Kob
Utente
premessa: non ho fatto in tempo a leggere che cosa esattamente è stato pubblicato sul sito Internet dell'Agenzia delle entrate, quando mi sono collegato l'elenco era stato già tolto da tempo.
Qualcuno dice vi fosse anche l'indirizzo dei singoli contribuenti: sinceramente ne dubito, ma se così fosse, allora direi che probabilmente è stato fatto più di quello che la legge consente (e qualcuno dovrebbe subirne le conseguente).
Ciò detto, tuttavia, mi permetto di notare che la pubblicazione dell'elenco dei contribuenti è prevista per legge (art. 69, D.P.R. 600/1973): ricordo che quando facevo il praticante (oramai alcuni anni fa') e mi capitava di passare per il 1° Ufficio delle Imposte Dirette di Milano (quello di via Moscova, tanto per intenderci), ogni tanto andavo a curiosare in un'apposita stanzetta - aperta a tutti - nella quale vi erano dei grandi libroni rilegati d'azzurro con i redditi dei contribuenti secondo quanto previsto dal sopraricordato art. 69.
Nessuno si scandalizzava allora ed io non mi scandalizzo oggi per il fatto che gli stessi elenchi siano stati pubblicati sul sito Internet: è il progresso ... bellezza, è il progresso
Posto il comunicato stampa dell'Agenzia delle entrate in merito alla vicenda: prima di giudicare, o scandalizzarsi per questo o quel comportamento, invito tutti a leggere con attenzione cosa ricorda l'Amministrazione finanziaria.
"La predisposizione degli elenchi nominativi dei contribuenti che hanno
presentato la dichiarazione dei redditi e' prevista dall'articolo 69 del Dpr
numero 600 del 1973. Si tratta di una norma che nella attuale formulazione
e' stata introdotta nel 1991. In vigore, quindi, da molti anni. Analogo
adempimento e' previsto dall'articolo 66 bis del Dpr numero 633 del 1972 per
la predisposizione degli elenchi dei contribuenti che hanno presentato la
dichiarazione annuale Iva.
Le disposizioni hanno la chiara finalita' di realizzare un quadro di
trasparenza dei dati in possesso dell'Amministrazione finanziaria in tema di
dichiarazioni fiscali mediante la pubblicazione di appositi elenchi.
L'Agenzia ha predisposto un elenco relativo ai residenti di ogni Comune. La
predisposizione e la consultabilita' degli elenchi non e' quindi una
novita'. Tali elenchi, in passato realizzati in forma cartacea, erano a
disposizione per la consultazione sia negli uffici dell'Agenzia che nei
Comuni. La decisione di utilizzare il mezzo telematico nasce dalla norma
introdotta con il codice dell'amministrazione digitale varato nel 2005 che
dispone di assicurare la fruibilita' dell'informazione in modalita' digitale
utilizzando con le modalita' piu' appropriate le tecnologie
dell'informazione e della comunicazione.
Quanto alla richiesta dell'Autorita' garante della Privacy, alla quale
l'Agenzia si e' prontamente adeguata, si precisa che la stessa Autorita' con
decisioni del 17 gennaio 2001 e del 2 luglio 2003 ha affermato che la
pubblicazione degli elenchi deriva da una precisa scelta normativa e che non
vi e' incompatibilita' tra la protezione dei dati personali e determinate
forme di pubblicita' di dati previste per finalita' di interesse pubblico" (comunicato stampa AdE 30.04.2007, tratto dal sito del CERDEF, grassetto a cura del sottoscritto).
Ripeto, a scanso di equivoci, se poi qualcuno ha superato i limiti previsti dalla legge (p.es. l'indirizzo!?), allora è giusto che ne paghi le conseguenze. Siccome, però, non ho visto il sito "incriminato" (prima del suo oscuramento) non me la sento proprio di aggiungere la mia voce al coro degli utenti nel forum scandalizzati: a Milano gli elenchi pubblici esistevano già ed erano già liberamente consultabili!
mi viene proprio da pensare: much ado about nothing
Qualcuno dice vi fosse anche l'indirizzo dei singoli contribuenti: sinceramente ne dubito, ma se così fosse, allora direi che probabilmente è stato fatto più di quello che la legge consente (e qualcuno dovrebbe subirne le conseguente).
