Non complichiamoci la vita...
Non c'è nessuna procedura particolare
Valore acquisto nei cespiti
Valore ammortamento nel fondo
Quando lo venderai, se lo venderai, azzeri cespiti, azzeri fondo amm, contabilizzi plusvalenza..
Ciao Studiocel, ben ritrovato - io la penso perfettamente come te e, in 30 anni di lavoro, ho sempre operato come da te indicato e come del resto mi è stato insegnato a scuola. Tale impostazione è di carattere puramente fiscale.
Per puro piacere di discussione ti allego i paragrafi 62-63 del OIC 16 ovvero:
62. Le immobilizzazioni materiali sono ammortizzate sistematicamente. La sistematicità dell’ammortamento è definita nel piano di ammortamento, che deve essere
funzionale alla residua possibilità di utilizzazione dell’immobilizzazione. La determinazione del piano di ammortamento presuppone la conoscenza dei seguenti elementi:
(a) valore da ammortizzare, (b) residua possibilità di utilizzazione, (c) metodi di ammortamento.
Il valore residuo dell’immobilizzazione, inizialmente stimato nel momento della redazione del piano di ammortamento in base ai prezzi realizzabili sul mercato attraverso la cessione di immobilizzazioni simili sia per caratteristiche tecniche che per processo di utilizzazione cui sono state sottoposte, deve essere rivisto periodicamente al fine di verificare che la stima iniziale sia ancora valida. Tale valore va considerato al netto dei presumibili costi di rimozione. Detto valore di realizzo è spesso così esiguo rispetto al valore da ammortizzare che di esso non si tiene conto. Se il costo di rimozione eccede il prezzo di realizzo, l’eccedenza è accantonata lungo la vita utile del cespite iscrivendo, pro quota, un fondo di ripristino e bonifica o altro fondo analogo. L’ammortamento va interrotto se, in seguito all’aggiornamento della stima, il presumibile valore residuo risulta pari o superiore al valore netto contabile.
63. La residua possibilità di utilizzazione non è legata alla “durata fisica” dell’immobilizzazione, bensì alla sua
“durata economica”, cioè al periodo in cui si prevede che il cespite sarà utile alla società. Tale periodo è normalmente inferiore alla durata fisica ed è ragionevolmente stimato sulla base dei seguenti fattori: − deterioramento fisico legato al trascorrere del tempo; − grado di utilizzo; − esperienza relativa alla durata economica dei cespiti dell’impresa e del settore in cui questa opera; − stime dei produttori del cespite; − perizie; − obsolescenza del cespite (ricorrenza dei cambiamenti tecnologici, nuove tecnologie prevedibili al momento della stima, ecc.) e del prodotto per cui viene usato; − correlazione con altri cespiti: se un cespite è acquisito per migliorare la funzionalità di un altro cespite originario, ma non ne prolunga in modo apprezzabile la vita, il nuovo cespite deve essere ammortizzato sulla residua possibilità di utilizzazione del cespite originario; − piani aziendali per la sostituzione dei cespiti; − fattori ambientali; − condizioni di utilizzo, quali i turni di produzione, il corretto utilizzo, il livello tecnico del personale addetto, i luoghi di utilizzo (aperti o chiusi, umidi o asciutti) ecc.; − politiche di manutenzione e riparazione: un’inadeguata manutenzione può ridurre la durata economica del cespite, una manutenzione diligente può prolungarla, ma non indefinitamente; − fattori economici o legali che impongono limiti all’uso del cespite.
Ciao - Gianni