"LSU: rapporto di lavoro speciale" Commento alla sentenza di Cassazione lavoro n. 13472 del 30.6.201

Cassazione civile sezione lavoro  Sentenza  n. 13472 del 30 Giugno 2016 COMMENTO  

In tema di occupazione in lavori socialmente utili o lavoro per pubblica utilità, le prestazioni che sono conformi al programma inserito nel contratto seguono la disciplina prevista dal d.lgs. n. 468 del 1997, mentre quelle che se ne discostano seguono la disciplina prevista dall'art. 2126 c.c., con conseguente diritto alla retribuzione anche nei casi di nullità del rapporto di lavoro o violazione di norme poste a tutela del lavoratore.

Avv. Rocchina Staiano

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Lavoratori socialmente utili: evoluzione normativa e diritti dei lavoratori

2. Orientamenti giurisprudenziali

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

"Redditometro e contraddittorio preventivo" Commento alla sentenza di Cassazione n. 13227 del 27 giugno 2016

Cassazione civile -  Sentenza n. 13227 del 27 Giugno 2016

Nell’ambito degli accertamenti da redditometro, che rientrano tra quelli cc.dd. “a tavolino” non si applicano le disposizioni in materia di contraddittorio endoprocedimentale di cui all’art. 12, comma 7 della legge n. 212 del 2000, riservate agli accertamenti svolti con verifiche presso la sede del contribuente. L’obbligo del contraddittorio vige, in quanto espressamente previsto per questo specifico tipo di accertamento, solo a partire dal D.L. n. 78 del 2010.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. OBBLIGATORIETA’ DEL CONTRADDITTORIO IN TEMA DI REDDITOMETRO: INDIRIZZI DELLA GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITA’

2. LA SENTENZA  ANNOTATA

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"Licenziamento ed immutabilità del fatto contestato" Commento alla Cassazione lavoro n. 13580 del 4 luglio 2016

Cassazione civile, sezione lavoro Sentenza  n. 13580 del 04 Luglio 2016

In tema di licenziamento disciplinare, il fatto contestato ben può essere ricondotto ad una diversa ipotesi disciplinare (dato che, in tal caso, non si verifica una modifica della contestazione, ma solo un diverso apprezzamento dello stesso fatto), ma l’immutabilità della contestazione preclude al datore di lavoro di far poi valere, a sostegno della legittimità del licenziamento stesso, circostanze nuove rispetto a quelle contestate, tali da implicare una diversa valutazione dell’infrazione anche diversamente tipizzata dal codice disciplinare apprestato dalla contrattazione collettiva, dovendosi garantire l'effettivo diritto di difesa che la normativa sul procedimento disciplinare di cui all'art. 7 della legge n. 300 del 1970 assicura al lavoratore incolpato.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Immutabilità del fatto contestato

2. Orientamento giurisprudenziali conformi

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"Dichiarazione congiunta e responsabilità solidale dopo la separazione" COMMENTO alla sentenza di Cassazione n. 11947 del 10.6.2016

Cassazione civile - Sentenza n. 11947 del 10 Giugno 2016 COMMENTO  (PDF - 8 pagine)

I coniugi, in virtù della libera scelta di presentare la dichiarazione unica dei redditi di ciascuno su un unico modello, accettano i rischi inerenti alla disciplina propria dell'istituto ex art. 17 della legge n. 114 del 1977 e, specificamente, sia quelli inerenti alla previsione della notifica degli atti impositivi al solo marito, sia quelli concernenti le conseguenze (sostanziali e processuali) proprie delle obbligazioni solidali, a prescindere dalle successive vicende del matrimonio. Per questo la responsabilità solidale dei coniugi per il pagamento di imposta ed accessori, iscritti a ruolo a nome del marito a seguito di accertamento, non è influenzata dal venir meno, successivamente alla dichiarazione, della convivenza matrimoniale per separazione personale. Inoltre, l'azione giudiziaria e la pendenza del relativo processo nei confronti di uno dei condebitori solidali determinano l’ interruzione permanente della prescrizione, anche nei confronti del condebitore rimasto estraneo al giudizio.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. DICHIARAZIONE CONGIUNTA E RESPONSABILITA’ SOLIDALE DEI CONIUGI
2. LA SENTENZA ANNOTATA

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Licenziamento per ragioni inerenti l’attività produttiva - Commento alla Sentenza di Cassazione n. 13516 del 01 Luglio 2016

Cassazione civile,  sezione lavoro Sentenza  n. 13516 del 01 Luglio 2016 COMMENTO (PDF 10 pagine)

Le ragioni, inerenti l'attività produttiva, possono,  derivare, oltre che da esigenze del mercato, anche da organizzazioni o ristrutturazioni, quali ne siano le finalità e quindi comprese quelle dirette al risparmio dei costi o all'incremento dei profitti. Queste ragioni devono essere, nella loro oggettività tale da determinare il venir meno della posizione lavorativa e ciò si verifica quando la prestazione divenga inutilizzabile a causa della diversa organizzazione che viene attuata e non in forza di un atto arbitrario del datore di lavoro.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Licenziamento per giustificato motivo economico

2. Orientamenti giurisprudenziali

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Commento alla sentenza di Cassazione n. 13728 del 6.7.2016 in materia di rilevanza probatoria dei dati del software gestionale

Cassazione Civile Sentenza n. 13728 del 6 luglio 2016:  "Dati del software gestionale insufficienti per la presunzione di ricavi in nero (PDF - 14 pagine)

Nullo l’avviso di accertamento fondato, unicamente,  sui dati ricavati da un software realizzato dalla società accertata, per scopi meramente gestionali; difatti, il software, che non era collegato alle scritture contabili obbligatorie e che gestiva le attività di più società, non ha rilevanza probatoria ai fini della ricostruzione dei movimenti di magazzino. Questo il principio di diritto che emerge dalla sentenza 06 luglio 2016, N. 13728, della Sesta Sezione Civile – T della  Cassazione. 

