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Regimi minimi e confusione IVA

Buongiorno,
a giorni aprirò una mia P.iva entrando nei regimi minimi 2015 come libera professionista in assistenza pc etc. Nonostante abbia chiesto al mio commercialista ho ancora molti dubbi e non ho capito bene come dovrò gestire l'IVA. Svolgendo la mia attività, mi capiterà di dover acquistare dell'hardware. Solitamente acquisto tutto tramite amazon.

Semplificherò il tutto tramite un esempio:
Acquisto beni su amazon per 100€ di cui 22€ di iva. Amazon mi invia la fattura senza iva di 100€.

Al mio cliente farò la fattura di quale importo? 100€ o 122€ ?:confused:

Successivamente cosa dovrò fare? Ho degli obblighi verso l'erario? Devo versare i 22€ di IVA?:confused:

Grazie per il vostro aiuto.
Valentina
 
Ultima modifica:
In effetti la fattispecie è particolare.
Cercherò di essere il più chiaro possibile.
Il contribuente che adotta il nuovo regime forfettario non detrae l'IVA sugli acquisti effettuati né addebita al cliente l'IVA in rivalsa.
Ora, nel momento in cui si effettuano degli acquisti dall'estero, bisogna distinguere a seconda che si realizzi un'importazione ovvero un acquisto intracomunitario. Si realizza un'importazione quando la merce proviene da un paese extra-UE mentre si realizza un acquisto intracomunitario (di beni) quando la merce ha come luogo di partenza e di arrivo un paese UE.
Venendo al tuo caso, poiché adotti il regime forfettario, si avrà che:
1) Realizzazione importazione
La merce giunge alla dogana (ad es. aeroporto) e sarà soggetta a dazio e IVA, che te dovrai pagare (solitamente gli oneri doganali sono anticipati dal corriere che poi si rivale sul cliente). L'IVA pagata in dogana è indetraibile.
2) Realizzazione acquisto intracomunitario
A) Fino a quando tali acquisti non superano nell'anno la soglia complessiva di 10.000 euro allora dovranno essere assoggettati all'IVA del paese UE di origine. Pertanto il fornitore UE emetterà fattura con applicazione dell'aliquota IVA vigente nel proprio Paese. A tal fine bisognerà comunicargli l'adozione del regime altrimenti ti emetterà fattura senza applicazione dell'IVA e dunque l'operazione resterebbe orfana di assoggettamento ad IVA.
B) Al superamento della soglia sopra indicata l'acquisto intracomunitario di beni dovrà essere assoggettato ad IVA in Italia. Il fornitore UE dovrà emettere fattura senza applicazione dell'imposta e tu dovrai applicare il reverse charge. In tal caso dovrai effettuare il versamento dell'IVA entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione dell'operazione; inoltre dovrai procedere con la compilazione del mod. INTRASTAT.
Andrebbe gestita, infine, l'iscrizione al VIES (chiedi al commercialista di cosa si tratta).
Al tuo cliente dovrai applicare il prezzo di vendita partendo dal costo di acquisto sostenuto comprensivo di IVA (non puoi detrarre l'IVA sugli acquisti, che pertanto diventa componente del costo di acquisto).
Saluti.
 
Assolutamente no perché l'assoggettamento ad IVA dell'operazione è nel paese (UE) del cedente.
Per te il costo di acquisto sarà rappresentato dall'intero importo (comprensivo di IVA) corrisposto al fornitore.
Saluti.
 
Una domanda sempre inerente ai minimi 2015, nel caso si uscisse fuori dal regime per superamento soglie e si abbiano acquisti in magazzino con IVA UE versata, si dovrebbe andare a versare l'IVA per differenza tra l'aliquota già versata al paese di provenienza ed il 22%? Se invece si avesse un magazzino di merce senza IVA causa acquisti UE oltre i fatici 10.000 euro, al superamento delle soglie e qundi all'uscita dal regime minimo si deve versare l'IVA sul valore di magazzino, come ci si deve comportare?
 
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