notaio nelle fasi di costituzione, approvazione delle modifiche statutarie e di riconoscimento della personalità giuridica di enti già iscritti al RUNTS o che intendono iscriversi
3.3.1 Il controllo del notaio sull’atto costitutivo
3.3.2 Insussistenza delle condizioni per la costituzione, rifiuto del notaio e procedimento ex art.22, comma 3, CTS; la ratio del silenzio-rifiuto
3.3.3 Il controllo del notaio sul requisito patrimoniale
3.3.4 Il Consiglio Notarile di Milano sull’“Ottenimento della personalità giuridica da parte di associazione non riconosciuta mediante l’iscrizione al RUNTS e da parte di associazione non riconosciuta che già possieda la qualifica di ETS”
3.4 Il ruolo del diritto di accesso degli associati nel sistema dei controlli
3.5 Il cosiddetto monitoraggio civico
eBook di 183 pagine in pdf sull'analisi di bilancio per la gestione efficiente delle imprese
L'ebook vuole offrire una visione dell’analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle imprese definendo il contesto dell’attività di impresa, le minacce al business, i vari tipi di squilibri economici e patrimoniali e il deficit economico e patrimoniale e la differenza tra i due concetti. L’incertezza economica causata dalla pandemia e ora dalla crisi Ucraina obbliga le imprese a fare uno sforzo di pianificazione e di previsione degli scenari futuri.
L’analisi di bilancio prospettica e lo studio del posizionamento competitivo diventano armi indispensabili per stare in modo efficiente sul mercato. Allo stesso tempo l’analisi storica delle performance permette al management di poter intervenire tempestivamente sulla gestione strategica dell’impresa e sul modello di business. La scelta è quella di fornire degli spunti su alcune tematiche, trovando difficile poter approfondire ogni campo dell’analisi economica in un documento che si propone comunque lo scopo di essere di facile e immediata lettura. Quindi si è preferito segnalare gli aspetti ritenuti rilevanti e suggerire delle riflessioni ponendo l’accento sulle tematiche più controverse.
L’analisi del presente lavoro vuole condurre manager e professionisti ad una attenta lettura dei dati aziendali al fine di poter intercettare la crisi di impresa prima che questa diventi insolvenza, mentre per le imprese in fase di sviluppo e crescita accendere l’attenzione su tematiche importanti nella costruzione del business plan, nella gestione del rischio e dell’efficienza.
Saranno trattati sia modelli di analisi di bilancio per indici e flussi sia modelli economici di gestione delle imprese con riferimento alle tecniche di produzione da un punto di vista microeconomico.
La gestione e la massimizzazione dei risultati, l’attività di ricerca e sviluppo e la gestione strategica dell’impresa.
Da un punto di vista temporale viene affrontata sia l’analisi storica che quella prospettica, ricordando che l’analisi prospettica è basata su previsioni che spesso sono legate ad eventi esogeni e quindi sconta l’incertezza di cui l’ambiente economico, sia a livello micro che macro, è caratterizzato.
Il testo contiene osservazioni utili per comprendere ed evitare errori nell’analisi di bilancio e nella costruzione del budget. È doveroso fare subito una precisazione, soffermandosi sulla la differenza tra squilibri e deficit. Le norme recenti in tema di crisi di impresa, ad esempio, parlano sempre di squilibri; l’articolo 2 del D.Lgs. 14/2019 così recita: la crisi è lo stato di squilibrio economico-finanziario che rende probabile l'insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.
Anche il D.L. 118/2021, la riforma della crisi di impresa attuata dal governo Draghi, all’articolo 2 nel definire il percorso di uscita dalla crisi di impresa dice: l'imprenditore commerciale e agricolo che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza, può chiedere al segretario generale della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell'impresa la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa.
Il fatto che il legislatore ha ritenuto opportuno usare il termine squilibrio e non deficit ha una sua ragione;
lo squilibrio è essenzialmente momentaneo;
anche il deficit può esserlo, ma il deficit fa presupporre una situazione di eccedenza o avanzo (o meglio di disavanzo o avanzo negativo) di un valore rispetto ad un altro.
