Salve a tutti,
sono stato assunto con la legge 407/90 nel giugno 2013 con contratto part-time a tempo indeterminato (settore commerciale)
Lavoro in Calabria e mi occupo di:
-Data analisi clienti ed User Experience
-Elaborazione di file digitali
-Promozione online e studio ritorno economico
-creazione, sviluppo e programmazione APP
come tipologia di lavoro, più che per il tempo effettivo, quello che conta per me sono gli obiettivi fissati dall'Azienda.
La mia Azienda è di Reggio Calabria (sul contratto Reggio è specificata come città di lavoro...ma io lavoro in una città a circa 100km a Nord)
Forse non esiste o esisteva ancora un contratto che non poneva l'attenzione specifica sul luogo di lavoro, per il tele-lavoro
All'azienda non ha dato mai problemi, anzi ha sempre apprezzato il mio non "gravare energetico" per uso PC, DSL e carta stampante. E poi ci siamo sempre visiti mensilmente o saltuariamente se vi era il bisogno di riunioni importanti.
Ora la società è in calo di fatturato e, vorrebbe licenziarmi...o meglio le sarebbe "più comodo" se io mi dimettessi.
So che dimettendomi non avrei diritto all'indennità di disoccupazione e per questo, partendo da loro esigenza di "tagliarmi", ho detto che se vogliono possono mandarmi lettera di licenziamento, ed io non mi opporrò
Il quesito è questo: se loro si rifiutano, possono obbligarmi a lavorare a Reggio (sapendo bene che non ce la farei economicamente essendo part-time) sia come pendolare che come affittuario lì? (inducendomi alle dimiss.)
E, sempre per spingermi alle dimissioni, potrebbero decidere anche di farmi svolgere lì a Reggio lavori meno qualificati ?
In sostanza cosa possono fare loro?
Cosa posso fare io, invece, perchè siano loro a licenziarmi in modo da avere la giusta disoccupazione?
O considerato il bel po'po' di roba scritta...sono "circondato" e mi devo arrendere alle non volute dimissioni?
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la lungaggine.
Per me le vostre risposte, valutazioni e consigli sarebbero davvero preziose.
ciao :s-sault:
sono stato assunto con la legge 407/90 nel giugno 2013 con contratto part-time a tempo indeterminato (settore commerciale)
Lavoro in Calabria e mi occupo di:
-Data analisi clienti ed User Experience
-Elaborazione di file digitali
-Promozione online e studio ritorno economico
-creazione, sviluppo e programmazione APP
come tipologia di lavoro, più che per il tempo effettivo, quello che conta per me sono gli obiettivi fissati dall'Azienda.
La mia Azienda è di Reggio Calabria (sul contratto Reggio è specificata come città di lavoro...ma io lavoro in una città a circa 100km a Nord)
Forse non esiste o esisteva ancora un contratto che non poneva l'attenzione specifica sul luogo di lavoro, per il tele-lavoro
All'azienda non ha dato mai problemi, anzi ha sempre apprezzato il mio non "gravare energetico" per uso PC, DSL e carta stampante. E poi ci siamo sempre visiti mensilmente o saltuariamente se vi era il bisogno di riunioni importanti.
Ora la società è in calo di fatturato e, vorrebbe licenziarmi...o meglio le sarebbe "più comodo" se io mi dimettessi.
So che dimettendomi non avrei diritto all'indennità di disoccupazione e per questo, partendo da loro esigenza di "tagliarmi", ho detto che se vogliono possono mandarmi lettera di licenziamento, ed io non mi opporrò
Il quesito è questo: se loro si rifiutano, possono obbligarmi a lavorare a Reggio (sapendo bene che non ce la farei economicamente essendo part-time) sia come pendolare che come affittuario lì? (inducendomi alle dimiss.)
E, sempre per spingermi alle dimissioni, potrebbero decidere anche di farmi svolgere lì a Reggio lavori meno qualificati ?
In sostanza cosa possono fare loro?
Cosa posso fare io, invece, perchè siano loro a licenziarmi in modo da avere la giusta disoccupazione?
O considerato il bel po'po' di roba scritta...sono "circondato" e mi devo arrendere alle non volute dimissioni?
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la lungaggine.
Per me le vostre risposte, valutazioni e consigli sarebbero davvero preziose.
ciao :s-sault:
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