Riferimento: auguri
AUGURI FRA , anche da parte mia.
Visto che parti per la settimana bianca...
mi raccomando riscaldati con il prosecchino....
ah..ti offro il dolce tipico della ns.zone...
La Polentina di Cittadella: bontà e leggerezza da assaporare
Dolce popolare di antica tradizione, tipico di Cittadella e della zona circostante, agli estremi limiti della provincia di Padova verso la Marca Trevigiana. Il nome è sempre stato intrigante, facendo subito pensare alla polenta, ma in realtà il dolce non assomiglia per nulla a questo piatto, se non nella bontà e nella leggerezza e per l'impiego della farina di mais in una sua variante popolaresca. Viene preparato utilizzando ingredienti molto semplici: uova, zucchero, burro, farina di mais.
Una ricetta che si può definire classica, presente nel ricettario d'una famiglia borghese e risalente alla metà del secolo scorso, suggerisce di setacciare, per ogni uovo, 30 g di fior di farina e altrettanti di fecola. A parte si lavorano i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una crema morbida e omogenea, quindi si aggiungono le farine setacciate assieme con un pizzico di lievito in polvere e un pizzico di sale e, per ultime la chiare d'uovo montate a neve. Si versa il composto in una tortiera imburrata e cosparsa di pangrattato e si mette a cuocere in forno preriscaldato a 180°.
La variante popolare di cui s'è detto, prevede l'impiego, per ogni uovo, di ulteriori 60 g di farina di mais giallo, setacciata al tamizo de seda (setaccio di seta). Questa versione è chiamata anche Polentina zala de Citadela (Polentina gialla di Cittadella), ed è stata elevata a dolce di classe, oggi preparato, con una certa raffinatezza, dalla ristorazione locale che desidera mostrare il suo radicamento nella tradizione. Una ricetta piuttosto diffusa suggerisce di montare 4 tuorli con 120 g di zucchero semolato, sino a ottenere un composto gonfio e omogeneo. Si aggiungono poi 60 g di fecola di patate, 30 g di farina di frumento e altrettanta farina gialla passata al tamizo de seda. Si aggiungono mezza bustina di lievito e un pizzico di sale, quindi si mescola delicatamente con il cucchiaio di legno, in modo che non rimangano grumi.
Alla fine si uniscono gli albumi montati a neve, badando, nell'incorporarli, di non smontarli. Si versa il composto in una tortiera rotonda imburrata e cosparsa di pangrattato e si passa al forno preriscaldato a 180° per una mezz'oretta. Levato il dolce, lo si toglie dalla tortiera e lo si lascia raffreddare, quindi lo si spolverizza di zucchero a velo. Solitamente viene servito a fette, con una bella cucchiaiata di zabaione tiepido e un vino molto dolce. Ottimi un Friularo passito di Bagnoli, un Recioto di Soave, un Vin Santo di Gambellara oppure un Torchiato di Fregona
Augurissimi ancora.
lella