Buon pomeriggio. Ho un quesito spinoso riguardante mia moglie. E’ sempre stata rappresentante di commercio e referente di zona per una nota azienda fino all’anno 2016, quando, per problemi di salute del nostro secondo figlio, ha rassegnato le dimissioni. L’Azienda, per non perderla, le ha proposto di diventare “venditore a domicilio” e nei ritagli di tempo ha continuato con questa attività. Ha fatto questa attività anche per un’altra società. La commercialista, allora, le ha cessato la posizione alla camera di commercio, rimandole aperta la partita Iva. Le 2 aziende negli anni 2016, 2017 e 2018 hanno continuato ad emettere mensilmente, per nome e conto di mia moglie, le fatture per le sole provvigioni sulle vendite effettuate. Tali fatture sono state regolarmente registrate in contabilità, insieme alle fatture dei costi sostenuti (carburante, telefoniche, ristoranti, ecc). Per gli anni 2016, 2017 e 2018 sono è stata presentata regolarmente la dichiarazione IVA. Non è stata presentata però la dichiarazione dei redditi nei 3 anni. La commercialista ha sostenuto che avendo i CUD per le prestazioni eseguite non vi era l’obbligo di presentare l’unico.
A seguito della mancanza delle dichiarazioni a dicembre 2023 mia moglie ha avuto un accertamento da parte della Guardia di Finanza. Sono stati consegnati i registri da parte della commercialista. La Finanza ha emesso un verbale nel quale dichiara che i ricavi e i costi derivanti dalle fatture registrate sono esatti. Ha rilevato solo che sui registri Iva non vi erano stampate le liquidazioni periodiche e che queste sono state trasmesse all’agenzia delle entrate solo per alcuni trimestri e per altri no.
La cosa naturalmente che è stata rilevata è il mancato invio delle dichiarazioni dei redditi e quindi anche il pagamento delle imposte. La commercialista ha detto che appena arriverà il verbale da parte dell’agenzia delle entrate verrà fatto ricorso. Non so bene su che basi e per quali motivi. Alla nostra domanda ci è stato risposto che quello è il suo mestiere.
Abbiamo fatto delle simulazioni e compilando i relativi modelli unici, inserendo i ricavi certificati dai CUD, i costi registrati in contabilità, i contributi a carico di mia moglie e le ritenute fiscali presenti sui CUD, addirittura mia moglie risulterebbe a credito di Irpef, mentre dovrebbe versare le addizionali. Inoltre io, in impresa familiare con mio padre, ho sempre portato a carico i 2 figli al 50%, quindi mia moglie dovrebbe portare a carico il restante 50%.
La mia domanda è questa. Non sarebbe meglio presentare i modelli unici e fare il ravvedimento operoso delle addizionali non versate, utilizzando il credito Irpef (dopo la compensazione mia moglie rimarrebbe ancora a credito)? O non si può fare niente più perché la Finanza ha già fatto l’accertamento? Non vorrei che poi per far riconoscere i costi ed il resto diventi troppo complicato se arriva prima la multa dall’Agenzia delle Entrate.
Grazie
A seguito della mancanza delle dichiarazioni a dicembre 2023 mia moglie ha avuto un accertamento da parte della Guardia di Finanza. Sono stati consegnati i registri da parte della commercialista. La Finanza ha emesso un verbale nel quale dichiara che i ricavi e i costi derivanti dalle fatture registrate sono esatti. Ha rilevato solo che sui registri Iva non vi erano stampate le liquidazioni periodiche e che queste sono state trasmesse all’agenzia delle entrate solo per alcuni trimestri e per altri no.
La cosa naturalmente che è stata rilevata è il mancato invio delle dichiarazioni dei redditi e quindi anche il pagamento delle imposte. La commercialista ha detto che appena arriverà il verbale da parte dell’agenzia delle entrate verrà fatto ricorso. Non so bene su che basi e per quali motivi. Alla nostra domanda ci è stato risposto che quello è il suo mestiere.
Abbiamo fatto delle simulazioni e compilando i relativi modelli unici, inserendo i ricavi certificati dai CUD, i costi registrati in contabilità, i contributi a carico di mia moglie e le ritenute fiscali presenti sui CUD, addirittura mia moglie risulterebbe a credito di Irpef, mentre dovrebbe versare le addizionali. Inoltre io, in impresa familiare con mio padre, ho sempre portato a carico i 2 figli al 50%, quindi mia moglie dovrebbe portare a carico il restante 50%.
La mia domanda è questa. Non sarebbe meglio presentare i modelli unici e fare il ravvedimento operoso delle addizionali non versate, utilizzando il credito Irpef (dopo la compensazione mia moglie rimarrebbe ancora a credito)? O non si può fare niente più perché la Finanza ha già fatto l’accertamento? Non vorrei che poi per far riconoscere i costi ed il resto diventi troppo complicato se arriva prima la multa dall’Agenzia delle Entrate.
Grazie