Premesse
1. Il concetto di deficit e la differenza con gli squilibri
1.1 Le possibili definizioni di deficit
1.2 Il deficit patrimoniale
1.3 Il deficit finanziario e le differenze con gli squilibri finanziari
1.4 Il deficit economico e le differenze con gli squilibri economici
1.5 La gestione degli squilibri economici e patrimoniali-finanziari
2. L’analisi di bilancio le fonti e le riclassificazioni dei bilanci
2.1 Le fonti: il bilancio e le altre informazioni
2.2 La Riclassificazione del bilancio per l’analisi
2.3 La riclassificazione del conto economico
2.3 Il costo del venduto
2.4 La riclassificazione dello stato patrimoniale
3. La gestione dell’impresa e l’analisi di bilancio per indicatori
3.1 Cos’è l’impresa
3.2 Un indicatore di efficienza economico: la leva operativa
3.3 La gestione degli investimenti e l’indebitamento
3.3.1 Il livello di indebitamento ottimale
3.3.2 Il rapporto tra indebitamento e costo del capitale
3.4 Analisi del MOL
4. Le diverse tipologie di analisi e di indicatori
4.1 Gli indicatori complessi e l’analisi per indici
4.2 Gli indici economici e la relazione tra ROI e ROE e ROS
4.3 Il ROE e la leva finanziaria
4.4 Lo studio del conto economico e il punto di equilibrio: il BEP
4.5 Gli indici di efficienza produttiva
4.6 Gli indici patrimoniali
4.7 Gli indici finanziari
4.8 Il DSCR: la sostenibilità del debito finanziario
4.9 L’analisi dei flussi finanziari
4.10 Il limite dell’analisi prospettica
5. L’analisi dei costi dell’impresa
5.1 La natura dei costi: definizioni ed esempi di costi fissi e variabili
5.2 L’imputazione dei costi il direct costing e il full costing
5.3 La determinazione del prezzo di vendita: il metodo del cost Plus
6. L’autofinanziamento, il capitale autogenerato e rigenerato
7. La ricerca empirica e i dati in tema di analisi di bilancio
7.1 La creazione del valore
8. Le linee guida dell’EBA del giugno 2021 per gli intermediari
8.1 Prestiti a microimprese e piccole imprese
8.2 Uso eccessivo della leva finanziaria
8.3 La finanza di progetto
8.4 La revisione dei prestiti
9. La produttività, una misura per lo sviluppo delle imprese
Conclusioni
Appendice al testo ...................................................................................................................... 145
La nuova PFN ................................................................................................................................ 145
Le nuove norme di default “bancarie” attive dal 1.1.2021 .................................................................. 148
Riflessioni sull’indicatore della crisi di impresa introdotto dal D.L. 118/2021 ........................................ 152
Appendice matematica ............................................................................................................... 157
eBook in pdf di 111 pagine sul budget e la pianificazione strategica per la sostenibilità dell'impresa.
La Piccola e Media Impresa è stata, e forse lo è, ancora oggi, la forza trainante dell'economia italiana, nonostante la forte accelerazione al cambiamento che i mercati internazionali hanno subito dagli accadimenti degli ultimi decenni.
Di sovente, in queste piccole strutture, il controllo viene fatto soltanto a consuntivo sulla base delle risultanze di un metodo contabile generalmente pensato per assolvere agli obblighi fiscali di determinazione del reddito d'esercizio.
In verità sarebbe finanche possibile adattare, con qualche accorgimento, il sistema contabile per ottenere, anche in corso d'anno, dei dati significativi, ma ciò sarebbe possibile solo a patto di effettuare periodicamente alcune registrazioni integrative che simulino quelle di chiusura dell'esercizio.
Partendo dai dati rilevabili dalle scritture contabili obbligatorie e da un numero limitato di altre informazioni si potrebbe giungere alla determinazione di valori utili per definire un programma da riversare, poi, in un budget.
