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Ici abitazione principale

effemme

Utente
Mia moglie possiede un appartamento al 1° piano e paga l'ICI come prima casa.
Io posseggo una unità al P.T. e un garage interrato che la mia famiglia utilizza unitariamente; in effetti il tutto è attualmente utilizzato come una villetta unifamiliare, con un solo contatore, un solo cane nel giardino, un solo impianto antiintrusione, ecc...

Io risiedo anagraficamente, per motivi di lavoro, da circa quattro anni in altro comune , senza variazioni dello stato civile - anagrafico.

Ho chiesto al comune di considerare come prima casa anche le mie unità, come la sentenza Cassazione civile sez.tributi n. 25902/2008 ha stabilito per un caso analogo; uso gratuito di due unità immobiliari per unico nucleo familiare. Le mie unità sono di fatto utilizzate da parenti entro il secondo grado, con utilizzo a prima casa .

Il dirigente mi ha risposto con Racc.A.R. che l'avere messo a disposizione l'alloggio alla propria moglie non rientra tra i casi di concessione in uso gratuito a parenti entro il 2 grado, perchè con la moglie non esiste alcun rapporto di parentela e non rientra perciò tra le esenzioni !!...senza tenere conto che mia moglie utilizza le parti della casa unitamente ai propri tre figli, anche miei tre figli..., come avevo precisato nella richiesta al comune.
Cosa mi suggeriTe di rappresentare al funzionario prima dei lunghi ricorsi?
E' probabile che il nuovo sistema di tassazioni unico per la casa, forse imminente,superi ogni attuale discussione?
 
Riferimento: Ici abitazione principale

Di armarti di buona pazienza e farti il segno della croce, se sei credente, perchè hai trovato un burocrate ottuso!!!

Ciao
 
Riferimento: Ici abitazione principale

Salve effemme ma perche non dichiari di averla data in uso gratuito ad un tuo parente in linea retta (figlio). E poi il dirigente o chi per lui il responsabile del procedimento non avrebbe dovuto suggerirti qualche soluzione al caso come credo che la pubblica amministrazione debba fare?
 
Riferimento: Ici abitazione principale

La situazione si è complicata!!!!!
Il Comune si accanisce, proprio in questi giorni notifica due avvisi di accertamento TARSU; per cortesia personale.
Il primo accertamento viene notificato a me presso l'indirizzo in questione, anche se risiedo in altro comune, .
1- Mi chiedono la TARSU dal 2004 relativamente ad una piccola unità accatastata come studio e mai utilizzata come tale ne da me ne da altri (accertamento per omessa dichiarazione).
2- A mia moglie chiedono la rettifica della TARSU, dal 2004 (accertamento per rettifica della dichiarazione), anche se potrebbero recuperare solo gli ultimi 3 anni.
Sulla base di quanto specificavo in nota scritta, ovvero che esiste un solo contatore (allaccio elettrico) e che mia moglie aveva la disponibilità dei locali passano a deduzioni non dimostrabili; non ho mai dichiarato ne la occupazione con mobili ne l'effettivo utilizzo. In sostanza i locali al piano terra venivano parzialmente occupati in forma precaria solo di recente, nulla a vedere con l'utilizzo così ne con il conteggio in mq che sinteticamente ci comunicano. L'unica sostanziale discrepanza è costituita dalla grande cantina, un interrato realizzato solo per le esigenze della fondazione, confinante con il garage; all'epoca della dichiarazione 1993 le cantine per regolamento erano esenti. In ogni caso avevano le piantine depositate presso l'ufficio tecnico, le stesse che ora allegano all'accertamento, ed avrebbero ben potuto chiarire per tempo la cosa.

DOMANDE:
A- esiste per i ricorsi trbutari la sospensione del periodo estivo di 45 giorni?
B- per infedele dichiarazione, anche se l'infedeltà è dovuta al nuovo regolamento che pretende di fare pagare come appartamento un vano interrato dove si sbatte la testa sulle travi, non esiste la prescrizione di 3 anni?
C- nei computi non devono bene illustrare unità immobiliare per unità le superfici ed il computo dei metriq. e non solo il totale generale? Come faccio a controbattere sensa un calcolo analitico?
D- l'unità accatastata a suo tempo come studio e mai utilizzata come studio viene ai fini TARSU a me attribuita, (forse per il mio titolo di studio?) anche se non posseggo la partita IVA da almeno ventanni e sono un normale pensionato da lavoro dipendente. Nessuno ha mai dimostrato o dichiarato che è stato occupato, perchè devo ora dimostrare il contrario della tesi dell'impiegato? il comune non avrebbe mai potuto provare l'utilizzo ne la presenza di mobilia all'interno della suddetta piccola unità, ma ora scarica sul cittadino l'onere della prova.
E- Come fare un ricorso?
Grazie
 
Riferimento: Ici abitazione principale

Effemme forse legalmente non esiste proroga dei termini di scadenza per i ricorsi tributari o meglio penso che non c'e'.
La prescrizione di un tributo penso che sia di cinque anni retroattivi da quando notificano l'accertamento.
Le cantine realizzate per esigenze di fondazione potrebbero essere considerate locali tecnici ma se sono stati rappresentati accessibili e negli elaborati tecnici di progetto e censiti al catasto come tali dovrai pagarli a partire da quando il regolamento e' stato rinnovato ed e' dalle visure catastali che puoi evincere l'estensione o dal progetto in tuo possesso i mq che ti contestano.
L'unita accatastata come studio e' caricata a te poiche c'e' un titolo di proprieta' che lo dice e che comunque e' trascritto in visura catastale, forse dovevi fare accertare la reale inoccupazione del vano studio mediante richiesta e sopralluogo di verifica all'epoca opportuna.
Penso che non avendo documentazione contraria a quanto sostenuto dal comune non puoi intraprendere un ricorso ma solo una verifica dei conteggi che ti hanno notificato oppure hai la documentazione contraria a quanto da loro sostenuto puoi far correggere l'accertamento ricevuto.
 
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