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Inerenza ristoranti

Riferimento: Inerenza ristoranti

Capisco... ma vi è mai capitato di vedere un accertamento dove contestassero le fatture dei ristoranti?
 
Ciao a tutti.

Riprendo questo vecchio post in quanto anche io sono attanagliato dal dubbio circa il trattamento fiscale (indetraibilità iva e deducibilità del costo) delle "prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande" e delle "spese di rappresentanza".

L’articolo 83, comma 28-bis, del decreto legge n.112 del 25 giugno 2008 (convertito dalla legge n.133 del 6 agosto 2008) ha stabilito che l’imposta relativa alle prestazioni
alberghiere e di ristorazione è detraibile, sulla base dei principi generali dettati
dell’articolo 19 del D.P.R. n. 633 del 1972, nella misura in cui i servizi risultino
inerenti ad operazioni che consentono l’esercizio del diritto.
La detrazione dell’imposta pagata sulle prestazioni in esame presuppone il
possesso della fattura... ecc.ecc.

Ora vi chiedo:

1) cosa si intende per "inerenza"? Per me, sono inerenti, ad esempio, le spese sostenute - ovviamente documentate da regolare fattura - da un professionista che, avendo lo studio lontano da casa, pranza spesso fuori (magari nelle vicinanze del proprio studio) onde evitare di fare ogni giorno un viaggio andata e ritorno (studio-casa-studio) in piena giornata (ad ora di pranzo) soltanto per mettere qualcosa sotto i denti.

2) come si fa a dimostrare che alcuni pranzi o cene siano stati effettuati "per rappresentanza"? Differenza, questa, non banale visto che in questo caso l'iva è indetraibile.

In pratica, come vi comportate con le fatture relative a pranzi/cene che i vostri clienti (professionisti) vi danno?

E, infine, fate differenza tra le fatture di ristoranti che contengono 1 solo coperto rispetto a quelle che contengono 2 o più coperti? Nel senso che, magari, considerate le prime quali "prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande" e le seconde quali "spese di rappresentanza"?

Grazie in anticipo a chi vorrà aiutarmi a dirimere questo mio dubbio.
 
Senza dimenticare che, e non lo fa nessuno, ad ogni fattura dovrebbero essere abbinati i nominativi di chi ha usufruito del servizio, per poterli dichiarare a futura richiesta...
 
...
1) cosa si intende per "inerenza"? Per me, sono inerenti, ad esempio, le spese sostenute - ovviamente documentate da regolare fattura - da un professionista che, avendo lo studio lontano da casa, pranza spesso fuori (magari nelle vicinanze del proprio studio) onde evitare di fare ogni giorno un viaggio andata e ritorno (studio-casa-studio) in piena giornata (ad ora di pranzo) soltanto per mettere qualcosa sotto i denti.

purtroppo io qui l'inerenza proprio non la vedo ... se portassi alle estre conseguenze il tuo discorso, come commercialista, mi potrei dedurre anche il completo (abito) sostenendo che devo andare in studio vestito in un certo modo perchè sennò viene meno l'immagine del commercialista, etc.

mi spiace ma questa tesi sull'inerenza dei pranzi la vedo proprio tirata ...

...
2) come si fa a dimostrare che alcuni pranzi o cene siano stati effettuati "per rappresentanza"? Differenza, questa, non banale visto che in questo caso l'iva è indetraibile.

per i pranzi di lavoro mi pongo molti meno problemi: è una spesa di rappresentanza con IVA indetraibile. E non mi pongo neppure molto il problema di dover dimostrare con chi sono andato a pranzo/cena perchè la deduzione in dichiarazione dei redditi è già forfettizzata e quindi è il sistema del TUIR che ne ammettere la deduzione solo in parte. Per esempio, come termine di paragone, nel caso delle spese telefoniche, si deduce l'80% ai fini dei redditi e non devo preoccuparmi di dimostrare a chi ho telefonato (cliente o personale): il TUIR mi concede quella possibilità di deduzione del costi e ... così si deduce senza pormi problemi se ho telefonato a casa, oppure ad un amico.

