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Restituzione denaro di una fattura ceduta alle Poste per ristrutturazione

Nav88

Utente
Salve a tutti, il mio problema è il seguente:

Nell'anno 2020 ho dato un acconto pari alla metà di un lavoro che dovevo fare per ristrutturare casa.
Il seguente lavoro si è protratto fino all'anno successivo con la risoluzione del contratto con questa impresa perché non era più in grado di fornirmi il servizio. Quindi gli ho chiesto di restituirmi il denaro dell'acconto.

Tale fattura però l'ho inserita nei crediti da cedere alle Poste la quale mi ha già liquidato il credito.
Ora io ricevendo indietro l'acconto vorrei ridare indietro all'agenzia delle entrate il 50% della fattura, corrispondente al bonus per ristrutturazione che a questo punto non mi spetterebbe più.

Ho preso un appuntamento con un impiegato della AdE e questo mi ha detto che non esiste una procedura per risolvere questa cosa, perché il mio rapporto con loro è chiuso avendo ceduto il credito.
Ho sentito le Poste e loro dicono che devo risolvere con la AdE e che per le Poste siamo a posto il nostro rapporto si è concluso con la cessione.

Esiste un modo per sistemare questa cosa? O devo aspettare che l'AdE faccia un controllo? Quindi aspettare la sanzione? Vorrei trovare un modo per ridare a chi spetta il denaro che non mi spetta.

Vi ringrazio per la pazienza.
 
Ho preso un appuntamento con un impiegato della AdE e questo mi ha detto che non esiste una procedura per risolvere questa cosa, perché il mio rapporto con loro è chiuso avendo ceduto il credito. !?! Questo un funzionario dell'ADE non lo può dire!! perché la verifica dei corretti requisiti per la spettanza della detrazione che è stata ceduta sotto forma di credito alle Poste deve essere fatta sul contribuente; mica che l'Ag. Entrate va a contestare alle Poste i crediti che ha acquistato!
Detto questo se non si vuole aspettare l'eventuale controllo con sanzioni da parte dell'Ag. entrate è possibile riversare l'importo ceduto fruendo del ravvedimento operoso, occorre però chiarire se si tratta di un credito inesistente o di un credito non spettante e l'interpretazione non è scontata.... nel primo caso la sanzione base è del 30% nel secondo caso 100%.. presumendo che tutti i requisiti necessari per fruire dell'agevolazione ci fossero al momento della cessione, a mio avviso si potrebbe considerare "non spettante".
 
Ti ringrazio per avermi risposto.
Io infatti non vorrei aspettare il controllo dell'AdE vorrei se possibile regolarizzare e ridare indietro ciò che al momento non mi spetterebbe.
La fattura di acconto pagata nel 2020 per la realizzazione di infissi era di 2821,50€. Il fornitore mi ha detto di averli distrutti nel trasporto, dopo una serie di precedenti tira e molla, cosa che secondo me sembravano scuse. Quindi abbiamo deciso, per inaffidabilità, di sciogliere il contratto con scrittura privata in cui ci si svincolava e lui si impegna a restituire il denaro.
La fattura a me spettava inizialmente perché il lavoro pensavo sarebbe stato fatto ma è finita in questo modo. Quindi anche se il fornitore non dovesse restituirmi il denaro penso di dover restituire il 50% perché il lavoro non è stato fatto.
Quindi per la restituzione del 50% di quella fattura allo Stato devo comunque pagare le sanzioni di cui le stava parlando? Oppure se faccio una dichiarazione io devo solo restituire 1410,75€?
 
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