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L'arma disarmante!

Gio.

Utente
Quante e' vero...grande Gramellini!:sun:

La settimana scorsa, la maestra napoletana Maria Marcello si era tuffata in una zuffa di bambini per separarli ed era stata colpita da un calcio che le aveva fracassato la milza. Al risveglio dall’operazione, le sue prime parole erano state irrituali: voleva rivedere il piccolo che l’aveva mandata all’ospedale e perdonarlo. Ieri il bambino le ha spedito una lettera di scuse, un mazzo di fiori e il vangelo della sua prima comunione. Libro Cuore? Può darsi.

Per me quella maestra è una rivoluzionaria e ha raccolto il frutto di un gesto non buonista, ma anticonformista. Esiste oggi qualcosa di più banale che vendicarsi delle offese subìte? Pare sia rimasta l’unica regola morale accettata da tutti: ogni torto va riequilibrato con un’offesa di segno uguale e contrario. Centinaia di film gialli e di curve ultrà non fanno che ripetercelo di continuo: l’onore, la giustizia e il rispetto si ottengono soltanto con la ritorsione. Un bambino ti spacca la milza? Che sia cacciato dal consesso urbano, umiliato lui e la sua famiglia. Così il bimbo crescerà avvelenato contro il mondo, in preda a un astio vittimista che i familiari non mancheranno di alimentare. Poi arriva una maestra da 1100 euro al mese che dice: «Ti perdono». E lo scenario di colpo si ribalta. Perché come fai a sentirti ancora vittima della società, quando la «tua» vittima ti chiede di stringerle la mano?
Il perdono è l’arma disarmante. Non puoi farci nulla: ti vince, ti conquista, ti redime. Ed è una medicina che alleggerisce il cuore di chi lo riceve, ma ancor più quello di chi lo offre.
 
Riferimento: L'arma disarmante!

Ho letto solo ora la sua bella disamina del perdono, che in linea di massima mi trova d'accordo, però mi fa venire in mente un vecchio fatto con il quale posso dire di esser altrettanto d'accordo.
Per mia esperienza, nessuno tocchi Caino non è applicabile sempre, o almeno lo è quando si parla di disgrazie capitate ad altri, potrei citare più di una conversione al contrario proprio per questo motivo, sintetizzando ti ammazzano il figlio e si perdona l'assassino, ma in TV però, la verità è un altra cosa, con questo non voglio dire che non ci siano persone sincere, nel caso l'elogio al perdono è più che giusto.
Se l'ubriaco ti ammazza figlio e padre sono convinto che il perdono è puramente formale,
però non posso certo negare che questo perdono, se espresso con sincerità, sia un atto di elevata qualità un po' fuori dalla regola, neppure sostenuto dalla bibbia, vedi occhio per occhio ecc..
questo è un mio pensiero, posso sbagliare.

La storia è questa:
il ragazzino di 12 anni accanto a me, di pari età, se ne va tranquillo per i pensieri suoi, arriva un prete lo prende per una orecchia e trascinandolo letteralmente gli fa fare una cinquantina di metri, nonostante nel contempo sia preso di mira dai miei calci alle caviglie, perché mi sembrava un gesto proprio disumano, ecco che succede l'irreparabile l'orecchia dalla parte del lobo si straccia, quello non molla ma vistosi imbrattato di sangue non può fare altrimenti, non lo soccorre e se ne va.
Lo tampono con la mia maglietta e lo porto al poco distante pronto soccorso, 8 punti son tutti suoi, naturalmente con l'anestesia allora conosciuta, ma questa è un altra storia.
Cosa può aver combinato quel ragazzo per una punizione cosi disumana?
semplice, era accusato di furto, non aveva pagato un gelato!!
Ok i tempi erano quelli, forse migliori degli attuali, un calcio nel sedere e finiva li, ma quella è stata violenza gratuita.
Cosi il ragazzo, non certo ancora incattivito dalla vita, e di famiglia sana, non dice nulla ai genitori trova mille scuse, ma promette di non dimenticare e mi dice testuali parole "quando sarò grande glielo restituirò".
Ci siamo frequentati per tanti anni e di quel fatto nessuno più si è ricordato, indi la vendetta ed il rancore non sono padroni, in quel momento, di quel ventenne, quando il destino si mette in mezzo.
Gli attori sono sempre quelli il posto un centinaio di metri distante, ci rincorriamo per farci dei gavettoni, non è che proprio lui prende contro una persona che individua con certezza essere il prete!!
Chiede conferma, lui conferma e l'amico ha una reazione velocissima, senza una parola scarica con violenza una serie di cazzotti, nel tempo che io ci metto a realizzare cosa succede e mettermi in mezzo l'uomo è steso letteralmente sfigurato, l'amico con molta tranquillità all'orecchio gli spiega i "ricordi" e lo saluta.
Il prete non dice nulla, lo porto al pronto soccorso, non parla mai si rifiuta di denunciare e se ne va.
Ripensandoci ora, sembra una cosa surreale, ma è andata proprio cosi.

