Riferimento: Fatture da Ricevere o Ratei Passivi
non fa nulla, io continuerò a registrarli come fatture da ricevere
sicuro che non mi morsicherà nessuno :yes2:
detto tra noi, chi se ne.. (turi, lo so che ne avevamo parlato in altro thread)
buona pasqua a tutti
Sì, ne avevamo discusso ed in quella sede avevo, infatti, riportato il mio pensiero che ti trascrivo:
Originalmente inviato da alberto
infatti, io ho sempre usato il conto fatture da ricevere..
"Questo l’avevo, infatti, capito... usi, cioè, il conto “fatture da ricevere” (non sei il solo) ossia un conto di debito, per accertare, per le utenze di cui si discute, quote di costo, comuni a più esercizi, prive del requisito della esigibilità che nel corso dell’esercizio non ha avuto ancora la sua manifestazione finanziaria.
Sono questi atteggiamenti contabili diffusi e quanto mai errati sulla contabilizzazione dei ratei ovvero dei debiti per costi maturati da liquidare o, se vuoi, delle partite passive da liquidare.
La contropartita, in questi casi, è un conto numerario, ossia il RATEO PASSIVO, che accoglie valori simili ai debiti ma che, però, non hanno tale caratteristica. Il conto “fatture da ricevere” è una posta simile ma concettualmente diversa... nel caso in questione è un rateo perché correlato al fattore tempo comune a due esercizi sui quali distribuire il costo. È un debito presunto non formato del tutto.
Faccio un esempio per chiarire il concetto:
1) rilevazione di canoni di fitti passivi liquidazione trimestrale posticipato dic-febb.
La fattura di acquisto non è stata ancora ricevuta al 31.12 dell’esercizio in chiusura. Nel detto caso si rileva il RATEO PASSIVO della quota di costo maturata al 31.12.2007 (fitto mese di dicembre) e non il debito verso fornitori per fatture da ricevere; al ricevimento della fattura nel conto RATEI PASSIVI si storna la quota di costo per affitti passivi già rilevati di competenza del precedente esercizio.
2) rilevazione interessi passivi IV trim.dell’anno
Nella detta operazione contabile, inesistente quella comunanza tra più esercizi, fondamentale per la nascita del detto fatto amministrativo, di rateo non c’è assolutamente nulla stante che la banca calcola gli interessi passivi maturati alla data del 31 dicembre. Non è un rateo, manca il fattore tempo comune a più esercizi. In questo caso i principi contabili vietano l’uso della voce rateo ed utilizzano conti riconducibili a conti di debito. Pertanto, nella detta evenienza, è corretto rilevare l’operazione tra i debiti per costi maturati da liquidare oppure tra le “partite passive da liquidare”;
3) merce ricevuta, fattura non pervenuta dal fornitore
Nel detto caso è, invece, corretta la collocazione tra i debiti verso fornitori per fatture da ricevere in quanto, sotto l’aspetto originario, si ha il sorgere di un componente negativo del reddito di esercizio, sotto l’aspetto derivato si ha il sorgere di un debito presunto verso i fornitori in quanto debito originato da acquisizioni di beni;
Quindi, l’elemento discriminante tra i “ratei” e le “partite da liquidare”, come avanti esplicitato, non è il tipo di documento, ma la corretta individuazione della contropartita numeraria dell’accertamento dei costi di competenza dell’esercizio... Ossia: valori simili ai debiti o ai crediti non ancora formati del tutto ma esistenti (ratei nei casi di comunanza tra più esercizi) ovvero debiti o crediti presunti...
In ogni caso, quand’anche afferenti compensi per prestazioni di lavoro (ferie non godute, 14.ma mensilità e relativi contributi sociali), ovvero professionali per compensi afferenti a più esercizi, è corretto imputare la contropartita del costo di competenza dell’esercizio in chiusura tra i ratei passivi.
Quand'anche ipotizzato che nel quesito posto all'attenzione del forum il compenso possa riguardare prestazioni professionali (potrebbe anche essere, per esempio, un compenso per assistenza e manutenzione macchinari), quale contratto potrebbe qualificarsi di durata se non quello di natura professionale con inizio dal 25.10.2007 e termine il 25.10.2008? ;-)))
Ciao
T.
"
Poi è chiaro, Alberto, ciascuno è padronissimo di scrivere quello che vuole, ma sono queste cose che fanno le differenze tra professionisti e...
Una buona Pasqua...
T.