Tra le varie informazioni ve ne sono alcune di natura extra-contabile che potrebbero consentire di delineare meglio i punti di forza e quelli di debolezza dell'azienda oltre che individuarne la posizione all'interno del mercato. Si tratta di informazioni che gli imprenditori, istintivamente, prendono già in considerazione, ma che, generalmente, ritengono superflue o difficili da codificare o da esporre in maniera strutturata e analitica.
L'utilizzo di questi elementi classificabili generalmente come "segnali deboli" possono consentire alla PMI di avere una visione molto più chiara delle proprie performance favorendo nel contempo l'individuazione di azioni correttive e/o migliorative da intraprendere (ricordate le analisi post partita di cui ti ho raccontato?) . Se costruito in maniera organica e funzionale alle esigenze ed alla tipicità dell'azienda, è possibile estendere quindi il bilancio d'esercizio, trasformandolo da mero strumento programmatico a strumento di gestione e di analisi economico e semplificato, da cui pianificare una strategia d'azione e finanche un budget.
Per semplificarne la trattazione, l'ebook è stato diviso in sezioni che possono essere oggetto di consultazione in maniera autonoma ed anche non consequenziale.
Nella prima parte viene trattato per grandi linee, il controllo di gestione e la programmazione partendo dai dati disponibili dalla contabilità.
La seconda parte descrittivo/qualitativa punta a mettere il lettore nelle condizioni di costruire una serie di indicatori per controllare tra gli altri aspetti relativi al mercato, all'organizzazione interna ed alla distribuzione della conoscenza.
La terza ed ultima parte partendo dalle conoscenze acquisite nei precedenti capitoli approcceremo allo strumento base della programmazione: “il Budget”, come strumento per comprendere meglio i risultati delle azioni correttive che si sono intraprese nel tempo. Dall'analisi delle variazioni mese per mese e dal confronto dei dati a consuntivo con i dati inseriti nel budget, si avrà immediatamente la corrispondenza tra le strategie pianificate e quelle realizzate.
Introduzione
Di cosa parliamo?
1. Controllo e programmazione
1.1 Gli strumenti tradizionali utilizzati
1.2 Gli strumenti progettuali
1.2.1 La pianificazione
1.3 Definizione della strategia: la programmazione
1.3.1 Gli obiettivi
1.4 il budget
1.4.1 Le funzioni del budget
1.4.2 I limiti del budget
1.5 Le classificazioni del budget
1.6 Fasi propedeutiche alla redazione del budget
1.6.1 La calenderizzazione del budget
1.7 Il processo di budgeting
1.7.1 I budget dell’area commerciale
1.7.2 Il Budget delle vendite
1.7.2.1 Il periodo di riferimento
1.7.2.2 Analisi interne ed esterne
1.7.2.2.1 L’analisi SWOT: breve accenno
1.7.2.2.2 Le analisi esterne
1.7.2.2.3 Le analisi interne
1.7.2.3 Valutazione dei vincoli
1.7.2.4 Sintesi delle previsioni specifiche
1.7.3 L’articolazione del budget delle vendite
1.7.4 Budget dei costi commerciali
1.7.5 il programma di produzione
1.7.5.1 La politica delle scorte
1.7.6 Budget dei costi di produzione
1.7.6.1 Il budget dei costi diretti
1.7.6.2 Determinazione dei costi standard
1.7.6.3 Costi standard delle materie prime
1.7.6.4 Costi standard di manodopera
1.7.6.5 Standard dei costi indiretti
1.7.7 Budget degli acquisti
1.7.8 Budget del personale
1.7.9 Il budget dei costi indiretti
1.7.10 Budget dei costi generali
1.7.11 Budget degli investimenti
1.7.11.1 Valutazione dal punto di vista strategico
1.7.11.2 Valutazione dal punto di vista economico/finanziario
1.7.12 Budget del conto economico
1.7.12.1 Conto economico a Valore della produzione e Valore aggiunto
1.7.12.2 Conto economico a Ricavi e Costi del venduto
1.7.12.3 Conto economico a margine di contribuzione
1.7.13 Budget dello stato patrimoniale
1.7.13.1 il criterio finanziario
1.7.13.2 il criterio funzionale
1.7.14 Il budget finanziario
1.7.15 Budget di cassa
2. Analisi degli scostamenti
2.1 Quando, come, chi e cosa
2.1.1 Scostamento dei costi variabili
2.1.2 Scostamento dei volumi. Incidenza sui costi fissi
2.1.3 Scostamento dei ricavi
2.2 i rischi nel processo di analisi
3. Conclusioni
Guida pratica in pdf sull'applicazione del Regolamento protezione dati personali e tutela della privacy negli Studi professionali, con Schemi e consigli pratici per gli adempimenti.
