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La disciplina delle compensazioni, alla luce delle novità introdotte con la Legge di bilancio 2024 (Legge 213/2023), con casi pratici di utilizzo di un credito con compilazione della delega di pagamento.
Aggiornato al c.d. Decreto Agevolazioni fiscali - D.L. 39/2024 in vigore dal 30.03.2024
eBook in pdf di 95 pagine.
L’innalzamento a regime della soglia del limite di compensazione a 2.000.000 di euro ed una maggiore attenzione degli organi di controllo alla ricerca delle false compensazioni e delle compensazioni indebite, porta a rivedere il quadro di insieme della disciplina.
La legge di bilancio 2024 – articolo 1, commi 94-98, Legge 30 dicembre 2023, n. 213 – introduce un’ulteriore stretta alle compensazioni. Vengono previste alcune restrizioni all’uso delle compensazioni fiscali tramite modello F24 al fine di prevenire condotte illecite (alcune novità entreranno in vigore dal 01.07.2024).
Resta invariata la possibilità di compensare i crediti, di importo superiore a 5.000 euro annui, solo a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui emerge il credito (in precedenza la compensazione era consentita dal 1° gennaio dell’anno seguente alla maturazione del credito), e l’obbligo generalizzato di utilizzare le modalità di pagamento telematiche per tutti i soggetti che intendono effettuare una compensazione, con una specifica disciplina sanzionatoria.
Confermata anche la necessaria apposizione del visto di conformità ante utilizzo del credito, con nuove soglie di esonero per i regimi premiali ISA.
L’intento degli autori è quello riepilogare la disciplina che regola le compensazioni, proponendo casi pratici di utilizzo di un credito con compilazione della delega di pagamento.
Sintesi
1. Definizione di compensazione
2. Limiti alla compensazione orizzontale
2.1 Quali crediti e debiti si possono compensare
2.2 Utilizzo canali telematici Agenzia delle entrate
2.2.1 Tabella A - codici da utilizzare con i canali telematici dell’Agenzia delle entrate – aggiornamento Risoluzione 110/E del 31 dicembre 2019
2.2.2 Tabella B – Riepilogo nuove regole per compensazioni in F24
2.2.3 Tabella C - codici in compensazione verticale (Risoluzione n. 110/E/2019)
2.3 Visto di conformità
2.3.1 Visto di conformità e professionisti abilitati
2.3.2 Obbligo di identità soggettiva tra chi appone il visto di conformità e chi trasmette la dichiarazione (RM 99/2019)
2.4 Massimali di utilizzo
2.4.1 Credito IVA annuale e IVA trimestrale: soglie distinte
2.5 Somme iscritte a ruolo per imposte erariali
2.5.1 Compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione
2.6 Decorrenza utilizzo credito in compensazione
2.7 Divieto di compensazione con la partita Iva cessata
2.8 Divieto di compensazione soggetti esclusi dal Vies
2.9 Divieto di compensazione in caso di accollo
2.10 Divieto di compensazione e bonus edilizi
2.11 Tabella riassuntiva obblighi di compensazione
3. Controlli
3.1 I controlli sull’F24
3.2 Lo scarto dell’F24
4. Sanzioni
4.1 Sanzioni per F24 scartato
4.2 Sanzioni per indebita compensazione
4.3 Sanzioni per mancata presentazione F24 a zero
4.4 Sanzioni per mancato utilizzo canali Entratel/Fiscoonline
La disciplina dei consorzi e dei consorzi di urbanizzazione.
Edizione 2024;
eBook in pdf di 165 pagine con fac-simili in word personalizzabili:
Il presente intervento analizza la disciplina dei “consorzi”, individuandone le diverse “tipizzazioni” ed analizzando nello specifico, attraverso la giurisprudenza consolidata, la gestione contabile e fiscale, in modo da avere una panoramica generale di questo istituto confrontato con le altre forme di aggragazione più comuni.
L’art. 45 (Operatori economici), comma 2, lett. c), D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50 afferma: “Rientrano nella definizione di operatori economici i seguenti soggetti: … c) i consorzi stabili, costituiti anche in forma di società consortili ai sensi dell’art. 2615 ter del Codice civile, tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società cooperative di produzione e lavoro. I consorzi stabili sono formati da non meno di tre consorziati che, con decisione assunta dai rispettivi organi deliberativi, abbiano stabilito di operare in modo congiunto nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture per un periodo di tempo non inferiore a cinque anni, istituendo a tal fine una comune struttura di impresa” (Consiglio di Stato, sez. V, 14.12.2021 n. 8331).
Per la giurisprudenza, il consorzio stabile è un soggetto giuridico autonomo, costituito in forma collettiva e con causa mutualistica, che opera in base a uno stabile rapporto organico con le imprese associate, il quale si può giovare, senza necessità di ricorrere all’avvalimento, dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria delle consorziate stesse, secondo il criterio del “cumulo alla rinfusa” (cfr. Cons. Stato, V, 2 febbraio 2021, n. 964; 11 dicembre 2020, n. 7943; VI, 13 ottobre 2020, n. 6165; III, 22 febbraio 2018, n. 1112; V, 22 gennaio 2015, n. 244; III, 4 marzo 2014, n. 1030).
Come si vedrà nel testo, elemento qualificante dei consorzi stabili è senz’altro la “comune struttura di impresa”, da intendersi quale “azienda consortile” utile ad eseguire in proprio, ossia senza l’ausilio necessario delle strutture imprenditoriali delle consorziate, le prestazioni affidate a mezzo del contratto.
Nel presente volume, infine, in considerazione dell’importanza delle opere di urbanizzazione si è approfondito il tema dei consorzi di Urbanizzazione riportando alla fine del rispettivo capitolo l’interessante evoluzione fiscale e giurisprudenziale richiamando circolari e sentenze ritenute maggiormente significative.
