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Iva distributori caffe' con cialde

Gentilissimi,
mi trovo in questa situazione. Un nostro cliente effettua il commercio (o non so se chiamarlo distribuzione) di caffe' in cialde. Lui consegna la macchinetta del caffe' ad uso gratuito al cliente ed esso si impegna ad acquistare delle cialde di caffe', the, camomilla, ecc. Da ciò che ho letto sulle varie circolari si desume che la distribuzione di caffe' in cialde sia paragonabile alla normativa relativa alla distribuzione di caffe' tramite distributori automatici. Ossia IVA 4% quando si tratta di luoghi aperti al pubblico e 10% negli altri casi. Il mio cliente continua ad asserire che lui lo distribuisce il caffe' per cui acquistandolo con IVA al 21% lo deve rivendere alla medesima percentuale. Qualcuno mi puo' dare un chiarimento in merito? Ringrazio sin da subito.

STUDIO CROVELLA
 
gradirei anche io una risposta, spiego il mio problema:
un cliente che commercia in caffè torrefatto, vende le cialde con iva ridotta al 4%, ma un suo cliente (che deve rivendere le stesse cialde), ovviamente chiede l'applicazione dell'Iva ordinaria al 21; prendiamo per buona questa interpretazione, in quanto 4% l'iva al, chiamiamolo, consumatore finale, che sia studiio professionale, azienda ecc... quindi rientrante nella somministrazione (Tabella A, parte II, cm 37 del D.P.R. n. 633 del 1972) e 21% a soggetto che poi rivenderà tale prodotto, non rientrante in tale tabella.
Le mie domande:
1-è giusta l'interpretazione riguardo l'applicazione dell'Iva?
2-se l'interpretazione è corretta, come fa a sapere, il soggetto venditore, se le sue cialde saranno destinate alla rivendita e/o al consumo finale? ha bisogno di una sorta di dichiarazione?
Grazie in anticipo
Luigi
 
Ultima modifica:
capisco le vostre perplessità, ho avuto gli stessi dubbi interpretativi quando vent'anni fa, cominciai ad assistere un cliente del settore VENDING. La logica di base è questa: se il distributore automatico è di proprietà del gestore ( stesso soggetto che vende le cialde ) ed è ceduto in comodato al cliente che deve per contratto impegnarsi ad acquistare le cialde esclusivamente dall'azienda gestore, si configura tra i due un rapporto commerciale inquadrabile nella prestazione di servizio e non nella cessione di beni. Il gestore che si impegna a rifornire costantemente il distributore e manutenerlo per garantire la costante efficienza, svolge in particolare un servizio di somministrazione. Il fatto che il consumatore finale non inserisce una monetina, ma paga una fattura non incide sull'interpretazione esposta. Tale interpretazione vi assicuro che ha resistito ad alcuni "assalti" da parte dell'AdE ( avvisi di accertamento ) impugnati in commissione tributaria. Fra l'altro la R.M. 1° agosto 2000, n. 124/2000/163592, conferma tale tesi. buon lavoro. Miki
 
Ciao, riprendo la discussione con un dubbio simile a quello iniziale.
Nell'azienda della quale sono dipendente, la macchinetta del caffè è in comodato gratuito, ogni dipendente paga il caffè inserendo le monete nella stessa.

Mi chiedo: l'azienda che fornisce caffè e macchinetta, ha un'imposizione fiscale sul venduto ?
 
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