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Fattura intracomunitaria per una traduzione

Riferimento: Fattura intracomunitaria per una traduzione

Io la vedo così. Posto un file che può essere liberamente scaricato. E' uno schema che ho ricavato dai miei "armadi" sul trattamento delle prestazioni "immateriali"


...........a parer mio tralasci alcuni concetti base:..... la prestazione è di lavoro autonomo occasionale (infatti la partita IVA è aperta per una attivià che non è quella di traduttore, e ha un solo codice attività)...............quindi come tale non ha nulla a che vedere con l'articolo 7.....infatti in base all'art 5 è esclusa dal campo di applicazione Iva (se preferisci è fuori campo IVA) quindi..........il bel file che hai allegato è corretto ma non c'entra un tubo con questo caso....
 
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Io la vedo così. Posto un file che può essere liberamente scaricato. E' uno schema che ho ricavato dai miei "armadi" sul trattamento delle prestazioni "immateriali"

..........sei sicuro !!??per me devi inquadrare diversamente il problema...tieni conto che lui ha partita iva come informatico e ha fatto il traduttore una volta sola senza avere il codice attività di traduttore.........quindi quest'ultima è una prestazione di lavoro autonomo occasionale non soggetta (o se preferisci esclusa o fuori campo) ai sensi art.5....per cui l'art.7 (come tutto il dpr 633/72...eccezion fatta e per espressa previsione dell'art.5) non c'entra nulla in questo caso...........
 
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Ciao pinpinelli, posso anche essere d'accordo con te in merito al fatto che chi ha effettuato la traduzione svolge un altro tipo di attività e che quella della traduzione è una operazione occasionale; ma in quante occasioni anche noi ci troviamo a svolgere prestazioni che possono non rientrare nel ns. specifico codice di attività......ma mai abbiamo pensato di aggiungere o meno codici attività al ns. già preesistente
Ora a prescindere dal codice di attività e dall'attività svolta da chi ha postato il quesito anche il ministero si è espresso in materia con

Circolare del 10/06/1998 n. 147

Poi quello che io ho postato è la mia interpretazione che può giustamente anche non essere condivisa.

Buona giornata e sappi che mi fa piacere leggere i tuoi post.
 
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ciao contabile,
fa piacere anche a me leggere i tuoi post poichè sei molto presente sul forum ed è la presenza che ne garantisce la vitalità ed il confronto.
conosco bene l'art.7 perchè mi ci scontro quasi quotidianamente ed ero al corrente anche dei contenuti della circolare che mi hai indicato.
come potrai constatre la stessa non fa che confermare quanto ho detto...........è rivolta ai traduttori professionisti, titolari di partita iva o meglio a soggetti non esclusi dal campo di applicazione dell'IVA.
la cosa migliore sarebbe stato per il nostro amico aprirsi un codice attività di traduttore e assogettare anche questa attività ad iva......l' ADE non avrebbe avuto nulla da eccepire in merito.....ma argion veduta e in termini di legge è accettabile e difendibile anche la prestazione occasionale (qual'è quella in questione a mio parere).
per quanto riguarda il fatto che in pratica si facciano "cose" per le quali non si ha il codice attività...bèh a me non capita...e se dovesse capitare propenderei per agire correttamente aprendo un altro codice attività..
ancora una cosa....che non c'entra direttamente col discorso ma che può essere utile per qualcuno in seguito.....se si è iscritti ad un ordine professionale (non è ovviamente il caso del traduttore) la prestazione occasionale è mal vista dall'AdE...in pratica uno iscritto ad un ordine dovrebbe aprire PI anche per una sola prestazione........cosa non condivisibile in base a quanto stabilito dal cod.civile ma.....siamo abituati ad esser in disaccordo con l'AdE.
ciao.
 
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Ciao pinpinelli, posso anche essere d'accordo con te in merito al fatto che chi ha effettuato la traduzione svolge un altro tipo di attività e che quella della traduzione è una operazione occasionale; ma in quante occasioni anche noi ci troviamo a svolgere prestazioni che possono non rientrare nel ns. specifico codice di attività......ma mai abbiamo pensato di aggiungere o meno codici attività al ns. già preesistente
Ora a prescindere dal codice di attività e dall'attività svolta da chi ha postato il quesito anche il ministero si è espresso in materia con

Circolare del 10/06/1998 n. 147

Poi quello che io ho postato è la mia interpretazione che può giustamente anche non essere condivisa.

Buona giornata e sappi che mi fa piacere leggere i tuoi post.

Concordo con la tua interpretazione infatti come da te sottoliniato quanti di noi fanno a volte operazioni che non rientrano nel loro codice d'attività, ad empio pensiamo a quei medici che oltre alla loro professione scrivono articoli x i giornali? Io seguirei quanto da te riassuntoin quel file male non fa.
 
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Concordo con la tua interpretazione infatti come da te sottoliniato quanti di noi fanno a volte operazioni che non rientrano nel loro codice d'attività, ad empio pensiamo a quei medici che oltre alla loro professione scrivono articoli x i giornali? Io seguirei quanto da te riassuntoin quel file male non fa.

tu citi l'attività di pubblicista e/o di giornalista ....che è un caso particolare.........generalizzare è spesso una cosa da evitare, se si può vedere il caso nello specifico è meglio !
ribadisco che nel caso in questione la cosa corretta è fare una prestazione occasionale.............................immaginatevi in caso di verifica.......cosa direbbe l'AdE se ad uno che ha la PI da programmatore trovassero una fattura in cui la prestazione descritta (perchè come ben saprete in base ad una circolare dell'AdE stessa i lav.autonomi devono specificare e descrivere la loro prestazione) è quella di traduttore!!!!
una soluzione potrebbe far passare la prestazione come di consulenza informatica....semplificherebbe le cose......non sarebbe corretta ma passerebbe inosservata.....occhio ad inquadrare bene l'iva in questo caso!!
 
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Vi ringrazio tutti, in effetti, Pinpinelli, la soluzione che stavo scegliendo è quella semplice di fatturare al cliente tedesco ua normale prestazione di consulenza informatica, che riguarda magari excel, svolta in teleassistenza (quindi dall'Italia) ma regolarmente fatturata.
In questo modo mi semplicherei la vita. Sono solo 100 euro, poi e non si verificherà più.

Quindi sarei del parere di fare finta di niente e fatturare una prestazione professionale di natura informatica (nella descrizione in fattura indico che è una consulenza svolta in Italia, attraverso internet - teleassistenza), ma rimangono 2 punti molto oscuri per me che vi prego di chiarificarmi:

1 - Che cosa posso fare per creare una fattura di servizio, IVA esente? Vorrei evitarmi il casino della registrazione dell'IVA intracomunitaria...

2 - e soprattutto RITENUTA d'ACCONTO... come fa a versarla il tipo se è un soggetto intracomunitario - tedesco? Cosa scrivo in fattura, c'è un articolo che posso citare o una dicitura da scrivere che mi consenta di non mettere la ritenuta?


grazie
 
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