Sintesi
1. I consorzi
1.1 Definizione
1.2 Classificazione dei consorzi
1.3 Fattispecie di consorzi
1.4 Le forme di aggregazione di imprese più comuni
1.4.1 Differenza tra il Consorzio e la RETE di Impresa
1.4.2 Differenza con i Distretti
1.4.3 Differenza con l’ATI – Associazione Temporanea di Impresa
2. Consorzi industriali: le varie tipologie
3. Consorzi di sviluppo industriale
3.1 I Consorzi industriali previsti dal Codice civile
4. I consorzi per l’internazionalizzazione
4.1 Requisiti oggettivi
4.2 Requisiti soggettivi
4.3 Contributi ai consorzi per l'internazionalizzazione
4.4 Agevolazioni fiscali
5. La disciplina generale dei consorzi
5.1 Forma e contenuto del contratto
5.2 I soggetti
5.3 La durata del consorzio
5.4 Le modificazioni del contratto
5.5 Effetti sul consorzio del fallimento del singolo consorziato
5.6 Le altre modificazioni
5.7 L’organizzazione in comune
6. Aspetti civilistici e fiscali
6.1 La formazione dell’utile
6.2 La successiva distribuzione dell’utile
6.3 Il bilancio
6.4 I consorzi e le imposte dirette (Ires-Irap)
6.5 Libri contabili
7. Enti non commerciali ed Irap
7.1 Premessa
7.2 Applicazione dell’IRAP nei confronti degli enti non commerciali
7.3 Ulteriori considerazioni
7.4 Contributi attribuiti a un consorzio dalle imprese consorziate
8. Profili Iva
8.1 Premessa
8.2 Contributi consortili ed Iva
8.3 Opere di urbanizzazione ed Iva
8.4 Detrazione Irpef 36%
8.5 REVERSE CHARGE nelle prestazioni tra consorzi e consorziate???
8.5.1 Lo “scopo” della norma
8.5.2 Applicazione pratica
8.5.3 L’ambito di applicazione della norma
8.5.4 Efficacia Temporale della nuova norma
8.5.5 Conclusioni
9. Particolarità dei consorzi con attività esterna
9.1 Costituzione
9.2 Rappresentanza in giudizio
9.3 Fondo consortile e regime di responsabilità verso i terzi
10. Le società consortili
11. Consorzi di cooperative
12. Consorzi fidi
13. Il gruppo di interesse economico (G.E.I.E.)
14. Le joint ventures
15. Le associazioni temporanee di imprese (A.T.I.)
16. I consorzi di urbanizzazione (cenni)
16.1 Premessa
16.2 Natura giuridica dei consorzi di urbanizzazione
16.3 Consorzio interno come associazione non riconosciuta: il patrimonio
16.4 Consorzio di urbanizzazione e mandato senza rappresentanza
16.5 Aspetti Fiscali consolidati del consorzio di urbanizzazione
16.5.1 RM. 27.8.2009 n. 242: esigibilità IVA fra consorziati e consorzio
16.5.2 RM. 22.06.2009 n. 166/E: Imposta di Registro
16.5.3 Risoluzione 10.10.2008 n. 380/E: ribaltamento costi tra consorzio e consorziate
16.5.4 RM. 19.05.2008, n.202/E: ambito applicativo dell’ aliquota IVA del 10%
16.5.5 R.M. 18.2.2008, n. 52/E: Lavori preparatori alle opere di urbanizzazione
16.5.6 R.M. 21.08.2007, n. 229/E: lavori preparatori alle opere di urbanizzazione
16.5.7 RM. 07/05/2007 n.84: Detrazione IRPEF 36%
16.5.8 RM. 14.11.2002 n. 355: riaddebito dei costi sostenuti presso terzi
16.5.9 RM. 23.09.2002 n.307/E: consorzio per la sistemazione straordinaria delle strade vicinali
16.5.10 RM. 24.12.1999, n. 168/E: gestione e costruzione di impianto fognario per conto di un comune
16.5.11 RM 17.11.1994 n. 5-1112: contributi versati a consorzio obbligatorio
16.5.12 RM 8.01.1993 n. 8/420: contributi versati a consorzio non obbligatori
16.6 Aspetti Giuridici consolidati del consorzio di urbanizzazione
16.6.1 Cassazione, 06/10/2014, n.20989: Recesso da partecipante
16.6.2 Corte di Cassazione, Sezione TRI civile Sentenza 15 gennaio 2014, n. 669
16.6.3 T.A.R. Liguria Genova, 09/01/2009, n. 39: requisiti di ammissione
16.6.4 Cons. Stato, 08/10/2008, n. 4952: recesso da un consorzio
16.6.5 Cass. civ., 03/07/2008, n. 18235: responsabilità verso i terzi
16.6.6 Trib. Monza, 05/05/2008: responsabilità verso i terzi
16.6.7 Trib. Bologna, 16/04/2008: liquidazione e potestà deliberativa
16.6.8 T.A.R. Campania Napoli, Sez. I, 28/06/2006, n. 7183: disciplina giuridica
16.6.9 Trib. (Ord.) Mantova, 17/11/2005: disciplina giuridica
16.6.10 Trib. Brescia, Sez. III, 01/04/2003: disciplina giuridica
16.6.11 Cass. civ., Sez. III, 09/12/1996, n. 10956: responsabilità del consorzio
16.6.12 Cass. civ., Sez. I, 26/07/1996, n. 6774: disciplina giuridica
Bibliografia
Allegato: facsimili
Guida all’individuazione del titolare effettivo e alla prima comunicazione al Registro
Aggiornato con il decreto MIMIT del 29/9/2023 GU n 236 del 9 ottobre 2023 e la sentenza TAR Lazio N. 06839/2024 REG.PROV.COLL. – N. 15566/2023 REG.RIC. che ha respinto il ricorso presentato il 6/12/2023
eBook in pdf di 65 pagine.
L’operatività del Registro dei Titolari effettivi, offre ai “Soggetti obbligati” l’opportunità concreta ed efficace di verificare ed, eventualmente, validare le informazioni che possono già desumersi dal rapporto o richiedersi alla Clientela, così come pure quelle acquisite autonomamente, anche con riguardo al complesso di operazioni compiute in costanza di rapporto, o di altri rapporti precedentemente intrattenuti, o all'instaurazione di ulteriori rapporti.
