Sono un libero professionista nel campo della grafica e dell'arte (codice iva "altre attività artistiche").
Sono in regime di contribuente minimo.
Ho realizzato un piccolo libro fotografico, per cui ho fatto le fotografie, creato l'impaginazione, ideato i testi che corredano le immagini, insomma completamente creato da me. (Frutto del mio ingegno e del mio lavoro)
Ora vorrei stamparlo e provare a venderlo per conto mio, senza ricorrere a distributori.
E quindi a singoli privati, oppure lasciandolo in un certo numero di copie presso qualche libreria.
Io credevo di poter far rientrare questa attività (che, lo ricordo è del tutto occasionale e di prova) nel campo della mia P.IVA, e quindi poter vendere i libri con regolare fattura come faccio per i lavori di grafica.
Però il mio commercialista mi ha stoppato dicendo che per l'editoria si tratta di "reddito d'impresa" e quindi devo aprire una nuova attività, con contabilità a parte, ecc. ecc. ecc. e in più dovrei diventare editore, che non so cosa comporti.
Mi sembra assurdo che per vendere (forse, se mai ci arriverò) un centinaio di libri che potrebbero "fruttarmi" 500 euro al massimo debba proprio accollarmi le spese di una nuova attività (che comporterebbe fra l'altro un costo di commercialista di più di mille euro!).
Mi sono recata all'Agenzia delle Entrate della mia città e l'operatore a cui mi sono rivolta ha detto che, trattandosi di attività occasionale posso fare come pensavo e cioè vendere con semplice fattura con la P.IVA che già ho.
Però non mi lasciato niente di scritto, e non vorrei poi trovarmi nei guai.
Qualcuno sa darmi una risposta "definitiva"?
Possibile che se uno cerca di mettersi in regola e fare le cose "in chiaro" la legge italiana debba sempre complicare tutto e rendere tutto impossibile?
Grazie per l'aiuto!
Sono in regime di contribuente minimo.
Ho realizzato un piccolo libro fotografico, per cui ho fatto le fotografie, creato l'impaginazione, ideato i testi che corredano le immagini, insomma completamente creato da me. (Frutto del mio ingegno e del mio lavoro)
Ora vorrei stamparlo e provare a venderlo per conto mio, senza ricorrere a distributori.
E quindi a singoli privati, oppure lasciandolo in un certo numero di copie presso qualche libreria.
Io credevo di poter far rientrare questa attività (che, lo ricordo è del tutto occasionale e di prova) nel campo della mia P.IVA, e quindi poter vendere i libri con regolare fattura come faccio per i lavori di grafica.
Però il mio commercialista mi ha stoppato dicendo che per l'editoria si tratta di "reddito d'impresa" e quindi devo aprire una nuova attività, con contabilità a parte, ecc. ecc. ecc. e in più dovrei diventare editore, che non so cosa comporti.
Mi sembra assurdo che per vendere (forse, se mai ci arriverò) un centinaio di libri che potrebbero "fruttarmi" 500 euro al massimo debba proprio accollarmi le spese di una nuova attività (che comporterebbe fra l'altro un costo di commercialista di più di mille euro!).
Mi sono recata all'Agenzia delle Entrate della mia città e l'operatore a cui mi sono rivolta ha detto che, trattandosi di attività occasionale posso fare come pensavo e cioè vendere con semplice fattura con la P.IVA che già ho.
Però non mi lasciato niente di scritto, e non vorrei poi trovarmi nei guai.
Qualcuno sa darmi una risposta "definitiva"?
Possibile che se uno cerca di mettersi in regola e fare le cose "in chiaro" la legge italiana debba sempre complicare tutto e rendere tutto impossibile?
Grazie per l'aiuto!