Questa seconda edizione del Volume La privacy negli studi professionali nasce sull’onda della soddisfazione per le manifestazioni di apprezzamento che sono state espresse verso gli Autori della prima edizione e trova spinta nell’esigenza di dare maggiore esaustività all’analisi di uno scenario che negli ultimi due anni ha subito un mutamento profondo e sostanziale.
La prima edizione è stata pubblicata nei giorni immediatamente successivi alla fatidica data del 25 maggio 2018 che, come noto, ha segnato l’innesco -rectius l’applicabilità- del Regolamento generale UE 2016/679. Lo sforzo degli Autori è stato evidentemente profuso verso l’esigenza di offrire ai professionisti e, più in generale, agli operatori del mondo del lavoro (datori di lavoro, imprenditori, dipendenti e collaboratori) uno strumento operativo, una sorta di bussola, in virtù di cui riuscire a orientarsi in quel rinnovato “ambiente".
Dall'entrata in vigore del Regolamento Europeo, molti di noi addetti ai lavori ci siamo sentiti investiti da una ventata d'aria fresca. Il taglio stesso della normativa, con l'abbandono dei principi formalistici il favore di un approccio proattivo molto più vicino alla realtà di chi combatte tutti i giorni con la realtà pratica delle aziende offrendo consulenza, ci ha dato grandi speranze. Inoltre, la previsione in capo al Garante di cospicui poteri di soft law ci permetteva all'epoca di sognare di mandare al macero moduli e formulari in favore della costruzione di sistemi di gestione, di formazione continua, e soprattutto di una strutturazione in capo alla figura del data protection officer di una effettiva possibilità di incidere sulla qualità della vita lavorativa delle persone all'interno di sistemi complessi, proprio perché - e chi si occupa di privacy lo sa bene - l'italiano per sua formazione, probabilmente per ragioni storiche, è estremamente attento alla sua riservatezza, soprattutto in tempi di condivisione sul web di qualunque cosa.
Poi è arrivato il covid. Le scelte di politica generale non sono opinabili dai tecnici, ma quello che si può certamente registrare dal primo lockdown e che la carta un tanto al chilo è tornata a far da padrona: moduli, formulari, procedure, avvisi. L'ansia di fornire evidenza ad una pubblica autorità percepita come costantemente di pattuglia ha riempito letteralmente uffici, reparti e locali commerciali di scartoffie appese ai muri. Di pari passo con l'applicazione del green pass, si è fatta sempre più pressante la domanda di chiarire sotto il profilo del diritto alla privacy le controversie interne alle organizzazioni, interpretando le norme che cambiano di continuo, nel perdurare dello stato di emergenza. Molto è stato fatto per trasferire on-line la gestione delle attività connesse alla gestione sanitaria, creando ulteriori schemi e procedure e regolamenti interni per integrare le nuove incombenze nell'attività delle persone.
Nel complesso, come tutte le situazioni di crisi, è stata una ottima palestra per acquisire esperienza su scenari nuovi.
In questa seconda edizione ci proponiamo di aggiungere contributi speriamo utili per gli studi professionali per essere vicino ai propri clienti anche nella gestione di problemi e domande che certamente saranno arrivate e continueranno ad arrivare nel perdurare della pandemia.