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E, infine, fate differenza tra le fatture di ristoranti che contengono 1 solo coperto rispetto a quelle che contengono 2 o più coperti? Nel senso che, magari, considerate le prime quali "prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande" e le seconde quali "spese di rappresentanza"?

si, in generale opero la distinzione che hai indicato tu.
 
purtroppo io qui l'inerenza proprio non la vedo ... se portassi alle estre conseguenze il tuo discorso, come commercialista, mi potrei dedurre anche il completo (abito) sostenendo che devo andare in studio vestito in un certo modo perchè sennò viene meno l'immagine del commercialista, etc.

mi spiace ma questa tesi sull'inerenza dei pranzi la vedo proprio tirata ...

Grazie Kob per la risposta.

Ok. Posso essere d'accordo con te ma a questo punto ribalto la domanda... quali sono le fatture di ristoranti che per un professionista ritieni possano essere considerate detraibili ai fini iva e deducibili (al 75%) ai fini irpef? E, soprattutto, come fai a provarne, in quel caso, l'inerenza?

per i pranzi di lavoro mi pongo molti meno problemi: è una spesa di rappresentanza con IVA indetraibile. E non mi pongo neppure molto il problema di dover dimostrare con chi sono andato a pranzo/cena perchè la deduzione in dichiarazione dei redditi è già forfettizzata e quindi è il sistema del TUIR che ne ammettere la deduzione solo in parte. Per esempio, come termine di paragone, nel caso delle spese telefoniche, si deduce l'80% ai fini dei redditi e non devo preoccuparmi di dimostrare a chi ho telefonato (cliente o personale): il TUIR mi concede quella possibilità di deduzione del costi e ... così si deduce senza pormi problemi se ho telefonato a casa, oppure ad un amico.

si, in generale opero la distinzione che hai indicato tu.

queste tue 2 ultime osservazioni mi fanno desumere (forse sbaglio) che, per non correre rischi, tu preferisca considerare tutte le spese relative a ristoranti ed alberghi quali "spese di rappresentanza" in quanto, prevedendo l'indetraibilità Iva e una deducibilità già forfettizzata (tipo le spese telefoniche), c'è meno preoccupazione di fornire la dimostrazione.

Ho inteso bene?

Grazie, comunque.
 
purtroppo io qui l'inerenza proprio non la vedo ... se portassi alle estre conseguenze il tuo discorso, come commercialista, mi potrei dedurre anche il completo (abito) sostenendo che devo andare in studio vestito in un certo modo perchè sennò viene meno l'immagine del commercialista, etc.
mi spiace ma questa tesi sull'inerenza dei pranzi la vedo proprio tirata ...

Grazie Kob per la risposta.

Ok. Posso essere d'accordo con te ma a questo punto ribalto la domanda... quali sono le fatture di ristoranti che per un professionista ritieni possano essere considerate detraibili ai fini iva e deducibili (al 75%) ai fini irpef? E, soprattutto, come fai a provarne, in quel caso, l'inerenza?


per i pranzi di lavoro mi pongo molti meno problemi: è una spesa di rappresentanza con IVA indetraibile. E non mi pongo neppure molto il problema di dover dimostrare con chi sono andato a pranzo/cena perchè la deduzione in dichiarazione dei redditi è già forfettizzata e quindi è il sistema del TUIR che ne ammettere la deduzione solo in parte. Per esempio, come termine di paragone, nel caso delle spese telefoniche, si deduce l'80% ai fini dei redditi e non devo preoccuparmi di dimostrare a chi ho telefonato (cliente o personale): il TUIR mi concede quella possibilità di deduzione del costi e ... così si deduce senza pormi problemi se ho telefonato a casa, oppure ad un amico.


si, in generale opero la distinzione che hai indicato tu.


queste tue 2 ultime osservazioni mi fanno desumere (forse sbaglio) che, per non correre rischi, tu preferisca considerare tutte le spese relative a ristoranti ed alberghi quali "spese di rappresentanza" in quanto, prevedendo l'indetraibilità Iva e una deducibilità già forfettizzata (tipo le spese telefoniche), c'è meno preoccupazione di fornire la dimostrazione.

Ho inteso bene?

Grazie, comunque.

P.S. ho ripostato il commento in quanto avevo fatto un pò di casino... si vede che non sono molto pratico? :confused:
 
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