L’opera è aggiornata al D.Lgs. 125/2019 che ha recepito la Direttiva 2018/843 del 30 maggio 2018 (la cd V direttiva Antiriciclaggio) e alle Regole Tecniche e Linee guida emanate dagli Organismi di autoregolamentazione.
Dal 10 ottobre 2023 le imprese-persone giuridiche, le persone giuridiche private, i trust e gli istituti giuridici affini ai trust devono comunicare entro 60 giorni i loro “titolari effettivi” agli uffici del registro delle imprese.
Considerando tale termine, la scadenza per la trasmissione delle domande era stata prevista per lo scorso 11 dicembre 2023, senonché, in ragione dei sei ricorsi presentati IL 6 DICEMBRE 2023, innanzi al TAR Lazio e a causa del provvedimento di sospensione dei termini deciso dal Giudice della Sezione IV, si è dovuto attendere l’esito del giudizio in ordine all’operatività del Registro dei titolari effettivi anche in relazione a trust e fiduciarie che avevano presentato il ricorso.
Una vicenda che nemmeno le sei sentenze del TAR Lazio (Sez. IV TAR Lazio, Sentenze del 09 aprile 2024, nn. 6837, 6839, 6840, 6841, 6844, 6845) sembrano riuscite a districare definitivamente.
Allo stato dei fatti, tuttavia, il rispetto per il principio della certezza del diritto, ci impone di rilevare che per effetto della decisione del TAR Lazio, cessa il periodo di sospensione dei termini e si configura la reviviscenza dei termini di iscrizione al Registro dei Titolari effettivi e, pertanto, riprende a decorrere il termine dei 60 giorni di cui al DM 29 settembre 2023 (pubblicato il 9/10/2023 in G.U.) che accerta la piena operatività del sistema di trasmissione delle comunicazioni del titolare effettivo.
Ne consegue che IL TERMINE DEI 60 GIORNI E’ SCADUTO GIA’ IN DATA 11 APRILE 2024.
Il presente Fascicolo n. 12 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio"
Presentazione del Fascicolo n. 12
1. Premessa
2. Analisi di contesto
3. L'identificazione del titolare effettivo
4. Il Registro dei titolari effettivi
5. Comunicazione del titolare effettivo
5.1 Prima comunicazione
5.1.1 Iscrizione di “primo popolamento del registro”
5.1.2 Soggetti neocostituiti
5.2 Comunicazione di variazioni della titolarità effettiva
5.3 Comunicazioni annuale
5.4 Obbligo di sottoscrivere la comunicazione
5.5 Ufficio del registro delle imprese
5.6 Scadenze e sanzioni
6. Il modulo TE
6.1 La struttura del modulo
7. Approfondimento sul Registro dei titolari effettivi analisi comparata delle disposizioni vigenti in Italia, nell’Unione europea, negli Stati Uniti e nella Repubblica di San Marino
di Emanuela Montanari
7.1 Il registro dei titolari effettivi in Italia
7.2 L’individuazione del titolare effettivo
7.3 La nozione di “titolare effettivo reale”
7.4 Il registro dei titolari effettivi nell’Unione Europea - Direttiva 849/2015 IV Direttiva AML modificata dalla Direttiva 843/2018 V Direttiva AML
7.5 Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo COM(2021) 420 final
7.6 Nuove misure Ue contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo
7.7 Informazioni sulla titolarità effettiva
7.8 Accesso alle informazioni
7.9 Il Registro dei titolari effettivi negli USA
7.10 Società segnalanti
Obblighi connessi agli scambi intracomunitari di beni e servizi - edizione 2024
Aggiornato con:
eBook in pdf di 95 pagine.
L'ebook contiene un fac-simile della dichiarazione da far compilare ai clienti UE ai fini delle prove intracomunitarie (necessaria dal mese di febbraio 2020).
Il presente approfondimento ha l’obiettivo di fornire una guida operativa alla gestione degli adempimenti connessi agli scambi intracomunitari di beni e servizi, rivolta a chi intende approfondire la materia o semplicemente avvicinarsi allo studio delle operazioni intracomunitarie, ambito denso d’insidie e adempimenti, soggetto a frequenti controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Ogni capitolo dell’e-book è stato redatto partendo da un’analisi tecnica/normativa dell’operazione che serva da guida allo studio dei vari casi pratici:
L’intento degli autori è di fornire una risposta aggiornata a queste “semplici” domande offrendo uno strumento utile all’attività quotidiana dell’area amministrativa, il tutto corredato da svariati casi pratici.
