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Accertamento Agenzia delle Entrate dopo vendita tra padre - figlio: DOMANDE

cmarino

Utente
Salve a tutti,

oggi è arrivato un accertamento dell'Agenzia delle Entrate in cui mi si invita ad andare presso i loro uffici a spiegare l'acquisto di due immobili data l'incongruenza con il mio (scarso...) reddito.

Nel 2009 mio padre mi ha "venduto" (abbiamo il conto bancario cointestato! non c'è stato alcun movimento di denaro!) la sua abitazione principale (dove ovviamente vive tuttora) e un piccolo ufficio non ammobiliato di meno di 80 mq. La vendita è stata fatta (invece di "attendere" la successione e preferendola alla donazione) poichè mio padre aveva intenzione di risposarsi, e non voleva che gli immobili in questione cadessero un giorno in successione con la nuova moglie.

Io non solo nel 2007, 2008 e 2009 guadagnavo pochissimo, ma oggi addirittura sono in cerca di occupazione. Sono intestatario solo di un (rottame) di utilitaria e di una moto del 1990... gli unici redditi che ho al momento vengono dagli affitti di due appartamentini che possiedo.

Come dovrò spiegare all'agenzia delle Entrate la cosa? E' legale ciò che è stato fatto? Io pensavo di si! E' pericoloso? C'è qualcosa che stupidamente potrei dire causando altri problemi?
Grazie
 
Non si tratta di un avviso di accertamento, ma di un invito a fornire dati e notizie. In pratica l'ufficio sta effettuando una verifica nei tuoi confronti.
All'Agenzia dovrai spiegare fondamentalmente da dove sono arrivati i soldi per pagare il prezzo degli immobili acquistati, considerato che a loro risulta che non avevi redditi sufficienti a poterti permettere il loro acquisto (ovvero che non risultano presentate dichiarazioni). Inoltre negli atti di vendita dovrebbe essere indicato come viene pagato il prezzo per cui non penso tu possa giustificarti sostenendo che effettivamente non è avvenuto nessun passaggio di denaro tra te e tuo padre.
Così...a lume di naso la vedo dura. Tieni presente che se ritenessero le tue giustificazioni non meritevoli di accoglimento (ovvero parzialmente meritevoli) ti notificheranno l'avviso di accertamento vero e proprio nel quale procederanno a calcolare l'IRPEF sulla differenza tra il prezzo pagato e il reddito dichiarato tenuto eventualmente conto di quanto giustificato (si parla dell'anno 2009, se non ho capito male, quindi l'ufficio applica la nuova normativa di cui al D.L. 78/2010, per cui ad ogni euro speso nell'anno deve corrispondere un euro di reddito dichiarato) con l'applicazione delle sanzioni per infedele (dal 100% al 200% della maggiore imposta accertata) ovvero omessa (dal 120% al 240% dell'imposta evasa) dichiarazione e degli interessi.
Ciao.
 
Ciao, grazie per la risposta.
Volevo chiederti: io non ho evaso delle imposte!!! Sono state naturalmente pagate le tasse relative alla vendita!!! E sono sicuramente di più di quelle di una donazione!
Quindi, in pratica non è possibile che un genitore "compri" un immobile al proprio figlio? Penso che sia un fenomeno che avviene molto spesso... e si capisce che quasi tutti i giovani non possedevano i soldi per l'acquisto (che chiaramente hanno sborsato i genitori).
L'Agenzia delle Entrate penso che cerchi "redditi non dichiarati" da tassare (cioè da dove sono "piovuti" quei soldi), non di martoriare qualcuno: in fondo quella casa era di mio padre, ed ora è mia (e sono state pagate tutte le tasse e i costi dell'atto di vendita!)
Se dico che semplicemente mio padre mi ha trasferito l'appartamento "regalandomelo" (cosa che è effettivamente avvenuta), non è sufficiente?

Oltretutto, mia madre (deceduta 10 anni fa) mi aveva lasciato comunque dei soldi (tra liquidi e contante non su conti bancari): non è sufficiente all'Agenzia delle Entrate sapere che io li ho effettivamente dati a mio padre a fronte del trasferimento dell'appartamento?

