L'applicazione in modo uniforme della riforma fallimentare è complicata dalla presenza delle soglie di riferimento (in particolare il livello degli investimenti, che deve essere superiore a 300 mila Euro per poter assoggettare a fallimento una impresa).
Innanzitutto è controversa l'individuazione circa l'arco temporale di riferimento e quali operazioni debbano essere inserite tra gli investimenti rilevanti nel computo.
Per i giudici della sezione fallimentare milanese (sentenza del 30 Marzo), l'arco temporale non può che coincidere con quanto stabilito in materia di ricavi, e cioè gli ultimi tre anni di vita dell'impresa, oppure nel caso di società di capitali, gli ultimi tre esercizi.
Gli investimenti da considerare sarebbero tutti gli elementi non destinati a trasformarsi a breve in flussi solo finanziari.