1. Territorio dell’Unione Europea
1.1 Brexit
1.2 Elenco dei paesi comunitari
1.3 Stati inclusi nel territorio comunitario ai fini IVA
1.3.1 A proposito di Cipro
1.4 Stati esclusi dal territorio comunitario ai fini IVA
1.5 Il territorio doganale comunitario
1.6 I paesi europei che non sono considerati comunitari ai fini IVA
1.7 Paesi black list europei
1.8 Esempi Stati comunitari ai fini IVA e ai fini doganali
2. Cessioni intracomunitarie di beni
2.1 Status di soggetto passivo IVA – Presupposto soggettivo
2.1.1 Archivio Vies
2.1.2 Cessione beni a “piccole imprese”
2.2 Movimentazione dei beni
2.2.1 Novità 2020
2.2.2 Esempi di prova di consegna in ambito UE
2.2.3 Fac-simile dichiarazione acquirente per ricevimento beni
2.2.4 Trasmissione dichiarazione scritta mediante connessione EDI
2.3 Effettuazione delle operazioni di cessione
2.4 Emissione e registrazione delle fatture di cessione
2.4.1 La fattura elettronica a partire dal 1° gennaio 2019
2.5 Sanzioni per mancata emissione fattura non imponibile
2.6 Casi pratici
2.6.1 Fatturazione e comunicazione operazione transfrontaliera
2.6.2 Compilazione del modello INTRA-1 bis
2.6.3 Indicazione in dichiarazione annuale IVA
3. Acquisti intracomunitari di beni
3.1 Effettuazione dell’acquisto intracomunitario di beni
3.2 Integrazione e registrazione degli acquisti intracomunitari di beni
3.3 Sanzioni per mancata integrazione
3.4 Casi pratici
3.4.1 Integrazione e registrazione della fattura
3.4.2 Compilazione del modello Intra-2 bis
3.4.3 Intrastat – Novità Milleproroghe, semplificazioni 2018 e novità 2022
3.4.4 Mancata ricezione della fattura del fornitore comunitario
3.4.5 Acquisto da soggetto “piccola impresa”
3.5 Dichiarazione annuale IVA
4. Prestazioni di servizi rese a soggetti comunitari
4.1 Regola generale sulla territorialità IVA dei servizi
4.2 Deroghe alla regola generale sulla territorialità dei servizi
4.3 Effettuazione dell’operazione
4.4 Emissione, registrazione della fattura per prestazione di servizi verso UE e comunicazione operazioni transfrontaliere
4.5 Soggettività passiva del committente
4.5.1 Prestazione di servizi verso una “piccola impresa”
4.6 Dicitura in fattura
4.7 Marca da bollo
4.8 Compilazione del modello Intra-1 quater
4.8.1 Caso pratico
4.8.2 Indicazione in dichiarazione annuale IVA
5. Prestazioni di servizi ricevute da prestatori comunitari
5.1 Effettuazione operazione
5.2 Integrazione della fattura e comunicazione operazioni transfrontaliere
5.2.1 Controvalore in euro degli importi in valuta estera
5.2.2 Cosa fare se la fattura non arriva entro i termini
5.2.3 Caso pratico
5.3 Registrazione della fattura
5.3.1 Registrazione fatture ricevute per servizi in deroga
5.4 Sanzioni per mancata integrazione
5.5 Il registro di carico e scarico per il trasferimento dei beni senza passaggio di proprietà
5.6 Beni in lavorazione comunitaria
5.6.1 Caso pratico – triangolazione IVA con lavorazione in UE
5.7 Le provvigioni passive – Casi pratici
5.7.1 Trattamento IVA della fattura ricevuta da un agente UE
5.7.2 Compilazione del modello INTRA-2 quater
5.7.3 Indicazione in dichiarazione IVA delle prestazioni di servizi ricevute da UE
5.8 Caso pratico - Acquisto di servizi da “piccola impresa”
5.9 Le prestazioni di servizi relative ai beni immobili dal 1° gennaio 2017
5.9.1 Caso pratico – Messa a disposizione spazio espositivo in fiera
5.10 Le prestazioni di trasporto merci
5.10.1 Caso pratico – Fatturazione spese di trasporto accessorie
5.10.2 Caso Pratico – Fatturazione spese di trasporto addebitate da spedizioniere UE
5.10.3 Caso Pratico – Omaggi da UE con addebito spese di trasporto
5.11 Le prestazioni di trasporto di persone
5.11.1 Caso Pratico – Fatturazione voli aerei da vettore UE ad azienda IT
5.12 Caso pratico: trattamento ai fini IVA dei servizi connessi alla partecipazione ad una fiera comunitaria
6. Le note di credito
6.1 Variazione in aumento
6.2 Variazione in diminuzione
6.3 Casi pratici
6.3.1 Reso del materiale dal cliente UE
6.3.2 Rifiuto della merce da parte del cliente UE e rivendita ad altro cliente all’interno dello stesso Paese UE
Il Pacchetto comprende l'intera Collana “Atlante Antiriciclaggio” una raccolta di 12 fascicoli settoriali di analisi della legislazione Antiriciclaggio, in formato pdf, per il corretto adempimento degli obblighi normativi e regolamentari, a cura del dott. Giuseppe Miceli.
Le opere sono aggiornate al D.Lgs. 125/2019 che ha recepito la Direttiva 2018/843 del 30 maggio 2018 (la cd V direttiva Antiriciclaggio) e alle Regole Tecniche e Linee guida emanate dagli Organismi di autoregolamentazione.
Ecco l'elenco degli ebook inclusi nel pacchetto
TITOLI DELLA COLLANA
|
2. Antiriciclaggio Gallerie d’arte o case d’asta e (Novità 2020) soggetti che esercitano attività di commercio di cose antiche, il commercio di opere d’arte o che agiscono in qualità di intermediari nel commercio delle medesime opere. Nonché operatori professionali in oro. |
10. Antiriciclaggio Operatori non finanziari, società, trust |
11. Quadro evolutivo della moneta elettronica delle valute digitali e delle cripto attività (eBook 2023) |
12. Titolarità effettiva; (eBook 2024) |
Come leggere la busta paga: capire tutte le voci del cedolino.
eBook in pdf di 29 pagine.
La normativa (Legge numero 4/1953) impone al datore di lavoro, al momento della corresponsione della retribuzione, di consegnare al dipendente un prospetto paga contenente il dettaglio delle somme riconosciute e delle trattenute operate a titolo di contributi previdenziali – assistenziali e di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef).
Il prospetto in questione, detto anche busta paga o cedolino, riporta altresì le informazioni su ferie e permessi maturati dal lavoratore, nonché tutta una serie di altri dati come eventuali premi e somme riconosciute una tantum.
La busta paga rappresenta inoltre il terreno su cui agiscono tutte quelle misure normative, in particolare quelle destinate a ridurre il cuneo fiscale gravante sui compensi dei lavoratori (come il trattamento integrativo).
Per il numero, l’eterogeneità, la complessità e l’importanza delle informazioni contenute (si pensi al fatto che la busta paga esprime il dettaglio del calcolo del netto da pagare al dipendente) è quanto mai importante comprendere le varie voci del cedolino.
Quello appena descritto è l’obiettivo del nostro elaborato.
