Come già detto in precedenza, il contribuente deve fornire la prova contraria circa il fatto di non essere residente in Italia nell'anno d'imposta oggetto di accertamento da parte dell'ufficio. Una perizia sugli immobili di cui il contribuente è proprietario in Italia a mio avviso avrebbe uno scarso impatto ai fini della difesa in giudizio. Le prove da fornire devono invece dimostrare che il contribuente era effettivamente all'estero nel periodo d'imposta oggetto di accertamento. Deve produrre, pertanto, ad es. contratti di locazione dell'immobile all'estero, documentazione inerente il rapporto di lavoro, contratti relativi alle utenze, eventuale possesso di sito internet estero, casella mail estera, viaggi in Italia sporadici, conto corrente estero con operazioni effettuate all'estero, con tanto di chiusura e trasferimento dell'importo (convertito in euro) sul c/c italiano, insomma ogni documentazione utile a dimostrare l'effettiva residenza all'estero.
Se, sulla base delle prove fornite, il giudice accerta che effettivamente il contribuente era da considerarsi residente all'estero e che pertanto il flusso di denaro sul c/c italiano è riconducibile a redditi prodotti (e regolarmente tassati) in Svezia, l'atto verrà annullato.
Saluti.