Pietro.tome
Utente
Buongiorno a tutti,
Vi scrivo perché il 1° Aprile 2020 (all’età di 28 anni) mi sono dimesso dal mio lavoro dipendente, e ho aperto partita iva per eseguire la professione di agente di commercio (professione svolta anche da mio padre).
In fase di apertura della p.iva, il commercialista di allora mi ha inquadrato nel regime semplificato (medesimi scaglioni dell’ordinario), senza prospettarmi altre possibilità, tra cui la possibilità di aderire al regime forfettario al 5% (ne avevo tutti i requisiti).
Nel 2022, per altre e numerose inesattezze e inadempienze del mio vecchio commercialista, mi sono rivolto ad un altro professionista, che immediatamente, vedendo i redditi, mi ha inserito nel regime forfettario al 15%. In quell’occasione ho appreso anche di aver perso definitivamente la possibilità di aderire al regime forfettario al 5% (in quanto non più prima partita iva). Ho chiesto spiegazioni e fatto presente al vecchio commercialista il danno economico patito in questi 4 anni, tramite l’extra tassazione (circa 20.000€), che la sua errata consulenza e superficialità, ha comportato.
Non ricevendo risposta alcuna (ma anzi un'accertamento dell'AdE per un'errata dichiarazione del 2021 su 2020, poiché il commercialista si era dimenticato di inserire i redditi da lavoro dipendente da Gennaio ad Aprile 2020, nella dichiarazione dei redditi) mi sono rivolto ad un avvocato, per sollecitare il commercialista al riconoscimento del danno e l’attivazione dell’assicurazione. Mentre in un primo momento si era reso disponibile ad una compensazione, ora mi ha risposto che nulla mi deve.
Come mi devo comportare?
Dovrei proseguire con la diffida? A spaventarmi sono le non poche spese che dovrei affrontare.
Mille grazie per la disponibilità.
Vi scrivo perché il 1° Aprile 2020 (all’età di 28 anni) mi sono dimesso dal mio lavoro dipendente, e ho aperto partita iva per eseguire la professione di agente di commercio (professione svolta anche da mio padre).
In fase di apertura della p.iva, il commercialista di allora mi ha inquadrato nel regime semplificato (medesimi scaglioni dell’ordinario), senza prospettarmi altre possibilità, tra cui la possibilità di aderire al regime forfettario al 5% (ne avevo tutti i requisiti).
Nel 2022, per altre e numerose inesattezze e inadempienze del mio vecchio commercialista, mi sono rivolto ad un altro professionista, che immediatamente, vedendo i redditi, mi ha inserito nel regime forfettario al 15%. In quell’occasione ho appreso anche di aver perso definitivamente la possibilità di aderire al regime forfettario al 5% (in quanto non più prima partita iva). Ho chiesto spiegazioni e fatto presente al vecchio commercialista il danno economico patito in questi 4 anni, tramite l’extra tassazione (circa 20.000€), che la sua errata consulenza e superficialità, ha comportato.
Non ricevendo risposta alcuna (ma anzi un'accertamento dell'AdE per un'errata dichiarazione del 2021 su 2020, poiché il commercialista si era dimenticato di inserire i redditi da lavoro dipendente da Gennaio ad Aprile 2020, nella dichiarazione dei redditi) mi sono rivolto ad un avvocato, per sollecitare il commercialista al riconoscimento del danno e l’attivazione dell’assicurazione. Mentre in un primo momento si era reso disponibile ad una compensazione, ora mi ha risposto che nulla mi deve.
Come mi devo comportare?
Dovrei proseguire con la diffida? A spaventarmi sono le non poche spese che dovrei affrontare.
Mille grazie per la disponibilità.