Introduzione
1. Elementi fissi della retribuzione
1.1 Voci retributive fisse
1.1.1 Paga base
1.1.2 Indennità di contingenza
1.1.3 Elemento distinto della retribuzione
1.1.4 Scatti di anzianità
1.1.5 Altri elementi fissi della retribuzione. Indennità
1.1.6 Altri elementi fissi della retribuzione. Superminimi
1.1.7 Superminimo assorbibile o non assorbibile
2. Elementi variabili della retribuzione
3. Contributi
4. Dati fiscali
4.1 Irpef lorda e netta
4.1.1 La riforma fiscale
4.1.2 Irpef netta
4.1.3 Le detrazioni
4.1.4 Detrazioni da lavoro dipendente
4.1.5 Detrazioni per carichi di famiglia
4.1.6 Detrazioni per carichi di famiglia, cosa sono
4.1.7 Detrazioni per carichi di famiglia: a quanto ammontano?
4.1.8 Trattamento integrativo
4.1.9 Importo del trattamento integrativo
4.1.10 Trattamento integrativo: rapporto di lavoro nell’anno
4.1.11 Trattamento integrativo: le novità 2024
5. Addizionali regionali e comunali
6. Altre somme nette in trattenuta
7. Netto a pagare
8. Come leggere i dati su ferie e permessi
8.1 Ore / giorni ferie anno precedente
8.2 Ore / giorni ferie maturate
8.3 Ore / giorni ferie godute
8.4 Ore / giorni ferie residue
8.5 Per i permessi si rinvia alle ferie
Testo Elaborato completamente con l’ausilio di ChatGPT
Questo documento è una sintesi del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (IA), che stabilisce un quadro giuridico per la regolamentazione, il monitoraggio e l’uso dei sistemi di IA nell’Unione Europea. Tratta di vari aspetti legati all’IA, come le pratiche vietate, i requisiti per i sistemi ad alto rischio, gli obblighi di trasparenza, e introduce un sistema di governance per l’IA, comprese le sanzioni per la non conformità. L’obiettivo del regolamento è di garantire che l’uso dell’IA nell’UE sia sicuro, rispettoso dei diritti fondamentali e conforme ai valori etici, promuovendo al contempo l’innovazione e l’adozione dell’IA.
Il nuovo regolamento europeo che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale è stato approvato dal Parlamento Europeo mercoledì 13 marzo 2024, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
Lo scopo del regolamento è migliorare il funzionamento del mercato interno istituendo un quadro giuridico uniforme in particolare per quanto riguarda lo sviluppo, l'immissione sul mercato, la messa in servizio e l'uso di sistemi di intelligenza artificiale (sistemi di IA) nell'Unione, in conformità dei valori dell'Unione, promuovere la diffusione di un'intelligenza artificiale (IA) antropocentrica e affidabile, garantendo nel contempo un livello elevato di protezione della salute, della sicurezza e dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (la "Carta"), compresi la democrazia, lo Stato di diritto e la protezione dell'ambiente, contro gli effetti nocivi dei sistemi di IA nell'Unione nonché promuovere l'innovazione.
Il regolamento garantisce la libera circolazione transfrontaliera di beni e servizi basati sull'IA, impedendo così agli Stati membri di imporre restrizioni allo sviluppo, alla commercializzazione e all'uso di sistemi di IA, salvo espressa autorizzazione del regolamento stesso.
Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l'entrata in vigore, salvo per quanto riguarda: i divieti relativi a pratiche vietate, che si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore; i codici di buone pratiche (nove mesi dopo); le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).
Premessa
I 180 considerando che portano all’emanazione del Regolamento sull’Intelligenza Artificiale
CAPO I - Disposizioni generali
CAPO II - Pratiche di intelligenza artificiale vietate
CAPO III - Sistemi di IA ad alto rischio
Sezione 1: Classificazione dei sistemi di IA come "ad alto rischio"
Sezione 2: requisiti per sistemi di IA ad alto rischio
Sezione 3: Obblighi dei fornitori e dei deployer dei sistemi di IA ad alto rischio e di altre parti
Sezione 4: Autorità di notifica e organismi notificati
Sezione 5: Norme, valutazione della conformità, certificati, registrazione
CAPO IV - Obblighi di trasparenza per i fornitori e i deployer di determinati sistemi di IA
CAPO V- Modelli di IA per finalità generali
Sezione 1: regola di classificazione
Sezione 2: Obblighi dei Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali
Sezione 3: Obblighi dei Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali con Rischio Sistemico
CAPO VI - Misure a sostegno dell'innovazione
CAPO VII - Governance
Sezione 1: Governance a livello dell'Unione
Sezione 2: Autorità nazionali competenti
CAPO VIII – Banca dati dell'UE per i sistemi di IA ad alto rischio
CAPO IX - Monitoraggio successivo all'immissione sul mercato, condivisione delle informazioni, vigilanza del mercato
Sezione 1: Monitoraggio Successivo all'Immissione sul Mercato
Sezione 2: Condivisione di Informazioni su Incidenti Gravi
Sezione 3: Applicazione
Sezione 4: Mezzi di Ricorso
Sezione 5: Supervisione, Indagini, Esecuzione e Monitoraggio in Relazione ai Fornitori di Modelli di IA per Finalità Generali
CAPO X - Codici di condotta e orientamenti
CAPO XI - Delega di potere e procedura di comitato
CAPO XII - Sanzioni
CAPO XIII - Disposizioni finali
Allegati
Guida sulla disciplina fiscale agevolata degli enti non commerciali e delle Onlus:
Aggiornato alla riforma della disciplina dell'IVA per gli enti non commerciali - Decreto Milleproroghe 2024
eBook in pdf di 138 pagine.
Questo e-book tratta la disciplina fiscale di base delle organizzazioni non profit, cioè di tutte quelle organizzazioni di diritto privato che non hanno scopo di lucro, escluse quelle che hanno forma giuridica di impresa, ma non hanno scopo di profitto e producono beni e servizi di utilità sociale, vale a dire le imprese sociali e le cooperative sociali. Questa disciplina fiscale di base è quella prevista specificamente per gli enti non commerciali dal TUIR (artt. 143 – 149) e dalle altre leggi fiscali. Gli “enti non commerciali” sono quegli enti pubblici e privati (essenzialmente: associazioni, fondazioni e comitati) che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, come prevede la lettera c) del 1°comma dell’art. 73 del TUIR.
