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Artigiano e Studi di Settore

G

Giovanni T.

Ospite
Un artigiano (sarei io) che abbia il desiderio e la possibilità di lavorare part-time tanto per tirare avanti ancora per i tre anni che gli mancano alla pensione è obbligato a raggiungere o ad adeguarsi al reddito previsto dagli studi di settore?

Aggiungo qualche dato:
-Nessun dipendente.
- Valore dei beni strumentali abbastanza elevato, ma essendo da solo posso utilizzare solo una macchina utensile alla volta.
- Oltre al reddito di impresa dal Mod. Unico risultano altri redditi, per cui il totale imponibile non è da considerarsi ridicolo.

Spero che la domanda sia "congrua e coerente", tanto per usare il linguaggio di Gerico e ringrazio per eventuali pareri.

Giovanni T.
 
sinchè si tiene aperta la ditta artigiana, si è soggetti agli studi di settore

i beni strumentali da indicare son quelli che risultano a fine periodo d'imposta sul registro beni ammortizzabili o annotazioni equipollenti;
possibile escludere da questo monte beni solo quelli per i quali non è stata dedotta la relativa quota di ammortamento e operare la riduzione del 10% per gli acquisti 1994 e 20% 1995.

in ogni caso se non ci si adegua alle risultanze degli stessi studi, in contraddittorio con l'ufficio si potrà far valere oltre alle cause previste per legge anche tutti i motivi che si riterrà opportuno, compresa la presenza di altri redditi, compreso il fatto che lavorando part-time metà tempo è dedicato altrove e non tutto nell'impresa.

ciao...
 
Purtroppo non rientrerei in nessuno dei casi previsti dalla legge e l'eventuale spiegazione che metà tempo lo passo a curare il giardino e con gli amici al bar non so fino a che punto verrebbe accettato.
Grazie mille per la consulenza.
Giovanni T.
 
beh, ma scusa, se fai un part-time come hai detto nel tuo quesito.. avrai una busta paga ed un cud no? non credo che il datore di lavoro ci scriva.. "passa il tempo a curare il giardino o al bar"... il cud per un part-time fa fede per provare che per metà del tuo tempo sei alle dipendenze...

...se invece la metà tempo la passi al bar.... ovvio che il fisco il caffè non lo paga mica....

ciao....
 
cmq, in sede di contraddittorio, il contribuente potrà far valere qualsiasi causa di scostamento dalle risultanze degli studi, anche il calo di lavoro, comprovato da un diminuito consumo di energia elettrica, di materiale, ecc ecc ecc....
 
Mi sembra di capire che il part-time di cui parla l'amico è la sua stessa attività (o per lo meno il desiderio di svolgerla a ritmo ridotto): sbaglio?
 
Confermo quanto dice Maurizio, come part-time intendevo non un rapporto di lavoro subordinato ma una drastica riduzione della mia attuale attività lavorativa artigianale.
Il mio dubbio è appunto quale valore avrebbero, in sede di contradditorio, le mie giustificazioni anche provate da diminuiti consumi energetici, minori acquisti ecc. ecc.
Forse è meglio in un modo o nell'altro cercare di rientrare nei parametri e vivere tranquilli?
Giovanni T.
 
Ti consiglio di fare una simulazione con il software gerico scaricabile da www.agenziaentrate.it e vedere se con i diminuiti consumi si riesce ad essere comunque congrui e coerenti. Al limite estrometti con autofattura i beni strumentali che non utilizzi più.
In caso di accertamento fatto sulla base degli studi le argomentazioni sono un poco fiacche.
Al limite si potrebbe valutare la convenienza al nuovo concordato preventivo biennale... quando sarà finalmente definitivo ...
Ciao
 
uhm, ok, avevo capito male forse perchè Giovanni ha usato una terminologia che per deformazione professionale ti porta altrove (part-time):

cmq, oltre a scaricare i beni strumentali non usati (sulla cui relativa eventuale plusvalenza non rateizzabile (art. 54 n.3 dpr 917/86) calcolata sul valore normale (art.9 e 54 n.3 dpr 917/86) ci van pagate le tasse oltre alla relativa iva ),
la difesa del contribuente in merito agli studi di settore è ampia...
la fase del contraddittorio con l'agenzia ha per scopo:
approfondire le specifiche caratteristiche dell'attività esercitata,
adeguare il risultato degli studi alla particolare situazione dell'attività esercitata (vedi la circ. 235/e 97 e 65/e 2001)

il contribuente può dimostrare che: le caratteristiche strutturali ed economiche riferibili al gruppo omogeneo al quale è assegnato non corrispondono a quelle dell'attività in concreto effettuata;
lo studio non coglie la puntuale localizzazione dell'attività nel territorio comunale e lo specifico contesto economico e sociale in cui si opera;
si può evidenziare particolari situazioni oggettive e soggettive che giustifichino lo scostamento dagli studi;

con le circolari: 110/e del 21/05/1999, 121/e 08/06/2000, 54/e 13/06/2001 58/e 27/06/2002 e 39/e 17/07/2003 è stata fornita una analitica esposizione delle più rilevanti circostanze di cui si tien conto in sede di applicazione degli studi.
si può inoltre evidenziare l'eventuale discordanza tra i dati esposti nell'invito al contraddittorio e quelli in possesso del contribuente.

come vedi, le possibilità son tante...

ciao...
 
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