Come giustamente rilevato , lo spirito della disposizione sul "reverse charge" è di ostacolare le frodi carosello, in cui il cliente detrae e il fornitore omette di versare. Tanto nell'edilizia siamo comunque di fronte a un cliente imprenditore. Se questo è lo spirito della legge, sarebbe facile per il fornitore che vuole intascarsi l'IVA senza versarla prendere un codice attività non strettamente del settore, fatturare con IVA e poi non versarla. Quindi, per lo stato, la procedura più rispondente economicamente alla funzione del meccanismo è il reverse charge. In sede di controllo, comunque, può accadere che se metti l'IVA dicano al cliente che non poteva detrarla, perchè si doveva fare il RC, se invece non la metti, e fai il reverse charge, censurino il fornitore (e il cliente per mancata regolarizzazione). E' un riflesso della tendenza a rilievi giuridico interpretativi, che alambiccano sul regime del dichiarato, senza cercare quello che è nascosto. Comunque, per quanto ne so, la maggior parte dei controlli sui piccoli sono con gli studi di settore, e sui grandi su questioni di diritto. Quindi gran parte del dibattito è "teorico". Se nascesse un problema, comunque, per aver messo l'IVA, si potrebbe far rilevare che comunque il fornitore l'ha versata, senza fuggire con la cassa. In questo caso la violazione si ridurrebbe a formale, e il cliente potrebbe detrarre. Penso che, nell'ottica sostanzialistica e di buonsenso che ispira le CTtributarie dovrebbe esserci qualche speranza. E poi mica si può aprire un convegno dibattito per ogni lavoro edile....