Oltre alla normativa fiscale degli enti non commerciali è trattata in questo e-book anche la disciplina delle ONLUS – Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, qualifica tributaria che identifica quelle organizzazioni non profit (comprese le cooperative sociali, che sono trattate in un apposito e-book dello stesso autore) che maggiormente garantiscono l’assenza dello scopo di lucro e, di conseguenza, la serietà degli scopi solidaristici od altruistici e, pertanto, sono reputate dalla legge meritevoli di usufruire di un regime fiscale particolarmente agevolato, con agevolazioni maggiori rispetto a quello previsto per gli enti non commerciali (già abbastanza agevolato), che riguarda una pluralità di imposte ed a cui si accede attraverso l’adozione della qualifica fiscale di ONLUS.
La struttura del testo è la seguente:
Infine, oltre a non trattare gli ETS – Enti del terzo settore, che sono trattati nell’e-book sulla riforma del terzo settore dello stesso autore, questo e-book non esamina la particolare categoria di associazioni costituita dalle organizzazioni di volontariato, anch’essa trattata in un apposito e-book sempre dello stesso autore del presente testo.
1. La disciplina fiscale degli enti non commerciali che non hanno la qualifica di onlus o di ente del terzo settore
1.1 Gli enti non commerciali che non hanno la qualifica di ONLUS o di ETS: le associazioni non riconosciute e quelle riconosciute, le fondazioni ed i comitati
1.2 La definizione degli “enti non commerciali” e la loro disciplina tributaria ai fini dell’imposta sul reddito (IRES)
1.3 La disciplina tributaria degli enti non commerciali ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e gli obblighi contabili per le attività commerciali eventualmente svolte
1.3.1 La disciplina tributaria degli enti non commerciali ai fini dell’IVA che viene abrogata il 31 Dicembre 2024
1.3.2 La riforma della disciplina dell'IVA per gli enti non commerciali che entra in vigore il 1° Gennaio 2025
1.3.3 Gli obblighi contabili per le attività istituzionali e per quelle commerciali eventualmente svolte dagli enti non commerciali
1.4 L’IRAP, l’IMU e l’Imposta comunale sulla pubblicità per gli enti non commerciali. La locazione a canone agevolato di immobili dello Stato. L’art. 2645-ter del Codice Civile
1.5 Le agevolazioni fiscali previste dal TUIR per le erogazioni liberali a favore di enti non commerciali che non hanno la qualifica di ONLUS o di ETS
1.5.1 Le agevolazioni fiscali previste dal TUIR per le erogazioni liberali a favore di enti non commerciali. In particolare: l’Art bonus e lo School bonus
1.5.2 La disciplina fiscale agevolata delle erogazioni liberali ai partiti ed ai movimenti politici
1.6 La disciplina delle cessioni gratuite di merce alle organizzazioni senza scopo di lucro: la Legge n° 166 del 2016 riformata dalla Legge n° 205 del 2017
2. Il regime fiscale agevolato delle onlus - organizzazioni non lucrative di utilità sociale
2.1 Le Organizzazioni non Lucrative di utilità sociale (ONLUS): definizione e caratteristiche. La sostituzione di esse da parte degli enti del terzo settore (ETS) disciplinati dal Dlgs 117/2017
2.2 Le ONLUS: il perseguimento esclusivo di finalità di solidarietà sociale ed il divieto di distribuzione degli utili
2.3 L’iscrizione nell’anagrafe unica delle ONLUS. La migrazione degli enti iscritti nell’anagrafe nel Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS)
2.3.1 L’iscrizione nell’anagrafe unica delle ONLUS
2.3.2 La migrazione degli enti iscritti nell’anagrafe unica delle ONLUS al Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS)
2.4 Le ONLUS “ex lege” o “di diritto”
2.5 Le agevolazioni fiscali previste per le ONLUS: l’imposta sul reddito (IRES)
2.6 Le agevolazioni fiscali previste per le ONLUS in materia di IRAP e di IVA
2.7 Le altre agevolazioni fiscali previste per le ONLUS dal Dlgs 460/1997 e quelle che si applicano in via transitoria ad esse (per gli anni di imposta dal 2018 al 2021 e finché la qualifica di ONLUS sarà attiva) previste dall’art. 82 del Dlgs 117/2017. L’IMU. Gli obblighi contabili
2.7.1 Le altre agevolazioni fiscali previste per le ONLUS dal Dlgs 460/1997 e quelle che si applicano in via transitoria ad esse previste dall’art. 82 del Dlgs 117/2017
2.7.2 L’esenzione delle ONLUS dall’IMU
2.7.3 Gli obblighi contabili delle ONLUS 4
2.8 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS (negli anni dal 2018 al 2022) disciplinate dall’art. 83 del Dlgs 117/2017. Le lotterie filantropiche. Il Social bonus. Le cessioni gratuite di merce alle ONLUS. Il cinque per mille dell’IRPEF
2.8.1 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS (negli anni dal 2018 al 2022) disciplinate dall’art. 83 del Dlgs 117/2017
2.8.2 Le lotterie filantropiche degli ETS e delle ONLUS fino a quando saranno attive
2.8.3 Il Social Bonus previsto dall’art. 83 del Dlgs 117/2017
2.8.4 Le cessioni gratuite di merce alle ONLUS disciplinate dalla Legge n° 166 del 2016
2.8.5 Le erogazioni liberali destinate alle ONLUS: il cinque per mille dell’IRPEF
2.9 L’affidamento alle ONLUS (fino al 2021) di beneficienza di trust o di fondi speciali o di beni vincolati finalizzati a garantire l’assistenza a persone disabili prive del sostegno familiare: gli articoli 1 e 6 della Legge n° 112 del 2016 (c.d. Legge sul “dopo di noi”). Le relative agevolazioni fiscali
Allegati normativi
Guida alle ferie nel lavoro dipendente, l’istituto principe per rispondere ai bisogni dei lavoratori dipendenti.
eBook in pdf di 32 pagine.
A tutela dell’integrità psico-fisica dei lavoratori e della loro esigenza di dedicarsi agli impegni della vita familiare, sentimentale e sociale, la Costituzione, la normativa di legge e la contrattazione collettiva si preoccupano di garantire ai dipendenti la fruizione di ore di assenza nel corso delle quali è comunque garantita una copertura economica a carico del datore di lavoro.