Sono certo di una cosa, l'amico quel giorno ha chiuso un conto che, inconsciamente, avrebbe trascinato tutta la vita, ormai non c'è più, ma ne abbiamo parlato qualche volta, per accorciarla, non si è mai pentito è sicuro d'aver fatto la cosa giusta, lo diceva senza enfasi o pentimento, ne sono certo, lo si poteva leggere negli occhi.

E allora?
c'è da riflettere,
il perdono sarà anche un arma disarmante, ma la restituzione di un malfatto,
non vendetta perché se cosi fosse lo avrebbe cercato e trovato prima ovvio,
non ti vincerà non ti conquisterà non ti redimerà,
ma è stata la medicina che ha alleggerito il cuore di quel uomo, ne sono certo,
come sono certo che quel “signore” non avrà più agito in un modo cosi disumano.

Insomma non sarà cosi “alto”come il perdono
ma non si può neppure negare, che anche il quando ce "Vò ce Vò"
ha una sua considerazione.


Saluti.
 
Riferimento: L'arma disarmante!

Un saluto a tutti.
Che argomento complesso e profondo per iniziare la settimana.
Posso dire che, secondo il mio modo di vedere, avete ragione tutti e due.
E mi spiego: la differenza di reazione e le conseguenze che un torto lasciano nell'animo sono differenti a seconda della persona che subisce il torto stesso.
Se io perdono e perdono di cuore, sinceramente e senza remore, e con tale stato d'animo mi sento in pace mi ritrovo nella situazione descritta da Gio ed è proprio vero che il perdono è l'arma disarmante.
Se però chi subisce un torto è una brava persona ma comunque non riesce a trovare la pace, non riesce a dimenticare (non con la memoria ma col cuore!) ci ritroviamo nella situazione descritta da Mauro, ed è sacrosanto che alcuni prepotenti se non assaggiassero la loro stessa medicina non capirebbero mai.
Poi c'è la terza situazione che è quella della pura vendetta, dell'occhio per occhio e dente per dente, e quella è riservata a coloro che non mediano la vita attraverso la ragione ma agiscono sempre e comunque d'istinto ... ma in questo caso a che pro appartenere al genere umano?
 
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Si certo Nicoletta, passami il tu, sono un pò vecio,
l'argomento è davvero complesso che, se non vissuto, è difficile da capire,
la tua equilibrata risposta ne da conferma.
Ovviamente non stiamo facendo una disputa, ma ragionando su due modi diversi di vedere le cose, che definirei diversamente uguali.

Anche la terza versione, secondo me, ha un suo perchè,
se teoricamente non ha scusanti l'istinto umano è prevalentemente portato alla difesa/offesa, non c'è nulla di disumano in questo, appunto si chiama istinto, che difficilmente viene mediato dalla ragione, giusto appunto è saggio chi ci riesce.
La vendetta, anche se la si stigmatizza come disumana è in noi, e, a seconda delle situazioni chi più chi meno ne fà uso, brutalmente mors tua vita mea.
Non è necessario uccidere, ma basta leggere dentro di noi, ad esempio spesso quello che chiamiamo competitività non è altro che comportamento subdolo e a volte vendicativo, scusate la psicologia spicciola.

Saluti.
 
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Buona giornata.-

L'analisi con l'aiuto di Mauro & Nicoletta si fa seria-meditativa nonche' apprezzabile sotto l'aspetto del dialogo, approvo!:yes2:
Mauro passami anche questo, il "Grame" porta l'esempio non certo morbido e tenero di un fatto accaduto, ma come giustamente sostieni quante piccole viscissitudine di quotidianita' nel nostro mondo (ufficio/azienda), in famiglia nella semplice partita di calcetto o discesa di sci tra gli amici si crea questa competizione giusta fin quando e' mirata alla crescita quotidiana dei soggetti ma ingiusta nel porsi su di un piedistallo pronti a bacchettare.-
Convinto che piu' gli anni passano e maggiormente la mente umana deve fare sforzi di ammorbidire gli animi e chi li circonda, l'esperienza lavorativa e quella umana non a limiti nell'apprendimento, sempre pronti ad acquisire da soggetti vari ed a correggere il tiro,senza dimenticare qualla irrazionalita' e modo di porsi genuino/diretto tipico dei bambini che a volte ci insegna qualcosa anchre a noi adulti,in questa "valle" di apparenza e facciata, affrontare la vita a muso duro non e' sempre sinonimo di aggredire anzi...-
Una buona giornata ed un buon lavoro! yes2:
 
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Ovviamente non stiamo facendo una disputa, ma ragionando su due modi diversi di vedere le cose, che definirei diversamente uguali.
La vendetta, anche se la si stigmatizza come disumana è in noi, e, a seconda delle situazioni chi più chi meno ne fà uso, brutalmente mors tua vita mea./QUOTE]

