Dal Quotidiano Sole 24 Ore odierno:
Nel 2016 Naspi con regole standard per gli stagionali
Dopo la norma transitoria introdotta per il 2015, non ci saranno altri interventi riguardanti il calcolo della durata della Naspi per i lavoratori stagionali. Questa la posizione del governo, come comunicato ieri dal sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano, intervenuto in*commissione Lavoro della Camera*per*rispondere a un’interrogazione*presentata dal deputato Roberto Simonetti (Lega).
Il*Jobs act, in particolare il decreto legislativo 22/2015, ha stabilito che la Naspi ha una durata pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Le settimane lavorate, però, possono essere “valorizzate” una volta sola. Questo significa, per esempio, che un lavoratore stagionale impiegato per 24 settimane, al termine del periodo di lavoro può contare su 12 settimane di Naspi perché gli eventuali periodi di impiego degli anni precedenti già utilizzati per ottenere l’ammortizzatore sociale non sono più utili. Quindi ipotizzando che lavori solo 24 settimane all’anno, avrà sempre solo al massimo 12 settimane di Naspi.
Con il decreto legislativo 148/2015 è stato previsto un “paracadute” temporaneo: a vantaggio dei lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, solo per il 2015, si valorizzano anche i periodi contributivi già utilizzati in passato, in modo da garantire una Naspi fino a 6 mesi.
Tuttavia dal 2016 si applica la normativa originaria del decreto 22/2015, con conseguente riduzione della Naspi, e quindi nell’interrogazione è stato chiesto come e quando sarebbe stato messo a punto un «correttivo strutturale».
Il sottosegretario Cassano ha affermato in commissione Lavoro che «un ritorno alla disciplina precedente della materia ... si porrebbe evidentemente in contraddizione con l’indentimento complessivo della riforma degli ammortizzatori che, attraverso un sistema che rapporta la prestazione di sostegno al reddito alla contributizione versata, consente di ampliare la platea dei beneficiari, la durata e l’ammontare della prestazione».
Dunque i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali dall’anno prossimo dovrebbero fare i conti con regole più stringenti per il calcolo della Naspi. Una prospettiva che non piace a Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. «Questa anomalia - ha dichiarato - va corretta con la legge di Stabilità. Noi vogliamo che il Jobs act funzioni: per questo è necessario garantire la coerenza dei suoi meccanismi di funzionamento. Non si può, quindi, accettare la contemporanea riduzione delle tutele nel posto e nel mercato del lavoro come accade per i lavoratori stagionali».
Nel 2016 Naspi con regole standard per gli stagionali
Dopo la norma transitoria introdotta per il 2015, non ci saranno altri interventi riguardanti il calcolo della durata della Naspi per i lavoratori stagionali. Questa la posizione del governo, come comunicato ieri dal sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano, intervenuto in*commissione Lavoro della Camera*per*rispondere a un’interrogazione*presentata dal deputato Roberto Simonetti (Lega).
Il*Jobs act, in particolare il decreto legislativo 22/2015, ha stabilito che la Naspi ha una durata pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Le settimane lavorate, però, possono essere “valorizzate” una volta sola. Questo significa, per esempio, che un lavoratore stagionale impiegato per 24 settimane, al termine del periodo di lavoro può contare su 12 settimane di Naspi perché gli eventuali periodi di impiego degli anni precedenti già utilizzati per ottenere l’ammortizzatore sociale non sono più utili. Quindi ipotizzando che lavori solo 24 settimane all’anno, avrà sempre solo al massimo 12 settimane di Naspi.
Con il decreto legislativo 148/2015 è stato previsto un “paracadute” temporaneo: a vantaggio dei lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, solo per il 2015, si valorizzano anche i periodi contributivi già utilizzati in passato, in modo da garantire una Naspi fino a 6 mesi.
Tuttavia dal 2016 si applica la normativa originaria del decreto 22/2015, con conseguente riduzione della Naspi, e quindi nell’interrogazione è stato chiesto come e quando sarebbe stato messo a punto un «correttivo strutturale».
Il sottosegretario Cassano ha affermato in commissione Lavoro che «un ritorno alla disciplina precedente della materia ... si porrebbe evidentemente in contraddizione con l’indentimento complessivo della riforma degli ammortizzatori che, attraverso un sistema che rapporta la prestazione di sostegno al reddito alla contributizione versata, consente di ampliare la platea dei beneficiari, la durata e l’ammontare della prestazione».
Dunque i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali dall’anno prossimo dovrebbero fare i conti con regole più stringenti per il calcolo della Naspi. Una prospettiva che non piace a Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. «Questa anomalia - ha dichiarato - va corretta con la legge di Stabilità. Noi vogliamo che il Jobs act funzioni: per questo è necessario garantire la coerenza dei suoi meccanismi di funzionamento. Non si può, quindi, accettare la contemporanea riduzione delle tutele nel posto e nel mercato del lavoro come accade per i lavoratori stagionali».