In termini di tutele e quantità di ore di assenza spettanti, l’istituto principe per rispondere ai bisogni dei lavoratori dipendenti è rappresentato dalle ferie.
Proprio da queste ultime parte la nostra analisi.
Introduzione
1. Ferie
1.1 Periodo di maturazione delle ferie
1.1.1 Assenze equiparate al servizio effettivo
1.1.2 Quali assenze sono equiparate al servizio effettivo?
1.1.3 Periodo di prova
1.1.4 Maturazione del diritto alle ferie nell’anno civile
1.2 Assunzione o cessazione in corso d’anno
1.2.1 Come trattare le ferie in caso di cessazione?
1.2.2 Come si calcola la retribuzione oraria?
1.2.3 Come si calcola la retribuzione giornaliera?
1.2.4 Ferie godute in eccesso
1.3 Assenze che non consentono la maturazione delle ferie
1.3.1 Assenze senza maturazione delle ferie: come comportarsi?
1.3.2 Maturazione piena
1.3.3 Maturazione proporzionata alle assenze
1.3.4 Maturazione in base al criterio dei 15 giorni
1.4 Durata delle ferie
1.4.1 Ferie maturabili nell’anno: come fare il calcolo?
1.4.2 Ferie maturabili nell’anno: cosa cambia per i part-time?
1.4.3 Attenzione alle ferie con settimana corta
1.5 Fruizione delle ferie
1.5.1 Rifiuto del datore di lavoro, cosa succede?
1.5.2 I termini di fruizione delle ferie
1.5.3 Quali deroghe dalla contrattazione collettiva?
1.6 Modalità di fruizione delle ferie
1.6.1 Cos’è il piano ferie?
1.6.2 Quando viene predisposto il piano ferie?
1.6.3 Come viene comunicato il piano ferie ai dipendenti?
1.6.4 Le modifiche al piano ferie
1.6.5 Fruizione insufficiente delle ferie
1.6.6 Ferie collettive e ferie individuali
1.6.7 Gli orientamenti della Cassazione sulla fruizione delle ferie
1.6.8 Frazionamento delle ferie, gli orientamenti OIL, Codice civile e Ministero del Lavoro
1.7 Sovrapposizione delle ferie con altre assenze, cosa succede?
1.8 Cessione delle ferie maturate
1.9 Il trattamento economico spettante nel corso delle ferie
1.9.1 Retribuzione fissa mensile
1.9.2 Retribuzione ad ore
1.10 Ferie non godute
1.11 Permessi ex-festività
1.12 Permessi per riduzione dell’orario di lavoro e altre tipologie di permessi retribuiti
Manuale delle associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) dopo la riforma dello sport: profili amministrativi e fiscali.
eBook in pdf di 192 pagine.
Secondo Nelson Mandela “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare. Parla ai giovani in un linguaggio che loro capiscono. Lo sport ha il potere di creare speranza dove c’è disperazione. È più potente dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni”.
In linea con tale prospettiva, ritengo che il mondo sportivo dilettantistico debba essere considerato un importante strumento di educazione, inclusione sociale, aggregazione e, più in generale, di sviluppo sociale della comunità.
Questo giustifica il rinnovato interesse del Legislatore verso tale settore con l’intenzione di migliorarne e ampliarne la diffusione e la fruibilità.
L’attività sportiva dilettantistica, esercitata sia nella forma giuridica di associazioni che in quella di società è, infatti, un campo in continua espansione e ha raggiunto dimensioni simili a quelle del settore economico commerciale.
Permangono, invero, ancora talune criticità connesse alla mancata considerazione a livello legislativo della difficoltà per gli operatori del settore di reperire entrate e fonti di finanziamento, quali anche investimenti privati, atti sia a garantire il perseguimento dei predetti scopi di utilità sociale, sia a soddisfare le potenzialità di un settore che, invero, sotto alcuni profili trova ancora numerosi ostacoli burocratici, amministrativi e normativi sparsi nel nostro ordinamento.
Il passo in avanti fatto dal Governo è senz’altro teso a ridurre la complessità e la rigidità di un sistema fiscale che, troppo spesso, invero, è apparso estraneo alle logiche imprenditoriali che sottendono tale comparto.
In quest’ottica si vuole fornire una panoramica fiscale della legislazione di settore con l’auspicio di fornire un utile strumento di analisi e di discussione futura per aprire un dibattito valutativo e migliorativo del quadro normativo e regolamentare di riferimento.
