L'inserimento di mutui ed affitti tra i fringe benefit, ovvero tra i benefici aggiuntivi offerti dalle aziende ai propri dipendenti,( fiscalmente esenti, a norma dell'art 51 comma 3 del TUIR) tra le novità della prossima legge di bilancio è un tema che sta suscitando molte discussioni e dubbi tra gli operatori del settore.
Sebbene le grandi aziende del welfare aziendale promuovano questa scelta per il suo impatto culturale per la sempre maggiore attenzione agli aspetti del benessere e della conciliazione vita lavoro dei dipendenti anche ai fini di una maggiore produttività , ci sono molte incertezze sulla modalità di applicazione.
Le critiche riguardano anche il fatto che ancora una volta si tratterebbe di una misura sperimentale che aggiunge incertezza e non stabilità alla normativa sul lavoro.
La norma prevista dalla bozza della legge di bilancio , si ricorda , prevede l'innalzamento del tetto massimo di fringe benefit a mille euro per tutti i lavoratori e a 2mila per coloro che hanno figli a carico ma solo per il 2024.
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Gli operatori del settore chiedono quindi che l'aumento possa costituire sia un aggiornamento stabile dell'articolo 51 del Tuir e non una disposizione a tempo , che possa garantire stabilità sia ai dipendenti che alle aziende nella pianificazione delle politiche retributive.
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Viene inoltre evidenziato che l'articolo 51 comma 4 del Tuir fornisce le indicazioni per calcolare il valore dei beni in materia di prestiti concessi dal datore di lavoro, ma il calcolo è molto articolato e tiene conto del tasso ufficiale di riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Viste anche le recenti repentine variazioni del tasso ufficiale di riferimento si teme che da una parte per i lavoratori possa non essere un vantaggio garantito mentre dall'altra parte i calcoli per le retribuzioni da parte dei datori di lavoro possano diventare troppo onerosi . La bozza della legge di bilancio introduce una specifica solo per la prima casa e anche questo può essere un elemento tale da generare confusione.
Le modalità di applicazione dell'inserimento di mutui tra i fringe benefit viene giudicata comunque macchinosa, per la lista di documenti da presentare, dal contratto di mutuo al piano di ammortamento già prevista nell'articolo di legge .
E' stato sottolineato tra l'altro che i fringe benefit fino ad oggi sono stati la componente del welfare aziendale di minore impatto sociale
Gli esperti del Sole 24 ore sul tema hanno avanzato la proposta di far utilizzare per lo sgravio una semplice certificazione bancaria sulla maturazione degli interessi passivi che viene rilasciata ogni anno a fini fiscali.
Sembra necessario quindi un ulteriore approfondimento per trovare una soluzione che migliori la modalità di applicazione dell'inserimento di mutui ed affitti tra i fringe benefit per offrire ai dipendenti un beneficio concreto e utile per la loro vita quotidiana senza appesantire ulteriormente gli adempimenti a carico dei datori di lavoro