Sperando di essere utile e di fare la nostra parte.
Prefazione alla Seconda Edizione.
Prefazione alla Prima Edizione.
Premessa (Avv. Luca Malatesta).
Premessa alla seconda edizione (Avv. Luca Malatesta).
1. Sintesi schematica del quadro normativo di riferimento (Dott. Giuseppe Miceli).
1.1 Il quadro normativo in materia di protezione dei dati personali
1.2 Il “dato personale” ai sensi del GDPR: definizione e tipologie di dati
2. Organigramma privacy: ruoli e responsabilità (Avv. Luca Malatesta).
2.1 Situazioni di titolarità e contitolarità del trattamento: come distinguerle e cosa fare.
2.2 La categoria dei sub-responsabili del Titolare o del Responsabile per il trattamento.
2.3 Il DPO (Data Protection Officer)
2.4 La gestione degli archivi cartacei e il registro dei trattamenti
2.4.1 La gestione degli archivi cartacei
2.4.2 Il registro dei trattamenti
2.5 L’art. 32: obbligo per il titolare del trattamento di adottare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza corrispondente al rischio.
2.6 Sistemi di certificazione.
3. Protezione dei dati personali e tutela della privacy dei lavoratori (Dott. Marco Miceli).
3.1 La privacy dei lavoratori
3.1.2 DPIA per il datore di lavoro/titolare del trattamento.
3.2 Il Provvedimento generale del Garante in merito al trattamento di categorie particolari di dati, nei rapporti di lavoro.
3.3 Videosorveglianza in ambiente lavorativo.
3.4 Piano sanzionatorio per violazioni in materia di controlli e videosorveglianza in ambiente lavorativo.
4. La valutazione d’impatto per la protezione dei dati (Dott. Giuseppe Miceli).
4.1 Data Protection Impact Assessment: obbligo di (auto)valutazione preventiva del rischio privacy.
4.2 Oggetto della DPIA.
4.3 Soggetti della DPIA.
4.4 Contenuto della DPIA.
4.5 Analisi dei rischi e DPIA.
4.6 Metodologia pratica di analisi e realizzazione di una DPIA.
4.7 Sintesi del piano sanzionatorio per la violazione dell’obbligo della DPIA.
5. Esercizio dei diritti dell’interessato e azioni legali (Dott. Giuseppe Miceli).
5.1 I diritti dell’interessato dal Codice della privacy al GDPR.
5.2 Analisi schematica dei diritti dell’interessato.
5.3 Reclami, ricorsi e azioni per il risarcimento del danno.
6. La pandemia del COVID- 19 e la tutela dei dati personali del lavoratore (Avv. Mauro Buontempi)
6.1 Il Green Pass e l’accesso ai luoghi di lavoro: il controllo operato dal datore di lavoro.
6.2 Gli adempimenti a carico del Titolare dello Studio Professionale: il documento organizzativo, il documento di privacy by design e by default, le lettere di incarico, l’informativa ai dipendenti e il registro dei trattamenti
6.3 Il trattamento dei dati sanitari del lavoratore in epoca di pandemia: la corretta base giuridica.
6.4 Il medico competente e il trattamento dei dati sanitari del lavoratore.
7. Focus - Attività di ispezione e impianto sanzionatorio (Dott. Giuseppe Miceli).
7.1 Le ispezioni: operatività e consigli utili
7.2 Provvedimenti del Garante: sanzioni e provvedimenti correttivi
Conclusioni e considerazioni del curatore editoriale.
Sitografia.
Formulario:
eBook di 72 pagine in pdf, sulla cessione dello studio professionale, nato con l'obiettivo di aiutare i professionisti a comprendere i mutamenti in corso e dotarli degli strumenti necessari a dare continuità alla propria attività professionale, migliorando competenze e qualità della vita.
