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Commissione tributaria centrale: contenzioso del 1974

masanijey

Utente
Buongiorno,
chiedo il vostro aiuto perchè qualche giorno fa ho ricevuto, in qualità di erede, una comunicazione dalla CTC di Milano.
Recatomi in commissione, un impiegato mi ha mostrato il motivo della chiamata. Provo a riassumere per quanto ho capito:

- anno 1974: mio padre riceve un avviso per una dichiarazione Irpef relativa all'anno precedente, in cui si contesta una differenza tra quanto dichiarato (zero) e quanto accertato (25 milioni di lire).
- Mio padre presenta ricorso per diversi motivi che non ho ben chiari. Mi pare di aver capito che contestasse il fatto che ci fossero delle fatture emesse nel 1973 ma incassate solo nel 1974.
- 1° grado vengono confermati i 25 milioni e respinto quindi il ricorso.
Mio padre prosegue.
- 2° grado viene ridotta la cifra a 15 milioni.
Ennesimo ricorso.
- Ora il tutto rimane in sospeso a Roma e non viene emessa alcuna sentenza di 3° grado.

Il tutto passa ora a noi, che rischiamo di trovarci travolti in una situazione economica già precaria.
Preciso che mio padre è venuto a mancare nel 2004 e che trovo immorale che certe situazioni decadano sugli eredi a distanza di 39 anni.

Chiedo consiglio a voi su come muovermi e per sapere se esiste una sorta di prescrizione in questi casi.

Grazie in anticipo
 
Sembra di capire che il processo sia stato sospeso (o meglio interrotto) per la morte della parte. La procedura prevede la possibilità, da parte degli eredi interessati, di fare istanza di "riassunzione" per continuare il procedimento ed evitare il consolidamento dell'accertamento. Il consiglio, ovvio, è quello di consultarti con un commercialista o avvocato. I tempi lunghi di cui giustamente ti lamenti sono dovuti al fatto che molti ricorsi sono rimasti sepolti per anni presso la CTC poi soppressa.
 
Sembra di capire che il processo sia stato sospeso (o meglio interrotto) per la morte della parte. La procedura prevede la possibilità, da parte degli eredi interessati, di fare istanza di "riassunzione" per continuare il procedimento ed evitare il consolidamento dell'accertamento. Il consiglio, ovvio, è quello di consultarti con un commercialista o avvocato. I tempi lunghi di cui giustamente ti lamenti sono dovuti al fatto che molti ricorsi sono rimasti sepolti per anni presso la CTC poi soppressa.

Buongiorno Guido e grazie per la risposta.
Come giustamente dici tu, i tempi lunghi sono dovuti la fatto che la cartella è rimasta a Roma ferma per circa 20 anni, ma non a causa del decesso di mio padre che comunque è avvenuta 30 anni dopo il primo avviso.
In commissione mi hanno confessato che sono presenti decine di migliaia di cartelle con situazioni simili alla mia (simili in termini di tempo). Io lo chiamarei più "raschiare il barile".
Ci hanno, come dici tu, dato la possibilità di fermarci (accettando quindi la sentenza di 2° grado) o proseguire nella lite.
Noi ovviamente abbiamo intenzione di proseguire.
 
Riprendo questa discussione perchè stamattina ho avuto un consulto con un commercialista ed un avvocato a cui si poggia questo studio.
Il resoconto è stato per me traumatizzante ed è per questo che chiedo un vostro aiuto.
La situazione che mi hanno prospettato è questa:

- hanno calcolato l'Irpef sulla base dei 15milioni stabiliti in II° grado, con un'aliquota del 34%. Risultato= 2.800€ (arrotondati).
Hanno calcolato la rivalutazione ad oggi ed il risultato è 76.783,97€.

- hanno poi calcolato l'ILOR (cos'è??) con un'aliquota del 14,2%. Risultato 1.100€ (arrotondati). La rivalutazione da come risultato 30.165,17€.

- 76.783,97 + 30.165,17 = 106.949,14€.
Questa è la cifra che secondo loro, grosso modo dovrei pagare io ad oggi.
Questo è sconvolgente se penso che tutto parte da una base di 15milioni di lire, sui quali mio padre avrebbe dovuto pagare l'irpef, e che questo ritardo di 40 anni non è certo causa nostra!

- sulla base di questo risultato l'avvocato mi ha chiesto 1.500€ circa per seguire la pratica qualora la sentenza confermasse il II° grado, ma il 20% di parcella (quindi più di 20.000€) qualora venisse annullato il provvedimento.

- Detto questo in realtà non mi ha neanche detto con quali argomenti arricchirebbe il ricorso in III° grado (che è già presente), ma si è limitato a dire che dovrebbe studiare.

