Buongiorno a tutti, scrivo per conto di mia moglie la problematica che sta/stiamo vivendo con l'inps.
Mia moglie è farmacista con contratto a tempo indeterminato, a Luglio 2020 mia moglie rimane incinta e lo comunica al datore di lavoro che di conseguenza riporta l'informazione al consulente del lavoro.
Purtroppo il consulente del lavoro non aveva esperienza in merito a dipendenti in stato di attesa per cui non si è interessato.
Tra il settimo e l'ottavo mese veniamo a conoscenza di un sistema piuttosto burlesco (lo dico da titolare di azienda), ovvero quello di dover comunicare all'inps che si sta continuando a lavorare.
Facciamo rilasciare al ginecologo il certificato di salute e che attesta che mia moglie è in grado di continuare a lavorare tranquillamente, col datore di lavoro si prepara la comunicazione e l'abbiamo inviata all'inps.
Mia moglie lavora fino al 11/03, una settimana prima del parto, ricevendo in maniera costante e precisa lo stipendio da parte del datore di lavoro
L'inps rigetta la domanda dicendo di essere in ritardo di due settimane.
Di fatto mia moglie usufruire di 3 mesi a partire dal 18 Marzo (data del parto), ergo doveva ricominciare a lavorare il 28/06
La richiesta viene rigettata perché per loro è stata inviata due settimane di ritardo.
Abbiamo un appuntamento tra qualche giorno con il dipendente inps che ha rigettato la domanda, nel frattempo abbiamo posto una domanda che per noi è chiave:
"Se per voi devo rientrare dopo 3 mesi, quindi pagate solo questi 3 mesi post partum, perché i primi due mesi dove effettivamente ho lavorato (ma per voi no), ho ricevuto lo stipendio dal datore di lavoro e non da voi?"
Risposta dal dipendente "Perché con la comunicazione fatta da voi (sono state seguite le linee guida dell'inps), per noi il datore di lavoro ha scelto di prendersi carico del suo stipendio."
Questa per noi e giustamente per il datore di lavoro è una presa in giro colossale.
Tutti noi possiamo capire che per l'inps la domanda è stata fatta due settimane successive, ma non concepiamo il fatto che non abbiano pagato loro i primi due mesi.
Sbagliamo noi?
Idee su come poter venire a capo della situazione?
Grazie mille
Mia moglie è farmacista con contratto a tempo indeterminato, a Luglio 2020 mia moglie rimane incinta e lo comunica al datore di lavoro che di conseguenza riporta l'informazione al consulente del lavoro.
Purtroppo il consulente del lavoro non aveva esperienza in merito a dipendenti in stato di attesa per cui non si è interessato.
Tra il settimo e l'ottavo mese veniamo a conoscenza di un sistema piuttosto burlesco (lo dico da titolare di azienda), ovvero quello di dover comunicare all'inps che si sta continuando a lavorare.
Facciamo rilasciare al ginecologo il certificato di salute e che attesta che mia moglie è in grado di continuare a lavorare tranquillamente, col datore di lavoro si prepara la comunicazione e l'abbiamo inviata all'inps.
Mia moglie lavora fino al 11/03, una settimana prima del parto, ricevendo in maniera costante e precisa lo stipendio da parte del datore di lavoro
L'inps rigetta la domanda dicendo di essere in ritardo di due settimane.
Di fatto mia moglie usufruire di 3 mesi a partire dal 18 Marzo (data del parto), ergo doveva ricominciare a lavorare il 28/06
La richiesta viene rigettata perché per loro è stata inviata due settimane di ritardo.
Abbiamo un appuntamento tra qualche giorno con il dipendente inps che ha rigettato la domanda, nel frattempo abbiamo posto una domanda che per noi è chiave:
"Se per voi devo rientrare dopo 3 mesi, quindi pagate solo questi 3 mesi post partum, perché i primi due mesi dove effettivamente ho lavorato (ma per voi no), ho ricevuto lo stipendio dal datore di lavoro e non da voi?"
Risposta dal dipendente "Perché con la comunicazione fatta da voi (sono state seguite le linee guida dell'inps), per noi il datore di lavoro ha scelto di prendersi carico del suo stipendio."
Questa per noi e giustamente per il datore di lavoro è una presa in giro colossale.
Tutti noi possiamo capire che per l'inps la domanda è stata fatta due settimane successive, ma non concepiamo il fatto che non abbiano pagato loro i primi due mesi.
Sbagliamo noi?
Idee su come poter venire a capo della situazione?
Grazie mille