Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Gabriele e sono un ingegnere elettronico.
Lavoro come dipendente da circa 10 anni ed ho un contratto CCNL metalmeccanico livello B1. Da un paio di anni lavoro in una azienda diversa rispetto a quella con cui ho intrapreso la mia carriera lavorativa.
Mi è balzata in mente l'idea di svolgere l'attività di consulente in parallelo a quella di dipendente. In particolare inizierei a fare il consulente seguendo alcuni progetti della prima azienda in cui lavoravo; di conseguenza, almeno nella fase iniziale, avrei 2 piedi in 2 scarpe.
A questo punto sto cercando di valutare quale sia la forma migliore, a livello fiscale, per inserirmi nel mondo della consulenza svolgendo un lavoro in proprio (ovviamente non andreai a lavorare per le agenzia di consulenza). Anticipo che come dipendente ho attualmente una RAL di 49000 euro.
Un commercialista che ho consultato mi ha detto che con la mia RAL l'unico modo è entrare nel regime fiscale ORDINARIO. Facendo due conti ed ipotizzando un reddito da lavoro come consulente di 16000 euro/anno otterei, se non erro, circa 560 euro/anno netti in aggiunta a quanto guadagno come dipendente.
Mi confermate che il regime fiscale ORDINARIO è l'unica strada percorribile vista la mia situazione e visto il reddito da lavoro come consulente indicato?
Ipotizzando altrimenti di avere un reddito da lavoro come consulente inferiore, qual è la soglia massima che mi permette di accedere ad una tassazione più agevolata?
Contratto con prestazione occasionale? Altre metodologie di pagamento?
Tanto per intenderci mi piacerebbe capire se, magari, ipotizzando un reddito da lavoro come consulente inferiore (ad esempio 10000 euro/anno, etc.) riesca ad avere una tassazione inferiore che possa comunque portarmi a massimizzare il ricavo effettivo.
Grazie mille!
Gabriele.
Mi chiamo Gabriele e sono un ingegnere elettronico.
Lavoro come dipendente da circa 10 anni ed ho un contratto CCNL metalmeccanico livello B1. Da un paio di anni lavoro in una azienda diversa rispetto a quella con cui ho intrapreso la mia carriera lavorativa.
Mi è balzata in mente l'idea di svolgere l'attività di consulente in parallelo a quella di dipendente. In particolare inizierei a fare il consulente seguendo alcuni progetti della prima azienda in cui lavoravo; di conseguenza, almeno nella fase iniziale, avrei 2 piedi in 2 scarpe.
A questo punto sto cercando di valutare quale sia la forma migliore, a livello fiscale, per inserirmi nel mondo della consulenza svolgendo un lavoro in proprio (ovviamente non andreai a lavorare per le agenzia di consulenza). Anticipo che come dipendente ho attualmente una RAL di 49000 euro.
Un commercialista che ho consultato mi ha detto che con la mia RAL l'unico modo è entrare nel regime fiscale ORDINARIO. Facendo due conti ed ipotizzando un reddito da lavoro come consulente di 16000 euro/anno otterei, se non erro, circa 560 euro/anno netti in aggiunta a quanto guadagno come dipendente.
Mi confermate che il regime fiscale ORDINARIO è l'unica strada percorribile vista la mia situazione e visto il reddito da lavoro come consulente indicato?
Ipotizzando altrimenti di avere un reddito da lavoro come consulente inferiore, qual è la soglia massima che mi permette di accedere ad una tassazione più agevolata?
Contratto con prestazione occasionale? Altre metodologie di pagamento?
Tanto per intenderci mi piacerebbe capire se, magari, ipotizzando un reddito da lavoro come consulente inferiore (ad esempio 10000 euro/anno, etc.) riesca ad avere una tassazione inferiore che possa comunque portarmi a massimizzare il ricavo effettivo.
Grazie mille!
Gabriele.