Inutile dirvi come tutto questo mi abbia sconvolto, attualmente tra l'altro sono senza lavoro e ho 3 figli a carico, e anche la parcella mi è sembrata esagerata.
Ho avuto quasi l'impressione che si sia voluto mettere la questione sul piano "beh! risparmi 100.000€ cosa vuoi che siano 20.000!!".
Io cerco un riscontro da parte di qualcuno che conosca la materia e che mi possa per quanto possibile dare dei suggerimenti.
Grazie in anticipo...
Alessandro
 
per poterti rispondere appieno occorrerebbe conoscere come è e come è stata fatta la successione di tuo padre.
ritengo che eventuali sanzioni non possano ricadere sugli eredi.
ciao
 
Riprendo questa discussione perchè stamattina ho avuto un consulto con un commercialista ed un avvocato a cui si poggia questo studio.
Il resoconto è stato per me traumatizzante ed è per questo che chiedo un vostro aiuto.
La situazione che mi hanno prospettato è questa:

- hanno calcolato l'Irpef sulla base dei 15milioni stabiliti in II° grado, con un'aliquota del 34%. Risultato= 2.800€ (arrotondati).
Hanno calcolato la rivalutazione ad oggi ed il risultato è 76.783,97€.

- hanno poi calcolato l'ILOR (cos'è??) con un'aliquota del 14,2%. Risultato 1.100€ (arrotondati). La rivalutazione da come risultato 30.165,17€.

- 76.783,97 + 30.165,17 = 106.949,14€.
Questa è la cifra che secondo loro, grosso modo dovrei pagare io ad oggi.
Questo è sconvolgente se penso che tutto parte da una base di 15milioni di lire, sui quali mio padre avrebbe dovuto pagare l'irpef, e che questo ritardo di 40 anni non è certo causa nostra!

- sulla base di questo risultato l'avvocato mi ha chiesto 1.500€ circa per seguire la pratica qualora la sentenza confermasse il II° grado, ma il 20% di parcella (quindi più di 20.000€) qualora venisse annullato il provvedimento.

- Detto questo in realtà non mi ha neanche detto con quali argomenti arricchirebbe il ricorso in III° grado (che è già presente), ma si è limitato a dire che dovrebbe studiare.

Inutile dirvi come tutto questo mi abbia sconvolto, attualmente tra l'altro sono senza lavoro e ho 3 figli a carico, e anche la parcella mi è sembrata esagerata.
Ho avuto quasi l'impressione che si sia voluto mettere la questione sul piano "beh! risparmi 100.000€ cosa vuoi che siano 20.000!!".
Io cerco un riscontro da parte di qualcuno che conosca la materia e che mi possa per quanto possibile dare dei suggerimenti.
Grazie in anticipo...
Alessandro

Per rispondere nel merito della questione bisognerebbe conoscere le carte e con queste "ricostruire" le vicende processuali.
Per quel che concerne invece il da farsi, quello che ti posso dire è che devi resistere in giudizio, non hai alternative! Quello della parcella è un problema secondario, ma quello che non devi fare è non difenderti.
Inoltre, come detto da Giuseppe, nella determinazione del quantum debeatur non dovrai considerare le sanzioni, che sono intrasmissibili agli eredi.
Ciao.
 
Grazie innanzitutto ad entrambi per avermi risposto.
Per quanto riguarda la difesa, questo è un punto sul quale non ho neanche avuto bisogno di consultazioni: abbiamo già comunicato alla commissione che intendiamo proseguire nel contenzioso, anche perchè fermarsi avrebbe voluto voluto dire accettare la sentenza di II° grado.
Il dubbio è se farlo con o senza un avvocato. Mi spiego: mio padre aveva già presentato ai tempi un ulteriore ricorso, c'è già una difesa argomentata, quindi mi chiedo cosa possa mai aggiungere un altro avvocato per giustificare una parcella da 20.000€.
In secondo luogo, voi fate riferimento alle sanzioni che non sono appunto trasmissibili: ma a questo punto è ragionevole una cifra come quella che mi è stata prospettata?
E' veramente possibile che questi signori si possano fare vivi dopo 40 anni e rovinare una famiglia?
Scusate lo sfogo...
 
Riguardo all'ultima domanda la risposta è sì, purtroppo è così.
A parte la parcella che, ripeto, in questo momento per te assume un ruolo secondario, il consiglio è quello di difenderti con l'ausilio di un professionista. Dal punto di vista processuale, tieni presente che può verificarsi, ad es., che nel corso degli anni in merito alla materia del contendere la normativa potrebbe essere cambiata pro contribuente; stessa cosa dicasi per l'indirizzo giurisprudenziale per cui l'ausilio di un professionista è da ritenersi necessario per studiare la difesa, oltre al fatto che l'assistenza tecnica mi sembra sia obbligatoria nel tuo caso, dato il valore della controversia.
Ciao.

P.S. Se ritieni che la parcella sia elevata, puoi sempre affidarti ad altro professionista.
 
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