Criptovalute: niente tasse per i privati
In particolare, l’Agenzia delle Entrate dichiara che, per i privati,
l’acquisto di Bitcoin non genera redditi imponibili. Infatti, l’acquisto di Bitcoin è considerato un’operazione a “pronti”, ovvero è un’operazione il cui pagamento viene effettuato nell’esatto momento della consegna. Per i privati l’indicazione è dunque chiara e non lascia adito ad incomprensioni:
niente tasse sul capital gain. La situazione sembra così incredibile che i risparmiatori non si sono ancora resi conto della possibilità, talmente sono abituati a dover pagare le tasse per ogni acquisto, come ad esempio a dover pagare l’IVA quando si acquista un libro.
L’Italia è l’unico Paese con un quadro della situazione tanto limpido. La situazione italiana può quindi a buona ragione essere considerata come privilegiata, dato che l’Italia è l’unico Paese in cui l’Agenzia delle Entrate si sia espressa tanto chiaramente. Persino negli USA ancora oggi non si ha talmente tanta chiarezza, inoltre i cittadini americani devono dichiarare le loro plusvalenze.
___________________________
Ma, attenzione! Se, durante il corso di un anno, per almeno
7 giorni consecutivi si supera la soglia di possesso di Bitcoin per un controvalore pari a 100 milioni delle vecchie Lire (ovvero circa
51.000 Euro), allora l’Agenzia delle Entrate considera l’attività del privato un’attività speculativa e quindi chiede il pagamento delle tasse sulle eventuali plusvalenze.
Le plusvalenze vengono rilevate solo
al momento della vendita dei Bitcoin, pertanto le tasse si devono pagare solo sulle plusvalenze, e solo nel momento in cui li si dovesse vendere generando una plusvalenza (sempre che si superi la soglia di possesso di cui sopra).
Ricordiamo che
l’aliquota con cui si tassano le plusvalenze finanziarie è del 26%, e che queste vanno inserite in dichiarazione dei redditi negli appositi spazi dedicati proprio alle plusvalenze derivanti da attività finanziarie.
____________________________
Pertanto in conclusione:
- l’Agenzia delle Entrate italiana tratta Bitcoin come una moneta
- alle imprese che dovessero operare con Bitcoin si applicano le stesse identiche regole fiscali che si applicherebbero qualora operassero con Euro
- le imposte si pagano solo sulle eventuali plusvalenze
- queste per le imprese vengono rilevate a chiusura di bilancio, o nel momento della vendita di Bitcoin
- i privati cittadini devono pagare le imposte, sempre soltanto sulle eventuali plusvalenze, solo se superano 7 giorni consecutivi di detenzione di Bitcoin per un controvalore superiore a circa 51mila Euro.
Credo che la spiegazione data da questi siti sia piuttosto chiara: che ne pensate?