Prefazione
1. Quadro normativo di riferimento delle ASD e delle SSD: le novità recate dalla riforma dello sport
1.1. Premessa
1.2. L’ordinamento sportivo nazionale ed i suoi principali attori (cenni)
1.3. La riforma dello sport: brevi cenni introduttivi
1.4. La definizione di sport. L’attività sportiva e le declinazioni dilettantistiche e professionistiche
1.5. Gli enti sportivi dilettantistici: le forme giuridiche ammesse
1.6. (Segue…) Gli enti del Terzo settore (cenni)
1.7. Riconoscimento ai fini sportivi
1.8. (Segue…) Certificazione della natura sportiva dilettantistica dell’ente: la struttura e le modalità di iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche
1.9. Il Registro CONI
2. Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD)
2.1. L’associazione riconosciuta e l’associazione non riconosciuta: disciplina generale (cenni)
2.2. La responsabilità per gli atti compiuti dall’associazione e la responsabilità tributaria
2.3. Diritti ed obblighi dell’associato
2.4. Modalità di costituzione e requisiti statutari
2.4.1 Sede legale
2.4.2 Denominazione
2.4.3 Oggetto sociale
2.4.4 La rappresentanza legale dell’associazione
2.4.5 Assenza di fini di lucro
2.4.6 Le norme sull’ordinamento interno
2.4.7 I rendiconti economico-finanziari
2.4.8 Le modalità di scioglimento dell’associazione
2.4.9 La devoluzione ai fini sportivi del patrimonio
2.5. (Segue…) Ulteriori requisiti statutari
2.6. L’esercizio in via stabile e principale dell’organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche, ivi comprese la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica
2.7. (Segue…) la possibilità di svolgere attività secondarie e strumentali accanto all’attività principale
2.8. L’assenza di fini di lucro ed il divieto di distribuzione degli utili. La devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento
2.9. Le incompatibilità
2.10. I locali utilizzabili
3. Gli adempimenti delle associazioni sportive dilettantistiche
3.1. La costituzione dell’associazione riconosciuta e la conformità degli statuti
3.2. (Segue…) La costituzione dell’associazione non riconosciuta
3.3. Il codice fiscale, la Partita Iva e l’iscrizione al Repertorio economico amministrativo
3.4. Richiesta di iscrizione al registro CONI
3.5. L’iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RASD): requisiti e procedura
3.6. L’istituzione e conservazione dei libri sociali e delle scritture contabili
3.7. L’obbligo di rendicontazione delle associazioni sportive dilettantistiche
3.8. La compilazione e l’invio del Modello EAS
4. Le società sportive dilettantistiche (SSD)
4.1. Le società in generale
4.2. (Segue…) le società a responsabilità limitata e le società a responsabilità limitata semplificata
4.3. La società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata: le modalità di costituzione e i requisiti statutari
4.4. L’assenza di fini di lucro e la deroga al divieto di distribuzione degli utili
5. Gli adempimenti delle società sportive dilettantistiche
5.1. La costituzione della società sportiva dilettantistica
5.2. Il codice fiscale, la Partita Iva e l’iscrizione al Repertorio economico amministrativo
5.3. Richiesta di iscrizione al Registro CONI e al RASD
5.4. L’istituzione e conservazione dei libri sociali e delle scritture contabili 0
5.5. L’obbligo di rendicontazione delle SSD
5.6. La compilazione e l’invio del Modello EAS
6. Imposizione diretta delle ASD e delle SSD tra TUIR e riforma del Terzo settore
6.1. Introduzione
6.2. Il regime fiscale del cd. “Terzo settore”. Cenni generali
6.2.1 Il regime forfetario degli enti non commerciali (art. 145 TUIR)
6.2.1.1 Connotazioni generali
6.2.1.2 L’opzione per il regime forfettario
6.2.1.3 Il nuovo regime forfettario previsto dal Codice per gli enti del Terzo settore
6.2.2 La de-commercializzazione dei corrispettivi specifici (art. 148 TUIR)
6.2.3 La perdita della qualifica di ente non commerciale: in particolare, nei casi di continuata prevalenza dell’attività commerciale
6.3. Il regime fiscale delle Associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e delle Società sportive dilettantistiche (SSD)
6.3.1 Premessa
6.3.2 Il regime fiscale normale delle Associazioni sportive dilettantistiche
6.3.3 I requisiti di non lucratività ed effettività del rapporto associativo
6.3.4 La raccolta occasionale di fondi e le attività commerciali connessi a scopi istituzionali
6.3.5 (Segue…) le attività che secondo l’Amministrazione finanziaria non sono coerenti con gli scopi istituzionali
6.4. Il divieto di distribuzione degli utili in favore di dipendenti e collaboratori
6.5. Il corretto trattamento fiscale delle sponsorizzazioni
6.6. Estensione della disciplina delle ASD anche alle SSD
6.7. La disciplina IRAP delle ASD e delle SSD
7. Il regime forfetario di cui alla legge n. 398 del 1991
7.1. Profili generali del regime agevolativo
7.2. Adempimenti formali
7.3. Limiti reddituali per l’accesso al regime agevolato
7.4. La violazione della disciplina dei limiti al contante e l’ammissione al regime forfetario ex legge 398/1991
7.5. La possibile rilevanza penal-tributaria dell’indebita fruizione del regime “398”
7.6. Rapporto tra regime forfetario 398 e riforma del Terzo settore
8. La riforma del regime IVA delle ASD e delle SSD
8.1. Premessa
8.2. L’attuale assetto della disciplina IVA per gli enti non commerciali
8.2.1 Il regime di esclusione da IVA di cui all’art.4 del D.P.R. n. 633/1972
8.2.2 Il regime forfetario IVA di cui alla legge n. 398/1991
8.2.3 Il regime cd. “Super-forfetario IVA” per gli spettacoli sportivi in favore di soggetti con volume d’affari ridotto
8.3. Il nuovo regime di esenzione IVA per le attività sportive dilettantistiche
8.3.1 Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA
8.3.2 Le disposizioni interpretative contenute nel decreto cd. “PA-bis”
8.3.3 Le “prestazioni di servizi strettamente connessi con la pratica dello sport”
8.3.4 I servizi didattici e formativi
8.3.5 Decorrenza e applicazione medio tempore del nuovo regime IVA
8.4 La cessione dei contratti sportivi
8.5 Tassazione del premio di addestramento e formazione tecnica
9. Altre agevolazioni e prescrizioni nel settore sportivo dilettantistico
9.1 Erogazioni liberali in favore dello sport: deduzioni e detrazioni fiscali
9.2 Il cd. “Social bonus”
9.3 Esenzione IRES e IRAP degli utili per le Federazioni riconosciute dal CONI
9.4 L’Imposta di registro nel settore dello sport
9.5 L’esenzione dell’Imposta di bollo
9.6 Esenzione dall’IVAFE
9.7 Possibilità di distribuire dividendi per le società sportive
9.8 Le scritture contabili: esoneri e prescrizioni sostituite
9.9 L’obbligo del rendiconto/bilancio degli enti sportivi dilettantistici
9.10 Il Modello EAS
10. L’esenzione IMU per gli immobili utilizzati in ambito sportivo dilettantistico
10.1 Quadro normativo generale di riferimento
10.2 Il problema dell’utilizzazione mista dell’immobile e il cd. “Decreto Grilli”
10.3 Criticità applicative della disciplina di esenzione nel caso di immobili utilizzati promiscuamente
10.4 La peculiare soluzione adottata dal Comune di ROMA CAPITALE
10.5 Considerazioni conclusive
Bibliografia