Tema: DL 30 aprile 2019, n. 34 e cap.3 Circolare 33/E/2020 (allegata).
Condivido un caso reale di prolungamento dell'agevolazione Lavoratori Rimpatriati:
Io e la mia compagna siamo rientrati in Italia dal periodo di imposta 2020 e stiamo regolarmente usufruendo dell'agevolazione concessa con il DL (detassazione del 70% di IRPEF per 5 anni fiscali, quindi fino al 2024). In questi anni le nostre residenze hanno sempre combaciato, mantenendole aggiornate presso le Anagrafe.
Nel 2022 abbiamo acquistato in comproprietà il 100% di un'unità immobiliare residenziale nella quale abbiamo trasferito entrambi la residenza.
Ora vorremmo essere certi di possedere di poter usufruire del secondo quinquennio agevolato al 50% di riduzione IRPEF attraverso l'"acquisto di un immobile residenziale da parte del lavoratore, oppure del coniuge o del convivente, anche in comproprietà", come chiarito nella Circolare 33/E/2020.
Lo scrupolo verte sul fatto che non siamo coniugi e non abbiamo ad oggi formalizzato la nostra convivenza di fatto presso le Anagrafe del nostro Comune.
Formalizzare la convivenza potrebbe dissipare ogni dubbio o comunque rendere più solido il caso? Anche se formalizzata posteriormente all'atto di acquisto dell'immobile?
Già aver avuto la stessa residenza sin dal nostro rientro in Italia è sufficiente per considerarci Conviventi di fatto?
Mi sto eccedendo in scrupoli?
Grazie mille.
Condivido un caso reale di prolungamento dell'agevolazione Lavoratori Rimpatriati:
Io e la mia compagna siamo rientrati in Italia dal periodo di imposta 2020 e stiamo regolarmente usufruendo dell'agevolazione concessa con il DL (detassazione del 70% di IRPEF per 5 anni fiscali, quindi fino al 2024). In questi anni le nostre residenze hanno sempre combaciato, mantenendole aggiornate presso le Anagrafe.
Nel 2022 abbiamo acquistato in comproprietà il 100% di un'unità immobiliare residenziale nella quale abbiamo trasferito entrambi la residenza.
Ora vorremmo essere certi di possedere di poter usufruire del secondo quinquennio agevolato al 50% di riduzione IRPEF attraverso l'"acquisto di un immobile residenziale da parte del lavoratore, oppure del coniuge o del convivente, anche in comproprietà", come chiarito nella Circolare 33/E/2020.
Lo scrupolo verte sul fatto che non siamo coniugi e non abbiamo ad oggi formalizzato la nostra convivenza di fatto presso le Anagrafe del nostro Comune.
Formalizzare la convivenza potrebbe dissipare ogni dubbio o comunque rendere più solido il caso? Anche se formalizzata posteriormente all'atto di acquisto dell'immobile?
Già aver avuto la stessa residenza sin dal nostro rientro in Italia è sufficiente per considerarci Conviventi di fatto?
Mi sto eccedendo in scrupoli?
Grazie mille.