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IL CASO

IL COMMENTO

1. DOCUMENTI INFORMATICI A RILEVANZA TRIBUTARIA
2. RILEVANZA PROBATORIA DOCUMENTAZIONE EXTRACONTABILE "DIGITALE": ORIENTAMENTO GIURISPRUDENZIALE
3. LA SENTENZA ANNOTATA

IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA

Licenziamento e condotta antisociale di un dipendente di banca Commento alla sentenza n. 13512 del 1 luglio 2016

Cassazione civile,  sezione lavoro  -Sentenza  n. 13512 del 01 Luglio 2016  COMMENTO (PDF - 10 pagine)

In tema di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, anche una condotta colposa del dipendente, benché non indicativa di un'aperta ribellione alla disciplina dell'impresa, può rivelare una violazione dei doveri di cautela e di attenzione idonea a ledere il rapporto fiduciario, soprattutto qualora il datore di lavoro abbia affidato al lavoratore l'uso e la custodia di beni patrimoniali di rilevante valore (nel caso in esame si sono evidenziate operazioni irregolari di cassa).

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IL CASO

IL COMMENTO

1. Licenziamento per violazione dei doveri del lavoratore/dipendente di banca

2. Dipendente di banca e licenziamento: orientamenti giurisprudenziali

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"Redditi a tassazione separata, l’esito della liquidazione va sempre comunicato" Commento alla ordinanza n. 12927 del 28.6.2016

Cassazione Civile  Ordinanza n. 12927 del 22 giugno 2016

In tema di riscossione delle imposte, l'art. 1, comma 412 della L. 30 dicembre 2004 n. 311 obbliga l'Agenzia delle Entrate, in esecuzione di quanto sancito dall'art. 6, comma 5 della L. 27 luglio 2000 n. 212, a comunicare al contribuente l'esito dell'attività di liquidazione, effettuata ai sensi dell'art. 36 bis del D.P.R. 29 settembre 1973 n. 600, relativamente ai redditi soggetti a tassazione separata, con la conseguenza che l'omissione di tale comunicazione determina la nullità del provvedimento di iscrizione a ruolo, indipendentemente dalla ricorrenza o meno di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione. Questo il principio di diritto che emerge dalla Ordinanza 22 giugno 2016, 12927, della Sesta Sezione Civile – T della Cassazione. 

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IL CASO

IL COMMENTO

1.Liquidazione e controllo della dichiarazione

2. La riscossione delle somme dovute e la non impugnabilità dell'avviso bonario

3. La sentenza annotata

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Ferie non autorizzate e licenziamento COMMENTO alla sentenza di Cassazione n. 12205 del 14.6.2016

Cassazione civile,  sezione lavoro  Sentenza  n. 12205 del 14 Giugno 2016 - Commento (PDF - 10 pagine)

Il godimento di ferie non autorizzate è idoneo a configurare assenza ingiustificata. Tuttavia anche in relazione a tale ipotesi vige il principio consolidato secondo il quale la valutazione della proporzionalità tra il comportamento illecito del lavoratore dipendente e la sanzione irrogata sul piano disciplinare costituisce un apprezzamento di fatto con specifico riferimento a tutte le circostanze del caso concreto, tenendo conto della natura dei fatto contestato e del suo contenuto obiettivo ed intenzionale. Nella specie, il fatto che il lavoratore avesse anche solo richiesto preventivamente l'autorizzazione alle ferie, non poteva non essere rilevante nel valutare in primo luogo la natura ingiustificata dell'assenza, ma anche la sua gravità, anche tenendo conto del principio di buona fede e correttezza cui deve improntarsi la condotta anche del datore di lavoro, in relazione ad una richiesta di ferie che era motivata con riferimento ad esigenze obiettive e che ebbe come unica risposta formale la contestazione dell'assenza ingiustificata.

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IL CASO

IL COMMENTO

1.  Diritto alle ferie

1.1. Assenza per ferie non autorizzate e licenziamento: orientamenti giurisprudenziali

2. Gravità dell’insubordinazione

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"Costi Black List e presupposti per la deducibilità " Commento alla sentenza di Cassazione n. 8330 del 27.4.2016

Cassazione civile  Sentenza n. 8330 del 27 Aprile 2016 Commento (PDF - 8 pagine)

Al fine di ritenere provata l'effettività del costo dedotto per operazioni poste in essere con imprese aventi sede in stati sospetti (cd. black list), e dunque di ritenere superata la presunzione di non effettività, occorre dimostrare: o che la società estera opera effettivamente come impresa prevalentemente commerciale, oppure che sussisteva, al momento dell'acquisto, un effettivo interesse economico ad acquistare da quest'ultima. Non basta dunque indicare i costi in modo separato e distinto nella dichiarazione dei redditi, non valendo tale indicazione come prova contraria della presunzione, neanche sotto il previgente regime di cui all'art. 110 del D.P.R. n. 917 del 1986, in cui l'omissione di tale adempimento impediva di dedurre il costo, ma il suo assolvimento non era prova della effettività del costo stesso. Per questo, deve essere cassata con rinvio la decisione del giudice di appello che ha ritenuto il costo deducibile per il solo fatto della separata indicazione in dichiarazione.

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IL CASO

IL COMMENTO

1. La previgente disciplina dei costi black list

2. Novità e semplificazioni introdotte dal 2016
3. La sentenza annotata

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