Gio.
Utente
Dal mondo delle imprese viene sollecitato un intervento per rendere più immediata la deduzione fiscale delle perdite su crediti. L’intervento ha il triplice obiettivo di:
- fornire maggiore certezza nel processo di determinazione della base imponibile,
tenuto conto che l’astrattezza dei presupposti richiamati dalla normativa fiscale ha spesso condotto ad interpretazioni eccessivamente restrittive e contraddittorie da parte dell’Amministrazione finanziaria;
- rendere maggiormente sopportabile l’onere derivante dagli eccessivi ritardi o dai mancati pagamenti dei clienti, sollevando l’impresa dal carico fiscale connesso alla mancata deduzione delle perdite su crediti
- consentire il recupero dell’IVA versata e non corrisposta dal committente o
cessionario sottoposto a procedure concorsuali.
Le proposte:
In luogo dell’attuale criterio di deducibilità che consente la deduzione delle
perdite su crediti solo quando le stesse risultano da elementi certi e precisi,
sarebbe opportuno consentire la deduzione di una quota percentuale del
credito se il mancato pagamento si protrae per 6-12 mesi dopo la data di
esigibilità, stabilendo quote via via maggiori di perdita deducibile se
l’inadempimento si protrae ulteriormente.
Per le perdite dei crediti oggetto di procedure concorsuali (per le quali è
prevista l’automatica deduzione) è doveroso specificare per legge che tra
esse rientrano gli accordi di ristrutturazione del debito di cui all’articolo 182-
bis della legge fallimentare.
Le perdite su crediti derivanti da atti di realizzo (cessioni pro-soluto dei
crediti) dovrebbero poter essere dedotte automaticamente.
Nei casi di assoggettamento del debitore a procedure concorsuali la
possibilità di recuperare l’IVA esposta nella fattura di vendita e non pagata
dal cessionario/committente dovrebbe essere consentita sin dal momento
dell’avvio della procedura concorsuale.
- fornire maggiore certezza nel processo di determinazione della base imponibile,
tenuto conto che l’astrattezza dei presupposti richiamati dalla normativa fiscale ha spesso condotto ad interpretazioni eccessivamente restrittive e contraddittorie da parte dell’Amministrazione finanziaria;
- rendere maggiormente sopportabile l’onere derivante dagli eccessivi ritardi o dai mancati pagamenti dei clienti, sollevando l’impresa dal carico fiscale connesso alla mancata deduzione delle perdite su crediti
- consentire il recupero dell’IVA versata e non corrisposta dal committente o
cessionario sottoposto a procedure concorsuali.
Le proposte:
In luogo dell’attuale criterio di deducibilità che consente la deduzione delle
perdite su crediti solo quando le stesse risultano da elementi certi e precisi,
sarebbe opportuno consentire la deduzione di una quota percentuale del
credito se il mancato pagamento si protrae per 6-12 mesi dopo la data di
esigibilità, stabilendo quote via via maggiori di perdita deducibile se
l’inadempimento si protrae ulteriormente.
Per le perdite dei crediti oggetto di procedure concorsuali (per le quali è
prevista l’automatica deduzione) è doveroso specificare per legge che tra
esse rientrano gli accordi di ristrutturazione del debito di cui all’articolo 182-
bis della legge fallimentare.
Le perdite su crediti derivanti da atti di realizzo (cessioni pro-soluto dei
crediti) dovrebbero poter essere dedotte automaticamente.
Nei casi di assoggettamento del debitore a procedure concorsuali la
possibilità di recuperare l’IVA esposta nella fattura di vendita e non pagata
dal cessionario/committente dovrebbe essere consentita sin dal momento
dell’avvio della procedura concorsuale.