Sarà quindi tracciato un quadro completo delle operazioni di fusione e acquisizione di Studi professionali in Italia con particolare riferimento a studi di Commercialisti e consulenti del lavoro, mentre saranno fatti alcuni cenni sulle operazioni di cessione/aggregazione di Studi legali ed odontoiatrici.
Oltre agli aspetti inerenti la prassi, la normativa e la fiscalità, saranno presentati, estratti di contratti di cessione e dati non reperibili in banche dati pubbliche.
Premessa
1. La prassi in Italia con uno sguardo all’Europa
1.1 La prassi in Europa: i concetti di “affiancamento” e di “attività ripetitiva e standardizzata”
1.2 La prassi in Italia
1.3 Le operazioni M&A di Studi professionali: le operazioni singole e le operazioni strutturate
1.4 Gli effetti delle aggregazioni
1.5 Focus: l’M&A professionale nel settore dentale
1.5.1 Il contesto in cui operano gli Studi dentistici ed i vantaggi delle operazioni M&A
1.5.2 Lo stato attuale del mercato del M&A di Studi Dentistici
1.6 Focus: l’M&A professionale nel settore legale
2. Gli aspetti fiscali nelle operazioni M&A di Studi professionali
2.1 Le differenze tra M&A di Studi professionali e aziende
2.2 La cessione del “Pacchetto Clienti”
2.3 La cessione del marchio
2.4 La cessione dei cespiti
2.5 I compensi per il patto di non concorrenza (articolo 2125 del codice civile)
2.6 L’apporto della clientela in un’associazione professionale
2.7 La trasformazione/conferimento dello Studio associato in S.T.P.
3. La valutazione dello Studio professionale in ottica di cessione
3.1 La valutazione dello Studio del Commercialista/Consulente del Lavoro
3.1.1 Il metodo finanziario
3.1.2 Il metodo dei multipli di transazioni comparabili e l’analisi di regressione
3.1.3 L’effetto della pandemia da covid-19 sul valore degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro
3.2 La valutazione dello Studio legale
3.3 La valutazione dello Studio odontoiatrico
4. La reale natura dell’operazioni di acquisizione/cessione di uno Studio professionale
4.1 La progettualità che attiva le operazioni di aggregazioni professionale
4.1.1 Il professionista vicino all’età pensionabile
4.1.2 Il professionista cinquantenne
4.1.3 Il giovane professionista
4.2 La natura aggregativa dell’operazione di cessione/acquisizione di uno Studio professionale
4.2.1 L’attività di affiancamento/canalizzazione del professionista aggregato (cedente)
4.2.2 Il principio di continuità gestionale
5. Gli aspetti civilistici e contrattuali delle operazioni di aggregazione professionale
5.1 Le ragioni di uno storico disinteresse normativo: bipartizione fra attività imprenditoriale e attività professionale
5.2 L’imprenditorializzazione dell’attività professionale: l’orientamento normativo e giurisprudenziale comunitario
5.3 L’art. 54, comma 1-quater, del T.U.I.R.: sua matrice fiscale e necessità di una giustificazione civilistica dell’operazione di cessione
5.4 La risoluzione n. 108/2002 dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e Contenzioso
5.5 La sentenza n. 2860/2010 della Corte di Cassazione
5.6 Il contratto di cessione di Studio professionale: il suo oggetto ed il principio di continuità fra vecchia e nuova gestione
5.7 Le condizioni peculiari delle operazioni di aggregazione professionale
5.8 Alcuni casi pratici
5.9 Il contratto di aggregazione tramite fusione/incorporazione: cenni sulle principali clausole contrattuali/statutarie
5.9.1 Le categorie di quote – diritti particolari delle partecipazioni
5.9.2 Trasferimento di quote
5.9.3 Recesso del socio
6. Statistiche sul mercato M&A degli Studi di Commercialisti e Consulenti del Lavoro (a cura di MpO Centro Studi)
6.1 Profilo dei Dominus cedenti
6.2 Profilo degli Studi ceduti
6.3 Le operazioni
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