Mi sapreste dire qualcosa in più, la strategia giusta, per uscire da questa situazione quando andrò a fornire ulteriori informazioni? Ho paura di fare dei casini...!

Grazie
 
Ultima modifica:
A mio avviso devi dire (e mettere per iscritto) che tuo padre ti ha donato i soldi (non l'immobile per evitare false dichiarazioni nell'atto notarile). Del resto avendo il c/c cointestato la suddetta donazione può ben essere avvenuta senza consegna materiale della somma. Controlla cosa avete scritto nel rogito.
 
Grazie mille per le preziose informazioni. Speriamo che tutto vada bene. Da quello che intuisco, dipende anche molto dalla sensibilità e dalla disponibilità della persona con cui mi troverò a parlare...

La loro richiesta di informazioni mi pare generata "in automatico" (incongruenza tra dichiarazioni dei redditi e acquisto immobile) però penso di non essere l'unico a cui i genitori hanno venduto (pagando loro tutte le spese e le tasse di vendita) un immobile! Spero che non sia la fine del mondo!!! Non ho evaso nulla e non ho rubato un centesimo allo Stato! :)

Grazie ancora.
 
Bah...si potrebbe tentare, però se nell'atto non viene indicato nulla in merito la vedo dura anche qui.
In generale, comunque, consiglierei a cmarino di rivolgersi ad un professionista che possa seguirlo nella vicenda.
Saluti.
 
La loro richiesta di informazioni mi pare generata "in automatico" (incongruenza tra dichiarazioni dei redditi e acquisto immobile)

Su questo hai ragione.
Ecco perché l'ufficio deve instaurare il contraddittorio con il contribuente, proprio per verificare direttamente dal contribuente se l'incongruenza è giustificabile o meno.
Ciao.
 
Provo a cercare uno studio legale tributario in zona, pare ce ne sia uno. Credo sia inutile rivolgersi al solito avvocato di famiglia, secondo me ci vorrebbe qualcuno che conosca alla perfezione questi meccanismi...

Una domanda fondamentale:
ma cosa c'è di "illegale" oppure di "fiscalmente scorretto" nel fatto che un genitore faccia l'atto di vendita (pagando di tasca sua le spese) della PROPRIA casa al proprio figlio?
Voglio dire: non è che sono state evase tasse, o c'è stata frode!

L'agenzia delle entrate non sa cosa sia successo, e vuol vederci chiaro. Fin qui va bene. Ma una volta che gli spiego come stanno le cose, dove sta l' "illecito", se c'è?
 
Ultima modifica:
Provo a cercare uno studio legale tributario in zona, pare ce ne sia uno. Credo sia inutile rivolgersi al solito avvocato di famiglia, secondo me ci vorrebbe qualcuno che conosca alla perfezione questi meccanismi...

Una domanda fondamentale:
ma cosa c'è di "illegale" oppure di "fiscalmente scorretto" nel fatto che un genitore faccia l'atto di vendita (pagando di tasca sua le spese) della PROPRIA casa al proprio figlio?
Voglio dire: non è che sono state evase tasse, o c'è stata frode!
L'agenzia delle entrate non sa cosa sia successo, e vuol vederci chiaro. Fin qui va bene. Ma una volta che gli spiego come stanno le cose, dove sta l' "illecito", se c'è?

Nel caso di cui si discute la questione non è se l'operazione effettuata sia fiscalmente corretta o meno. La questione è che il contribuente ha effettuato un investimento (acquisto di un immobile), quindi ha sostenuto una spesa, incongruente rispetto al reddito dichiarato (o non dichiarato, a seconda se nel 2009 è stata presentata o meno la dichiarazione dei redditi). Cioè se io dichiaro un reddito di 20.000 euro (ovvero non dichiaro nulla) e acquisto un immobile di 150.000 senza stipulare un mutuo l'ufficio, in sede di controllo, mediante gli incroci dei dati presenti in Angrafe Tributaria, rileva l'incongruenza e mi dice di venire a giustificare i 130.000 euro di differenza dove sono andati a prenderli. Tutto qua.
Ripeto, rivolgiti ad un professionista e insieme a lui, sulla base delle carte in tuo possesso, dovrete valutare quali argomentazioni (valide e supportate da documentazione) sostenere in contraddittorio con l'ufficio.
Ciao.
 
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