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Fisco e agricoltura.

Ho un suolo agricolo e tra poco dovrei vendere il raccolto; visto che non è la mia attività principale, ma solo una specie di hobby, come mi devo comportare con il fisco?
C'è qualcuno di voi afferrato in materia a cui fare qualche domanda?

Grazie e ciao a tutti quanti.
 
Riferimento: Fisco e agricoltura.

Buongiorno.

Il quesito che Lei ha posto seppur lineare ha delle rilevanze fiscali.

Visto che il suo è un hobby la soluzione migliore per Lei sarebbe quella di cedere il raccolto come attività commerciale occasionale rilasciando una unica ricevuta al cessionario nella quale viene/vengono elencati i prodotti ceduti. Niente autofattura poiché la stessa implica che Lei sia già in possesso di numero di partita IVA.

Qualora la cessione superi i 7000 euro scatta dal quel momento l'obbligo di apertura della partita IVA e dell'iscrizione in CCIAA.

Così facendo Lei dovrebbe scegliere se qualificarsi o come coltivatore diretto o come imprenditore agricolo.

Questo comporterebbe l'eventuale assoggettamento al pagamento dei contributi previdenziali agricoli (verifichi presso la INPS di sua competenza l'orientamento della sede in materia).

Se apre la partita IVA dovrà pagare eventualmente l'IRAP.

Nessun obbligo di invio dei corrispettivi.
 
Riferimento: Fisco e agricoltura.

se la vendita è occasionale nel senso che questo anno vendi il raccolto xchè è stata particolarmente abbondante la produzione, puoi fare la ricevuta così come ti è stato suggerito. Se però la vendita si ripete negli ti consiglio di aprire la partita iva come soggetto esonerato. Fino a quando non saranno superati i 7.000 euro di volume di affari l'unico obbligo che avrai è quello di conservare l'autofattura che emetterà chi aquisterà il tuo raccolto. Se supererai i 7.000 ci saranno gli adempimenti che ti sono stati indicati prima
 
Riferimento: Fisco e agricoltura.

se la vendita è occasionale nel senso che questo anno vendi il raccolto xchè è stata particolarmente abbondante la produzione, puoi fare la ricevuta così come ti è stato suggerito. Se però la vendita si ripete negli ti consiglio di aprire la partita iva come soggetto esonerato. Fino a quando non saranno superati i 7.000 euro di volume di affari l'unico obbligo che avrai è quello di conservare l'autofattura che emetterà chi aquisterà il tuo raccolto. Se supererai i 7.000 ci saranno gli adempimenti che ti sono stati indicati prima

Grazie delle risposte.
Il raccolto l'ho venduto pochi giorni fa ad una cooperativa che ha preteso la partita iva e sono in attesa che mi rilasciano l'autofattura.

Il ricavo è sotto i 7000 euro e quindi presumo che l'unico obbligo sia quello di conservare le fatture.

Siete stati molto gentili e molto utili.
Grazie 1000.
 
Ultima modifica:
Riferimento: Fisco e agricoltura.

scusami, ma dalla tua risposta deduco che tu abbia richiesto ed ottenuto la partita iva - asserisci che hanno preteso la partita iva... - sei già iscritto come socio conferitore? ciao e buon lavoro...raccolto.
 
Riferimento: Fisco e agricoltura.

scusami, ma dalla tua risposta deduco che tu abbia richiesto ed ottenuto la partita iva - asserisci che hanno preteso la partita iva... - sei già iscritto come socio conferitore? ciao e buon lavoro...raccolto.

Ciao Bicia.Dunque, la partita iva me l'avevano fatta aprire perchè altrimenti non ritiravano il raccolto, adesso sono in attesa di andare a ritirare l'autofattura.
Non sono socio di questa cooperativa, ho scelto loro perchè non volevo aspettare altri acquirenti!
Grazie di tutte le informazioni che ho ricevuto dal forum.
 
Riferimento: Fisco e agricoltura.

cmq sia vedi il tuo post iniziale era carente dell'informazione che ti ho chiesto, proprio perchè eri già inquadrato nel regime di esonero fin dalla formulazione del post - ritenendo che tu nn supererai i 7000 euro di volume d'affari annuo, per cui la cooperativa era obbligata a emettere autofattura, applicando la percentuale di compensazione e gli elementi di cui art 21 dpr 633/1972 dei prodotti agricoli, ciao.
 
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