Riferimento: Vita da Indebitati!
Ciao ragazzi.
Concordo in toto con quanto detto sin qui eppure.....eppure vorrei dire qualche cosetta.
Il vivere "all'americana" è frutto di un processo durato 50anni, dai tempi in cui ci si cominciava a dotare di frigoriferi (al posto delle ghiacciaie), dei televisori (invece di andare al bar) o delle lavatrici. Da lì, giustamente, si è cercato di uscire dal grigiore post bellico concedendosi qualcosa di più, a volte di superfluo. Poi la cosa ha preso la mano un pò a tutti e, bersagliati minuto per minuto da altrui miraggi, siamo arrivati al capolinea.
I miei nonni erano piccoli imprenditori, l'uno nei trasporti (prima con cavalli e poi con camion residuati, l'altro lavorava il bronzo (ho ancora alcuni suoi pezzi); le nonne erano casalinghe; mio padre studiava (tre anni di Bocconi e poi la guerra!!!), accudiva la stalla, andava a ballare e l'anno in cui se lo poteva permettere, andava a Cesenatico. La mamma a 14 anni si è impiegata come "piscinina" (apprendista) in una sartoria di milano poi si è sposata ed ha continuato in casa. Io mi ricordo ancora le minestrine col dado Maggi (comprato in svizzera) e il formaggino sciolto; le merende con la michetta burro e zucchero; il cappotto rivoltato e i pantaloni di mio cugino più grande. Stamo parlando della seconda metà dei '50, non del 1850. Avevamo anche in casa una delle nonne rimasta vedova e, fino agli anni 60 ci siamo dignitosamente barcamenati. Poi la carriera di mio padre in banca ha preso una diversa piega ed ha raggiunto livelli importanti e qualificanti. Da lì la vita della famiglia non è cambiata di molto (vista l'intransigenza del genitore) ma tutti noi godavamo di un privilegio: quello di toglierci qualche capriccio. Niente in casa mie è stato acquistato a rate perchèp niente ci era così indispensabile da richiedere il suo immediato acquisto. Tutto era fatto secondo calcoli che allora non capivo ma che ora condivido e apprezzo.
Una delle tante cose belle che ricordo, sono le giustificazioni che mia madre dava a papà circa qualche spesa da lei fatta fuori budget, e cioè: visto quello che abbiamo passato noi.........non neghiamo qualcosa in più a....ME.
Dopo che la bicicletta dei 15anni era stata rimodernata 2 volte, a 18 anni è arrivato il motorino (per il diploma) e la macchina è arrivata a 22 anni con i soldi di una assicurazione sulla vita di mia mamma (morta a 48anni) stipulata quando avevo 6 anni. Principi sani ne ho assimilati tanti, eppure, nel corso della vita anch'io ho commesso errori di valutazione su cosa sia importante o meno. Però, il meglio di quallo che mi hanno insegnato ho cercato di inculcarlo in mio figlio che pare abbia, in parte, accettato certe regole di vita. A lui non è mancato nulla di quello che, invece, era mancato a me e mi pare giusto che sia così. Giusto entro i limiti del consentito dalle possibilità e dal buonsenso!!
Ora ha un'attività (compratagli da me) e cerco di fargli gestire tutto con parsimonia e con uno sguardo al lungo periodo. E' questo che in molti oggi manca: guardare il più avanti possibile. Da parte mia, quello che dovevo fare ho fatto e le disponibilità economiche eventualmente superiori alle necessità, le impiego per fare stare meglio le persone a cui voglio bene e per togliermi qualche piccolo sfizio.
Lungo discorsi di ricordi sempre e comunque piacevoli!!! Discorso che si poteva riassumere con: metà del mondo vive socialmente al di sopra delle proprie possibilità e questo non è, salvo pochi casi, colpa diretta ma inconsapevole condizionamento. Far crescere i bambini con l'idea che tutto sia possibile è sbagliato o meglio, è sbagliato far pensare che siamo standardizzati. Siamo bersagliati da offerte, promozioni, promesse che vengono dai soggetti più disparati. Acquisti oggi e pagherai quando sarai in pensione, tassi zero fasulli, mutui boomerang, auto a 98 euro al mese, incentivi per i televisori e i microonde................ l'economia mondiale è stagnante e i poteri forti ci fanno il lavaggio del cervello cercando di spillare soldi dove non ce ne sono. Quindi, le colpe dei ragazzi che VOGLIONO sono, a mio avviso, limitate: vivono un mondo zeppo di futilità, di condizionamenti e di spinte consumistiche provenienti da chiunque. La scuola prima educava anche socialmente, molti genitori sono più condizionati dei figli, il mercato fà il resto. Il credito l consumo dai primi anni 90 ha capito l'antifona e va oltre il lecito, con il benestare della politica che, a sua volta, riceve condiziamente pesanti dalle multinazionali del benessere. Non allarmiamoci se nostro figlio chiede i jeans d&g o la bambina lo zainetto di hallo kitty........basta non prenderli e non come presa di posizione ma facendo loro capite l'inutilità di una spèesa elevata. Certo che se il papà stipula finanziamenti per l'auto più bella del condominio e la mamma va dal parrucchiere tre volte alla settimana, dall'estetista due volte al mese e rientra con qualche capetto di prada....beh!
Giustamente, chì è causa del suo mal pianga sè stesso.