purtroppo io qui l'inerenza proprio non la vedo ... se portassi alle estre conseguenze il tuo discorso, come commercialista, mi potrei dedurre anche il completo (abito) sostenendo che devo andare in studio vestito in un certo modo perchè sennò viene meno l'immagine del commercialista, etc.
mi spiace ma questa tesi sull'inerenza dei pranzi la vedo proprio tirata ...
Grazie Kob per la risposta.
Ok. Posso essere d'accordo con te ma a questo punto ribalto la domanda... quali sono le fatture di ristoranti che per un professionista ritieni possano essere considerate detraibili ai fini iva e deducibili (al 75%) ai fini irpef? E, soprattutto, come fai a provarne, in quel caso, l'inerenza?
per i pranzi di lavoro mi pongo molti meno problemi: è una spesa di rappresentanza con IVA indetraibile. E non mi pongo neppure molto il problema di dover dimostrare con chi sono andato a pranzo/cena perchè la deduzione in dichiarazione dei redditi è già forfettizzata e quindi è il sistema del TUIR che ne ammettere la deduzione solo in parte. Per esempio, come termine di paragone, nel caso delle spese telefoniche, si deduce l'80% ai fini dei redditi e non devo preoccuparmi di dimostrare a chi ho telefonato (cliente o personale): il TUIR mi concede quella possibilità di deduzione del costi e ... così si deduce senza pormi problemi se ho telefonato a casa, oppure ad un amico.
si, in generale opero la distinzione che hai indicato tu.
queste tue 2 ultime osservazioni mi fanno desumere (forse sbaglio) che, per non correre rischi, tu preferisca considerare tutte le spese relative a ristoranti ed alberghi quali "spese di rappresentanza" in quanto, prevedendo l'indetraibilità Iva e una deducibilità già forfettizzata (tipo le spese telefoniche), c'è meno preoccupazione di fornire la dimostrazione.
Ho inteso bene?
Grazie, comunque.
P.S. ho ripostato il commento in quanto avevo fatto un pò di casino... si vede che non sono molto pratico?