Yuri Radaelli
Utente
Buongiorno, nella mia ignoranza vorrei avere dei commenti da chi è più esperto che mi spieghi come possa essere costituzionale che non esista un minimo reddito sotto al quale non si pagano tasse... Neppure se, al netto dei tributi, si è appena sopra alla soglia vitale ma sotto alla soglia della povertà!
Sbaglio qualcosa io, forse?
Ho 50 anni, aiuto alcune conoscenze a gestire i loro siti, guadagno al netto delle imposte su notule di acconto per lavori occasionali meno di 350€ al mese, costretto quindi a vivere con i genitori pensionati, indi l'ISEE di famiglia non è idoneo al reddito di cittadinanza.
Potrei lavorare di più, e forse riuscirei a fatturare circa 7000 lorde, in tal caso aprirei un'iva forfettina, ma sarebbe 5%IRPEF + 25,7 INPS (che mi risulta classificabile come tributo) su 78% = tributi totali di 1640 circa per cui mi rimarrebbero meno di 450€ e dovrei pagare il commercialista.
Eppure la pensione integrativa considera come minimo vitale di sopravvivenza 524,34€, mi pare, e la soglia di povertà assoluta per me che sono costretto a vivere con i miei genitori che stanno a Milano penso che maggiore di 700€.
Mi chiedo perciò come possa essere costituzionale imporre tributi del 20% nel caso di notule e del 30% nel caso di iva anche a chi guadagna sotto alla soglia della povertà e al minimo vitale... Se non lavorassi e andassi sotto un ponte sarei idoneo al reddito di cittadinanza e "guadagnerei" di più di quanto guadagno adesso...
Eppure mi sembra di ricordare che la Costituzione parli di solidarietà e proporzionalità, insomma, che chi è povero dovrebbe ricevere aiuto... o almeno non essere costretto a aiutare altri poveri come lui o perfino un po' meno di lui...
Sto sbagliando tutto?
Criticate pure, se ho detto delle castronerie...
E se sapete di strumenti fiscali a cui ricorrere, ve ne sarei immensamente grato!
Sbaglio qualcosa io, forse?
Ho 50 anni, aiuto alcune conoscenze a gestire i loro siti, guadagno al netto delle imposte su notule di acconto per lavori occasionali meno di 350€ al mese, costretto quindi a vivere con i genitori pensionati, indi l'ISEE di famiglia non è idoneo al reddito di cittadinanza.
Potrei lavorare di più, e forse riuscirei a fatturare circa 7000 lorde, in tal caso aprirei un'iva forfettina, ma sarebbe 5%IRPEF + 25,7 INPS (che mi risulta classificabile come tributo) su 78% = tributi totali di 1640 circa per cui mi rimarrebbero meno di 450€ e dovrei pagare il commercialista.
Eppure la pensione integrativa considera come minimo vitale di sopravvivenza 524,34€, mi pare, e la soglia di povertà assoluta per me che sono costretto a vivere con i miei genitori che stanno a Milano penso che maggiore di 700€.
Mi chiedo perciò come possa essere costituzionale imporre tributi del 20% nel caso di notule e del 30% nel caso di iva anche a chi guadagna sotto alla soglia della povertà e al minimo vitale... Se non lavorassi e andassi sotto un ponte sarei idoneo al reddito di cittadinanza e "guadagnerei" di più di quanto guadagno adesso...
Eppure mi sembra di ricordare che la Costituzione parli di solidarietà e proporzionalità, insomma, che chi è povero dovrebbe ricevere aiuto... o almeno non essere costretto a aiutare altri poveri come lui o perfino un po' meno di lui...
Sto sbagliando tutto?
Criticate pure, se ho detto delle castronerie...
E se sapete di strumenti fiscali a cui ricorrere, ve ne sarei immensamente grato!