Ciao Mauro,
dispute giammai, scambi di opinioni sempre.
E' verissimo che la vendetta, come il rancore, come l'odio, ecc. sono dentro di noi e caratterizzano quella lotta eterna tra bene e male che si svolge da millenni nella parte più profonda dell'animo umano.
Non per niente i santi, per definizione, sono quelli che hanno vissuto eroicamente le virtù cristiane ... e la parola "eroicamente" fa proprio capire più di mille discorsi quanto ciò non sia nè immediato nè semplice e nemmeno tanto spontaneo.
Però io penso e credo fermamente che, se siamo usciti dalle caverne e siamo arrivati fin sulla luna un motivo ci sarà e che è un dovere di tutti i cittadini di questo mondo, ognuno nel proprio piccolo e infinitesimo contributo, di tendere sempre di più verso l'evoluzione e allontanarsi sempre di più dall'involuzione.
Io stessa faccio leva su di me e cominciando dalle piccole cose di ogni giorno mi sforzo di reagire non come mi verrebbe più facile ma come ritengo più giusto e costruttivo.
... POI NON SI SA MAI ... domani sul giornale magari leggete che sono andata fuori di testa e ho sterminato uno stuolo di bimbi innocenti ...
Ciao, buona serata
Nicoletta
 
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Non avevo bisogno di conoscerti di persona, anche se' con molto piacere e' avvenuto al Forum-day... che dire carissima Nicoletta..."sono andata fuori di testa e ho sterminato uno stuolo di bimbi innocenti" ...allo stato attuale vista la tua prontezza ed indole non puoi che portarli sulla buona strada questi bimbi innocenti.....
Una buona serata,ciao!:sun::yes2:
 
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Non avevo bisogno di conoscerti di persona, anche se' con molto piacere e' avvenuto al Forum-day... che dire carissima Nicoletta..."sono andata fuori di testa e ho sterminato uno stuolo di bimbi innocenti" ...allo stato attuale vista la tua prontezza ed indole non puoi che portarli sulla buona strada questi bimbi innocenti.....
Una buona serata,ciao!:sun::yes2:

Figurati tu ... ieri ho avuto l'onore di fare da madrina al battesimo della mia ultima nipote e davanti al battistero sono arrivata tremante e con l'occhio lucido ... che bella emozione!
ciao un grande abbraccio
Nicoletta
 
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Nicoletta,
deve essere altromodo bello aver provato quella emozione, io da non credente non l'ho mai provata, chissà forse me la sono persa.

e come dicono in tirolo, à tout à l'heure :yes2:
 
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Quante e' vero...grande Gramellini!:sun:

La settimana scorsa, la maestra napoletana Maria Marcello si era tuffata in una zuffa di bambini per separarli ed era stata colpita da un calcio che le aveva fracassato la milza. Al risveglio dall’operazione, le sue prime parole erano state irrituali: voleva rivedere il piccolo che l’aveva mandata all’ospedale e perdonarlo. Ieri il bambino le ha spedito una lettera di scuse, un mazzo di fiori e il vangelo della sua prima comunione. Libro Cuore? Può darsi.

Per me quella maestra è una rivoluzionaria e ha raccolto il frutto di un gesto non buonista, ma anticonformista. Esiste oggi qualcosa di più banale che vendicarsi delle offese subìte? Pare sia rimasta l’unica regola morale accettata da tutti: ogni torto va riequilibrato con un’offesa di segno uguale e contrario. Centinaia di film gialli e di curve ultrà non fanno che ripetercelo di continuo: l’onore, la giustizia e il rispetto si ottengono soltanto con la ritorsione. Un bambino ti spacca la milza? Che sia cacciato dal consesso urbano, umiliato lui e la sua famiglia. Così il bimbo crescerà avvelenato contro il mondo, in preda a un astio vittimista che i familiari non mancheranno di alimentare. Poi arriva una maestra da 1100 euro al mese che dice: «Ti perdono». E lo scenario di colpo si ribalta. Perché come fai a sentirti ancora vittima della società, quando la «tua» vittima ti chiede di stringerle la mano?
Il perdono è l’arma disarmante. Non puoi farci nulla: ti vince, ti conquista, ti redime. Ed è una medicina che alleggerisce il cuore di chi lo riceve, ma ancor più quello di chi lo offre.

Penso anch'io che sia un'arma disarmante, anche perchè chi ha commesso qualche torto in fondo in fondo si aspetta che gli torni indietro qualche torto o qualche offesa per trovare un equilibrio. E di conseguenza chi sbaglia si sente in un certo senso "meglio" perchè pensa "me lo meritavo", e così 1-1 palla al centro. Invece una stretta di mano o un perdono non danno nessun equilibrio.
 
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