Commento alla sentenza della Corte di Cassazione sezione lavoro n. 21203 del 17 Settembre 2013

Nel licenziamento per motivi disciplinari, il principio dell'immediatezza della contestazione dell'addebito e della tempestività del recesso datoriale, che si configura quale elemento costitutivo del diritto  del datore di lavoro, deve essere inteso in senso relativo e può in concreto essere compatibile con un intervallo di tempo più o meno lungo, quando  la valutazione dei fatti richieda un tempo maggiore; in ogni caso, la valutazione relativa alla tempestività costituisce giudizio di merito, non sindacabile in cassazione se adeguatamente motivato. Questa la conclusione della Corte di Cassazione nella sentenza n. 21203 del 17 settembre 2013 .

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 20486 del 6 settembre 2013

La Suprema Corte chiarisce che anche in caso di omessa autofatturazione nelle operazioni di reverse charge, al soggetto contribuente non può essere negato il diritto alla detrazione dell'IVA per il principio di neutralità fiscale.Questo il contenuto della sentenza n. 20486 del 6 settembre 2013.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n. 20715 del 10 Settembre 2013.

In tema di licenziamento disciplinare, ai fini della proporzionalità tra addebito e recesso, rileva ogni condotta che, per la sua gravità, possa scuotere la fiducia del datore di lavoro e far ritenere la continuazione del rapporto pregiudizievole agli scopi aziendali, essendo determinante un comportamento del lavoratore che denoti scarsa inclinazione all'attuazione degli obblighi in conformità a diligenza, buona fede e correttezza, suscettibile quindi, per le concrete modalità e il contesto di riferimento, di porre in dubbio la futura correttezza dei suoi doveri. Spetta al giudice di merito valutare la congruità della sanzione espulsiva, non sulla base di una valutazione astratta dell'addebito, ma tenendo conto di ogni aspetto concreto del fatto, alla luce di un apprezzamento unitario e sistematico della sua gravità, rispetto ad un'utile prosecuzione del rapporto di lavoro. Questa la conclusione della Corte di Cassazione, sezione lavoro,  nella sentenza n. 20715 del 10 Settembre 2013.

Commento alla sentenza della corte di Cassazione penale, Sezioni unite n. 37424 del 12 settembre 2013

Le Sezioni Unite Penali hanno chiarito nella sentenza annotata che:
a)l'art. 10 ter d.lgs 10 marzo 2000, n. 74 convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, entrato in vigore il 4 luglio 2006 , è applicabile anche alle omissioni dei versamenti IVA relativi all'anno 2005, senza che ciò comporti violazione del principio di irretroattività della norma penale”;  b)i reati di omesso versamento dell’IVA non sono speciali e  possono applicarsi entrambe le sanzioni;  c) per l’integrazione del reato penale è sufficiente il dolo generico; d) non trova applicazione la regola dell’”ignoranza inevitabile”, trattandosi di imprenditore e non di semplice cittadino.

Commento alla sentenza del consiglio di Stato n. 4310 del 28 Agosto 2013

Per conseguire il risarcimento del danno non patrimoniale, il richiedente è tenuto ad allegare e provare in termini reali, il pregiudizio subito, anche se collegato a valori riconosciuti a livello costituzionale. Questa in sintesi la conclusione del Consiglio di Stato nella sentenza n. 4310 del 28 Agosto 2013.

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Commento alla sentenza della Corte di Cassazione civile n. 16573 del 2 Luglio 2013

Circa la responsabilità di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi le sanzioni non possono essere escluse, per il contribuente, solo in virtù della giustificazione di aver regolarmente consegnato la propria dichiarazione dei redditi all’intermediario. Questo il contenuto della sentenza della Corte di Cassazione civile n. 16573 del 2 Luglio 2013.

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione, sez. Lavoro, n. 19007 del 8 Agosto 2013

Nel giudizio instaurato ai fini del riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per nullità del termine apposto al contratto, grava sul datore di lavoro, che eccepisca la risoluzione per mutuo consenso del rapporto, l'onere di provare le circostanze dalle quali possa ricavarsi la volontà chiara e certa delle parti di volere porre definitivamente fine ad ogni rapporto lavorativo. Questa la conclusione della Corte di Cassazione sez. Lavoro nella sentenza n. 19007 del 8 Agosto 2013

Commento alla ordinanza della Corte di Cassazione civile, sezione tributaria n. 16334 del 28 Giugno 2013

Ai fini della determinazione della spesa per incrementi patrimoniali, funzionale alla determinazione sintetica del reddito D.P.R. n. 600 del 1973, ex art. 38, comma 5 - il prezzo versato per l'acquisto di un bene si deve presumere, fino a prova contraria (il cui onere grava sul contribuente), corrispondente al valore definitivamente attribuito a tale bene ai fini dell'imposta di registro. Quewsto il contenuto dell'ordinanza n. 16334 della Corte di Cassazione civile VI sezione tributaria del 28 giugno 2013

Commento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 19096 del 9 Agosto 2013

Ai fini della valutazione dell'osservanza dell'obbligo di fedeltà, quel che rileva non è solo l'attività concreta e la sua lesività nel momento in cui viene riscontrata, ma pure la sua natura sintomatica di un atteggiamento mentale del dipendente che può far presagire anche nel prosieguo dell'attività un atteggiamento contrastante con la leale collaborazione . Questa la conclusione della Corte di Cassazione nella sentenza n. 19096 del 9 Agosto 2013.