gianni1968
Utente
Buongiorno, il caso postato inizialmente dall'utente ed il successivo scambio di opinioni a mio avviso altro non fanno che sottolineare l'annosa (secolare forse) questione che, fin da quando ero uno studente piuttosto ingenuo, ho sempre mal digerito - il doppio binario civilistico/fiscale. Ora nel caso iniziale, ritengo che l'impatto in termini contabili sia relativo (a meno che non parliamo di cifre molto consistenti, questo non è dato sapere)... ma in termini di principio la questione rimane.
Sul bilancio di esercizio e sulla regolare tenuta della contabilità aziendale, gravano numerosi interessi:
- il codice civile ci dice che il bilancio deve essere veritiero e corretto (la mia professoressa ribadiva l'obbligo di evitare gli annacquamenti di capitale, per poste contabili essenzialmente fittizie);
- il fisco però si preoccupa che il contribuente partecipi in maniera congrua alle spese del SUO BILANCIO
- poi nei contenziosi numerosissimi ed intricati, si innestano le sentenze di tribunali, commissioni, appelli, Cassazione
- poi c'è l'ADE che fornisce degli indirizzi interpretativi che dovrebbero valere solo x loro... teoricamente (e le leggi, se fossero ben scritte, andrebbero semplicemente applicate).
In mezzo ci siamo noi operatori e le situazioni talvolta sono bizzarre, faccio un'esempio semplice ed emblematico secondo me - lo stralcio di crediti inesigibili:
1) forse qualche ragioniere/imprenditore, al fine di evitare un salasso in termini di tasse, adotta quella che chiamo "pianificazione fiscale"
2) forse per ottenere qualche finanziamento si fa "finanza creativa"
3) ricordo però che fino a qualche tempo fa (non molto) c'era obbligo di tenere in piedi crediti - carta straccia - in attesa di una sentenza di fallimento che, mediamente in Italia (mi pare anni '90) arrivasse dopo 8 anni... ora va meglio, ma un bilancio comprensivo di crediti spazzatura è veritiero è corretto?
Di esempi me ne vengono in mente altri, rimanenze - spese manutenzione - ammortamenti ecc. li conoscete anche meglio di me...
Nota a margine: tramite un'associazione di avvocati, sfruttando i dettami della "Legge Pinto", mi dicono che l'azienda ove lavoro dovrebbe ricevere un'indennizzo x l'eccessiva lunghezza della procedura esecutiva nei confronti di un cliente, circa € 1500 dopo 28 anni, mica male!
Sulla deducibilità degli interessi di mora, sono diplomatico nel dire che è la Cassazione ha commesso "gamba tesa"
Buon pranzo
Sul bilancio di esercizio e sulla regolare tenuta della contabilità aziendale, gravano numerosi interessi:
- il codice civile ci dice che il bilancio deve essere veritiero e corretto (la mia professoressa ribadiva l'obbligo di evitare gli annacquamenti di capitale, per poste contabili essenzialmente fittizie);
- il fisco però si preoccupa che il contribuente partecipi in maniera congrua alle spese del SUO BILANCIO
- poi nei contenziosi numerosissimi ed intricati, si innestano le sentenze di tribunali, commissioni, appelli, Cassazione
- poi c'è l'ADE che fornisce degli indirizzi interpretativi che dovrebbero valere solo x loro... teoricamente (e le leggi, se fossero ben scritte, andrebbero semplicemente applicate).
In mezzo ci siamo noi operatori e le situazioni talvolta sono bizzarre, faccio un'esempio semplice ed emblematico secondo me - lo stralcio di crediti inesigibili:
1) forse qualche ragioniere/imprenditore, al fine di evitare un salasso in termini di tasse, adotta quella che chiamo "pianificazione fiscale"
2) forse per ottenere qualche finanziamento si fa "finanza creativa"
3) ricordo però che fino a qualche tempo fa (non molto) c'era obbligo di tenere in piedi crediti - carta straccia - in attesa di una sentenza di fallimento che, mediamente in Italia (mi pare anni '90) arrivasse dopo 8 anni... ora va meglio, ma un bilancio comprensivo di crediti spazzatura è veritiero è corretto?
Di esempi me ne vengono in mente altri, rimanenze - spese manutenzione - ammortamenti ecc. li conoscete anche meglio di me...
Nota a margine: tramite un'associazione di avvocati, sfruttando i dettami della "Legge Pinto", mi dicono che l'azienda ove lavoro dovrebbe ricevere un'indennizzo x l'eccessiva lunghezza della procedura esecutiva nei confronti di un cliente, circa € 1500 dopo 28 anni, mica male!
Sulla deducibilità degli interessi di mora, sono diplomatico nel dire che è la Cassazione ha commesso "gamba tesa"
Buon pranzo