Ciò detto, tuttavia, mi permetto di notare che la pubblicazione dell'elenco dei contribuenti è prevista per legge (art. 69, D.P.R. 600/1973): ricordo che quando facevo il praticante (oramai alcuni anni fa') e mi capitava di passare per il 1° Ufficio delle Imposte Dirette di Milano (quello di via Moscova, tanto per intenderci), ogni tanto andavo a curiosare in un'apposita stanzetta - aperta a tutti - nella quale vi erano dei grandi libroni rilegati d'azzurro con i redditi dei contribuenti secondo quanto previsto dal sopraricordato art. 69.
Nessuno si scandalizzava allora ed io non mi scandalizzo oggi per il fatto che gli stessi elenchi siano stati pubblicati sul sito Internet: è il progresso ... bellezza, è il progresso
Posto il comunicato stampa dell'Agenzia delle entrate in merito alla vicenda: prima di giudicare, o scandalizzarsi per questo o quel comportamento, invito tutti a leggere con attenzione cosa ricorda l'Amministrazione finanziaria.
"La predisposizione degli elenchi nominativi dei contribuenti che hanno
presentato la dichiarazione dei redditi e' prevista dall'articolo 69 del Dpr
numero 600 del 1973. Si tratta di una norma che nella attuale formulazione
e' stata introdotta nel 1991. In vigore, quindi, da molti anni. Analogo
adempimento e' previsto dall'articolo 66 bis del Dpr numero 633 del 1972 per
la predisposizione degli elenchi dei contribuenti che hanno presentato la
dichiarazione annuale Iva.
Le disposizioni hanno la chiara finalita' di realizzare un quadro di
trasparenza dei dati in possesso dell'Amministrazione finanziaria in tema di
dichiarazioni fiscali mediante la pubblicazione di appositi elenchi.
L'Agenzia ha predisposto un elenco relativo ai residenti di ogni Comune. La
predisposizione e la consultabilita' degli elenchi non e' quindi una
novita'. Tali elenchi, in passato realizzati in forma cartacea, erano a
disposizione per la consultazione sia negli uffici dell'Agenzia che nei
Comuni. La decisione di utilizzare il mezzo telematico nasce dalla norma
introdotta con il codice dell'amministrazione digitale varato nel 2005 che
dispone di assicurare la fruibilita' dell'informazione in modalita' digitale
utilizzando con le modalita' piu' appropriate le tecnologie
dell'informazione e della comunicazione.
Quanto alla richiesta dell'Autorita' garante della Privacy, alla quale
l'Agenzia si e' prontamente adeguata, si precisa che la stessa Autorita' con
decisioni del 17 gennaio 2001 e del 2 luglio 2003 ha affermato che la
pubblicazione degli elenchi deriva da una precisa scelta normativa e che non
vi e' incompatibilita' tra la protezione dei dati personali e determinate
forme di pubblicita' di dati previste per finalita' di interesse pubblico" (comunicato stampa AdE 30.04.2007, tratto dal sito del CERDEF, grassetto a cura del sottoscritto).
Ripeto, a scanso di equivoci, se poi qualcuno ha superato i limiti previsti dalla legge (p.es. l'indirizzo!?), allora è giusto che ne paghi le conseguenze. Siccome, però, non ho visto il sito "incriminato" (prima del suo oscuramento) non me la sento proprio di aggiungere la mia voce al coro degli utenti nel forum scandalizzati: a Milano gli elenchi pubblici esistevano già ed erano già liberamente consultabili!
mi viene proprio da pensare: much ado about nothing
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